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Uno 18-08-2008 01.04.57

Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius (Messaggio 57675)
Giusto per vedere se almeno ci ho capito qualcosa.
Insomma sto senso di colpa deve essere tranciato/tagliuzzato/accettato per poterlo accogliere, poichè ci sono problemi - per la coscienza - ad accettarlo interamente.
Inevitabilmente, in questa divisione, una parte " entra" e quindi viene metabolizzata mentre altra parte, se pur fa parte comunque dell'esperienza, diciamo così vive di vita propria fino al momento di una effettiva integrazione.
Provo a fare un esempio sul pratico.
Ho avuto una esperienza di qualsiasi tipo e quindi posso dire di avere vissuto quella circostanza ma non appieno se non fino al momento in cui, tornando alcuni aspetti - probabilmente irrisolti - scatta il senso di colpa.
Sto senso di colpa può scattare dalla circostanza per cui io non sono stato in grado, in quella situazione, ad esempio di non fare male a Tizio - ho fatto altro invece, gli ho fatto del male - ed ho, quindi, delle difficoltà ad integrare ciò che invece, trovandosi di fuori a spingere, vorrebbe essere integrato.
A sto punto ho due vie. La prima è quella di crogiolarmi nel senso di colpa una volta che arriva ( della serie: avrei dovuto fare così o colà e non l'ho fatto, etc etc ).
La seconda è analizzare questo senso di colpa, scinderlo ulteriormente, poichè forse la parte che ho integrato era più " digeribile" di quella che è rimasta fuori e pertanto ho bisogno di " spacchettare" ciò che è rimasto, per masticarlo ancora; insomma farlo più digeribile.
A quel punto avrò integrato l'esperienza e nello stesso tempo risolto il senso di colpa che ogni volta arriva, col suo impeto, a spingere da fuori per entrare.
Il senso di colpa, allora, come campanello che mi avverte che qualcosa è rimasta fuori e che abbisogna di essere integrata. Sta a me scegliere, se integrarla e quindi lavorare per farlo, o sciegliere di sguazzare nel senso di inettitudine/incapacità che attivo, data l'importanza personale.

Non ci hai capito molto Jez :H
Non ho scritto che il senso di colpa deve essere tranciato per poterlo accogliere, ho scritto che tranciamo l'esperienza perchè è troppo grande (o la nostra coscienza troppo ristretta per quell'esperienza) e non riusciamo ad accoglierla tutta, come se mangiassimo troppo per ingordizia e poi la nausea ci portasse a vomitare. La differenza tra il mangiare è l'esperire è che mentre ciò che vomitiamo è eliminato e basta, con quello che non riusciamo ad accogliere/assorbire dell'esperienza abbiamo un conto in sospeso, questo surplus continua a colpirci (senso di colpa) per cercare di entrare ed essere integrato ma noi di questo fatto percepiamo solo ll male come sensazione, il male di una cosa non accettata.

cassandra 18-08-2008 10.38.56

Mi suona bene quel che ha scritto Sole sul trattenere-spingere..anche se devo metabolizzare meglio ed ancora non ho compreso bene, quel che spiega Uno..
Un fatto è,almeno al momento,che blocchiamo le esperienze..come se uno dei problemi di fondo fosse mancanza di elasticità,oltre a quelli mensionati dal Maestro.
Mi spiego,se volessi essere,mi aspetto di essere X ed invece mi scopro Y in una data situazione di vita,qualche parte di me lo rifiuta e mette il bloccasterzo (ci sta..siamo macchineicon_mrgr: )fa resistenza,in quel momento scatta o un senso di colpa preventivo,che porta ad evitare un'esperienza che comunque se bussa,significa che vuol essere integrata, serve;oppure ad agire automaticamente fino al punto in cui, o da fuori,o da dentro, si fa spazio la colpa..in questo caso è più forte la sensazione di disagio,proprio perchè non accettiamo la possibilità che in quel momento almeno, siamo quello,anche quello che vorremmo vomitare subito fuori..
Quindi mi vien da dire che se fossimo aperti alle esperienze,non polarizzandoci nell'idea standard di bene o male,non opponendoci a quel che viviamo e sentiamo..forse la digestione sarebbe più armonica..
Forse dico un ovvietà,ma lavorando sull'ampliamento della coscienza di noi e non solo,alla lunga si imparerà ad agire in modo tale da produrre sempre meno emozioni negative..e quindi anche a fare esperienze senza finire nell'imbuto dei sensi di colpa,che alla fine potrebbero non essere altro che la manifestazione interiore di non aver fatto la scelta migliore possibile..
Che sto a delirà..icon_mrgr:
:C:

griselda 18-08-2008 21.09.48

Citazione:

Originalmente inviato da Era (Messaggio 57671)
oh mamma mia!
uso il tuo post solo per chiarire qualcosa a me comincio da fondo...dire a se stessi "non sono niente" (è l' ho fatto un trimiliardario di volte) è come aspettare che altri smentiscano ciò che tu denigri...quindi un piaggersi addosso sterile così come anticipare "oggi sono giù" è un pararsi il coso...(ripeto non mi riferisco a te) un modo per dare la colpa all' umore ....forse quella nausea di cui parla Uno è proprio il non credere in se stessi nell' avere fiducia zero in se (tolto i casi ipocriti di chi continua a ripetere non so...non so...non so...e poi alla prima occasione "vomita" tutto il suo sapere.)...accettare i propri limiti dopo averli compresi non vuol dire finirla li e chiudersi nell' ignoranza...ma non sentirsi meno di altri che sanno più cose o altre cose..accettarsi non è un alibi...ma uno stimolo a migliorarsi fidandosi delle proprie (anche se piccole) capacità...
vabbè dopo la zuppa aggiungo:se mi fido di me...se in ciò che faccio c'è sincerità...il senso di colpa può aspettare fuori...

grazie Grii abbraccio: e scusa se ti ho infilata in uno dei miei deliri fiori.gif

Ossignur adesso non so se posso risponderti perchè parlavi tra te e te, beh comunque ho scritto quel post perchè mi è successa una cosa strana. Quello che hai detto sopra è tutto vero, ma in più è successa una cosa che non avevo mai visto prima, magari mi aiuti a comprendere il perchè. abbraccio:
E' successo che io avevo fatto tutto il possibile affinchè una cosa andasse per il verso giusto. Invece non è andata così, nonostante il mio impegno. Nel momento in cui mi sono accorta che la cosa ha avuto un esito assurdo, prima mi sono messa in discussione anche se ero sicura di aver fatto di tutto, però ho controllato ugualmente ( altro che non credo a me stessa...) e poi mi sono detta: beh io ho fatto tuttto il possibile...insomma tutto come sopra. Mah.... non è bastato conoscere la teoria in questo caso è stata più forte la paura...paura di perdere per colpa di un disguido l'affetto di una persona cara, ( Tra l'altro cosa impossibile) di aver fatto soffrire qualcuno....
Ma mi sono invorticata dentro la mente e ciaoooo mi sono persa in lacrime quando quella persona mi ha detto che capiva... che mi credeva. Mi sono anche chiesta se fosse stato perchè io al suo posto non le avrei creduto e mi sono risposta che non era così. Allora ho cercato di vedere se proveniva dal passato ed ho trovato tante volte in cui ho dovuto discolparmi da innocente e nonostante le prove non sono stata creduta...ma questo l'ho visto dopo, dopo essermi fatta prendere dall'angoscia.
Ecco perchè ho parlato di miei mille piccoli io che non riesco ancora a tenere a bada. Ed ho cercato ho lottato con tutte le mie forze per dire: eh bon andrà come deve andare ho fatto del mio meglio....eppure ho perso uguale, nel senso che la mente e il cuore facevano a cazzotti. Sapevo la teoria, come spesso, ma mi sono persa nella pratica. Per me ancora è un limite enorme razionalmente so cosa fare ma il sentimento mi frega e mi comanda. Ok devo pazientare per ogni frutto esiste il proprio tempo per maturare, ma a volte scappa....icon_mrgr:
fiori.gif

dafne 19-09-2008 23.31.34

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 57678)
Non ci hai capito molto Jez :H
Non ho scritto che il senso di colpa deve essere tranciato per poterlo accogliere, ho scritto che tranciamo l'esperienza perchè è troppo grande (o la nostra coscienza troppo ristretta per quell'esperienza) e non riusciamo ad accoglierla tutta, come se mangiassimo troppo per ingordizia e poi la nausea ci portasse a vomitare. La differenza tra il mangiare è l'esperire è che mentre ciò che vomitiamo è eliminato e basta, con quello che non riusciamo ad accogliere/assorbire dell'esperienza abbiamo un conto in sospeso, questo surplus continua a colpirci (senso di colpa) per cercare di entrare ed essere integrato ma noi di questo fatto percepiamo solo ll male come sensazione, il male di una cosa non accettata.

Per questo quindi è importante la ricapitolazione?
Il tornare a quell'esperienza troppo grande che abbiamo tranciato e cercare, piano piano, di assorbirla tutta?
Potrebbe essere quindi che la difficoltà del ricapitolare sia quel malessere che descrivi sopra che stà "solo" ad indicare che c'è qualcosa da aggiustare ma che noi percepiamo solo come male fine a se stesso?

Quindi anche quello che dice Ray, e cioè che quando viviamo i sensi di colpa siamo nel passato, è legato a questo?
leggo.gif
Possiamo dire capo che un'esperienza nuova ci colpisce ma per vari motivi non siamo pronti a viverla, ad accettarla e quindi reragiamo con un taglio, una chiusura.
Da quel momento in poi, anche per il discorso che riviviamo sempre la prima esperienza fatta in quelle successive anche senz'accorgercene, appena percepiamo un'esperienza simile parte il malessere per quella parte non inglobata che ci pesa addosso da fuori e ci si chiude vivendo il senso di colpa invece che sercare di esperire davvero...ci stà?

Però ho difficoltà ad applicarlo su un fatto oggettivo.
Quando qualcuno mi chiede un favore, di qualsiasi genere, io mi sento obbligata a dire di si, il no mi genera all'istante sensi di colpa.
Poniamo che io riesca a risalire al fatto che dicevo no alla mamma quando mi chiedeva di fare qualcosa in casa. Il suo atteggiamento offeso e di rabbia per i no ricevuti dovrebbe essere il motivo del mio senso di colpa. Però dovrei poter risalire al primo no per comprendere l'esperienza troppo grande che ho tagliato giusto?
Oppure cercare di ricordare l'insieme di sensazioni è bastante? Basta magari a capire che il senso di colpa viene non dalla reazione della mamma ma dalla percezione avuta del mio gelido egoismo...dry.gif In questo ipotetico esempio sono ancora in chiusura vero? Non lascio a me stessa di "smollarmi" al punto di lasciar entrare tutto, tutto quanto legato a quei no e poi passare il tutto al vaglio..

Il senso di nausea fà portare le mani sullo stomaco, ci fà portare calore, alle volte si beve qualcosa di caldo, qualcuno usa la boulle..insomma sempre di calore si tratta. Calore contro l'irrigidimento la chiusura, la contrazione.
Nel senso di colpa che calore possiamo cercare e per metterlo dove?
Una specie di TA per l'anima.

vabbè straparlo
leggo.gif rileggo e rifletto

griselda 27-12-2010 02.04.53

Riporto il pezzo di Sole dall'altro thread :
Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 94757)
M se ci pensi il senso di colpa è un segnale che se ascoltato ti dice cosa sta accadendo e se lo sai, quello che accade in te, puoi di conseguenza muoverti in base a ciò che ti suggerisce.

I sensi di colpa hanno di positivo il fatto che ci mostrano come diceva Sole all'inizio del thread, che teniamo dei legami tra noi e gli altri e che quest’ultimi se non prendiamo posizione possono manovrarci e farci molto male.

I sensi di colpa nascono dall’aver come dice il Capo “mangiato troppo” io l’ho interpretato secondo il mio vissuto, con aver fatto cose che però non ho elaborato/metabolizzato e quindi sono rimaste indigeste prima o poi tornano su.

Se poi scappo dalla responsabilità di quello che sono i sensi di colpa vanno a nozze e sparano ovunque nausea perché qualcosa dobbiamo cambiare e fare è come un impulso che può se si cerca di comprendere il perché della loro esistenza, aiutarci

Se soffriamo di manie di perfezione allora i sensi di colpa fioriscono come i funghi nell’umidità del bosco, ma è inutile bramare ciò che ancora non siamo, ci si lavora con passione ma bisogna avere anche l’umiltà di accettare che ancora non si è arrivati a ciò che ci si è prefissati, siamo quello che siamo e non quello che vorremmo già essere

Leggendo Ray mi viene da dire che non si può analizzare queste cose con il sentimento e nemmeno con l’emotività ma con la razionalità come se si facesse un’analisi matematica nessuno si sentirebbe in colpa mentre cerca di risolvere un problema matematico

Quando ho fatto il meglio che potevo (senza prendermi in giro) se ho i sensi di colpa devo rimediare un po' di umiltà e volermi un po' di bene in più
E venire a rileggere questo thread icon_mrgr:

Altro non mi viene

Blue 28-12-2010 04.40.29

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 57644)
Ehggià, quelli del secondo tipo si potrebbero annoverare semplicisticamente tra le varie manifestazioni dell'IP... sono importantissimo, onnipotentissimo quindi è tutta colpa mia, anche e soprattutto ciò che non lo è, in modo da continuare a guardare ciò che non ha senso guardare per poter contiuare a non vedere la realtà... come ad esempio il fatto che non ho il potere e il controllo che desidero/bramo/ho bisogno di avere. Ciò mi da il modo di autocommiserarmi e continuare così a sollazzarmi, dandomi tutta l'attenzione che non merito ma che bramo. In pratica autoriferisco tutto quanto.

Il primo tipo invece... pure. Sto li a dirmi che avrei potuto agire diversamente quando in realtà o non potevo o non volevo, ma soprattutto con l'intenzione di non guardare l'unica cosa che in realtà devo guardare e cioè come agirò domani o fra un secondo, ma posso contiuare a sollazzarmi con il fatto che ieri non ho agito col senno di oggi (senno che non potrei avere senza l'azione di ieri). Autoriferisco tutto quanto anche qui, solo con un po' più di razionalità rispetto all'altro tipo.


Il senso di colpa... ottimo sistema per evitare responsabilità (restringendo la mente)

Forse arrivo un pò tardi, però...

io direi che sono le giustificazioni all'azione che ci ha portato ad avere il senso di colpa un ottimo sistema per evitare quelle responsabilità che il senso di colpa ci fa invece pesare...

dato che sono attanagliato da un senso di colpa fresco fresco icon_mrgr: ...
mi sento in colpa perchè non sopporto il peso di una mia decisione e le responsabilità derivanti da questa decisione me le sento tutte sulla schiena... insomma ho detto un no che non sono abituato a dire... ed allora via col trovare nell'altra persona le cause del mio no... alleggerendo (mica tanto peròdry.gif ) in questa maniera il peso che il senso di colpa mette sul groppone...

griselda 28-12-2010 18.06.03

Citazione:

Originalmente inviato da Blue (Messaggio 94804)
Forse arrivo un pò tardi, però...

io direi che sono le giustificazioni all'azione che ci ha portato ad avere il senso di colpa un ottimo sistema per evitare quelle responsabilità che il senso di colpa ci fa invece pesare...

dato che sono attanagliato da un senso di colpa fresco fresco icon_mrgr: ...
mi sento in colpa perchè non sopporto il peso di una mia decisione e le responsabilità derivanti da questa decisione me le sento tutte sulla schiena... insomma ho detto un no che non sono abituato a dire... ed allora via col trovare nell'altra persona le cause del mio no... alleggerendo (mica tanto peròdry.gif ) in questa maniera il peso che il senso di colpa mette sul groppone...

Io credo che possa capitare quando c'è un io che non conosciamo bene o che non vogliamo riconoscere in noi e di conseguenza logica non vogliamo neppure prenderci la responsabililtà di quello lì.icon_mrgr:

Nel momento in cui agiamo ed è quell'io ad agire, ci siamo distratti o non lo conosciamo abbastanza bene e ci scappa e ci frega diavolo.g:

Bon quando andiamo ad analizzare quel che è stato di sicuro non lo facciamo con quello stesso io che ha fatto "danno" ma con un altro ed ecco che nasce la divisione la contraddizione il giudizio e la colpa.
In soldoni non ci conosciamo abbastanza non ci accettiamo e non sappiamo gestire gli io perchè ci manca un centro che calamiti e faccia muovere all'unisono quegli io, se fossimo Uniti in noi stessi nessuno giudicherebbe nessuno e niente sensi di colpa.

RedWitch 28-12-2010 18.18.44

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 57659)
.........il senso di colpa può essere causato da due cose apparentemente opposte, quando (come già detto da voi) non vogliamo fare entrare delle esperienze o quando queste le facciamo entrare ma sono troppo grandi da metabolizzare.
.................

Il non voler fare entrare le esperienze, al lato pratico si puo' tradurre come ho fatto qualcosa che non va bene e quindi non la accetto, non la voglio riconoscere come mia? La lascio fuori ed ecco che questa vuole essere integrata?

Oppure l'esperienza che faccio è troppo grande per la mia portata, e quindi una parte riesco a prenderla, il resto dovrò integrarlo, altrimenti il senso di colpa continuerà a premere..

Allora, dato anche quello che ha scritto Ray sull'Ip (che condivido) e il crogiolarsi dentro ai sensi di colpa, mi pare che l'unica via possibile sia l'accettazione, ovvero o si permette a quella data esperienza che non vogliamo di entrare , e la integriamo, oppure accettiamo (facendola a pezzi, un po 'per volta) la parte di esperienza troppo grande rispetto alla nostra coscienza.. in questo modo (integrando) dovremmo anche espanderla no? Teoricamente davanti ad un'esperienza simile, per il futuro si dovrebbe anche essere in grado di non ripetere l'errore che genera i sensi di colpa..

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 94762)
....
I sensi di colpa hanno di positivo il fatto che ci mostrano come diceva Sole all'inizio del thread, che teniamo dei legami tra noi e gli altri e che quest’ultimi se non prendiamo posizione possono manovrarci e farci molto male.


Il senso di colpa secondo me ha di positivo che ci mostra che abbiamo un conto in sospeso (e se guardiamo onestamente sappiamo esattamente di cosa si tratta) e dunque, una volta accolta l'esperienza, oltre a non sentirlo più dovremmo avere un'indicazione precisa di come fare un'eventuale prossima volta...

La cosa dei legami tra noi e gli altri non l'ho capita tantissimo, si parla di dipendenza da altri?

Citazione:

Originalmente inviato da Blue (Messaggio 94804)
Forse arrivo un pò tardi, però...

No no non arrivi tardi, fa sempre bene riprendere gli argomenti :H

Citazione:

Originalmente inviato da Blue (Messaggio 94804)
.. io direi che sono le giustificazioni all'azione che ci ha portato ad avere il senso di colpa un ottimo sistema per evitare quelle responsabilità che il senso di colpa ci fa invece pesare...

Si sono d'accordo, per cercare di alleggerire il senso di colpa capita anche a me di cercare di scaricarla sull'altro, io inizierei a pensare "ho detto di no perchè lui è così colà, ha fatto così quella volta.. etcetc" , ma questo alla fine non allegerisce..

In realtà il senso di colpa è solo nostro... e a volte un no necessario.

Nel tuo caso se non sei abituato a dire "No" forse non accetti di poterlo dire e questo ti genera il senso di colpa.. se riesci a tener duro e ad integrare la prossima volta andrà meglio..


fiori.gif

Ray 28-12-2010 19.40.25

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 94819)
per il futuro si dovrebbe anche essere in grado di non ripetere l'errore che genera i sensi di colpa..




O a ripetere quell'esperienza, se non è un errore, senza sentirsi in colpa.

RedWitch 28-12-2010 19.58.00

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 94822)
O a ripetere quell'esperienza, se non è un errore, senza sentirsi in colpa.

Sì, sì mi ero persa un pezzo, grazie :H

Uno 29-12-2010 14.58.52

Citazione:

Originalmente inviato da Blue (Messaggio 94804)
Forse arrivo un pò tardi, però...

io direi che sono le giustificazioni all'azione che ci ha portato ad avere il senso di colpa un ottimo sistema per evitare quelle responsabilità che il senso di colpa ci fa invece pesare...

dato che sono attanagliato da un senso di colpa fresco fresco icon_mrgr: ...
mi sento in colpa perchè non sopporto il peso di una mia decisione e le responsabilità derivanti da questa decisione me le sento tutte sulla schiena... insomma ho detto un no che non sono abituato a dire... ed allora via col trovare nell'altra persona le cause del mio no... alleggerendo (mica tanto peròdry.gif ) in questa maniera il peso che il senso di colpa mette sul groppone...

Ma oggettivamente, quel no si doveva dire?

Blue 30-12-2010 03.34.03

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 94818)
Io credo che possa capitare quando c'è un io che non conosciamo bene o che non vogliamo riconoscere in noi e di conseguenza logica non vogliamo neppure prenderci la responsabililtà di quello lì.icon_mrgr:

Nel momento in cui agiamo ed è quell'io ad agire, ci siamo distratti o non lo conosciamo abbastanza bene e ci scappa e ci frega diavolo.g:

Bon quando andiamo ad analizzare quel che è stato di sicuro non lo facciamo con quello stesso io che ha fatto "danno" ma con un altro ed ecco che nasce la divisione la contraddizione il giudizio e la colpa.
In soldoni non ci conosciamo abbastanza non ci accettiamo e non sappiamo gestire gli io perchè ci manca un centro che calamiti e faccia muovere all'unisono quegli io, se fossimo Uniti in noi stessi nessuno giudicherebbe nessuno e niente sensi di colpa.

Esatto è proprio vero... come avere all'interno due persone che si impuntano ognuna sulla propria posizione...

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 94819)
Il senso di colpa secondo me ha di positivo che ci mostra che abbiamo un conto in sospeso (e se guardiamo onestamente sappiamo esattamente di cosa si tratta) e dunque, una volta accolta l'esperienza, oltre a non sentirlo più dovremmo avere un'indicazione precisa di come fare un'eventuale prossima volta...

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94854)
Ma oggettivamente, quel no si doveva dire?

Già... un conto in sospeso... in effetti era un pò che me lo trascinavo dietro... devo dire che verso l'altra persona ho nutrito aspettative che poi si sono dimostrate appunto... aspettativedry.gif ed ho lasciato correre fino al punto in cui la sua di aspettativa è stata delusa da questo mio no... insomma... per rispondere alla tua domanda Uno... sarebbe stato giusto dirlo tempo fa... dato che ho capito cosa mi rode... non è l'aver detto no... è il fatto che quest'altra persona ha capito che il rapporo che c'era prima non era poi così sincero...
mmm... adesso il senso di colpa si è spostato sul primamartello.:

Uno 30-12-2010 15.16.09

Citazione:

Originalmente inviato da Blue (Messaggio 94878)
sarebbe stato giusto dirlo tempo fa... dato che ho capito cosa mi rode... non è l'aver detto no... è il fatto che quest'altra persona ha capito che il rapporo che c'era prima non era poi così sincero...
mmm... adesso il senso di colpa si è spostato sul primamartello.:

Se mi posso permettere il tuo senso di colpa è inutile e lo definirei "mangia energia per niente".
Il problema non è se l'altra persona ha capito che il rapporto prima era falsato, il problema è che il rapporto era falsato.
Se quella persona non lo avesse capito non ne avresti neanche preso in considerazione la cosa e la vicenda seppur passata continuerebbe a consumare il potenziale del tuo essere. Adesso invece ne prendi atto in parte ma sposti il problema su come questa persona ti considera e quindi non risolvi comunque.

diamantea 30-12-2010 15.43.17

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 94884)
Adesso invece ne prendi atto in parte ma sposti il problema su come questa persona ti considera e quindi non risolvi comunque.

Ecco questo è un punto nodale che mi rosica l'anima a volte.

Fosse per me il problema sarebbe risolto, ma se non prima mi accerto che pure l'altro capisca e smetta di pensarmi male e di soffrire per me che non soddisfo le sue aspettative non mi sento tranquilla, i sensi di colpa mi sbranano, ma si innesca pure un circolo vizioso di malcontento dentro di me che accresce il risentimento verso l'altro che non mi fa sentire libera che poi genera altri sensi di colpa per averlo odiato ancora più di prima.

Ultimamente ho capito che la sincerità costante su ciò che si è nel bene e nel male evita malintesi, malcontenti, aspettative, sensi di colpa, risentimenti vari...

Ray 30-12-2010 17.17.54

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 94887)
Fosse per me il problema sarebbe risolto, ma se non prima mi accerto che pure l'altro capisca e smetta di pensarmi male e di soffrire per me che non soddisfo le sue aspettative non mi sento tranquilla, i sensi di colpa mi sbranano, ma si innesca pure un circolo vizioso di malcontento dentro di me che accresce il risentimento verso l'altro che non mi fa sentire libera che poi genera altri sensi di colpa per averlo odiato ancora più di prima.

Sta roba per me non è senso di colpa... tattalpiù quelli finti a cui accennavo. Questo a me sembra attrito tra la realtà e l'idea che abbiamo di noi... idea che proiettiamo e quindi pretendiamo abbiano gli altri, e via a controllare di continuo che sia davvero così, anzi che sia in modo da permetterci di immaginare che sia così.
Attrito con la consapevolezza di non poter più attingere da quella fonte se non è così.


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