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Sole 11-10-2011 13.56.38

Qui siamo in Esoterismo, penso sia meglio approfondire la cosa nelle discussioni che già hanno iniziato il discorso. Per il trattenere ce ne sono tante, ma la prima che mi viene è quella che linko:


Emozioni negative

Repressione

diamantea 11-10-2011 18.00.46

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 104873)
Diam, io credo che fai confusione tra trattenere e reprimere, non sono la stessa cosa. Con la prima per esempio si sente tutta l'emozione, con la seconda invece non la si sente.
Immagina quando trattieni la pipì, lo stimolo lo senti. Se si potesse poterlo non sentire rischieremmo una intossicazione..

Sole cosa ti fa pensare che io non abbia capito la differenza, o che non ne abbia mai fatto esperienza?
Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime.
Non ti è sembrato pertinente il mio esempio? Forse perchè, immagino, tu non conosca la tecnica del canto. Conosci meglio quello di trattenere la pipì e ti sembra più facile spiegarmelo così?

Non capisco Sole a chi è rivolto il tuo invito ad approfondire altrove, visto che qui siamo in esoterismo...

Astral 11-10-2011 18.07.39

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 104886)
Sole cosa ti fa pensare che io non abbia capito la differenza, o che non ne abbia mai fatto esperienza?
Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime.
Non ti è sembrato pertinente il mio esempio? Forse perchè, immagino, tu non conosca la tecnica del canto. Conosci meglio quello di trattenere la pipì e ti sembra più facile spiegarmelo così?

Non capisco Sole a chi è rivolto il tuo invito ad approfondire altrove, visto che qui siamo in esoterismo...

Era riferito a me, e quanto alla tecnica del canto se stai ancora studiando... non la conosci del tutto nemmeno tu.

Sole 11-10-2011 18.21.02

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 104888)
Era riferito a me, .

infatti

Sole 11-10-2011 18.49.38

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 104886)
Ho detto che reprimendo è più facile spingere nel senso che spinge maggiormente chi reprime. ..

Si questo è vero, parlando della vita, è l'indirizzamento però che cambia tra lo spingere/sfogo di una repressione e il rilasciare e spingere finale, che non dovrebbe avvenire, di un trattenere.

_______
Questo mi da modo di dire una cosa. Rileggendo tutto il thread ho visto una cosa che mi era sfuggita, volevo metterla altrove, ma magari poi la linko e adesso colgo l'occasione qui.
In sostanza quando trattengo sto contenendo una qualunque cosa, quella cosa è energia e devo stare attenta che il mio contenitore non spanda. Rompersi non dovrebbe mai, al più sfoga fuori. La tensione che genera la lotta del trattenere e la tentazione di spingere fuori la bomba che è dentro è forte. Io mi son sempre chiesta alla fin fine cosa ci dovessi fare oltre ad aumentare la resistenza ed imparare a governare ciò che è automatico...(lo so che non è poco) e ora immagino che vada trasformata e rilasciata al primo momento utile, restituendo a chi o a qualcosa che merita.
AGGIUNGO: il problema però è riuscire a trovare il ritmo o il tempo giusto.

diamantea 11-10-2011 21.41.26

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 104888)
Era riferito a me, e quanto alla tecnica del canto se stai ancora studiando... non la conosci del tutto nemmeno tu.

Certo Astral, ma non la conosce del tutto neanche il vero cantante, il quale andrà sempre avanti nella sua ricerca verso il raggiungimento del suono ideale o perfetto che in questa dimensione umana non si può raggiungere.
PIù in generale fa parte della Ricerca avere sempre un pò di fame, questo è uno dei tanti messaggi importanti che ho recepito da Uno nei suoi tanti messaggi.

diamantea 13-10-2011 19.52.07

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 104891)
AGGIUNGO: il problema però è riuscire a trovare il ritmo o il tempo giusto.

Mi sono posta anche io il problema. Il trattenere, come lo sforzo e la tensione, non può durare a lungo, occorre un tempo adeguato oltre il quale si danneggia o si modifica ciò che si trattiene.
Per i bisogni fisiologici è più facile quantificare questo tempo. Trattenere il respiro ad esempio mi sembra l'azione più limitata nel tempo, per quanto si possa essere allenati a trattenere, in vuoto o in pieno, il tempo non è così lungo come per la fame, la minzione, l'evacuazione o il sonno.
Il bisogno di spingere quando si trattiene a lungo un bisogno fisiologico potrebbe derivare dall'istinto alla sopravvivenza. Se sto troppo in apnea poi è quasi impossibile non spingere per ossigenarmi, quanto meno occorre molto allenamento e consapevolezza di andare incontro alla spinta e anche li trattenere quel bisogno quasi violento di respirare.
Quando si parla di stati energetici, stato emotivo ad esempio, non saprei quantificare. Ho l'impressione che il trattenere oltre un certo tempo la qualità cambi, si trasformi in qualcos'altro. Se trattengo molto uno slancio affettivo ad es., potrei trasformarlo in indifferenza alla lunga. Il passo verso la repressione mi sembra breve, cioè dove va l'energia troppo a lungo trattenuta?
Ci si può abituare al trattenere senza vuotare riempiendo la brocca.
Perchè dal trattenere si arrivi a vuotare senza spingere occorre un tempo limitato in relazione alla natura di ciò che si trattiene. La cosa sembra difficile anche a me identificarla e quantificarla senza cambiarne la natura.
Mi piacerebbe appronfondire se possibile.

Sole 13-10-2011 21.13.06

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 104955)
Mi sono posta anche io il problema. Il trattenere, come lo sforzo e la tensione, non può durare a lungo, occorre un tempo adeguato oltre il quale si danneggia o si modifica ciò che si trattiene.
Che intendi con danneggiare ciò che si trattiene?
Quote:


Il bisogno di spingere quando si trattiene a lungo un bisogno fisiologico potrebbe derivare dall'istinto alla sopravvivenza. Se sto troppo in apnea poi è quasi impossibile non spingere per ossigenarmi, quanto meno occorre molto allenamento e consapevolezza di andare incontro alla spinta e anche li trattenere quel bisogno quasi violento di respirare.
E' interessante il discorso della sopravvivenza, perchè portato ad aspetti più interiori di noi è come se un io spingesse fuori per sopravvivere.
Quote:

Quando si parla di stati energetici, stato emotivo ad esempio, non saprei quantificare. Ho l'impressione che il trattenere oltre un certo tempo la qualità cambi, si trasformi in qualcos'altro. Se trattengo molto uno slancio affettivo ad es., potrei trasformarlo in indifferenza alla lunga. Il passo verso la repressione mi sembra breve, cioè dove va l'energia troppo a lungo trattenuta?
Se si trasforma in indifferenza forse qualcosa è andato storto, nel senso che se trattengo stati affettivi, slanci affettivi sto cercando di trattenere quella gioia (ad esempio) e non riversarla sull'altro perchè non riesco a contenerla tutta. Ma nel momento in cui non sento più il bisogno di quello slancio può voler dire che il mio corpo, il mio essere ha aumentato la sua capienza a furia di trattenere, la contiene tutta e non ha bisogno di esprimerla, o forse molto meno di prima, però si sente l'affetto verso l'altro solo che appunto lo si può contener senza doverlo condividere (è un pò il dubbio che esprimo anche io dillà).
Quote:

Ci si può abituare al trattenere senza vuotare riempiendo la brocca.
Perchè dal trattenere si arrivi a vuotare senza spingere occorre un tempo limitato in relazione alla natura di ciò che si trattiene. La cosa sembra difficile anche a me identificarla e quantificarla senza cambiarne la natura.
Mi piacerebbe appronfondire se possibile.
Non credo di aver capito bene, mi puoi spiegar meglio?

Ray 13-10-2011 21.43.28

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 104962)
Se si trasforma in indifferenza forse qualcosa è andato storto, nel senso che se trattengo stati affettivi, slanci affettivi sto cercando di trattenere quella gioia (ad esempio) e non riversarla sull'altro perchè non riesco a contenerla tutta. Ma nel momento in cui non sento più il bisogno di quello slancio può voler dire che il mio corpo, il mio essere ha aumentato la sua capienza a furia di trattenere, la contiene tutta e non ha bisogno di esprimerla, o forse molto meno di prima, però si sente l'affetto verso l'altro solo che appunto lo si può contener senza doverlo condividere (è un pò il dubbio che esprimo anche io dillà).

Si, ma in caso di proiezioni accade grossomodo come dice Diam.

Tolte quelle poi può svilupparsi quello che dici tu.

Astral 13-10-2011 21.56.02

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 104895)
Certo Astral, ma non la conosce del tutto neanche il vero cantante, il quale andrà sempre avanti nella sua ricerca verso il raggiungimento del suono ideale o perfetto che in questa dimensione umana non si può raggiungere.
PIù in generale fa parte della Ricerca avere sempre un pò di fame, questo è uno dei tanti messaggi importanti che ho recepito da Uno nei suoi tanti messaggi.

Questa risposta mi è piaciuta ;)


Sto rileggendo questa discussione che si collega con emozioni negative, sto cercando di capire questo trattenere e questo spingere, magari già lo faccio ma non so spiegarlo, in genere ho sempre pensato che qualcosa o la tieni dentro o la esterni fuori, non riesco a vedere altre sfumature.

diamantea 13-10-2011 22.37.24

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 104962)
Non credo di aver capito bene, mi puoi spiegar meglio?

Il trattenere parte da un organo, una funzione, una parte di se che sviluppa quell'energia che va trattenuta. Immagino una contrazione, un impegno di una parte che sviluppa energia da indirizzare in una direzione. La si trattiene per poi rilasciarla, così oltre il dovuto, oltre il limite di tempo ipotizzo si possa causare una modifica, una trasformazione o un danno, un pò come la somatizzazione che a furia di assorbire energia repressa sviluppa una malattia.
Un ragionamento da verificare.

Anche il discorso di abituarsi a trattenere... parto dal presupposto che il trattenere indica anche una quantità, può essere quantità di energia, o rifiuto organico, in ambedue i casi quantità e tempo potrebbero essere due parametri del trattenere e dello spingere.
Il trattenere è una quantità che teniamo dentro per un tempo, occupa uno spazio dentro di noi, uno spazio che contribuisce a riempire la brocca o contenitore o secchio o come lo vogliamo definire. Se tratteniamo troppo a lungo e troppe cose in una volta rischiamo di intasarci, di riempirci e bloccarci, o di prenderci un'intossicazione.
In questi casi la spinta la vedo come un'azione sbloccante utile alla sopravvivenza anche se di effetti a volte catastrofici, per cui capisco l'importanza di trattenere e vuotare senza spingere, quindi anche l'importanza del fattore tempo, un elemento che a me da molta ansietà ad esempio e mi porta a spingere.

Sulla questione sopravvivenza io credo che tutto ciò che non è consapevolezza è sopravvivenza, quindi se lo spingere è frutto di inconsapevolezza nel gestire il trattenere, è atto alla sopravvivenza di quella parte vitale di noi che rischia di soccombere o danneggiarsi.
Anche questo da verificare, io provengo dalla repressione ed ora mi sto aprendo veramente ma spesso spingo ciò che sale e non riesco a trattenere con la giusta pressione, mi assale l'ansia di non avere tempo a sufficienza per la sopravvivenza.

Ray 13-10-2011 22.52.27

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 104969)
Il trattenere parte da un organo, una funzione, una parte di se che sviluppa quell'energia che va trattenuta. Immagino una contrazione, un impegno di una parte che sviluppa energia da indirizzare in una direzione. La si trattiene per poi rilasciarla, così oltre il dovuto, oltre il limite di tempo ipotizzo si possa causare una modifica, una trasformazione o un danno, un pò come la somatizzazione che a furia di assorbire energia repressa sviluppa una malattia.
Un ragionamento da verificare.

Anche il discorso di abituarsi a trattenere... parto dal presupposto che il trattenere indica anche una quantità, può essere quantità di energia, o rifiuto organico, in ambedue i casi quantità e tempo potrebbero essere due parametri del trattenere e dello spingere.
Il trattenere è una quantità che teniamo dentro per un tempo, occupa uno spazio dentro di noi, uno spazio che contribuisce a riempire la brocca o contenitore o secchio o come lo vogliamo definire. Se tratteniamo troppo a lungo e troppe cose in una volta rischiamo di intasarci, di riempirci e bloccarci, o di prenderci un'intossicazione.
In questi casi la spinta la vedo come un'azione sbloccante utile alla sopravvivenza anche se di effetti a volte catastrofici, per cui capisco l'importanza di trattenere e vuotare senza spingere, quindi anche l'importanza del fattore tempo, un elemento che a me da molta ansietà ad esempio e mi porta a spingere.

Sulla questione sopravvivenza io credo che tutto ciò che non è consapevolezza è sopravvivenza, quindi se lo spingere è frutto di inconsapevolezza nel gestire il trattenere, è atto alla sopravvivenza di quella parte vitale di noi che rischia di soccombere o danneggiarsi.
Anche questo da verificare, io provengo dalla repressione ed ora mi sto aprendo veramente ma spesso spingo ciò che sale e non riesco a trattenere con la giusta pressione, mi assale l'ansia di non avere tempo a sufficienza per la sopravvivenza.

Come ho accennato in "emozioni negative" (il discorso si sta sviluppando sui due tread), non si può trattenere più del proprio limite. Una volta raggiunto quel che stavamo trattenendo esce... possiamo spingere oppure no e rilasciare. Ma esce. Nel caso delle emozioni o esce verso fuori (esprimere... qui il rilasciare apre nuovi orizzonti) o verso dentro (reprimere), ma sempre esce da dove stava.

Quando tratteniamo che succede? Aumenta la pressione. Aumenta da sola, per l'atto del trattenere, non siamo noi che comprimiamo, a meno di concentrarci (per le cose che si può).
Quando la pressione aumenta, la cosa trattenuta cambia... in quanto cambiano le condizioni dell'ambiente in cui si trova. Con la pressione ad esempio aumenta la temperatura... ma non solo. Possiamo dire, con una metafora che è tale fino ad un certo punto, che trattenendo "cuciniamo" la cosa che tratteniamo.

Sole 14-10-2011 10.29.52

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 104966)
Si, ma in caso di proiezioni accade grossomodo come dice Diam.

Tolte quelle poi può svilupparsi quello che dici tu.

Humm ci riflettevo dopo aver risposto in effetti che c'era un passo indietro. C'era proprio da considerare prima il fattore della proiezione e del bisogno che viene espresso.

diamantea 14-10-2011 18.37.44

Mi pare che si sia focalizzata l'attenzione solo a quello che deriva da noi, sia in entrata come quel che sale da dentro, che in uscita come quel che manifestiamo all'esterno.
Riflettevo a quello che cerca di entrare dall'esterno e viene spinto senza essere trattenuto.
Ad esempio l'ascolto. Spesso le persone ci parlano ma quel che entra viene spinto velocemente o in rimozione dentro o espulso fuori con la reazione. In ambedue i casi vi è un'azione di spinta per l'incapacità di trattenere uno stimolo che non deriva da noi direttamente ma arriva a noi.
La distrazione può essere un esempio di non saper trattenere lo stimolo esterno. Una lettura a volte fa venire il sonno come rimozione di ciò che entra e ci risulta "pesante"
da trattenere, come un file che occupa troppo spazio ma in effetti sarebbe dire che ne trova poco per il livello di attenzione che richiede per essere elaborato.
Si potrebbe dire che l'energia per essere trattenuta occupa un tempo, uno spazio e un peso?

A volte succede con il non saper trattenere un complimento, un gesto di affetto o una smorfia di stizza.
Persone che dicono di non saper accettare amore, attenzioni, troppo orgogliosi per accettare...
Quando ci viene chiesto spesso si risponde troppo velocemente con un no o con un si con l'automatismo senza aver trattenuto il giusto tempo per elaborare la nostra risposta che comunque arriva in differita creando spesso conflitti.
Penso che il trattenere in questo caso ci darebbe il tempo e modo di elaborare l'informazione prima di indirizzarla alla parte giusta di noi che risponde allo stimolo o deve nutrire qualche parte.

diamantea 15-10-2011 13.14.56

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 104971)
Quando tratteniamo che succede? Aumenta la pressione. Aumenta da sola, per l'atto del trattenere, non siamo noi che comprimiamo, a meno di concentrarci (per le cose che si può).
Quando la pressione aumenta, la cosa trattenuta cambia... in quanto cambiano le condizioni dell'ambiente in cui si trova. Con la pressione ad esempio aumenta la temperatura... ma non solo. Possiamo dire, con una metafora che è tale fino ad un certo punto, che trattenendo "cuciniamo" la cosa che tratteniamo.

Il cucinare lo associo al fornello alchemico. La cosa che cuoce, il calore... più il trattenuto sta in pressione più aumenta la temperatura più cuoce e si trasforma, ma fino a che punto? esiste una temperatura ideale o specifica? e se scuoce? Immagino ci saranno diversi stadi di cottura quindi di trasformazione.
Il trattenere è legato all'elemento fuoco?
Hai detto che trattenendo aumenta la benzina quindi l'energia o il fuoco interiore che servirà per altro, o comunque è disponibile ad un utilizzo. Il fuoco alimentato sale o spinge verso l'alto.

Sono ancora in carreggiata o mi sto perdendo in qualche meandro? nonso.gif

diamantea 16-10-2011 21.21.34

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 104971)
spingere oppure no e rilasciare. Ma esce. Nel caso delle emozioni o esce verso fuori (esprimere... qui il rilasciare apre nuovi orizzonti) o verso dentro (reprimere), ma sempre esce da dove stava.

Vorrei fare un esempio di rilasciare che dovrebbe essere il giusto opposto di trattenere.
Pensavo ai farmaci RM o CR. Essi hanno un backing che permette l'assunzione del farmaco con il rilascio del principio attivo nel tratto digestivo che controlla il graduale rilascio farmacologico in un tot ore.
Ho immaginato l'energia trattenuta un pò con lo stesso processo.
In altro 3d hai detto che il trattenere può diventare benzina, ma sappiamo che la benzina accesa in una volta esplode, ma se usata a rilascio controllato ci fa fare molti km.


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