Bon, dato che ci siamo, fermo restando l'attesa delle spiegazioni di Uno, io proporrei ulteriori riflessioni sui vari Comandamenti... chissà che in un modo o nell'altro non salti fuori qualcosa di interessante.
Prenderei il più vituperato... che, secondo me, è anche il meno compreso. Non commettere atti impuri. Qualcuno sostiene che la dicitura sia stata nel tempo modoficata... può anche darsi, in ogni caso piglio questa che c'è... se c'è ci sarà un motivo... Il comandamento suggerisce di limitarsi ad "atti puri". Ma cos'è un atto puro? Pur con un certo fastidio devo riconoscere la correttezza degli spunti dell'ermosorcio non so più dove e devo ricordare che puro non significa pulito ma "solo quello". L'acqua è pura quando è solo acqua, non ci sono appunto impurità. Per trasposizione direi che un atto puro è compiere SOLO quell'atto. Ovvero compierlo con tutto me stesso. Se mangio, mangio con tutto me stesso... se prego, prego con tutto me stesso... se faccio sesso, faccio sesso con tutto me stesso... altrimenti è un vero peccato. Ma cosa vuol dire fare qualcosa con tutti se stessi? Vuol dire che tutte le parti di noi collaborano nel compiere quell'atto. Ovvero se faccio sesso tutte le parti di me fanno sesso. Invece di una situazione per la quale, ad esempio, una parte di me fa sesso, una seconda odia la persona con cui fa sesso, una terza si sente in colpa, una quarta non ha voglia ecc.ecc. Significa che per riuscire a compiere un atto puro devo avere unificato tutte le parti di me o, perlomeno, tenerle tutte unificate almeno nell'atto che compio. Altrimenti si è nel peccato... e infatti, dato che la moltitudine interiore a briglia sciolta è la condizone comune dell'uomo... si nasce nel peccato. Bon, ho buttato due spunti, lascio la parola a voi... in ogni caso, come si vede, basta cambiare un attimo ottica e tralasciare le solite inculcate interpretazioni per "trovare" cose che possono risultare interessanti... qui è bastato spostare l'attenzione dal "cosa" (i vari atti) al "come" (modo di agire)... |
interpretazioni
mi piace sta roba....anche perchè effettivamente si "legge" abitualmente...sto comandamento con l' imbeccata dei pret e cio che essi rappresentano... quindi impuro come sporco...(impuro come Solo.... sto imparando un sacco da quel topo di biblioteca)... e nell' impuro (sporco) per secoli è stato associato questo comandamento... impuro il sesso soprattutto..(almeno dalla lettura "superficiale" della gente.... anche mia ammetto) e con il sostegno clericale.... ma non solo in questo...impuro nel pensiero .... impuro nell' intenzione....ecc ecc... ma con questa nuova ottica.....l' impuro prende un altro significato....mmm interessante! grazie Rayfiori.gif |
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Beato te....:C: PS ed O.T...sei sicuro di scegliere? Ari-Beato te:C: |
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Da qualche parte ho sostenuto che i Comandamenti reappresentano una Via. Ovvero, da un punto di vista esoterico, più che precetti da mettere immantinente in atto, sono obiettivi da raggiungere. I passi per la Realizzazione. Da questo punto di vista l'ordine in cui sono presentati risulta decisamente importante. Infatti si potrebbero vedere come i gradini di una scala... i passi da compiersi uno dopo l'altro. Ne conseguono due questioni direttamente: prima questione i vari gradini sono via via più difficili, ovvero il primo obiettivo è più semplice da raggiungere del secondo e così via, seconda questione si deve aver raggiunto un obiettivo per potere passare al successivo. Se ammettiamo questo capiamo come sia assurdo dire, per esempio, che si è infranti solo il sesto e il nono... si dovrebbe cambiare diametralmente modo di vedere la cosa... non direttive che capita di infrangere ma "poteri" da realizzare... trasformazioni interiori che ci rendono capaci di vivere nel modo indicato da ognun precetto. Quindi dopo che avrò realizzato in me il primo passerò al secondo e così via... se cerco di realizzarli tutti contemporaneamente non posso che fallire. Tuttavia essi sono dati tutti insieme. Si potrebbe pensare che, come in molte discipline, sia utile lavorare un po' su tutti, invece di dedicarsi ad uno alla volta. Anche questo è vero... ma lavorare un po' su tutti gli aspetti della questione non toglie che per realizzare una parte del lavoro non debba prima aver realizzato la precedente. Quindi, in linea di massima e come per tutte le vie, si dovrebbe lavorare su tutto in base alle possibilità, ma focalizzando l'attenzione sull'obiettivo da realizzare, rendendosi conto che il lavoro sugli altri non può essere altro che propedeutico. Bon, m'è scappato un altro post lungo... mi interrompo. Quel che cmq volevo introdurre è una riflessione sui singoli comandamenti dato il loro ordine... |
Se consideriamo quindi la sequenza dei comandamenti come una scala dobbiamo dire che man mano si sale, le realizzazioni delle capacità di osservare i precetti diventano più difficili.
Possiamo capire meglio sta cosa se osserviamo più da vicino proprio gli ultimi due. In base a questo ragionamento essi dovrebbero essere i più ardui da rispettare. E infatti, se si guarda bene, essi richiedono un controllo del desiderio che l'uomo comune si sogna. Qui non si tratta, attenzione, di non zomparsi la donna altrui o di non beccargli la roba... queste due azioni sono già comrpese nel settimo... si tratta proprio di non desiderare. Rivediamo un attimo come funziona il desiderio (ci sono svariati treads che sviscerano l'argomento). L'uomo comune percepisce qualcosa fuori di se (la donna/roba). Questa percezione, interiorizzata, funge da stimolo ad un "serbatoio" di desiderio latente che, presentatasi una direzione, si manifesta. A questo punto l'uomo sente di volere quello che identifica (illusoriamente) come origine dello stimolo. (In realtà non Vuole nulla ma è voluto. Inoltre lo stimolo è cmq interno e non esterno ma bon, non è questo il punto. Quello che ho descritto è quello che a lui sembra). Ora, si è portati a pensare che, dato che l'uomo comune non ha nessun potere sul meccanismo che ho descritto ma ne ha invece sul comportamento, non sia "nel peccato" se, per esempio, gli si presenta un desiderio e lui non vi cede. Anzi, un uomo di tal fatta verrebbe lodato (giustamente dico io). Questo perchè il meccanismo di nascita del desiderio, che non è nascita ma manifestazione di un potenziale data una direzione che attrae, fa da centro di gravità, egli in realtà lo subisce in toto... avendo potere decisionale solo sul seguente comportamento... ruba/non ruba o zompa/non zompa. Invece a stare a sentire gli ultimi due precetti, il solo desiderare risulta peccato. Messa così sembra proprio impossibile da rispettare... e infatti su questo l'istituzione ci ha molto marciato, riuscendo a fare un tutt'uno di uomo e peccato e contribuendo in misura enorme al graduale ma costante addormentamento generale. L'addormentamento avviene per allontanamento da se. Se non devo desiderare e non controllo minimamente il meccanismo con cui desidero, allora l'unica scappatoia è cercare di non desiderare proprio. Addormento, spengo il desiderio. E se per sfiga ci riesco... spengo tutto. piango.gif Forse non era proprio questa l'intenzione originale... |
L'intenzione originale era invece descrivere l'ultima tappa di un percorso iniziatico... tappa che prevede la Realizzazione.
In contatto col Divino vi si collabora... la sua Volontà è quella dell'Iniziato. Egli dunque controlla il desiderio, decide come ha da manifestarsi e ne usa l'energia. Invece di percezione-desiderio-pensiero-volontà si ha Volontà-Pensiero-Desiderio-Azione Tappa non raggiungibile, a quanto pare, senza la realizzazione delle precedenti... |
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Bellissima questa visone d'insieme Ray, grazie, ne faccio tesoro. fiori.gif |
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Nel secondo caso invece utilizzo la volontà, la forza del pensiero, ne sento il desiderio e poi agisco. Non ho ben capito sto passaggioscusa.gif Comunque stavo riflettendo che i comandamenti si trovano anche negli yama, li riassume quasi tutti, eccetto i primi 3.
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Nella seconda avviene viceversa... la volontà stabilisce cosa penso e quindi cosa desidero e quindi come agisco. Posso scegliere cosa desiderare e cosa no... che poi è ciò che è prescritto dagli ultimi due comandamenti, mentre altri sembrano dire di non fare alcune cose che comunque si desiderano. Come dire che se desidero ciullarti la moto e non lo faccio rispetto il "non rubare" ma non il "non desiderare la roba degli altri". Il controllo delle azioni, per difficile che sia, non lo è neanche lontanamente quanto il controllo del desiderio. |
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Sembra che la chiave di tutto è la Volontà. Quando rispettavo i dieci comandamenti alla lettera (da cattolico per intenderci) ho potuto notare un aumento della volontà, sicuramente ti portano a questo.
C'è da discernere quel Padre nostro sia fatta la tua volontà, che potrebbe stare a significare anche il fatto che avendo la volontà del padre, riusciamo a fare tutte le altre cose Edera. Edera io non partirei dal controllo delle azioni, ma dallo sviluppo proprio della volontà, che tra l'altro nella nostra cultura nemmeno è radicata, perchè dovrebbe essere una fase che si sviluppa nell'adolescenza. In alcune culture ti insegnano quali obbiettivi porti e come raggiungerli per esempio, e questo aiuta a sviluppare la volontà. Non è difficile rispettare i dieci comandamenti, è difficile la costanza, e sopratutto la tentazione che potresti essere perfetto o che se sbagli non ricevi perdono. In ogni caso i comandamenti hanno un origine più antica di quella cristiana. |
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Questo perdono, questa carità divina, la misericordia che ci salva e risana (risana, mi piace tantissimo la scelta del verbo) ha un poltere sconfinato. Ogni volta che nella mia presunzione mi ritengo troppo peccatrice per meritare qualcosa cerco di fare un gesto di umiltà e permettere a me stessa di riceverlo quell'amore invece di ostinarmi a rimandarlo al mittente. Atto che mi riesce scarsissime volte, al di là della confessione, nella vita di tutti i giorni e soprattutto nella relazione con me stessa. Mi piacerebbe riprendere i comandamenti uno per uno, ero certa che ci fosse un topic in cui Uno mi sembra li aveva visti singolarmente ma non riesco a trrovarlo...dry.gif |
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