Citazione:
D'altra parte il sostituire parole (che poi sono concetti) con altre più piacevoli ma meno centrate non è un passo verso la verità ma nella direzione opposta, quindi certamente non mi avvicino all'autoconoscenza. E' una sostituzione che avviene per preferenza personale, quindi alla fin fine va ad accontentare un'istanza della mente (che mente) che vuole trarre continuamente godimento indebito dal corpo... e può dormire. L'esempio del respirare è estremo ma chiarificatore. Io devo respirare... posso anche raccontarmi che invece posso e che morire di asfissia autoindotta è una mia possibile libera scelta, ma se non è dormire questo... Il pensiero "devo respirare" o "devo lavorare" è la conseguenza di una percezione del reale, una diciamo "logica" conclusione della mia percezione, in prima istanza, del mondo e di me stesso. E' quindi un pensare conseguente al corporeo, che poi è quello che noi chiamiamo pensiero e che siamo in grado, a vari livelli di utilizzare. Diverso è l'utilizzo di quel "pensare" che non è un pensare a cui accennava Uno e che è, diciamo, il ritrovamento, la ri-unificazione di una corrente spirituale che nel piano corporeo si scinde in tre, si ripartisce in circa quel che chiamiamo pensare, sentire e percepire (testa, cuore, corpo)... è quindi una corrente sovrarazionale che va raggiunta tramite autoconoscenza (e non solo) ovvero partendo dal "devo respirare e lavorare" e non dal negarlo che non fa niente altro che alimentare questa divisione. Non so quanto io sia capace di far capire ciò che intendo in questo ultimo pezzo, in ogni caso si tratta di favole o di aria fritta finchè non se ne ha un seppur minimo sentore... Meglio a mio avviso partire dall'ammissione che devo respirare e lavorare, ammissione che, almeno in questo singolo campo, toglie la superbia e mi pone nella condizione mettermi a fare dato che devo (l'inizio di una decisionalità) che sia con gioia o meno. Gioia che a questo punto diviene un aspetto secondario della questione. Se c'è bene, se non c'è che faccio? non respiro? |
Condivido
Grazie Ray... caspita... si... quello che scrivi e' quello che condivido in pieno... partire dall'ammissione che devo respirare e lavorare, che sia con gioia o meno e non dal negarlo.
|
Però la gioia la cercherei.... gioia intesa anche come giocosità e soprattutto come cosa preziosa. In effetti la preziosità di una cosa è determinata da alcune variabili tra cui le più importanti sono il gusto e la necessità umana. Se amo una cosa, questa per me (e per chi l'ama) è preziosa, diversamente dal costo che è determinato da domanda/offerta. Necessità invece perchè uno che fa la fame per quando ami Picasso, avrà nel sua scala di preziosità prima una bella pagnotta.
Quindi finchè una cosa per me non è preziosa sarà sempre un peso... riprendiamo il lavoro... a livello razionale (l'unico spiegabile forse abbastanza semplicemente) se mi fermo a pensare un secondo che potrei non averlo, che c'è gente che non lo ha, gente che corre, corre per trovarlo... almeno a livello razionale mi diventa prezioso, che è diverso dall'attaccarcisi, quella è bramosia... idem il denaro... mi può essere prezioso perchè lo posso usare per fare cose che mi piacciono o interessano... se lo accumulo o mi ci attacco solo per averlo finisce la preziosità. Insomma si potrebbe dire con altre parole che la giosità e quindi la preziosità sono il nostro tendere verso qualcosa con tutto il nostro essere... non dimenticandoci però chi siamo, quando questo accade diventa cupidigia, l'oggetto della nostra bramosia ci infilza e ci possiede. Negli esempi sopra mi sono limitato a soggettive situazioni, ma esiste anche una preziosità oggettiva, per esempio la vita che è preziosa anche per chi crede di non amarla. |
Citazione:
Io non devo ricordarmi ogni momento di dover respirare, o di dover digerire.... Sono cose che avvengono anche quando dormiamo.... se no dovremmo essere sempre svegli.... il corpo sa che per sopravvivere deve fare queste cose... e le fa senza che io mi forzo a farle... Al contrario, qualche volta che ho provato a trattenere il respiro per cronometrare quanto tempo posso stare senza respirare, ho dovuto sforzarmi di non respirare, cioè andare contro a quanto il mio corpo fa spontanamente .... Invece il "devo lavorare" è una cosa che mi piaccia o no devo fare per sopravvivere... a prescindere che ne abbia voglia o no... Lavorare è uno sforzo cosciente per ottenere qualcosa che altrimenti non avrei. Se poi amo il mio lavoro questo sforzo oltre che passare dal cervello passa anche dal cuore, il "devo lavorare" rimane ma in questo modo unisco l'utile al dilettevole... non mi sforzo più che tanto perchè anche se non fosse strettamente necessario lo farei lo stesso.... |
Citazione:
Hai scritto bene "senza che io mi sforzo" Eppur se analizzi bene la dinamica della respirazione, abbiamo bisogno di muscoli che dilatano torace e polmoni per far entrare aria... che forzano la pressione esterna che tenderebbe a farci stare con i polmoni vuoti. Mi fermo... ma questa cosa si può sviluppare per bene |
Citazione:
Voglio dire, fino a che una persona non arriva all'autoconoscenza, deve per forza di cose "appigliarsi" a qualcosa: ad un lavoro, ad una passione, anche ad una/o compagna/o, altrimenti rimane fermo e non si muove. Ma appunto la domanda è: "come so che non sto cadendo nella cupidigia??" |
Eh no.... se ti riempi la casa di quadri di Picasso mica è detto che li ami... mentre magari puoi amarlo andando in un museo... pagando un biglietto, facendo la fila, perdendo 10 minuti davanti all'opera per cercare di comprenderla.
Ecco la comprensione può essere un'altra chiave con la compassione.... se ami una persona la comprendi... e non solo nel senso di capirla... senti ciò che sente etc etc... ma rimani te stesso, idem un'oggetto lo senti... in un modo globale ma non ti perderai in esso, il possesso materiale fine a se stesso è la perdita di te, "trasferisci" il tuo essere in quella cosa, invece un'altra sorte di possesso, che non è materiale, dello stesso oggetto, ti consente di comprenderlo. So che forse non è chiaro... ma in qualche modo ci torneremo |
Citazione:
Quando la nostra coscienza sarà sveglia come il corpo, quando l'io funzionerà bene tanto quanto l'istinto, allora si che saremo svegli. E' proprio dal corpo, a mio avviso, che abbiamo un sacco di cose da imparare... |
Citazione:
Riprendo questo e poi leggo il resto delle risposte con calma.. Ho postato erroneamnete, la tecnica è definita autoterapia razionale emotiva RET per la precisione. Quel mio errore ha creato delle inutili incomprensioni, la fretta, cattiva consigliera. La tecnica è basata sul concetto: pensare in modo psicologiacamente efficace. Il libro è di Albert Ellis (nato a Pittsburg, negli Stati Uniti, il 13 Settembre 1913 è definito uno dei più autorevoli e più influenti psicoterapeuti del nostro secolo. Verso la metà degli anni Cinquanta fondò la Terapia Razionale-Emotiva e gettò le basi della prospettiva cognitivo comportamentale) questa tecnica è diretta a chi vive tensioni emotive, disagi psicologici o stress lavorativo. Punto. Non è questo il luogo per dilungarsi oltre... :) Citazione:
Citazione:
Se ho capito bene il pensiero è energia? L'energia è dunque materia e di conseguenza il pensiero può diventare materia? Ma dai? :o fiori.gif Citazione:
Citazione:
Ho preso come esempio questa tecnica perché la ritenevo collegata al tema in quanto le doverizzazioni hanno un forte ascendente sullo sforzo inteso come "forzatura-dovere". E' ovvio che devo alzarmi la mattina altrimenti le piaghe da decubito mi ucciderebbero.... idem: devi respirare, devi mangiare, devi muoverti Spero di essere riuscita a spiegarmi sul concetto che volevo esprimere, che il mio precedente post ora risulti più chiaro. :) :) :) scusa.gif |
Citazione:
Come dice un altro proverbio, che non sono sicura se centra ma mi viene in mente adesso, prima il dovere e poi il piacere... |
Citazione:
Altra bella trappolina è quel togliere il verbo dovere che mi dà tanta noia...leggendo tutti gli interventi credo di poter dire che arrivare a dire voglio fare questo o quello invece di di dover fare è un traguardo, non da poco,ma che non è facilmente raggiungibile. Anche se la giocosità citata da Uno mi ha risollevata parecchio perchè si avvicina a quello che cercavo di fare togliendomi il dovere di dosso, alleggerire i doveri cercando di convincermi che come una medicina amara sono necessari. Per restare in tema di lavoro, "devo lavorare" mi generava ansia, ho dovuto (ahahah ma guarda come mi autobeccoincastagna, ebbrava Daf) pensare che volevo lavorare anche se non mi piaceva l'idea (elloso martello.:) perchè il poter lavorare mi permette di fare tante altre cose.... In altra discussione abbiamo visto lo sforzo come una ricerca di energia dall'ambiente esterno invece che interno, e allo stesso tempo mi viene in mente l'ansia che considero una produzione del corpo di un surplus energetico per sopperire a un problema in corso...ho la sensazione che le cose siano legate in qualche modo. Fare sforzi coscienti ci permette di aumentare la tensione interna e di conseguenza la pressione e la portata dei canali energetici. L'ansia nasce da una mancanza di energia necessaria ad affrontare un ostacolo, da come l'ho capita di fronte al pericolo il corpo (penso) s-forza andando a recuperare energia altrove, quindi energia grezza, energia che scalda molto di più di quella a cui siamo abituati e che, in genere, per paura (e non abitudine) cerchiamo di bloccare...infatti la risultante all'insorgere dell'ansia è il blocco del sistema.... Possiamo dire quindi che metterci in situazioni di costanti sforzi coscienti (cioè cercati) ci serve per aumentare la tensione e quindi ad utilizzare l'ansia invece di caderne si piedi? leggo.gif |
Citazione:
Riprendo questo post ma tutta la discussione è molto interessante e credo in linea con le domande di Tina. Non sò ancora dove ho pescato quel concetto che ho scritto ieri ma mi ricordo un esempio fatto sui muscoli del braccio mi pare, che normalmente forzano ma quando devono fare un lavoro diciamo extra sforzano recuperando energia dal resto del corpo...lo troverò...spero :@@ Intanto penso sarebbe bello proseguire il discorso con Tina mettendo insieme le varie informazioni. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 15.16.02. |
Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271