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A livello psicologico può succedere che non puoi evitare qualcuno che ti ha ferito, e quindi porti rancore. comunque sia è illuminante sta cosa che ha detto ray, io percepivo rabbia e paura come due emozioni di diversa matrice, non come una l'evoluzione o la conseguenza dell'altra. Quindi se io mangio o fumo perchè sono arrabbiato con qualcuno, è lo sfogo del timore di affrontare quella persona perchè magari è più forte di me e questo mi spaventa, mi rende insicuro? |
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La quale paura, per impossibilità solitamente di fuga, diventa immediatamente rabbia e induce a combattere contro l'apparente causa della minaccia intendevo che la paura diventa eccetera in quanto tu (la personalità) non hai possibilità di fuga e quindi combatti. La paura non la percepisci percè come dici tu senti direttamente rabbia. Ciò per vari motivi, di cui il principale credo sia la velocità. Essendo la trasformazione (che poi è solo paura che passa attraverso una specie di filtro che le fa mutare registro e neanche di granchè) qualcosa che avviene a livello istintuale il tutto accade alla velocità dell'istinto... hai voglia a coglierlo con l'intelletto (con l'osservazione si può inizialmente a ritroso). Però, quando si ha una certa dimestichezza con l'osservazione, dimestichezza che ci permette di osservare durante (e durante la rabbia verso qualcuno ne abbiamo di tempo...) si può notare come "sotto" la rabbia ci sia ancora paura. Questo accade perchè, se per esempio alimentiamo, la cosa appunto viene alimentata di continuo (altriementi finita la benzina si spegne) e quindi possiamo sentire la paura assieme alla rabbia (di solito convivono... banalmente pensate alla volgia di spaccare la faccia al vigile... anche se è rabbia per la multa e paura delle conseguenze, quindi due cose diciamo diverse, serve per l'osservazione). Sentite assieme si può arrivare a beccare la "zona" in cui una diventa l'altra. Io trovo che, al di la della spiacevolezza delle emozioni in questione, che sia un'osservazione decisamente interessante... d'altra parte quella piccola parte di noi che osserva in qualche modo non è coinvolta. |
Oggi mi è capitato di provare una forte e violentissima rabbia. L'ho sfogata andando in bagno aumentando la respirazione e piangendo qualche lacrima. Una rabbia razionalmente del tutto irragionevole, ha stupito anche me per la violenza con cui mi è esplosa dentro, avrei fatto a brandelli (verbalmente e non) mio padre.E il tutto perchè avevo progettato di fare certe cose da mangiare e mi stavo già gustando un piatto che ieri sera non ero riuscita a mangiare perchè non stavo bene di stomaco e quando sono arrivata a casa aveva cotto nel modo sbagliato la carne e finito quello che volevo assaggiare io. Cavoli ragazzi adesso mi sento proprio un animale a cui han tirato via l'osso ma il dispiacere e la frustrazione sono esplosi in un nano secondo e gliene avrei dette di tutti i colori. Poi naturalmente via al festival dei sensi di colpa.
L'origine è il solito pensiero "voglio farlo a modo mio cavolo!!" e la sensazione di non avere il minimo controllo di quello che mi accade attorno.(questo è quello che Ray chiama reagire al pericolo, alla minaccia?) Sono già diversi giorni che papà è ospite da me e il fumo (che non sopporto) e il fatto di dormire accampata con i bimbi forse ha abbassato le mie tolleranze ma sono ancora stordita dalla forza con cui questa rabbia è esplosa, tanto che mi fanno male le spalle adesso e ho ancora le sopracciglia aggrottate. incazzato: Per fortuna che c'è già una parte di me che mi prende in giro per questa reazione assurda, per fortuna che andando a prendere il grande a scuola con mia mamma (ha di nuovo la febbre) mi sono sfogata e ci siamo anche messe a ridere ma ma si può gestire la rabbia? Voglio dire, una rabbia così improvvisa, irrazionale, sciocca si può bloccarla in qualche punto o va lasciata salire per sfogarla fuori? nonono.gif e poi, che differenza c'è tra essere arrabbiati ed essere rabbiosi? Capo Uno una volta ha accennato alla provenienza ma non ho capito bene. mah |
dici irragionevole? forse lo è...ma ti sei chiesta danta merce infili in magazzino? quello che voglio dire è che quando il vaso è pieno è l' ulima goccia che straripa...anche non è nè la più importante nè la vera responsabile....
lascererei salire...è peggio reprimere....una volta su guardarla in faccia e provare a capirci qualcosa...del tipo: perchè? cosa ti scatena? a che servi? mmmm per il resto ci penso e m' interrogo icon_mrgr: abbraccio: |
uhhhh
altra botta di rabbia :( una discussione al lavoro :( :( stavolta però ho acchiappato il pensiero malefico prima di scioglierlo in lacrima Urka che sorpresa mica tanto sorpresa per la verità perchè è uno dei diavoletti che mi trattengono, non mi sento capita e o sbraito o divento muta, ne avevamo parlato in un'altra discussione ricordo. Però oggi ho "usato" la rabbia per forzare le parole a uscire, non il "certo certo si hai ragione" pieno di astio e rancore ma le motivazioni per cui ho fatto quella cosa in quel momento o, come oggi, perchè non l'ho fatta. Giusto o no il mio gesto avevo un motivo preciso e la cosa mi stupisce piacevolmente, in genere i motivi per cui agivo in un modo piuttosto che in un altro non uscivano al momento del rimprovero ma dopo, quando oramai giustificarmi non era più possibile. La rabbia canalizzata è questa, direzionare il calore in modo che sciolga la lingua quando serve e non dopo quando non serve più? nonso.gif |
A me mi fa arrabbiare un po' il professore di pasticceria, perchè penso che la gente che non è predisposta ad insegnare e dice commenti sterili dovrebbe rimaneresene a casa. Tuttavia la rabbia è sempre verso se stessi, e forse in realtà sono arrabbiato con me, perchè non faccio nulla.
Adesso me la gestisco cosi: 1) Gli rispondo male davanti a tutti facendoglieno notare, facendomi odiare, ma facendogli passare dei brutti 5 minuti + andando in direzione. 2) Sapere che il mio obbiettivo alla fine è apprendere quel poco che posso dal corso, sbagliare appositamente e lasciar scivolare via tutto quello dice a me e agli altri. Ho notato che per tendenza provo la sensazione della rabbia, quando "dovrei fare qualcosa", ed in particolare rispetto agli altri per natura, o se volete forse per nervi, ho sempro detto NO alle situazioni che gli altri subivano passivamente. Ho messo questo esempio perchè la rabbia viene vista sempre come negativa, ma in realtà forse dovremmo aprire un topic su cosa è l'aggressività che è collegata alla rabbia. La capacità di essere aggressivi ( nei giusti termini) secondo me ci serve per difenderci dalle ingiustizie, ci serve per arrivare nelle nostre mete, ci serve per sopravvivere. Che dite? :C: |
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:U sparo1.gif violent5.: new_blowi: siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii icon_mrgr: scherzi a parte ma sai quanto bene mi sento le volte che smetto di voler fare la buona e lascio schizzare fuori l'aggressività? la cosa stranissima è che più lascio uscire questa parte (chiaro con i dovuti limiti, non ho ancora ucciso nessuno, neanche a parole diavolo.g: ) più il livello di aggressività si abbassa. Oggi ci metto molto molto meno a sbollire, specie se ho detto quanto pensavo e nel tempo lo dico con sempre minore aggressività e con più pacatezza. Sono lontanissima dall'esporre la rabbia con la calma ma ho cominciato a vedere il meccanismo. E' come se diventando consapevole che posso difendermi l'aggressività perdesse d'importanza. Boh non sò se mi sono spiegata bene. spero di si atletici2: sennò spacco tutto boxe.gif icon_mrgr: icon_mrgr: |
Si tratta di esprimere una parte di noi, che nel modo giusto si trasforma in una capacità da agire. Purtroppo per retaggi culturali, poca sicurezza in se stessi, e sensi di colpa non la esprimiamo ma la reprimiamo, oppure in alcuni soggetti si accende troppo in reazioni violente.
Le emozioni... ci vorrebbero dei topic, per prenderle una per una ed impararle ad esprimerle tutte nel modo corretto. fiori.gif |
per quanto tu ti possa sforzare non esiste a mio modo di vedere un "modo corretto" assoluto.
è corretto per te in base a ciò che tu senti e scegli lo sia. cosa intendi tu per "modo corretto"? |
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Dunque.. la mia esperienza con la rabbia è questa: Non la conoscevo, nel senso che la provavo (a volte anche molto forte), ma non la volevo sentire, non volevo che facesse parte di me, quindi ho passato 30 anni a reprimerla e a fare finta che non ci fosse (salvo poi avere esplosioni violente, raramente ma mi facevo paura da sola) poi ho iniziato a guardarla .. quando arriva invece che fare finta di non provarla e smetto di fare la buona (per apparire buona), senza "uccidere" (icon_mrgr:) nessuno mi sforzo di dire quello che penso.. i primi tempi che facevo questi "esperimenti", ho fatto anche qualche danno, ho detto a mia madre delle cose orrende una volta, perchè non ho controllato minimamente quello che dicevo e quello che è uscito è stato poco edificante.. ma mi ha comunque insegnato qualcosa , la rabbia se fatta uscire come un fiume in piena non mi porta da nessuna parte. In questo senso intendevo "schizzare", ma ho visto che (almeno per me) vedere l'effetto che fa, conoscerla soprattutto avendo passato tanto tempo a reprimere (e ancora adesso mi scappa di farlo) mi è stato e mi è utile.. Anche se quello che vedo quando sono inc.. non mi piace, negarlo è ancora peggio, così come è peggio non dire quello che si pensa se non si è in grado di reggerlo. L'aggressività dal mio punto di vista è proporzionale a quanta rabbia pregressa c'è dietro. Per esempio se ho ingoiato 50 rospi con una persona che mi fa incavolare al 51esimo "esplodo" e gli faccio pagare anche le 50 precedenti magari per l'ultima sciocchezza.. Abituandomi a dire cosa non va, l'aggressività è diminuita, esplode solo se mi carico di rabbia come una pila.. E poi il motivo per cui mi arrabbio perde di importanza quasi nel momento stesso in cui ho detto cosa non va. Per Astral: scusami se mi permetto ma se sbagli appositamente, fai un dispetto a te stesso non all'insegnante.. perchè a pagare poi sei tu (non imparando al massimo delle tue potenzialità..) fiori.gif |
per me a re-agire cmq si perde.
sempre e comunque. se poi lo si fa per "ripicca" ancora peggio |
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Hai ragione Red, forse mi sono spiegato male: intendevo dire che se prima ce la mettevo tutta per non sbagliare, arrabbiandomi anche quando sbagliavo, adesso me la prendo più comoda, mettendoci calma ma se sbaglio pazienza e se sbagliare mi serve per capire una cosa, tanto meglio sbagliare.fiori.gif |
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In fondo se ci arrabbiamo, se reagiamo (finchè non sappiamo fare di meglio), vuole dire che siamo vivi.. un albero non si arrabbia ma non ha la nostra stessa possibilità di esperire.. e di migliorarsi, una pietra non si arrabbia.. l'uomo si arrabbia anche se fa finta di non farlo.. meglio un uomo arrabbiato che si guarda piuttosto che un uomo-zombie.. :C: Citazione:
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in effetti non ho aggiunto "re-agire senza osservarsi"
grazie red |
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Sono arrivata a capire l'origine della mia rabbia. E' ciò che percepisco come imposizione di ciò che non voglio, che non mi piace, che non desidero che mi fa montare la rabbia. E' la prepotenza, l'imposizione contro il mio volere, può essere una parola, un cibo, una carezza, una qualsiasi cosa imposta che mi fa salire la rabbia e la reazione immediata. E' da un pò che ci sto lavorando sulla rabbia, da quando mi è chiaro questo meccanismo del cucchiaio cerco di prevenire nel non assorbire, ingoiare quello che non mi piace, cerco di scegliere, rifiutare, ma quando l'imboccamento è veloce scatto nella reazione, oppure rinuncio alla lotta ma metto distanza. Allora, non individuo la paura di fondo, paura di cosa esattamente? e da cosa il mio istinto vorrebbe farmi fuggire? La personalità si sente minacciata e vorrebbe fuggire, non potendo fuggire si difende reattivamente, oppure se non può fuggire e reagire si adatta assorbendo il colpo, si desensibilizza aumentando la tolleranza. E' così? Questo lo vorrei capire bene, perchè è vero che ho ricevuto molte imposizioni, poi mi sono adattata con la tolleranza ma alla fine il conto è venuto fuori, con la manifestazione di rabbia a ogni pelo che vola, quindi come fossero arrivati quei tempi migliori. Rabbia che va scemando di intensità man mano che mi sento più vicina ai miei bisogni, però ancora non ne sono fuori, qualche scatto arriva... |
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La tolleranza non è la conseguenza di qualcosa su cui togliamo sensibilità, quello è una specie di callo che facciamo per difenderci (infatti nell'esempio parli di "non poter fuggire"). La tolleranza è anzi la capacità di sopportare un peso, un colpo, una emozione. Per poterlo sopportare è indispensabile sentirlo tutto così come arriva e nonostante il pieno sentire ciò non ci turba. Aumentando la tolleranza aumenta anche la distanza nello spazio e nel tempo tra noi è la rabbia inconsapevole. |
Io cerco di limitare la rabbia, mi offusca.
Invece se ho a che fare con gente "passionale" (e non ci sono affetti in mezzo) mi trovo bene. Quando si arrabbiano è tutto piu' semplice. Sono piu' facili da convincere, da manipolare. Perdono logica, perdono acutezza. La rabbia è una cessione di controllo: che poi tu lo ceda a uno che hai di fronte, o a qualcosa che hai dentro, poco cambia. |
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proprio per questo quando ci si trova ad osservarsi nel mentre, quel poco che si riesce, si nota come non c'è l'oggetto della rabbia, c'è solo la rabbia e la perdita della coscienza di se. |
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(sono pistino, lo hai scritto "quel poco che ci si riesce...", è solo che per me è nulla) |
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Un minimo di controllo per mec'è sempre, altrimenti verrebbero meno i freni inibitori e perderemmo anche il senso estremo del bene e del male. Perfortuna quello è per casi estremi. |
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io parlavo pensando alla furia cieca, la rabbia inizia prima ed è come dici. |
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Esistono anche degli estremi, che a volte qualcuno esperisce, per i quali è proprio l'intensità dell'emozione a provocare l'osservazione... si può anche vedersi andare fuori di testa in questi casi. Sono però esperienze limite non determinate dalla capaictà di osservazione già sviluppata, ma che però lasciano un indizio sulla possibilità di svilupparla. |
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Se si è troppo sensibili verso questa cosa negativa non si può tollerare a lungo, invece se ci si riduce la sensibilità si aumenta la tolleranza. Ritengo di non aver mai fatto il callo a certe tolleranze altrimenti non sarei ora intollerante verso ciò per cui ho tollerato a lungo. Sopra un callo ci puoi battere anche tutta la vita. Non so, possiamo disquisire sulla terminologia, il succo è che avendo tollerato a lungo mi sono ora sensibilizzata e non tollero più. Questo è buono perchè non do il tempo alla rabbia di accumularsi. |
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Ne deduco che la rabbia fa calare l'attenzione al dentro spostandola fuori e il fuori la travolge e se non si trattiene un po di quella rabbia essa può diventare furia e lì la cecità diventa totale forse un po' come quelli che subiscono i raptus nonso.gif |
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Sto parlando di atteggiamenti, comportamenti nei miei riguardi. |
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Se non è così ,meglio per te :) |
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In ogni caso non son d'accordo con la definizione che ne dai e non per i termini. Soprattutto non ha valenza solo negativa. Si tollare ciò che possiamo tollerare. Se si fa fatica a tollerare allora stiamo allenandoci a tollerare ma non tolleriamo, stiamo facendo uno sforzo per farlo. Una volta che tollero, tollero senza fatica perchè rientra nella mia capacità, la portata della mia capacità è quella. Posso fare entrare quella determinata cosa senza che mi turbi o che mi crei alcun problema di sorta, invece nel tuo esempio l'eccesso porta a chiudersi, pertanto la portata non è abbastanza ampia da contenere il tutto. Ad esempio se la mia capacità di alzare 50 kg è tale, resta tale e mi sto allenando per sollevarne 60. Sarà il 60 che mi farà fatica, ma il 50 no, ormai è nelle mie braccia. Se un bicchiere contiene 125 ml di acqua e ne voglio mettere 200 straborda, ma se ne metto 125 resterà nel suo senza problemi. Quello che voglio dire è che è necessario imparare a scoprire la nostra reale capacità di tolleranza. Quando conosciamo quella è possibile con un pò (tanta) di attenzione fermarsi in tempo ed evitarci danni e ogni tanto allenarsi ad andare un passo più in là, anche se ho l'impressione che in realtà il limite si sposta da solo man mano che consolidiamo il precedente. . Quindi se sfociamo nell'intolleranza e la situazione è la stessa, non è cambiata, vuol dire che non tolleravamo neppure prima. |
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Mi sembra un punto importante intanto riconoscere cosa mi fa salire la rabbia, è l'imposizione. Con mia madre è molto forte perchè con lei il vissuto è lungo e lei è assertiva, le tira da sotto le unghie. Mi disturba al lavoro. |
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