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Quando mi rado i peli delle gambestrabuzza: (giuro che c'ho pensato ma non mi sovviene nessun'altro esempio concretoicon_mrgr:icon_mrgr: ) dicevo... quando mi rado i peli delle gambe con il mio decennale silkepil (non mi ricordo nemmeno più se si scrive così) appena comincio sento un dolore atroce.. poi il corpo si adatta emette le sue magiche pozioncine e il dolore cala ed io continuo con il cavapeli maledettodiavolo.g: quasi canticchiando:sornione: Se mi fermo qualche secondo, per due parole al volo, quando riparto il dolore è di nuovo fortissimo... e poi si placa di nuovo... Può sembrare un'esempio assurdo ma il corpo si adatta sempre per far sentire meno il dolore... Quando si comincia con l'altalena, il su è FANTASTICO il giù è infernale... Il corpo non arriva ad adattarsi.. Immaginati un metronomo di quelli di una volta (ora sono tutti digitali :( ) che si mettevano sul pianoforte per segnare il tempo... ora batte lento e lo spazio che la lancetta deve fare per passare dall'altro lato è lungo... piano piano diverrà sempre più corto, il tic tac più veloce ed il tuo equilibrio + stabile... abbraccio: |
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Secondo lei magia, intento ecc non sono altro che forme di onnipotenza di cui le persone si invasano, illudendosi di poter in qualche modo avere effetto sulla realtà. Invece io so che la volontà e l'intento quando applicati in modo corretto da chi sa farlo possono davvero plasmare la realtà di un individuo che sa attingere a forze Altre. Ogni forma di magia secondo lei è quindi qualcosa da curare, di malato e qui si alza il muro tra me e lei perché devo fermarmi, non posso esprimere le mie idee senza cadere in un quadro di sindrome da 'onnipotenza'. Non posso parlare di ricerca, di spirito devo sempre rimanere nel solito ambito di traumi infantili e cose da rielaborare, materiale certamente utile ma non sufficiente, cioè non è tutto qui... |
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Però scusa, sul controllo ce n'è da esplorare senza finire nella magia... convinzioni o meno c'è il rischio di usare sta cosa per non affrontare quello che invece è possibile affrontare senza tirare in ballo la magia. PS: ma è freudiana? |
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Sì c'è n'è a bizzeffe da esplorare nella relazione controllo/magia, è un campo lontano dalla mia ricerca ma un giorno se arrivassi ad essere pronta non escluderei un percorso di questo tipo volto non a controllare la realtà ma ad esplorare me stessa,(SE arrivassi ad essere pronta) ma non è questo il punto, non posso nemmeno parlarle di spirito o altro senza essere presa per matta. Però questi argomenti fanno parte della mia struttura e del mio modo di muovermi nel mondo, la stessa struttura che assieme stiamo cercando di sbrogliare... Purtroppo non credo di essere riuscita a spiegare bene i limiti che avverto in questo percorso è come se mi vedesse a metà |
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In ogni caso intendevo che si può esplorare, a livello psicologico, la questione del controllo senza tirare in ballo spirito magia o altro. Sottolineo quel "a livello psicologico"... l di là dei supposti limiti della persona, da un certo punto di vista apprezzo questo approccio. Molti psicologi, apesso sull'onda di Jung o di altri meno diciamo evoluti (ma non mi piace il termine) si mettono a paralre di tutto e di più e fanno pericolosi frullati tra ambito psicologico e altri ambiti più ampi. Sono frullati che nel migliore dei casi non portano a nulla se non a una gran confusione... se uno va da uno psicologo fa una ricerca psicologica e, secondo me, a quello dovrebbe limitarsi. Certo che uno dovrebbe anche poter esprimere le proprie convinzioni religiose (in senso ampio) senza venir preso per matto... molti però avrebbero bisogno di sentirsi dire, a riguardo, che non c'entra col discorso e venir riportati in tema. |
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Ora son passati due anni e credo di aver combinato certamente qualcosa ma ripeto ho l'impressione di aver fatto di più grazie a Ermopoli che nel suo studio. E' come se lì non riuscissi ad andare in profondità come qui. Citazione:
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Due anni sono un buon tempo per un rapporto terapeutico... se quella volta hai scelto di aderire senza discussioni perchè di questo avevi bisogno non è detto che le cose non siano diverse adesso. Magari oggi puoi andare a fare qualche colloquio esplorativo con qualcun altro, magari per scoprire che la tua terapeuta è meglio. Ci si possono anche prendere pause di riflessione. Comunque sia, se hai la sensazione che con lei non vai più di tanto in profondità potreste essere davanti ad un limite del vostro rapporto. Ma potrebbero anche essere tue resistenze. Ti consiglio di parlarle di questa sensazione. |
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Vedremo magari gliene parlo anche se il nostro rapporto è ormai al termine, a marzo la terapia finirà perchè è incinta e poi ha detto che potrei provare a camminare da sola. Dopo il primo anno più o meno per questi motivi volevo prendermi una pausa di riflessione e lei ha detto che stavo scappando dalla terapia quindi sono rimasta. Alla fine mi sono fidata parecchio di lei, ho accettato ciò che diceva come verità anche se a volte si è convinta di cose verso cui in realtà ho qualche riserva ... Ad esempio è convinta che ho grosse difficoltà 'inconsapevoli' a interrompere la nostra relazione (per via della difficoltà ad accettare il distacco...vero ma in altri rapporti non in questo) in realtà non vedo l'ora perchè con quei soldi ho in progetto di pagarmi le lezioni di piano che ho mollato anni fa e in ogni caso mi apre la possibiltà di sentire altre campane cosa che avrei voluto fare da un bel po'. |
Concordo con Ray, ma io mi bloccherei se andando dall'analista definisse baggianate magia e simili...
Fa tutto parte di noi e ritengo che un punto di vista così ristretto da parte di un medico non sia corretto..nonono.gif Sia corretto far capire che non è la strada da percorrere, forse fondamentale ma scorretto tacciarlo :( |
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Un medico deve sapere solo di cose mediche al massimo delle sue possibilità ma deve poter accettare che gli parli di magia e religione? :@@
Comunque ho vissuto un passaggio come il tuo, ho fatto un percorso con uno psicologo per tre anni, a singhiozzo ovviamente diavolo.g: , e ho vissuto la tua identica situazione. Ho imparato molto di più su Ermo e con lui avevo la sensazione di non poter toccare certi argomenti. In realtà condivido con Ray che debbano come professionisti mantenersi cauti nell'affrontare certi argomenti. Anche perchè loro non lo sanno che affrontiamo certi argomenti con spirito ermopòlico :H invece che come magia da 4 soldi o da fenomeni da baraccone :( Comunque un giorno ho timidamente accennato all'argomento, purtroppo sul finire, e sono piacevolmente rimasta sorpresa dalla sua posizione serena. Poi ho realizzato anche che se qui lavoravo bene li con lui ero obbligata a verbalizzare, a mettere vivo e vero quello che avevo colto e pensato qui, a trasportarlo e spiegarlo. Soprattutto perchè non sapevo se l'avrebbe accettato, se avrei riscosso comunque la sua approvazione. In quest'ottica la cosa mi è servita moltissimo. Quasi più adesso che è un pò che non ci vado che prima soio.gif Per finire eravamo arrivati a un punto morto, credo che sia inevitabile quando c'è un passaggio successivo che il paziente deve fare da solo (qui la serietà che è mancata al professionista che cita Nike secondo me) quando è pronto. E io non lo ero. Non lo sono tutt'ora temo ma confido di ricevere prima o poi un segnale positivo, a quel punto probabilmente cercherò un nuovo referente che mi obblighi a trasportare sul reale le cose che elaboro solo mentalmente. E, soprattutto,in modo costante. (ma questo è un problema mio :H ) :C: |
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Se un medico si trova di fronte un testimone di Geova che rifiutando la trasfusione rischia di morire, dove sta il confine tra il suo e il non suo su ciò che dice la religione del suo assistito? A lui non interessa quello che dice la religione dei testimoni di Geova, secondo le sue conoscenze questa persona può morire se non si fa fare la trasfusione, quindi pur rimanendo nel suo di fatto sconfina in altro che quasi sicuramente non conosce. Ho estremizzato parlando di possibile morte per evidenziare ciò che il professionista è costretto a fare per seguire la sua professione, ma anche se trasporti il tutto al tuo caso il discorso non cambia. Per essere più chiari di quello che ti hanno già detto, se tu hai l'esigenza di altro oltre a ciò che quel terapeuta propone e segue, il problema non è un eventuale errore del terapeuta, ma che non è il terapeuta adatto alle tue necessità o come detto da Ray una scusa che poni per non andare oltre in un certo lavoro. Nell'esempio del TdG, diremmo che questo volendo suicidarsi impedisce al medico di fargli la trasfusione con la scusa della religione, viceversa se il suo bisogno di seguire la religione è imponente dovrebbe cercare un medico che sia capace di utilizzare alternative in linea con la religione (nel caso estremo della trasfusione è praticamente impossibile, ma è un esempio) |
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Dal mio punto di vista più che dell'analista avrei bisogno di avere fiducia in me stessa e di seguire quello che sento anche quando non è conforme alla maggioranza. |
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martello.: |
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Penso anche io che se di terapia psicologica si tratta non si debba sconfinare in percorsi religiosi, artistici, o esoterici; ci ho provato a sconfinare a suo tempo. Quella persona è preparata per l'ambito psicologico. Tuttavia resta che come persona ha certamente diritto di credere o no alla magia per esempio, semmai potrebbe correttamente dire che si scusa se non riesce lì ad aiutarti più di tanto non essendo un campo che l'ha appassionata. Perchè demolire e basta non serve a nulla, è chiusura e basta; è delirio di onnipotenza dalla parte opposta allora direi. Da paziente ogni volta che mi è a rrivato un limite di questo tipo voleva dire che ora potevo sentire altra campana se non staccare(e a volte mi è accaduto alla prima seduta), ma non per svalutare il ben fatto che di sicuro c'è se sei rimasta così a lungo, ma perchè nel tempo mi sono covinta che il terapeuta è un essere umano, come lo è il medico, il prete, limitato anch'egli come tutti, e se ti ha dato degli strumenti è possibile che non te ne possa dare altri ancora che tu desideri, e che tu meriti. Un'altra persona sarà meno calma, meno precisa, non so ti lascia aspettare troppo ogni volta o parla troppo piano, sono solo degli esempi, ma magari ha da darti altre cose che l'altra non aveva. E può darsi anche, perchè no, che non ti servivano gli insegnamenti di quella terapia, o che ti abbia favorito anche solo il pensiero di averla la persona che di sicuro ti ascolta, permettendoti magari di andare più veloce nel godere di tutto ciò che hai trovato in Ermopoli, tutto è possibile. Ti è costato certo, pazienza...(a proposito pure io avrei da allegare la P.I. al forum laughing7:) Bay Edera, anche io ho percepito qualcosa di diverso in te. Mi sei sembrata più sciolta e più aperta, e anche molto più simpatica rispetto a prima che eri più seria(seria lo sei, non saprei dirlo meglio). :C: |
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Non posso ora rispondere dettagliatamente al tuo post ma ti dico che tutto sommato credo di aver fatto comunque un percorso con lei e tutto sommato non è stato affatto negativo. Riguardo al limite con la spiritualità tutto è nato dalla mia convinzione che lavorando piano piano in più di qualche vita sia possibile incarnare in noi lo Spirito, lei associa questo tipo di ragionamento al ragionamento 'magico' che fanno i bambini quando sono piccoli, magico nel senso di irreale, fantastico, quindi qualcosa da correggere. |
Ci ho pensato tutta oggi e anche prima mentre correvo.
Ho trovato il motivo del mio disappunto sulla questione, io non voglio che lei tenti di smantellare questa mia idea perchè infondo so che ho una struttura bucherellata sotto e che quest'idea è il collante, ciò che tiene assieme tutto e gli dà un motivo per andare avanti. E' una resistenza quindi, una specie di salvavita che scatta, come quando infili una spina umidiccia nel muro e si spegne tutto per evitare danni. Su questo pensiero ho fondato la mia esistenza |
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