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La Festa del Natale anticamente era la festa della nascita del nuovo anno solare; ancora oggi lo può essere per chiunque sviluppi questa sensibilità verso la natura. E’ un periodo di 12+1+12 giorni di profonda esperienza: parte da S.Lucia e si conclude all’Epifania. Dal solstizio d’estate fino a S.Lucia il giorno si chiude alla luce sempre di più, sia all’alba che al tramonto e gli esseri sperimentano la paura che il sole scompaia. Ma a S.Lucia, il 13, si inverte il tramonto: la sera, che fino a quel momento calava sempre prima, dal 13 riprende a crescere. Ma l’alba no, essa si invertirà solo il 6 gennaio, all’Epifania. A S.Lucia si sperimenta una speranza: la prima vittoria del sole sul buio, e all’Epifania la vittoria completa. 12 giorni dopo S.Lucia si arriva al 24, in cui il risorgere della luce al tramonto vince sul suo morire all’alba, e il giorno comincia ad allungarsi. Ecco la Festa della nascita, il 25, Natale! 12 giorni ancora e si è all’Epifania. Quindi in questo percorso che inizia la notte di S. Lucia si comincia a sentire una sensibilità nuova, un calore ed energia che dobbiamo conquistarci passo dopo passo. Ora che Natale è passato e la nascita è avvenuta, non possiamo abbandanore il bambinello ma va cresciuto ed allevato con amore, con lui dobbiamo attravesare il deserto e superare le tentazioni (la quaresima) per arrivare al periodo pasquale in cui nasce l'uomo nuovo, nel primo plenilunio che segue l'equinozio di primavera (21 marzo).... E questo è rappresentato dall'uovo che si schiude per far venire alla luce la nuova vita, e attraverso la morte e risurrezione di Cristo, è stato fatto il passaggio. Da quel momento in poi è tutta una crescita di luce e di calore del sole e anche la natura rinasce, ma il percorso continua, la prossima tappa è la Pentecoste, 50 giorni dopo la Pasqua... fiori.gif |
Non caspisco davvero, è da tempo che sfoglio un almanacco astronomico e seguendo le ore di luce e buio...non corrisponde a ciò che asseriscono Sole e Stella (su S. Lucia e l'aumento della luce solare) a cui per carità credo, ma perchè questa divergenza? A me da quell'almanacco risulta l'aumento della luce dal 27 di dicembre. Qualcuno mi può aiutare?
Ho persino pensato che il riferimento possa essere ad una Luce interiore, e che si faccia riferimento allo Spirito Cristico. Potreste chiarirmi? |
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Il fascino misterioso della dodicesima notte, quella dell'Epifania, ultima del periodo natalizio, ha da sempre avvinto ed incantato le genti d'Europa assieme a quelle del Mediterraneo e del vicino Oriente e a questa notte è legato il folclore nelle sue tradizioni ed espressioni più remote.
Si dividono però queste in due distinti filoni: uno chiassoso, burlesco e saturnale basato su una baldoria che è già carnevalesca; l'altro ritualistico, ieratico, a mezzo fra il magico e il sacro che sa di antichissime liturgie e odora ancora di Avvento e di Natale. I fuochi epifanici del Friuli, i "Pignarûi" o "Palavins" appartengono a questa seconda corrente, ma nella loro solenne semplicità risultano, a differenza di altre tradizioni natalizie dell'Europa centro-settentrionale, scevri "di diavoli goffi e di bizzarre streghe", fedeli ad una ritualità trimillenaria che fu indubbiamente, ed anche profondamente, celtica, ma le cui origini si perdono ben oltre la notte dei tempi, sicchè nella notte dell'Epifania, la campagna friulana sembra di nuovo un firmamento capovolto, come ai tempi dei Longobardi, dei primi Romani e di chi prima di loro abitò queste contrade. nella manifestazione dell'Epifania Friulana rivive la particolarissimo "liturgia del fuoco" con una lunga, e intensa vigilia. Al tramonto, nella giornata del 5 gennaio i "Pignarulârs", gli uomini impegnati nell'allestimento delle cataste e delle pire, che si preoccuperanno anche dell'accensione dei falò sui monti, sui colli, nelle borgate, si troveranno sul palco della rievocazione storica per ricevere dal "Vecchio venerando" il fuoco per l'accensione del "Pignarûl" epifanico, a ricordare che, anticamente, nella serata del 5 gennaio, dopo la benedizione dell'acqua santa, i ragazzi attingevano al braciere sulla porta della chiesa, la fiamma del fuoco benedetto ed accompagnavano il "Vecchio" della borgata a dar fuoco al "proprio" Palavin. I "Pignarulârs" in folto corteo illuminano le strade con la loro festosa fiaccolata a richiamare gli antichi cortei che dalle chiese si muovevano verso le cataste dei borghi e dei cortili, pronte per i falò - in Friuli ed in Carnia dopo l'acqua santa dell'Epifania. La fiaccolata si conclude con la spettacolare corsa dei carri infuocati dove i rappresentanti delle varie borgate si cimentano nella conquista del "Palio dei Pignarulârs". L'impegnativa e variopinta giostra precede l'accensione del "Pignarûl" del pomeriggio dell'Epifania. Allora, sul far della sera del 6 gennaio, avvincendo la folla fin dal primo apparire, il corteo storico, ricco e fastoso, lo trascinerà dietro di via in via, di piazza in piazza a ricordare antiche Epifanie medievali. Il Vecchio Venerando, figura simbolica di nonno e di narratore, stimolato dalla presenza dei bambini che lo circondano, riprende a raccontare un fatto storico, quello di una solenne investitura feudale da parte del reverendissimo patriarca di Aquileia. La cerimonia ebbe luogo effettivamente verso l'anno 1290. Sul finire del racconto il Vecchio Venerando chiude il "Libro della storia" e richiama alla memoria dei presenti la tradizione cristiana dei tre Magi d'oriente. Riassumerà allora il Vecchio la sua antica funzione sacerdotale di capo borgo, molto simile a quella del capo famiglia ebreo nella celebrazione della Pasqua e nel ricordo dell'Esodo; inviterà tutti a seguirlo lungo l'erta di Coja - fiaccole alla mano - per rinnovare gli antichi riti. Lassù, presso i ruderi del vecchio maniero, da dove l'occhio può allargare fino al mare, accenderà il grande falò, il "Pignarûl Grant", sacerdote druidico d'un fuoco propiziatorio e, mentre festanti fanciulle e giovanotti e uomini e donne lanceranno i loro sguardi verso la vampa, il Vegliardo si farà augurare a profetare dal fumo l'andamento della nuova annata:"Se 'l fum al và a sorêli jevât cjape 'l sac e vâ a marcjât". (Se il fumo volge a oriente al mercato col sacco andrai continuamente), ma "Se 'l fum al và a sorêli a mont cjape 'l sac e vâ a pal mont". (Se il fumo piega al tramonto emigra col tuo sacco per le vie del mondo). |
grazie Stella... la magia della notte da te descritta si percepisce nelle tue parole, mi sembrava di essere tra quei falò, o meglio come descrivi tu "in quel firmamento capovolto"... bello davvero :-)
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Grazie Stella, anche questa di tradizione non conoscevo ed ha molto di quella dei fuochi di San Giovanni in giugno nel centro Italia.
Si dice che l'Epifania tutte le feste si porta via... eppure si accendono fuochi a ricordare quel Fuoco, quel bambino nato. |
Quand'ero piccola abitavo sotto ai monti di Asiago (più o meno ma bon..rende) e capitava una cosa simile, partiva una specie di corteo che toccava tutte le contrade con un carretto ( però ho ricordi vaghi) con delle persone che per tutto il tragitto battevano con dei mestoli su delle pentole e sui coperchi facendo un gran chiasso, poi radunate le persone in piazza dove c'era un enorme mucchio di paglia e/o legna non sò più, c'era un tipo che diceva qualcosa (immagino fosse riferito al bruciare la vecchia, anche se il senso era quello di salutare l'anno passato) e poi appiccava il fuoco.
Ricordo un anno che mi è rimasto molto impresso perchè avevano fatto il falò a sembianza umana...ma mi sà che ero più grande ed era altrove... Bon, chiederò ai miei, grazie per questo riaffiorare di ricordi Stella abbraccio: :C: |
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Tiro sù questa discussione perchè se è vero che siamo a dicembre. quindi un pò indietro rispetto al percorso, potrebbe esserci qualcosa sicuramente di buono da recuperare ancora. Ci stiamo avvicinando al 7 dicembre, dopo lo spiraglio di luce dell'11 novembre questa dovrebbe essere la data dello "scontro" più forte con i dèmoni. Scontro che se viene vinto, dando da mangiare al demone più forte?, ci prepara all'Immacolata Concezione. Ma che cosa significa essere in grotta? Esiste già una discussione in simboili ma mi piacerebbe collegarla qui. Per me significa entrare nel proprio profondo, nel mare dell'inconscio, nei pensieri che abitualmente non esploriamo. Stavo riflettendo su quell'avere fame e freddo. Una privazione di che cosa se siamo nel nostro mondo interiore? Delle nostre sicurezze? Delle nostre abitudini e dei riscontri che normalmente abbiamo nella realtà? leggo.gif |
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Si, riflettevo però che è anche una sorta di stasi, di sospensione, di distaccamento dal quotidiano, dal continuo movimento.
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Ed io ti prendo e ti riordino... dillà diavolo.g: abbraccio: |
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