Secondo me questo aforisma vuole dire che la maggior parte degli uomini, trovando difficoltà a pensare in maniera autonoma, trova più comodo emettere dei giudizi su pensieri già preconfezionati.
Emettere dei giudizi significa fermare il pensiero, una cosa quando è passata in giudicato in un certo senso viene archiviata o meglio cristallizzata, così si evita la difficoltà di tornarci su, di ragionarci, di fare dei collegamenti, di lasciarla aperta..... Il pensare deifinito qui penso abbia a che fare con il creare un pensiero nuovo, tutto nostro, il che presuppone una elaborazione del tutto spassionata dei vari elementi in gioco, invece si acchiappano dei pensieri che non sono propriamente roba nostra, li si adatta al caso, si emette il giudizio. Questo capita spesso perchè il pensare in proprio è difficile, anche su internet, si legge qualcosa qua e là, (pensieri non nostri) ci si fa un'opinione (quella pilotata dagli altri) e si giudica convinti che sia tutta farina del nostro sacco.... |
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Concordo con Red, nel momento che si emette un giudizio, finisce il lavoro mentale associato a quel pensiero. Emettere un giudizio è porta fuori il pensare di quella cosa e pensare equivale a dispendio di energie mentali. La maggior parte delle persone emette giudizi perchè non ha abbastanza energie (o non è abituata) a pensare. E' meno oneroso emettere giudizi perchè essi fermano il lavoro mentale a favore dei giudizi indotti e preconfezionati. Come dire, quel giudizio su quella cosa mi convince (senza troppo ragionarci) e mi sento di aver risolto il dubbio, posso continuare a dormire.
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Faccio un discorso riferito alla mia persona alla luce di quanto è emerso stamattina dopo una buona dormita e mal di testa feroce scomparso. :@@ E' meno oneroso secondo me quando di energia se ne usa poco o parziale. Se io voglio fare a meno di usare quella maschile, sto saltellando con una gamba sulla montagna, ovvio che non c'è la posso fare così cerco una soluzione per evitare di arrivare alla soluzione che è meglio avere due gambe. Mi fermerò per giudicare che il percorso non è interessante e bla bla bla e tornerò indietro soddisfatta. Il pensiero costruttivo implica l'uso corretto delle proprie energie. Credo dietro ai giudizi ci sia anche un bisogno di difendersi dalla propria incapacità di affrontare cosa c'è dentro. Se io vedo il problema stare nella gamba sola non posso più giudicare il percorso poco interessante, sono io a non essere in grado di percorrerlo. Ora dovrò affrontare la mia gamba/problema. Nell'attimo in cui prendo coscienza smetto di giudicare. Spesso giudico proprio la cosa che vorrei di più per me ma inconsciamente mi nego, un pò come la volpe con l'uva... Il giudizio è qualcosa che indica di non essere ancora pronta a vedere in me stessa quando mi si para lo specchio davanti. |
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Un giudizio (o una opinione etc, in questo senso e solo in questo, sono uguali) è la forma che diamo a dati che abbiamo o che a volte supponiamo di avere (giudizio affrettato, errato etc). Questa forma può essere emessa usando come veicolo parole, immagini etc... Anche il pensiero può essere emesso usando dei veicoli (quindi non in forma originale), ma questo è un livello successivo al pensare, è l'espressione, la comunicazione etc... Quindi tornando all'aforisma il vero pensare è difficile, tra le altre cose un vero pensiero non può mai essere uguale ad un'altro pensiero. Un pensiero si può copiare, duplicare etc.. ma l'originale è uno le altre sono copie più o meno fedeli. Un giudizio invece si appoggia a dati che abbiamo raccolto (o che immaginiamo di aver raccolto o che pensiamo possano esistere) che elaboriamo e riemettiamo dopo avergli dato la forma che ci pare migliore. Capirete che la cosa è ben più facile, metaforicamente è come la differenza tra un architetto che deve da un terreno vuoto costruire una casa e un muratore chiamato a spostare di mezzo metro un muro. Tra l'altro possono esistere due o più giudizi (e anche opinioni etc) uguali. |
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Se dico che non sono d'accordo esprimo un giudizio che non e' solo la veste che do' ad uno o piu' dati in mio possesso attraverso una certa forma . E' un'elaborazione di quei dati , l'esito di una contrapposizione di quei dati , fino alla sintesi che nasce dall'uso del pensiero , della logica . Come accade con quello che sto scrivendo che e' l'elaborazione ed il confronto del dato costituito da quello che hai scritto con altri dati in mio possesso . Il pensiero sfocia in un giudizio . Per questo mi chiedevo se fosse possibile un pensiero aperto senza giudizio . Se dico l'acqua del mare e' calda esprimo un giudizio in base ad un confronto della temperatura attuale con quella abituale del periodo o con quella di un mese fa . Il pensiero e' concluso dal giudizio . Finche' dico che l'acqua un mese fa aveva 20 gradi ed oggi ne ha 25 , penso e basta . Se aggiungo e dico che oggi e' piu' calda concludo il pensiero con un giudizio che e' l'elaborazione di quei dati . Nel giudizio c'e' di piu' che non l'aver comunicato con una certa forma quei dati che avevo pensato . |
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Aggiungo ancora che e' vero che il difficile sta nella raccolta dei dati cioe' nel pensare ma non sempre e' cosi' a volte e' il contrario , e' difficile giudicare cioe' scegliere tra piu' soluzioni . Vi ricordate del film la scelta di Sofie ? Una mamma aveva due bambini in braccio e doveva consegnarne uno ai soldati tedeschi che lo avrebbero messo su un treno per deportarlo nei campi di concentramento ...... |
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Comunque il fatto che sia certo non toglie che il giudizio sia un plus rispetto alla raccolta dei dati . |
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Un pensiero reale non nasce mai spontaneo. L'idea può nascere spontanea. |
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Non riusciamo nemmeno a smettere di pensare per più di qualche secondo, figuriamoci controllare un pensiero volontariamente.... Ogni pensiero nasce da un'associazione precedente, credere di essere i veri controllori dei nostri pensieri è la più grande illusione. L'idea o l' ispirazione hanno la stessa origine dei pensieri... Dimmi, chi è che pensa ? |
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Mentre l'idea che e' la concettualizzazione di un'immagine e' invece spontanea . |
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Tutti i pensieri sono reali. Alcuni sono meccanici nel termine più comune, ovvero automatici, ma cosa li distingue da quelli che definisci come veri ? Credo tu intenda controllati dalla propria volontà, creati da noi consapevolmente. Ma cosa è per te la volontà ? Chi è che pensa ? Non c'è un io che pensa , quello è solo l'ego che crede di essere l'autore del pensiero. Quelli che chiami pensieri veri sono solo pensieri pù sofisticati e meno compulsivi, ma nessuno può controllare i suoi pensieri, è pura illusione. |
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Detto questo, concordo nel ritenere che la capacità di pensiero dell'uomo medio sia bassissima e che la maggioranza vada avanti per associazioni di idee, ma non per questo non esiste, almeno in potenza, la capacità di creare un pensiero vero, autonomo, che trascende/spezza le catene vecchie per crearne di nuove. Dici che non si può controllare "quello che arriva" (perchè è questo quello che intendevi, almeno credo) e ti risponderò che in parte è vero, ma in parte dipende anche da noi, dalla nostra inclinazione, dalla capacità di attirare (per affinità) determinati pensieri invece che altri. La calamita attira il ferro ma non il legno, così come un Santo attira pensieri diversi da una persona disonesta. Assodato comunque che non possiamo controllare al 100% quello che arriva (anche al Santo arrivano le tentazioni) possiamo però discernere, scartare i pensieri buoni (per noi) e scartare i cattivi. Poi con quelli buoni possiamo lavorare, e qui interviene il pensiero. Insomma siamo radioline che captano in continuazione pensieri non nostri che viaggiano più o meno sulla nostra lunghezza, ma se la radiolina capta, significa che può anche trasmettere. E chi trasmette? |
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Quello che stai facendo tu qui in questo 3d giusto o sbagliato che sia e' un pensare reale non spontaneo e' un'elaborazione rispetto al concetto di pensiero che e' una delle funzioni della psiche . In questo caso l'oggetto elaborato dal pensiero e' la stessa funzione pensiero . E' vero che non hai ben inteso il senso di ''reale '' come lo intendeva Uno per distinguerlo da quello meccanico che nulla aggiunge al dato gia' in nostro possesso ma e' comunque un'elaborazione Tua non spontanea un tentativo di arricchire la conoscenza di un oggetto . O forse stai solo esprimendo suggestioni assorbite da qualche fonte che riporti in modo automatico ? Non credo no? Credo che hai elaborato Tu quello che esprimi qui . Diverso invece il ritenere di pensare ed invece assuefarsi ad un pensiero di cui s'e' fatta abitudine tipo e faccio solo un esempio non c'e' lavoro per i giovani neo laureati o al sud non c'e' voglia di lavorare , l'Italia e' solo spaghetti e mafia ecc.ecc. |
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IL pensiero è pensiero, l'azione è azione. L'uomo non è libero di pensare e non è libero di agire. L'uomo non può creare un pensiero in completa libertà, perche quando crea lo fa in dipendenza di ciò che è nella sua completezza. Ciò che l'uomo è, è la conseguenza delle sue esperienze ed eredità, ovvero dei suoi condizionamenti. Creerà nell'unico modo a lui congeniale anche se ha l'illusione di essere lui a decidere come. La calamita attira il ferro perchè è la sua natura. IL legno ha un'altra natura. Entrambi infatti non sono liberi di agire. Anche per noi è così, ma noi abbiamo l'illusione di esserlo. Sulla base di cosa discerni ? Discerni sulla base di ciò che sai e della tua natura intima. Quindi non hai alcuna libertà, discerni per quello che ti è concesso. La radiolina capta e trasmette, è vero. Ma sono cose che può fare anche una macchina, ..la radio per esempio... Non serve essere liberi per captare e trasmettere. Libertà sarebbe poter decidere come trasmettere a proprio piacimento. Noi in realtà invece trasmettiamo in funzione del nostro totale condizionamento. Chi trasmette ? Esiste solo la coscienza.... |
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Ciò che io elaboro come lo elaboro ? sulla base di cosa ? Elaboro in base alle informazioni che ho e in base alla mia natura, tutti condizionamenti. Non posso che elaborare che in un unico modo nel momento unico in cui elaboro. Dove sta la mia libertà ? Sono libero solo in apparenza o in relazione ad un concetto relativo di libertà, ma non lo sono in senso assoluto. La differenza tra pensieri spontanei vaganti e quelli che definiamo controllati, gestiti o creati da noi è solo un fatto di concentrazione, ma nella sostanza tutti i pensieri sono reali e spontanei (nel senso che non dipendono da noi) Ma qui bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intende per noi.... Chi è che pensa ? |
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Quello che chiami condizionamento del pensiero e' il normale rapporto di influenza che c'e' tra soggetto ed oggetto mentre tu poni invece un problema che attiene alla liberta' di agire o di volere . Temi questi di vecchissima data e che hanno fatto arrovellare i pensatori d'ogni tempo ma che vanno tenuti distinti . Non c'e' dubbio alcuno che il soggetto sia influenzato e se vuoi condizionato dall'oggetto .E' inevitabile . Sono nate religioni e filosofie per tentare di annullare o limitare questo rapporto che e' inevitabile finche' stiamo in questo mondo . La mistica ne e' un esempio ed e' la fusione tra soggetto ed oggetto ma non e' un pensiero ma uno stato dell'essere . Il pensiero e' sempre legato all'oggetto il un particolare rapporto . La differenza tra pensiero reale e pensiero non autentico poi e' questione che riguarda i contenuti e la qualita' del pensiero . Quindi riepilogando , la riflessione prima ed il pensiero poi sono funzioni della psiche che elaborano l'oggetto creando un'immagine interna di esso . Questa elaborazione dipende dai molti fattori che attengono a come ogni singolo individuo per propria costituzione si pone rispetto l'oggetto . La liberta' come dicevo invece riguarda la volonta' e l'agire ma il problema e' diverso dal pensare . I contenuti del pensiero invece attengono alla qualita' del pensiero alla sua evoluzione , al legame tra piu' oggetti pensati e alla loro elaborazione . Rispondendo alla tua domanda non c'e' dubbio che pensa il soggetto e che i contenuti del pensiero sono elaborazioni , psichizzazioni dell'oggetto . Ah un'altra cosa : non e' vero che sono un atto scontato i tuoi pensieri , tu rispetto ad un'oggetto avrai pensieri del tutto differenti da qualsiasi persona di questo mondo perche' non c'e' una psiche uguale ad un'altra . Quella che chiami l'unica elaborazione che hai a disposizione e' la parte autentica del tuo essere poi la '' liberta' '' di pensare altro non e' una questione di liberta' ma di cambiamento del tuo essere che cambia i tuoi pensieri . La liberta' di agire e' altra cosa ancora : io posso avere i migliori pensieri del mondo ma essere costretto ad un solo agire . |
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Se io potessi pensare a ciò che voglio e quindi creare un nuovo pensiero vorrebbe dire che sono libero di farlo. Se invece il pensiero fosse solo spontaneo sarebbe indipendente dalla mia volontà e quindi un automatismo. E' in questo senso che pongo il problema del libero arbitrio anche nel pensare. Contenuto e qualità del pensiero sono aspetti del pensiero che servono a catalogarli quanti-qualitativamente, ma non c'entrano col fatto di essere più o meno reali, spontanei o creati volontariamente. Libertà e volontà c'entrano se vuoi dimostrare che il pensiero non nasce sempre spontaneo. Se il pensiero non è spontaneo tu devi poterlo controllare, che significa crearlo da te e questo implica volontà e libertà. In caso contrario il pensiero nasce spontaneo. I pensieri sono scontati nel senso che non possono essere diversi da come vengono. Se non lo fossero tu dovresti poterli creare a piacimento e per questo ci vuole la volontà e la libertà. Tu puoi avere i pensieri che ti vengono e agire di conseguenza solo secondo la tua "programmazione" |
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Meglio e' errata la premessa da cui parti e cioe' che ti dovrebbe essere data una possibilita' illimitata di pensare e questa illimitatezza l'associ erroneamente alla liberta' dicendo che non c'e'. Al contrario nell'ambito dei tuoi limiti la liberta' c'e' . Invece tu ne trai la conseguenza errata che non sei libero di pensare cio' che vuoi . Pensare e' come mangiare , non puoi impedire che ti venga lo stimolo di mangiare , cosi' come non puoi impedire alla tua psiche di pensare . Cosa pensi invece e' un problema di contenuti ed i contenuti variano al variare dellle elaborazioni degli oggetti di cui disponi . Se elabori un pensiero relazionando piu' oggetti , questo e' gia creare un pensiero diverso da quello che avresti se avessi a disposizione solo una valutazione semplice su un oggetto solo o sugli oggetti singolarmente presi . Questa e' liberta' di pensare nel contesto che ti appartiene e servendoti dell'istinto creativo che ci appartiene . Se vedo un tramonto posso dire che il giorno e' finito ma posso associarlo al morire del giorno ed al morire ed al rinascere della mia esistenza al di la' della morte fisica ecc.. Questo pensiero e' una mia creazione , una mia nuova elaborazione se non l'ho mai pensato prima . Se poi vuoi dire che non hai la possibilita' di pensare anche a quello che un astrofisico puo' pensare del tramonto del sole allora devo dire quanto in premessa cioe' che il presupposto da cui parti in ordine all'illimitatezza del tuo essere e' errato e di conseguenza e' errato tutto quello che segue del tuo ragionamento . |
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Nel particolare è vero ciò che in assoluto non lo è. Posso accettare che siamo un particolare di un tutt'Uno, e perderei motivazione a porgerti queste mie parole se credessi che siano frutto di mero automatismo, che c'è , ma diciamo magari solo al 99% nel mio caso. Pensare che quell'uno per cento è mio, mi basta per farmi spostare incontro a te. Lo hai detto tu stesso è vero che si è liberi relativamente qualcosa, ma sembra da come ti esprimi che non abbia nessun valore. Allora si dovrebbe in effetti precisare meglio il concetto di libertà che comunque tu non hai escluso del tutto mi pare.:C: |
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La volonta' o l'agire puo' essere libera o meno . In quel contesto dovevo dire che il pensiero e' ''reale'' o meglio creativo cioe' non spontaneo . |
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