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Quest'uomo è diventato un eroe, un simbolo di amore paterno e di uomo eccezionale. E come non essere d'accordo, però... Però mi sono chiesto, ma io non avrei fatto altrettanto? E il mio vicino non avrebbe fatto altrettanto anche lui? Penso che se non tutti, almeno la maggioranza avrebbe sicuramente rischiato la morte e sarebbe entrata per dar da mangiare alla propria figlia che non mangiava da due giorni... La differenza è che quest'uomo si è trovato nelle condizioni di una sofferenza vera, profonda, che gli hanno permesso di tirar fuori tutto il suo valore e il suo coraggio. Noi invece, immersi nel benessere, sonnecchiamo insieme alle nostre virtù e lasciamo uscire solo l'effimero, il superficiale. Perfino quel cuoco, ho pensato, fino al giorno prima poteva benissimo essere un padre assente, pure fastidioso e intollerante ai capricci della sua bambina, insensibile alle sue necessità. Eppure ecco che, nel momento del bisogno, si trasforma in un eroe mondiale e rischia la sua stessa vita solo per un po' di latte in polvere... Ha dunque ragione Uno, se l'uomo non sa ancora tirar fuori questo profondo valore da se stesso, e si limita a bivaccare pigramente una vita scialba e piatta, la sofferenza non solo è necessaria, ma diventa pure benedetta... Il caso di quest'uomo fa notizia perchè sembra un atto quasi "sovrumano", in realtà per un uomo degno di questo nome il tutto diventerebbe solo "aver fatto il proprio dovere"... Quello che voglio dire, in conclusione, è che tutti noi abbiamo dentro queste qualità, questa forza e questo amore, ma che ancora abbiamo bisogno della sofferenza, quella vera, per tirarle fuori, altrimenti semplicemente ci dimentichiamo di averle, cosi come dimentichiamo tutto il resto, chi siamo e cosa vogliamo... Il giorno che l'uomo saprà tirarle fuori da solo, a comando, le guerre e tutte le altre atrocità del mondo inizieranno a sparire... Citazione:
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Si pensa al masochismo come una patologia o come un rapporto perverso sessuale tra uomo e donna. In realtà ci sono parti di noi masochiste, ed irrisolte.
Io per esempio ho notato che a volte mi "creo" delle sofferenze, per avere più gioie. Esempio mi creo tensione per l'esame, perchè poi quando l'ho superato posso gioire di più. Purtroppo basta vedere come i nostri pensieri sono catastrofoci e per nulla positivi, per rendersi conto di quanto siamo attirati verso la sofferenza piuttosto che la gioia. Da un lato cerchiamo di fare di tutto di evitarla, ma quando ci siamo dentro ci sguazziamo e non usciamo più. Occorrerebbe invece accettare la sofferenza in quel momento che viene, non opporre resistenze e poi trasformarla od utilizzare il potere del cambiamento. Quest'ultimo passaggio forse non è chiaro, ma non so come spiegarlo. |
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