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ritieni che gli uomini non amino l'ambiente armonioso:)? |
Vorrei riprendere il filo del discorso e i ruoli ma soprattutto cercare di rispondere alla domanda di Filo che era importante ma sorvolata. peccato. Secondo me era importatne perchè determinante, il suo dubbio è il dubbio delle donne di oggi, è il motivo per cui la donna oggi ha poco di femminile e molto di maschile e piuttosto che integrare la parte maschile come si diceva sopra hanno, abbiamo, da integrare la femminile, da riscoprirla.
Per quanto invece riguarda il maschile e il femminile e la loro integrazione come individui possiamo spostarci sul tread apposito. Filo diceva questo: Citazione:
Oggi ha ragioen Filo non c'è più, o quasi più, forse solo nel sud per fortuna ancora una parvenza esiste ancora che mantiene accesa la fiamma. Io oggi mi guardo in giro e non vedo femmine, vedo maschiacci che tentano di mascherarsi da donne ma che in quei vestiti stonano. E' una brutta sensazione. per essere seduttive, dobbiamo diventare volgari, per paicere dobbiamo apparire. Le donne non sono più eleganti, sono di fretta e si consumano dietro le mille cose che hanno da fare. Faccio tutto io. Controlo la mia vita. Non ho bisogno di aiuto. Perchè io valgo.... già ma se non arrivo a fare tutto, non valgo più e tu uomo non mi consideri più indispensabile e se io non sono indispensabile mi sento inutile... per cui imparo anche a fare il tuo, così magari la smetto di essere il sesso debole. Il peccato è che si sta perdendo quell'innata tendenza della donna di apparire come un fiore delicato, da toccare con cura e odorare con rispetto perchè il prfumo che emana addolcisce e rasserena. Si è un concetto ancora attuale, è un archetipo eterno (come in alto) ma che va riscoperto, rinnovato, vitalizzato dentro ogni donna. Va però certamtne modernizzato. Oggi la donna è praticamente costretta volente o nolente a lavorare, ma questo non impedisce che possa essere femmina ugualmente e sentirsi realizzata come tale anceh se non contrappone all'uomo e al maschio (maschile in alto). Da questo deriva che anche il ruolo dell'uomo e del maschio va modernizzato. Quindi lo scambio dei ruoli ben vengano, ben fermo però che ognuno non si sostituisce all'altro ma si collabora, ci si aiuta per arrivare a condividere una vita insieme serena. Scambiare i ruoli non vuol dire scambiare personalità, vuol dire occuparsi dell'altro, si diceva sopra. Se la donna oggi ha bisogno che l'uomo lavi i piatti o prepari la cena (proprio basso basso) va benissimo, ciò non incide sull'essere maschio o femmina.ù La femminilità purtroppo è stata sacrificata in unome di una cattiva ed errata interpretazione del nuovo ruolo della donna nella società moderna. No, non è un concetto arcaico, è un essere innato della donna che però viene soffocato e represso perchè la paura di essere sottomesse è nel nostro DNA purtroppo, troppi secoli e troppe battaglie. La bomba doveva esplodere e si è manifestata così. Ma possiamo ancora riscoprirci. Ancora un punto. Un modo per riuscire ad integrare il controllo dell'ambiente innato in una donna (che fatica... ) sarebbe quello di ricordarsi costantement di rispettare lo spazio dell'altro anche quando non è come noi lo vorremmo. Insomma nella vita quotidiana abbiamo le armi per cedere il controllo e occupaci dell'aòtro solo che (almeno io) lo dimentichiamo spesso. Invio ma non ho riletto scusate se ci sono orrori. |
Citazione:
In ogni caso, introduci un punto che non è da sottovalutare e cioè: come le donne prendono sempre il controllo dell'ambiente? Semplicemente perchè l'uomo è molto più accondiscendente rispetto all'ambiente dove vive. |
Citazione:
c'è bisogno di controllare per vivere in pienezza a tuo parere? (non è vero in assoluto secondo me quello che dici anche se nella maggior parte dei casi si) mica vero che l'uomo è più accondiscendente. vero però che gli uomini che non lo sono (e che conosco) solitamente sono soli... e penso che la motivazione si leghi alla prima domanda |
Citazione:
Questo ovviamente è un luogo comune, e altrettanto ovviamente non vale per tutti gli uomini e per tutte le donne, ma sappiamo che la natura esplora tutte le possibilità, quindi ci saranno tutte le possibili mescolanze di maschile e femminile nei vari uomini e nelle varie donne. Però, se iniziamo a vedere la cosa dal punto di vista dei principi (maschile e femminile), oltre ad iniziare a rispondere alle presanti domande di stefano, vediamo che anche i luoghi comuni si mmodificano in qualcosa di più sensato: quando qualcuno arreda una casa col suo maschile, essa sembrerà un ufficio, quando qualcuno arreda un ufficio col suo femminile sarà quasi impossibile lavorarci dentro. Ovviamente un buon arredatore usa entrambi per arredare (e per fare tutto). Veniamo alle caratteristiche e alla natura del maschile e del femminile (non del maschio e femmina). Per come la vedo io potremmo iniziare da qui: il maschile da la forma, in-forma, e porta la diversità. Il femminile accoglie e prende la forma data dal maschile (non ne ha una sua) ed elabora questa diversità perchè si sviluppi. Questa cosa va però applicata all'ambito che si considera (e qui lo so che si complica) ossia in un ambito ciò che è maschile può essere femminile in un altro e viceversa. Quindi dire fare quello è maschile e fare quell'altro è femminile è foriero di errori di valutazione: se è indovinato in certi ambiti, può non essere vero in altri e addirittura rovesciato in altri ancora. Provo un piccolo esempio, ma non so se regge, lo esploro mentre lo dico. Se il maschile si occupa di andare a caccia e portare la preda a casa, il femminile accoglierà questa forma diversa e la elaborerà rendendola cibo adatto per tutto l'ambiente, qundi cucina, concia, conserva eccetera. Se il maschile da la forma al cibo nel caso di un cuoco professionista (spesso i migliori sono uomini) il femminile è l'ambiente che accoglie i clienti (dal personale, all'arredamento, al servizio) anche se è svoolto da maschi. Non so quanto regga, ma se lo prendete unn po' con le pinze intanto vi fate un'idea un po' più allargata di cosa è (o dovrebbe essere) maschile e femminile e magari riuscite ad applicare meglio di me la questione a vari ambiti diversi (è un po' come la legge del tre come funzionamento). |
Citazione:
Potresti dire i punti dove non sei d'accordo? Potresti dire cosa pensi tu sia il controllo e perchè c'è? Comunque, si controlla in questo senso (perchè il controllo non è tutto sbagliato, ma parliamo di questo determinato tipo di controllo quindi non generalizziamo l'argomento) quando si ha bisogno di verifiche e certezze provenienti dall'esterno, perchè da soli non siamo in grado di darcene e/o non sappiamo come fare. Ad esempio nello specifico si controlla perchè si ha bisogno di avere la percezione di esistere, di sentirsi importanti. Nel momento in cui viene meno il ruolo, qualunque esso sia, viene meno anche l'immagine che si proietta negli altri di se stessi per cui tutto crolla e si perdono i punti di riferimento, si perde l'indispensabilità di cui si nutre chi assume un ruolo. Insomma in parole Ermopolite, non si nutre più il coccodrillo e si soffre. Per cui per vivere in pienezza, come dici, questo tipo di controllo vuol dire essere schiavi, vuol dire perdersi nel bisogno dell'altro per soddisfare il proprio bisogno di verifica agli occhi dell'altro della nostra immagine. Insomma una dispersione energetica pazzesca. Penso di aver risposto a tutto. Il controllo ovviammente si estende anche ad altro oltre che la casa ma per le donne è specificatamente e generalmetne questo, ciò non nega e non toglie che ci siano uomini che hanno questo tipo di bisogno, ma che è tipicamente femminile. Posso rigirarti le tue stesse domande, mi interessa cosa pensi. EDIT: non ho letto Ray |
Citazione:
per vivere in pienezza hai "bisogno" di questo tipo di controllo? per me no, quindi da questo tipo di controllo devi imparare a liberarti (e concordo quindi con te) come devi imparare a non essere schiavo dell'identificazione con un "ruolo" che è semplicemente un abito che indossi. |
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beh prima chiaramente vedendolo, successivamente agendo a quel fine.
cmq diciamo che a volte io do per scontate determinate cose che scontate non sono. me ne rendo conto e chiedo venia anche a te. |
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Un esempio principe della tendenza femminile a soddisfare le esigenze dell'ambiente riguarda il prendersi cura dei bambini molto piccoli. Finchè non imparano a valutare da soli e nella misura in cui non lo sanno ancora fare, la madre deve valutare lei. Poi dovrà, per insegnare a valutare, anche permettere degli errori, ma nella misura della protezione, anche se protezione sensata quindi non controllo. Ma non si può certo pretendere che unn neonato scelga da se che maglione mettersi. Allora dove sta il confine tra prendersi cura e controllare? Red accennava al possesso... |
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In questo modo si dovrebbe imparare a lasciare libero l'altro e a non soffocarlo. Interessante anche l'altro punto che hai messo, che si puo' guardare da diverse angolazioni: il non farsi risucchiare nel vortice dipende sia da noi che dall'altro, perchè puo' essere che siamo noi a volerci inconsciamente farci risucchiare nel vortice, o puo' essere l'altro ad attirarci e noi a non essere capaci di gestirlo.. probabilmente nella vita di ogni giorno una cosa non esclude l'altra... Citazione:
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Mi piacerebbe sapere cosa pensi, che ti impegnassi a dirci cosa pensi tu e non la frase di circostanza.... fiori.gif |
se riesco a vedere che un mio atteggiamento sta "travalicando" un certo limite (mica facile eh)
la prima cosa che cerco di fare è "fermarmi". mi fermo, lascio per un momento andare la cosa e cerco di stare li a osservarmi in quella fase di osservazione a volte arriva una nuova visione delle cose. a quel punto cerco di applicarla scartando la precedente e concentrandomi su quella. all'inizio è arduo, poi iniziando a farlo viene pian piano più spontaneo. |
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Accennavo sopra che il controllo può avere una giusta misura, ma che spesso e volentieri degenera e quella degenerazione diventa il possesso e paradossalmente si vuole possedere quando non si controlla più se stessi. Il limite io lo vedo nella ricerca di soddisfare un nostro bisogno piuttosto che il bene dell'altro, chiaro che poi il bene dell'altro considerato da un punto di vista il più possibile oggettivo. Il bisogno può anche essere quello di sottomettere ed inglobare ma allora il controllo diventa l'effetto e non la causa, la causa è il possedere l'altro. Insomma stare attenti che l'altro non sia una emanazione dell'immagine che abbiamo di noi (riflessa). Così come l'ambiente è l'immagine ceh vogliamo trasmettere di noi. |
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Non mi viene altro ma manca sicuramente qualcosa.. :C: |
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Però è triste... esprime benissimo il problema attuale del femminile, e cioè che le donne quel femminile han paura a manifestarlo, ci rimetterebbero nel farlo. Paradossalmente per riuscire ad essere donna oggi serve forza e coraggio. Forza e coraggio femminili però, per non lasciarsi obbligare a mostrare il maschile. Se una volta le donne erano dominate dai maschi, adesso lo sono del loro lato maschile. |
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Che ci debba essere parità siamo tutti d'accordo, perciò le forzature estreme, da una parte e dall'altra,sarebbero, a mio avviso, da limitare. |
Ribaltando la questione comunque non è che gli uomini siano migliori delle donne... Se queste sono le regine della casa, gli uomini sono i re di altro..
Provate a dire ad un uomo che strada conviene fare per andare in vacanza, o come convenga riparare l'armadio vecchio... Se a dirglielo poi è una donna, è una vera catastrofe. Non esiste per nulla al mondo ammettere di non essere capaci a piantare un chiodo, nemmeno dopo essersi dati ben due martellate sul dito! (erano i chiodi che erano difettosi.. icon_mrgr: ) Se la donna ha dunque nel suo dna l'occuparsi della casa per sentirsi donna, l'uomo ha bisogno ugualmente di sentirsi uomo in altri modi. C'è il bisogno fondamentale di dimostrare (agli altri ma anche a se stessi) la propria identità, il proprio ruolo... la propria stessa esistenza. C'è l'attaccamento a quello che crediamo d'essere, ma ancora più a fondo a quello che crediamo di dover essere. Siamo attaccati all'idea che una donna che non sa occuparsi della propria casa non è una donna, così come un uomo che non sa fare qualche lavoro manuale non è un uomo. Questo è bene, non ci vedo nulla di male che una donna curi la casa e un uomo abbia un minimo di manualità... così come che entrambi provino a integrarsi e fare i lavori dell'altro (non è vero che l'uomo non sta stirare o che la donna non sa guidare, sono solo luoghi comuni radicati in chi non ha mai provato a conoscersi davvero) Quello che è male è che l'affermazione della propria individualità debba per forza essere vincolata a queste cose, che si abbia bisogno di dimostrarla continuamente perchè in realtà non c'è... |
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Il discorso dei ruoli penso che sia un pò superato, i giovani e le giovani sanno come agire, vivono nel disordine più completo e gli va bene...si sono adattati, le donne hanno sempre meno cura della casa, della cucina, se ne vanno spesso al ristorante, in pizzeria, mangiano cibi precotti...è un mondo diverso, non è questo il punto della parità, della possibile convivenza, il punto è non permettersi il lusso di amare, perchè amare è un pò cedere, perdere terreno, diventare vulnerabili. Il lato femminile poi, scopiazzato anche dai ragazzi e nel vestire e nel pensare e nell'agire, emerge quando l'età si fa più matura, ci si espone di più, si diventa disponibili..ma non sempre è accettato dagli uomini, ormai in competizione col mondo femminile! manata.gif |
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domanda:
ma essere uomo secondo voi significa per forza essere capaci di svolgere lavori manuali? o "anche"? così come essere donna? Non è che forse ci stiamo perdendo qualcosa? mio parere è che sia l'uomo che la donna hanno in Se tutte le potenzialità e "insieme" dovrebbero cercare di svilupparle. Se anche c'è una predominanza di una o dell'altra cosa ciò (per me in parte per "storia" non per effettività) non significa che i ruoli siano poi così definiti e A o B. Un Uomo (o Donna) siamo d'accordo che potenzialmente è in grado di fare tutto? non è che forse stia proprio in questo "retaggio" mentale (legato al passato) che non si riesca ad andare oltre determinati limiti a volte solo mentali? |
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Non riesco molto bene a capire dove vuoi arrivare Ray.. mi pare di star girando intorno alla cosa ma di non riuscire ad acchiapparla... |
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Dicevamo sopra che si è dipendente dall'altro perchè si proietta la nostra immagine di noi; possedere vuol dire avere a disposizione e poter utilizzare (in termini giuridici.. ma è interessante anche qui) la tal cosa. Se io posso usarla, la cosa mi appartiene, la posseggo. Nel momento in cui sono dipendente e rendo dipendente l'altro con il controllo che esercito lo posseggo e lo posso usare per soddisfare un bisogno. Si è dipendenti dall'altro perchè ci si proietta , lo si vuole possedere, lo si vuole avere, non c'è ripsetto del limite dell'altro, dell'individualità dell'altro e ci si confonde nell'altro perchè non si ha chiaro ne il proprio bisogno ne quello dell'altro. |
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