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credo che sia oltretutto molto difficile trovare persone che non hanno qualche squilibrio, (io non ne conosco per lo meno);) |
E va bene.... tocca sempre a me pignoleggiare icon_mrgr:, tra l'altro avevo buttato una domanda con nonchalance... per vedere se qualcuno raccoglieva
Compensare ed equilibrare non sono la stessa cosa anche se a prima vista così sembra.... è sottile la cosa... molto, per cui dico che è più facile trovare persone equilibrate che compensate... E' un punto importante da comprendere questo, per questo vi lascio tempo... sempre che vi interessi. |
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Se devo equilibrare quindi ho già tutto al proprio posto, dovrò spostarmi.. se devo compensare devo proprio agire sullo scompenso.. la macchina ha qualcosa che non funziona bene, che devo aggiustare e devo intervenire, togliendo da una parte o aggiungendo all'altra.. |
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Compensare invece significa "pesare insieme" quindi nel primo caso l'equilibrio è dato dalla contrapposizione di due forze, nel secondo dall'unione. |
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Per come la vedo io la stragrande maggioranza degli esseri umani è compensata, equilibrati una sparutissima minoranza. Il che non significa che un compensato non scompensi mai, anzi in qualche modo egli è destinato a scompensare. La compensazione può essere esterna o interna ed è qualcosa che che fa da contrappeso ad uno squilibrio che non si vuole o non si sa equilibrare. Una compensazione esterna può essere qualsiasi cosa, dalla mamma/papà, al compagno/a, alla pillolina, all'oggetto transazionale. In campo fisico è una stampella. La compensazione interna può esseree un atteggiamento, un meccanismo che contrasta un altro, una repressione anche. La compensazione serve a produrre uno stato di apparente equilibrio del tutto instabile. Ipoteticamente, nel caso delle compensazioni esterne, esse possono durare molto a lungo, anche tutta la vita, pur se difficilissimo... quelle interne sono destinate a saltare più facilmente. L'equilibrato invece si regge da se, non ha bisogno di compensazioni. Quello che descrive RedW (la cosa della retta) per me è un equilibrato che, di fronte ad un momentaneo squilibrio o a un fattore potenzialmente squilibrante, riporta il sistema in equilibrio. Se fosse un compensatore, piegherebbe anche l'altra parte della retta in modo che sembri dritta o, perlomeno, che non si spezzi. Gli equilibrati son rarissimi perchè devono conoscersi. Se no mi conosco e ho un meccanismo perturbante e risistemo momentaneamente il tutto senza andare a vederloe con minima o zero modifica reale, quella è compensazione (operazione che tra l'altro il compensato deve mantenere attiva più o meno costantemente se no va fuori di testa). Per la domanda: credo che quasi tutti siano soggetti a scompensi (altrimenti sarebbero isolati), solo che l'equilibrato appunto riequilibra, anche a costo di ribaltare il sistema, il compensato mette un puntello e fa finta di niente. |
Mettiamoci d'accordo ok...
Come siamo d'accordo (su questo non ho dubbi) l'uso comune delle parole fa si che queste spesso perdano il valore determinato e preciso e spesso sfumino e vengano interscambiate con altre simili, ma come più volte detto se due parole nascono un motivo c'è. Dunque... abbiamo equilibrio e compenso e le loro varianti equlibrare compensare, squilibrio scompenso etc etc.... Proviamo a vedere in alcune frasi di uso comune quale dei due è più adatto: Gigetto mi ha fatto un lavoretto è giusto che abbia il suo compenso I soldi del mio primo lavoro non bastano compenso la cosa con il secondo lavoro Ho pochi affetti compenso con tanti amici etc etc Posso andare in moto perchè ho un sufficiente equilibrio Temo di lasciare Teresa da sola perchè ha un equilibrio instabile (o anche precario) Il giocoliere era famoso perchè sapeva tenere in equilibrio una pila di piatti su un'asta la prima cosa che salta all'occhio è che compenso non ha bisogno di un aggettivo (sufficiente, instabile etc) e neanche di un verbo (tenere in, ristabilire l', mantenere in, etc etc) ma questo potrebbe non dirci nulla... la cosa che forse può aiutarci meglio è che compensare è un azione che inizia e finisce, può essere ripetuta ma è un'altra compensazione, l'equilibrio indica un gioco di forze che deve essere mantenuto... a parte il famoso equilibrio perfetto che per esempio geometricamente si ottiene se uno sgabello ha almeno tre zampe.... equilibrio però ottenuto tramite la compensazione perfetta delle tre zampe. insomma... io potrei con uno sforzo tenere in equilibrio una moto sbilanciata (che equivale nel discorso a scompensata) ma una moto compensata è equilibrata notare che dire è equilibrato indica lo stato dell'essere equilibrato ma dire persone equilibrate può significare anche che si mantengono in equilibrio se non specificato, anche se ametto sarebbe più preciso dire persone in equilibrio Insomma compenso, compensato etc indica una certa "fissità"... equilibrio una certa "dinamicità" non è precisissimo ma suppongo che sia quello che rende meglio tutto il pappone che ho scritto sopra e che pochi sapranno leggere con attenzione... Se le due cose coincidono allora c'è l'equilibrio perfetto, cosa che coincide anche con una cristallizzazione... la quale potrebbe esistere anche con una totale compensazione non in equilibrio (urca e questa come la "spiegherei"? icon_mrgr:) Provo un esempio, sperando di non essere frainteso, i famosi geni del male.. sono compensati (in maniera particolare) ma non equilibrati Va beh... passerà poco ma tanto rimane qui scritto... è molto importante come concetto, mi ripeto e non perchè l'ho scritto io.... provate a capirlo |
Ok.
Io avevo usato i termini nell'accezione della psicologia moderna, che corrisponde solo in minima parte a quello che dici tu (lo dico anche per quelli che hanno una formazione di questo tipo). Il tuo concetto è, se ho capito almeno un po', parecchio più largo di quello. C'è un fattore comune ai due ed è visibile dall'esempio che porti sui geni del male. Anche in psicologia si dice che sono compensati ma non equilibrati... si tratta della famosa "psicopatia pura", che però è poco più di un'ipotesi. Invece la psicologia allarga questo anche ad altre situazioni, in effetti, adesso che lo hai fatto notare, in modo decisamente impreciso. Essa infatti considera "compensati" stati di non equilibrio (o diciamo di equilibrio decisamente instabile) nei quali lo squilibrio continua a sussistere (squilibrio inteso come forza squilibrante) ma è momentaneamente tenuto a freno da puntelli vari. Stando al tuo discorso non si dovrebbe parlare in questi casi di compenso ma di "copertura" semmai... un po' come gettare la polvere sotto il tappeto. Tornando a quello che dicevi tu invece, che non mi pare mi sia entrato del tutto, i compensi dovrebbero portare (o ri-portare) all'equilibrio e sono azioni singole e dirette che o ridanno l'equilibrio o consentono un avvicinamento ad esso. La differenza grossa è che, se ho capito la dinamica del tuo discorso, l'equilibrio raggiunto tramite compenso è sempre un equilibrio diverso da prima, necessariamente un equilibrio (sempre dinamico) più vicino a quello perfetto, dato che il compenso va a restituire quel che lo scompenso ci ha portato... che è sempre un'aggiunta. Quindi il sistema, raggiunto un nuovo equilibrio, sarà più "largo" di prima. Viceversa, il compenso che non porta equilibrio (che non sarebbe vero compenso) è simile a quello che dicevo prima (ma cmq il mio era più ristretto) dato che ricerca lo stato precedente (mantenimento dello status quo) e/o fissa uno stato di squilibrio impedendo di fatto, in questo caso, un nuovo equilibrio (a meno di "solvere" di nuovo proprio tutto). |
Uff ho bisongo di dire la mia anche se ho capito poco martello.:
Se uno ha un 'ernia al disco il dolore lo porterà a camminare storto con l'andare del tempo il corpo per mantersi in equilibrio andrà a compensare stortandosi, mettendonsi fuori assetto. Divenendo così un equilibrio che non è originale ma compensato. Per poter togliere la compensazione si dovrebbe eliminare ciò che l'ha fatta entrare in azione. Questa è una compensazione meccanica. Il subacqueo appena si immerge inizia la compensazione dell'azione della pressione dell'acqua sul timpano. Spingendo dal di fuori con una tecnica ristabilisce l'equilibrio originario del timpano. ( che tra l'altro è sede dell'equlibrio fisico) Quindi compensare è una azione di ripristino o di reintegro di qualcosa che si era perso o sti stava per perdere in equilibrio. Compensazione con tecnica. La stessa potrebbe essere rapportata al comprendere ciò che ha portato al comportamento anomalo dell'uomo, del suo reagire... questo farebbe si che ogni volta che gli si presentasse davanti agli occhi la reazione lui compensasse con la compassione nata dalla comprensione. Con il ripristino dell'equlibrio originale. |
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Io sono proprio fuori pista..:U .... ormai comincio a pensare che il mio quoziente intellettivo non sia abbastanza alto per starvi dietro...piango.gif Sob....nonso.gif |
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Una moto, per quanto bilanciata e dunque in equilibrio finchè ferma nel box (riposo in se stessa), diventa instabile se messa a correre in strada (influenze esterne), e il pilota che la governa deve possedere il giusto "quando" per far fronte alle sollecitazioni cui andrà incontro (curve, macchine, ecc..) Diversamente, cadrà... (i maghi neri mi sembra siano caduti...) A questo punto se la cristallizzazione avviene, il come e il quando si fondono insieme dando vita ad una nuova moto che non può "cadere" nè stando ferma nè mentre corre... Una moto che si potrebbe definire immortale o, quantomeno, assai più permanente di quanto non fosse prima... |
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Il mio corpo per ri-equilibrarsi ha utilizzato un procedimento legato alla compensazione (come diceva Gris con l'esempio dell'ernia)si è adattato al problema magari modificandone il ricordo o cancellandolo completamente, creando un finto equilibrio di parvenza stabile. Se rimesto, posso ledere la compensazione e di rimando l'equilibrio diventa instabile.... Ps: parlo in prima persona, ma sono esempi.. mi è più facile esprimermi se "entro" nella parte...:) Citazione:
Scompensi.. disequilibrio. Penso.... la compensazione avviene quando c'è una carenza, l'equilibrio ha carenza se il centro si sposta a dx o a sx, ne deduco che avviene una compensazione dell'equilibrio? Ossia, l'equilibrio si compensa? La compensazione è un sotto-fattore dell'equilibrio allora..... mubble mubble...newbie.gif |
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Non entro troppo sul personale perchè non gradisci.... (peggio per te :H) però... boccaccia: Senza togliere nulla a quelli che hanno "fatto" la storia un nome più o meno grande non mi condiziona minimamente quando affronto un argomento, parliamo di psicologia? Ok Freud, Jung ed altri l'hanno reinventata, onore al merito, ma sono uomini, quindi perfettibili... quindi devo conoscere quello che dicono loro... non posso rifiutarli a priori, ma subito dopo posso decidere se ciò che io ho sperimentato (direttamente o indirettamente, e quest'ultimo allarga notevolmente le possibilità se fatto con spirito critico) allarga ulteriormente le prospettive, le contraddice o le conferma semplicemente. -------------------------------------------------------------------------------------------------- Sapete quando è possibile Creare veramente? Vabbeh, non aspetto le risposte.... quando si raggiunge, si trova l'equilibrio perfetto (anche se relativo solo al "settore" dove dobbiamo creare) cioè compensato... equilibrio che da vivi non si può mantenere a lungo... a meno di non porsi in una sorta di "ibernazione"... quando si raggiunge, con un atto di volontà si rompe in una determinata direzione... da questa rottura scaturisce una reale Creazione... del resto Nostro Padre docet 8-) ----------------------------------------- Questo da Harry Potter si impara solo al 5° anno icon_mrgr:, per cui è presto... ma impara l'arte e....... |
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va beh... quello che volevo dire è che non capivo cosa c'entrasse tutto quello che è stato detto sulla differenza tra i termini equilibrio e compensazione con il blog... non è necessario parlare di Freud e Jung, anche se mi sembra d'obbligo almeno nominarli se si parla di psicologia...comunque... non importa...:C: |
Ancora con questa cosa della simpatia? Si ok non importa.... ma se parli di quozienti intellettivi riferendoti ad un fuori tema o non sai mettere le parole in riga o ci hai dato degli scemi... e finiamola qui... posso fare a meno di quotarti e/o risponderti ma riservami lo stesso trattamento, grazie.
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la mia era una battuta...
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Tornando a queste sostanze Castaneda secondo i suoi racconti ne faceva uso, per usare i suoi termini, per spostare il punto di assemblaggio (o fissaggio che dir si voglia) dalla posizione usuale di percezione ordinaria a un'altra, e questo credo intendano Ray con “spostano il fuoco”e Uno con “spostamenti di coscienza“. Quindi riferito al primo post che ho quotato di Faltea, nell’assunzione di queste sostanze, è davvero la mente che fa vedere immagini irreali, fare un viaggio più colorato di un sogno come dice Grey, oppure è uno spostamento della coscienza in un’altra realtà? All’interno dell’inconscio, se non sono completamente fuori strada? Comunque Castaneda sembra le abbia prese solo il tempo sufficiente per conoscere e accettare, vista la sua "indole", l’esistenza di altri livelli quindi completamente d’accordo che sono deleterie. |
Credo si chiamino stati alterati di coscienza che come ha detto Uno si possono ottenere in diversi modi anche senza intossicarsi, ma per quanto ne so volerci arrivare invece che arrivarci può essere solo deleterio.
Qualcuno mi corregga se sbaglio fiori.gif P.S. per Shanti verrò a scuola di pazienza da te, tutti quei quote strabuzza: abbraccio: |
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La nostra percezione, quella solita, è limitata ad un determinato range di "realtà". Se la coscienza si amplia possiamo ipotizzare un allargamento di questo range, d'altra parte, se si sposta (artificialmante o meno) possiamo ipotizzare uno spostamento, totale o parziale, di quel range... non varierebbe di ampiezza ma di focalizzazione. Quindi, in caso di spostamento, potremmo pensare di percepire "cose" tanto reali quanto le solite o, ancora meglio, tanto irreali quanto le solite. Interne o esterna che siano... anche qui, molte tradizioni veicolano l'idea che anche quello che percepiamo solitamente sia interno, insomma non è molto chiara la cosa, ma sempre per via della limitatezza del range. Lo spostamento artificiale controllato può dare a qualcuno la nozione che la "realtà" è molto più ampia di quel che immaginava, anche se poi non riesce ancora ad ampliare il range, dovrà ben ampliare il suo concetto di realtà e quindi si sforzerà di ampliare anche il range successivamente... o almeno credo questo sia l'intento. |
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Non so... mi è difficile comprendere una realtà vista con occhi "impuri", per quanto ampia o più ampia possa essere.... Anche quando sei alterato dall'alcool hai una visione di una diversa realtà, può sembrare assurdo il paragone ma l'alcool spesso porta a galla ciò che c'è sotto (inconscio?), tendi a vedere le cose sotto un'ottica diversa dal solito, spesso subisci anche una mutazione caratteriale, a seconda dello stato emotivo in cui ci si trova la si definisce balla felice o balla triste... Di conseguenza mi viene naturale pensare che anche l'assunzione di sostanze debba sottostare allo stato emotivo del momento... Comunque, concordo sul deleterio ma principalmente sul non produttivo. :C: |
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Magari sbaglio ma mi da l'idea per la legge che il simile attrae il simile che entrare con il proprio inconscio nell'incoscio collettivo potrebbe essere un po' pericoloso :U
P.S. Shanti eventualmente vengo anche per quello visto che era un complimento sincero. fiori.gifdove posso imparare qualcosa vado volentieri. |
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Mettiamo che la "realtà" tutta sia una scacchiera. La nostra percezione solita, il range limitato a cui mi riferivo, fa si che noi percepiamo, poniamo, solo le quattro caselle centrali. Essendo questa l'unica percezione di cui abbiamo esperienza, siamo continuamente tentati di convincerci che quelle quattro caselle rappresentino la realtà tutta. C'è chi suppone o ha la sensazione che esistano altre caselle o altre cose (e mantiene il dubbio) e chi invece si radica sempre più sulla convinzione. Ma non finisce qui. Normalmente noi percepiamo quelle quattro caselle con addosso degli occhiali colorati, occhiali che sono il nostro abituale modo di vedere il mondo, la serie dei nostri atteggiamenti mental-emotivi se vogliamo, ma c'è anche altro. Se io ho addosso sempre occhiali poniamo rossi, vedrò quelle sole quattro caselle e per di più velate di rosso. Se non cambio mai modo di vedere mi convinco che siano rosse. Fortunatamente mi basta ubriacarmi o anche essere eccitato o triste per cambiare colore agli occhiali ed ecco che percepirò sempre quelle quattro caselle, ma in un altro modo, da un altro punto di vista. Quindi non è facile convincersi che gli occhiali non esistano e che le caselle siano proprio rosse (alcuni lo fanno comunque)... inoltre ognuno ha occhiali diversi (personalità se si vuole) e mi basta un minimo di comunicazione (vera però, anche se di basso livello), un minimo di considerazione esterna, per rendermi conto che ho degli occhiali e che anche gli altri li hanno e ognuno diversi. Se invece, con ausilio di sostanze o meno, sposto il range ma senza allargarlo) vedrò altre quattro caselle o magari due di prima più altre due. Questo modificherà il mio modo di essere... anche se non riuscirò ad allargare la mia percezione a tutte le caselle di cui ho fatto esperienza, almeno però saprò che ce ne sono altre e, magari cercherò di ripetere l'esperienza fino ad arrivare a percepirle tutte assieme. Quando le percepirò tutte assieme avrò allargato la coscienza. Per alcuni (per alcune forme mentis) questa esperienza può essere utile, ovviamente con il controllo di chi sa (percepisce tutte le caselle in questione) in modo da non dover subire le spiacevoli conseguenze di uno spostamento forzato. |
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:) Citazione:
Ma non so dilungarmi oltre, diventerei ripetitiva. Mi frulla in testa la solita domanda... il filo che separa ciò che la mente crea dalla realtà. Un momento o l'altro vado in crisi... piango.gif Viaggio su un filo sottile sottile tra ciò che ritengo (?) relatà e ciò che penso sia illusione..... manata.gif martello.: |
Credo che potremmo farne un tread a parte, ma perchè considerare illusione opposto a realtà?
Se la realtà è la totalità di ciò che esiste allora le illusioni ne fanno parte, se invece realtà ed "tutto ciò che esiste" sono ambiti diversi (con reatà più ristretto) allora potrei dire che le illusioni esistono ma non sono reali... PS: l'inconscio collettivo è parte di quella scacchiera... |
Ma che cos'è in fondo che di una cosa mi fa domandare se è illusione o reltà? Il fatto che non sono soltanto io a vederla, sono più persone a vivere la stessa cosa, che fanno di questa una realtà.
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