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Tornando ai peccati capitali, dato che se ne parla parecchio in giro nel forum, darei un occhio all'accidia, comunemente assimilata alla pigrizia.
In realtà "accidia" viene dal greco "akèdia" e si tradurrebbe meglio con "negligenza". Dalla stessa parola o radice vengono anche "accidente" e "accadere". In effetti, più si è accidiosi, più si è soggetti alla legge dell'accidente, ovvero si permette che le cose accadano... |
Si potrebbe quindi vedere l'accidia come una completa mancanza di volontà, nel dare una direzione alla propria vita (nei limiti in cui questo si può fare).
Se non si prende nessuna decisione se si lascia che tutto accada si è come una bandiera in balia del vento. Va nella direzione in cui soffia senza possibilità di opporsi. Tutto sommato il legame con la pigrizia a cui si accomuna in genere l'accidia non mi sembra tanto sbagliato, se parliamo di volontà sparpagliate, seguire quelle "pigre", significa lasciare che le cose avvengano senza muovere un dito per cambiarle.. |
urka ed io che pensavo fossero la stessa cosa manata.gif
Anche a me pare una mancanza di volontà... Ma secondo voi si nasce predisposti a questi peccati capitali oppure ci si assoggetta dopo? :@@ |
Uhm, "mancanza" di volontà secondo me rischia di essere fuoriviante.
Finchè siamo divisi, finchè sussistono in noi parti (piccoli io, personalità ecc.) che si comportano in modo diverso, quel che chiamiamo volontà non è altro che la risultante dei desideri. Come dire che una parte di me desidera stirare e un'altra desidera stare sul divano a grattarsi. La mia volontà è la risultante di queste due forze opposte. Se vince la prima stiro, se vince la seconda mi gratto, se sono pari non faccio nulla. Non solo: se ho desiderio di stirare 10 e desiderio di divano 8, dato che le forze sono opposte, mi resta volontà di stirare 2. Questo semplificando assai... di solito abbiamo non due, ma molti desideri ed essi non sempre si contrastano direttamente, ma possono andare semplicemente in direzioni completamente diverse... la risultante di queste forze (vettori) può essere addirittura un qualcosa di assolutamente diverso da tutte, un nuovo vettore. Negligenza, ma in qualche modo anche pigrizia (io continuo a vedere meglio la parola negligenza), è se vogliamo, non fornire abbastanza forza al vettore che sappiamo dover nutrire. Insomma, non fare quel che sappiamo di dover fare. Forse, da un altro punto di vista, è uno sparpagliamento tale da costringerci all'immobilità. Citazione:
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Ogni tanto tra i 7 peccati capitali leggo ignavia al posto di accidia, e cercando l'etimologia (in= non e gnavus=pronto, diligente, sollecito, che sa fare) ho dedotto che è una mancanza di diligenza, di cura nel fare le cose ecc.
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L'accidia la vedo come un totale disinteresse per il presente e, di conseguenza, una mancanza di prospettiva per il futuro. Stanchezza, noia, depressione, sono tutte manifestazioni di accidia. La mancanza dell'accidioso la vedo correlata alla responsabilità, sua e verso gli altri. In effetti, se "manco" non posso re-spondere. |
L'accidia la vedo più come abbandono e rinuncia oppure non curanza.
Invece depressione, noia e stanchezza mi sembrano più appartenere ad un'altra sfera. |
7 peccati capitali
Vedo l'accidia come indifferenza, noncuranza, mancanza di interesse verso qualcosa; se poi il tutto si rivolge verso se stessi, si cade nello sconforto, nel vuoto, nell'incapacità di decidere.....un amore smodato per il proprio ego, che non apprezza quello che ha ed è, cercando quello che non ha e non è. Una forma di narcisismo in negativo, anzichè l'esaltazione l'abbattimento
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Ma come detto in "seccare = disturbare" una cosa che ci da noia è una cosa che ci secca... la noia, la seccatura... quindi un abbandono (dei nostri "umori", della voglia di vivere, etc..) con la quale sono invece strettamente connesse... |
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Con ciò non intendo che sono d'accordo (neanche che non lo sono), ma solo che era stata tratta una conclusione affrettata. |
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Chissà se funziona come esempio.:@@
Io vedrei come un diga con un piccolo buchino infinitesimale che però se non riparato con l'andare può solo peggiorare sino arrivare alla devastazione. |
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Anche se quello che capisco meno è la gola (da quel che abbiamo detto sulla lussuria apparentemente è assimilabile, ma appunto, non lo capisco bene) trovo che invidia e superbia siano in qualche modo quelli più diciamo tosti e frequenti. Molti dicono per esempio che il peccato originale sia un peccato di superbia, anche se mi vien da pensare che non so se c'è una vera gerachia tra essi... invece mi piacerebbe capire se esiste un fattor comune che li collega tutti... un quid... In ogni caso il motivo per il quale ho tirato su questo tread è che ragionavo (per così dire) sull'invidia. Pur se la trovo in me stesso, ovvero trovo un meccanismo che ho imparato a chiamare invidia, la capisco fino ad un certo punto. La parola veicola un'idea di "guardare in" (in-videre... invidiare)... ovviamente negli altri... è certamente un'attenzione eccessiva verso gli altri, in ogni caso la rilevo come un sorgere di sentimenti negativi (ira, tristezza, fastidio, dolore) alla constatazione della altrui qualità o degli altrui successi, chiaramente riferiti alla soggettiva idea che abbiamo in quel momento di "qualità" e "successi". Come dire che il momento dell'invidia può cambiare, se rietngo importante guadagnare potrò essere invidioso verso chi guadagna, se ritengo importante avere successo con le donne verso chi ce l'ha e via così. Questa soggettività a mio avviso si espande anche al campo visivo... ovvero il sentimento negativo, più che sorgere nel constatare i successi e le quelità altrui, sorge nel constatare quelli che crediamo essere qualità e successi altrui. Come dire che in realtà non ne sappiamo nulla e che l'osservazione "dentro l'altro" può benissimo, anzi direi quasi inevitabilmente, non essere obiettiva. Non solo, ma questo camp di osservazione può essere assai ristretto... e qui ci vedo un punto centrale dell'invidia. Come dire che nell'altro guardo solo quella cosa che desiderei per me e se la vedo ecco che sorge l'invidia. Insomma ho gli occhiali colorati. C'è però un fattore particolare. Mettiamo che io desideri una cosa e mettiamo anche che obiettivamente la vedo in un altro (in certi casi è possibile... chessò possedere una porsche), perchè sorge il sentimento negativo? Come se fossi convinto che siccome ce l'ha lui allora io non posso averla? O semplicemente il vederla a lui mi ricorda che non ce l'ho e mi fa salire la frustrazione e scambio lui per l'origine di essa invece della mia mancanza? O sotto viaggia il desiderio nascosto di essere l'unico a possedere la porsche e mi racconto che semplicemente desidero averne una? O che voglio essere il primo ad averla che poi è la stessa cosa di prima o che? Chiaro che tutti questi fattori che ho elencato possono benissimo coesistere. Inoltre probabilmente ce ne sono altri... voi che mi dite? |
Per me li accomuna tutti la lussuria ovvero l'esagerazione, la perdiata dell'equilibrio.
Di tutti questi peccati capitali non me ne sono fatta mancare neppure uno diavolo.g: Quando rido così è perchè un poco mi vergogno. Ma bon. Di questi sette peccati quello di cui ho sofferto di più nella mia vita è stato l'invidia: eccerto non riuscivo a raggiungere l'obiettivo per altre pecche e cosa è successo mi è arrivato pure questo. Inizialmente mi rodevo e cercavo di abbassare tutti quelli che vedevo in alto li sminuivo o nel caso dell'oggetto facevo come la volpe con l'uva: non è buona! icon_mrgr: Poi con il tempo qualcosa si media da se ti rendi conto che è una perdita di energia inutile, ma i retagi sono rimasti ovvero istintivamente sono portata per essere invidiosa allora mi dico tutta una serie di cose, ( e quando ci riesco funziona) faccio ragionamenti per vedere se è davvero qualcosa che mi interessa allora può diventare uno stirmolo a fare a migliorare. Se invece è qualcos'altro di inutile e nocivo cerco di perderlo per strada. Del tipo per anni ho desiderato avere una casa più grande,e invidiavo chi l'aveva ora mi dico a ricordo:hai voluto la casa grande perchè il monolocale ti stava stretto invidiavi chi l'aveva? Bon ora puliscila diavolo.g: Onore e onere. Da un parte credo che la si erediti in casa mia c'era l'invidia si si. Dall'altra l'ho seguita e ne ho sofferto. Si è anche trasformata in gelosia per molti anni poi una cara amica mi disse un frase: ci puoi fare qualcosa anche se sei gelosa? Puoi cambiare le cose? Mi parlava con il cuore e piano piano la gelosia è scomparsa ovvero c'è ancora mica è morta ma non le dò più peso e lei ha perso la sua potenza. Che strano ci pensavo proprio ieri sera a sta cosa e mi dicevo ecco non vedi mai i cambiamenti, guarda questo ti rendi conto che in altri tempi avresti agito come una pazza?:@@ Bon mi fermo qui il post di Ray era lunghissimo e non so neppure se ho centrato l'argomento, ma va bene così. :C: |
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Nell'esempio della Porche, se faccio l'impiegata e guadagno 1000 euro al mese, mi è abbastanza evidente che non potrò comprare la Porche nè ora nè in futuro a meno che non vinca alla lotteria, ecco che se vedo Tizio che si puo' permettere una macchinona si instilla tutta una serie di invidie, non solo limitata a quello che è l'oggetto del desiderio (tipo: lui ha la Porche, io no, lui ha un lavoro che gli permette di averla, io no..etc) Il sentimento negativo alla fin fine secondo me non è verso l'altra persona, ma verso me stesso e l'impotenza di non poter avere una determinata cosa e si riflette sull'altro, impedendomi di essere sinceramente contento del benessere di chi ho di fronte (e questo innesca altre cose) . L'invidia si insinua in una maniera che a me non è possibile bloccarla, pero' ho visto che facendo un lavoro di pulizia interna, si è molto affievolita, compare quando mi dimentico di me e guardo troppo fuori e mi metto a fare paragoni ... |
mancanza di equilibrio porta a eccesso.
nel caso dei peccati capitali è distorsione legata a paura e si riconduce quasi tutto al far dipendere il proprio equilibrio dagli altri. così nasce l'ira, così nasce la superbia, così nasce l'invidia ecc. ecc. c'è sempre un "altro" con cui ci si confronta. e se non ci fosse altro che uno? ciauzz |
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Se penso che la porsche è proprio la macchina che fa oer me, che sarei perfetta alla guida di quella macchina, la frustrazione per non poterla avere mi farà provare invidia per chi ce l'ha (e magari non se la merita?) |
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Mi sto convincendo che il denominatore comune a tutti i peccati sia proprio la falsa idea che abbiamo di noi stessi, alla base della quale, alla fin fine, c'è solo sonno. Eh bon... Comunque si, come giustamente dici, l'invidia nasce dal paragone. Verrebbe da chiedersi da cosa nasce il paragone però... dato che invece spesso si pensa forse superficialmente, che venga proprio dall'invidia. Invece probabilmente è quel bisogno di confermare l'illusoria idea di noi stessi dato che, evidentemente, almeno in una minuscola parte, sappiamo essere illusoria (sennò non avremmo il bisogno... forse esiste un grado di sonno abbastanza elevato da togliere anche questo bisogno, non so). |
quando ti centri il paragone scompare.
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si lo so Turaz, e tu sai perchè
ciauzz |
solo che in questo preciso spazio tempo ho deciso di uscire dall'aion e parlare di invidia con questi comuni mortali
è la mia missione un abbraccio |
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Comunque questo credo si rifaccia al discorso dell'immagine illusoria da difendere e relativo continuo bisogno... immagine che comporta appunto i confronti e con essi le scale migliore/peggiore, ma è una parte interessante della questione. |
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ho sparato la "soluzione" a mio avviso. il percorso per arrivarci poi è differente per ognuno anche se ci sono dei punti comuni. quel centro di gravità permanente così importante. comuni mortali sembra un commento messo li come per dire che qualcuno non lo è tutti siamo comuni mortali forse hai pensato che io non ritenga gli "altri" simili a me:)? ciauzz |
Turi te la sei cercata, stacci, punto. Non distraiamo sempre i tentativi di fare un discorso.
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ma scusami uno a sto giro ho solo detto a mio avviso quale fosse la soluzione a mio parere.
ossia il centrarsi. il modus operandi di Ray mi è risultato assai simpatico:) |
Hai detto quella che per te sembra la soluzione, senza argomentare in modo che secondo te nessuno possa dirti "stai sbagliando"
Ma ripeto lasciamo il discorso che continui, ne parliamo in tag |
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Mi piace la domanda "da dove nasce il paragone?", nasce forse nel momento in cui ci rendiamo conto di essere staccati dagli altri (come il neonato che vive per un pò in simbiosi con la madre e poi scopre di essere un'entità separata?) e nel momento in cui cerchiamo di comprendere questo distacco, quel chi sono? e chi sono gli altri? Il paragone è il primo strumento che abbiamo per conoscerci, forse. L'invidia nasce quando il paragone tra noi e gli altri non va, secondo noi, come dovrebbe andare? Cambiando un secondo discorso, l'accidia non l'avevo capita, l'ho sempre associata all'acidità, quindi una persona accidiosa (si dirà così?:@@ ) credevo fosse una sempre inc..ata, acida appunto, antipatica e anche cattiva. OT (irresistibile..) accidia X ira X gola X invidia X superbia X avarizia X lussuria X LE HO TUTTE!! icon_mrgr: come diceva un certo comico HO VVINTO QUALCCHE 'CCOSA?!? rido1.gif sorry scusa.gif fine OT |
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Credo che nel momento in cui arriveremo a conoscerci perfettamente, l'invidia non farà più parte della quotidianità, perchè troveremo in noi tutto quello di cui avremo bisogno.. senza il bisogno di cercarlo fuori. Nell'esempio che avevi fatto tu Daf vedo l'invidia verso l'altro come la conseguenza di qualcosa che sento che manca a me, quindi mi guardo in giro vedo Tizio che ce l'ha e zac, mi scatta l'invidia, mentre in genere almeno in me la vedo al contrario.. vedo qualcuno fuori di me che ha qualcosa più di me e parte il paragone condito di invidia, altrimenti non ci penso.. non ho la Porche? eh bon...icon_mrgr: pero' se la vedo.. anche in questo caso l'invidia è una conseguenza di qualcosa (il paragone con l'altro) Sono d'accordo con te quando dici che il paragone è uno strumento per conoscerci.. e quindi credo che ci sia necessario per dividere in qualche modo e per vedere cosa ci manca (non in senso materiale).. E credo che Ray abbia ragione quando dice che il comune denominatore di tutti i peccati ci sia la falsa idea che abbiamo di noi ... il sonno.. altrimenti forse invece che perdere tempo ad invidiare gli altri per esempio, ci daremmo da fare diversamente.. :C: |
Non so se riesco a mettere in parole un'idea che mi è venuta, ci provo.
Se penso alla me invidiosa ci vedo anche una sorta di vittimismo, di autocommiserazione. E' vero che l'invidia si ricollega ben bene all'ira e che il vittimismo ha poco di irabondo ma è pur sempre un consumare energie utili in dispersioni verso l'esterno... e così lo ricollego all'accidia. Potrebbe essere, in alcuni casi, un invidiare nell'altro qualcosa che io non ho la forza o l'energia di fare e così la critica e l'invidia. Diverso secondo me è il discorso sulla gelosia. E' geloso chi ha paura di perdere ciò che già ha, è una difesa, un'insicurezza, ma non c'è cattiveria in questo; l'invidia invece genera il desiderio del male altrui perchè ha ciò che noi non abbiamo. Per il resto son d'accordo che tutti i vizi nascono dal confronto duplice noi - gli altri - noi. Noi ci specchiamo in quel che gli altri immaginiamo pensino di noi e poi ci raffrontiamo con quell'idea, il tutto in un millesimo di secondo. |
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