Ermopoli

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nikelise 07-10-2009 17.26.19

Citazione:

Originalmente inviato da Viola (Messaggio 74914)
Caro Stefano... il nero altrui? Interessante davvero. A questo genere di operazione, veramente, non avevo mai pensato (spero non sia per non-altruismo...).

Comunque a mio modesto avviso questa piccola trovata geniale esula dalle tradizionali operazioni alchemiche, che sono già da sole troppo complicate da capire ed approfondire, anche restando nei rudimenti.

Il nero altrui... certo come elemento di osservazione e con-divisione, come anche di com-passione nel senso più vero, è altamente (e "altramente") costruttivo... Ma questo Nero di cui parliamo, il Corvo o Cornacchia, o la Nigredo, più raramente chiamata anche Corona (per il "Coro" di Elementi che lo caratterizzano e ne infliggono le proprietà), è qualcosa di talmente "altro" da quel che tutti conoscono, di talmente già "oltre la Porta" della nostra comune supposta "normalità", che valutare se quanlcun altro lo stia conoscendo e vi si stia addentrando, credo sia immensamente più complicato che accorgersi, ad esempio, che una persona stia, ad esempio, "attraversando un periodo nero".

Si tratta, insomma, di una Materia (nel duplice significato di materiale e anche di argomento) "altra", non a caso davvero sacra.

Spero di leggerti/vi presto... Ciao.

Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .

Uno 07-10-2009 17.48.57

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 74910)
se occupartene ti distoglie dal tuo

Tuo per parlare o tuo solo suo?
Perchè francamente non è un suo solo suo icon_mrgr:

Citazione:

Originalmente inviato da Viola (Messaggio 74914)
Caro Stefano... il nero altrui? Interessante davvero. A questo genere di operazione, veramente, non avevo mai pensato (spero non sia per non-altruismo...).

Comunque a mio modesto avviso questa piccola trovata geniale esula dalle tradizionali operazioni alchemiche, che sono già da sole troppo complicate da capire ed approfondire, anche restando nei rudimenti.

Se geniale è ironico mi trovi d'accordo, altrimenti, e comunque lo stesso, un giorno parliamo di geni, magari quelli della lampada compresi icon_mrgr:

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 74915)
Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .

A livello simbolico si questa è l'Opera al Nero, però non banalizzarla troppo, cosa che sta accadendo, è meglio che diciamo che c'è anche una corrispondenza materiale fisica a diversi livelli, corrispondenza che adesso è un pò complicato esplorare per iscritto.

Edit: non un periodo Nero, il Nero è uno stato

Kael 07-10-2009 18.51.52

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 74901)
Comunque trasformare non è la parola giusta, il nero c'è (sia individualmente che collettivamente) e rimane in una certa quantità di li non si scappa. Diciamo che si può lavorare sull'attrazione a cui noi o altri (roba da Santi e Maestri ricordiamolo ancora) siamo soggetti.

Trasformare noi stessi allora, effettivamente rende meglio. Nell'opera al nero, con la putrefazione, si separano gli elementi, se ne estraggono i principii, e poi ci si accinge a riunirli in una nuova forma, più durevole e dalle possibilità di gran lunga superiori (capacità di pensare in qualsiasi momento ad esempio), anche se la totale vittoria sul nero non arriva che alla fine del Rosso, a opera compiuta, fino ad allora il nero potrà sempre dire la sua..

Il Nero è la forza che spinge alla totale materializzazione, il cadavere perde l'acqua, gli umori, qualsiasi fluido vitale, e si indurisce nella rigidità cadaverica, fino a diventare un corpo talmente friabile che il vento lo disperde nel creato. E' la purgazione, ciò che permette ai fluidi vitali di uscire, e successivamente, di rientrare in nuova forma, sempre se questo avviene dentro la bolla..

Viola 07-10-2009 22.07.20

Tra Geni e Cavalieri...
 
Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 74918)
Se geniale è ironico mi trovi d'accordo, altrimenti, e comunque lo stesso, un giorno parliamo di geni, magari quelli della lampada compresi icon_mrgr:

La cosa che mi fa più contenta tra queste parole, è l'espressione "e comunque lo stesso". Sììì, parliamone!!!!:wow:

Riguardo la genialità... non so, per me si nasconde in tutte quelle piccole occasioni in cui una mente diversa dalla tua ti fa notare una stradina (fosse pure sbarrata, sbagliata, interrotta, stregata...) che mai avresti scoperto dietro qualche siepe.

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 74918)
non un periodo Nero, il Nero è uno stato

Sono d'accordo su questo. Uno stato in cui ci si trova, ed un modo di vedere tutte le cose. Passaggio primario e fondamentale. Però non si confonda col "vedere nero" della depressione o della paura, e nemmeno della tristezza.

I Cavalieri antichi (quelli veri, ammesso che ne sia esistito qualcuno non metaforico, altrimenti ci teniamo comunque la magnifica metafora) il "calice" lo ricercavano, lo desideravano con nobile avidità, vi si avvicinavano con gratitudine e vivevano per esso, quand'anche la cosa fosse finita lì, senza altri vantaggi e cambiamenti di vita, di situazione, di potere... E' la fase iniziale che è già il successo. Perciò oltre che nero Corvo lo definivano anche la propria ricercata nera Corona (quella cui il Re deve rinunciare se rifiuta guerra e dolore): inizio e successo dell'impresa in quest'ottica coincidono già, dando luogo all'Iniziazione, che non solo nobilita e castiga, ma pare continuare a castigare e nobilitare oltre, senza tregua... Quando si dice punti di vista.;)

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 74927)
Nell'opera al nero, con la putrefazione, si separano gli elementi, se ne estraggono i principii, e poi ci si accinge a riunirli in una nuova forma, più durevole e dalle possibilità di gran lunga superiori (capacità di pensare in qualsiasi momento ad esempio), anche se la totale vittoria sul nero non arriva che alla fine del Rosso, a opera compiuta, fino ad allora il nero potrà sempre dire la sua..

Già... a volte magari una scocciante perdita di tempo, altre volte invece un alleato sempre utile, sotto innumerevoli aspetti difficili da elencare.

Kael 08-10-2009 00.11.15

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 74918)
è meglio che diciamo che c'è anche una corrispondenza materiale fisica a diversi livelli, corrispondenza che adesso è un pò complicato esplorare per iscritto.

Beh, brevemente si potrebbe comunque dire che tutto nasce nel nero, che sia nelle profondità della terra, o nel ventre di una donna, è esente da luce.
Anche alla nascita di Gesù, un Vangelo gnostico (attribuito a San Matteo) riporta che l'angelo ordinò a Maria di scendere in una grotta sotterranea, dove non fu mai luce, ma che poi, alla stessa presenza di Maria, la grotta si illuminò splendidamente e accolse la nascita del Salvatore...

Da tutto questo deriva che chi vuole ri-nascere, deve tornare in quel Nero da cui proviene..

Kael 11-10-2009 13.51.18

Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...

luke 11-10-2009 14.57.14

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 75152)
Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...

Secondo me una volta che il fuoco si è acceso (ed in genere le accensioni sono una bella botta piuttosto impetuosa) e si è consolidato è difficile che possa spegnersi, al più siamo noi che ad un certo punto possiamo decidere di non sentirlo o far finta (faticosamente) che non ci sia, nel caso i fumi neri e le ombre di cui parli divengano insosteniblili, ogni tanto riviene a galla il fuoco e dobbiamo darci un bel deffare per non considerarlo.

Ritengo, inoltre, che fino ad un certo punto i risultati possono sparire, poi superata una soglia critica dopo la quale una trasformazione vera, completa c'è effettivamente stata, non credo si possa tornare indietro.
Fino a che ci limitiamo a riflettere su certe cose a cercare di governare le ombre con la mente si hanno deio piccoli risultati temporanei destinatio a riassorbirsi una volta che ci fermiamo, se lo "sclioglimento" comincia ad avvenire più in profondità , a mio parere, si può rimanere bloccati lì, ma non tornare indietro, e la cosa è abbastanza inquietante perchè c'è il rischio di trovarsi in una specie di limbo in cui siamo degli "ibridi" che hanno iniziato una traformazione e poi non l'hanno saputa portare fino alla fine.

Kael 11-10-2009 18.27.36

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 75156)
Secondo me una volta che il fuoco si è acceso (ed in genere le accensioni sono una bella botta piuttosto impetuosa) e si è consolidato è difficile che possa spegnersi, al più siamo noi che ad un certo punto possiamo decidere di non sentirlo o far finta (faticosamente) che non ci sia, nel caso i fumi neri e le ombre di cui parli divengano insosteniblili, ogni tanto riviene a galla il fuoco e dobbiamo darci un bel deffare per non considerarlo.

Più che altro, se il fuoco c'è ma non si è pronti, ci si "danna", ci si brucia..

PS: Ovviamente, con l'accendersi e lo spegnersi mi riferivo comunque ad una temperatura adatta per l'Opera, dato che a livelli minimi siamo tutti sottoposti a questo particolare fuoco.. e il vero spegnimento non avviene che con la morte, quella comune.

griselda 11-10-2009 18.59.44

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 75158)
Più che altro, se il fuoco c'è ma non si è pronti, ci si "danna", ci si brucia..

Ma Kael come si fa a sapere se non si è pronti? :U
E come ci si danna, in che modo intendo?
Potresti spiegarmi per favore perchè non ho alba di questa cosa. fiori.gif

Ray 11-10-2009 22.09.37

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 75152)
Riflettevo su quel fuoco segreto, che è il vero motorino d'avviamento della prima opera. Si dice che il segreto è tenerlo sempre acceso, a temperatura costante, con fede assoluta e certezza incrollabile. Invece molto spesso i fumi neri e le ombre che emanano dalla pietra ci spaventano, ci fanno indietreggiare, e abbassiamo il fuoco...

Secondo voi, una volta acceso, questo fuoco segreto, può spegnersi? O per quanto indietreggiamo si abbassa tanto da non essere per niente utile, sebbene una flebile fiammetta sul fondo resti?

E inoltre, ogni volta che interrompiamo la cottura, che abbassiamo il fuoco, che succede alla nostra pietra? Ciò che abbiamo sciolto torna a ricoagularsi e dobbiamo riprendere tutto da capo, oppure ciò che è fatto è fatto e torna comunque a nostro vantaggio?

Le due domande in fondo si integrano, se il fuoco può spegnersi allora penso che tocca anche riprendere tutto da capo, magari invece se solo si abbassa non permette comunque a ciò che ha sciolto di ricoagularsi...

Quando indietreggiamo e il fuoco sembra spegnersi molto spesso restano le bronze sotto la polvere e basta soffiare per riattizzarlo. Però credo possa spegnersi si, quello comune che tutti hanno in una certa misura non serve all'opera, è come fosse spento.
Se si spegne o si abbassa inizia la coagulazione, ma con la forma che abbiamo assunto in quel momento, che un pochetto tende a come era prima, ma se ne abbiamo stabilita (da stabile) un'altra quella si coagula grossomodo (ma freddo non sarà mai come caldo/fluido) e quindi poi tocca ri-solvere comunque.
Immagino che in determinat casi tocchi anche ricominciare... in fondo ogni volta che solviamo ricominciamo, ma la strada già percorsa la rifacciamo veloci, anche se non in zero tempo.

Kael 11-10-2009 22.30.44

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 75169)
Quando indietreggiamo e il fuoco sembra spegnersi molto spesso restano le bronze sotto la polvere e basta soffiare per riattizzarlo.

In effetti la fuliggine, alzata dal fuoco, se questo si spegne gli ricade addosso coprendolo. Il fuoco mentre è acceso invece è autopulente continuando a spingerla verso l'alto..

Kael 11-10-2009 22.37.03

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 75159)
Ma Kael come si fa a sapere se non si è pronti? :U
E come ci si danna, in che modo intendo?
Potresti spiegarmi per favore perchè non ho alba di questa cosa. fiori.gif

Trovi il thread in esoterismo Grii, "Fuoco Sacro".
Comunque il discorso essere pronti si ricollega alla serietà e all'impegno con cui si affronta la cosa, se si prende sottogamba, come un gioco, si rischia anche di lasciarci le penne, di essere danne-ggiati, o peggio ancora danna-ti proprio. Questo fuoco consuma, se arde e non si lavora seriamente sulle sostanze volatili che escono, se non le si purifica, alla fine non ci restano che le ceneri sotto..

griselda 12-10-2009 00.27.39

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 75174)
Trovi il thread in esoterismo Grii, "Fuoco Sacro".
Comunque il discorso essere pronti si ricollega alla serietà e all'impegno con cui si affronta la cosa, se si prende sottogamba, come un gioco, si rischia anche di lasciarci le penne, di essere danne-ggiati, o peggio ancora danna-ti proprio. Questo fuoco consuma, se arde e non si lavora seriamente sulle sostanze volatili che escono, se non le si purifica, alla fine non ci restano che le ceneri sotto..

Grazie Kael per la risposta, ho letto diverse volte il 3D da citato, avevo capito che parlavi del Fuoco Sacro ma non mi è molto chiara quella discussione ahimè, almeno non in tutte le sue parti, ma la rileggerò. :)
Mi stavo domandando anche come si fa, visto che sappiamo bene che ce la raccontiamo, capire se ci si sta impegnando abbastanza o no.
Io ad esempio faccio veramente fatica a volte anche solo a capire certe frasi, tipo quella nerettata, per cui mi domando se anche il non capire possa essere lavorare male.
E inoltre che fare a quel punto lasciar perdere? Dovrebbe esserci qualcuno che ti dice che stai prendendo tutto sottogamba e che ti stai facendo del male o no?
Grazie ancora. fiori.gif

Kael 13-10-2009 00.48.31

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 74915)
Scusate per capire ma questa opera al nero in pratica e' un periodo nero ( o della propria ombra) ben Compreso e Digerito nel senso migliore possibile del termine .
Perche' se restiamo sempre nel simbolismo mi pare che non si riesce , parlo per me , a capire di che si tratta .

Alchemicamente parlando, direi che l'anima imprigionata nel corpo imperfetto non può evolversi perchè condizionata da esso. L'Opera al Nero si propone quindi di estrarla dal corpo, sapientemente, separando il fine dal grossolano, per poterle dare così quella crescita che aveva visto interrompersi rinchiusa nelle catene della materia. Una volta esaltata così l'anima, purificata, può allora tornare nel corpo ed essere in grado lei adesso di condizionare lui, di "glorificare" la grezza materia e di portarla con lei in altri procedimenti che per fine ultimo hanno l'ottenimento della Pietra Filosofale.

Questo non va visto come una morte iniziatica (quella è ancora dopo), è una piccola morte, per corpo infatti si intende tutto quello che ha a che fare con l'istintività, i pensieri meccanici, la "materialità" in generale (da qui il buio, il nero appunto).. quindi già riuscire a spezzare le catene di un pensiero istintivo e sublimarne il fluido interiore, purificandolo e portandolo all'evoluzione che gli spetta, che poi tornando rettifica quella parte meccanica della nostra struttura psichica, è un passo non da poco nell'Opera al Nero...

Questo a grandi linee è un sunto dell'immagine che mi sono fatto io, spero di essere stato sufficientemente chiaro e soprattutto di non aver travisato qualcosa...

Kael 13-10-2009 01.02.06

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 75182)
Grazie Kael per la risposta, ho letto diverse volte il 3D da citato, avevo capito che parlavi del Fuoco Sacro ma non mi è molto chiara quella discussione ahimè, almeno non in tutte le sue parti, ma la rileggerò. :)
Mi stavo domandando anche come si fa, visto che sappiamo bene che ce la raccontiamo, capire se ci si sta impegnando abbastanza o no.
Io ad esempio faccio veramente fatica a volte anche solo a capire certe frasi, tipo quella nerettata, per cui mi domando se anche il non capire possa essere lavorare male.
E inoltre che fare a quel punto lasciar perdere? Dovrebbe esserci qualcuno che ti dice che stai prendendo tutto sottogamba e che ti stai facendo del male o no?
Grazie ancora. fiori.gif

Mi riferivo soprattutto ai primi post di quel thread, sul concetto di dannare (da danno). Mi rendo conto comunque che non sia facile capire quel tipo di fuoco, non ci sono fiamme naturalmente, direi che si tratta più di un fuoco "salino"... Un fuoco "che non brucia" come è stato detto, ma che però consuma...

Sulla serietà nessuno può dirti se ti stai impegnando abbastanza, lo devi sentire tu.. Comunque proprio perchè si chiama Opera al Nero, il Nero in questo caso è un utile indicazione, più nero vediamo (il che comporta a volte proprio un non vedere) più significa che stiamo lavorando bene...

griselda 13-10-2009 14.56.34

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 75258)
Mi riferivo soprattutto ai primi post di quel thread, sul concetto di dannare (da danno). Mi rendo conto comunque che non sia facile capire quel tipo di fuoco, non ci sono fiamme naturalmente, direi che si tratta più di un fuoco "salino"... Un fuoco "che non brucia" come è stato detto, ma che però consuma...

Sulla serietà nessuno può dirti se ti stai impegnando abbastanza, lo devi sentire tu.. Comunque proprio perchè si chiama Opera al Nero, il Nero in questo caso è un utile indicazione, più nero vediamo (il che comporta a volte proprio un non vedere) più significa che stiamo lavorando bene...

Ma dai, non ci avevo mai pensato!:Uabbraccio:

Kael 21-02-2010 22.27.09

Le cause di corruzione dei corpi in generale, e dei metalli in particolare, sono due: la combustibilità dello zolfo e la "terrosità" del mercurio, dove per zolfo e mercurio intendo i due Principi che compongono qualsiasi corpo, e non i rispettivi elementi chimici.
Gli antichi dicevano che dalla mescolanza di questi due principii si formano tutti i metalli, ad esempio se uno zolfo particolarmente impuro si mescola con un mercurio altrettanto immondo e terroso nasce il piombo, se uno zolfo altrettanto impuro si mescola con un mercurio più pulito anche se non ancora perfetto nasce lo stagno, e così via...

Come prima fase bisogna dunque purificare i metalli imperfetti, e togliere loro queste cause di corruzione. Si sa che lo zolfo è altamente combustibile e si infiamma fin troppo facilmente, bisogna quindi trovare il modo per togliergli questa combustibilità e fargli sopportare il fuoco indenne.
A ciò gli antichi sono arrivati tramite la sublimazione. Sottoposto ad un fuoco tenue, bassissimo, lo zolfo "esalava" le sue parti più sottili e infiammabili, finchè nel vaso non restava che uno zolfo totalmente incombustibile. Uno zolfo più permanente dunque, capace di reggere il fuoco senza corrompersi.

Trasportando ora nell'umano, vedo molto bene questa infiammabilità collegarsi con la rabbia, si dice infatti essere un tipo facilmente infiammabile. La rabbia dunque è una delle principali cause di corruzione per l'uomo, del resto sappiamo bene quanto perdiamo lucidità in quei momenti e non siamo più noi.
Proseguendo con l'analogia vediamo che per perdere questa combustibilità corrompente dobbiamo essere sublimati anche noi, dobbiamo cioè essere sottoposti ad un fuoco bassissimo per un tempo molto lungo e continuo per eliminare questo zolfo più sottile ed infiammabile, senza smettere un solo istante per non veder compromessa l'intera operazione e dover ricominciare daccapo.
E' fondamentale mantere dunque la fiaccola sempre accesa, non farla spegnere mai neppure per un solo istante, e perseverare......

L'infiammabilità comunque non è circoscrivibile solo alla rabbia, può collegarsi anche alle passioni, a chi si infiamma per una squadra di calcio, per l'auto nuova che bisogna assolutamente comprare, etc...
Chi riesce a togliere questa combustibilità diventa sicuramente una persona più equilibrata, più padrona della sua vita e meno "corruttibile"...


La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma icon_mrgr: ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

Resta comunque basilare che l'unico vero arteficie di queste purificazioni è il fuoco, capace da solo di rompere le catene della materia, di aprirla, e di operare questa separazione dello spesso dal sottile.

nikelise 22-02-2010 07.50.32

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80907)
Le cause di corruzione dei corpi in generale, e dei metalli in particolare, sono due: la combustibilità dello zolfo e la "terrosità" del mercurio, dove per zolfo e mercurio intendo i due Principi che compongono qualsiasi corpo, e non i rispettivi elementi chimici.
Gli antichi dicevano che dalla mescolanza di questi due principii si formano tutti i metalli, ad esempio se uno zolfo particolarmente impuro si mescola con un mercurio altrettanto immondo e terroso nasce il piombo, se uno zolfo altrettanto impuro si mescola con un mercurio più pulito anche se non ancora perfetto nasce lo stagno, e così via...

Come prima fase bisogna dunque purificare i metalli imperfetti, e togliere loro queste cause di corruzione. Si sa che lo zolfo è altamente combustibile e si infiamma fin troppo facilmente, bisogna quindi trovare il modo per togliergli questa combustibilità e fargli sopportare il fuoco indenne.
A ciò gli antichi sono arrivati tramite la sublimazione. Sottoposto ad un fuoco tenue, bassissimo, lo zolfo "esalava" le sue parti più sottili e infiammabili, finchè nel vaso non restava che uno zolfo totalmente incombustibile. Uno zolfo più permanente dunque, capace di reggere il fuoco senza corrompersi.

Trasportando ora nell'umano, vedo molto bene questa infiammabilità collegarsi con la rabbia, si dice infatti essere un tipo facilmente infiammabile. La rabbia dunque è una delle principali cause di corruzione per l'uomo, del resto sappiamo bene quanto perdiamo lucidità in quei momenti e non siamo più noi.
Proseguendo con l'analogia vediamo che per perdere questa combustibilità corrompente dobbiamo essere sublimati anche noi, dobbiamo cioè essere sottoposti ad un fuoco bassissimo per un tempo molto lungo e continuo per eliminare questo zolfo più sottile ed infiammabile, senza smettere un solo istante per non veder compromessa l'intera operazione e dover ricominciare daccapo.
E' fondamentale mantere dunque la fiaccola sempre accesa, non farla spegnere mai neppure per un solo istante, e perseverare......

L'infiammabilità comunque non è circoscrivibile solo alla rabbia, può collegarsi anche alle passioni, a chi si infiamma per una squadra di calcio, per l'auto nuova che bisogna assolutamente comprare, etc...
Chi riesce a togliere questa combustibilità diventa sicuramente una persona più equilibrata, più padrona della sua vita e meno "corruttibile"...


La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma icon_mrgr: ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

Resta comunque basilare che l'unico vero arteficie di queste purificazioni è il fuoco, capace da solo di rompere le catene della materia, di aprirla, e di operare questa separazione dello spesso dal sottile.

E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .

griselda 22-02-2010 08.43.57

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80909)
E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .

Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.

luke 22-02-2010 11.08.18

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80910)
Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.

A me viene da pensare che la sofferenza sia una conseguenza del fuoco, di una tensione, non nel senso di nervosismo, continua, di una spinta viscerale verso qualcosa che non si riesce a raggiungere o che addirittura non riusciamo neanche ad identificare con precisione.
Tempo fa ho letto qui sul forum che possono esistere vari tipi di sofferenza vari modi in cui è possibile viverla, alcune più "utili" altri più "dannosi" o comonque più fini a se stessi, che non portano a reali cambiamenti/miglioramenti.

nikelise 22-02-2010 11.29.38

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80910)
Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.

Ma la sofferenza che e' senz'altro implicita alla condizione della materia e' una condizione uno stato dai quali uscire mentre il fuoco sembra essere qualcosa di piu' un'energia superiore a cui attingere.
Tanto e' vero che c'e' chi soffre e continua a soffrire senza mai smettere anzi mantenendo questa condizione che gli garantisce l'inerzia .

Kael 22-02-2010 11.59.10

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80909)
E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .

Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

griselda 22-02-2010 12.02.49

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80915)
Ma la sofferenza che e' senz'altro implicita alla condizione della materia e' una condizione uno stato dai quali uscire mentre il fuoco sembra essere qualcosa di piu' un'energia superiore a cui attingere.
Tanto e' vero che c'e' chi soffre e continua a soffrire senza mai smettere anzi mantenendo questa condizione che gli garantisce l'inerzia .

Beh c'è una bella differenza tra sofferenza volontaria tramite l'osservazione, da cui non si tenta di scappare e l'altra quella delle vicessitudini della vita, da cui invece si tende e tenta di sfuggire in ogni modo. E' sempre sofferenza ma il movimento nostro è diverso in uno c'è l'accoglimento e la stasi potrei definirle mentre nell'altra il movimento e la fuga. Oltre alla scelta nel primo caso si sceglie nel secondo si subisce.

griselda 22-02-2010 12.05.39

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80916)
Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

Sul libretto che sto terminando di leggere di Jung si legge che il Fuoco degli Alchimisti è il Mana, quindi il Chi di cui abbiamo parlanto altrove in forum.

Kael 22-02-2010 12.15.29

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80918)
Sul libretto che sto terminando di leggere di Jung si legge che il Fuoco degli Alchimisti è il Mana, quindi il Chi di cui abbiamo parlanto altrove in forum.

Si... o Energia, Spirito... ma sarebbe meglio continuare nell'altro thread...

nikelise 22-02-2010 12.32.49

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80916)
Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

Ho letto mooolto velocemente il 3d e mi pare che , anche in modo esplicito , Uno abbia voluto descrivere piu' gli effetti del sacro fuoco che le cause .
Accenna alle cause per dire il vero qua e la' accompagnando quello che hanno detto gli altri di proposito lasciando che ciascuno parli del suo punto di vista ma non credo che si sia mai riferito all'elemento calore come causa ma sempre quale effetto anche fisico di qualche cosa d'altro.
Mi pare almeno .

Hai ragione pero' sarebbe meglio parlarne li'.

nikelise 22-02-2010 13.37.23

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80917)
Beh c'è una bella differenza tra sofferenza volontaria tramite l'osservazione, da cui non si tenta di scappare e l'altra quella delle vicessitudini della vita, da cui invece si tende e tenta di sfuggire in ogni modo. E' sempre sofferenza ma il movimento nostro è diverso in uno c'è l'accoglimento e la stasi potrei definirle mentre nell'altra il movimento e la fuga. Oltre alla scelta nel primo caso si sceglie nel secondo si subisce.

Ma l'opera al nero e' tutta una sofferenza vera , mi sembra , dove di volontario non so se ce n'e' molto .
Mi pare che tu descriva piu' la fase successiva o un pezzo della fase successiva quando l'osservazione gia' allevia la sofferenza cosi' come l'emersione delle immagini dall'inconscio gia' tranquillizzano chi e' affetto dalla nevrosi.

Sole 22-02-2010 19.59.46

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80923)
Ma l'opera al nero e' tutta una sofferenza vera , mi sembra , dove di volontario non so se ce n'e' molto .

Si usa dire "fare il Nero" o "essere nel Nero" ma se non fosse volontario non si potrebbe ne fare ne essere dentro qualcosa, se si capisce cosa intendo. Per come l'ho capito io il Nero è un atto di volontà verso la ricerca di se stessi. Si può evitare di guardare in faccia i proprio demoni, è lo standard comune, ma farlo vuol dire aver deciso volontariamente.

Ray 23-02-2010 19.24.47

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80907)
La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma icon_mrgr: ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

In una parola, attaccamento. Anche se non è detto che con questa parola possiamo inglobare tutto il concetto di terrosità del mercurio, ne è certamente una parte fondamentale.
Il mercurio ha capacità di aderire... un po' a tutto, ossia di sotto e di sopra, infatti è polarizzato. Attira e si insinua. Credo sia in questo modo che acquista la sua "terrosità"... il che fa anche si che una volta purificato si debba continuare a vigilare, ed eventualmente a purificare, dato che non perde la capacità di aderire. Purificato andrebbe isolato immagino.

Kael 25-02-2010 01.35.34

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 80964)
In una parola, attaccamento. Anche se non è detto che con questa parola possiamo inglobare tutto il concetto di terrosità del mercurio, ne è certamente una parte fondamentale.
Il mercurio ha capacità di aderire... un po' a tutto, ossia di sotto e di sopra, infatti è polarizzato. Attira e si insinua. Credo sia in questo modo che acquista la sua "terrosità"... il che fa anche si che una volta purificato si debba continuare a vigilare, ed eventualmente a purificare, dato che non perde la capacità di aderire. Purificato andrebbe isolato immagino.

Si, attaccamento, anche se questa è più una proprietà del mercurio che della terrosità in sè.
Comunque per "lavare" il mercurio, per purificarlo, bisogna appunto staccarlo da tutta la fecciosità e terrosità che lo ricopre. E qui, analizzando quello che avviene nell'opera materiale, si possono avere importanti aiuti anche per quello che riguarda l'opera interna.
Per "staccarsi" dalle impurità di questo mondo infatti, molte persone sono tentate a fuggire il male e ritirarsi unicamente nel bene.
La sublimazione che avviene nel vaso alchemico invece insegna a fare esattamente l'inverso. Paradosso che sfida la logica più ferrea. Per l'assioma che il simile attira il simile, è proprio nella sua propria terra che il mercurio si pulisce. Il vaso, con un collo molto lungo, fa sì che ad un certa altezza il mercurio sublimato si raffreddi, e torni a scendere. Nella prima sublimazione ha perso solo una parte di terra, la più grossolana, e per perdere il resto dovrà circolare nel vaso molte volte, ogni volta ripassando in quella terrosità che ha lasciato, la quale attirerà la terra più sottile che ancora si porta dietro, così che ad ogni passaggio ne esca sempre più purificato. Banalmente, potrei dire che il processo assomiglia a quando togliamo del chewing-gum appiccicato sul tappeto.... usando altro chewing-gum.
Ne deriva insomma che è proprio nel nero che ci si pulisce del nero, e dimostra quanto sia vano credere il contrario e sperare che basti ritirarsi in una bolla di pace luce e amore... (anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Ray 25-02-2010 01.39.48

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81029)
(anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Non potrebbe accendersi...

griselda 25-02-2010 09.07.07

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81029)
Si, attaccamento, anche se questa è più una proprietà del mercurio che della terrosità in sè.
Comunque per "lavare" il mercurio, per purificarlo, bisogna appunto staccarlo da tutta la fecciosità e terrosità che lo ricopre. E qui, analizzando quello che avviene nell'opera materiale, si possono avere importanti aiuti anche per quello che riguarda l'opera interna.
Per "staccarsi" dalle impurità di questo mondo infatti, molte persone sono tentate a fuggire il male e ritirarsi unicamente nel bene.
La sublimazione che avviene nel vaso alchemico invece insegna a fare esattamente l'inverso. Paradosso che sfida la logica più ferrea. Per l'assioma che il simile attira il simile, è proprio nella sua propria terra che il mercurio si pulisce. Il vaso, con un collo molto lungo, fa sì che ad un certa altezza il mercurio sublimato si raffreddi, e torni a scendere. Nella prima sublimazione ha perso solo una parte di terra, la più grossolana, e per perdere il resto dovrà circolare nel vaso molte volte, ogni volta ripassando in quella terrosità che ha lasciato, la quale attirerà la terra più sottile che ancora si porta dietro, così che ad ogni passaggio ne esca sempre più purificato. Banalmente, potrei dire che il processo assomiglia a quando togliamo del chewing-gum appiccicato sul tappeto.... usando altro chewing-gum.
Ne deriva insomma che è proprio nel nero che ci si pulisce del nero, e dimostra quanto sia vano credere il contrario e sperare che basti ritirarsi in una bolla di pace luce e amore... (anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Ti domando scusa ma io non so parlare la lingua alchemica, per cui spero vada bene ugualmente usare altri termini.
Sono un po' confusa adesso allora vorrei scrivere per chiarirmi.
Inizialmente pensavo che dovesse nascere il figlio prodigo.
Perchè se non cadi sul fondo non tenti di rialzarti.
Poi però, per esperienza ho visto che non basta.
A questo punto punto quello che ancora esiste non si deve evitare, ma affrontare e vivere ma nella bolla? Per bruciare il superfluo e quindi raffinare il carburante che tiene acceso il fuoco?
Ho avuto una visione mentalmente di questo, vedevo l'energia che entra in noi e si ferma nella prima sfera sessuale, poi emotiva e sale a quella intellettuale ma deve subire una sorta di raffinazione per poter salire al cuore, perchè così com'è non farebbe funzionare quel plesso.
Elloso quando si dorme si sogna, lo dice sempre anche una mia amica.icon_mrgr:
Se ho detto cavolate dimmelo se no come faccio a saperlo?

Falketta 25-02-2010 10.36.02

L'approccio alchemico è totalmente nuovo per me... leggo.gif
A me, da profana, la spiegazione di Kael fa pensare a quando, sui nostri aspetti un pò così... diciamo "malaticci", nei quali volentieri indugiamo, passiamo e ripassiamo e continuiamo a lavorarci con sempre maggiore lucidità, senza reprimere nulla e senza volerci imprigionare in una nuova prigione mentale fatta di "ora che sono che sono diventata consapevole sono tanto buona e pulita icon_mrgr: "
Intuisco che comunque c'è di più

Kael 26-02-2010 00.50.02

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 81034)
Ti domando scusa ma io non so parlare la lingua alchemica, per cui spero vada bene ugualmente usare altri termini.
Sono un po' confusa adesso allora vorrei scrivere per chiarirmi.
Inizialmente pensavo che dovesse nascere il figlio prodigo.
Perchè se non cadi sul fondo non tenti di rialzarti.
Poi però, per esperienza ho visto che non basta.
A questo punto punto quello che ancora esiste non si deve evitare, ma affrontare e vivere ma nella bolla? Per bruciare il superfluo e quindi raffinare il carburante che tiene acceso il fuoco?
Ho avuto una visione mentalmente di questo, vedevo l'energia che entra in noi e si ferma nella prima sfera sessuale, poi emotiva e sale a quella intellettuale ma deve subire una sorta di raffinazione per poter salire al cuore, perchè così com'è non farebbe funzionare quel plesso.
Elloso quando si dorme si sogna, lo dice sempre anche una mia amica.icon_mrgr:
Se ho detto cavolate dimmelo se no come faccio a saperlo?

Non sono sicuro di aver capito tutto quello che hai scritto. Ad ogni modo, il bambino non nasce che alla fine del nero, quando cioè, terminata la "notte buia dell'anima", non arriva la Santa Stella a rischiarare le tenebre e ad annunciare la nascita del Salvatore. Salvatore che poi dovrà morire e resuscitare a nuova vita, ma naturalmente questo è ben più avanti e non ci interessa in questa fase.

Io stavo descrivendo le operazioni preparatorie, vale a dire lavorare sulla propria infiammabilità e sul proprio attaccamento. Queste sono le nostre principali cause di corruzione, per le quali perdiamo continuamente la testa e ricadiamo nel sonno. In una parola... ci impediscono di avvicinarci a quello che dovrebbe essere un Uomo.
E finchè zolfo e mercurio non sono preparati in questo modo, cioè purificati e resi adatti all'opera, non potranno generare nessun salvatore, ma piuttosto un aborto.

griselda 26-02-2010 01.03.30

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81053)
Non sono sicuro di aver capito tutto quello che hai scritto. Ad ogni modo, il bambino non nasce che alla fine del nero, quando cioè, terminata la "notte buia dell'anima", non arriva la Santa Stella a rischiarare le tenebre e ad annunciare la nascita del Salvatore. Salvatore che poi dovrà morire e resuscitare a nuova vita, ma naturalmente questo è ben più avanti e non ci interessa in questa fase.

Io stavo descrivendo le operazioni preparatorie, vale a dire lavorare sulla propria infiammabilità e sul proprio attaccamento. Queste sono le nostre principali cause di corruzione, per le quali perdiamo continuamente la testa e ricadiamo nel sonno. In una parola... ci impediscono di avvicinarci a quello che dovrebbe essere un Uomo.
E finchè zolfo e mercurio non sono preparati in questo modo, cioè purificati e resi adatti all'opera, non potranno generare nessun salvatore, ma piuttosto un aborto.

Andiamo bene sembriamo non parlarmi non ti sento rido1.gif
Questo è il motivo per cui l'Alchimia non l'ho mai approndita ci posso vedere quello che voglio io piango.gif
Grazie ugualmente Kael abbraccio:

Kael 26-02-2010 01.25.13

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 81057)
Questo è il motivo per cui l'Alchimia non l'ho mai approndita ci posso vedere quello che voglio io piango.gif

Se non l'hai mai approfondita come sai che non la capiresti? :)

griselda 26-02-2010 09.48.24

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81062)
Se non l'hai mai approfondita come sai che non la capiresti? :)

Troppo pigra credo.
Comunque rimango in ascolto continuando a leggerti, chissà mai che migliorando....
abbraccio:

luke 26-02-2010 12.19.44

Ma come si sta, in concreto , durante l'opera al nero?
Personalmente la immagino, almeno nella sua fase più intensa, come un periodo in cui si è cupi, si ha voglia di solitudine per dedicarsi completamente al lavoro su noi stessi, spinti però da un anelito forte a proseguire, a dirottare tutte le energie su ciò che stiamo facendo, perchè altrimenti si rischia di trasformare l'opera in una specie di crisi depressiva, di pessimismo cosmico da cui diventa difficile uscire.

stella 27-02-2010 17.01.02

Gli alchimisti sostengono che l'opera al nero dura quaranta giorni, proprio come la Quaresima.
In questa discesa dentro se se stessi credo che debba avvenire un processo come di rimescolamento di tutto ciò che abbiamo dentro, e farlo putrefare, non mi piace questa parola ma dovrebbe essere così, perchè solo dalla morte e dal disfacimento di ciò che pensiamo di essere può nascere qualcosa di nuovo, prendendo anche da quegli elementi inconsci, il nostro nero, che coscientemente ignoriamo e tendiamo a scartare, perchè in potenza dovremmo avere tutto ciò che serve alla nostra realizzazione.
In pratica lasciare andare le nostre certezze e ciò che ci rende gli individui che siamo, come se non avessimo nulla da perdere, e lasciarle decantare insieme alle nostre cose che riteniamo negative, e osservando tutto ciò con un certo distacco forse riusciremo a individuare la nostra energia primitiva, libera di tutto ciò che la incanalava in tante cose non veramente utili a noi stessi.
E' un processo doloroso di rinuncia ma anche di liberazione perchè non avendo più nulla che ci lega e ci trattiene possiamo rinascere individui nuovi.
Il guaio è che quando siamo in una posizione in cui non ci va di perdere nulla di ciò che abbiamo realizzato, l'opera al nero non si può compiere appunto perchè restando aggrappati a ciò che siamo ci precludiamo un passo successivo.
Penso anche che dovremmo tenere un certo distacco da ciò che siamo, come se ci vedessimo dal di fuori, e anche un certo equilibrio per non precipitare nella depressione o nel suo opposto.
Il digiuno serve a disintossicare il corpo fisico, l'opera al nero fatta in questo modo a liberarci interiormente, se tutto questo avviene nella bolla le nostre energie sono sempre alla nostra portata ma solo ricombinate in maniera diversa, questa almeno è la mia opinione.

Uno 27-02-2010 18.19.05

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 81098)
Gli alchimisti sostengono che l'opera al nero dura quaranta giorni, proprio come la Quaresima.

E chi sono questi alchimisti che sostengono questa cosa?
Chiedo subito se mi accettano come allievo.


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