Per non continuare a ragionare sulla strada sbagliata domando: i fogli sono la coscienza?
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Ma se dobbiamo ingannarlo, dobbiamo usare qualcosa che non conosce.
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A me quel che viene in mente è la dissimulazione, ovvero far finta di fare o essere come sempre ma in verità la nostra attenzione è diretta altrove.
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A volte si dice che dobbiamo sfruttare l'energia prodota dal nero, usarlo a nostro favore, l'immagine che mi viene in mente è quella della carota tenuta davanti alla bocca del cavallo che, cercando di raggiungerla, continua a correre.L'importante sarebbe decidere noi la direzione da fargli prendere....sarebbe una bella soddisfazione dopo anni passati a recitare noi la parte del cavallo ed il nero quella del padrone icon_mrgr:
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Alla fine del primo film invece, cosa più interessante per il nostro discorso, è Neo che entra dentro Smith. E lo fa con un vero e proprio tuffo.... Lo fa dopo esser morto, il vero tuffo avviene in seguito alla piccola morte... (ed a quel punto cominciano a combattere quasi ad armi pari, anzi, è Neo ad avere un certo vantaggio) |
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E' vero che prima di tuffarsi, dopo essere "morto" Neo vedeva SMith decodificato, come parte di Matrix, prima , negli scontri precedenti, aveva preso parecchie sberle, però è anche vero che se non avesse continuato a provarci non sarebbe mai giunto a quel punto, al punto di capirlo e battersi con lui ormai consapevole di se stesso. Mi servirebbe il bacio di Trinity .....icon_mrgr: |
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Sto preparando qualcosa che spero possa chiarire un pò, almeno a determinati tipi di persone. |
Ma se dico che il nero è comprensivo dei sette peccati capitali che sostanzialmente raccolgono tutti i vizi dell'uomo sono fuori strada o centro il bersaglio?
E' un esempio per capire... :@@ |
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Nell'opera al nero si sta su un altro piano non su un piano etico bensi ''gnostico '' o senza far confusione di termini su un piano di conoscenza di se che deve escludere il giudizio etico . Giudizio etico che limita ed impedisce l'opera al nero . Sono categorie quelle del bene e male che non sono incluse nell'opus alchemico . Per questo io non la vedo in un contesto cattolico cristiano . Ma su questo punto chiedo a Uno una veloce spiegazione . |
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Male bene e peccato c'entrano nell'opera al nero, anche se, soprattutto all'inizio, in modo più pragmatico di come grossolanamente si intende l'etica al giorno d'oggi: mera teoria. E' bene ciò che mi aiuta nell'opera, è male ciò che mi contrasta. Quelli che il cristianesimo chiama peccati capitali mi contrastano. Ergo sono male, è comportamento non conveniente. Che poi ci si debba venire a patti è altro discorso e certamente non si tratta di morale. |
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Anche se qualcuno avrà voglia di tirarmi le banane diavolo.g: ma non è per nulla facile. |
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Bisogna distinguere quello che e' il c.d. foro interiore , dai comportamenti che mettono in relazione con l'altro , in queste relazioni con l'altro l'etica e' necessaria ed assume diversi contenuti : qui la mia liberta' e' costituita e limitata dalla liberta' altrui e le regole di convivenza ne sono l'espressione . Ma nell'opera al nero si parla di foro interiore nel quale la liberta' deve essere in linea teorica assoluta ed ognuno si pone i limiti che ritiene in relazione al suo stato dell'essere o alle proprie adesioni ad un credo . Allora nell'opera al nero , credo ma sicuro nel processo di individuazione ove il concetto di ombra ne e' un pilastro ,avere un' etica che rigidamente ed a prescindere condiziona il comportamento , il c.d. peccato e' un limite perche' impedisce di esperire ed esperire e' l'unico modo per conoscersi . Il punto d'arrivo dovra' essere lo stesso ma il percorso e' diverso . Esistono dei c.d. peccati che agiscono nel foro interiore che sono invece necessari alla crescita e alla comprensione di se' e spessissimo anche alla crescita dell'altro in modo indiretto . Non e' vero allora che i c.d. peccati che agiscono nel foro interiore sono sempre e solo male . E' come uscire per mare con previsioni meteo negative , non si fa ma deve capitare se vuoi capire cos'e' il mare ed il vento e cosa sei tu in quelle circostanze , qual'e' la tua capacita' di reazione e la capacita' di scelta sotto stress. Se esci solo con la bonaccia e' come stare in poltrona a casa . Devi benedire talvolta un'esperienza negativa vissuta al momento giusto . |
Prendiamo uno qualsiasi dei peccati della Chiesa, che so. l'ingordigia.
Se uno è ingordo, mettiamo del mangiare, quando vede un tavolo non riesce a trattenersi, è costretto a mangiare. Costretto da chi? E questo vale per qualsiasi altro peccato, dai maggiori ai minori. Fare il bene realmente invece non è mai cosa automatica, per fare del bene, per amare ci deve comunque essere una nostra volontà per quanto latente o poco visibile. Non dobbiamo (Nike?) confondere il vivere in mezzo al peccato con il vivere peccando. Io spesso faccio un esempio, dico che può essere abbastanza facile per un monaco essere casto finchè sta in monastero, ma poi essere preda degli istinti appena esce. In quel modo non ri-solve nulla. Se esco in mare con il mare mosso e mi lascio travolgere dalle onde soccomberò alla forza del mare allo stesso modo in cui se mi tuffo nel Nero e mi lascio andare ad ogni sensazione senza discernimento soccomberò nel Nero. Se ci si ragiona, non stiamo parlando di morali bigotte, stiamo parlando di morale tesa a renderci liberi nelle scelte per quanto a prima vista possa sembrare di essere costretti da una morale fine a se stessa. L'energia non ci viene dal tuffo nel Nero, ci viene dall'attrito che scaturisce tra noi ed il Nero quando ci tuffiamo in esso. Se ci lasciamo sommergere e trasportare dal Nero consumiamo la nostra energia. Se metto un chiodo di fronte ad una calamita, la calamita attira il chiodo, l'energia (magnetica in questo caso) si annulla nell'azione di tenere il chiodo attaccato alla calamita e finisce ogni possibilità di scelta e azione. Se invece il chiodo avesse una volontà e usasse quel magnetismo solo per spostarsi un pò come gli occorre, ma poi prima di farsi catturare dal magnete ne usasse un'altro etc..... Questo appena scritto non significa andare a cercare i magneti, di quelli il mondo è strapieno... andare a cercarli significa camuffare l'istinto dandogli una parvenza di qualità più elevata. Se vado in mare sfrutto il vento, non creo il vento e se tiro su una vela sbagliata il vento potrebbe anche staccarmi un albero se sono in punto il vento dove tira forte. |
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Come per l'esempio dell'uscire con previsioni meteo avverse , come nel detto : non tutto il mal vien per nuocere , come lo spieghi questo risvolto positivo dell'errore commesso ? E' giusto quello che dici ma a fine corsa mentre io parlo di quando ormai sei uscito per mare e vedi il temporale da nord/ovest che arriva veloce , non puoi evitarlo non hai tempo di rientrare devi aspettarlo e devi subirlo . C'e' dell'opera al nero in questa situazione descritta . |
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No, cerchi il vento, ciò quello che arriva dal temporale (magari 500km più in là) non il temporale in se. Poi se ci capiti in mezzo (al temporale), e capita, dovrai cercare di fare il meglio che puoi per non finire cibo per pesci. Cercare il vento non significa andare incontro al temporale. |
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Un alcolizzato potrebbe uscirne iniziando a dedicarsi con impegno ad altro, un lavoro, un hobby etc.. Questo non è sufficiente, se poi non completerà il percorso ci ricascherà, ma queste "distrazioni" volontarie permetteranno diverse cosette. Punto primo di non alimentare il vizio, di indebolirlo un pò. O meglio indebolire l'attrattiva che ha per noi. Se uno reprime invece rimane di fronte a quel vizio, a quel magnete e cerca di non farsi attirare. Di fatto se riesce a rimanere un pò staccato deve comunque sprecare energia, magari puntare i piedi facendosi male etc... La concentrazione può essere un bene, ma quando diventa esagerata ed incosciente fa nascere i vizi. Cioè dedichiamo molta attenzione, molte energie etc... a qualcosa, cioè siamo concentrati anche se negativamente su questa cosa, spesso tralasciando le altre anche se non ci accorgiamo della cosa. Nelle grandi dipendenze questo è evidente, ma in piccole cose non è semplice vedere che dedichiamo 7 ad una cosa negativa e 3 ad una positiva (esempio eh) Se noi iniziassimo a dedicare 4 alle cose positive automaticamente ruberemo 1 a quella cosa negativa, che di conseguenza scenderebbe a 6 e via via... A volte è utile usare più cose positive per rubare vari singoli punti etc... Se semplicemente togli 1 alla cosa negativa senza dedicare quell'uno ad altro è repressione e come conseguenza porta piano piano ad avere quell'1 in meno, non lo usiamo, quindi ne iniziamo a non poter più disporre. In pratica la cosa può divenire depressione, mancanza di forze etc.. ------------------------- Non ho dimenticato il discorso del foglio, lo riprendo appena posso |
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Questa e' la domanda . La risposta e' legata alla tua capacita' , al tuo livello . Certo per taluno sara' stata un'esperienza quasi del tutto negativa( mai del tutto ) per altri sara' stata ancora piu' utile perche avrai provato le strutture della barca oltrecche' te stesso . Concordo che non si puo' andar per mare in cerca del brutto ma a volte capita questo : sai che c'e' mare grosso pur se il vento e' in calo e decidi di fare quelle 15 miglia in piu' che ti servono per realizzare i tuoi programmi e scegli di soffrire per un obbiettivo . Questo atteggiamento come lo chiameresti ? E' in qualche modo parte dell'opera al nero ? |
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Se si parla solo di soffrire (tipo avere un vento fastidioso sul viso per esempio) per ottenere qualcosa è un discorso, ma se dalla capitaneria mi dicono che è in arrivo un tifone che potrebbe spazzare via pure mezza costa e mi ci butto dentro sono un suicida. Il punto è come ci si approccia alla faccenda. Se io vedo il temporale lontano e mi ci butto senza sapere a cosa vado incontro perchè comunque spero di trarne una esperienza positiva la cosa non è tanto diversa da chi si droga, chi corre a più non posso in auto etc.... Se invece io sto facendo il mio giro in barca, sfrutto il vento che arriva da un temporale, che magari pure vedo all'orizzonte, per compiere le mie manovre.... è un'altro discorso. Per essere più chiaro, io dovrei fare di tutto per non andare in mezzo al temporale, se succede perchè questo arriva all'improvviso allora dovrò tentare di pararmi il ...... ma la tattica ci vado dentro perchè voglio ancora fare quelle 15 miglia è da in-coscienti e il rischio è sempre più grande del guadagno, perchè anche se ti va bene comunque ti sei trovato in mezzo alla bufera per colpa tua e non perchè inevitabile. Esperienza? In piccola parte si, ma pagherai parecchio in termini di sensi di colpa, anche quando questi saranno ben mascherati e sotterrati. Non dico di scappare appena vedo il lampo all'orizzonte, ma neanche andare incontro ai Tori come a Pamplona (che poi neanche quelli ci vanno incontro, corrono vicino cercando di non farsi prendere, bella metafora/iniziazione eh?) (la stiamo buttando un pò troppo sullo psicologico, comunque se aiuta un pò a chiarire va bene) |
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Insomma per farla breve l'opera al nero impone di aggiungere sia in termini di esperienza a quello che gia' hai provato sia in termini di contenuti o devi lavorare esclusivamente con quello che sei e che hai ? |
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