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hai vissuto situazioni in cui ti è parso qualcuno "castrasse" l'entusiasmo che mettevi curiosando qua e la oppure ove ti è parso siano stati svalutati determinati tuoi sforzi (vedi scuola o altro)?
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Trasformarla in virtù eh... ci sto lavorando ma vado lenta, sarà perchè sono pigra?icon_mrgr: A parte le battute sulla accidia ci sono due discussioni 1 e 2 Credo che il segreto sia sempre nel valutare se vale la pena di muoversi, ma sinceramente, ( ma come si fa ad essere sinceri se non ci si conosce?) perchè la pigrizia tende ad immobilizzare. (quando arriva a tanto) Intendo toglierle il potere che ha su di noi. Vorrei dirti di più ma parlerei di me che non sono te e con mille sfumature diverse che si possono trovare non centrerei ciò che ha portato a te verso l'accidia. L'unica cosa è osservarsi perchè dietro c'è sempre altro. E di provare a prendere tu il comando anche su piccole cose forzandoti di fare, e ascoltare tutto ciò che senti dentro. Anche quando invece le cedi ascoltarti dentro e sentire le motivazioni con cui ti racconti che è giusto fare così piuttosto che cosà. fiori.gif |
quell'osservarsi di cui chi è "poltrone" visto da un altro lato è così capace di fare ... se vuole...
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Per passare a quel che diceva Uno, se ho capito e mi riesce di veicolare, abbiamo tre comportamenti possibili di fronte ad un nostro vizio. Primo comportamento usarlo per "farne" una virtù, che poi è il topic del tread. In questo caso il vizio non scompare, se scomparisse, scomparirebbe con esso anche la virtù dal quale è generata. IN quanto detta virtù trae forza dal vizio stesso... ovvero, dato che c'è un vizio, gli permetto di esistere perchè lo uso per costruirmi un'altra cosa... una virtù che mi serve. Quindi, se lo faccio, il vizio rimane e in più ho una virtù che non necessariamente è opposta al vizio in questione ma può essere tutt'altro (vedi il guardarsi attorno generato dal voler rimandare). C'è da dire però che, se uso il vizio per farmi una virtù, almeno in parte è sotto controllo... non solo, ma parte dell'energia che passa attraverso il vizio diventa virtù. Resta tuttavia una certa quantità di energia che serve a mantenere in vita il vizio. Quando fare così? Beh, quando conviene... ovvero quando traggo più benefici dalla virtù di quanto mi costa il vizio. Seconda cosa, farlo sparire. Come? Beh, non dandogli alcuno spazio, ovvero azzerandogli i rifornimenti. In questo caso occhio però, perchè come avete fatto notare, si sposta. Uno dice che a volte si sposta... in realtà qualcosa si sposta sempre, la differenza è se sono io che sposto (consapevolmente) o se lascio che si sposti da se. Questo accade perchè il vizio "funzionava", come tutte le cose, ad energia. In altri termini, io incanalavo in quel vizio una certa energia che non sapevo/so gestire diversamente. E' l'incanalamento che, a forza di ripetizioni, crea una corsia preferenziale (la famosa minor resistenza) e quindi un'abitudine. Ne segue che se io blocco la corsia (con sforzo che sarà proporzionale al "traffico" ovvero a quanta energia incanalo li) essa dovrà pur andare da qualche parte. Se sono io che la dirigo ok, cresco perchè comunque la userò per qualcosa di consapevole (fosse anche correre per strada... esempio scemo ma per far capire), se invece non me ne rendo conto e mi limito allo sforzo essa creerà di forza un'altra corsia... con il solo risultato che sono tornato al punto precedente al lavoro sul mio vizio, ovvero non so di avere un vizio. Tra l'altro spesso mi farà più male del primo per via di qualcosa connesso ai bersagli preferiti (ci torniamo). Terza cosa sublimo. E' dura da capire (non che io...) e ancora più da spiegare. Diciamo che è simile alla seconda ma consapevole, solo che invece di usare l'energia in qualcosa di nuovo che decido, "me la tengo" e la uso per espandermi... detto in altro modo, invece di trasformare il vizio in qualcosa d'altro, trasformo proprio l'energia che vi era incanalata in un'energia diciamo migliore, più raffinata, che posso usare per costruire me, per Fare... Vabbeh post lunghissimo, forse andava preso un pezzo alla volta. :C: |
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"Fare di un vizio una virtù" significa secondo me cercare di trarre sempre più bene possibile da un presunto male. Cavare il bene dal male insomma. Perchè c'è sempre qualcosa di buono in ogni cosa.
Chi non lo trova vuol dire che non ha cercato a fondo... |
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L'iperattività ti porta a perdere d'occhio ciò che ti circonda, l'essere POTRONA ti permette anche di osservare ed osservarti ... ma da qui a divenire una virtù.... non credo sia possibile.. o no? Può essere mutata in positivo, ma non a tal punto da essere definita virtù.... nonso.gif |
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O no? ... |
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abbraccio: |
Io vedo l'accidia come una forma di resa incondizionata... ci si arresi a cosa? Quando ad esempio devo fare una cosa che ho già fatto tante volte e non è andata come dicevo io ( aspettative) ecco che mi sussurra all'orecchio:" ma chi te lo fa fare?" e zac se l'ascolto mi ha fregata. L'accida è subdola e nasconde molto altro, dietro alla pigrizia c'è sofferenza vissuta e non compresa.
Quando faccio per fare senza avere un ritorno e non ho aspettative ne del risultato ne dell'approvazione ma faccio e basta le tolgo tutte le possibili scuse che adduce per tenermi al palo. La sua virù è quella di aiutarmi a non essere impulsiva, magari che so è stata proprio quella causa scatenante mi domando. Per non sbattere sempre la testa ci si imigrisce e ci si ferma al mentale, ad un rimuginare continuo che diventa estenuante succhia le forze e porta alla accidia. Essa è figlia di verità precostituite di convinzioni false che non fanno muovere. Quando mi aspetto che qualcuno sia felice di quello che ho fatto per molti anni e questo non avviene ecco che queste aspettative senza ritorno possono farmi dire ma che lo faccio a fare? tanto.... La virtù a cui porta l'accidia se lavori sodo è la costanza, la pazienza, la perseveranza che nascono dal fare senza nessuna aspettativa. Ci vuole una gran forza ma credo che ne guadagnerò in forza di volontà. Se non si capiva parlavo a me stessa.fiori.gif Poi si può poltrire con la mente invece che con il corpo smettendo di lavorare nel paese delle banane. diavolo.g: |
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ok, ecco i guanti in nitrile, lo spruzzino e lo straccetto...:H lavoro sporco fatto o no riesci a spiegarmi cosa significa sublimare? |
E' stata aperta questa discussione.
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Vedo se riesco a spiegarmi. Se poltrisco, ozio... non faccio nulla. Se leggo, non sto poltrendo, ma sto leggendo... Sono due cose separate, non l'una la trasformazione dell'altra... Ne concludo che è impossibile in realtà trasformare un vizio in virtù. E' un po' come cercare di trasformare un'arancia in limone.... sono due cose separate Si può eliminare il vizio e coltivare la virtù.... Se non ti piace il limone mangia l'arancio.... |
sicura di "non fare nulla"quando poltrisci?
in realtà stai "poltrendo"appunto...:)))) |
Provo a mettere tutto il filo del discorso insieme, togliendo qualcosa, vediamo se ci capiamo
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Vuoi proprio far l'esempio con arancio e limone? Non è proprio adatto (parla di alimenti esterni e non di cose che partono da noi) ma ci proviamo: Non ti piace il limone da solo, (virtù nella metafora) ma vuoi provarci per vedere se quello scemo di Uno ha consigliato qualcosa di buono (esempio).... allora prendi le arance (vizio, cioè una cosa che ti viene facile in questo caso) e fai una spremuta mista... il limone rimane limone, le arance rimangono arance ma così riesci ad assumere il limone cosa che normalmente non faresti. Prova a pensare se tu fossi una di quelle persone che non riescono mai a stare in casa, tanto per fare un esempio... quando potresti leggere? In questo caso per alimentare una virtù (lettura) hai bisogno di un difetto (poltrire). |
Dimenticavo... non c'è trasformazione... è qui che ti freghi e non riesci a capire il nesso, ma solo uso.
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(faccina con lampadina sulla testa)
EUREKA! Avevo perso il primo post... sorry Ora tutto è chiaro abbraccio: Se non ci fossi bisognerebbe inventartiicon_mrgr: Infatti, ciò che non capivo era la "trasformazione".. bastava modificarla con "uso":wow: .... la storia dell'uovo di colombo....icon_mrgr: |
Esiste anche il detto "fare di necessità virtù", che penso possa essere collegabile a quanto abbiamo detto fino ad ora.
Un esempio che mi viene in mente è un vecchio metodo che usavano (non so se qualcuno lo usi ancora...) per fare in modo che i bambini imparassero a nuotare. Li mettevano nell'acqua, senza possibili appigli e in quel modo brutale o si impara a nuotare o si annega.. Più genericamente imparo a fare qualcosa perchè in quel momento mi serve ho bisogno di imparare anche se non conosco... e l'urgenza da la spinta a farlo. Ma si puo' dire in questo modo che la necessità diventa virtù? In questo caso la necessità impellente si trasforma (nel caso del nuotare ho bisogno di nuotare per non affogare, ma una volta imparato a farlo, non avrò più la necessità, ma resta solo l'aver imparato qualcosa) o puo' valere il discorso che facevamo sopra di vizio e virtù? |
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