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per la prima parte sottolineata non è detto, se non consideri tutto e non solo il lato "tecnica"... sulla seconda parte per me è così'. e non riguarda esperienze personali |
Michelangelo passò gli ultimi venti anni della sua vita sopra un ponteggio, in inverno ache a quel freddo ,nella Cappella Sistina, con il corpo e le mani dolenti, per completare tendendo alla perfezione il suo lavoro. Di sicuro la sofferenza fisica lo tormentava, ma era la cosa che egli desiderava di più finire quel lavoro, era il suo unico bruciante scopo, quel messaggio e quella testimonianza descritti coi colori e con i segni, davano il senso al suo sforzo.
Quando dici esprimere tutto se stessi, bisogna pensare che non riesce solo perchè lo desideri con tutto il cuore, prima devi avere affinato gli strumenti per farlo, altrimenti è come il bambino che è già capace di articolare bene i pensieri ma l'area della sua parola non è matura e non gli permette di esprimersi ancora. Quando parliamo di arte devi anche fare i sacrifici della esercitazione, dell'affinamento delle tecniche, che deve essere cosa diversa dal subire violenza. |
Concordo con te Webetina ed aggiungo che senza la conoscenza di regole, metodi, disciplina non si può dare il meglio di se stessi, non si può dare arte, bellezza, perfezione.
Ma, parlando di musica, si può dare con tutto se stessi tanta cacofonia... |
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ma se il tendere alla perfezione (e quindi imparare quanto vai dicendo), impedisce di vivere la vita sapendola assaporare al meglio e sapendo gioire delle piccole cose... di fatto questo porta alla lunga a mal di vivere e frustrazione. quindi a disequilibrio. questo era il senso di quanto ho scritto. e di esempi ve ne sono infiniti, anche in musica. se ci si concentra solo sulla tecnica e non si "espande" se stessi nel resto, si sta violentando se stessi. |
per questo anche in questo campo il "secchione" di turno non è quello che molti considerano "perfetto" dal mio punto di vista.
il perfetto è colui che sa esprimere al meglio se stesso nel momento in cui lo fa. per lui quello che per te è "cacofonia" è il massimo ottenibile in quel momento. se invece tu potresti dare 100 ma rendi 50 sebbene tu sia migliore a livello chiamiamolo globale rispetto all'altro non sei "perfetto" in questo senso. |
Secondo me tendere alla perfezione è l'unico modo per muoversi davvero verso qualcosa, qualsiasi essa sia. Molto probabilmente non ci si arriverà mai, ma l'importante è tendere l'arco il più possibile. :)
Chiaro che se diventa un'agonia qualcosa che non va c'è.. Per quel che ho potuto osservare su di me la cosa diventa pensante quando non lo si fa per se stessi ma per avere il giudizio favorevole degli altri. Quando lo sforzo invece è fatto solo per sè non c'è sacrificio che tenga. |
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Addirittura anche quando si realizza che il giudizio favorevole degli altri è difficilmente ottenibile a prescindere, magari perchè non ti concederanno mai la soddisfazione di riconoscere un tuo buon risultato, anche in questo caso invece di concentrarsi solo su se stessi, si continua, (sto facendo tutto questo discorso in modo impersonale ma ce l'ho soprattutto con me stesso) a voler cercare il modo in cui mettere gli altri con le spalle al muro, quasi a costringerli , senza scampo, a darci un giudizio positivo . |
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concordo più o meno. Anche se paradossalmente anche il farlo per te stessa inizialmente... può essere vincolato da un certo scarso giudizio che hanno gli altri di te (è una delle casistiche) |
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il perfezionismo ci muove verso la massima efficenza , la completezza verso dove ci muove? |
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Se io volessi cantare dovrei allenarmi, studiare e molto altro.... Hai voglia che io dia tutto me stesso e basta... lo potrei fare, ma non essendo un talento naturale e volendo il tuo bene sarà meglio che tu non mi ascolti mai cantare icon_mrgr:. E uno che è dotato naturalmente? Deve accontentarsi? In sostanza, quali sono i mezzi, i tempi e lo sforzo giusto per tendere alla perfezione? Sono quelli che vengono naturalmente ma tenendosi sempre nella giusta tensione. Se vado a correre a 5 km all'ora perchè camminando comodamente e senza fatica faccio 6 km all'ora allora non sto correndo. Come avete detto voi è importantissimo per chi e per cosa si fanno le cose. Se studio come un matto per gli altri si che rischio di andar fuori di testa. Se studio come un matto per me stesso.... che dite? E' giusto o sbagliato? |
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Questo perche' la perfezione nello studio mi fa mancare altro che e' indispensabile a qulla completezza come individuo cui devo tendere . Se l'individuo e' essere e conoscenza ,faccio un esempio , fare solo conoscenza non basta . Si puo' andare fuori di testa anche se si studia solo per se stessi , la realta' che ci rappresentiamo ne esce distorta . |
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appunto... |
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ribadisco, se questa "tensione" ti porta a non saper vedere la perfezione insita in ogni cosa, c'è qualcosa di fortemente (a mio avviso) distorto e qualcosa di fortemente non compreso dell'esistenza.
cosa che a lungo andare e all'estremo porta a sentirsi superiori-inferiori, a creare classi, sette ecc. ecc. ecc. se lo si vuol vedere per bene è così. detto questo è proprio il non equilibrio in questo atteggiamento che causa la maggior parte delle cose di cui ci lamentiamo ogni giorno. |
scusate la citazione
ma alla luce di questo ditemi come interpretate questa frase: il regno di dio è dentro di voi e fuori di voi ma voi non lo vedete. ecco... dove scorna tutto questo bel ragionamento. scorna a mio sentire con quanto scritto sopra. |
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E sicuramente studiare per arrivare alla perfezione escluderebbe il resto . |
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Magari riuscire a fare le cose, qualsiasi cosa, "come un matto"! |
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Cio' non toglie la correttezza del titolo del 3d : la perfezione o la tendenza alla perfezione in qualcosa e' d'ostacolo al completamento dell'individuo . Poi uno puo' vivere come gli pare . Magari se ha capacita' particolari riuscira' a fare molte cose tendenzialmente perfette lo stesso . In genere e' difficile pero' . |
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Tutto e' giusto niente e' sbagliato ma perfezione e completezza non sono la stessa cosa e non vanno d'accordo generalmente . |
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In ogni caso non concordo quando dici che completezza e perfezione non vanno d'accordo e non sono la stessa cosa. Sono decisamennte correlati invece. La perfezione in se non è raggiungibile in questo piano, la completezza si anche se poi va mentenuta. Ma sono due cose correlate... ciò che in altro piano è perfezione in questo si manifesta come completezza. D'altra parte, per completarmi devo mettere ciò che manca... e per me magari è proprio studiare come un matto, per te è magari mettere un po' di tutto in dosi simili. Quindi la vedo dura a distinguere cosa ci porta alla completezza senza prendere in considerazione da dove partiamo... ognuno di noi. |
Vi siete mai chiesti quanto sacrificio ci sta in una donna gravida che affronta mesi di gravidanza problematica a letto magari con due flebo? Per cosa lo fa? Per se stessa? per il figlio? altro? Non sarebbe più facile lasciare avvenire l'aborto e tentare più là? e quando questo capita più di una volta?
L'Amore è il motore di tutto, quando dietro un sacrificio di qualunque tipo ci sta l'Amore tutto è giusto, è lecito, è bello, è perfetto. Amore per lo sport, per la musica, per l'arte, per un figlio, per la giustizia, per la libertà, per la patria... l'amore perfetto di Dio credo ci stia dietro, quello da cui proveniamo e a cui ritorniamo. A sua immagine e somiglianza, finchè la somiglianza non è come lui cioè perfetta non ci fermiamo. Ci completiamo nella perfezione di Lui altrimenti ci accontentiamo fino al prossimo gradino. |
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il resto sono solo miriadi di parole. |
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