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IO scambiavo l'ottimista sognatore con l'ottimista e l'ottimista con il realista, e il realista con ...boh?icon_mrgr: Più che altro in genere ho incontrato casi di ottimisti sognatori che volevano autoconvincersi che le cose andranno sempre bene, sorridi alla vita ecc e poi hanno fatto il botto , quindi magari identificavo l'ottimista con questa sottospecie :) Forse non sono neanche pessimista come credo di essere, cioè concordo che i pessimista può lasciarsi sfuggire le occasioni più sfumate, impercettibili , cripitche, ma quelle decentemente visibili, magari in modo più stentato credo di vederle, o di muovermi per quanto possibile per cercare di trovarle. Certo se fossi ottimista, se di qua se di la, le cose sarebbero diverse, ma quando ci sono troppi se di mezzo già significa parlare di fantasie e di cose non ottenibili, a prescindere dalla fatica che uno può fare, ma proprio di strutture esistenziali diverse. Per ciò che è possibile vedo di muovermi e captare, al limite sono pessimista, magari meno di quel che penso, ma mica sono demente.....icon_mrgr: |
La combinazione più comune? Essere ottimisti quando le cose vanno bene e diventare pessimisti quando vanno male.
Comunque Uno ha espresso con parole diverse quello che io intendevo per essere positivi, in senso creativo e attivo non in senso positivo. Rispondendo a Faltea potrei dire che esiste il pessimista passivo che è la vittima, ed il pessimista attivo che disturba gli altri, augurandogli che le cose gli vadano male per confermare la sua visione pessimista, seminando tristezza, panico, negatività e problemi. Si, quest'ultimo serva la dea Sfiga. l'ottimista ha fiducia nella provvidenza, il realista forse nella prevvidenza. |
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Saranno i termini che mi ingannano, ma ottimo e pessimo non sono meglio e peggio. Dovremmo vedere allora, a mezzo scala, miscugli di ottimismo e pessimismo presenti nel singolo individuo che lo pongono in determinati punti tra i due estremi (che forse non esistono), ma allora si parla di tendenze e di linee di massima, e l'equilibrio tra le due tendenze sarebbe difficile da stabilire, rischiando di cadere nel discorso di Astral della neutralità. Invece, se per te l'ottimismo è meglio, purchè moderato, l'equilibrio migliore diventa instabile. In ogni caso, per capirci, sull'esempio delle macchine per scrivere per me il realista vede il decadere delle prime e investe sui secondi cercando di aprire futuri portoni e sbarazzarsi, si anche svendendo, dei futuri avanzi, mentre l'ottimista, a seconda di come ragiona, lo vedo sia avanzare imperterrito sulle macchine da scrivere tanto andrà bene, ignorando i segnali di decadimento, sia buttarsi a capofitto nei computer in quanto nuova potenzialità senza preoccuparsi più delle macchine per scrivere. Il pessimista non fa nulla perchè non si era dotato neanche delle macchine per scrivere icon_mrgr:, il sognatore stessa cosa, anche se immagina già aggeggi che scrivono rispondendo al suo pensiero... ma non può fare nulla perchè non ha la terra sotto i piedi grazie alla quale muoversi. |
Se uno è ottimista, può diventare pessimista e viceversa? Se io fossi tendezialmente pessimista e volessi diventare ottimista, assodato che ripetere 100 volte al giorno 'sono ottimista' non porta buone cose come potrei fare? Forse è una cosa possibile solo per gradi e con l'esperienza, cioè aprendo piano la porta a un nuovo modo di vedere e cercando di metterlo in pratica. Così facendo, i riscontri positivi che andrei a mettere nel bagaglio personale, mi permetterebbero di ri-orientare la mia bussolabooh.gif
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Me ne rendo conto ad esempio quando vedo come mi è facile essere ottimista con il c..o degli altri diavolo.g: Pessimista a lungo termine verso cose che ho provato e riprovato senza esito. Per il resto resto pigramente (e non solo) sognatrice |
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Personalmente, non credo di essere pessimista come potrei apparire superficialmente, in realtà, sotto la melodrammaticità che mi caratterizza, ho sempre teso e ricercato in direzione di una soluzione, in tutti i casi, anche quelli impossibili. Credo sia più pessimista chi si mostra sempre e comunque positivo e poi alla prima difficoltà...Crack! Da qualche parte ho letto una cosa tipo: è meglio essere ottimista e avere torto che essere pessimista e avere ragione. Mah:) |
io devo capire perchè quando sono positivo attiro poca positività e quando sono negativo attiro tanta negatività.
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Hai scritto una cosa che mi ha colpita Gibbi, ovvero "come opera in me il pessimismo" è un po' che ci ragiono su, e forse non è la sezione adatta, ma è proprio come se il pessimismo (ma vale per tante altre cose) operasse per conto suo, come un'entità separata da me... Pero' Ray ci ha messo il carico da 90 con questo : Citazione:
L'atteggiamento quindi si sceglie, più o meno consciamente, ma certamente si è portati più verso un modo piuttosto che in un altro giusto? Cambiare modo, atteggiamento fa si che qualcosa lentamente si modifichi anche all'interno? In genere il pessimismo, per me si traduce con una serie di scuse , che mi bloccano, non mi permettono di fare qualcosa, dunque direi che rientra nelle cose che non voglio vedere/provare/ affrontare etc... cerco sempre una specie di rete di sicurezza, una zona d'ombra che mi protegga dal nuovo. E cosi non mi butto, manco avessi chissà cosa da perdere. Citazione:
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Se uno fosse un "meglista" (la parola non esiste non per caso) farebbe, penserebbe etc... sempre il meglio senza nessun ma e però, ma questo non è possibile vivendo perchè corrisponderebbe alla perfezione che non è di questo mondo. Viceversa il "peggista"..... E' per questo che parliamo di ottimista e di pessimista, cioè di persone che pensano ed agiscono con qualcosa in più (ottimo sintetizzandone l'etimologia al massimo questo significa ) e con qualcosa in meno dell'ordinario che è il realista pieno e quadrato. Poi posso capire, e leggendo i post qui se ne ha la conferma, che la parola ottimismo, complice tutta quella spazzatura new age sul pensiero positivo, ha assunto connotazioni diverse. |
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Poni l'accento su "sua" per capire meglio quello che intendo :) |
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Non è facile passare da una parte all'altra, anzi è molto difficile il che non significa però impossibile. Poi bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, il che rende la situazione identica dal lato pratico ma diversa circa la possibile trasmigrazione da un lato all'altro. L'ottimista deve avere qualcosa in più, emanare qualcosa, qui siamo in psicologia e non posso dire troppo, ma è comunque evidente, come dicevo sopra che anche i tratti caratteriali e/o psicologici evidenziano la tipologia pessimista o ottimista di una persona. Una persona estroversa o quanto meno con facilità alle relazioni interpersonali soddisfacenti non può essere una vera pessimista e viceversa..... Quindi prima cosa bisogna valutare se uno è realmente pessimista o se crede di esserlo, nel secondo caso (il più comune) è relativamente facile cambiare purchè non si pensi (come appunto dicevi) ai "miracoli" del pensiero positivo. Questi nella migliore delle ipotesi creano un ulteriore strato di condizionamento sopra l'altro strato che rimane e persiste. Nella peggiore permette di ottenere qualche piccolo risultato concreto da ripagare con interessi usurai. L'unica strada è un onesto lavoro di piccoli passi e prese di coscienza. Bisogna prima destrutturare il condizionamento: "io sono pessimista" e poi da una posizione neutra ricrearsi. Lo stesso vale anche per chi fosse realmente pessimista per struttura psico-fisica, solo che in questo caso il lavoro è ancor più lungo e faticoso. |
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icon_mrgr: Il problema è che un minimo di mix credo esista in tutti, poi c'è il rischio di essere fuoriviati dalla vulgata comune, che come detto fa vedere l'ottimista come uno scemo sognante e il pessimista come un depresso cronico irrecuperabile che non si scuote manco con le cannonate. Se ho capito l'aspetto psicologico è solo uno dei vari da prendere in considerazione, la situazione è più generale e complessa... |
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Quindi il pessimista è spostato nel passato e l'ottimista lo è nel futuro mentre il realista fissa il presente e il da farsi
Per cui il Lavoro dovrebbe vertere su portarsi sul presente ricapitolare il passato sanarlo ('na bazzecola icon_mrgr: ) per potersi fissare su presente P.S. e il sognatore che fa? dovrà mettersi le zavorre ai piedi ($) |
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Manco pensa a crearla vede quello che ha davanti a sè.. Citazione:
Ed io che lo decantavo tanto, ma non avevo compreso questo aspetto. FINE OT Un pessimista può diventare un po' meno pessimista ma non diverrà mai un'ottimista, sbaglio? Può far pesare meno il suo pessimismo, tentare di vedere un po' più il positivo nelle cose, ma l'essenza rimarrà sempre la stessa. Un po' come il detto "uno che nasce tondo non può morire quadrato" (chiedo venia se non è proprio così.. vado a memoria e sapete che la mia fa un po' schifo...) |
Quale sarebbe il lato oscuro del pensiero positivo?
Il pensiero positivo ha origini che si perdono nella storia! Infatti se so perse proprio! :) In effetti ripetersi affermazioni positive non serve a molto, anche se ne sei convinto. Potresti diventare ottimista in quell'attimo, ma poi finirebbe. Invece ci sono cose che ci possono renderci ottimisti, la preghiera, la meditazione, la presenza degli amici, gli animali che amiamo. Certo tutto parte da noi stessi, ma anche l'ambiente circostante influisce, e se puoi interagire nell'ambiente, sicuramente aiuta. Esempio stupido: io prima dormivo in un ingresso dove passavano tutti, poi ho modificato e c'ho fatto il salone, spostandomi in una camera, ora quella stanza senza finestre è diventato il salone discreto, e sicuramente quando sono in casa contribuisce a qualcosa di positivo. Lo stesso discorso vale per le stanze interiori del nostro cuore. |
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O.t. [ho scritto un'altro con l'apostrofo non lo facevo dalle elementari! E' interessante, stavo pensando a me stessa, il concetto in realtà era: un'altra attrice fittizia.. La dice lunga sulla capacità di scrivere senza tirarsi in ballo, uff-] Fine O.t. |
Io invece credo che funzioni soltanto in superficie, almeno come viene presentato sui libri new age, e poi il problema del pensiero positivo, è che devi vedere sempre positivo, pure se c'è un deficiente che ti mette sotto con la macchina.
Forse è più corretta la visione allora "cristiana" ma anche di altre religioni che dice che nulla succede a caso, ed ogni esperienza ha un importante lezione. E' una lezione che non promette miracoli, ma che da senso alle cose, anche se questo senso spesso non lo capiamo. Sicuramente la "grazia di Dio" da un lato ti evita tanti mali, ma da un altro per esempio fa in modo che devi affrontare il male del mondo. Invece chi è corrotto ha i benefici della corruzione, ma sta danneggiando la propria anima. Uno stile di vita sano per esempio è già come attivassi il pensiero il positivo, il che non significa che ti va sempre bene, ma i mali sono minori o finalizzati ad un evoluzione. Però credo più non capiamo una lezione, più le lezioni sono dure e ci fanno essere pessimisti. |
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alla base sta , dicevo , la profonda consapevolezza di bastare a se stesso sempre e di cavarsela in qualsiasi circostanza . Questo significa che a prescindere anche da quando si inserisce in un sistema o in un'idea che e' anche gia' stata realizzata e quindi anche se in ritardo ( vedi il passaggio da macchina da scrivere a computer ) lui sa che ne trarra' beneficio con le sue sole forze e capacita' , in qualunque modo . La conseguenza visibile di questo atteggiamento e poi di questa convinzione e' quella tendenza ad un buono e sano rapporto con gli altri che altro non e' che l'abbandono di una difesa nei rapporti personali . Sano e buon rapporto con gli altri che non diventera' mai dipendenza o morboso bisogno di contatto che anzi puo' dargli fastidio . Per avere questo atteggiamento / convinzione bisogna avanzare a piccoli passi ed affrontare e confrontarsi sempre con gli altri e col mondo con fiducia e apertura , imparando di continuo . Il mosaico alla fine composto dara' l'ottimismo . Il realista invece manca di questa qualita' ( ATTEGGIAMENTO E CONVINZIONE ) trascendente , perche' trascende la realta' e si limita ad essere attendista e ad esaminare l'esistente senza alcuno slancio verso il futuro visionario nel senso di futuro da immaginare . Il pessimista addirittura colora la realta' delle tinte fosche che gli servono anche ad eliminare lo sforzo di analisi della realta' . E' il piu' pericoloso per se' e per gli altri perche' nei momenti di incertezza ti puo' indurre all'errore , farti sbagliare e puo' condizionare negativamente tutto l'ambiente anche tutti i suoi ( dell'ottimista ) collaboratori quando siano incerti . E' chi di norma non fa nulla , non ha mai fatto nulla o molto poco o ha rinunciato a fare e critica sempre chi ha un'idea e sta per cominciare a muoversi . Lo fa proprio per avere la scusa di continuare a non far nulla e spera sempre nell'insuccesso di chi fa . E' lestissimo a giudicare , non perde un attimo a sparare sentenze senza meditare e attingendo ai luoghi comuni . Vade retro ..... |
Oggi hanno detto in un pezzo di Vangelo che si sente in televisione, che Dio vuole che guardiamo le cose belle, e che non ci focalizziamo sulle cose che ci nasconde, perchè c'è più bellezza nel mondo di quanto pensiamo.
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Spesso mi sono trovata in disaccordo su questo argomento perché battevo che era funzionale, preciso e dava risultati e non capivo perché mi si dicesse che in realtà non era così. Ora l'ho capito. Infatti lavora sulla superficie, ti illude ma in realtà crea solo una lieve crosticina sopra il tuo marasma di rogne. |
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