Ermopoli

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stefano 19-05-2010 11.37.53

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 86011)
Sì? prova a dire ad un figlio: devi essere ordinato, devi tenere in ordine la tua camera etc
Poi va nella camera del genitore e la trova tutta in disordine.
Non c'è coerenza, quindi contraddizione e lui è spiazzato.
Secondo me chi fa le regole deve essere il primo ad osservarle, entrambe i genitori devono seguire le regole altrimenti sarà un modo anche questo di discrepanza come avere un paletto da una parte è la libertà dall'altra, secondo me da quella parte si storta.

Che ne dici di descrivere cos'è per te l'autorevolezza?


non mi hai compreso.
quanto tu hai scritto è si valido ma ripeto fino a un certo punto.
C'è un limite legato al non eccedere.
Il dittatore come detto ha un pensiero e un'azione "corrispondenti" ma è lesivo della libertà altrui (sono andato all'estremo)
quanto dici in situazioni "normali" è valido fuori da ogni dubbio.
se dico una cosa e ne faccio un'altra sono solo... un quaqquaraqquà.
le regole, paletti ecc. ecc. vanno creati e rispettati prima di "farli rispettare" agli altri.

griselda 19-05-2010 12.22.20

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86015)
non mi hai compreso.
quanto tu hai scritto è si valido ma ripeto fino a un certo punto.
C'è un limite legato al non eccedere.
Il dittatore come detto ha un pensiero e un'azione "corrispondenti" ma è lesivo della libertà altrui (sono andato all'estremo)
quanto dici in situazioni "normali" è valido fuori da ogni dubbio.
se dico una cosa e ne faccio un'altra sono solo... un quaqquaraqquà.
le regole, paletti ecc. ecc. vanno creati e rispettati prima di "farli rispettare" agli altri.

Probabilmente non ti sei spiegato, ma io penso invece di aver capito quel che hai detto che poi è quello che ho detto all'inizio icon_mrgr:

Ma il dittatore non più autorità normale è distorsione pure di quella secondo me. Autorià deve essere sempre a favore di un ambito di un ente ovvero il matrimonio, la famiglia ....non è un buon regnante perchè usa la violenza, la coercizione e tutto a suo favore, si eleva sopra tutto e tutti ce ne sono esempi nella storia ed i loro figli crescono con problemi molto evidenti. Ti distruggono solo a stargli accaonto ti prosciugano e poi si liberano di te. ($) Ma questi per me ha delle turbe diavolo.g: si può dire? blink.gif (in loro non esiste nessuna parte femminile penso) :bleah:

Ray 19-05-2010 16.54.43

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86007)
Quindi la responsabilità in questo caso è in primis del padre.

E quindi? Lo buttiamo alle ortiche e tutto sistemato? O non si può fare nulla? ...

Dai Ste, cerchiamo di andare a fondo se ce la facciamo. Come può un ipotetico tizio che ha avuto un padre autoritario (e quindi incoerente) e repressivo (quindi direttivo senza accoglienza, mentre direttivo e accogliente andrebbe bene) risolvere il problema di autorità che gli si è generato?
Perchè il problema può anche avere risvolti pericolosi... nel tentativo di "liberarsi" dal giogo paterno questo ipotetico tizio potrebbe non riuscire mai ad introiettare una regola che gli serve... o, interessante per i nostri temi, ad aderire completamente ad una Disciplina che invece va Cercando. Insomma una Regola vera e propria.

stefano 19-05-2010 17.48.52

deve, chiudendo i ponti con il passato, ricostruire la figura "autorevole" mancante nel suo percorso.
quindi andare a ritroso nella sua esperienza rivisitando le situazioni e facendo emergere ciò che gli può servire
p.s. proprio ipotetico tizio eh:)? dai su

Ray 19-05-2010 18.04.36

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86044)
p.s. proprio ipotetico tizio eh:)? dai su

La mia era un'offerta Ste, non mi permetterei mai di fare un discorso non generico se non richiesto... e anche l'offerta è in realtà una risposta a una domanda non fatta, ma che c'è.

Se vuoi, restando nel generico o meno, possiamo approfondire quel "ri-costruire una figura autorevole", che rischia di essere piuttosto difficile se non è stata prima costruita. E infatti chi ha queste difficoltà non riconosce, di solito, queste figure quando le incontra... o sotto sotto le riconosce ma non sempre ce la fa ad accoglierle.

E' l'accoglienza il punto, più che la ricostruzione.

diamantea 19-05-2010 19.30.03

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86038)
Perchè il problema può anche avere risvolti pericolosi... nel tentativo di "liberarsi" dal giogo paterno questo ipotetico tizio potrebbe non riuscire mai ad introiettare una regola che gli serve... o, interessante per i nostri temi, ad aderire completamente ad una Disciplina che invece va Cercando. Insomma una Regola vera e propria.

Rifletto su questa tua affermazione. Rientrano in questo quadro la ribellione e l'anticonformismo esasperati? Il bastian contrario? Tutte le personalità oppositive?
Negare, opporsi per tentare di liberarsi dell'autorità subita che ha bloccato la libera manifestazione del nostro essere?

Ray 19-05-2010 19.43.05

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 86054)
Rifletto su questa tua affermazione. Rientrano in questo quadro la ribellione e l'anticonformismo esasperati? Il bastian contrario? Tutte le personalità oppositive?
Negare, opporsi per tentare di liberarsi dell'autorità subita che ha bloccato la libera manifestazione del nostro essere?

Più che libera manifestazione del proprio essere, che ci sta anche, generalizzerei alle lotte di potere perse, insomma a tutti i livelli, da quello animale a quello più elevato.

diamantea 19-05-2010 20.24.01

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86055)
Più che libera manifestazione del proprio essere, che ci sta anche, generalizzerei alle lotte di potere perse, insomma a tutti i livelli, da quello animale a quello più elevato.

Lotte di potere perse... questo continuo lottare, un continuo andare fuori da se stessi, sfrutta molta energia che la toglie ad altro e chi ci orbita intorno.
Dico che abbassare la cresta è molto difficile ma quando si capisce che deponendo le armi si vive meglio, si gode della vita anche semplice, si smette di lottare.
Di mio padre che era molto autoritario mi è rimasto il rammarico che non è riuscito a godersi pienamente e serenamente ciò che aveva nella vita ed era davvero tanto.
Quando si è arreso era già arrivata l'ora. L'ho visto spirare desideroso di tornare subito a casa guarito.

"Che tristezza papà, potevi capirlo prima saremmo stati tutti più felici.
Il tuo esempio non sia vano se risveglia me dalla metà di te molto prima della mia ora come fu nella tua ultima ora.
"

webetina 19-05-2010 21.41.12

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86038)
... nel tentativo di "liberarsi" dal giogo paterno questo ipotetico tizio potrebbe non riuscire mai ad introiettare una regola che gli serve... o, interessante per i nostri temi, ad aderire completamente ad una Disciplina che invece va Cercando. Insomma una Regola vera e propria.

Caspita io la cerco disperatamente una Regola vera alla quale aderire, sento che non ce la faccio malgrado gli sforzi. Come si fà ad opporsi ad una mancanza di regole, così come all'autorità se non se ne avuto l'imprinting di queste stesse cose? Io mi opponevo con forza a mio padre, l'ho imparato da mia madre, lei lo faceva fino infondo e lui alla fine , poteva passare anche molto tempo, cedeva. In questo non la potevo imitare, perchè lei usciva un'altra grande regola, ciò che valeva per lei non valeva per gli altri, sempre. In questo caso non bisognava perdere l'amore del padre, lei aveva i suoi ideali per i propri figli...e poi avrebbe dovuto vicariare ella stessa e non lo sapeva fare. Il conflitto poi ci faceva esplodere anche contro mamma, ma mai fino infondo nemmeno con lei e questa volta perchè a differenza di papà non era ricattabile.
Stasera la vedo nera, come si fà a riconoscere una cosa che non si è mai conosciuta? Una madre che non ama non può trasmettera la capacità di amare, non so se il padre la può sostituire, o le nonne, o altri, secondo me solo in parte.
Ma siamo adulti e non possiamo trovare mamma e papà che si vogliano occupare di noi; e se non conosciamo tali buoni modelli come si fà a riconoscerli mi chiedo, e poterli introiettare ammesso che nell'adulto sia ancora ancora possibile per vie normali(cioè senza miracoli o l'aiuto di terapeuti illuminati)?

diamantea 19-05-2010 22.18.43

Una volta durante una meditazione guidata sulla figura materna feci un'esperienza particolare. Mi vidi fra le braccia di mia madre, lei era seduta sulla sedia vicino la porta esterna, nella casa della nonna dove abitavamo, aveva una maglia bianca e i capelli tirati su come era solita acconciarsi. Io avevo pochi mesi e avevo il viso appoggiato al suo petto, potevo sentire il battito del suo cuore, poi avvertì un'onda d'amore che proveniva dal corpo di mia madre, quell'amore era per me ed era grande, completo e mi pervadeva tutta, io mi sentivo Amata.
Fu un flash di pochi secondi ma fu come entrare nello spazio tempo, un attimo di realtà passata. Riemersi molto turbata, quella sensazione di Amore di mia madre verso di me non l'avevo mai sentita, anzi ero convinta che lei non mi avesse mai amata, non fosse capace di amarmi proprio. Ma ora avevo sentito il suo amore, forse istintivo, forse temporaneo, forse non le apparteneva. La cosa straordinaria è che per la prima volta ho percepito la sensazione di sentirmi amata ed era bellissima.
Da quel giorno guardai mia madre con occhi diversi e le raccontai pure l'esperienza, ero turbata e commossa non potevo non condiverla con lei.
Da quel giorno qualcosa è cambiato dentro di me. Anche se ci ho lottato contro, abbiamo litigato mille altre volte e aspramente pure, però è cambiato qualcosa che dentro di me si è appagato, si è placato. Io posso amarla anche se non accetto i suoi atteggiamenti e posso accettare dentro di me di sentirmi amata da lei, anche se i suoi sentimenti reali dovessero essere diversi io accetto l'amore di mia madre.

webetina 19-05-2010 23.04.47

E' bello ciò che hai scritto Diamantea, invidio la frase finale. Pubblico lo stesso ciò che ormai ho scritto, che contiene meno quiete e avrei voluto metterlo lontano.

Cara mamma,
sento il mio fallimento, mi chiedo a cosa sia servito essere intelligente, studiare tanto, cercare il meglio per me da tutta la vita , cose che tu stessa hai fatto in modo che io ottenessi, affidandomi ancora bambina alla guida spirituale, imponendoti sugli altri e lavorando perchè potessi studiare fin quando ho voluto, anche se mi hai negato si scegliere cosa e dove. Hai permesso cose che tu stessa non hai avuto, nemmeno il papà hai conosciuto, e una guerra ti ha spaventato tanto quando eri piccolina. Fuori dal normale è stata la tua bellezza e l'energia che ha sostenuto il tuo successo e un entusiasmo ancora inesauribile pur messo in ginocchio tempo fà dalla morte del tuo unico compagno.
Sola nella tua grande casa cerchi ancora di dominare chi ti vuol bene, non ti riesce di arrenderti. Sei stata il mio idolo quando ero adolescente, ti vedevo divina ora che mi avevi scoperta e tolta a tua madre; prima ti pensavo come la mamma delle mie sorelle più piccole. Avresti voluto che io restassi in quel modo, adulta, virtuosa, legata a te, e mi colmavi di regali. Per vivermi qualcosa che distoglieva il mio amore per te ho dovuto rompere il breve idillio e nel tempo imparare a starti lontana illudendomi così di fare l'adulta indipendente. Scopro che mi sono solo igannata.
Non è mai prevedibile come ci salutaremo ad ogni incontro, una volta si è pacifici , una volta si litiga, per stupidaggini, perchè ti ho portato un oggetto che non ti serviva...
Oggi sei ricattabile, sei sempre tu che mi cerchi dopo che mi hai offesa, o disapprovata per ciò che faccio, che non faccio, che dico o che mangio, o per il colore dei capelli.
Saprei anche come prenderti, ma a volte mi va di non evitare, per farti sentire in colpa, sentimento che divido puntualmente con te senza che nemmeno lo sai. Per stare in pace con te bisogna mentire, omettere, far finta di non sentire, stare poco, capire e attenersi solo a ciò che tu veramente vuoi, nè un briciolo più nè un briciolo meno, spesso desideri solo che ti ammiriamo le piante, che si assaggi ciò che cucini, venire ascoltata in qualche pettegolezzo, sentire la trama di un film che t'ha colpita, o ascoltare ciò che hai letto del saggio, per concludere sempre che credi solo in Gesù...Cambio io o cambi tu? La risposta la conosco, ma non riesco a non sprecare ancora il mio tempo.

diamantea 19-05-2010 23.51.14

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 86069)
...anche se mi hai negato si scegliere cosa e dove.
Scopro che mi sono solo igannata.

E' incredibile, hai fatto solo due errori di scrittura e solo quando parli di te.
Quanta energia, attenzione, ordine, precisione, minuzia descrittiva, incisività, chiarezza, sintesi, distacco emotivo, hai impiegato senza sbagliare come spesso accade.
Qualità notevoli le tue...
Sprecare tempo dici...
che potresti usare diversamente...
anche per descrivere la tua bambina nuova...
fiori.gif

dafne 19-05-2010 23.53.50

Cara mamma
mi dai sui nervi quando cerchi di abbracciarmi e quando mi allontani, quando cerchi di capirmi e quando mi dici che non mi capisrai mai, quando mi sgridi perchè ho sbagliato e quando mi perdoni perchè non ho fatto giusto, quando mi proponi un caffè e quando mi dici che hai le amiche al bar che ti aspettano.

Mamma, è ovvio, qualsiasi cosa farai a me non andrà bene, qualsiasi cosa dirai avrei voluto sentirti dire il contrario, finchè lo dici e allora era meglio prima.

E ..e...e...ma che voglio davvero da te mamma?
Mah

stefano 20-05-2010 01.06.36

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86047)
La mia era un'offerta Ste, non mi permetterei mai di fare un discorso non generico se non richiesto... e anche l'offerta è in realtà una risposta a una domanda non fatta, ma che c'è.

Se vuoi, restando nel generico o meno, possiamo approfondire quel "ri-costruire una figura autorevole", che rischia di essere piuttosto difficile se non è stata prima costruita. E infatti chi ha queste difficoltà non riconosce, di solito, queste figure quando le incontra... o sotto sotto le riconosce ma non sempre ce la fa ad accoglierle.

E' l'accoglienza il punto, più che la ricostruzione.

certo che è l'accoglienza.
altrimenti se non accogli l'autorevole
come potresti poi avere un riferimento "autorevole"?
il "ricostruire la figura autorevole" ha come base di partenza quanto hai detto.
il problema in questi casi sta nel fatto che non si ha un esempio "vicino" da seguire quindi di solito lo si cerca altrove, prendendo spunto (per quanto si riesce e si può) dalla realtà circostante ma non "intima" propria con tutti gli annessi e connessi del caso

webetina 20-05-2010 06.47.47

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 86072)
E' incredibile, hai fatto solo due errori di scrittura e solo quando parli di te.
Quanta energia, attenzione, ordine, precisione, minuzia descrittiva, incisività, chiarezza, sintesi, distacco emotivo, hai impiegato senza sbagliare come spesso accade.
Qualità notevoli le tue...
Sprecare tempo dici...
che potresti usare diversamente...
anche per descrivere la tua bambina nuova...
fiori.gif

Eppure mi sento tanto anestetizzata...Hai notato tutte queste cose, quasi mi fa male, me ne dirai di meno la prossima volta.
Si, la mia bambina nuova, devo mettermi un anellino al dito per ricordarmene...
Grazie Tea, ti auguro una bella giornatabacini.gif

diamantea 20-05-2010 07.45.27

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 86080)
Eppure mi sento tanto anestetizzata...Hai notato tutte queste cose, quasi mi fa male, me ne dirai di meno la prossima volta.
Si, la mia bambina nuova, devo mettermi un anellino al dito per ricordarmene...
Grazie Tea, ti auguro una bella giornatabacini.gif


Mi piace Tea come le rose. E' una gran bella giornata oggi, il sole splende alto, etcì etcì scusa l'allergia del mattino abbraccio:

stefano 20-05-2010 10.35.57

mia mamma è cresciuta in un ambiente particolare.
I nonni scelsero una certa strada per lei in funzione di quanto fece la sorella maggiore (di 11 anni) che si innamorò a 14 anni di un uomo di 30 e decise di scappare (tornata 7 anni dopo con un bimbo)
così mia mamma fu "confinata" in collegio e gli fu vietata qualsiasi uscita che non fosse accompagnata.
conobbe mio padre a 20 anni.
si vedevano due ore il sabato sera (con rientro fissato alle 23)
nemmeno il tempo di andare al cinema insieme tanto per dire.
quindi è arrivata al matrimonio senza conoscere profondamente mio padre.
per quanto figlia di una mamma super ansiosa, lei lo è stata meno, ha cercato di lasciarmi fare per quanto nelle sue possibilità e c'è stata sempre nella mia vita.
Quindi per quanto mi riguarda mi si apre il cuore a saperla non completamente manifestata, in certe cose ancora una bambina ma con un cuore grande.
mio padre dall'altro lato, ha perso il padre a 15 anni ed è cresciuto con la madre, 1 fratello e due sorelle più grandi di lui.
Le sorelle molto autoritarie, il fratello molto amato e simile a lui per tanti versi, ma troppo estremo.
molto austero, ama la vita in mezzo alla natura ed è molto abile nei lavori manuali.
Mio nonno non l'ho mai conosciuto ma da quello che ho compreso era un uomo positivo, gioviale sempre allegro.
mia nonna la ricordo rude e ansiosa.
Quindi mio padre non ha avuto anch'esso la figura autorevole di riferimento e per quanto penso io ha dovuto "arrabattarsi" pure lui.
quindi ha errato, sbagliato ecc. ecc. (e ha pagato ad esempio con la separazione) ma anche lui non è mai mancato nella mia vita.
la sua modalità di dare affetto è "fare".
in casa taciturno silenzioso, fuori e in compagnia l'esatto contrario.
in sostanza "doppio" non pienamente manifestato nella famiglia.

griselda 20-05-2010 11.11.32

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86087)
mia mamma è cresciuta in un ambiente particolare.
I nonni scelsero una certa strada per lei in funzione di quanto fece la sorella maggiore (di 11 anni) che si innamorò a 14 anni di un uomo di 30 e decise di scappare (tornata 7 anni dopo con un bimbo)
così mia mamma fu "confinata" in collegio e gli fu vietata qualsiasi uscita che non fosse accompagnata.
conobbe mio padre a 20 anni.
si vedevano due ore il sabato sera (con rientro fissato alle 23)
nemmeno il tempo di andare al cinema insieme tanto per dire.
quindi è arrivata al matrimonio senza conoscere profondamente mio padre.
per quanto figlia di una mamma super ansiosa, lei lo è stata meno, ha cercato di lasciarmi fare per quanto nelle sue possibilità e c'è stata sempre nella mia vita.
Quindi per quanto mi riguarda mi si apre il cuore a saperla non completamente manifestata, in certe cose ancora una bambina ma con un cuore grande.
mio padre dall'altro lato, ha perso il padre a 15 anni ed è cresciuto con la madre, 1 fratello e due sorelle più grandi di lui.
Le sorelle molto autoritarie, il fratello molto amato e simile a lui per tanti versi, ma troppo estremo.
molto austero, ama la vita in mezzo alla natura ed è molto abile nei lavori manuali.
Mio nonno non l'ho mai conosciuto ma da quello che ho compreso era un uomo positivo, gioviale sempre allegro.
mia nonna la ricordo rude e ansiosa.
Quindi mio padre non ha avuto anch'esso la figura autorevole di riferimento e per quanto penso io ha dovuto "arrabattarsi" pure lui.
quindi ha errato, sbagliato ecc. ecc. (e ha pagato ad esempio con la separazione) ma anche lui non è mai mancato nella mia vita.
la sua modalità di dare affetto è "fare".
in casa taciturno silenzioso, fuori e in compagnia l'esatto contrario.
in sostanza "doppio" non pienamente manifestato nella famiglia.

Mi pare che Uno ha scritto forse in "complesso di Elettra" che prima vanno analizzate le nostre memorie quando abbiamo risolto quelle poi possiamo prendere in mano anche la provenienza.
Magari a te non serve perchè hai già risolto tutte le tue memorie, ma magari rimane utile.

Ray 20-05-2010 16.30.06

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86078)
certo che è l'accoglienza.
altrimenti se non accogli l'autorevole
come potresti poi avere un riferimento "autorevole"?
il "ricostruire la figura autorevole" ha come base di partenza quanto hai detto.
il problema in questi casi sta nel fatto che non si ha un esempio "vicino" da seguire quindi di solito lo si cerca altrove, prendendo spunto (per quanto si riesce e si può) dalla realtà circostante ma non "intima" propria con tutti gli annessi e connessi del caso

Non sapevo bene se continuare qua il discorso, dato che si toccano vari argomenti... c'è l'altro sull'autorità, sempre in esperienze quindi sempre "libero" di spaziare, ma dato che sta cosa è emersa qui parlando con te, continuo qui rispondendo a te ma faccio un discorso generale perchè vorrei introdurre un elemento che finora non è stato toccato se non erro. Quindi non mi rivolgo a te in particolare ma allargo solo il discorso. Se vorrai poi lo applicherai al caso specifico e scambieremo considerazioni.

C'è chi, per un motivo o per l'altro, fa fatica ad accettare l'autorità, che percepisce come qualcosa di eccessivamente limitante per i suoi bisogni comportamentali e/o espressivi. Abbiamo visto come le figure genitoriali possono inegenerare difficoltà da questo punto di vista e come sia poi difficile sottomettersi a una qualche autorità o a riconoscere l'autorevolezza quando la si incontra, scambiandola per qualcosa da combattere.

Il punto è che sottostiamo sempre a qualche autorità e se non la scegliamo noi sarà imposta, sotterranea, e molto molto più tirannica. Come ad esempio gli impulsi, o i sotterfugi della mente (che sempre agli impulsi si rifanno) o roba simile, che magari essendo interna non la percepiamo fuoiri di noi e ci dimentichiamo che è il vero nemico da combattere.

Prendiamo l'esempio scemo di Caio che vuole andare in giro nudo e che vede nell'autorità che glielo impedisce un'insopportabile limitazione all'espressione del "suo essere". In realtà, se non è in grado di sottomettersi alla volontà collettiva (o ad andarsene dove si può per farlo, ma anche questo è accettare l'autorità del luogo di partenza) è perchè è troppo sottomesso all'impulso di andare in giro nudo. E dal piacere che ne trae, o quello che è... magari a farlo gli cala l'ansia, non sappiamo. E non sa neanche lui perchè... ha l'impulso, vuole farlo (fa suo l'impulso) e poi razionalmente trova mille motivi naturalistici di cui sposa la filosofia ma che in realtà sono giustificazioni.

Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta.

Come dire, ma il discorso è appena agli inizi, che non si tratta di stabilire se accettare un'autorità o meno, ma a quale sottostare e se per propria decisione e no.

stefano 20-05-2010 16.37.26

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86119)
Non sapevo bene se continuare qua il discorso, dato che si toccano vari argomenti... c'è l'altro sull'autorità, sempre in esperienze quindi sempre "libero" di spaziare, ma dato che sta cosa è emersa qui parlando con te, continuo qui rispondendo a te ma faccio un discorso generale perchè vorrei introdurre un elemento che finora non è stato toccato se non erro. Quindi non mi rivolgo a te in particolare ma allargo solo il discorso. Se vorrai poi lo applicherai al caso specifico e scambieremo considerazioni.

C'è chi, per un motivo o per l'altro, fa fatica ad accettare l'autorità, che percepisce come qualcosa di eccessivamente limitante per i suoi bisogni comportamentali e/o espressivi. Abbiamo visto come le figure genitoriali possono inegenerare difficoltà da questo punto di vista e come sia poi difficile sottomettersi a una qualche autorità o a riconoscere l'autorevolezza quando la si incontra, scambiandola per qualcosa da combattere.

Il punto è che sottostiamo sempre a qualche autorità e se non la scegliamo noi sarà imposta, sotterranea, e molto molto più tirannica. Come ad esempio gli impulsi, o i sotterfugi della mente (che sempre agli impulsi si rifanno) o roba simile, che magari essendo interna non la percepiamo fuoiri di noi e ci dimentichiamo che è il vero nemico da combattere.

Prendiamo l'esempio scemo di Caio che vuole andare in giro nudo e che vede nell'autorità che glielo impedisce un'insopportabile limitazione all'espressione del "suo essere". In realtà, se non è in grado di sottomettersi alla volontà collettiva (o ad andarsene dove si può per farlo, ma anche questo è accettare l'autorità del luogo di partenza) è perchè è troppo sottomesso all'impulso di andare in giro nudo. E dal piacere che ne trae, o quello che è... magari a farlo gli cala l'ansia, non sappiamo. E non sa neanche lui perchè... ha l'impulso, vuole farlo (fa suo l'impulso) e poi razionalmente trova mille motivi naturalistici di cui sposa la filosofia ma che in realtà sono giustificazioni.

Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta.

Come dire, ma il discorso è appena agli inizi, che non si tratta di stabilire se accettare un'autorità o meno, ma a quale sottostare e se per propria decisione e no.


Concordo su buona parte di quanto dici.
ma ti faccio una domanda :
poniamo io scelga di sottostare esclusivamente all'autorità del Se.
cosa vedresti "fuori" di un tale atteggiamento?

stefano 20-05-2010 16.49.03

"Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta"

prendo questo pezzo.
direi che il tutto dipende dalla qualità di quello che si percepisce.
certo che il tiranno può essere interiore e quantomeno all'inizio è abbastanza normale proiettare fuori e quindi non accorgersi che quello che si sta condannando fuori ha notevoli affinità con il proprio mondo interiore.

diamantea 20-05-2010 18.01.58

Ray vuoi dire sottomersi inconsapevolemente alla tirannia del proprio ego?

luke 20-05-2010 18.20.30

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86119)
Non sapevo bene se continuare qua il discorso, dato che si toccano vari argomenti... c'è l'altro sull'autorità, sempre in esperienze quindi sempre "libero" di spaziare, ma dato che sta cosa è emersa qui parlando con te, continuo qui rispondendo a te ma faccio un discorso generale perchè vorrei introdurre un elemento che finora non è stato toccato se non erro. Quindi non mi rivolgo a te in particolare ma allargo solo il discorso. Se vorrai poi lo applicherai al caso specifico e scambieremo considerazioni.

C'è chi, per un motivo o per l'altro, fa fatica ad accettare l'autorità, che percepisce come qualcosa di eccessivamente limitante per i suoi bisogni comportamentali e/o espressivi. Abbiamo visto come le figure genitoriali possono inegenerare difficoltà da questo punto di vista e come sia poi difficile sottomettersi a una qualche autorità o a riconoscere l'autorevolezza quando la si incontra, scambiandola per qualcosa da combattere.

Il punto è che sottostiamo sempre a qualche autorità e se non la scegliamo noi sarà imposta, sotterranea, e molto molto più tirannica. Come ad esempio gli impulsi, o i sotterfugi della mente (che sempre agli impulsi si rifanno) o roba simile, che magari essendo interna non la percepiamo fuoiri di noi e ci dimentichiamo che è il vero nemico da combattere.

Prendiamo l'esempio scemo di Caio che vuole andare in giro nudo e che vede nell'autorità che glielo impedisce un'insopportabile limitazione all'espressione del "suo essere". In realtà, se non è in grado di sottomettersi alla volontà collettiva (o ad andarsene dove si può per farlo, ma anche questo è accettare l'autorità del luogo di partenza) è perchè è troppo sottomesso all'impulso di andare in giro nudo. E dal piacere che ne trae, o quello che è... magari a farlo gli cala l'ansia, non sappiamo. E non sa neanche lui perchè... ha l'impulso, vuole farlo (fa suo l'impulso) e poi razionalmente trova mille motivi naturalistici di cui sposa la filosofia ma che in realtà sono giustificazioni.

Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta.

Come dire, ma il discorso è appena agli inizi, che non si tratta di stabilire se accettare un'autorità o meno, ma a quale sottostare e se per propria decisione e no.

Io credo sia giusto dire che alla fine il giudice cui ci sentiamo di dover sottostare sia dentro di noi, magari i genitori, il padre autoritario ecc la hanno fatto nascere e crescere i primi anni di vita, in alcuni casi in modo abnorme, però poi è un processo nostro interno.

Anche io trovo difficoltà nello staccarmi dai genitori, nonostante sia adulto, nonostante so che si stanno facendo anziani, che gran parte dei loro compiti verso di me, nel bene e nel male , li hanno già assolti e che per il futuro li aspetta, nella migliore delel ipotesi, una serena vecchiaia, eppure sento ancora, quando faccio qualcosa, la sensazione istintiva di chiedermi se e come reagiranno, se faranno storie oppure no.

Di questa cosa me ne sono reso conto già molto tempo fa, in età adolescenziale al più tardi, mi arrabbiavo, con loro e con me stesso, ma tutto rimaneva ad un livello superficiale, solo discorsivo/elucubrativo, l aparte più profonda e viscerale di me non voleva sentire ragione alcuna, si muoveva per conto suo ed influenzava tutto il resto in funzione dei "desiderata" genitoriali, proprio come un tiranno interno che sottomette il resto, ed anche a mio avviso alla fine è quest'ultimo che deve essere sistemato in qualche maniera.

RedWitch 20-05-2010 18.35.54

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 86073)
..........
Mamma, è ovvio, qualsiasi cosa farai a me non andrà bene, qualsiasi cosa dirai avrei voluto sentirti dire il contrario, finchè lo dici e allora era meglio prima.

E ..e...e...ma che voglio davvero da te mamma?
Mah

Credo che quello che vorremmo dalle nostre mamme, è qualcosa che non possiamo avere... ovvero che ci dessero attenzioni e affetto che non abbiamo ricevuto da bambine, o comunque non come ne avremmo avuto bisogno al tempo... se non ci sono riuscite allora, potrebbero riuscirci oggi, che siamo adulte?

abbraccio:

Ray 20-05-2010 19.19.10

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86123)
direi che il tutto dipende dalla qualità di quello che si percepisce.
certo che il tiranno può essere interiore e quantomeno all'inizio è abbastanza normale proiettare fuori e quindi non accorgersi che quello che si sta condannando fuori ha notevoli affinità con il proprio mondo interiore.

Ecco, andiamo un po' avanti grazie a questo e a quello che ha detto Luke, anche se non ho fatto il multi mi riferisco all'ultima parte del suo post.

Un padre autoritario/incoerente, cioè che esercita l'autorità in modo capriccioso e senza logica... ossia ad impulso... ossia che è molto soggiogato da questi e soggetto alla loro autorità, questo mi passerà. Un padre molto severo mi farà introiettare un padre severo e così via, indipendentemente dal mio atteggiamento razionale che potrebbe anche opporsi a sta cosa. O io potrei sentire questa pressione e lottarvici, ma alimenterò il conflitto in me, che poi si riflette nel conflitto esteriore, ma quasto è abbastanza secondario.

Ma quello su cui volevo porre l'attenzione è che ad una o all'altra autorità ci sottomettiamo comunque, perchè non esiste una situazione in cui non ce n'è. Come ha spiegato Uno altrove l'autorità appartiene ad un insieme, categoria, struttura eccetera (l'autorità della famiglia, dello stato... a presceindere da chi la esercita) e qualcuno la eserciterà... e se non ci facciamo frenare la eserciteranno in nostri impulsi e faranno i tiranni. Noi possiamo scegliere a chi affidarci... e diventare autorevoli con noi stessi.

diamantea 20-05-2010 20.05.49

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 86133)
Credo che quello che vorremmo dalle nostre mamme, è qualcosa che non possiamo avere... ovvero che ci dessero attenzioni e affetto che non abbiamo ricevuto da bambine, o comunque non come ne avremmo avuto bisogno al tempo... se non ci sono riuscite allora, potrebbero riuscirci oggi, che siamo adulte?

abbraccio:


Secondo me il punto ora è che dal passato non si torna indietro, ma si può fermare la continuità di un copione.
Come? Bisogna innanzitutto riconoscere il limite del genitore che non era perfetto come noi ci aspettavamo, poi in nome di quel limite usare la comprensione e il perdono.
So sulla mia pelle che non è per niente facile ma non è nemmeno impossibile farlo e vale sempre la pena tentare. E' più facile arrendersi.
Non pensate che la vita con mia madre sia facile, anzi è una lotta quotidiana, fra tutti i figli io sono la sua vittima preferita.
A volte ho voglia di passare quel limite invalicabile...
Io sono un muro duro e alto da scavalcare, può dare cornate si rompe la testa. Le faccio effetto boomerang, ciò che mi lancia le torna indietro. Io le dico tutto ciò che penso di bene e di male nei suoi confronti.
Ma poi emerge sempre l'affetto, l'amore dentro di me, voglio o non voglio è mia madre ed è viva e mi da anche cose che a me servono e ricevo solo da lei. E con lei riesco a godere momenti belli che non ritroverò senza di lei. E' il suo modo di amare? Forse.
Mi ha fatto del male in passato? Si tanto, ho passato molti anni a macerarci su, mi ha fatto soffrire moltissimo ma ora faccio macerare lei appena apre bocca e attacca con il solito disco. Piano piano la sto educando ad avere rispetto e contenere quel fiume di parole inutili che riempiono il mio secchio velocemente ed altrettanto velocemente glielo ributto addosso con forza. Soprattutto non mi deve controllare con il senso di colpa, perchè non vi è più spazio nei confronti dei miei genitori. Se ho sbagliato anch'io, e ho sbagliato pure io, ho pagato abbastanza.
Io mi chiedo cosa ho da dare a lei, una donna orgogliosa e superba che non accetta nemmeno un fiore. Eppure è anziana e sola ed ha bisogno di tante cose.
Avrei da dare molto di più di ciò che riesce ad accettare così come volevo fare con mio padre. Lei cmq ha scelto i figli, e bene o male interagisce con noi in qualche modo.
Ci potremmo dare molto di più, ma anche molto di meno. Me lo faccio bastare. Quello che mi esubera lo tengo per me.

stefano 20-05-2010 21.07.38

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86139)
Ecco, andiamo un po' avanti grazie a questo e a quello che ha detto Luke, anche se non ho fatto il multi mi riferisco all'ultima parte del suo post.

Un padre autoritario/incoerente, cioè che esercita l'autorità in modo capriccioso e senza logica... ossia ad impulso... ossia che è molto soggiogato da questi e soggetto alla loro autorità, questo mi passerà. Un padre molto severo mi farà introiettare un padre severo e così via, indipendentemente dal mio atteggiamento razionale che potrebbe anche opporsi a sta cosa. O io potrei sentire questa pressione e lottarvici, ma alimenterò il conflitto in me, che poi si riflette nel conflitto esteriore, ma quasto è abbastanza secondario.

Ma quello su cui volevo porre l'attenzione è che ad una o all'altra autorità ci sottomettiamo comunque, perchè non esiste una situazione in cui non ce n'è. Come ha spiegato Uno altrove l'autorità appartiene ad un insieme, categoria, struttura eccetera (l'autorità della famiglia, dello stato... a presceindere da chi la esercita) e qualcuno la eserciterà... e se non ci facciamo frenare la eserciteranno in nostri impulsi e faranno i tiranni. Noi possiamo scegliere a chi affidarci... e diventare autorevoli con noi stessi.

assolutamente si.
con tutte le difficoltà del caso è l'unica cosa che dipende solo da noi e che possiamo sicuramente fare o quantomeno tentare di fare.

luke 20-05-2010 22.04.41

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 86133)
Credo che quello che vorremmo dalle nostre mamme, è qualcosa che non possiamo avere... ovvero che ci dessero attenzioni e affetto che non abbiamo ricevuto da bambine, o comunque non come ne avremmo avuto bisogno al tempo... se non ci sono riuscite allora, potrebbero riuscirci oggi, che siamo adulte?

abbraccio:

In effetti credo che debba esserci un momento in cui non possiamo più continuare a pensare a ciò che poteva essere e non è stato ma a cercare di vivere ciò che si può, nel bene e nel male, com-prendendo tutte le fasi della nostra vita fino ad oggi, con il relativo succo degli insegnamenti che possono darci.

Non si può continuare all'infinito, parlo soprattuto per me, a chiederci ad esempio perchè non abbiamo ricevuto l'affetto come lo volevamo, senza pensare che magari quello era l'unico modo che i genitori potevano/sapevano fare e l'avrebbero fatto con chiunque fosse nato al posto nostro.

Ray 20-05-2010 23.22.14

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 86146)
assolutamente si.
con tutte le difficoltà del caso è l'unica cosa che dipende solo da noi e che possiamo sicuramente fare o quantomeno tentare di fare.

Bene. Un altro piccolo passettino e il gioco è quasi fatto... (bon, poi si tratta di giocarlo).

Se convieni con me su quello che ho scritto, converrai anche che, di conseguenza, è necessario smettere di guardare al passato e cercare di modificare il genitore. Era autoritario, ok l'abbiamo scoperto, questo ci ha incasinati, abbiamo scoperto anche questo, ma altro non c'è, fine.
C'è da guardare all'interno adesso... e diventare autorevoli con se stessi, cosa che non siamo fino a quando guardiamo fuori e indietro. Ovviamente parlo dell'io, della sfera cosciente, non delle zone incoscienti, come il Se o altro. Io devo diventare autorevole, il resto non conta (o ci si ragionerà dopo).

Se sei d'accordo il passaggio successivo è... ach, la tastiera, ma porc...

stefano 21-05-2010 01.18.09

sicuramente.
occorre "chiudere" con il passato (smettere di pensare ai se e ai ma) e darsi da fare nel qui e ora.
insomma "nel momento presente diventare autorevoli o meglio fare emergere autorevolezza da se stessi"
i genitori nel bene e nel male hanno fatto e fanno quello che possono in base alle loro capacità, alla loro evoluzione e al loro grado di comprensione.
stop.
"ora" occorre vivere il presente senza condizionamenti passati, senza disperdere le energie nel continuare a rimuginare o anche solo pensare troppo.

diamantea 29-05-2010 17.05.20

E' nato prima l'uovo o la gallina?
 
La dinamica venuta fuori dal mio sogno mi ha portato di nuovo a ripescare nei ricordi del passato per capire da dove è venuto fuori questo ruolo di "genitore che controlla" nelle vesti di mia sorella.
E' vero che i miei genitori hanno sofferto anche loro, hanno sbagliato perchè non avevano altre risorse per fare meglio, ma ora quello che mi serve e ripulire il secchio sempre di più, lasciando stare a ritroso di chi fu la colpa, chi cominciò per prima ecc... oggi mi ritrovo con una gallina che fa le uova!

Una cosa certa è che mia madre investì mia sorella del ruolo di genitore che controlla me, nella moralità.
Lei era una tipa che pretendeva che gli altri razzolassero bene dove lei predicava male e non razzolava per niente!
Ogni piccolo errore era motivo di litigi, disprezzo e pubblica gogna. Lei ci staccava la testa e la metteva ad essiccare in balcone... con lei bisognava mentire, nascondere la verità, mistificare, era una questione di sopravvivenza, di "salvamento di vita". Bisognava nascondere tutto ciò che la faceva andare in bestia e scagliare su di noi la sua ira funesta. Ci metteva l'uno contro l'altro con bugie, sotterfugi.
Ancora oggi è così, lei cerca sempre pretesti per litigare. Noi spesso occultiamo la verità in tutto o in parte per evitare lunghe discussioni che con me specialmente possono degenerare velocemente, io non tollero da lei più neanche un pelo.
Una donna volitiva, forte, intelligente che non potè esprimersi in quanto mio padre "se la fuggì" a 15 anni contro la sua volontà. Mia madre aveva una bellezza fuori del comune, mio padre era pazzo di lei ma pagò fino alla fine la sua prepotenza su di un essere che era uno spirito libero e ancora giocava con le bambole.
Pagammo tutti in verità, un prezzo alto in termini di serenità e normalità.
La rabbia di mia madre era incontenibile, ogni giorno ci volevano vittime fresche per soddisfare il suo bisogno di sfogare la rabbia. I miei genitori erano due capibranco, due galli in un pollaio che si tenevano testa ogni giorno. Lotte di potere, di autoaffermazione.
Certo li ringraziamo di tutti i sacrifici e di averci dato una discreta posizione economica, ma il mutuo ha avuto alti tassi di interessi che ancora paghiamo!
Lei di mia sorella voleva farne una baby killer, le armò il dito con il giudizio e le insegnò a puntarlo, su di me specialmente. Il mio dito si è puntato da solo, forse per reazione a tutte le critiche che ho subito per anni. E' un imprinting, un automatismo, un modo di pormi quando sono in difesa. Poi io lascio vivere molto e non mi frega più di tanto dei fatti altrui.
Mi sorella il suo dito iniziò presto a nasconderlo sotto la giacca, in attesa di poterlo disarmare, non si poteva vivere in quel modo.
Con mia sorella in questi giorni ci siamo confrontate molto, è stato doloroso per noi apprendere che ancora persiste dentro di me il retaggio di questo suo ruolo, ma siamo adulte e mature abbastanza e ci amiamo molto, anzi moltissimo, vogliamo andare in fondo fino alla risoluzione, anche con il vostro aiuto se necessario.
Lei ha guardato me fino al mio matrimonio, poi io ho guardato lei dopo il suo matrimonio. Tutta una vita insieme a sostenerci e aiutarci reciprocamente. Non vi è colpa, solo uno stato di fatto che può essere cambiato.
I motivi li conosciamo bene nei particolari e possono essere superati con la consapevolezza.

Ecco, ho voluto condividere con voi perchè è nel forum che questa cosa è emersa dal fondo del secchio che ormai cerco di tenere pulito.
Il mio compagno ha trivellato in qualche modo la mia energia, quel fondo che sembrava solido pavimento, durante una durissima lezione di solfeggio cantato insieme a mio sorella: "Gira gira annaspa annaspa torci il filo dell'amor". Non mi voleva entrare in testa, subivo inebetita quel tormento vocale, ho visto tutte le mie resistenze mentali verso l'apprendimento, le regole, l'autorità, la mia stupidità mentale, come un film mentre lui girava e girava e il mio cane ha vomitato ed io tremante alla fine ho capito e quella notte ho fatto quel sogno.
Non è il mezzo importante ma il fine. Mi sento serena.
Grazie a tutti voi fiori.gif

diamantea 29-05-2010 19.47.10

Da piccola mia nonna mancava anche per due mesi, andava a Milano a trovare la figlia.
A casa mia avevo paura di stare con mia madre, ma c'era mia sorella che vicariava la nonna. Lei era il mio punto di riferimento affettivo e protettivo. Non che lei potesse fare chissà cosa eppure la sua presenza era molto rassicurante per me. Io la amavo tantissimo. Nei miei ricordi lei era maestra di giochi, era serena, estrosa e fantasiosa. Riusciva ad abbellire e giustificare una realtà che in certi momenti mi sembrava orribile e non capivo. Lei sapeva accendere i fiammiferi... Non aveva altri mezzi se non la fantasia.
Sempre lei si è sacrificata per servire la nonna materna durante la sua lunga malattia, per governare la casa e guidare le sorelle più piccole.
Si è sobbarcata di responsabilità più grandi di lei e di molti pesi familiari.
Devo dire che mia madre questo lo sa e lo ha sempre ribadito, che si sente in debito con lei e che tutta la famiglia le deve essere grata per il suo sostegno in tutti questi anni.
Ora è emerso questo lato ombra che non è stata causa sua l'ho già chiarito ma mi sembra che le abbia fatto torto a far emergere solo questo lato che tra l'altro non le appartiene più da molti anni è più un problema mio che guardo insieme a lei, tralasciando tutti gli aspetti positivi della sua persona nei miei confronti. Io ho beneficiato più di tutti della sua presenza e del suo amore che ho ricambiato pienamente e senza riserve.
Lei per me ha fatto davvero tanto.
Grazie sorella, di tutto. abbraccio: bacini.gif fiori.gif

dafne 02-11-2010 00.55.49

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 79584)
Mi sono trovata molto in conflitto con mia madre, una madre apprensiva, soffocante, che per molti versi non mi ha permesso di crescere. Io pero' tutto questo lo scambiavo per amore eccessivo. Un giorno, dopo molti tentativi di comprendere il rapporto che c'era, di trovare i vari nodi.. ho preso coscienza che mia madre non mi ama, che tutti quei meccanismi che metteva in atto l'estrema protezione che aveva nei miei confronti venivano da problemi suoi, dalla sua ansia che doveva essere placata, dalla sua paura di perdermi etcetc... ma non è amore. Quando ho preso coscienza di questo è stato un inferno, che mi sono vissuta fino in fondo (ricapitolato se vuoi), le parole non possono rendere quello che è stato. Questo vivere fino in fondo la presa di coscienza, mi ha permesso di smettere di cercare quell'amore in lei, perchè so che non puo' darmelo. So che ha fatto come poteva, so che fa quello che puo' come puo'.. ma so anche che non potrà mai darmi quello di cui avevo bisogno da bambina e ho smesso di chiederlo o pretenderlo.


Terribile Red, quando lo hai scritto non ho letto bene quello nerettato, anzi non l'ho letto per niente, e il resto del periodo superficialmente.
E' terribile, come può una madre non amare la propria figlia....

E' devastante anche solo pensarlo, che mia madre possa non amarmi. Eppure mi dico ci sono piccoli barlumi di comprensione, di affetto adesso...adesso che inizio a slegarmi forse...ma non divagare Daf, la pietanza è lì, davanti a te. Amara come il fiele ma è lì.


Penso che qualcuno ogni tanto dovrebbe prendersi la briga di darmi dell'idiota.

dafne 02-11-2010 10.37.21

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 86153)
Bene. Un altro piccolo passettino e il gioco è quasi fatto... (bon, poi si tratta di giocarlo).

Se convieni con me su quello che ho scritto, converrai anche che, di conseguenza, è necessario smettere di guardare al passato e cercare di modificare il genitore. Era autoritario, ok l'abbiamo scoperto, questo ci ha incasinati, abbiamo scoperto anche questo, ma altro non c'è, fine.
C'è da guardare all'interno adesso... e diventare autorevoli con se stessi, cosa che non siamo fino a quando guardiamo fuori e indietro. Ovviamente parlo dell'io, della sfera cosciente, non delle zone incoscienti, come il Se o altro. Io devo diventare autorevole, il resto non conta (o ci si ragionerà dopo).

Se sei d'accordo il passaggio successivo è... ach, la tastiera, ma porc...


Essere autorevoli con se stessi.....leggo.gif per il passaggio successivo neanche mi preoccupo, già digerire le parole di Red e poi queste...e accogliere...

Sono già stata su questi passaggi spero che qualcosa sia rimasto per poterci lavorare adesso un pò su.

Intanto grazie.

Edera 04-11-2010 18.21.59

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 91841)
E' devastante anche solo pensarlo, che mia madre possa non amarmi. .

Credo sia una presa di coscienza molto dolorosa, ma anche come ha detto Red è probabilmente l'unico modo per smettere di chiedere qualcosa che non può esistere. La prima volta che ho realizzato questo dentro di me è stato un dolore acuto profondissimo, localizzato tutto nella pancia e nel cuore, mitigato però dalla consapevolezza che per quello che può ha fatto e fa del suo meglio. Quindi ho dovuto scegliere se rimanere arrabbiata per la qualità dell'amore che è in grado di dare o se tentare di comprenderla e 'accontentarmi'. Ho scelto la seconda e paradossalmente anche la qualità dell'amore che io provo nei suoi confronti è migliorata. Non credo si possa amare davvero qualcuno fin tanto che si continua a chiedergli di pagare il conto secondo i nostri parametri, specialmente se sono molto diversi.
E' proprio perchè non è in grado di amarmi, che sto imparando ad amarla. Non so se sono riuscita a rendere l'idea di ciò che voglio esprimere.
Ho fatto un esperimento, l'ho osservata tentando di immaginare che non fosse mia madre ma un'estranea, rimanendo il più staccata possibile (per quel che è possibile) e così anche con mio padre. E' stato proprio in quel momento che ho sentito un vero motto di affetto nei loro confronti e sono stata felice.

RedWitch 04-11-2010 19.22.36

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 91841)
Terribile Red, quando lo hai scritto non ho letto bene quello nerettato, anzi non l'ho letto per niente, e il resto del periodo superficialmente.
E' terribile, come può una madre non amare la propria figlia....

Quel che ho scritto, è stato il mio vissuto soggettivo, ho dovuto passare per quel non amore per potermi liberare e anche lasciare andare mia madre.
Sono certa che lei crede di amarmi, anzi non le passa proprio per la testa che possa non essere cosi, d'altra parte, anche per me era scontato (e qui c'è da riflettere, nulla va dato per scontato, mai) che solo per il fatto di essere mia madre, dovesse amarmi. E scambiavo la sua ansia, il suo soffocarmi per troppo amore. In realtà siamo tutti schiavi dei nostri meccanismi, io oggi vedo che mia mamma fa di tutto per accontentarmi e credo che un po' mi stia venendo incontro, ma in quell'accontentarmi, ci sono sempre i suoi bisogni.
Poi come ha ben detto Edera, fa e ha fatto quello che ha potuto, pero' per me, è stato necessario provare quel dolore per poter prendere coscienza che dovevo fare a meno delle sue attenzioni, del suo appoggio. Anche per crescere.

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91959)
Credo sia una presa di coscienza molto dolorosa, ma anche come ha detto Red è probabilmente l'unico modo per smettere di chiedere qualcosa che non può esistere. La prima volta che ho realizzato questo dentro di me è stato un dolore acuto profondissimo, localizzato tutto nella pancia e nel cuore, mitigato però dalla consapevolezza che per quello che può ha fatto e fa del suo meglio.

A me la sensazione netta del fatto che non le importasse nulla di quel che provavo io ma che fosse preoccupata solo di sè stessa è arrivata di colpo, anche se tentavo di lavorarci da un pezzo .. è stato devastante, ma per me era l'unico modo. Non so se sia così in assoluto .. credo che per fortuna ci siano persone che sotto hanno buone basi familiari, anche se prima o poi la separazione dai genitori bisogna affrontarla...

griselda 04-11-2010 20.34.50

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 91962)
Quel che ho scritto, è stato il mio vissuto soggettivo, ho dovuto passare per quel non amore per potermi liberare e anche lasciare andare mia madre.
Sono certa che lei crede di amarmi, anzi non le passa proprio per la testa che possa non essere cosi, d'altra parte, anche per me era scontato (e qui c'è da riflettere, nulla va dato per scontato, mai) che solo per il fatto di essere mia madre, dovesse amarmi. E scambiavo la sua ansia, il suo soffocarmi per troppo amore. In realtà siamo tutti schiavi dei nostri meccanismi, io oggi vedo che mia mamma fa di tutto per accontentarmi e credo che un po' mi stia venendo incontro, ma in quell'accontentarmi, ci sono sempre i suoi bisogni.
Poi come ha ben detto Edera, fa e ha fatto quello che ha potuto, pero' per me, è stato necessario provare quel dolore per poter prendere coscienza che dovevo fare a meno delle sue attenzioni, del suo appoggio. Anche per crescere.



A me la sensazione netta del fatto che non le importasse nulla di quel che provavo io ma che fosse preoccupata solo di sè stessa è arrivata di colpo, anche se tentavo di lavorarci da un pezzo .. è stato devastante, ma per me era l'unico modo. Non so se sia così in assoluto .. credo che per fortuna ci siano persone che sotto hanno buone basi familiari, anche se prima o poi la separazione dai genitori bisogna affrontarla...

Io invece ho passato la vita a pensare che mio padre mi amasse e mia madre no ed un miracolo che non mi sia strappata ( o si icon_mrgr:) a causa delle loro divergenze in tema d'amore.
Tutto questo ha creato una gran confuzione nella mia mente tanto che ancora oggi non è mica molto chiaro cosa voglia dire amare. Anche se è quello che voglio imparare a fare.

Qui ho imparato che è tutto il contrario di quello che ha fatto mio padre e più vicino ad alcuni comportamenti che ha tenuto mia madre.

Direi grottesco.

Oggi però spero in una nuova alba.

Qualche giorno fa mi si è accesa una lampadina che piano, piano è divenuta un sentire sempre più importante e tangibile.
Ma se ho scelto, io, i miei genitori prima di entrare in questo mondo...posso solo ringraziarli per averlo permesso ed aver permesso di diventare proprio la Griselda che sono diventata.
Per vivere questa vita e non un'altra.
Questa nuova prospettiva mi sta dando una mano a stemperare il rancore che avevo accumulato in tutti questi anni.
Mi auguro sia la strada giusta stavolta :)

luke 04-11-2010 20.53.31

Leggere i vostri interventi credo mi sarà utile per trovare vie di uscita, cosa che ancora non sono riuscito a fare realemente fino ad ora.
ANche io provo rabbia perchè credo che di essere stato educato non infunzione id ciò che reamlente mi serviva, ma in funzione dei vari processi interni e problematiche varie avute dai miei, anche prima che io nascessi e dalle quali avrei gradito esserne tenuto fuori.
Purtroppo spesso facendo i raffronti con gli altri, come dicevo nell'altro 3d, o col me stesso che penso sarei potuto essere con altre vasi di partenza, la rabbia sale, le recriminazioni pure ed i conti non tornano.

E' un punto sul quale sono bloccato da parecchio, ho provato ad essere autorevole con me stesso, con una parte di me stesso, (a proposito Ray, come va la tastiera? Si è per caso aggiustata icon_mrgr:?) a volte ci riesco molte altre no e soprattutto per il futuro sento di non potermi portare appresso ancora questa cosa.

Purtroppo siamo sempre lì, mi sento come se dovessi raggiungere qualche "conquista" importante , soprattutto sulle cose cui ho dovuto rinunciare sin qui per le cause descritte prima, per rasserenarmi, senza di lei ho paura che il tormento continuerà a macerarmi per sempre.

IN parte ritengo di essere migliorato, ma contemporanemente le circostanze esterne si sono fatte più avverse :U , e di essermi fortificato , ma con le recriminazioni che ho, non mi basta ed allora mi dico "le recriminazioni ci saranno sempre debbo fare qualcosa di più grande per superarle, anche se non credo sia la strada giusta. Riuscire ad abbassarle definitivamentegià mi sembra una strada migliore.

Ray 05-11-2010 01.40.54

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 91959)
Ho fatto un esperimento, l'ho osservata tentando di immaginare che non fosse mia madre ma un'estranea, rimanendo il più staccata possibile (per quel che è possibile) e così anche con mio padre. E' stato proprio in quel momento che ho sentito un vero motto di affetto nei loro confronti e sono stata felice.

Bello bello... esercizietto che proporrei a molti.

Ray 05-11-2010 01.44.30

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 91967)
ANche io provo rabbia perchè credo che di essere stato educato non infunzione id ciò che reamlente mi serviva, ma in funzione dei vari processi interni e problematiche varie avute dai miei, anche prima che io nascessi e dalle quali avrei gradito esserne tenuto fuori.

E chi saresti tu per pretendere di venire educato come realmente ti serve?



(se rispondi poi te ne faccio una peggio icon_mrgr:)


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