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Infatti il fare spallucce lo sto provando ora, ho preso come banco di prova l'ufficio, cercando di vivere al momento il problema e non provando ad "anticiparlo" e controllarlo... è embrionale ma per ora mi evita i nervosismi e le tensioni... Lascio correre prima e se il problema si presenta provo a risolverlo. Vivendo lo stato di ansia nel mentre del problema e non prima (non fasciarsi la testa prima di essersela rotta insomma..) Ha un'effetto collaterale (ma forse non c'entra niente) sto dimenticando appuntamenti personali a raffica. E' ormai noto che la mia memoria lascia molto a desiderare, come soluzione ho il telefonino l'agenda per la precisione, che suona ricordandomi gli appuntamenti. La settimana scorsa mi ha mollato... scarico e non me ne sono accorta, ho saltato l'appuntamento dal dentista, non ha suonato la sveglia-ricordami. Umiliazione, fastidio... spallucce. Mille scuse al dentista per il mancato appuntamento, ecc.... (forse dovrò anche pagare($) ) Morale ieri avevo l'appuntamento dal medico, memore di ciò che era successo ho fatto mille controlli al telefonino, appena ha suonato ho re-impostato la sveglia sul pomeriggio... L'ho dimenticato!!! Uscita dal lavoro invece che recarmi al suo studio sono andata diretta a casa.... Questa mattina mi sveglio e ricordo.... Non so se ha un'attinenza,ma penso di si, in quanto non sono mai riuscita a fare le cose a metà... presumo che se avessi avuto tutto sotto controllo senza impormi queste spallucce forse avrei ricordato sia l'appuntamento dal dentista che quello dal medico.. telefono o no... Come primo passo per liberarmi dal senso di controllo ho cercato di evitare l'ansia da prima, vivendo il più possibile il qui e ora, qualche risultato l'avevo ottenuto, poi quando sono passata al sucessivo passaggio (spallucce prima) inserendo un po' di menefreghismo per fare un passetto in più... bé i risultati sono sopra.. Ritengo di aver fatto un po' di confusione.... sia nell'esporre il tutto a voi sia nel metterlo in pratica. martello.: Ho sbagliato ricetta? |
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Vivere il momento è giusto, è l'unico modo per fare le cose con la massima efficienza e il minimo dispendio, ma un pochino tu hai spostato dal troppo prima al dopo la faccenda. Se prima iniziavi a pensarci il giorno prima (per niente e facendoti del male) adesso sorpassi il momento giusto. Può essere normale, per eliminare una cosa cristallizzata praticamente da quando andavi a scuola, ci vuole un pò di tempo e la presa delle misure giuste. Forza e coraggio :C: |
Non credo che hai sbagliato ricetta, o meglio, stai sperimentando e questa è sempre una buona cosa. Anche nelle ricette di cucina si va per tentativi ed aggiustamenti no?
Il discorso della memoria è interessante... bloccando un certo meccanismo del confluire delle energie hai bloccato in parte anche l'alimentazione di quella funzione. Questo ti può dare altri indizi su te stessa, quindi tutto serve. Per il resto... da quel che dici ho l'impressione che invece di modificare hai solo spostato... prima tenevi tutto sotto controllo per non sentire l'ansia, adesso fai spallucce per non sentire l'ansia. Insomma, sempre dall'ansia si scappa. Non farsi prendere dall'ansia è necessario, guai se comanda lei, ma l'optimum sarebbe sentirla e dominarla... non posso dominare qualcosa da cui fuggo. Daltra parte è chiaro che si deve andare per gradi... non si diventa domatori inziando da un cavallo selvaggio, ci si procura lividi e basta. Chessò... potresti per esempio, a volte, quando l'ansia non è intollerabile, importi di non fuggirla, starla a sentire, osservarti in quei frangenti e vedere cosa devi fare per comportarti come hai deciso nonostante essa... poi, come si diceva dall'altra parte, si tratta di ancorarsi e far salire... |
A me capita da un po' lo stesso problema di Faltea, inizialmente mi sono domandata: sarà l'età che avanza? Poi ora leggendo Faltea mi è sorto un dubbio.....
Siccome anche io mi affido ad esempio al timer, o alla lavangna....per ricordarmi di un appuntamento, o di tirar giù dal fuoco il pentolino dell'acqua calda che è diventato rosso e stava fondendo strabuzza: Mentre prima non mi sarei mossa rimanendo li con il patema d'animo: oddio non mi devo scordare oddio devo stare attenta, oddio chissà se succede, oddio poi che faccio? Adesso per alcune cose che reputo meno importanti mi affido o alla lavagna, o al timer all'occorrenza. Questo fa si che mi dimentichi come se avessi delegato il problema a qualcuno per non soffrire più l'ansia dell'attesa e tutto l'iter sopra. Mi sono domandata se non sia stato uno sfuggire al problema invece che risolverlo. Invece di tenerlo a bada ho fatto finta che non mi appartenesse? E con esso mi sono dimenticata anche di ciò che avrei dovuto fare. Il timer è suonato e non l'ho sentito ed ho bruciato il pentolino anzi fuso.( per esempio) Oppure Invece di fare ciò che era scritto sulla lavagna mi sono dimenticata che esistesse, l'ho messo li a decantare invece che imprimerlo. In compenso invece che sotterrarmi ho accettato che il problema non l'avevo risolto e che avrei dovuto osservare meglio e trovare un altra soluzione. Tipo guardare giornalmente gli impegni che dovrò affrontare senza però dare seguito a tutte le deviazioni che la mente come abitudine sarebbe portata ad infliggermi. Ma sopratutto quando li segno sulla lavagna farlo con la massima attenzione come se stessi facendo qualcosa di importantissimo in modo che questi imprimendosi mi richiamino nel momento "del bisogno". Tipo quando si va a letto e si dice: domani devo svegliarmi alla tal ora perchè..... imprimendo dentro di se la cosa. la mattina mi sveglio senza bisogno della sveglia. Dite che può funzionare anche con il resto? |
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Io quando "so" che devo svegliarmi presto, a parte puntare la sveglia, mi sveglio sempre un po' prima che suoni.... perchè è come se un campanellino dentro di me mi dicesse "svegliati.... oggi devi fare questo e quest'altro...." Però mi capita anche in certi momenti che devo ricordarmi che ho qualcosa da ricordare.... Tipo quando faccio la lista della spesa e all'ultimo momento prima di uscire mi viene in mente una cosa che non ho scritto ma non la scrivo tanto me la ricordo senz'altro... mentre poi consultando la lista scritta non riesco a ricordare quello che dovevo ricordare.... Penso che la nostra mente cataloghi tutto quello che ci serve ma siamo noi che non usiamo bene questa agenda naturale che abbiamo a disposizione... Gli appuntamenti distanti devo segnarmeli sul calendario sul muro così basta un'occhiata ogni giorno per ricordarli al momento giusto, e lo stesso vale per scadenze varie.... Ma... vorrei aprire una parentesi: c'è stato un periodo della mia vita in cui dovevo affrontare una cosa nuova per cui tutta la mia mente era puntata su quello, che avevo il terrore di dimenticare le cose più elementari, tipo se avevo chiusa la porta a chiave o se avevo spento la luce, o se avevo lasciato la finestra aperta in una giornata di pioggia... Era talmente lancinante il dubbio che ogni volta che uscivo dovevo tornare indietro a controllare, se no passavo una giornata intera nel dubbio di aver dimenticato qualcosa di essenziale... Ma visto che quei gesti erano automatici e quindi non venivano registrati perchè mentre li eseguivo "dormivo", tutte le volte che tornavo indietro a controllare trovavo tutto in ordine ma ero capace di tornare un'altra volta indietro per sincerarmi di nuovo di aver spento la luce prima di ri-uscire... e così via.... Ricordando questo periodo penso che il mio controllo era più sulla poca fiducia di me che sulle cose, visto che ero concentrata sopprattutto sulla nuova situazione che dovevo affrontare, le cose elementari ed automatiche mi sfuggivano... Poi, memorizzando ogni gesto, ripetendo dentro di me: "sto spegnendo la luce, sto chiudendo la porta, ecc." man mano che li facevo, ho incominciato a resistere alla tentazione di tornare indietro a controllare, e così facendo la cosa mi è passata, e meno male perchè è stata un'esperienza molto stressante !!!! :C: |
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Anche a me a volte è capitato di " dimenticare" un appuntamento, o altro, che avevo segnato nell'agendina, proprio perchè, forse, l'avevo segnato li.
Per un po l'agendina ossia l'utilizzarla ( ed anche ora qualche volta) era diventato un pensiero quasi fisso. Mi ripetevo che se non avessi segnato l'appuntamento mi sarebbe sfuggito. Credo invece che anche in questo caso si tratti di controllo, tant'è che opponevo a me stesso una forza che mi permetteva, in un certo senso, di ribellarmi, in quanto suonava il campanello d'allarme che mi avvertiva che anche l'agenda era o poteva diventare un ulteriore fase di quel " controllo ". Ho notato anche una cosa strana. A volte, cosa che prima non avveniva praticamente mai, dimentico i nomi delle persone. Non so...è come se mi fossi affidato ( ecco che ritorna la delega) all'impressione che mi ha fatto una persona. Ho anche notato che ricordo la faccia ( nel senso che quando la vedo mi ricordo che con questa ho avuto uno scambio ) ma nella maggior parte dei casi, anche qua il nome...fugge.. Come se non fosse importante, per me, il ricordarne il nome. |
arrivo come sempre con mio calderone pieno di strun...atemanata.gif
ah sta cosa di dimenticare o non ricordare (credo sia diverso il senso) la conosco bene...di tanto in tanto mi riporta risvegli angoscianti in piena notte con la sensazione tremenda di aver scordato una cosa di vitale inportanza.... adesso vengo al calderonediavolo.g: "tutto sotto controllo" perchè tutto? come si fa ad avere tutto sotto controllo? è gia un miracolo se hai sotto controllo quell' unica cosa che stai facendo.... se è tutto sotto controllo volta per volta allora non è tutto.... se hai sotto controllo un' unica cosa forse hai il controllomanata.gif nonso.gif vabbè faccio da sola controllando che siano belle forti martello.: |
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E anche così, limitandosi a ciò che ci sta vicino, naturalmente non è possibile.. Facendo una cosa per volta è già molto diverso che cercare di controllare in grande (mi viene in mente l'esempio della casa che ogni tanto fa Uno, in effetti a me succede che se ho da pulire tutta casa e penso a tutto quello che ho da fare, mi sembra di non esserne in grado, se inizio a pulirne una, senza pensare al resto, non mi pongo nemmeno il problema del riuscirci o meno ... lo faccio e basta) Poi è interessante che si dica "sotto controllo", mentre il significato di Controllare, diceva Ray qualche post sopra dovrebbe essere "rotolare insieme".. invece si ha la presupponenza di tenere sotto di noi.. un potere che nessuno ci ha concesso ma che crediamo di poterci prendere. |
certo Red ho capito cosa intendevi...
e non era rivolto a te l' appunto era/è una mia curiosità sul modo di dire visto che mi son resa conto che parlo/parliamo senza sapere il senso di ogni parola completamente fuori tema...ma come succede che ad un certo punto i veri significati cambino connotazione? "sotto controllo" tende a sapere di rigido "rotolare insieme" invece sa di gioco...gioia... emmm giusto per restare nel discorso...vedo di controllare il dito "pazzo" sulla tastiera manata.gif |
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Comunque penso che questa faccenda di avere tutto sotto controllo si riduca a un discorso di sicurezza... Le cose che possiamo controllare in un certo senso le possediamo, quindi non ci dovrebbero dare delle soprese e su queste siamo sicuri. Invece ciò che non possiamo controllare è tutto quello che ci sfugge, o che noi inconsciamente lasciamo sfuggire, un po' perchè è un modo di evitare qualcosa che tendiamo a rimandare....per lo più cose noiose o poco stimolanti... Io sono convinta che di una cosa che ci interessa veramente non ci sfugge nulla, e avere un controllo su tutto dipende dalla scala di interesse che abbiamo per questo tutto che vogliamo tenere sotto controllo. |
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Sotto controllo equivale invece a uno sforzo che dobbiamo fare per dominare una certa cosa, per renderla nostra... |
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Ne avevo già parlato tempo fa non so più dove, ma non fa male rifare, anche perchè se non mi sbaglio l'esempio che avevo usato non era usato benissimo, come mi aveva fatto notare l'amico LB... colgo l'occasione per correggere il tiro. Il vero Controllo dovrebbe essere una collaborazione con gerarchia. Io controllo qualcosa se collaboro con essa per raggiungere l'obiettivo che io decido (gerarchia). Avevo fatto l'esempio del cavallo. Io controllo il cavallo se decido dove dobbiamo andare (gerarchia) e nel viaggio, entrambi collaboriamo al raggiungimento dello scopo... entrambi per ciò che ci compete. Ecco che quindi, pur stabilendo in linea di massima la direzione, lascerò a lui il muoversi come più ritiene consono, non gli imporrò certamente di passare per quel terreno che lo spaventa o lo mette in difficoltà se lui ne trova uno migliore. Inoltre sarò responsabile di lui, ovvero dovrò garantirgli cibo, acqua e riposo, occuparmi ed accettare le sue esigenze. Certo, se fa il pigro, meglio se lo sprono un po' e se è uno di quei cavalli che ogni tanto si deve ricordargli chi comanda ok, ma mai esagerare, il minimo indispensabile. Insomma rispetto... io comando ma gli lascio la sua discrezionalità, che è totale purchè si vada e si vada dove voglio io. Se cercassi di stabilire ogni suo passo non avrei speranze. Se tengo il cavallo chiuso in stalla (il concetto di controllo di molti) cercando di dimanticarmi di lui, non vado da nessuna parte e prima o poi o il cavallo riesce ad uscire o muore. Non è controllo, è repressione. Se lascio che il cavallo vada a briglia sciolta lo subisco e sarà assai difficile che arrivi proprio dove voglio andare. Questo, che molti chiamano spontaneità, è espressione automatica, pura e semplice mancanza di controllo (e sforzo). Se cambiate "cavallo" con "istinto" o magari "emozioni negative" potete connettere molte cose... Quindi si Era, il vero Controllo è certamente qualcosa di gioioso e giocoso, perchè la collaborazione fattiva questo porta, oltre alla maggiore possibilità di raggiungere gli obiettivi. E' chiaro che Controllo può essere solo interno... |
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scusa sono un pò duretta icon_mrgr: :C: |
se tu lasci andare il cavallo a briglia sciolta finisci per diventarne inconsapevole (è più o meno quello che cercavo di spiegare con il discorso del fumo)
è come "mollare la mente" diventandone poi "schiavi" senza rendersene conto questo a mio parere |
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Seguendo il tuo discorso Uno mi viene in mente, ora non ricordo dove l'ho letto, che per raggiungere l'equilibrio prima si deve passare/cadere negli opposti... Vivere gli opposti toccandone gli estremi di modo da avere maggiori informazioni per il conseguimento della meta: L'equilibrio. Forse è proprio ciò che sto sperimentando ora... Indubbiamente il vivere (o l'impormi di) il qui e ora mi ha aiutato molto per cercare di superare quel senso di controllo su tutto... ma non ha debellato l'ansia, che probabilmente rifuggo in maniera drastica. Mentre leggevo il post di Ray, quando parlavi di affrontare l'ansia mi si è storto lo stomaco... Della serie: manco morta. Rendersi consapevoli che si sta scappando pone una scelta: o vado avanti e fuggo o mi fermo affronto... Prossimo passo? Niente spallucce, affrontiamo l'ansia... e che io me la mandi buona($) .... Bé magari non subito... aspetto un po'...icon_mrgr: (faccina con gambe tremanti) manata.gif |
esatto a mio avviso... devi vivere gli estremi... senza pre- giudizio (emisfero sinistro chiuso in se stesso)
devi in primis "osservare" te stesso grazie all'uso dell'emisfero destro (creativo intuitivo) solo "dopo" aver vissuto puoi tirare le somme in equilibrio (via centrale) non "prima"... |
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Come per altre cose non solo l'avevo capito poco ma l'avevo anche messo via in qualche scatolina mentale dispersa chissà dove.. .beata la volta che mi son detta che la cantina era troppo incasinata diavolo.g: |
Tira su che ti tiro sù...diavolo.g:
Sapevo di avere dei problemi di controllo ma quello che sta venedo su in sti giorni è a dir poco imprevisto :U Stavolta ho riletto tutto diavolo.g: e vivo moltissime delle situazioni descritte anche se più di prima cerco di lasciar andare, di cercare di non fissarmi su delle cose ma voler sapere tuttotuttotutto è un istinto forte. Bloccante? Perchè per recuperare la metafora di Ray direi che non sono su un cavallo a briglie sciolte come credevo ma ho chiuso il cavallo. Il bisogno di sapere delle volte è tremendo,mi prende lo stomaco, come dice Red, e mi farebbe fare cose che definire infantili è essere gentili. Anni fà nei primi anni di matrimonio ho avuto una serie di attachi di panico, solo che allora non sapevo cosa fossero, ho imposto alla mia mente che erano stupidaggini le cose che pensavo ma alla fine l'unica cosa che mi salvava era il movimento, piccoli impercettibili movimenti o respiri e poi il blocco si scioglieva. Allora probabilmente lo shock di trovarmi di fronte a una persona completamente priva di controllo mi ha fatto star male ma oggi sono un pò più grande e non arrivo più a quegli stadi d'ansia, ma non è che sia sparita, è diventata solo più furba :( Vado in blocco. Mollo tutto. Per la serie...se non posso controllare tutto allora non voglio controllare niente. Sicuramente il fattore pigrizia incide ma questo pessimismo cosmico, di cui mi pare accennassero anche Gri e Gibbi, mi trascina in un buco nel quale mi rifiuto di entrare di nuovo! E la scappatoia cottarella purtroppo (perfortuna) non funzia più. Come si fà ad abbandonare il controllo? Lasciando salire l'ansia, cercando di fare lo stesso, restando concentrati sul presente, sull'immediato...smettendo di fare i capriccetti? E' anche un problema si presenza, di potere? Se controllo ho potere quindi esisto... Porca miseria se ci penso bene è forse l'unico triste momento in cui esercito un volere :wow: nonono.gif manata.gif Aiutt |
Mi sà che confondo parecchio il controllo con l'autocontrollo...voler esercitare sempre un controllo è un gioco di potere verso l'esterno, inutile e dannoso, l'autocontrollo invece è un controllo su di sè, potremmo avvicinarlo all'osservazione? In ogni caso decisamente più positivo.
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Sono ironica se non si capisse. Tre giorni fa ho capito una cosa molto carina, che poi è anche molto banale, chi ha un problema di controllo è invadente per ovvie ragioni. Questa cosa mi è sfuggita all'inverosimile. |
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