esatto a mio avviso.
ciauzz (ma quando sai che qualcuno sta specchiando qualcosa di se che non va in te come andare oltre?) |
Citazione:
L'unica cosa che puoi fare è chiederti cosa vuoi, cioè dove pensi di voler andare a parare. Anche in questo caso non potrai avere le idee chiarissime, perchè se le avessi saresti già per strada.... ma anche un'idea vaga aiuta, quindi con quella è abbastanza facile vedere cosa ti fa andare avanti e cosa ti frena... però devi essere implacabile con te stessa. |
Citazione:
Citazione:
e poi mai valutata la possibilità che siamo specchi e riflessi allo stesso tempo uno per gli altri? che se ci incontriamo e ci scorniamo forse la lezione viaggia in entrambe le direzioni? tendiamo, pardon, tendevo a vedere i processi solo da una parte ma ultimamente comincio a vedere anche l'altra...non che sia piacevole,mi piaceva di più quando potevo dare agli altri la responsabilità di non capirmi..:@@ implacabile? noi siamo i peggiori giudici di noi stessi piango.gif |
Citazione:
l'ho lasciato andare, io sto cercando di far risalire i lati che in lui sono troppo accentuati in me..se lui non ha capito...ci ritroveremo più avanti..non so se mi capisci...la mia libertà finisce dove comincia la tua e viceversa...anche se ovviamente mi sarebbe stato più facile assecondarlo e adattarmi al suo modo di vivere il mondo... |
Beh Dafne... anche solo per perdonarsi ed accettarsi dobbiamo fare un cammino, a meno che tu non sia dell'idea che basta pensarlo, in quel caso non ho altro da dirti.
Anche solo vivere è un cammino. Io non ti ho detto che non esiste la possbilità che siamo sia specchi che riflesso, ti ho ho detto che è impossibile distinguerlo per chi non è Individuo... o se ti risulta più facile: solo specchio. Mah torniamo a ciò che dicevo sopra, siamo implacabili quando diventiamo matti a cercare di risultare perfetti per gli altri, ma ci raccontiamo di tutto per migliorare su ciò che non ci garba... perchè se ci garbasse lo avemmo già fatto. P.s. per piacere fai uno sforzetto per mettere bene i quote (un paio te li ho aggiustati io) se vuoi rispondere in mezzo? altrimenti rispondi tutto alla fine perchè se no non si capisce più niente, Grazie fiori.gif |
ops
icon_rddd: scusa temo di avere qualche problemino con le risposteicon_rddd:
perdonare e perdonarsi non è facile, anzi, il porgi l'altra guancia presuppone una comprensione prima altrimenti diventa solo un ti perdono che è privo di significato... forse parto da un punto di vista sbagliato ma vedi mi hanno abituato che se qualcosa non va nella mia vita è solo colpa mia, questo mi ha spinto fin da piccola ad essere ipercritica nei miei confronti, cosa che ha ovviamente massacrato la mia autostima, ma adesso che sto facendo il percorso al contrario, mi rendo conto che è come se la vita fosse un foglio bianco, e tu devi trovare il punto centrale, ma sei sprovvisto di righello..la cosa più logica è piegare il foglio a metà ma per farlo devi sovrapporre le due estremità, devi arrivare ai due estremi... ti chiedo scusa se certe affermazioni a te sembrano banali e superficiali ma come ti ho già scritto è solo nello scambio che riesco davvero a capire in che punto sono..perdonare chi ti ha fatto del male sarà bello ma io ci riesco solo quando riesco a vedere nello sgarbo che mi hanno fatto che ho appreso qualcosa, anche solo a difendermi o a controllarmi da certi atteggiamenti.. E dimmi, da cosa intuisci che uno è Individuo e non frammento? (ti assicuro che non c'è ironia in questa frase ma curiosità sincera) |
Citazione:
hai provato a capire le motivazioni che ti hanno spinto a innamorarti di lui? |
Citazione:
Provo un esempio va.... Io voglio comprarmi una casa, lavoro e cerco di mettere via i soldi, l'altro magari mi dice: "chi te lo fa fare, un giorno i tuoi moriranno ed erediterai la loro", un altro ti dice: "non ti conviene, tra tasse ed altro è meglio andare in affitto" e poi una sequenza di "in quella zona è brutta", "se non ha 4 stanze sei un morto di fame" etc etc... in mezzo a questi magari qualcuno mi dice: "se vuoi comprarti una villona con il tuo reddito non riuscirai mai", un altro:" sta attento che non sia in una zona sismica" etc etc sono esempi stupidissimi. Allora abbiamo il nostro scopo ed una serie di impressioni, alcune saranno diretta altre di riflesso negli specchi, io cercherò di scegliere quelle che mi sono utili per il mio scopo, cosciente che all'inizio forse non riuscirò a distinguere, ma il desiderio, la verifica man mano e la mia evoluzione nel tempo, riguardo allo scopo, mi permetteranno piano piano di iniziare a vedere un pò più chiaro. negli esempi inizialmente ascolterò quello della villona e quello dei terremoti.... il che non è facile, perchè chi senza pensare non desidera solo tutto e subito? Gli altri invece senz'altro mi distolgono dall'obiettivo. Citazione:
La domanda finale è una di quelle senza risposta, potrei inventartene infinite, ma nessuna ti soddisferebbbe, comunque qua non c'era nessuno che diceva chi è Individuo e chi no era un discorso impersonale.... Io affermo che individui che solcano il pianeta ce ne sono pochissimi in ogni epoca, quindi se si aprono gli occhi senza aspettative e pregiudizi si vedono. |
ahhhhhhhhhh
ho capito cosa vuoi dire, purtroppo da capocciona che sono io tendo a saltare la fase "datemi un consiglio" e saltare direttamente a quello che ritengo più opportuno..martello.: per questo non capivo cosa intendevi per "l'anadare a parare", un caro amico che fa lo psicoterapeuta direbbe che i consigli che gli altri snocciolano sull'acquisto della casa sono solo le proiezioni di loro paure, in questo caso è facile comprendere che in quel momento il mio comprare casa diventa per loro specchio di alcune fobie...a quel punto io dovrei perdonarmi il moto di strangolamento istintivo che mi viene se uno mi dice di controllare che la casa non sia su una faglia (dai la butto un pò in ridere...)
capisco anche che cosa intendi per "interesse" nelle risposte, credo, in pratica che ascoltiamo e registriamo solo quelle che ci fanno comodo? in questo senso devo essere implacabile? nel non raccontarmi che Pino ha ragione solo perchè ha confermato ciò che voglio sentirmi dire ma perchè ha ragione sul serio...? non ti chiedo scusa per le scuse icon_mrgr: icon_mrgr: icon_mrgr: anche se ne ho avuto la tentazionemanata.gif |
Citazione:
l'uomo giusto?8-) lui mi ha regalato un esempio bellissimo, sai quando si definisce l'anima gemella l'altra metà della mela? mi ha detto, certo, puoi trovare l'altra mezza mela, può combaciare perfettamente, essere perfetta al millesimo...ma la polpa? E se una mezza è Golden e l'altra Stark?....ecco...noi non collimiamo, la vita ci ha dato dei morsi per cui le nostre metà non coincidono più perfettamente(esisterà uno stucco per mela?...boh)ma siamo fatti della stessa polpa...solo che io devo superare questo bisogno che ho di conferme e lui la sua necessità di stare solo...non so se mi spiego.. ..e spero di avere quotato bene che ho esaurito le scorte di scuse per Uno...piango.gif |
perdonarsi
...e lui mi manca tantissimo ma so che stare lontani adesso è l'unica cosa che può aiutarci...non so se mi perdonerà mai per avergli chiesto di non farsi più sentire ma io continuo a perdonare me perchè era l'unica cosa da fare...
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Citazione:
Chiedere scusa abbastanza spesso vuol dire che essendo autocritica con te stessa, ti perdoni e ti approvi più facilmente se qualcuno ti perdona ???? Succede anche a me di chiedere scusa quasi ad ogni passo che faccio, ma non tanto e non solo per essere scusata, quanto per sentirmi approvata per poter perdonarmi qualcosa di me che non è stato perfetto.... questo vuol dire che per star bene ho bisogno di un consenso o di un perdono, se mi sembra di aver contrariato qualcuno... o se mi sembra di non essere stata all'altezza di una situazione..... La mia accettazione di me in questo modo passa attraverso quello che gli altri pensano di me.... Anche se lo so che per essere veramente padrona di me stessa e della mia vita dovrei agire indipendentemente da quello che pensano di me, dovrei accettarmi con le mie imperfezioni e non chiedere scusa per questo... abbraccio: |
a me è successo di troncare e poi di ritrovarmi successivamente con maggior consapevolezza.
quindi non ti abbattere per il passato. cerca di comprendere cosa dovevi comprendere e guarda avanti. mio consiglio spassionato |
Citazione:
Citazione:
si è così, il problema che alle volte io passo alla sponda opposta non ascoltando nessuno e reagendo chiudendomi a riccio...mmmm...un pò come faceva l'uomo che ho lasciato...sarebbe davvero curioso se il motivo per cui l'ho lascito, la sua freddezza, forse una parte marcata del mio carattere che io continuo con vigore a nascondere a me stessa...blink.gif ...davvero ridicolo sarebbe...piango.gif |
risposte
porcaccia miseria non riuscirò mai a postare una risposta con una citazione senza fare un macello....
arrabbiat: un corso intensivo?...e magari un pò di sbranina?? icon_mrgr: icon_mrgr: icon_mrgr: |
O.t.
Citazione:
Beh se il meccanismo dei tag ti rimane ostico, come ti avevo detto rispondi tutto sotto in fondo senza mettere in mezzo nonso.gif Adesso proverò ad inventarmi un trucco per facilitare la cosa.... fa comodo pure a me per far più svelto, segui le novità in bacheca. |
Citazione:
Citazione:
Forse, se le conferme che cerchi le trovassi in te stessa, lui non avrebbe motivo di chiudersi e tu non avresti motivo di reagire.... |
A volte un buon modo per iniziare ad affrontare un eccessivo bisogno di riconoscimento (conferma di esserci) è una dieta autoimposta...
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dieta?
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mi puoi spiegare perchè? ..te lo chiedo perchè nei periodi in cui non ho avuto bisogno di conferme dagli altri sono dimagrita in modo assolutamente naturale e, se mi passi il termine, indolore, senza diete forzate in pratica, mentre quando non mi sento a posto con gli altri "metto su" un sacco di kg.....se sono di nuovo O.T.mandami su una discussione a tema (e non a quel paeseicon_mrgr: ) GRAZIE |
A prima vista potrebbe dipendere dal fatto che ci difendiamo dalle delusioni.
Il corpo manifesta ciò che noi non riusciamo a comprendere in noi, così la paura appunto di non essere accettati dal di fuori rende il corpo inaccettabile per noi. Ci auto specchiamo in ciò che per noi è più palese. Somamtizziamo. Se invece si sta bene con noi stessi, dentro, ecco che il corpo perde la parvensa di inadeguatezza. Dipende da quanto siamo capaci di bastare a noi stessi. Quel che dice Ray è di non dare soddisfazione ad un bisogno che ci mangia ma piuttosto cercare con un pò di sofferenza volontaria ma cosciente di insegnare ed educare quella parte di noi la rinunciare. Però questo rischia di farci cadere nell'eccesso e nella rigidità. Quindi attenzione a non apllicarla come regola a tutto ma sempre usarla come scelta. C'è un bel precetto che si usa in certi ambienti che dice: astieniti da tutto e usati di utto. Ma aspettiamo cosa inteva ray :C: |
Volevo aspettare che rispondesse Ray... ma prima che partiate per una tangente, non credo che intendesse dieta alimentare.
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Nemmeno io
Citazione:
:C: |
...quindi un pò di astinenza dagli altri?
però credo che anche a livello fisico ci sia un riflesso se facciamo "indigestione" degli altri... |
Citazione:
A volte un buon modo per iniziare ad affrontare un eccessivo bisogno di riconoscimento (conferma di esserci) è una dieta autoimposta... (era la frase... non ho fatto il multiquote) intendevo più o meno quel che dice Sole, ovvero astensione volontaria ma magari non totale (la dieta non è il digiuno ed è comunque temporanea anche se fosse un po' di digiuno) dalla soddisfazione automatica del bisogno. Perchè? Perchè se riconosco in me un bisogno e riconosco che è eccessivo e quindi lo subiso, la decisione volontaria di non soddisfarlo (ovviamente con coscienza e "osservazione" sennò è come sbattere la testa nel muro o mettersi un cilicio a vanvera) crea quella particolare tensione che, da una parte può mettere a nudo aspetti di noi stessi collegati al bisogno e dall'altra impone nuovi atteggimanti mentali nei confronti del bisogno stesso. Chiaramente, se non c'è coscienza nel farlo, si ottine solo si spostare il problema in un altro meccanismo di solito peggiore. In ogni caso sottolineo che ho detto "un buon modo di iniziare", nel senso che è un modo e non il modo e nel senso che non basta questo (almeno non sempre). Però il farlo crea una nuova situazione, apre una nuova porta, e quindi nuove prospettive e nuove possibilità. Interessante però che la metafora, presa in modo letterale, abbia trovato comunque una sua applicazione non assurda. Probabilmente se, per scelta o per caso, si acchiappa quella buona, si trovano degli appoggi e delle corrispondenze anche nel "materiale". Un po' quello che accede con gli esempi (se reggono)... |
Citazione:
adesso la capisco fiori.gif e so anche di non aver voluto vedere quel "riconoscere qualcosa che può aiutarci" (mamma che effetto rileggermi, mi faccio quasi tenerezza...dopo la voglia di prendermi a schiaffi..hehehehe) così come di essere ancora invischiata nella prima... leggo.gif |
La metto quà perchè mi sembrava il posto più adatto.. (casomai Uno sposala tu dove è meglio)
Come si fa veramente ad accettarsi? Cioè, se a livello metale ti dici che ad una certa età dovresti essere in un certo modo ma, in realtà tu ti senti completamente diverso e quindi inferiore, che si fa? Cioè uno si può dire di accettarsi ma dopo ti risenti come sempre, ripartono i pensieri e tutto il circolo... Che fare quindi? Ad esempio perdi il lavoro, come accetti sta roba? Oppure ti senti debole in certi lati di te stesso, come accettarsi e quindi iniziare a crescere? booh.gif Oppure quando ci si sente bene si è convinti di essersi accettati, ma dopo nel momento di difficoltà ti sembra di non aver fatto nulla ed essere punto a capo.. Allora vuol dire che uno non si è accettato realmente? Attendo risposte, grazie in anticipo fiori.gif |
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Bisogna accettare quello che si e' non quello che si vorrebbe essere ,poi da li' non star fermi , da li si parte con umilta' per cambiare. Non si deve accettare o volere quello che non si e' per cadere di continuo. |
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Però ci sono cose che si possono cambiare allora bisogna lottare perchè ciò avvenga. Ci sono cose che non si possono cambiare allora bisogna accettarle, magari come qualcosa che ci spinge in un altra direzione per esempio, oppure non era la nostra strada, oppure....trova tu una ragione e mettiti il cuore in pace e poi muoviti verso un altro lavoro. Ma non pensare mai che le cose avvengano in un battibaleno ogni cosa ha i suo corso nel tempo e anche questo va accettato. Citazione:
:C: |
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Nel tempo ho compreso che l'accettazione di me stesso, (nel bene e nel male) passa dalla presa di coscienza di chi sono. Ricordo che le prime prese di coscienza di chi sono mi fecero molto male perchè vidi un gufetto che non volevo accettare. Piano piano ho accettato parti di me che non volevo vedere. Molte cose di me erano indotte dalla mia famiglia, dagli amici... volevo sentirmi accettato da loro. Fin dalla nascita la paura più grossa che avevo/ho è la sensazione di abbandono dai miei affetti. Crescendo, per evitare questa paura, l'abbandono, sono venuto a compromessi con me stesso. Col tempo, parti di me che stridevano con l'immagine accettata dalle persone vicino a me (dai miei affetti) venivano accantonate e nascoste. Questo meccanismo è invevitabile quando non ci si pone domande del tipo "chi sono?". Un giorno capii che qualcosa non tornava nel mio vivere, così poco alla volta ho cominiciato a pormi questa domanda "chi sono?". Ancora oggi continuo a pormela e forse un giorno arriverò ad accettarmi per quello che sono. :C: |
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Le parole che ho evidenziato sono vere anche per me, tendo ad accantonare e nascondere parti di me che stridono con l'immagine accettata dalle persone a cui tengo, cioè tendo a proiettare di me un'immagine migliore di quello che veramente sono, migliore secondo il mio giudizio soggettivo e non è detto che questo sia vero in assoluto, perchè penso che è questo che vogliono vedere di me... Allora mi viene da pensare che l'accettarsi passi dalle conferme di chi ci sta vicino, quindi le parti di me che nascondo non le accetto o le vivo di nascosto generando così sensi di colpa irrisolti. Rispondere alla domanda "Chi sono ?" implica una conoscenza di se stessi, ma conoscere non vuol dire accettare. Ma se ribalto la questione, cioè se guardo cosa accetto delle persone vicine a me, mi rendo conto che le accetto per quello che sono e che vogliono mostrare di sè, ma anche per le loro parti nascoste che so che ci sono e che qualche volta emergono quando abbassano la guardia, ed è in quel momento che le amo ancora di più, perchè le vedo come sono, e vedo che chi non ne fa un problema di mostrarsi come è sta più in pace con se stesso e di conseguenza si crea meno problemi con gli altri. Quindi perchè mai non dovrebbero anche loro accettare le parti nascoste di me ? Quando si passano dei periodi di crisi in cui emerge la nostra inadeguatezza e debolezza, sono queste parti che dobbiamo accettare di noi, il fatto è che specie in quei periodi non ci piacciamo e vorremmo essere diversi, come gli altri che vediamo più forti e migliori di noi, ma se ci rendiamo conto che la vita è una ruota che gira e che in un altro periodo loro si potrebbero sentire deboli in confronto a noi, dobbiamo accettarci come siamo e ripartire da lì, fare pace con noi stessi e pensare che quello che vediamo di noi è la stessa cosa che vedono gli altri di se stessi, e che il confronto che possiamo fare è molto relativo e in rapporto a ciò che stiamo vivendo in quel momento. Citazione:
I momenti di crisi sono un momento prezioso per conoscerci ed accettarci e cercare di migliorarci, indubbiamente quando si superano ci si ritrova più forti di prima. |
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Farlo su noi stessi è davvero difficile, probabilmente perchè ognuno di noi ha in testa una sua immagine e quindi nel momento in cui questa non combacia con la realtà, questo ci provoca dolore e ci fa star male. Citazione:
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Sono domande difficili, a cui non credo possa esistere una risposta unica.. sono d'accordo con te, si puo' ripetere a sè stessi che ci si accetta, ma finchè resta una cosa esclusivamente mentale, è una balla, e alla prima occasione risalta fuori il problema (o i problemi) per la non accettazione di sè... L'unica via per come la vedo è iniziare a conoscersi sul serio, e non sono d'accordo con Stella quando dice che conoscersi non significa accettarsi, vedere certe cose di sè onestamente per come la vedo è un ottimo passo.. quando hai visto davvero, sei a metà strada (anche un po' di più) per la risoluzione del problema. Accettarsi, significa imparare a vedersi piano piano, una cosa alla volta, essendo pero' sinceri con sè stessi (e non raccontandosela )... Di primo impatto se chiediamo a chiunque se si conosce, risponderà di si.. ma pochissimi si conoscono e sanno chi sono. Il "sentirsi inferiore agli altri", lo conosco bene e so che non è facile conviverci, ma per quel che vale ti dico che piano piano si puo' superare.. e poi.. inferiore a chi? :H quale metro di paragone usiamo per confrontarci con gli altri? abbraccio: |
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Penso che, innanzitutto, sia molto importante cercare di conoscere, o almeno capire, se stessi il più possibile. Non è facile, ci vogliono anni di intro-spezione, auto osservazione di tanti aspetti ecc, però è molto importante per cercare di vedere le vere motivazioni del nostro agire, perchè facciamo una cosa o perchè non riusciamo a farne bene o serenamente un'altra. Anche a me sembra spesso che tanti sforzi e tanto impegno non siano serviti ad essere, o perlomeno ad avvicinarmi ad essere, l'individuo che avevo in mente; probabilmente ciò è dovuto proprio ad alcuni lati e aspetti di me stesso (modi di essere, atteggiamenti verso di me e con gli altri, esperienze vissute o non vissute) che non sono ancora riuscito ad accettare/perdonare/comprendere/ricapitolare, non sò nemmeno quale sia il verbo più adatto... Sento che fino a che questa operazione di accettazione/perdono/ricapitolazione di questi aspetti di me stesso non verrà pienamente, realmente e definitivamente compiuta, non riuscirò mai a progredire più di così: posso leggere libri spirituali, fare meditazione, yoga, tutte cose che un pò possono aiutare, ma alla fine basta anche solo un episodio, una situazione, una frase e si viene riportati nuovamente a terra . Uscire da una situazione così non è facile, purtroppo non posso darti grandi consigli visto che anche io, specie in quest'ultimo periodo, mi ci sto dannando l'anima , arrabbiat:soprattutto perchè credo che alla fine le cose da accettare o perdonarsi realmente siano veramente poche, e magari ci conviviamo da decenni, da quando eravamo adolescenti o giù di lì, però riuscire a farlo realmente è veramente tosta |
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Sono convinto anch'io che nel tempo le cose migliorano e che lo scopo può essere raggiunto, il problema però è che la crisi, credo prorpio per sua natura, ci fa sentire soli e non capiti, e quindi a maggior ragione si ha paura di non essere accettati dagli altri. E comunque, se vogliamo, questa società che impone degli standard ed ideali di persone che più che esseri umani sono cyborg...($) , di sicuro non ti aiuta, perchè per quanto uno cerca di stare distaccato dalla massa, ci si deve vivere dentro comunque e quindi in qualche modo si viene codizionati (a meno che uno non vada a fare l'eremita...). Poi credo che comunque sia un pò per tutti, ma personalmente la cosa mi riesce molto più difficile con persone dell'altro sesso... :@@ |
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Non dico che la prima sia impossibile, una mente forte con una volontà incrollabile hanno effettivamente il potere di creare, ma questo è un traguardo (nemmeno per tutti) e non una partenza. Sono sicuro che tu, Lion, e che tutti noi in fondo, se pensiamo all'individuo che avevamo in mente, ci sembra che i nostri sforzi siano stati del tutto vani. Ma se mettiamo da parte quell'idea, e proviamo a guardare con onestà quello che siamo ora, e quello che eravamo prima, ci rendiamo conto di aver camminato eccome, senza contare che per certe cose ci vuol tempo, e anche il contadino deve aspettare la prossima primavera per iniziare a vedere nel concreto i risultati dei suoi sforzi... |
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