Scusate, non ho capito, volete l'autogestione approvata dal direttore? diavolo.g:
Battute a parte, la sensazione di sofferenza è palpabile, è anche vero che anch'io cercando di immaginarmi nel ruolo ho avuto qualche problemino anche se, si sà, problemi veri a raccontarmi non ne ho...sono più sul versante logorroico 8-) e penso che sia uno dei motivi per cui mai e poi mai mi sarebbe stato assegnato un ruolo del genere...:@@ Forse bisognrebbe definire un pochino il campo d'azione, a me ad esempio ha scrollato il sistema trovare che da costumista potevo tratteggiare fisico e caratteristiche..sono un pò imbalsamata nelle mie catalogazioni mi sà diavolo.g: e pur mantenendomi a distanza dal progetto, lo ammetto, anche così di riflesso ho patito parecchio. Ma forse, dico forse, era questo uno degli scopi del lavoro, scoprire che il lavoro di gruppo è ben altra cosa da una civile e tiepida convivenza. Soprattutto quando vengono toccate corde molto interne. Sono una di quelle che si è "raffreddata" quasi subito, ma l'obiettivo che si può raggiungere credo sia molto alto, posso dire che di mio posso ripartire con intenzione sapendo che la cosa non è solo un giochino a cui partecipare con più o meno interesse a seconda della luna ma un vero e proprio compito (stò parlando di me eh! non mi sbranate per quest'ultimo periodo :sornione: ) azz..ho postato col capo... |
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Ti pare sensato? |
Se si fa un nuovo tentativo io ci sto.
Il problema, come detto anche da altri, è che non si tratta di fare un pezzo teatrale o un romanzo breve o quello che sia fine a se stesso, ma visto il posto in cui siamo, il tutto dovrebbe avere anche altri scopi. Il problema è come organizzare la cosa per permettere il raggiungimento degli altri scopi: si può provare , come hanno detto ray e kael con personaggi più dettagliati, forse così c'è meno rischio di eccessiva immedesimazione e siamo più costretti a sforzarci a recitare. |
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-------------- Ray si come rattoppo è l'unico possibile, ma non basterà solo descrivere di più personaggi, vorranno anche (e volta per volta) cose tipo influssi esterni che li spingono verso una direzione o l'altra. Il che è un lavoraccio soprattutto se si vuol lo stesso dare un minimo senso alla cosa. Comunque va bene.... Spiegagli le regole base dei giochi di ruolo, tipo che uno non può fare 200 azioni non lasciando spazio agli altri ma deve alternarsi con loro etc... Aumentiamo le descrizioni dei personaggi.... In privato poi discuteremo degli influssi di cui parlavo sopra. |
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abbasso, abbasso i registi! W il partito degli "attori in rivolta"!!!!!!!!!!!!! |
O.T.
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E' vero che alle elementari, mentre le tue amichette avevano il diario della Barbie tu avevi quello del Che Guevara? E' vero che quando un ragazzo ha tentato di baciarti la prima volta, hai rivendicato il diritto all'autogestione delle labbra? Se queste voci di corridoio sono vere non ti dirò mai qual'è la fonte, è protetta dal segreto costituzionale al pettegolezzo icon_mrgr: (STO SCHERZANDO, ma se a Zelig mi vogliono sono disponibile per un buon stipendio, anche solo come autore) |
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Già ho capito poco ( e son generosa ) sin qua , ora col gioco di ruolo (che conosco solo di nome) , sarà una passeggiata icon_mrgr: . Ray .....dovrai superare te stesso nella spiegazione , il perchè lo sai , vero martello.: ? |
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Per me potevamo chiudere, soprattutto se per andare avanti ci sarà bisogno di continui stimoli esterni, non vedo molto il senso della cosa . Poi ovviamente sono anche pigra e questo è un motivo in più di sicuro anche se non l'unico :D
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Bon, prima che mi metto a fare, c'è qualcun altro che vuole chiudere?
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Data l'assenza di risposte, immagino nessun altro voglia chiudere. Bon, domani se riesco metto qualcosa. Poi, quando sarà un po' più chiaro il funzionamento, vedremo se ci sono altre defezioni.
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le basi dei giochi di ruolo
Il principio e lo scopo principale, se non l'unico, dei giochi di ruolo è l'interpretazione.
Tutto il gioco si basa, (dovrebbe essere, poi nelle realtà che si trovano in giro è altro) sull'interpretare un personaggio dato all'interno di una situazione e di un contesto prestabiliti. Chiaramente la variabilità dei contesti e delle situazioni, nonchè dei personaggi dati, può dar luce a diversità pressochè infinite. Il contesto alla fin fine conta poco e serve più che altro a gratificare le preferenze dei giocatori (contesto fantasy, fantascientifico eccetera) oltre che a veicolare più o meno facilmente particolari situazioni. Il contesto può servire anche per decontestualizzare (vedi futuri, passati, mondi molto diversi dal nostro) e questo è un argomento che puà dar adito ad interessanti approfondimenti. I personaggi possono essere più o meno descritti... di solito, man mano che i giocatori diventano esperti, si tende a farsi i personaggi da soli, ma spesso i giocatori di lungo corso tendono a sentirsi esperti e a voler farsi i personaggi da soli pur in realtà senza essere in grado di fornire una coerenza comportamentale e agendo come gli pare più comodo di volta in volta, scambiando lo scopo della partita con lo scopo del gioco. Ad esempio, se io interpreto un pirata che in realtà è un prete in incognito per chissà quale motivo e in quella particolare partita devo appropriarmi di un tesoro e scopro che è nascosto in una chiesa non lo dovrei rubare, restando fedele al personaggio più che alla sua missione. E' un esempio scemo, ma penso che dia l'idea. Quanto si possono descrivere i personaggi dati? Non c'è limite: si possono vedersi assegnati personaggi in cui è già stabilito il sesso, l'età, il passato, le capacità, la personalità, la categoria nel gioco (mago, guerriero, vampiro ecc) oppure solo alcuni di questi e ognuno più o meno dettagliatamente. Ciò che non è descritto è libera scelta del giocatore, ma l'abilità (e il conseguente punteggio) dovrebbe consistere nell'interpretare (parlare ed agire, anzi pensare proprio) in linea con ciò che si è deciso, dichiarato o meno. Questo è il centro dei giochi di ruolo, centro spesso mal capito. Quindi ci resto ancora un poco, perchè compreso questo le altre regole diventano subito chiare e facili da rispettare. Il classico problema che sorge è confondere il giocatore col personaggio... insomma l'identificazione. D'altra parte è piuttosto difficile calarsi senza identificarsi, ma tant'è: si tratta di fare gli attori senza diventare il personaggio, e con un copione che è scritto solo per sommi capi (i punti importanti) e per il resto è libero. Chi fa il master (termine tecnico per il giocatore che interpreta tutto il resto dell'universo tranne i personaggi giocanti... insomma il corrispondente di regista, sceneggiatore e autore insieme) sa quello che grossomodo deve succedere ma non ha idea di quello che faranno o diranno i giocatori, i quali sono liberi di fare quello che gli pare da questo punto di vista. Ad esempio, quando ai giocatori una fatina comunica che un drago ha preso in ostaggio una principessa, loro possono anche fregarsene e andare ad ubriacarsi in locanda, per quanto poco senso questa cosa possa avere (non è detto che non ne abbia comunque. Quindi è compito del master (ruolo difficilissimo da fare bene, che andrebbe comunque fatto a turno) far succedere le cose attorno ai giocatori e interpretare tutti i personaggi di contorno (anche principali ma non giocanti, come il drago e la principessa di cui sopra) senza togliere libertà, senza che si creino contraddizioni o paradossi, e rispondendo adeguatamente agli stimoli dei giocatori, ossia producendo le corrette conseguenze alle loro azioni. Insomma una specie di muro che rimbalza la pallina, con corretta forza e direzione. Se i giocatori sono bravi il master interviene pochissimo e solo quando è rischiesto dalla narrazione (un dialogo, una descrizione eccetera). E' buona regola, sempre nell'ottica di non confondere personaggi e giocatori, stabilire che sta parlando. Di solito si parte dal presupposto che parla il personaggio (quindi quel che ha detto ha detto) a meno che il giocatore non lo dica espressamente. Qui nel teatro ci è venuto spontaneo di scrivere in grigetto quel che dice il giocatore. Ma il succo di sta cosa, che poi è quello che dovrebbe avere una qualche valenza per gli scopi che ci prefiggiamo, è appunto l'interpretare senza identificarsi (troppo). Ossia, per dirla in modo diretto anche se impreciso, spogliarsi di se stessi (i se stessi noti, ovviamente) e vestirsi del personaggio. Questo forse può far intuire parecchie cose a qualcuno. Bon, ci sono molte altre cose da dire, soprattutto sull'interazione tra personaggi e giocatori, ma mi fermo e lascio spazio per eventuali chiarimenti se saranno necessari. |
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Poi se vuoi darmi a bere che quando hai "trovato" quel diario non intendevi quello del titolo ma un altro diario qualsiasi e che il fatto che tu abbia trovato proprio un diario e non un qualsiasi altro oggetto non c'entrasse nulla col fatto che ci sia stato un diario nel titolo, allora mi hai preso per un grullo. Il che, anche se per altri motivi, può benissimo essere. boccaccia: |
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Filo.... spero di cavarmela con un post solo, ti prego....
Prima di tutto, adesso stiamo cercando di configurare la cosa più vicino ad un gioco di ruolo con tutte le cose che hai evidenziato del post di Ray sopra ("non ha idea di quello che faranno o diranno i giocatori, i quali sono liberi di fare quello che gli pare da questo punto di vista.") prima non era così anche se il concetto non era poi così diverso. Quando abbiamo iniziato questo secondo esperimento ho scritto (http://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=5570) questo Citazione:
Potevi anche protestare subito.... Ho cercato di limitare il canovaccio solo al fulcro di ogni capitolo proprio per dare più libertà possibile, ma allo stesso tempo se non si voleva che ognuno scrivesse il suo proprio romanzo personale doveva esserci un punto fisso per ogni capitolo, un punto che non fosse di nessuno e di cui nessuno potesse impadronirsi. Tu sei partita in quarta, se al posto del diaro ci avesssi messo una cacca (scusa la finezza.. ma quando ci vuole....) ci avresti narrato subito dei tuoi bisogni corporali... ed hai tentato di muovere anche gli altri personaggi. Ti è stato fatto notare, e no, non si poteva lasciare quel post per il tuo muovere l'altro personaggio, oltre che sarebbe stato un pò assurdo un capitolo che parla di vari diari perchè tu volevi il tuo come una bambina capricciosa..... Quello che non hai compreso è che il diario o un Mattia inesistente o che altro poteva essere il centro degli altri capitoli è proprio insegnare a non stare in centro anche a chi come te vorrebbe sempre starci. Non stare in centro e lavorare per un centro impersonale aiuta lo spirito di gruppo, l'affiatamento e anche ad auto conoscersi. Nella vita più vuoi stare in centro e più ti cacceranno via, più non vorrai starci e più succederà, ma in quel caso dovrai accettarlo, mentre nel primo caso non lo accetterai mai... ma queste sono frasi tipo da guru dei cioccolatini, quindi non credo che adesso ci perderai 2 secondi per capire cosa voglio dirti :) Vuoi dirigere la faccenda? apri un altro 3d, proponi un modo diverso di procedere e con chi vuole portate avanti la cosa, non mi crea nessun problema, anzi... potrebbe essere positivo e istruttivo. Più che mettere a disposizione spazio e strumenti non posso, non mi impegno in qualcosa che non credo utile. |
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