le varie facce della medaglia
sempre a punzecchiarvi sul titolo...boccaccia:
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Ad esempio: devo scegliere se essere onesto o disonesto in una data circostanza, mi verrà sempre l'idea di fare il furbo, ma anche l'idea di fare il bravo. Tolta ogni sorta di moralismo culturale e buonismo indotto nella circosta, resta la scelta tra il bianco e il nero. Il momento della scelta crea il fuoco. Quel fuoco forgia e cristallizza, cristallizzando si crea spessore. Questo spessore poi a catena ne crea altri 3. Dico questo perchè sembrerebbe la scelta la terza forza, ma in effetti la scelta consolida l'equilibrio delle tre forze in campo per poterne creare altre tre in un piano più alto. |
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Dunque dici che la scelta rappresenta la " frizione" nella dualità, cioè contiene in potenza quello che, successivamente, si rivela come bianco o come nero, e cioè come " atto di scelta"? Non ho capito bene...poi cosa sono gli altri 3 che si vengono a creare...fiori.gif |
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La terza è qualcosa che concorre alla produzione di un qualsiasi evento. Se non si presenta l'evento non accade e resta solo la dualità. Spesso, per non dire quasi sempre, noi non ci rendiamo conto della terza forza, anzi raramente ne vediamo due. Se sono di fronte ad un bivio, come bianco-nero o onesto-disonesto l'evento scelta non si produce se non interferisce una terza forza. Infatti potrei stare li e non fare nulla, non prendere la strada bianca ne qualle nera, non comportarmi onestamente ne disonestamente. In questo caso sono io che devo metterci qualcosa in più, dalla volontà alla paura o quel che è, che mi permette di andare di qua o di la. Le due forze iniziali producono attrito come dici e l'attrito scalda. In caso di eccessiva resistenza esso stesso potrebbe fungere da terza forza, nel senso che essa sarebbe rappresentata dalla mia sopravvenuta incapacità di sopportare. Questa scelta, una volta compiuta, fungerà da prima forza per un evento successivo che si verificherà allorquando essa incontrerà una forza che gli resiste e una terza verrà ad equilibrare e così via. Potremmo complicare dicendo che ognuno di questi aspetti è a sua volta prodotto da tre forze, ma sarebbe fuori tema. L'arrivo della terza forza equilibrante cristallizzerà l'evento come manifestato, equilibrando il fuoco prodotto dall'attrito. Questa cristallizzazione produrrà uno spessore permettendo una successiva dicotomia, come detto, ma in un altro piano, dato che la seconda forza frenante dovrà avere lo stesso spessore. Traducendo questo potremmo dire che se io ho scelto di essere onesto non rubando le gomme dal tabaccaio, il mio livello di onestà non sarà più messo in attrito dalle gomme del tabaccaio, ma avrà più spessore. Quindi avrò bisogno di una tentazione maggiore affinchè si produca una condiziona di attrito analoga alla precedente, che mi porti ad una scelta analoga ma su un altro piano. Questo sempre che io abbia capito quel che intendevi... |
Ti cito tutto perchè così rispondo sia a Jez che a Grey.
In effetti anche io stavo cercando di comprendere. Citazione:
Si mi hai inteso. Il fatto è che vedo l'attrito come la terza forza che crea poi il passaggio alla dualità successiva e/o lo spessore che citava Uno parlando dell'uomo di spessore, appunto. Rimanendo sulla scelta, se devo guardare il bianco e il nero per poter scegliere dovrei stare in una posizione di equilibrio/neutro. E' questo che nn riesco a quagliare. Se sono in equilibrio, e abbiamo visto che sono casi rari e per pochi istanti, non ho attrito. Non si crea il bisogno di scegliere. L'equilibrio semmai si crea successivamente alla scelta.. cioè quando ho già scelto di non rubare più la gomma dal tabaccaio, allora sono in equilibrio tra bene e male che mi porterà poi a poter avere spessore, resistenza per affrontare un male e un bene maggiore. Non so, così riesco a vederla, diversamente no.. |
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Non sempre Jez... altrimenti diventerebbe un gioco al rialzo e dovresti arrivare alla scelta se uccidere e poi se fare una strage e poi uno sterminio....
Come te lo dico? Provo un esempio... Metti che vai in palestra... un giorno fai bicipiti (la gomma del tabbacaio) un giorno fai gambe, in entrambi i casi aumenti lo spessore (anche in senso fisico) ma non aumenti l'intensità. esplori altri aspetti che sommandosi poi aumentano l'intensità globale finchè non sei (se lo sarai) realmente pronto globalmente per passare su un'altro piano. Allora l'intensità, la resistenza che sopporti diverrà la morte qui e una nascita "altrove". |
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Se non ti piace chiamarlo "neutro" gli si possono dare altri nomi, però è inevitabile che senza bordino una moneta sarebbe piatta, disegnata su un foglio di carta a due dimensioni e non avrebbe mai la possibilità di cambiare faccia... Più aumento lo spessore del bordino e più questa moneta sta in equilibrio... Con un bordino sottile l'equilibrio è precario e starà in piedi forse pochi secondi, mentre più è spesso più è difficile che cada per influenze esterne. EDIT: rispondevo insieme a Uno. |
Se lancio la moneta in aria avendo fatto una scelta precedentemente, tipo ho scelto croce e invece è venuta testa. La mia puntata è andata a carte quarantotto ma mi permette di comprendere che le possibilità sono sempre due anche se io punto tutto su una.
Sono sicura che uscirà testa e l'amico mi dice si si sicuro uscirà testa io ancora di più mi ancorerò al fatto che uscirà testa. Allontanandomi sempre di più dalla seconda possibilità. Se invece faccio una scelta tenendo presente che le possibiltà sono varie e che la moneta possa anche fermarsi sul bordino allora so che non posso essere sicura al cento per cento che esca testa, ma tiro la moneta con l'intenzione di scoprire cose uscirà: testa o croce o bordino. Credo che il miglior approccio sia quello di non avere aspettative sicure e certe, ma di tentare di scoprire il più possibile sulle modalità del gioco, anche quando erroneamente le si hanno. Spero che si capisca qualcosa. fiori.gif |
a mio avviso la capacità sta nel rimanere aperti sempre e cmq.
non dimenticando cosa si è acquisito ma essendo pronti nell'eventualità a modificarlo. |
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sta appunto lì l'umiltà e il cuore puro di cui parlano "tanti" a mio avviso.
solo che spesso si tende a "spostarla" fuori di se invece di osservarla "dentro" di se. Mi spiego meglio : ogni qualvolta in una discussione si è "attenti" solo al fuori e non al "dentro" nella pratica si perde un'opportunità. Ecco perchè il "ribaltare" sugli altri determinate cose in un certo senso senza osservare cosa avviene dentro di se equivale a "mancare l'obiettivo" ed ecco perchè nella sostanza io spesso sbaglio. Solo che me lo sono "ricordato" ora e ci rido pure sopra sulla mia inconsapevolezza di cui chiedo scusa. |
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la testa fa cmq parte di noi ...
solo che a volte si è "integri" altre no. ecco perchè allora il cuore parla ma la testa non ascolta. per riprendere quel 3d che stavo scrivendo non c'è allineamento "verticale" |
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(parte destra e parte sinistra per capirci) Una mente bidimensionale sarebbe quindi una mente che ragiona solo attraverso le caratteristiche che le sono più congeniali, un razionale ad esempio valuterà tutte le cose attraverso dati matematico-logici ecc...rimanebdo quindi sul foglio dove un lato della moneta si vede e l'altro no... Trovare il bordino è riuscire a vedere un fatto in entrambi i modi, nello stesso momento? (perchè sappiamo dagli esperimenti con la ballerina che non sempre ragioniamo con lo stesso lato ma che qualche volta usiamo anche l'altro..solo che ce n'è uno che predomina) :U |
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