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Se invece mi fai un discorso per analogia allora cambia se io rubo la marmellata e poi vado in fondo all'esperienza vedo tutto quello che è successo a me e ad altri posso tentare di arrivare, usando mente, cuore e corpo, all'archetipo del furto.... quindi l'Abisso me lo ripresenterà ben camufatto, al posto della marmellata, un paio di scarpe per esempio, magari mi farà vedere che il negoziante è un disonesto, che quel giorno l'oroscopo dice che riceverò un regalo, tutti esempi bislacchi, insomma farà di tutto per non farmi vedere che ci sto ricascando un altra volta... oppure al contrario... magari se dovessi rubare quelle scarpe per darle ad un povero (sempre esempio bislacco) mi farà capire che è sbagliato e mi frega lo stesso..... invece se arriviamo all'archetipo di quell'azione, è ciò non è possibile con la ragione.. non solo... possiamo regola-rci in ogni situazione analoga.... le regole servono ehehe più o meno meccaniche a seconda di quanto meccanici siamo noi. Per arrivare all'archetipo bisogna o stare molto attenti quando compiamo l'azione oppure "ripescarla" dopo. |
ho postato con Kael che ha chiarito meglio gli scacchi e il pc
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Messa così anche le parole di Gesù Cristo iniziano ad avere più senso.. "resistete, perseverate, sopportate le ingiustizie" ...anche se poi l'uomo nella sua frettolosa incoscienza ha sempre sperato di poter eliminare i cattivi e ha trovato quindi nelle parole di Gesù il pensiero di un "rinunciatario" invece di comprendere la sua elevata conoscenza circa le leggi dell'Universo... |
quote Kael
Se per unità intendi una compostezza fisica, una solidificazione materiale... allora ce l'hanno tutti, anche un insetto. Se per unità invece intendiamo l'aggregazione e integrazione di parti più sottili (corpo mentale, emozionale, etc..) ti renderai conto che sono ben pochi quelli che la raggiungono. Esempio: fisicamente, se vai in luogo non puoi andare in altri, ci vai con tutto il corpo... ma con la mente quante volte capita di andare in "conflitto", ossia una parte di noi vuol fare una cosa e l'altra vi si oppone? C'è unità in questo? Diciamo che l'unità fisica ormai è una conquista dovuta all'evoluzione, nasciamo che abbiamo già un corpo fisico, integro... ma per il resto perdura l'io frammentato di Jung, o i piccoli io di Gurdi, o la legione di Gesù... L'uomo al suo interno è ancora diviso in se stesso... e lontano dall' Unità. PS: Questo dimostra che c'è un errore nella tua frase "l'unità è la vita, l'abisso è la morte" perchè noi siamo l'esempio che c'è vita anche nella non unità o nell'unità parziale. Si tende spesso ad associare la vita e la morte, prendendole come complementari. Ma è la nascita ad essere il contrario della morte... Nascita e morte, prese insieme, sono solo due aspetti della vita. __________________________________________________ _______________ Una precisazione. Come sempre la difficoltà nel comprenderci deriva dal significato che ognuno di noi dà ai termini. Le mie riflessioni derivano da esperienza diretta con l'abisso: mai come sperimentando l'abisso ho percepito con terribile sgomento il labile confine tra la mia unità, intesa come energia vitale psicofisica, come "esserci", e la dissoluzione di questa unità. Questa voragine, questo buco nero ti guarda sì, ma ha lo sguardo vuoto dello squalo, ingordo e vacuo. In quel momento ho realizzato con tutta me stessa sia l' "esserci" che il "non esserci", rischiando però di morire. Se prima anch'io pensavo la morte come facente parte della vita, dopo quei momenti ho percepito che vita e morte appartengono a due mondi diversi, infinitamente diversi:nel momento in cui si guardano in faccia ecco l'abisso. Ma questo è solo un pezzetto della mia personale esperienza. Altri nello stesso frangente, chissà cosa avrebbero percepito. Ci sono come sempre infinite variabili(al punto d'unione...).Come sempre non pretendo di aver definito l'abisso, ma ho solo cercato di spiegare ciò che per me è stato(e a volte ancora è) l'abisso.nonso.gif fiori.gif |
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La mia personale visione, derivante da esperienza diretta dell'abisso (come credo, anzi sono sicuro, tutti abbiano avuto, dal momento che senza il nero la partita a scacchi non si fa...) non è molto diversa dalla tua. Soggettivamente anch'io vedo vita e morte come due mondi diversi (io punto "vivo" non posso com-prendere un punto "morto") però posso cercare di avvicinarmi ad una visione più amplia... La mia frase "nascita e morte sono solo due aspetti della vita" non vuole quindi essere la mia personale visione... Come dice la nostra amica Lupa (che ne approfitto per tirare in ballo abbraccio: lei lo sa che ce l'ho con le sue firme :D ), "sarò me stesso, nessuno potrà accusarmi di averlo fatto nel modo sbagliato"...ed è vero... però io potrò accusarmi di essere "rimasto" me stesso troppo a lungo... senza aver cercato di essere "qualcosa" di migliore... (si, lo so, difficile da comprendere questa... ma se fisicamente resto un punto, con la coscienza posso invece ampliarmi in più dimensioni...) :C: |
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:C: |
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quote Kael:".... io potrò accusarmi di essere "rimasto" me stesso troppo a lungo... senza aver cercato di essere "qualcosa" di migliore... "
___________________________________ Spiegami dunque, rispetto l'esperienza dell'abisso, in cosa potrei "migliorarmi", Secondo te cos' altro puoi trarre da una simile esperienza, oltre alla caduta di tutte le tue illusioni? Quale la visione più ampia di cui parli e in cui inserirla per darle una lettura diversa:tutto è vita perchè anche la morte come la nascita, ne fa parte? E poi? booh.gif Credo che per me sia già tanto essere riuscita a sopravviverle, anche se ne sono uscita (si fa per dire) malconcia, molto malconcia. Comunque se c'è dell'altro...., ti ascolto. fiori.gif |
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Ho una capanna (casa, tempio dello Spirito, anima) in cui ci vivo. E' rozza e cadente. Se voglio costruirmi una casa più confortevole e funzionale devo prima buttare giu/demolire/solvere la capanna, ecco l' "utilità" dell'abisso... Questa nuova casa poi in futuro sarà ampliabile e potrò costruirci "nuovi piani", fino ad un certo livello però, oltre al quale le fondamenta non saranno più sufficienti, e ancora una volta dovrò buttare giù/solvere/demolire la casa per costruirne una ancora più grande e lussuosa, una magione... e così avanti... La visione più ampia di cui parlo la puoi vedere anche in quest'ottica: se resto "me stesso" (quindi la capanna) anche se l'abisso me la scioglie, io sempre una capanna uguale potrò costruire, perchè sempre quella visione avrò... Se invece mi amplio/espando i miei punti di vista, posso "immaginare" una casa più grande che ancora non mi appartiene (se non in coscienza) e usarla come "esempio" per la casa effettiva... Esattamente come ha fatto l'uomo dalle caverne ai tempi moderni... ha immaginato, ha espanso.. ha immaginato gli splendidi palazzi che ha poi costruito... non li ha visti da nessuna parte, se non in coscienza.... Se non avesse espanso quel "se stesso" saremmo ancora a dormire in qualche grotta... Se uno vuole espandere se stesso/migliorarsi, l'abisso gli tornerà utile.... se uno invece non ne sente il bisogno, troverà in tutto questo solo tempo e fatica da spendere per tornare uguale a com'era prima, quindi inutile... Che dire, hanno ragione entrambi... dipende da quello che ognuno Cerca... |
Quote Kael: Se uno vuole espandere se stesso/migliorarsi, l'abisso gli tornerà utile.... se uno invece non ne sente il bisogno, troverà in tutto questo solo tempo e fatica da spendere per tornare uguale a com'era prima, quindi inutile...
Che dire, hanno ragione entrambi... dipende da quello che ognuno Cerca... __________________________________________________ _________ .. e se uno ne sente il bisogno, ma è talmente spezzato da non riuscire nemmeno a ricostruirsi la capanna, che può fare nel frattempo? |
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In Primi Passi affrontavamo questo discorso, ed è proprio in quel momento, quando sei "spezzato", che con le "tue sole forze" (quelle di cui sei a conoscenza) ti sembra di non farcela.... E allora si inizia a Cercare... Magari non si sa ancora bene cosa, però c'è la volontà di cambiare, c'è la volontà di smettere di subire e di iniziare a prendere in mano la situazione.. Non so se l'hai letto, magari possiamo continuare la... :C: |
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Posso? abbraccio: |
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Mi sa che nn è la sezione adatta .. ma boh. |
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Ho ripreso questa parte di Uno e mi sembra che ci sia una certa analogia con quello che può essere l'attività di un buco nero. Nell'azione di " risucchio " anche nel caso della morte ( non solo fisica: nel senso che anche gli altri corpi mancando di “ pezzi “ e quindi di unità vengono inevitabilmente risucchiati ) si ritorna all'abisso. La volontà, assieme alla forza per vivere, che manca...mi fa venire in mente alla mancanza di " collagene " che tiene unita l'energia che si possiede al momento della nascita. La morte in questo caso( come in alto così in basso ) è l'estremo di ciò che accade tutti i giorni, quando viviamo una esperienza di questo tipo ( da qui il "lasciare " pezzi nostri sparsi in giro). Quindi se non c'è una gran voglia di vivere si " ritorna " all'abisso, perchè da questo assorbiti. Se invece ci fosse una Forza per e di Vivere, l'Abisso, pur ritornando ad esso, non riuscirebbe a dissolvere l'energia che nel frattempo, se si è Lavorato, ho Unito tenendo ed integrando i dati di cui manco....per cui non si ritornerebbe “ nelle Tenebre “ ma si inizierebbe a vedere la Luce…. |
Grazie Red,
contraccambioabbraccio: |
Ho notato che l'Abisso si traveste da ciò che amiamo... e ne siamo attratti...
Fà sì che siamo proprio noi a buttarci dentro volutamente... è incredibile... In qualche modo lo ricerchiamo noi stessi... forse siamo proprio noi stessi a travestirlo di quello che vogliamo, per metterci alla prova forse... non lo so. Siamo persone, agglomerati di varia materia... Se il Cielo dà e l'Abisso toglie, sarebbe bene imparare a farci togliere solo ciò che non serve e lasciarlo "andare" nel baratro... ciò che è errato e mal formato, per ricostruirlo ancora, e migliore... con la materia che arriva dall'Alto... |
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Mi sorge ora una considerazione per guardare l'abisso ci vuole l'equilibrio neccessario altrimenti ti gira la testa e cadi giù. Quindi se ti avvicini non devi soffrire di vetigini altrimenti sai già la fine che farai. Però stare sul bordo è mettere alla prova il proprio equiibrio, quando già lo si possiede? nonso.gif |
Sia che l'abisso si travesta da ciò che amiamo, sia che si mostri attraverso la sofferenza.. è qualcosa a cui non vogliamo rinunciare.. per abitudine .. se siamo abituati a stare male per esempio, poi ci sembra di non poterne fare a meno.. siamo affezionati alla nostra sofferenza... al nostro abisso..
Ma non sarà necessario caderci nell'abisso? se sto lontana dal bordo, perchè ho paura guardarlo e di caderci dentro, questo comunque non mi preserva dal caderci.. |
L'abisso sta dentro ogni cosa, come dice Uno è presente in ogni punto del creato... Un fiore, un tramonto, una persona... tutto può dare tanto, può arricchire... ma al contempo può togliere tanto, può "derubare", risucchiare verso di se, scioglierci... Dipende sempre dall'uso che ne facciamo e dal nostro grado di resistenza...
Vedo che troppo spesso questo porta chiusura in se stessi, staticità, per non farsi risucchiare... Ma questo, al contempo, non permette nemmeno di ricevere... Più ci si apre, e più si è soggetti all'azione di entrambe le due forze complementari... |
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