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Ovvero se sei caduta in una buca e se non ti tiravano fuori e pensi che eri ancora lì....vuol dire che non hai elaborato quel che ti è successo o che l'hai fatto ma non sei convinta che l'averlo fatto ti ha cambiato prospettiva e quindi da lì l'ansia ....e quindi andando in giro con l'ansia ti becchi botte in testa perchè sappiamo tutti cosa fa...annebbia il normale svolgersi delle funzioni e se viaggi in quello stato altro che botte puoi prendere ma se sai che è l'ansia che ti può far arrivare le botte in testa allora devi prima agire sull'ansia per farlo devi andare ancora secondo me al problema mente che devo comandare io e no lei me. Momento presente...fare con tutto se stessi fino a che si realizzerà un giorno il qui ed ora e la capacità di restarci a volontà, perchè soluzioni alternative per ora non le vedo. Per quel che dice sui vari dolorini o acciacchi che agli inglesi paiono strani, sapessero loro come paiono strani e di più sempre per esse loro a noi diavolo.g: E' vero comunque come dici che meno ci si da retta e meglio si sta insomma è il discorso del distacco da...belle parole per ora perchè a me è capitato di aver mal di testa per anni ed anni dopo mangiato mi veniva senza motivo apparente (intolleranza a cibi) e non prendevo mai niente ma continuavo a fare le attività che dovevo, poi un giorno un medico disse che era cosa stupida ed ho iniziato a prendere la pillolina magica per il mal di testa e quella ha diminuito la mia resistenza al mal di testa. Quindi aggiungerei al distacco la resistenza. E qui in effetti mi ricollegherei a quanto dici sui bimbi al rinforzare il sistema immunitario a forza di infezioni risolte e via discorrendo. Alla domanda finale risponderei sempre con dipende dal caso: Se la buca è una buchetta se la buca è una grossa buca se la buca è una voragine se la buca è un buco nero nella prima è una prima esperienza che da un frutto la seconda anche con altro frutto la terza mi sa che è ancora un'eseperienza con un frutto la quarta mi sa che è la fine delle buche icon_mrgr: Ciò che non ammazza ingrassa e ciò che ammazza ingrassa i vermi diavolo.g: |
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E' ovvio che nell'esempio preso letteralmente dovresti essere, per ipotesi, ubriaco fradicio e magari mentre ruzzoli nella buca, credi di stare ancora camminando. Anche in senso figurato, potrebbe accadere che alcune parti id te non si rendono o non vogliono rendersi conto del gorgo in cui si stanno cacciando, o sottovalutano la profondità della buca o credono di averla superata di slancio mentre ci sono caduti in pieno, potresti scambiare una caduta potenzialmente rovinosa, per un semplice inciampo ecc ecc Magari dall'esterno è facile rendersene conto, spesso vedo persone che si intortano con se stesse per negare cose piuttosto evidenti, chissà quante volte lo faccio anche io... Allo stesso modo, chiedo, sarebbe anche possibile essere già uscito dalla buca e credere di essere ancora dentro? |
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Torno un momento indietro
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Oppure all'esempio di Daf dei bambini gattoni? Io conosco due fratelli (maschio e femmina) anni fa sposati entrambi divennero genitori più o meno nello stesso periodo. Il figlio del maschio messo in una campana di vetro (i genitori si pulivano le mani con le salviette igienizzanti prima di prenderlo in braccio) l'altro curato ma lasciato libero di giocare etc... Beh il primo cugino stava sempre male, il secondo gli dovevi sparare per fermarlo. Citazione:
Non sto dicendo che sia bene saperlo o non saperlo, cerco solo di portare avanti il discorso esplorando le possibilità. |
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Quindi non è chiaro messo come lo hai messo. Però forse ti riferisci al lavaggio del cervello come si definiva una volta...del tipo copriti che prendi freddo, mettiti la sciarpa, non sporcarti, non mettere in bocca perchè è sporco, lavati le mani prima di mangiare etc che era tutto legato alla loro di ansia mica ad attenzione a noi ma se ti ammali poi mi rompi le palbip e ti devo curare e poi sto male perchè le malattie non so come affrontarle e non voglio avere problemi che già ne ho abbastanza non voglio anche i tuoi quindi non vivere e se vivi non farlo troppo in modo che non ti succeda niente e io non mi debba preoccupare anche per te tu devi darmi solo gioie e farmi stare bene e sopratutto farmi sentire amato e accudirmi quando starò male a 90 anni. :bleah: Vprotest.g:Viva i selvaggi e gli istinti allora? Disintegriamo new_2guns:il super io? |
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L'esempio estremo da questo punto di vista che posso citare è di alcuni disadattati che vivono nel mio paese, gente che si ciba di cose trovate tra i rifiiuti, che indossa sempre la stessa maglia d'estate e con la neve, eppure le vedi sempre in giro in buona salute, in alcuni casi parliamo di ultra settantenni, probabilmente non hanno mai preso un antibiotico, malox e company non sanno manco cosa siano. Allo stesso modo, in piccolo, rispetto a molte persone che conosco tendo a non "alloffiarmi" al primo dolorino, in vita mia non ho mai preso un'aspirina, un malox ecc, e sono sempre più in forma degl altri... Sono più in forma e quindi non prendo niente o sono più in forma anche perchè non prendo niente? Per tornare all'argomento sapere/non sapere, l'esempio che facevo prima in parte dovrebbe far propendere a favore del sapere: se il corpo, il sistema immunitario "sa"cosa deve combattere, ne ha esperienza reagisce in un modo, entro certi limiti ovviamente, se "non lo sa" perchè arrivano subito gli antibiotici a fareil suo lavoro, o l'antidolorifico a impedirgli di fare esperienza piena del dolore, rimane sempre un sistema immunitario "depresso"... |
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Facciamo comunque un'esempio ipotetico: dopo essere ricoverato all'ospedale per un malore i medici scoprono che sono malato di tumore e mi danno 6 mesi di vita. I parenti sono informati del mio stato di salute, ma essi non mi informano sul mio vero stato. La prognosi è accurata e dopo 6 mesi effettivamente muoio. Ora chiedo a te: (a parte il fatto che sia stato un bene o un male per me non conoscere la verità) è giusto che ne sia stato tenuto all'oscuro? Parlando dell'argomento alcune persone mi hanno francamente risposto che per loro era meglio vivere nell'ignoranza. Io francamente ti rispondo che se dovessi sapere dell'"inganno" qualche giorno prima di morire come minimo mi arrabbierei con i parenti. Il fatto che mi arrabbi dipende dal fatto che non posso sopportare le menzogne dette a fin di "bene" e che qualcuno in fin dei conti faccia i calcoli e decida al posto mio. Pensandoci ancora meglio quel diritto me lo sono arrogato anch'io (a torto) in altre situazioni (non quella citata sopra) della mia vita. Nel caso specifico del giornalista potremmo anche ipotizzare che il nostro sistema immunitario ha già il pilota automatico. Se vogliamo fare qualcosa di utile dovremmo agire con lo scopo di aiutarlo a rimetterci in carreggiata, ma la nostra mente spesso ci fa fare cose che lo ostacolano. Piuttosto che fare danni a volte è meglio non fare nulla. Inutile dire che anche la ns. parte irrazionale ed emotiva gioca un ruolo non indifferente nei riguardi della salute. Siamo emotivi? Forse è meglio non sapere di che morte moriremo. Siamo dei rettili? Forse è meglio saperlo. |
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In famiglia abbiamo due esempi di non sapere lui razionale non ha saputo ma penso che abbia comunque intuito verso la fine...chissà poi ci siamo domandati se non sarebbe stato meglio dirglielo avrebbe chissà potuto fare delle scelte... La seconda non lo sa ed emotiva vive bene fa controlli e il suo spirito è sempre alto proprio perchè non corrotto dall'emotività che non saprebbe gestire inquinando l'animo di questa persona. Forse, mi veniva da dire che bisognerebbe fare testamento anche di questo...ma poi come si fa a dire cosa si vuole se poi non lo si sa sopportare? Si fa presto a voler sapere per cuiriosità ma non basta bisogna aver imparato a prendersi la responsabilità di quel che si è voluto sapere....o forse anche del non sapere? Ma tutto dipende come ha dett bene Enoch dal proprio sangue freddo l'unico che può aiutarti a vivere ancora decentemente dopo aver saputo..... A mente fredda, ovvero non ancora dentro la situazione, uno può dire: ah si lo vorrei sapere perchè così farei quello che non ho mai avuto il coraggio di fare, ma poi è una balla perchè se non lo hai fatto prima è perchè qualcosa al tuo interno te lo ha impedito lo hai spostato solo fuori per vederlo ma lo hai dentro il blocco. Allora? Allora alla fine è meglio non sapere anche se la tendenza oggi dei medici è quella per via della privacy di voler comunciare solo con il paziente bella roba non voglio fare dietrologia ma non sarà che così.......vabbeh Secondo me se non hai imparato a gestire le tue problematiche sapere di una malattia mortale non fa altro che peggiorare le cose la mente va in loop e non parlo per sentito dire toh stavolta griselda ne ha esperienza toh va che strano....manata.gif a me è capitato anni fa di credere di dover morire e posso assicurare che fino a che l'ho creduto sono andata in loop quasi da farmi saltare il sistema nervoso, gli ho dato solo una sbruciacchiata icon_mrgr: menomale :H ma tant'è! Poi chi vivrà vedrà come si soleva dire :) |
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Però, per quanto interessante e forse approfondibile altrove sia il problema etico che hai sollevato credo che la questione della buca sollevata da Uno non preveda che qualcuno lo sappia e te lo dica o meno. Il punto di vista è incentrato sulla dualità soggetto-buca e cosa è meglio per il soggetto. Se c'è un terzo che sa della buca se la deve giocare lui e secondo me, come ho detto, dal momento che lo sa non può esimersi dal dirglielo soprattutto se è una figura preposta alle buche. Questo a meno della specifica istruzione contraria data a priori che lo solleverebbe dalla responsabilità facendola ricadere su chi ha dato l'istruzione. |
Parliamo di buche ma mi sa che vale anche con le discese, no?
Quando sò qualcosa quel qualcosa che sò influenza quello che farò, è inevitabile, nel poco o nel tanto. Credo che di fondo il cadere nelle buche ti permette di far crescere quel fantastico senso di "poter farcela". Anni fà sentivo spesso una massima che oggi purtroppo è caduta nel dimenticatoio, probabilmente per la sua connotazione religiosa, "nessuno porta una croce più grande di quel che può sopportare". Mi faceva arrabbiare tantissimo, la vedevo come un arrendersi all'inevitabile sfortuna invece oggi credo che ci sia un messaggio estremamente positivo. Alla fine quale che sia la strada che facciamo sassi rami buche e dirupi li troviamo per forza, ormai già lo sappiamo ed è proprio questo, per me almeno, che diventa un blocco. Sò che così come cammino mi farò male, perchè non stare placidamente ferma a vedere cosa succede? Mi prendo un'aspirina per l'anima, che siano libri o discussioni o chiacchere con lo psicologo o con qualche buon amico...ho visto il buco, conosco il buco, ci sono dentro o fuori o vicino non ha importanza io vedo solo il buco non so dove sono...vabbeh...dafnese, vi mancava eh?icon_mrgr: Per anni, quando ho avuto l'occasione di sbirciare il mio futuro mi son sentita dire che avrei fatto un certo incontro...non è mai successo e oggi mi chiedo quanto io stessa ho influenzato il futuro sapendolo perchè come diceva il protagonista di Next (ve lo ricordate?) il problema con il futuro è che appena lo guardi cambia... Tornando alle malattie, Grii, sospetto che una volta innescato il meccanismo sia piuttosto difficile far retromarcia, se hai imparato a soffrire fisicamente molto di quel che non vuoi vivere nella psiche l'antidolorifico ti tocca, mica si può morire ;) soprattutto se non credi che sia possibile guarire senza quel certo processo, ti fai male aggiuntivo a gratis per niente. E l'ansia diventa una fantastica aggravante, è vero, ma sei tu che crei la tua ansia Gri, non lei che crea la tua malattia, tu puoi gestirla, io posso gestire la mia...il problema non è nemmeno la volontà mi sà, il mio problema perlomeno è trovare quel perchè che mi dia la giusta spinta. Mah |
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Quindi ti rigiro la domanda di Uno così: quando sai di cosa morirai (senza però conoscere il quando) che fai? Nella metafora infatti sappiamo che c'è una buca piuttosto che un serpente, o un leone, ma non sappiamo quando e infatti bisogna tenere gli occhi aperti. |
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:C: |
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Guarda, prendi con le molle sta cosa che sto per dire ma pensaci su. Sono convinta che abbiamo imparato a gestirla invece, nel modo sbagliato però icon_mrgr: Ma quel "sempre che io ci riesca" è già ansia. Salto nel buio Gri. Tu lo sai come fare. Credici. E quando ti spiattelli chiamami che ti passo i cerotti, ne ho fatto scorta ;) Io vorrei cantare al karaoke. Non ci riuscirò mai. Questo penso. Se solo mi avvicino alla possibilità mi parte una tale ansia che mi si gelano le gambe. Conosco il blocco, conosco il buco, lo evito. Perchè è liberatorio, è pura energia che scoppia e io l'energia non la sò gestire. Come non gestisce i microbi il nipote del capo. Troppo protette? Forse si, per amore o per dovere o necessità cosa cambia alla fine? Tocca a noi adesso. Il tempo è passato e non tornerà indietro, le occasioni perse sono perse, quelle sbagliate resteranno tali...de Mello diceva che la vita è quella cosa che ci capita mentre siamo impegnati a fare tutt'altro e ha ragione. Se sono impegnata ad ascoltare la mia gola che brucia ci penso, uso la mente ma se non ci penso eppure non ignoro l'avere il mal di gola qualcosa o qualcuno in me si mette all'opera per riequilibrare il sistema. Com'è sta cosa? E succede così con altro? Io comincio a credere di si. |
Stanotte pensavo al freddo. Avete mai fatto caso che le persone che si ammalano meno sono quelle che stanno con meno problemi al freddo o che addirittura il freddo lo cercano?
Scherzando una mia amica anni fà mi ha detto che il freddo uccide i batteri icon_mrgr: però anch'io nel tempo ho visto che meno cerco il caldo meglio stò. Il freddo ti fà muovere, se il caldo non ce l'hai dentro hai voglia di maglioni che devi mettere..anzi...più ne metti meno ti scaldi.leggo.gif più ti copri meno ti muovi, pare esserci sempre in mezzo stà cosa.. Un pò come accade con l'attenzione...o è un paragone troppo tirato? muble muble |
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E per quella dovremmo prepararci. Come la persona dell'esempio potrebbe allenarsi a saltare le buche. Prima o poi ci cadrà ma più allenata è e più buche potrà saltare prima di caderci dentro. Se dovessi morire di un altra cosa a parte la vecchiaia essa sarà un imprevisto, e con gli imprevisti non si può fare nulla. Al massimo quando mi capita ti farò sapere... se sarò in grado di rispondere. |
Posto che a prescindere ci sta il discorso che un pò tutti avete fatto sulla soggettività dell'individuo, il nostro ragionamento dovrebbe concentrarsi su come ci rapportiamo in quel range di spazio/tempo che va dal qui e ora al quando e dove c'è un pericolo per la salute.
Per riprendere dei concetti che stiamo trattando in altri 3d, se io so che esiste un possibile problema (in cui posso o non posso cadere) è facile che mi polarizzi verso quel problema e che magari ci vada a sbattere anche se non vi ero destinato. Il discorso cambia quando appunto il problema esiste ed io sicuramente ci dovrò andare a sbattere, la mia filosofia in generale è quella del detto: "Se c'è rimedio perchè ti arrabbi? Se non c'è rimedio perchè ti arrabbi?" questo ovviamente non significa non fare nulla ma neanche fermare tutto il mondo (il mio o anche quello altrui) da adesso a fin quando l'evento si presenterà. Insomma le cose da mettere sulla bilancia sono in un piatto la percentuale di possibile risolvimento del problema e sull'altro piatto le risorse che spendendo per risolvere il problema non posso godere altrimenti. E' un gioco di azzardo spesso e volentieri e si sa che il banco vince quasi sempre, a volte non giocare è la vincita più alta. Invece se sai che tutti i biglietti venduti fino a quel momento non sono vincenti e sei vicino all'estrazione vale la pena di tentare. Insomma se io sapessi di morire a 86 anni non ci penserei fino a 85 anni passati, anche perchè quello che io potrei sapere per quanto potenzialmente sia preciso è fino all'ultimo modificabile ma se passo decine di anni a potenziare il potenzialmente..... |
Io sono del partito: non voglio sapere.
Non voglio sapere di che morte morirò né quando. Questo (come dice Uno) mi condizionerebbe a tal punto da modificare drasticamente la mia vita. Non voglio sapere che c'è la buca, perché l'evitarla potrebbe togliermi un potenziale insegnamento. I tarocchi. Quando ti fai leggere le carte, ti dicono un possibile futuro, ma appena ne vieni a conoscenza quel futuro diventa il tuo. Inconsciamente lavori per far sì che ciò che ti ha detto la chiromante avvenga. Sembra un paradosso, ma il conoscere il dopo ti blinda le possibilità che avresti con l'ignoranza del non sapere. Sto passeggiando e non so che c'è la buca, posso anche non caderci, come si. Ma sarei vigile ed attenta. Se so che la buca c'è, appena riesco ad evitarla mi crogiolo nella sicurezza di aver salvato la caviglia col rischio di non prestare attenzione al sucessivo pericolo. Se sai cosa ti succede, rischi di dormire per il tempo che trascorre dal qui e ora al quando accadrà... Tanto chi me lo fa fà? |
Se si sposta il concetto delle "tre scimmiette" (non vedo, non sento, non parlo) alle vicissitudini della vita in generale si incorrerebbe alla fine , come dice il mio amico Adam Kadmon (di cui riporto una sua citazione), in una situazione paragonabile a questa:
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Insomma Enoch.... quello di cui stiamo parlando non è di nascondere la testa sotto la sabbia ma di non allungare troppo il collo avanti e di non ruotarlo in diverse direzioni ed essere poi attirati verso quella più malefica.
Mi guardo intorno e statistiche alla mano vedo che c'è chi se ne frega che ha una salute di ferro e quelli che conoscono tutti i più complicati termini tecnici che ne hanno sempre una intorno. Il problema nasce per i primi solo quando hanno veramente qualcosa di complicato, li sono senza difese e rischiano veramente di morire per una stupidaggine. Ciò che gli evita di ammalarsi normalmente, cioè la convinzione di essere eterni ed indistruttibili è ciò che li rovina di fronte a qualcosa di serio. Quindi occorrerebbe, dal mio punto di vista, a volersi godere e a sfruttare al massimo la vita, una mediazione che sia tendente al menefreghismo in condizioni normali ma che sia pronta alla reazione in condizioni alterate.... cosa che poi non sarebbe buona solo per la salute. |
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Quello che non riesco ancora a comprendere pienamente è il meccanismo che stai descrivendo , cioè che il venire a conoscenza di qualcosa di negativo alla fine dei conti è più facile che ci danneggi piuttosto che al contrario. |
Citazione:
Il problema è che le cose possono anche venirici loro a cercare, non è che se non conosco una malattia divento automaticamente invisibile a questa. Poi è ovvio che a fare di contro altare al sapere c'è anche il rischio che una cosa mi attiri in qualche modo, ma visto che in ogni caso potrei sbatterci contro, rischio per rischio, allora preferisco affrontarlo con qualche strumento in più in mio possesso. Una volta, ad esempio, lessì che le persone che avanzano a livello evolutivo, diventano maggiormente appetibili e visibili per certe entità "negative", per le quali persone elevate sono "bocconcini" migliori che la persona mezza zombie, o comunque più agisci e più rischi di incontrare situazioni varie .... Ma non mi sembra che a restare"ignorante", ovviamente non è che Uno stia dicendo questo, il rischio cali...anche a gente ignorante possono capitare le peggio disgrazie. |
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Adesso cerco cose diverse e paradossalmente ho più problemi di prima perchè una parte di me vive di nostalgia mentre l'altra governa l'oggi come meglio può generando interiormente un conflitto che non migliora le cose ne le risolve anzi io sono convinta che ha peggiorato l'ansia perchè l'energia che prima disperdeva oggi è ristagnante e non so come far fluire altrove senza farla finire in rabbia o in ansia o in qualche malanno. Sono ormai 5 anni e forse più che cerco una via d'uscita di trovare come risolvere la questione senza però arrivare veramente ad una conclusione che mi porti a fare qualcosa perchè come tutti in conflitti tirandoti tra di qua e di là ti lasciano li ferma immobile e piena di ansia :U e pure stressata dalla situazione d'empasse arrabbiat: |
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