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In ogni caso, se prendiamo la situazione in cui presto energia coscientemente al di là delle mie particolarità, la cosa ha un suo costo... dalle tue parole deduco che confermi. Ne segue, almeno per me, anche la conferma dei dubbi successivi: l'energia che metto in campo (locuzione più precisa di quel che sembra) attiva un processo di flusso in ogni caso tra me e chi la riceve. Il grosso avveràà comunque magari con l'ambiente per entrambi, però nell'ipotesi che io metto e l'altro va via subito (ipotesi limite) abbiamo un minimo passaggio. O sbaglio? Edit: credo anch'io che tocchi spostarlo in esoterismo purtroppo. |
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comunque ho interpretato come scontro di frequenze queste tue parole che virgoletto : ''Chi riceve attenzione interagisce col campo, dato che lo usa. Questo dovrebbe aumentare/velocizzare il flusso che tende ad equilibrare le frequenze nel punto di contatto affinchè vi sia comunicabilità ''. Ma se anche fosse che io abbia frainteso mi pare che contino comunque di piu' i contenuti di quello che ho detto piuttosto che quelo che tu , io , noi intendevamo qualora avessimo detto e che invece sembra altro da quanto appare ecc ecc ecc , che pelotas non ti pare . |
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Non hai capito il significato della frase che mi hai citato e, di conseguenza, probabilmente neanche il resto. D'altra parte io cerco di usare le parole col massimo della precisione di cui sono capace e quindi se intendo qualcosa uso parole che ritengo possano veicolare quel qualcosa. Se me le cambi cambi il significato. Non c'è alcuno scontro di frequenze nella dinamica che ho descritto, ma un incontro di campi i quali, se hanno frequenze diverse, e nella misura di questa differenza, produrranno un flusso che renderà la zona a disposizione di una frequanza tale da permettere la comunicazione, ossia da permettere ad entrambi di tradurre per il proprio personale quanto arriva. In ogni caso quel che passa in quella dinamica è informazione, non energia. Ma, a mio avviso, e questo era il quesito che intendevo, il flusso riequilibrante (e non solo) invece si. LA dinamica di cui parliamo, in un certo senso, permette proprio di farsi pieni e vuoti... non viceversa. E' tuttavia vero che se un minimo non siamo capaci non possiamo neanche lavorare con l'attenzione, nostra o altrui. |
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Semplicemente la vediamo in modo diverso e questo ci sta tutto . Io dico che la comunicazione reale ( il rumore non implica necessariamente comunicare ) si interrompe in caso di flussi o frequenze diverse e che e' invece necessario che uno dei due flussi temporaneamente si arresti , per pochissimo o tanto che sia , al fine di fare entrare i contenuti nuovi di cui l'altro e' portatore ; Tu , mi pare , dici che , al contrario , questo incontro di campi e dei flussi con differenti frequenze ( che io chiamerei contenuti se interpreto correttamente ) favoriscono la comunicazione . Mah , non so , la mia esperienza mi porta a dire che e' cosi' difficile comunicare e capirsi che ci deve essere un reale sforzo e volonta' di aprirsi agli altri altrimenti nulla di buono ne viene . E gia' questo far spazio sarebbe una gran cosa sintomo di molte altre acquisite . Poi ma solo poi la diversita' di idee e contenuti che si trasmettono reciprocamente gli interlocutori e' un elemento che aiuta la comunicazione prima puo' esserne un grave ostacolo ; anche perche' se non si fa spazio e' naturale essere ripiegati sui propri contenuti piu' che attenti a quelli dell'altro . |
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Il dare attenzione è mettere spazio a disposizione. Quindi c'è quel fare vuoto. Questo spazio è comunque "interno" dato che il nostro campo si espande, però non è interno per come lo si intende comunemente (siamo nella sezione sbagliata, decisamente). Inoltre, nel mometo in cui viene usato dall'altro, diviene interno ad entrambi in un certo senso. Comunque sia i due campi si incontrano, anche se non si toccano nel senso comune del termine ma condividono un certo spazio, ossia hanno un'interazione. Siccome necessariamente avrenno vibrazioni diverse (forse neanche i gemelli le hanno uguali uguali) si produce una zona di inferenza in cui le frequenza tendono ad equilibrarsi per permettere il passaggio di informazioni, ossia rendere possibile la comunicazione. Il nostro atteggiamento conscio, tipo essere aperti a quello che l'altro dice o non avere pregiudizi, influisce indirettamente su questo processo. Però ci sono anche altri fattori che vi influiscono e che possono complicare le cose. |
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Però come si fa ad essere certi di non aver perso pacchi per strada? Fecendo un esame delle proprie risorse e del proprio stato? Un ripasso di tutto per verificare di aver copiato tutto? |
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In questo la persona che deve prestare attenzione potendolo fare uno alla volta dovrà scegliere la priorità che a volte non coindide con la reale priorità. In questi casi qual è il meccanismo che ci fa scegliere l'uno anzichè l'altro? Il discorsi di compatibilità di cui parlavi? E in casi di flussi diversi come parla Nike la comunicazione viene impossibilitata per cui alcuni persone vengono ignorate più a lungo? |
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Sicuramente avrò fatto una domanda banale. |
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Mi stavo chiedendo...
Se si ha proprio la necessità (e se manca il fatto di non avere qualcuno con cui parlare) di sfogarsi, cosa succede? A parer mio si accumula a tal punto da sfogare questo eccesso sotto altre forme (ipertensione, allergie, malattie varie) Ho una collega che ha questo problema, per un po' l'ho ascoltata poi mi sono accorta che era un trita e ritrita... Penso che lo sfogo debba servire anche ad evitare di ripetere l'errore protagonista della discussione, chi ti ascolta ti consiglia oppure mentre ti sfoghi già lo stesso parlarne ti può fornire la soluzione. Ma chi si sfoga e non ascolta se stesso e nemmeno chi ti consiglia... non vi è scambio.. non vi è progresso E' un cerchio che si chiude, quanto male può fare questo? Esiste una soluzione? Dal canto mio ho smesso di ascoltarla, so che ne ha bisogno ma non potendola aiutare (perché non si fa aiutare chiudendosi ai consigli) ho mollato. Mi risucchiava vitalità più che energia, mi sentivo spenta dopo i suoi sfoghi, depressa e rammaricata (per lei, per i suoi figli e per i suoi problemi) poi questo è diventato rabbia quando mi sono accorta che non mi ascotlava, che non ascoltava se stessa, non cambiava gli atteggiamenti che la portavano a questo malessere. Poi indifferenza (protezione nei miei confronti, per me stessa). M'è rimasto un senso di sconfitta, un tempo mi riusciva di far "presa" su queste persone ed in qualche modo "aiutarle" ora con il passare degli anni mi sono accorta che i vari blocchi e malesseri si radicano a tal punto che sembrano sorreggere la persona stessa, senza queste problematiche sarebbero vuoti? Non so... Forse ho solo perso fiducia in me stessa di conseguenza non la trasmetto agli altri... Bestia che poemaicon_mrgr: |
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Se si sfoga senza mai muoversi realmente credo che tu abbia fatto l'unica cosa che potevi per te stessa (e anche per lei), poi non si sa mai, puo' essere che lei cambi atteggiamento e allora potrai ascoltarla di nuovo. :C: |
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Esempio chi ha un grosso peso sulla coscienza, chi è venuto a conoscenza di un segreto altrui che non voleva conoscere...o comunque qualunque cosa che non riesce a reggere da soli pena lo squiibrio.... Sono casi rari ma esistono e niente hanno a che fare con quelle persone che raccontano i loro guai solo per mangiare a sbaffo un po' di energia... |
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abbraccio: Proprio non reggevo più... Citazione:
Mi sono chiesta spesso se esista una volontà.. se una persona possa coscientemente dire "ora vado e mi ricarico assorbendo l'energia di tizio o caio" o se sia solo una conseguenza naturale data dalla carenza/mancanza |
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Se però sei cosciente di questo dovresti avere un Etica che te lo impedisce, se sei consapevole non ne hai bisogno. Ma se uno lo fa apposta credo che sia un vampiro di professione e tenda vero la notta e il nero ma è una mia considerazione estemporanea. |
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Per me la tua risposta non era banale ma ovvia, pensavo fosse per inciso quando dico dovrà scegliere la priorità che a volte non coindide con la reale priorità. La tua risposta striminzita mi ha spiazzata, mi ha rimandato la sensazione di chi non perde tempo a dire una cosa così ovvia che rende la domanda banale e inutile. Già nel post 246 dell'Autostoppista ti ho parlato della mia a volte difficoltà di capire nel ristretto anche se ti sono veramente grata della tua attenzione. Ma quello che mi ha lasciato ancora più male è stato il vabbèh nel prendere atto che fra noi c'è stata una diversa percezione, e in questo 3d si parla di comunicazione. Quel che ho percepito in quel momento è stato un lasciare andare senza interesse a chiarire, ho percepito fatica nel comunicare, sforzo che avrei dovuto fare e che non sentivo più dentro, come un'improvvisa stanchezza, demotivazione al dialogo perchè dall'altro lato non percepivo interesse. Io non avrei risposto così ad una persona a cui tengo specialmente. Però dopo ci sono stata male, mi ha creato un blocco e a me piace sentirmi fluida. Tu sai che mi piace la nostra comunicazione, ci tengo alle tue risposte anche se a volte per me faticose da capire, e spesso non richiedo nulla per non approfittare di te anche se vorrei tanto farlo, sono avida, l'attenzione la vorrei tutta per me lo so. Però mi accontento e non è poco quello che ricevo. Uno nel 3d delle domande mi ha aiutato a chiarimi le idee così non voglio lasciare questa cosa sospesa, come un'ombra fra noi, potevo dirtelo in privato ma ho preferito così perchè questo sia un momento di crescita e di vera condivisione con tutti. Siamo pure in tema con il 3d. Ora tornando alla mia domanda, per me la comunicazione è fondamentale nel lavoro specialmente. Ci sono ambiti in cui esistono parametri chiari che indicano la priorità come nei PS degli ospedali. Ma altri ambiti in cui questi parametri non sono chiari, per cui la priorità può essere arbitraria e non corrispondere alla reale priorità, creando anche danno. Una premessa per rendere più chiara la domanda. Si parla di diversi flussi e di compatibilità. Ti chiedevo quanto incidono nella decisione arbitraria per dare priorità all'uno invece che all'altro e come poter superare la cosa che io penso sia subita passivamente, nel senso che non ne siamo coscienti. |
Quello che è successo qualche post fa è successo solo a te. Io cerco di comunicare, a volte mi riesce meglio di altre. Se non ti piacciono le mie risposte non è un problema mio. Se non avessi interesse non risponderei.
In ogni caso confeziono i miei post con una certa cura e a volte una riga richiede più elaborazione di un papiro. Citazione:
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Nello specifico se non vedo interventi successivi a quello che ho scritto, a tutto quello che ho scritto non ho l'attenzione che volevo e in automatico mi parte la frustrazione. Si? (l'aggressività che nasce dal non ricevere l'attenzione che si vorrebbe) Se le risposte ci sono si placa momentaneamente il bisogno ma la necessità di spacchettare rimane con anche il carico delle risposte, eventuali, ricevute. Giusto? Acc quanti degli interventi che faccio mi servono a mettere in ordine il magazzino e invece quante solo a smistare un pò di pacchi? dry.gif Citazione:
Dici che si può rielaborare mentre uno ci carica dei suoi pacchi. Ma come? Cercando in quel che ci sta dicendo dei punti di comunione, di similitudine e lavorando su quelli? Quindi anche nei post degli altri se li leggiamo e cerchiamo di farli nostri, nel senso di dargli lo spazio per scaricarli, possiamo farlo e farlo bene se siamo in grado di lavorarli? O è meglio comunque finchè non si è svuotato un pò il magazzino interiore cercare di caricarsi il meno possibile anche degli altri? Mi sà che qui mi son persa.... |
Ritengo piuttosto probabile che io abbia delle cose da sistemare nate da questo scambio.
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Al piccato "avrò fatto una domanda banale" non sapevo proprio cosa rispondere se non ribadire che secondo me non lo era dicendo che la mia risposta non mi sembrava tale e offrivo una via d'uscita con le diverse percezioni. Anche qui probabilmente potevo esprimermi meglio, sarebbe bastato forse un "vabbeh dai" ma ero un po' seccato e mi è venuta così. Se questo ha prodotto altro ribadisco la mia non intenzione. L'ultimo pezzo di post che ho citato tuttavia dimostra che la mia risposta iniziale non è stata capita, oppure che io non ho capito il seguito o la domanda, quindi più sotto cerco di chiarire in modo più ampio. Il resto dell'ultimo post che ho citato secondo me sta del tutto fuori dal tread (e non solo da quello) e mi ha parecchio irritato, ma questo è un problema mio. La risposta che ha generato la ribadisco, ma cerco di chiarire meglio anche la sua ultima parte. La priorità o ci viene imposta da una serie di regole esterne oppure è interna. Qui chiaramente si parlava di priorità interne. Le priorità interne possono avere diversi gradi di coscienza... dall'essersela decisa al rispondere completamente ad una serie di istanze inconscie con tutte le sfumature possibili nel mezzo tra questi due opposti. In ogni caso la priorità a cui rispondiamo, soprattutto se interna, è arbitraria, in quanto decisa a funzoine di qualcosa, che conosciamo e comprendiamo questo qualcosa o meno. Ne segue che, quando scegliamo a chi dare una qualsiasi precedenza, rispondiamo sempre ad una nostra priorità, che ci rendiamo conto o meno di quale. Ne segue che se ci osserviamo scegliere in modi non immediatamente comprensibili possiamo dedurne una priorità dalla quale a sua volta possiamo dedurre una convenienza dalla quale una serie di istanze. |
Ray ti ringrazio per questo chiarimento, l'ho apprezzato davvero tanto. fiori.gif
Anche la risposta è più chiarificatrice, mi spiace di non aver saputo fare la domanda più chiara, a volte mi viene difficile trovare le parole giuste per esprimere quel che è ancora un'intuizione non pienamente elaborata, in questi casi forse non dovrei avere la fretta di chiedere. |
Aggiornamento.
Due sono i comportamenti che ho adottato: il primo è quello che ha suggerito Uno e cioè di prestare attenzione ad aspetti secondari che poi, a ben guardare, del tutto secondari non sono.
Il secondo è la consapevolezza che senza gli altri non sono nulla. Questo fatto andrebbe sempre tenuto presente perchè aiuta a sopportare più serenamente tante cose. Solo il tempo dirà se la cosa è risolta certo è che, attualmente, le cose vanno meglio. P.S. Il trovare noiosi gli altri, anche se rispondente a realtà, nasconde il grave ed insidioso pericolo di suscitare la superbia. |
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