Citazione:
A noi possono non sembrare vivi, ma tutto ciò che è permeato dallo Spritus Mundi lo è, e tutto ne è permeato. Chiaro che il comune concetto di vita in questo caso va di molto allargato. |
Citazione:
Come prima cosa non ho detto che il lavoro col proprio sudore sia parte dell'opera, lo citavo come esempio. Non sto dicendo neanche che non c'entra nulla, tornerei sulla questione in seguito. E' tuttavia evidente, a mio avviso, che non può essere considerata la materia prima della pietra, per i motivi già esposti. Per il resto... l'alchimista non diventa oro, sarebbe una statua. Oro può diventare, per mezzo della pietra, un metallo vile. Non abbiamo stabilito se una volta prodotta la Pietra l'operatore ne debba assumere, comunque questo è un buono spunto. La Pietra serve a mutare i metalli in oro, e più genericamente, come dici, ad accelerare il processo evolutivo di ciò a cui viene in contatto. Sarebbe analogico presumere quindi che il Filosofo che ha ottenuto la Pietra abbia anch'egli caratteristiche simili, ossia che abbia la capacità di accelerare l'evoluzione altrui. In ogni caso, se il lavoro, anzi i lavori vanno di pari passo, allora l'ottenimento della Pietra dovrebbe corrispondere al raggiungimento dello stesso stato. Potrebbe darsi tuttavia che la trasmutazione finale, chiamata anche "redenzione della materia" necessiti di qualche applicazione. In effetti non lo so e non ho attualmente elementi per prendere una o l'altra posizione neanche ipotetica. Sui testi Enoch non so che dirti... ci sono libri che dicono qualsiasi cosa. Ti chiederei di citarmi gli autori che sostengono questo e se lo sostengono chiaramente o se sia una tua interpretazione. Certo che i Maestri riconosciuti (posso citarne qualcuno) che ho letto io, non certamente tutti neanche lontanamente, non dicono nulla del genere. |
Citazione:
però ho intenzione di fare una cosa. mi metto all'opera, faccio le mie ricerche e cercherò di capirci qualcosa in più. una volta fatto questo, tornerò nel 3d. ok? p.s. per ora non so ma c'è qualcosa che non mi quadra in quanto dici (ma anche in quanto dice Enoch). Più una sensazione che altro sia chiaro ma cercherò di fare chiarezza |
I testi ci sono , informati e sopratutto sperimenta.
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Citazione:
Sullo sperimentare... non penso proprio, almeno adesso, che farò esperimenti tipo assumere sali estratti dalla mia urina, non è nelle mie corde e non credo abbia senso per me, poi in futuro chissà. Però il fatto che non sperimento quello non significa che non sperimento nulla, anzi quello che dico non è solo frutto delle mie elucubrazioni e letture, ma si basa anche e soprattutto su sperimentazioni e osservazioni dirette. Chiaro che ci sono anche letture, ragionamenti e dubbi che ne derivano e che esprimo. |
Citazione:
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Citazione:
dipende cosa intendi per sperimentare. |
Vorrei porre una domanda che da un po' mi ronza per la testa: l'oro che si trova sulla terra è lo stesso che c'era alle origini ?
Nel libro della Genesi dove si parla del giardino di Eden c'è questa descrizione: "Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è l'oro e l'oro di quella terra è fine; qui c'è anche la resina odorosa e la pietra d'ònice." Ora penso che essendo la creazione in un certo senso decaduta insieme all'umanità, per quanto si cerchi non si riuscirà mai a trasformare qualsiasi cosa in oro.... Il lavoro su di sè è diverso perchè, almeno dal mio punto di vista, essendo connessi alla pietra filosofale che identifico con Gesù Cristo attraverso la comunione, abbiamo in noi quello che può dare il via alla trasmutazione.... ma per quanto riguarda la materia penso che, come dice San Paolo nella lettera ai Romani: "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo." Vorrei sapere che ne pensate. fiori.gif |
Citazione:
Comunque ti esorto a continuare nell'esporre la tua teoria e sopratutto facci capire che cosa è per te la materia prima, può darsi che più avanti le nostre vedute si incontreranno. Perdonami ma ancora non riesco a comprendere le tue argomentazioni. |
Citazione:
E' provato ad esempio che oggi esistono filoni metalliferi dove mille anni prima non c'era niente, o c'era altro... Oppure un altro esempio è la capacità dei sali d'argento di reagire alla luce, qualità questa che è stata utilizzata fin dall'inizio nella fotografia, oppure ancora è stato sperimentato che a forza di sottoporre un dato metallo a delle trazioni, questo andava a rinforzarsi proprio nel punto di rottura, aumentando in quel punto la sua struttura cristallina, più o meno come a noi le piastrine accorrono dove ci siamo feriti... A tal proposito però c'è da dire che, se sono vivi come noi, possono anche morire... Quindi c'è pietra e pietra, c'è metallo e metallo.... e a differenza del regno vegetale e animale non è così facile riconoscere, almeno esteriormente, uno vivo da un cadavere... |
Citazione:
-------------- Mi pareva di averlo già scritto, forse non in questi termini, il lavoro con i fornelli (come tutti i lavori, ma questo è ben codificato in un certo modo) risuona con con i processi chimici (e non solo) del corpo dell'Alchimista allo stesso modo che i processi chimici di questo risuonano con il ciò che l'Alchimista produce ai fornelli. Quindi, per esempio, la pietra potrebbe essere buona per curare una terza persona, cosa che un Alchimista che ha compiuto l'Opera direttamente può fare anche senza pietra (la pietra può servire per l'indirettamente) ma non per sviluppare l'Alchimista. |
grazie Uno.
parte di quello che non mi quadrava lo hai sviscerato tu |
da quello che scrive Uno mi verrebbe anche da pensare che possa esistere una persona che di per se è pietra filosofale ma che non avendo conoscenze di altro tipo non potrebbe riprodurre la pietra "fisicamente"
è corretto o no? |
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Alchimia. La chiave dell'immortalità (Zecchini Valerio) credo che fosse la vecchia edizione, reperita nella biblioteca comunale di Abbiategrasso. |
Questo libro l'avevo "scansionato" parecchi anni fa.
Riporto un'estratto del cap.11 "Interpretazioni improprie dell'alchimia" sperando che l'autore non mi "castri" per la questione del (c): Un diverso tipo di critica va riservato invece a tutte quelle interpretazioni spiritualiste o `tradizionaliste' che sono state avanzate in proposito: René Guenon e Julius Evola tra tutti. Spezzeremo quindi una lancia in favore di quest'altra categoria di erudite interpretazioni che, pur non inquadrando correttamente la vera natura delle operazioni alchemiche così come si sono tramandate in Occidente, colgono tuttavia assai più da vicino il senso di una realizzazione spirituale intesa come reintegrazione nella divina beatitudine delle origini. Le distanze non sono incolmabili, ma permangono notevoli differenze. Evola stesso, ad esempio, sulla scorta (li tradizioni e testi ermetici orientali - indiani e cinesi principalmente - ritiene possibili interventi trasmutatori su sostanze fisiche ma solo quale conseguenza del raggiungimento della perfezione interiore nella quale consisterebbe essenzialmente la pietra filosofale. In questo modo si travisa la natura del vero processo alchemico nei termini propri in cui da millenni - dai faraoni a Fulcanelli - è venuto a formularsi nel Vicino Oriente e nel continente europeo. A1 contrario di quanto sembra accadere per le consorelle orientali, la Tradizione alchemica occidentale vede invece l'evoluzione spirituale dell'operatore dipendere essenzialmente dal corretto procedere delle manipolazioni in laboratorio. In entrambe i casi esiste uno stretto parallelismo tra operazioni sulla materia al crogiolo e il livello spirituale dell'artista, ma in Occidente la dinamica che sta alla base di questo rapporto va in senso esattamente contrario a quello previsto da Evola. Riguardo all'influsso spirituale diretto che il compost in fusione ha sull'alchimista sin dalle prime operazioni, E. Canseliet, nell'introduzione a Le Dimore Filosofali, cita un passo rivelatore dalle Conversazioni sulle Scienze Segrete del Conte de Gabalis: Si forma in questo globo una polvere solare, che... essendo preparata secondo l'arte, diventa, in poco tempo, superlativamente adatta ad esaltare il fuoco che è in noi; ed a farci diventare, per modo di dire, di natura ignea. Questo e altri passi dimostrano che dalla manipolazione fisico-chimica di particolari sostanze minerali sottoposte alla doppia azione del fuoco del forno e del fuoco segreto scaturisce un irraggiamento ondulatorio che agisce sull'artista stesso purificandolo e illuminandolo sulle operazioni da compiere. Dalla corretta elaborazione al forno si produrrà poi gradualmente il compimento della pietra filosofale e solo dall'assunzione di questa la conseguente realizzazione fi*nale dell'artista. Applicare gli stessi contenuti dello yoga, del tantrismo c del taoismo, ai testi della nostra tradizione ermetica ha condotto Evola fuori strada, e con lui coloro che come noi hanno voluto seguirne le tracce... A. Savoret afferma senza reticenze che: I'alchimista non r un mago. Il fuoco che egli usa per la sua opera non è, malgrado l'opinione di certi moderni, il suo proprio 'astrale' È tuttavia un fuoco `astrale' se lo si intende da un certo punto di vista (nel senso di siderale, che viene dai lumi*nari, n.d.a.).(19) Vogliamo portare un esempio pratico di questa travisante interpretazione in riferimento alle due possibili vie dell'Alchimia: la secca e la umida. |
Non c'è nulla di diverso da quello che avevo scritto, a parte il fatto che l'avevo scritto con 3/4 righe.
Chiariamo una cosa anche se continuo l'O.T. (Ray potrà riprendere il discorso). Per fare l'alchimista non è necessario (per esempio) seguire pratiche spirituali ma se ti dedichi anima e corpo all'Alchimia attraverso questa via perseguirai gli stessi risultati e modificherai la tua struttura psico-fisica-energetica ugualmente. Se pratichi alchimia (minuscola) come passatempo sarà come quelle vecchie signore che vanno a messa tutti i giorni per vedere come è vestita la gente. Ci sono risultati che potrai ottenere a livelli tuoi evolutivi non eccelsi e risultati che necessitano di tanto lavoro e di conseguenza un tuo sviluppo spirituale. Non si scampa le due cose sono collegate. Non per nulla non si può mettere su una fabbrica per produrre la pietra filosofale. Inoltre l'apparente contraddizione tra oriente de occidente è dovuta in parte a traduzioni fatte da persone che non conoscono la materia, in parte da un approccio diverso per via del luogo dove queste Alchimie venivano (vengono) praticate. In realtà non ci sono differenze. |
Beh, ma non è diverso neanche da quello che dicevo io, soprattutto la parte sottolineata... tranne il riferimento ad Evola che al fine di questo discorso interessa poco.
Ok, nel testo citato c'è una diretta affermazione sulla necessità di assumere la pietra, cosa che non avevo negato e sulla quale, per come è scritta, resto dubbioso. Il discorso comunque è sempre quello... i due lavori vanno di pari passo. Io ho parlato di contemporaneità dei processi, il che è inevitabile dato che sono lo stesso processo. Quel che può cambiare è la coscienza degli stessi. Chiaro che se uno è completamente concentrato sul lavoro ai fornelli avrà la percezione costante che questo sia causa dei cambiamenti interiori, viceversa chi parte dal lavoro interiore e usa quello ai fornelli come specchio, anche se viene da chiedere perchè scegliere questo metodo in questro caso... ma possono esserci dei motivi, magari buoni. La realtà è che è tutto contemporaneo, dato che lo ripeto, il processo è uno... anche se si compie su due corpi. Ma è uno e ha come effetto la produzione della Pietra Filosofale e la Realizzazione dell'Artista. Quindi come si forma la Pietra si forma anche l'Artista, assunzione o meno. Sarà stato anche OT ma io lo trovo utilissimo, e forse è un argomento che va ancora vagliato. Utilissimo perchè maggiore è la comprensione della questione maggiore sarà la possibilità di cogliere la questyione della materia prima e le riflessioni che volevo addurre e discutere con voi. Anticipo, come avevo già accennato, che se esiste questa continua corrispondenza biunivoca tra l'artista e il compost allora questa corrispondenza deve sussistere da subito, fin quindi dalla materia prima. Anzi delle due materie prime, una delle quali è già data, visto che si tratta dell'artista così come lui è quando inizia. Scelta male la materia prima potrebbe darsi che l'opera non parta proprio o che prima di partire debba assestarsi la corrispondenza. Questione sulla quale, a leggere certi testi in questa chiave, forse molti artisti hanno impiegato/perso parecchio tempo. |
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"La chiave dell'immortalità"? Non ho commentato... ma....nonono.gif |
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Ho chiesto a Enoch dove ha letto quella cosa, lui ha risposto, io mi limito a dire quel che penso su quella cosa e non su dove l'ha letta. Forse però il tema andrebbe affrontato. Se non altro distinguere i testi alchemici da quelli che parlano di alchimia. Ossia se si tratti di saggi, più o meno "saggi" sull'alchimia o se si tratti del testo di qualche alchimista. Non credo di poter trovare nulla del genere su un testo alchemico... certo i vari Fulcanelli e Basilio Valentino nulla del genere hanno mai detto. Mentre chi parla di alchimia ha detto di tutto di più e tra questi ci metto anche Evola, che pure ha scritto un libro che ritengo molto utile (ma non per questo oro colato ed esatto in ogni sua parte). E' anche vero che un libro con quel titolo non l'avrei mai letto e dunque ben venga chi l'ha letto e mi riporta il contenuto inserendolo nel suo modo di vedere le cose. |
Bon, in un modo o nell'altro le necessarie premesse ad affronatre il discorso che mi promettevo sono state espletate. Alla fin fine, ciò che mi premeva e forse l'unico concetto ceh era assolutamente necessario tener presente per affrontare la questione della materia prima è la corrispondenza del lavoro ai fornelli e quello su se.
Il succo e che se questa corrispondenza esiste non possiamo non tenerne conto nella soluzione di qualsiasi problema alchemico, meteria prima in primis. Aggiungo che questo tenerne conto in realtà può dare delle chiavi che altrimenti mancherebbero. Se è vero, e bon, lo è, che nel lavoro su se la materia prima siamo noi nel modo in cui siamo quando iniziamo, questo deve avere una corrispondenza nella materia prima che useremo o useremmo per i fornelli. Detto questo possiamo fare alcune considerazioni e vedere dove ci portano e quante strade aprono. Gli uomini sono diversi tra loro pure se simili, ma così come una cosa, un metodo o addirittura una Via possono andare bene per me ma non per te, questo deve avere una corrispondenza nella materia prima. Inoltre l'uomo che avanza nel percorso si trasforma, pur restando simile a se stesso egli manifesterà in realtà grandi diversità dal punto di partenza, man mano che avanza. L'uomo presenta un ampio spettro evolutivo: chi è scarsamente evoluto è assai vicino agli animali, chi è molto evoluto è assai vicino agli dei, pur restando manifestato nella materia. Anche questo deve avere una corrispondenza nella materia prima. Quindi, per farla breve, o esistono più materie prime, o esiste una materia che si manifesta in questo piano in varie forme, più o meno evolute. O entrambi le cose. Queste considerazioni iniziali, almeno fin dove le ho seguite finora, portano vari sviluppi possibili. Mi fermo però un attimo per dar modo di replicare... se dovesse esserci una magagna nel ragionamento il seguito potrebbe risultare del tutto inutile. Inoltre sono curioso di vedere se qualcuno trae da queste premesse considerazioni diverse da quelle che ho tratto io. |
L'unica cosa che mi permetto di replicare è che la pietra potrebbe venir fuori per accidente.
Ritengo possibile che una persona non ancora "arrivata" possa casualmente e dopo innumerevoli tentativi alla pietra, un pò come gli scienziati sono arrivati a scoprire nuove cose. Ammettiamo anche che il processo non possa essere replicato, da quella stessa persona, ma se quella stessa persona la assume oralmente si avvicinerà o no alla realizzazione? In questo caso particolare penso che un merito ci sia: ovvero la perseveranza. |
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Se e' cosi' avremo materie prime diverse a seconda dell'individuo . Secondo un altro modo di dire la stessa cosa tutto e' spirito dal sasso all'uomo ma con caratteristiche diverse , l'uomo diceva Rol e' spirito intelligente . |
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Ci sta dopo innumerevoli tentativi, ma non per caso. |
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Perchè questo? Perchè nella trasmutazione metallica viene orientata appunto nel regno metallico, ossia mettendola a fermentare con un piccolo quantitativo d'oro, solo allora è in grado di trasmutare i metalli in oro. Nel regno animale ciò è impossibile, a meno di non metterla a fermentare con un Uomo Realizzato. Ma anche questo è impossibile perchè Il Realizzato è già esso stesso Pietra Filosofale, l'unica in grado di lavorare in questo senso con altri uomini aiutandoli ad evolvere, e cioè i vari Maestri del passato e del presente. |
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E su questo punto, considerando quanto dice Kael sui metalli, va proposto un uovo pezzo di ragionamento, che allarga il discorso alla natura delle cose. Dal punto di vista alchemico, i vari metalli che noi conosciamo con nomi diversi, sono in realtà la stessa cosa a livello dei Principi. Cosa che, attraverso i diversi metalli, manifesta i diversi gradi evolutivi che percorre. L'oro sarebbe la forma più evoluta possibile del principio "metallo" su questo piano. Questo deve valere per tutto... e in effetti l'alchimia parla di principi, sale , mercurio e zolfo ad esempio. Per il sale, che secondo una certa chiave rappresenta la situazione in cui siamo al momento coagulati, sono riportati vari gradi, solitamente sette, che hanno diversi nomi e che, a livello delle forme sostanziate, sono sette diversi sali, oguno dei quali è unna diversa coagulazione delle stesse cose i misure e modi diversi... cose che poi sono sempre zolfo e mercurio. Quindi, a questo punto del ragionamento, dovremmo ricercare qualcosa che ci si presenta in molte forme, oppure dovremmo cercare l'unità essenziale di diverse sostanze che magari non sospettiamo l'abbiano. |
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