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Spesso "il preferito" è solo "il prescelto" per un certo compito , ruolo , è quello che si presta per sue caratteristiche a svolgerlo meglio , quindi quello a cui vengono date( inconsciamente o meno )talvota maggiori responsabilità , quello da cui si pretende di più ...o comunque si pretende faccia proprio quello . Se non avesse certe caratteristiche probabilmente non sarebbe il preferito , quindi talvolta c'è un concorso... del preferito nell'essere "scelto" |
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Immagina un favorito, perfetto, vincente con i fratelli, sempre in mostra per i genitori, sempre il primo, sempre migliore... ma sai nella vita che botte. Si dovrà difendere tantissimo, si dovrà chiudere al mondo, si dovrà fare l'idea che il mondo è una tana di lupi e che non c'è nessuna speranza e magari poi prendersela con qualche istituzione su cui scaricare il malessere. Il condizionamento del favorito gli impedisce allo stesso modo dello sfavorito di essere capace di avere rapporti paritari con il mondo. In alcuni si trasformano in patologie vere e proprie. E' vero quello che dice Ray che ognuno pensa di stare peggio, ma realmente alla fin fine penso che peggio stia il favorito proprio perchè non ha armi per affrontare il mondo, si deve chudere si deve irrigidire, e farà mille volte più fatica per vederlo se mai volesse farlo, altrimenti continuerà per la sua strada con buona pace di tutti. . Le dinamiche quelle sono, il favorito ha uno sviluppo in un senso e lo sfavorito in un'altro. . Se ancora non è chiarissimo il mio pensiero ci riprovo anche perchè è una cosa che ho esplorato con questo 3d per cui non ho ancora chiarissmo tutto. |
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Voglio solo ricordarvi una cosa: se è vero come stiamo dicendo qui che l'ambiente (e quindi soprattutto fino ad una certa età la famiglia per la maggior parte) ci forma e condiziona abbiamo anche qualcosa di innato, quel qualcosa che è ben evidente da piccolissimi e che poi viene subito sepolto da quintali di impressioni che il corpo non è ancora in grado di metabolizzare.
Quindi anche per ciò che riguarda il discorso, preferito o spreferito che sia rimarrà colpito da questa condizione fin tanto (e se) che riuscirà a metabolizzare la mole di impressioni ricevute fin dalla nascita e a riscorgere almeno la propria essenza. Senza queste due minime condizioni sarà come un oggetto nella catena di montaggio di una fabbrica, "seguirà" il rullo, in realtà il rullo lo trasporterà. Guardandosi intorno, non riuscendo a vedere il rullo, crederà di avere un'autonomia, un'individualità etc... in realtà il guardarsi intorno gli impedirà di prendere coscienza di chi è. Da questo punto di vista preferiti e spreferiti sono uguali, non cambia nulla. |
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Io, preferito, rispetto a mio fratello, non preferito. Anzi io son stato voluto e lui è arrivato a sorpresa. Aggiungo che è soltanto in questo periodo che riesco a vedere un po meglio, non foss'altro che per una sorta di desiderio di " vedere" o anche, se vogliamo, crescere ma che forse non so se ho definito al meglio ciò che presumo abbia voluto dire anche Uno. Quel che più noto è che per entrambi ci sono, hanno agito e continuano ad avere influenza, determinate mancanze, sia per me e sia per lui; determinati meccanismi, sia per me e sia per lui etc etc. Condivido - solo ora poichè qualche anno fa avrei detto " ma che cavolo state dicendo" e non poteva essere altrimenti se in fondo mancavano determinate cose. Il tutto riprendendo il discorso sul limite dal quale in poi ognuno deve uscire fuori di casa ed affrontare quel che ne segue - ciò che ha detto Nike. Aggiungo però, cercando di rispondere anche a Filo allorquando più su ha detto che si presume ci deve essere una certa collimazione tra età matura " adulta" e, almeno, psicologica, cercando di unire entrabi i pensieri, che non è semplice sia per il genitore ammetere di non essere cresciuto - di norma si intende " crescita" la possibilità/responsabilità di mettere al mondo dei figli - come non è semplice da parte del figlio ammettere che è arrivato il momento di " staccarsi". Ci sarà sempre un gioco perverso da entrambo i lati! Da un lato sempre chiuso ovattato ma anche no ma comunque " dentro" la famiglia, nella impossbilità di raggiungere una certa coscienza che gli permetta, poi, di prendere determinate decisioni. Dall'altro il peso di una responsabilità - dei genitori verso i figli - di dare ancora, e ancora e ancora convincendosi che non sono pronti, quando invece avrebbero potuto esserlo gia da prima. Questo ultimo aspetto, a mio avviso, dovrebbe gia verificarsi, ed agire, gia da tenera età ma il genitore, come abbiamo detto, fa quel che può, dando poca attenzione a questo aspetto non meno importante di altri! |
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Tu piu' su parlavi di tara inevitabile , ma forse non e' cosi' forse lo spreferito ci mette del suo . Come in tutte le cose una difficolta' ti puo ' far crescere o affossare . Non credo dunque che , salvo casi gravi , quella dei genitori sia una gran colpa . La vita e' come ''a livella '' di De filippo (non la De Filippi di cui abbiamo piene la...tasche) mette tutti sullo stesso piano preferiti e spreferiti . Anzi evitare che ''a livella '' cioe' la vita faccia quello che deve e' la vera colpa dei genitori . Non e' cosi'? PS a livella era la morte per De Filippo ma anche la vita ha la stessa funzione mi pare e questo ci sta nel vedere il doppio in tutte le cose .........senza aver bevuto! |
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perche' cambiare significa mettere in gioco , in discussione quello che sei , quello che hai fatto e quello che sei diventato . E' un'avversione alla personalita' (alla G.) o alla maschera che ti sei appiccicato addosso o all'adattamento sociale a cui sei stata costretta. Questo e' trasformarsi , cambiare , e' il morire di qualcosa di te per una nuova rinascita. Ma per morire devi aver vissuto ,per cambiare devi aver vestito a lungo un certo abito ,devi essere stufo di quello che sei diventato e questo e' giusto che non ci sia, che non avvenga a 30 quando stai appena costruendo qualcosa . Che si studi, si legga, si pensi a 30 non vuol dire che si senta il bisogno di morire con tutto quello che comporta in termini di emozioni e di sofferenza . Solo questa emozione e sofferenza e' la cartina di tornasole di un bisogno di cambiare il proprio essere. |
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Anche se prima dei 28 credo sia impossibile, ma parliamo di arrivo e non di partenza della Ricerca, prima si inizia meglio è. Inoltre credo che prima si inizi più possibilità ci siano. Poi che la maggior parte dei trentenni ne abbia in realtà 12 è un fatto, e fa parte di quel "piano". |
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Prima si inizia meglio e' ? Non si tratta di prenotarsi per una prima a teatro, potrebbe non arrivare mai questo inizio. |
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La mia esperienza dice il contrario. Non solo per quanto mi riguarda, ma anche per quanto riguarda la quasi totalità delle persone che conosco e che cercano. Hanno iniziato prima... non solo: forse cercano da sempre. Poi possiamo disquisire su potenziale e effettivo se vuoi, ma l'interesse non si è destato a tarda età. E' questa semmai l'eccezione. Adesso dimostrami tu perchè dovrebbe essere come dici tu, ossia nessun cambiamento di vita prima dei 40, 50. |
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il ruolo che da sempre mi hanno dato mi è costato fatica, sacrifici, solitudine e incomprensione. ogni volta era necessario mettersi la maschera e a volte occorreva recitare la parte, non potevo confidare le angosce, le paure altrimenti avrei messo in discussione i loro credo incrollabili che li aiutavano a vivere sicuri, nella certezza che gli sarei potuta ritornare utile o quanto meno non avrebbero dovuto preoccuparsi per meicon_mrgr: solo intorno ai venti anni sono riuscita a parlare di me, a impormi così come sono, mi sono ricostruita, definendo soprattutto a me stessa quali erano i miei punti forti e i miei punti deboli, e ho combattuto contro i miei genitori per farmi accettare ma che sia riuscita nell'intento non posso affermarlo, quella cruda disamina del mio carattere non è stata accettata, mi preferivano come sempre mi avevano immaginata, che poi è un miscuglio di verità e di non veritànonso.gif ogni giorno ci si mette a confronto, secondo quanto dici jez, mi sembra di capire che non potremmo mai essere pronti a diventare genitori, eppure io sono convinta che le esperienze ci aiutano a migliorare il rapporto con i figli, sbaglieremo ma in altri modi, ce lo diranno poi quando diventeranno grandidiavolo.g: |
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Tu dici che e' vero perche' che e' capitato a te e a chi ti sta vicino non aggiungi altro argomento . Poi dipende se stiamo parlando della stessa cosa. |
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Chiusura automatica a livello di emozioni , con irrigidimento della struttura corporea quindi immobilita' e depressione ( prima o poi). Il preferito invece acquista fiducia in famiglia e ce l'ha poi fuori nel mondo di conseguenza . Queste sono condizioni di partenza , quello che succede dopo dipende da altri fattori. |
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Può darsi anche che parliamo di cose diverse... in ogni caso mi sa che siamo già troppo OT, forse ci starebbe bene un tread appoosito. |
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fratelli coltelli
Continuando sempre a parlare del rapporto tra figli e genitori e viceversa e del rapporto a volte molto difficile tra fratelli(indifferentemente se maschi o femmine)anche dove non ci sia "il preferito" e il" non preferito",però guardando questa volta il rapporto con occhi da genitore!
Premettendo che per quanto i genitori cerchino di essere il più possibile imparziali e quindi non fare preferenze verso nessuno dei propri figli e cercando di trattarli in maniera uguale senza preferire nessuno in particolare,i figli riusciranno SEMPRE a trovare qualche piccola sbavatura per accusare i genitori di non imparzialità.A mio modesto avviso questo scaturisce dal fatto che i figli sono molto egoisti e di conseguenza riusciranno sempre a trovare qualche cavillo per avvalorare la loro tesi della non imparzialità dei genitori. Ciò premesso se due fratelli decidono di farsi la guerra e invece che crescere con serenità cercando di diventare persone consapevoli,cominciano a regredire facendosi i dispetti come i bambini e quindi cercando sempre di denigrare l'altro con i genitori(tipo:mamma mi ha fatto questo...papà mi ha fatto quest'altro),concentrando quasi tutte le loro energie nella ricerca del famoso"pelo nell'uovo" per potersi criticare a vicenda,QUALE DOVREBBE ESSERE L'ATTEGIAMENTO PIU' CONSONO DA PARTE DEI GENITORI PER AIUTARLI AD AMARSI COME FRATELLI? Chiaramente questo comportamento non si verifica saltuariamente,ma giorno dopo giorno,ora dopo ora... Provate ad immedesimarvi in questa situazione di genitori,vi assicuro che a volte si viene colti da una sensazione così triste,ma così triste che viene da piangere: Per fortuna non tutti i giorni sono uguali e così si sopravvive al dolore che si prova nel vedere due fratelli che si odiano(anche se sono sicuro che si vogliono bene,ma per il momento hanno deciso di tenerlo nascosto!) A volte si prova un grande sentimento di rabbia(viene voglia di prenderli a calci),a volte si cerca di sdramatizzare buttando il discorso "in walzer",a volte si cerca di essere più saggi possibile e si cerca di spiegare con calma di venirsi incontro l'un l'altro e di aprire il proprio cuore verso l'altro.Però a volte(non tutti i giorni sono uguali,a volte si è più stanchi,più esausti) si prova una sensazione tremenda di impotenza e nullità! Non puoi imparare da nessuno a fare il genitore,devi costruire durante il cammino della vita,giorno dopo giorno,questo ruolo così delicato ed importante,cercando di usare sempre il buon senso ma a volte non è sufficiente. E' incredibile come a volte l'essere umano riesca a rovinarsi e complicarsi la vita da solo,con le sue mani,invece che cercare di godere appieno delle cose belle che la vita può donarci!:C: |
fratelli coltelli
Non ho la più pallida idea di come sia venuta fuori quella pecorella con la scimmia!?!?:(
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Alla fine dici anche che l'essere umano si complica la vita...già...ma credo che tu lo abbia compreso da solo e con il tempo no? Dagli il tempo di impararlo di farne esperienza. Noi possiamo solo dare consigli ma non possiamo obbligare a seguirli però possiamo continuare ad amare i nostri figli così come sono, entrambi nello stesso modo, e senza parteggiare per nessuno di loro. fiori.gif |
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