diciamo che a mio avviso superi il limite di "controllo" autocreato sino ad ora dalla tua mente.
controllo non Controllo a mio avviso. Superi un limite di apertura all'animo e di conoscenza di esso da parte della mente. se sfruttato bene porta a una nuova consapevolezza più espansa. Quando una persona riesce nella sua opera a far incontrare inconscio e conscio senza bisogno di sostanze quando eccede nel vino è esattamente lo stesso di quando non lo fa... |
Mi viene in mente il salvavita che abbiamo in casa prima che avvenga un cortocirucito ( spiecifico che non mi intendo di corrente prima che arrivi LB e mi tiri le recce) icon_mrgr: il senso è quello comunque, quello di un qualcosa che ci avverte e stacca il corpo da qualcosa che lo farebbe "saltare" forse è legato al sistema nervoso non so bene non me ne intendo.
Comunque capita anche sotto fatica fisica eccessiva arriva il clic che ci salva la vita se non ci fosse ci bruceremmo ci salterebbe il sistema. Altro non mi viene. :C: |
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Mi riferivo allo svenimento menzionato da Uno. fiori.gif |
Ieri sono entrata in un vivaio dove c'era anche un piccolo spazio per gli animali, uccelli e pesci perlopiù,e liberi c'erano un paio di pappagagalli, uno grosso e uno più piccolino. Quando il proprietario ha preso in mano il più piccolo e ha cercato di passarmelo ho avuto un moto di paura, avevo paura che mi beccasse. Il caso ha voluto che di fianco ci fosse un ragazzo che invece ha preso sulla mano il pappagallo. Lo guardavo ed ero tentatissima di farlo anch'io ma c'era la paura che frenava. Ad un certo punto la parte razionale di me mi ha dato un calcio nel sedere e ho avvicinato la mano, mi salita di colpo una vampa di calore, una frazione di secondo in cui "qualcosa" in me ha gridato NOOOOO e stavo per ritirare la mano ma sempre quella parte mi ha tenuta ferma e mentre il pappagallo si spostava sulla mia mano ho realizzato che stavo vivendo una paura eccessiva e passato il calore sono stata molto contenta.
Non so se è in relazione con quanto stiamo dicendo ma ho collegato che alle volte si beve per "farsi coraggio". Si? |
Quello che ci da il bicchiere di vino, come l'emozione forte, è qualcosa che dal basso sale verso l'alto secondo me.. siamo sempre frenati, mettiamo dei limiti che poi lo diventano (per esempio non dire mai cosa si pensa per educazione, diventa repressione), quello che scatena un bicchiere è un lasciare andare qualcosa che di solito tratteniamo. La botta che arriva permette di lasciare andare.. di sciogliere qualcosa è un po' come una bottiglia che viene stappata improvvisamente e non possiamo frenare come facciamo in condizioni normali.. il sangue socrre più veloce, il cuore batte forte, si diventa rossi e si ha caldo...
si velocizza qualcosa al nostro interno, che normalmente va più lento. Nei casi estremi si sviene perchè non si regge una tale velocità credo.. si cambia vibrazione per qualche momento, ecco perchè se non riusciamo a reggerla si sviene.. Per quel che riguarda il coraggio che diceva daf, sì, io lo facevo per quello, il bicchiere in più mi dava l'illusione del coraggio.. ma era solo un liberarsi di certe inibizioni.. poi ovviamente come in tutte le cose se si esagera... si fanno danni... |
Eh si anche lo svenimento rientra tra effetti similari....
E.... quello che stiamo (dovrei dire stavamo, visto che mi pare abbiate mollato) sperimentando con la ballerina in "tecniche evolutive"? Cosa sale? E cosa signifca "radicarsi" che Grii chiedeva in altra discussione credendo di essere l'unica a non averlo capito? Con una parola sola direi "veicolo"... che non veicola. Ma questo sarebbe peggio degli enigmi di Alchimista Nero (non servirebbe a nulla), quindi provo ad esprimerlo se riesco. Ogni volta che dirigiamo la nostra attenzione in un direzione esterna abbiamo bisogno di un veicolo per trasportarla, potrebbe essere (ed è uno dei più potenti) la parola, potrebbe essere un forte stato emo-zionale (il più potente in assoluto) manifesto o meno e altre varianti sfumature. Ci sono due modi (ed infinite sfumature tra essi) di veicolare la nostra attenzione fuori, mantenendo il contatto con il nostro nucleo centrale, o più o meno staccandocene. Nel primo caso è come sparare un arpione e attraverso la corda scambiare informazioni tra noi e l'oggetto della nostra attenzione, nel secondo caso è come usare un radar... emettiamo una specie di impulso e ne riceviamo una risposta/reazione, capirete da soli che il secondo caso è molto ma molto meno preciso, in certi casi completamente inaffidabile, potremmo avere di fronte un materiale che non risponde all'impulso che noi generiamo o che non risponde come noi pensiamo debba farlo, inoltre nell'andata (impulso) e ritorno (risposta) ci possono essere infinite interferenze. Rapportate tutto ai nostri normali scambi umani e capirete molte cose. Al prossimo giro vediamo come questo detto si incaselli con il discorso, nel frattempo ovviamente potete esplorare la faccenda. |
ci può stare nei due esempi da te fatti che sia un discorso di consapevolezza?
diciamo che nel caso arpione sono io che consapevole di ciò che comporta metto più forza e contribuisco a creare un "contatto" molto forte. nel secondo caso invece diciamo che è il mio Se superiore ad agire ma io non ne sono pienamente consapevole? |
Salve Genti,
che ne dite se posto qui sotto qualche ulteriore riflessione data da qualche mese di studio ed introspezione e la lettura dei vostri post? Credo, riassumento quello che ho capito sino ad ora, che bisogna fare molta attenzione col vino. Il vino, assimilabile allo spirito per funzionalità o al fuoco nei processi alchemici, ci cambia. Noi non abbiamo una definizione di "fuoco" che sia del tutto soddisfacente. La scienza definisce il fuoco come il prodotto di una combustione che si origina dall'unione di atomi di ossigeno con quelli di carbonio (l'ho copiata..). Credo che la piu' precisa che oggi mi sentirei di dare io al fuoco sia all'incirca: "quella energia o forza che permette di cambiare le cose". Mi spiego meglio..anche se non con poche difficoltà.. il fuoco ci serve ad esempio per cucinare le cose che mangiamo. Grazie al fuoco la pietanza muta e diventa da non commestibile a commestibile ad esempio. Allo stesso modo gli alchimisti sottopongono il preparato al "fuoco" per ottenere una modifica della materia, rivitalizzandola. Ed immagino che, cosi come in alchimia, il fuoco venga aggiunto sempre (quasi) per gradi e con moderazione, noi dobbiamo bere il nostro "fuoco" per gradi e con moderazione, pena il bruciarsi, l'ammalarsi ecc L'entità della trasformazione che noi abbiamo in alchimia nel nostro laboratorio, o (sempre supposizioni mie) nel nostro corpo aggiungendo fuoco (bevendo vino) dipende essenzialmente dalla quantità e qualità del fuoco stesso, oltre che, certamente, dalla materia che vogliamo modificare (il nostro corpo in questo caso) Direi quindi che facendo le dovute attenzioni non è male qualche bicchiere di vino, nella consapevolezza di quello che ci sta facendo, cosi come non è male un buon fuoco acceso nel caminetto, con la consapevolezza di come controllarlo.. Per ora mi fermo.leggo.gif .. aspettiamo commenti... :C: A92 |
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La pietanza con il fuoco e la cottura diventa commestibile più che altro alla nostra mente (in taluni casi ai nostri denti etc..) perchè con tutta la civilizzazione che abbiamo e che ci ha indebolito fisicamente potremmo mangiare carne cruda se proprio lo volessimo (c'è chi la mangia al sangue, chi la tartara etc). In sostanza il fuoco a volte fa si che noi possiamo nutrirci di un certo alimento, altrimenti la nostra mente non lo accetta. Allora A92 ti sarai posto già la domanda: e il fuoco che trasforma noi... a chi ci renderebbe pappabili se sbagliamo cottura? |
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alors se riporto ai normali scambi umani ne esce qualcosa di questo genere. Se dirigo la mia attenzione verso Anna (Pino mi ha stufato scusate icon_mrgr: ) posso farlo in due modi, posso parlarle e fare altro, ricevere le parole, mescolate a tutti gli stimoli che ho attorno e capirle (si capirà cosa voglio dire? mah) oppure posso guardare o ascoltare con attenzione constante Anna per tutto il tempo che ci parliamo lasciando il resto fuori. In genere viene in automtico quando vogliamo bene a qualcuno, per esempio se sto facendo qualcosa e Anna mi parla ma la mia attenzione è, si può dire parziale? laterale? poi all'improvviso mi chiama mio figlio e la mia attenzione è totalmente e assolutamente concentrata su di lui mentre posso comunque continuare a fare il lavoro che facevo. dry.gif mi sà che non ci sono . Ma l'attenzione può essere quel fuoco di cui stiamo parlando o è ancora altro? martello.: scusate la capoccia dura Mi sà che devo cuocere ancora tanto per diventare più morbida :U ops cos'ho detto? stosvegli: rileggo |
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hehe stupenda la capacità di far nascere una domanda nella mente in maniera cosi disinvolta. Comunque no, non me lo sono chiesto. Intendi dire "agli occhi di chi" diventeremo un boccone prelibato una volta sbagliato il regime dei fuochi? La prima idea è che il prodotto non puo' che essere buttato, cosi come da un piatto bruciato non ci si mangia nulla, da un alcolizzato non ci si ricava nulla. Ma un piatto bruciato non saprei chi se lo mangia con prelibatezza... |
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