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ho tentato di spiegare il passaggio iniziale di vittime passive: ho un figlio non voluto (a parte che potremmo incosciamente agire per averlo!) e dunque sono vittima della circostanza ma poi l'amore per il figlio mi guida istintivamente, per lo meno nella maggior parte dei casi, a prendermi cura con amore del figlio e dunque divento felice;) |
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aspetta, riavvolgo il nastro e replay: tu chiedi Ma come fare per liberarsi, ammesso di averli visti, dei bisogni degli altri? E' forse quello che scrivevi dall'altra parte capo? Quel "spezzare le catene del passato"? io ti rispondo Si in senso cognitivo-razionale è questo in sintesi Intendendo che spezzare le catene è ciò su cui possiamo razionalmente ragionare, che possiamo vedere anche prima di iniziare, poi ovviamente il lavoro vero e proprio per essere completo dovrà toccare tutta la sfera della nostra personalità ivi comprese le emozioni. Queste però da soli non possiamo decidere di spingerle in un senso o in un'altro più di un certo punto, altrimenti non sarebbero più emozioni ma razionalizzazioni. Noi al massimo se abbiamo capito bene come funziona possiamo cercare di portarci in in situazioni che accelerano le dinamiche che ci interessano, altrimenti dobbiamo aspettare che arrivino. Invece una persona da fuori che veda tutto e sappia quello che fa potrebbe in occasioni favorevoli piazzarci di fronte a situazioni che per forza stimolano la giusta emozione, se la parte razionale è già pronta il gioco è fatto. |
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Questo che scrive Uno e' molto interessante ed utile , affrontare situazioni difficili e fare scelte difficili e' quanto e' in nostro potere per rimanere sotto pressione per mantenere alto il livello dello sforzo . Cosi' non rischiamo di annoiarci.....ma che fatica . Parliamo delle ricompense , quando arrivano ? Come sono fatte? |
E se non ci fossero?
Se la ricompensa fosse solo una, una ed unica, finale. Questo potrebbe essere il motivo di crolli e rinunce, ci aspettiamo sempre che ci sia una ricompensa al dolore, alla soffernza ma bene che ci vada possiamo giusto avere la possibilità di ricominciare. Mancanza di ricompense per trovare l'unica spinta vera ed originale, non mossa da un bisogno o da un desiderio di colmare... |
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Insomma lo sforzo e il risultato rendono attive funzioni prima solo potenziali. |
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mi è capitato di vivere momenti che sapevo irripetibili eppure in quei momenti l'attimo era uguale agli altri, solo la memoria... il ricordo, rielaborato e interiorizzato, lo ha reso indelebile, ed allora solo dopo averlo vissuto l'ho goduto veramentefiori.gif |
Io penso che quando una cosa interessa si fa qualsiasi cosa per ottenerla e per portarla a termine, e se fosse una cosa che dura tutta la vita la ricompensa è già quella di essere sulla strada per raggiungere quel fine.
Una cosa che sta a cuore è una cosa che si ama, e l'amore vero è gratuito, non chiede nulla in cambio, non aspetta la ricompensa, essendo già insita nel fatto di amare. Le cose che inizio e non porto a termine sono tante comunque, perchè dentro di me faccio una graduatoria delle cose più importanti e quelle meno. Qualche volta capita che presa dall'entusiasmo di un nuovo inizio trascuri per un po' le cose più importanti, ma appunto per questo quelle cose che non porto a termine significa che in fondo in fondo non erano tanto necessarie e questo lo vedo perchè mi richiedono uno sforzo di volontà per continuarle e quindi un po' alla volta vengono accantonate a quando avrò tempo e voglia di continuarle. C'è invece un altro genere di cose che vorrei inziare perchè fanno parte delle cose che desidero veramente per me, ma non riesco mai a iniziare, mettendo davanti sempre quelle che ritengo più importanti, come i rapporti familiari, i doveri quotidiani che quando si fanno con amore di farlo diventano leggere, se le faccio controvoglia diventano pesanti, e quindi mi chiedo tutti quei semi che potrei seminare e avere un mio raccolto non li pianto mai nella terra, questo mi rendo conto che non è giusto nè verso di me nè verso gli altri, ho paura che l'amore per un hobby, una cosa che mi piace, mi tolga tempo per le altre cose e mi faccia passare per egoista e insensibile e invece so che non è così perchè quando si soddisfano i propri bisogni si è felici e raggianti e persone più complete anche verso gli altri. E allora perchè succede questo ? Forse quello che ritengo importante sono bisogni non miei ma instillati dagli altri che identifico con l'amore mentre l'amore è seminare tutti i nostri talenti e le nostre passioni.... Eppure so che è possibile coordinare il tutto in maniera armoniosa e in questo modo si moltiplica anche l'amore per quello che si fa, e allora perchè non ci riesco ? |
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Sul discorso comunque mi viene una considerazione, che al limite potrebbe anche diventare un tread, e cioè la differenza tra importante ed urgente, anche se forse ne avevamo già parlato. Ci sono mille cose urgenti che dobbiamo fare prima, e a volte al posto, di quelle importanti... |
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Comunque, tornando al tema principale del tread, l'amore per quello che si fa in questo modo si perde, diventano cose meccaniche, e tutto quel potenziale che abbiamo dentro si soffoca dentro a tanti gesti abituali che ripetiamo tutti i giorni. La passione e lo stare a cuore lo conserviamo per cose speciali che solo raramente si riesce a fare come si vorrebbe ma quando questo accade anche le cose abituali è come se acquistassero nuova luce, è come se le nostre energie si moltiplicassero e si riesce a fare tutto perchè è l'amore e la gioia di fare che ci fa muovere... Ma questi momenti di coordinamento armonioso in cui non si trascurano le cose urgenti ma nello stesso tempo si fanno anche le cose che stanno a cuore mi fanno pensare che questo non è impossibile ma molto difficile, penso si tratti di disposizione mentale o di aumento dell'attenzione perchè ci si sente in armonia con quello che si fa perchè coincide esattamente con quello che vogliamo. Il problema è che forse "non lo voglio veramente" per paura di perdere chissà cosa, e invece ho notato che molte volte si perde molto tempo a pensare a questi ragionamenti, tempo che si potrebbe impiegare per le proprie passioni. In effetti nessuno mi impedisce veramente di fare nulla, sono io che mi metto dei limiti, e poi alla sera mi chiedo che cosa ho fatto veramente a parte le cose abituali e mi dico che non ho fatto nulla di importante per me e di conseguenza per la felicità mia e di chi mi sta intorno. |
Le ricompense arrivano, lo dice la parola stessa, com-pensare ossia pesare insieme. Se su un piattino mettiamo i nostri sforzi, sull'altro ne avremo l'equivalente contraccambio.
Il momento della pesa però non è quando vogliamo noi, si può solo prevedere, fra l'altro neanche troppo accuratamente penso. Il fatto è che spesso tutto quello che facciamo dimentichiamo che sia un mezzo e lo vediamo come un fine. Pertanto è nel mezzo che speriamo di vedere i risultati quando invece, nel fine, la ricompensa è già arrivata da parecchio... |
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