Mi rendo conto che non mi sono molto chiare queste cose per cui tendo, e tento, di renderli un po meno ostici ed anche un po evidenti.
Intendevo anche quel che ha detto Nike e proprio perchè non l'ho ben chiaro, ho messo giu ne: " il momento da scegliere" piuttosto che: " il momento della scelta", anche se va a finire che per altro modo son collegati. Nel senso più ampio c'è, si, un momento da scegliere nel quale opero ( per ) una scelta Non so se Ray ne faceva cenno, inserendolo nella capacità di canalizzare l'energia. Forse, da questo punto di vista - ed è per questo che ho tentato di dividere e puntualizzare le fasi - mi risultava ancora un movimento automatico che prescindeva totalmente dal sacrificio, dalla spinta dell'io verso, appunto, un dinamismo che può sembrare non esserci o anche, addirittura, intrenseco sino al punto da non vederlo. Sempre per questo verso, allora, momento da scegliere, riprendendo quel che ho detto su cercandone un collegamento un po forzato probabilmente ( poi mi direte ), in quanto arrivo ( io ) a quel punto, alla consapevolezza che è " arrivato". Un bivio, un punto nel quale posso scegliere - e vi arrivo per una serie di circostanze verso - una cosa, e non sceglierne quindi un'altra e viceversa. Da ciò, conseguenziale è il " momento della scelta", come ha evidenziato Nike, nel senso di "salto", atto conseguenziale del primo. Come dire, cercando di fare un esempio, mettiamo il caso che devo lanciarmi da un aereo col paracadute. Il punto di corrispondenza tra l'aereo e la zona lancio/atterraggio è il momento da scegliere (li decido se lanciarmi o no ). Tale momento lo intendo conseguenza di una serie di atti e non prescinde da tutto ciò che ho fatto prima per arrivarvi in quanto, appunto, è conseguenziale risultante di tutto ciò che ho fatto per la preparazione al lancio. Oppure, vi posso comprendere la facoltà di saper valutare le indicazioni che mi hanno insegnato durante il corso di preparazione e che mi consentono di individuare la zona lancio, come ad esempio affidarmi a segnali - come la lucetta verde che appena si accende indica se ci sto sopra a sta zona - per valutare se sono in quel il punto di corrispondenza: il punto " scelta del momento". E via così. In generale, quel che dicevo sulla possibilità di vederlo, valutarlo e analizzarlo. Il " momento della scelta", dunque da questo punto di vista, è conseguenziale, cioè scelgo quel momento e non altri, poichè altrimenti posso trovarmi ad atterrare fuori della zona lancio, oltre i confini di questa se attendo più del dovuto o se mi lancio non aspettando la lucetta verde o peggio se non so valutare ed analizzare. Un non vedente non è detto che non possa lanciarsi ma avrà bisogno di qualcuno che glie lo dica che è arrivato nel punto per farlo! Posso anche scegliere di non procedere, di non saltare e quindi rimanere "nel momento" che ho indicato sopra, preliminare al secondo, attendendo che l'aereo faccia un altro giro sulla zona per permettermi attraverso una seconda possibilità una nuova valutazione. Ditemi se si capisce. |
Citazione:
Però quando Uno nell'esempio dice che .."provate a decidere di non farlo sull'acqua alta finchè le forze non vi abbandonano.." a me viene in mente subito che se stò ferma in un certo modo nell'acqua non affondo, galleggio...come si fà a non nuotare con tutte le proprie forze? nonso.gif Per la parte che riguarda il bambino invece credo che potrei farlo solo se spegnessi il cervello, lasciando agire l'istinto e quindi andando giù senza pensare al dopo..ci vedo una sorta di abbandono in questo, la decisione e l'azione e basta..ma bon..mi metto in coda per i lumi icon_mrgr: |
Citazione:
A questo punto ci sarebbe " abbandono" nel senso che si sarebbe in grado di annullare quella parte che vuole sopravvivere, pertanto non rischiare di annegare in questo caso, per altro; poiché si è scelto di sacrificare ( lui ) ovvero ciò che si oppone per rimanere in vita. Si è disposti a sacrificare quel che si è in un determinato punto per divenire altro, soltanto che a quella parte - che vuole tenersi in vita appunto - non glie ne può fregare di meno! |
Citazione:
Citazione:
In pratica abbiamo tre volontà: quella maiuscola (del Se) alla quale ci possiamo connettere solo quando quella minuscola (dell'io) è forte abbastanza da vincere la natura inferiore... ossia quando è o sa essere più forte degli istinti e della meccanicità. La volontà meccanica, la terza che finora non abbiamo considerato tale (magari giustamente, chiamarla volontà non lo trovo corretto, ma è per capirsi), è quella che ci spinge in determinate direzioni che sono direzioni date dalla natura inferiore (sopravvivenza, riproduzione, sazietà, non dolore, linea di minor resistenza eccetera). Queste direzioni, questi istinti, sono indispensabili anche all Se, dato che altrimenti non avrebbe possibilità di connettersi, e dunque sono molto forti. La volontà dell'io è quella che possiamo sviluppare, e paradossalmente dobbiamo svilupparla al punto da renderla capace di voler "morire", farsi da parte e lasciare la briglia al Se. Per lasciarsi andare a fondo a salvare il bambino si deve lottare contro l'istinto di sopravvivenza... la volontà dell'io deve essere ben forte. Come doveva esserlo quella di Gesù per lasciarsi ammazzare a quel modo per salvare noi. Come si sviluppa? Un modo forse lo apprendiamo da un famoso aforisma (c'è pure il tread, sono quasi sicuro): il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio. Ossia imparando ad usare tutta l'energia di cui siamo capaci per fare ogni cosa che abbiamo deciso di fare, non misurarla a seconda della facilità. Ossia, quando l'io decide, anche di non mangiare quel gelato che glli fa gola, dovrebbe incanalare nella direzione tutta la forza che userebbe per salvare il bambino. |
Citazione:
Per il resto temo che per una super-chioccia come me salvare un bambino che annega sia l'esempio sbagliato icon_mrgr: icon_mrgr: Forse verrebbe meglio se dovessi rischiar di farmi sparare per salvare uno sconosciuto..:@@ Per il resto che hai scritto credo di aver capito ma lascio sedimentare e ci torno fiori.gif |
Citazione:
mmm non so se ho capito cosa volevi dire. Sono sincera, se vedessi un bambino annegare neanche penserei a chi come o cosa...o meglio...so che non dovrei pensare a tutto questo, dovrei buttarmi e basta..mi sa che non è volontà questa, o perlomeno non volontà consapevole, acquisita.. Ci devo riflettere, però adesso, così a caldo, comincio a capire perchè la volontà và allenata, per acchiappare e controllare gli istinti, i pensieri e costringerli in un angolo mentre qualcos'altro agisce..no non è istinto Ray hai ragione..ma non mi pare neanche intuito...mah stosvegli: rileggo. Grazie per la spiegazione intanto fiori.gif |
Citazione:
PS: visto che non era un koan? |
OT
scusa Ray pensa che pur nerettandolo ho letto "si debba agire con l'istinto" E l'ho letto e riletto eh...roba da matti..per la serie leggoquellochevoglio martello.: fine OT |
Citazione:
Scrivevo e non ci rileggevo niente di giusto niente di sensato solo parole ovvie..la soluzione? chiudere come ho fatto e basta..solo che la sensazione del fallimento era presente costante e schifosa.. Ne parlo con un amico che ha la pazienza di ascoltarmi ...risponde con poche parole che tuttavia colpiscono il segno... Rimugino e trito per buona parte della notte e ora a costo di andare ot (come spesso mi capita) chiedo a Rey o a chi vuole rispondere :è ben forte questa volontà di rinunciare a misurarsi...sarà anche minuscola ma caspita che forza che ha...penso quindi che in qualche modo questa volontà dell' io (in questo caso..per intenderci il mio...pusillanime e vigliacco) vada educato a suon di mazzate o addirittura sbriciolato se no come ti ci arrendi? (maròò che sudata) |
Citazione:
Quindi, a mio avviso, o non chiamiamo la prima "volontà" o non l'associamo all'io cosciente. |
Citazione:
Dice Ouspensky ( non ridere che sono andata a rispolverarlo boccaccia:)abbraccio:che senza osservazione costante, ricordo si sè, concentrazione, non si ha consapevolezza e di conseguenza non si possiede volontà. strabuzza: Quindi ne deduco che prima di avere questo tipo di volontà bisogna salire i gradini di un lungo lavoro di osservazione e ricordo di sè e tutto quello di seguito menzionato sopra. (Che tra l'altro dette così sembra un nonnulla ma invece abbisognano di tempo ed energia da dedicare loro costantemente. Nell'osservazione di sè bisogna fare attenzione a quale centro stiamo usando: motore, istintivo,intellettuale, emozionale.) E' corretto? :@@ |
Colgo l'occasione del fatto che Gris ha accennato a Ouspensky per riportare un suo pensiero...
Secondo Ouspensky la volontà negli uomini (1,2,3) è la risultante dei desideri. La volontà è quindi la linea di condotta di desideri combinati, ma siccome i nostri desideri sono indotti e cambiano costantemente, non abbiamo una linea di condotta permanente. La volontà ordinaria dipende dai desideri e essendo noi ciechi e frammentati risulta che la nostra volontà è una curva che prende direzioni differenti di giorno in giorno, magari col risultato di girare intorno. Le mille piccole volontà di una persona sono meccaniche, non abbiamo la possibilità di "fare". Per Ouspensky è importante comprendere da principio che nessuno può fare nulla, che tutto accade. Magari eventi iniziati anni prima ci illudono che stiamo facendo qualcosa ma in verità quella tal cosa non dipende dalla nostra volontà, essa accade. L'illusione di avere una volontà è la prima cosa da comprendere, se non la si comprende è impossibile liberarsi dalle catene della meccanicità. Fino a quando una persona non diventa consapevole e integra essa non avrà una volontà reale. La volontà è consapevolezza, è agire con integrità. |
Citazione:
Arrestando i pensieri o altrimenti si dovrebbe giungere ad un equilibrio tra io e se , cioe' alla Comprensione . La Comprensione ci porta inevitabilmente ad una scelta di livello piu' elevato e tale da ottenere il meglio per noi e contemporaneamente per gli altri . Come avviene questo riequilibrio specie se abbiamo pochi attimi per decidere ( anzi l'emergenza aiuta la Comprensione)? Se ci mettiamo a pensare il bambino annega . Da una parte c'e' l'io dall'altra c'e' il se. Il se e' l'inconscio . Da una parte c'e' l'intuizione (io) dall'altra l'istinto che fa parte dell'inconscio ed e' un comportamento necessitato regolare e costante:l'istinto di conservazione e di sopravvivenza ci porta in una direzione ma l'intuizione cioe' la comprensione della situazione ci consente di frenare l'istinto e di fare una scelta diversa , se possibile, in base a quella situazione data. La comprensione di quella situazione avviene dunque attraverso l'intuizione che e' l'emersione a livello conscio di qualcosa di sconosciuto come ad esempio la certezza di potercela fare a salvare il bambino. L'intuizione dunque e' un momento conoscitivo che ci fa esaminare la concreta situazione e decidere . In una frazione di secondo l'intuizione consente di capire se e' possibile o meno una data azione se cioe' e' destinata al successo cioe' a portare al doppio beneficio per se' e per gli altri . Perche' questo e' il fine . Se non fossi un abile nuotatore dovrei desistere e far prevalere l'istinto di conservazione . Se non lo faccio ed agisco ugualmente spesso e' perche' prevale sull'io un altro istinto o un archetipo di tipo diverso : l'eroe. il guerriero o altro come per esempio se avessi un padre vigile del fuoco potrei aver ricevuto nell'inconscio individuale la figura di quello che deve assolutamente salvare anche se non ne sono capace.... con esiti infausti. Grazie all'intuizione chiunque di noi puo' avere momenti di vera volonta' o di scelte moralmente elevate che e' lo stesso . Ma anche il desistere e' una scelta vera se non sono in grado di fare in base a quella situazione. Un po' un miscuglio spero sia chiaro . Volevo distinguere tra intuizione come momento dell'io e istinto : inconscio , il se' . |
Citazione:
|
Citazione:
Ed è vero quello che dice Ouspensky, nell'uomo comune è assogettata ai desideri, tutti sappiamo aver grinta per quello che ci interessa, che ci prende... sottolineo perchè è un modo di dire interessante, non sappiamo infatti essere noi a prendere (volontà), sappiamo solo essere presi. Non sappiamo avere la giusta grinta per quello che non ci interessa. La volontà nell'uomo minuscolo coincide col piacere, nell'Uomo maiuscolo col dovere. E' per questo che dovremmo sintonizzarci su una nuova linea di pensiero... smetterla di fare quello che si vuole, e iniziare a volere quello che si fa... Tutto quello che si fa. |
Anche incentivato da discussioni varie mi è sembrato di postare qui qualche riflessione sulla volontà.
Se volessimo specificare meglio (anche come avete già fatto rilevare) la volontà non è una sola, è una nel momento in cui io mi "affido" ciecamente alla Volontà che cmq ho dentro di me, ed è di altra natura. Quindi io dire che quello che chiamiamo volontà è il nostro vero "io" e lasciata libera di scorrazzare non è che sia poi così un sinonimo di "fare qualcosa senza distrazioni" (per es.) ma sia semplicemente quello che di noi traspare. Unire invece la volontà, ovvero la Mente (se vogliamo) con la Volontà perfetta (lo Spirito) questo si che determina sia cambiamenti che risultati. |
Citazione:
|
Citazione:
|
Citazione:
Ho il maledetto vizio ma credo sia comune a molti, di fare 50 cose assieme, ad esempio inserisco codici di materiale nel gestionale contabile(operazione meccanica) e siccome mi annoio contemporaneamente navigo nel web... |
Mi riferisco a questi ultimi interventi.
Di solito è anche interpretabile in questa maniera ma più in generale dovrebbe essere che è l'atteggiamento di fondo che ci rende magari volenterosi in tutto, anche nei pagamenti, dato che il discorso appunto sviluppato deve essere un altro. Per me è fuorviante invece pensare al discorso energia, come se per ogni evento mi dovessi reimpostare, l'evento è soltanto uno, la vita, dopo di che ci sono una miriade di piccole cose che vanno affrontate al di la di tutto. |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 05.25.28. |
Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271