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L'unica è reagire e stringere i dentri, fare comunque tutte le cose che devo fare, lavoro, studio ecc... anche se le faccio con più difficoltà o peggio, fare comunque a dispetto di tutto e del pensiero, prenderla come un raffreddore sapendo che passerà...Accettare e fare. |
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A marzo mi mollerà pure la psicoterapeuta..E' incinta quindi va in maternità e inoltre cito testuali parole "in questi due anni abbiamo fatto un bel po' di strada, molto meccanismi sono venuti alla luce... Può anche provare camminare un po' da sola al limite sono sempre qui"
Sembra contenta, non le ho detto che in realtà gran parte dei nodi li ho sbrogliati leggendo Ermopoliicon_mrgr: Un po' mi spiace mi piace parlare con lei, sempre pacata, tranquilla, mi ricorda la mia insegnante di religione delle medie. |
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Però mi sono sempre chiesta se nel corso della mia terapia sarebbe stata salutare spifferarle tutte le mie idee esoteriche sbagliate o giuste che siano ma ho sempre avuto l'impressione che ai suoi occhi avrei peggiorato la situazione. Ho peccato di presunzione? Sì perchè ho la certezza non avrebbe potuto comprendere quello che le dicevo quindi sono rimasta in un terreno comune ad antrambe. Ma la verità è che l'unica cosa che mi tiene in piedi é l'idea di avere uno spirito o un embrione di spirito che sia. |
Invece io che volevo spifferare tutto il mio terapeuta non me lo ha mai permesso.
Una volta volevo parlargli della storia dell'orso di pezza che mi aveva molto colpito parlando dell'amore, ma lui non mi concesse di farlo solo perchè proveniva dall'Oriente... quanto ci rimasi male. Anche lui era pacato, tranquillo tanto che a volte si assopiva pure mentre parlavo parlavo parlavo, sempre lo stesso disco, poi iniziava ad imbrunire e rimanevo in penombra in silenzio finchè si destava e si scusava... mi diceva che la mia miglior virtù era la pazienza; stava male in quel periodo, poi si scoprì non molto tempo dopo che i suoi giorni erano pochi. Ma non lo lasciai per questo, lui mi affidò un compito senza senso apparentemente, mi disse che poi avrei capito, ed infatti la sera che capii fu l'ultima seduta. Sono contenta di averlo potuto ringraziare di tutta la sua disponibilità, mi seguiva in una struttura pubblica, senza pagare, oltre il limite perchè capiva che non ero in grado di lasciare la terapia e lui non seguiva nessuno privatamente. Era leale e onesto, fino alla fine, offrendomi la chiave per concludere la terapia. |
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Sono sempre stata li li... vuoi perché c'erano pochi analisti e tante persone in lista, vuoi perché mi hanno condizionato con i loro discorsi, poi mi dicono che ti rivolta completamente (con relativo scombussolamento psico-emotivo... notti insonni etc...) Credo che in realtà ci ho messo una pietra sopra, il sopito resta sopito... O sono solo una gran codardaicon_mrgr: |
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L'analista puo' fare enormi danni . Come tutti direte voi , no molti piu' danni di chiunque altro . Se si sbagliano i tempi e i modi per far emergere certe cose i danni possono essere irreparabili . Lo dico perche' un analista che aveva in cura il figlio 20 enne di un caro amico mio compagno di scuola ha avuto anche il coraggio di scrivere un biglietto con ''ho sbagliato tutto '' dopo che questo ragazzo ha fatto l'irreparabile . |
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Nel mio caso non saprei, sicuramente è un lavoro che acuisce gli eventuali conflitti presenti, in effetti potrei aggiungermi alla schiera di quelli che dicono che stanno peggio di quando hanno iniziato, apparentemente è così. Però se consideriamo come agisce l'omeopatia, quando il rimedio è giusto si sta peggio e poi può iniziare la guarigione, da questo punto di vista allora forse sto meglio. Mahnonso.gif Come dicevo qualche post sopra forse a volte perdersi negli anfratti psicologici non è la cosa migliore, bisogna solo reagire coi mezzi che si hanno senza chiedersi se sono giusti, 'sani' ecc.. Intanto reagire altrimenti diventa qualcosa di paralizzante, di fermo: consci dei proprio meccanismi 'malati' si innesca un processo di auto-sabotamento e se non si hanno a disposizione nuove modalità, nuovi mezzi sono cavoli amari, il mio caso appunto. Fortunatamente come ho detto c'è qualcosa che nonostante tutto mi tiene 'in bolla', sapere della presenza dello Spirito o di un qualcosa che vada oltre questa bieca materia dove mi trovo immersa e che gli dà uno straccio di senso e di questo non devo ringraziare l'analista ma me stessa. Vorrei solo capire da dove pescare la forza che in me non trovo, se riuscissi a trovare un'ancora in me o fuori sarebbe fatta. |
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Lo sai quello che devi fare: "reagire e stringere i dentri", te lo dici di nascosto e poi invece.... O forse non volevi scrivere dentri.... magari volevi scrivere dendri :@@ Per me ci stanno bene entrambe, l'importante è che oltre che dirtelo di nascosto inizi a muoverti. |
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Comunque dovresti andare a scuola di judo (metaforicamente eh... anche se magari ti aiuterebbe pure) per imparare ad usare il peso dell'ombra invece che tirare alla cieca. Comunque il caso non c'entra nulla con la rabbia che viene e che va Basta, qui non ti dirò altro finchè non capisci quelle due cose di cui sopra boccaccia: abbraccio: |
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A volte in una situazione come la mia, le parole contano molto e di questo ringrazio te ed Ermopoli, da sola quando m'infilo dentro la buco faccio una fatica immane sbrogliarmela. Anche se devo dire, ho notato un cambiamento in quest'ultimo anno... Mentre prima stavo mediamente in una zona d'ombra a volte più a volte meno, ora ne sto per periodi discreti fuori ma quando capita è molto più pesante di quando era una condizione più o meno continua. Continuerò a riflettere sulle cose che mi hai detto, mi muovo facendo ciò che devo fare, impegnandomi anche non so se sia esattamente tutto il senso che vorresti passarmi con questo verbo.fiori.gif |
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Quando mi rado i peli delle gambestrabuzza: (giuro che c'ho pensato ma non mi sovviene nessun'altro esempio concretoicon_mrgr:icon_mrgr: ) dicevo... quando mi rado i peli delle gambe con il mio decennale silkepil (non mi ricordo nemmeno più se si scrive così) appena comincio sento un dolore atroce.. poi il corpo si adatta emette le sue magiche pozioncine e il dolore cala ed io continuo con il cavapeli maledettodiavolo.g: quasi canticchiando:sornione: Se mi fermo qualche secondo, per due parole al volo, quando riparto il dolore è di nuovo fortissimo... e poi si placa di nuovo... Può sembrare un'esempio assurdo ma il corpo si adatta sempre per far sentire meno il dolore... Quando si comincia con l'altalena, il su è FANTASTICO il giù è infernale... Il corpo non arriva ad adattarsi.. Immaginati un metronomo di quelli di una volta (ora sono tutti digitali :( ) che si mettevano sul pianoforte per segnare il tempo... ora batte lento e lo spazio che la lancetta deve fare per passare dall'altro lato è lungo... piano piano diverrà sempre più corto, il tic tac più veloce ed il tuo equilibrio + stabile... abbraccio: |
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Secondo lei magia, intento ecc non sono altro che forme di onnipotenza di cui le persone si invasano, illudendosi di poter in qualche modo avere effetto sulla realtà. Invece io so che la volontà e l'intento quando applicati in modo corretto da chi sa farlo possono davvero plasmare la realtà di un individuo che sa attingere a forze Altre. Ogni forma di magia secondo lei è quindi qualcosa da curare, di malato e qui si alza il muro tra me e lei perché devo fermarmi, non posso esprimere le mie idee senza cadere in un quadro di sindrome da 'onnipotenza'. Non posso parlare di ricerca, di spirito devo sempre rimanere nel solito ambito di traumi infantili e cose da rielaborare, materiale certamente utile ma non sufficiente, cioè non è tutto qui... |
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Però scusa, sul controllo ce n'è da esplorare senza finire nella magia... convinzioni o meno c'è il rischio di usare sta cosa per non affrontare quello che invece è possibile affrontare senza tirare in ballo la magia. PS: ma è freudiana? |
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Sì c'è n'è a bizzeffe da esplorare nella relazione controllo/magia, è un campo lontano dalla mia ricerca ma un giorno se arrivassi ad essere pronta non escluderei un percorso di questo tipo volto non a controllare la realtà ma ad esplorare me stessa,(SE arrivassi ad essere pronta) ma non è questo il punto, non posso nemmeno parlarle di spirito o altro senza essere presa per matta. Però questi argomenti fanno parte della mia struttura e del mio modo di muovermi nel mondo, la stessa struttura che assieme stiamo cercando di sbrogliare... Purtroppo non credo di essere riuscita a spiegare bene i limiti che avverto in questo percorso è come se mi vedesse a metà |
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In ogni caso intendevo che si può esplorare, a livello psicologico, la questione del controllo senza tirare in ballo spirito magia o altro. Sottolineo quel "a livello psicologico"... l di là dei supposti limiti della persona, da un certo punto di vista apprezzo questo approccio. Molti psicologi, apesso sull'onda di Jung o di altri meno diciamo evoluti (ma non mi piace il termine) si mettono a paralre di tutto e di più e fanno pericolosi frullati tra ambito psicologico e altri ambiti più ampi. Sono frullati che nel migliore dei casi non portano a nulla se non a una gran confusione... se uno va da uno psicologo fa una ricerca psicologica e, secondo me, a quello dovrebbe limitarsi. Certo che uno dovrebbe anche poter esprimere le proprie convinzioni religiose (in senso ampio) senza venir preso per matto... molti però avrebbero bisogno di sentirsi dire, a riguardo, che non c'entra col discorso e venir riportati in tema. |
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Ora son passati due anni e credo di aver combinato certamente qualcosa ma ripeto ho l'impressione di aver fatto di più grazie a Ermopoli che nel suo studio. E' come se lì non riuscissi ad andare in profondità come qui. Citazione:
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Due anni sono un buon tempo per un rapporto terapeutico... se quella volta hai scelto di aderire senza discussioni perchè di questo avevi bisogno non è detto che le cose non siano diverse adesso. Magari oggi puoi andare a fare qualche colloquio esplorativo con qualcun altro, magari per scoprire che la tua terapeuta è meglio. Ci si possono anche prendere pause di riflessione. Comunque sia, se hai la sensazione che con lei non vai più di tanto in profondità potreste essere davanti ad un limite del vostro rapporto. Ma potrebbero anche essere tue resistenze. Ti consiglio di parlarle di questa sensazione. |
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Vedremo magari gliene parlo anche se il nostro rapporto è ormai al termine, a marzo la terapia finirà perchè è incinta e poi ha detto che potrei provare a camminare da sola. Dopo il primo anno più o meno per questi motivi volevo prendermi una pausa di riflessione e lei ha detto che stavo scappando dalla terapia quindi sono rimasta. Alla fine mi sono fidata parecchio di lei, ho accettato ciò che diceva come verità anche se a volte si è convinta di cose verso cui in realtà ho qualche riserva ... Ad esempio è convinta che ho grosse difficoltà 'inconsapevoli' a interrompere la nostra relazione (per via della difficoltà ad accettare il distacco...vero ma in altri rapporti non in questo) in realtà non vedo l'ora perchè con quei soldi ho in progetto di pagarmi le lezioni di piano che ho mollato anni fa e in ogni caso mi apre la possibiltà di sentire altre campane cosa che avrei voluto fare da un bel po'. |
Concordo con Ray, ma io mi bloccherei se andando dall'analista definisse baggianate magia e simili...
Fa tutto parte di noi e ritengo che un punto di vista così ristretto da parte di un medico non sia corretto..nonono.gif Sia corretto far capire che non è la strada da percorrere, forse fondamentale ma scorretto tacciarlo :( |
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