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Dal mio punto di vista sono vere entrambe le cose. Sia che è illusorio sia che non lo è, ma entrambe le realtà vanno vissute con le caratteristiche che gli sono proprie. Per cui se ci si pone su un piano dell'Io l'arrabbiatura sarà un sottofondo interiore, qualcosa che si agita in un mare di calma. ma la goccia che si è agitata in fondo al mare c'è. Ma inizio forse a capire dove non ci siamo capiti. Tu sostieni che non ha senso arrabbiarsi per il torto subito perchè non c'è il torto nella realtà ma solo in quello che si potrebbe definire ego. E qui non discordiamo per niente. Però l'Ego si compone dei piccoli io che vengono rivestiti all'occorrenza dall'IP. Forse è qui l'inghippo. Per me l'IP è la manifestazione dell'Ego e senza Ego non possiamo stare. Per cui dicevo che molti parlano di illusione delle emozioni e le rapportano all'Ego e si convincono che se riescono a non provare emozioni si sia iniziati pazzeschi, ho semplificato. Mi par di capire che tu riferisci l'illusorietà all'unità dell'Io rispetto all'importanza di un piccolo io. Anche qui non siamo lontani ma io non userei illusorio ma disgregato. Altro punto che forse non è chiaro è che se dico che per me non si può eliminare la Ip per via che se sentiamo emozioni, se sentiamo le nostre caratteristiche base, per forza di cose sentiamo anche quella stimolazione,ma non vuol dire che la manifestiamo. La sentiamo come forse intendi tu illusione, come quando l'Io osserva un piccolo io arrabbiato e dice : ma chi è che mi vuole perturbare? Ma ciò non significa che affermo che vada manifestata. Dico che pur riconoscendone una realtà disgregata diventa influente quanto è grande la conoscenza dei nostri piccoli io. Mi piacerebbe però chiarire la questione del rapporto tra Ego ed IP. |
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Il non sentirsi importanti, dal mio punto di vista è solo un'altro modo di manifestarsi dell 'IP. C'è chi manifesta un ioioio smisurato, chi meno, chi non lo manifesta affatto, ma sotto sotto, c'è sempre un sentirsi "più di..." (più sensibile, ad esempio) . |
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Non ho detto che l'IP è illusoria, sono illusorie le convinzioni che ne stanno alla base. Certo, questo rende illusoria in qualche modo anche l'IP, in ogni caso illusorio non significa che non esiste. Così come maya. Sulla rabbia, quello che ho detto, un po' qui e un po' li, è che affinchè si generi il torto subito deve passare per l'IP. Se non ci passa il torto resta, può produrre dispiacere, magari sofferenza, ma non genera rabbia, desiderio di vendetta, distruzione eccetera. Poi per carità, è talmente veloce... ma di fronte aklla rabbia possiamo andare subito a vedere l'IP che c'è dietro e lavorare con quella. |
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E anzi sono movimenti dell'anima che coesistono nella stessa persona , sempre . E' che emerge l'IP mentre la NIP e' sempre occulta ed e' un dramma intimo di ogni persona , per chi piu' per chi meno . |
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Io proprio di tendenza all'IP voglio parlare perche' anche la IP , cioe' come dici il sentirsi importanti per il fatto di esserci, non e' mai uno stato definitivo , costante e continuo . E' invece in continua alternanza col suo contrario : il non essere NIENTE di importante pur essendoci . Ed e' per questo che puoi dire , come anche tu hai detto mi pare ed e' giusto , che l'una ha fonte nell'altra e viceversa . |
Questa storia dell'IP mi chiarisce molte cose. Ad esempio ho capito di cosa sono stati affetti i miei genitori tutta la vita:
enorme, spaventosa, oceanica, megagalattica IP! Si sono scannati tutta la vita lottando per dimostrare che l'uno valeva più dell'altro, ovvero l'uno era più importante dell'altro. Periodicamente ci chiediamo con mia sorella perchè mia madre ha sempre quel tono di superiorità quando si rivolge a chiunque, le sue cose valgono sempre di più, può essere la sciocchezza di un fazzolettino ma rivolta alla sua persona diventa di importanza vitale. Il suo sembra essere un continuo monologo anche se ha davanti una platea. Così era mio padre. La mia IP a confronto con quella dei miei genitori era sempre nulla. Il senso di frustrazione e di impotenza ci ha sempre accompagnati, anche ora in certi ambiti. Qualunque valore credevo o desideravo o avevo realmente era puntualmente schiacciato e annullato dalla loro IP. Mia madre ha chiuso la sua attività commerciale, non aveva una minima difucia nei figli che potesso continuare da dove lei voleva lasciare. Ed è stato un bene per noi che abbiamo trovato il nostro valore da soli in altre attività che ci gratificano secondo la nostra attitudine senza paragone con lei. Ma nel lato affettivo credo di aver ingabugliato la matassa con la IP. Non riesco a discernere il vero valore dalla IP. |
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Se non ci fosse l'IP come si sentirebbero certe nostre emozioni nascoste? Il sentire certe emozioni sono dei piccoli io che compongono l'ego e formano l'Ego. Se elimino la possibilità di sentire non sto vivendo davvero sto ignorando certi aspetti e si ignora ciò che non si conosce o che non si ha voglia di gestire. Questo non vuol dire che si debba correre dietro all'IP ma controllarla si. Più aggregato è l'Io e maggiore sarà il controllo. La controlla un Io formato e per intanto che si forma, se mai si formerà, ci sarà lo sforzo di osservazione e il disidentificarsi con ciò che ci colpisce e che prendiamo sul personale. Tutto ciò che prendiamo sul personale è IP, imparare a non farlo vuol dire crescere sotto molti aspetti ma non vuol dire che non sentiamo più certe caratteristiche. Impariamo a ridimensionarci ma se non sentiamo l'IP ridimensioniamo chi rispetto a cosa? Poi un giorno un piccolo io si arrabbierà ma non avrà forza, ma lo farà. IO non si arrabbierà, non si perturberà. Pensare di non considerare l'IP ha il rischio di farla crescere a dismisura secondo me. _____ Boh, in generale ho l'impressione che stiamo intendendo cose diverse ma che la sostanza sia molto simile. |
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Con l'importanza personale però le cose sono meno nette, è sempre importanza personale quando qualcuno "si tira" in parte ma tentando di essere in questo modo cercato e questo è in una percentuale altissima di chi appare come "ritirato". Sono pochissimi quelli che realmente non alimentano l'importanza personale ma per loro non è di certo un dramma, è una cosa naturale come respirare e bere acqua. Diciamo che non alimentare l'importanza personale è la vera umiltà, cosa che non significa non curare se stessi, non perseguire degli scopi, dover per forza essere poveri o cose simili.... potrebbe essere più umile uno ricco sfondato di un medio borghese o anche di uno che sta veramente messo male (la richezza è solo un esempio) |
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Perche' si sono scannati per affermarsi l'uno sull'altro ' Per non essere NIENTE l'uno nei confronti dell'altro . Pensa al rapporto tra i due e vedi cosa c'era veramente sempre e di continuo in gioco in un'alternanza continua : DI PIU' DI TE PER NON ESSERE MENO DI TE . Poi c'e' un altro risvolto : non appena dimostri di esser qualcosa di piu' c'e' sempre il senso di impotenza per il fatto che non basta mai e di nuovo si arriva al sentirsi meno .....e cosi' via . Dietro questa coppia di opposti sta l'Unita' da raggiungere . |
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Allora e' di questa NIP che vorrei parlare perche' e' ovvio che laddove si tratta sempre e solo di non accrescere la IP va bene tutto ma quando si passa al vero contrario cioe' al considerarsi NIENTE allora i discorsi cambiano . Questo sentire non fa bene ed e' la rampa di lancio della nuova IP in un loop senza fine a meno che non si superino i due contari con qualcosa che si OPPONGA a loro . |
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Sono d'accordo che già non alimentarla è una gran cosa, ma continuo a pensare che non serva a nulla e che meno ne abbiamo meglio stiamo. Si può vivere benissimo senza IP... se poi mi dici che Io e Ego sono la stessa cosa confermi quanto dico. Più l'ego è formato più bassa è l'IP... un ego completo non necessita di alcuna IP. Sa di se, sa esattamente cos'è e quanto è e si considera di conseguenza, ossia non si considera. |
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Fino a che esiste non possiamo sopprimerla, magari si può cercare di non sentirla, di far finta che non esista, ma prima o poi risalta fuori. Fino a che abbiamo un IP vuol dire che qualcosa da sistemare ancora c'è, il giorno in cui davvero non la sentiremo più vorrà dire, a mio avviso , che un problema è stato davvero risolto, non essendoci più la "malattia " sottostante, anche i sintomi spariscono. COme dicevo sopra non credo si possa lavorare sull'Ip e basta, quello è solo un riflesso di altro, a mio parere, anche se molto evidente ed ingombrante, lavorando su altro, ad esempio sul raggiungere una reale individuazione allora anche l'IP può eliminarsi, perchè le avremo tolto alla base i rifornimenti energetici. Altrimenti io posso ripetermi quante volte voglio che non sono niente, non mi spetta niente ecc, ma se dentro abbiamo una caterva di piccoli io che in qualche modo vogliono esistere, che succhiano energia, il problema non si risolverà mai. Quindi, l'idea che avevo è che si può cominciare a lavorare sull'IP che è una cosa che salta subito all'occhio, ad esempio non identificandoci con essa, ma poi deve servire per arrivare alle sue fonti , alle sue cause prime. |
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E questo è così tanto difficile per la mente da capire figurarsi da accettare. Se soffro sono io che soffro e mi identifico con la sofferenza, ma se mi interiorizzo e lascio il mondo fuori da me, non sono Io che soffro. E la mente va in tilt. |
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L'importanza personale può essere esageratamente sia in un verso una super IP sia nell'altro una niente ip, ma sempre IP è. Che poi ci voglia qualcosa che equilibri questi due estremi è fuori dubbio, ma già il lavorare sugli estremi è un lavorare sull'Ip per fargli perdere "potenza" e determinare più saldamente il proprio ego o essere. |
L'importanza personale, così come tanti altri comportamenti, dipendono esclusivamente dal fatto che non si considera con sufficiente realismo la vita.
Se tenessimo ben presente che la vita è estremamente breve e molti di noi, ne hanno già vissuta più di quanto gliene rimane da vivere, bè.........hai voglia a prendertela per 'ste cose qua! Però non dev'essere un pensiero di una notte d'estate impegnata a discutere dei massimi sistemi; dev'essere una costante quotidiana. Da dei ricercatori un pò me lo aspetto. |
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L'imperturbabilità non è non sentire le emozioni che ci disgregano per me, assenza di emozioni negative o personali, ma il raggiunto stato di quiete nonostante queste. Anche in quiete si sente l'emozione, sotto, molto molto sotto, un sottofondo che non perturba ma c'è. Comunque l'importante è essersi capiti. |
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Tu usi interiorizzare io me lo spiego con rimanere esclusiamente con tutti se stessi sul proprio sentire, ovvero fissare lo sguardo solo sul dolore che si sta provando e sul corpo per ascoltarlo anche lì lasciando per quel tempo il mondo al di fuori di noi, il che vuol dire che l'altro o chi per esso ci ha toccato la ferita non venga preso in considerazione. L'importante è non fare uscire niente. Poi si può piangere anche per il dolore che si prova ma l'importante è non fare uscire l'eco della perturbazione interna. Però ho qualche dubbio che diciamo la stessa cosa per via di quel che dici sulla mente che va in tilt...rimango in attesa di eventuali chiarimenti |
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Io vedo che il problema sta nell'attaccamento ad uno dei due poli non tanto nei due poli stessi che sono ineliminabili . Se avessimo la capacita' di distaccarci e passare ad una sintesi dei due poli non avremmo problemi . Ma questo vuol dire che i due poli sono indispensabili , non possono non esserci . Pensate ad una vita vissuta totalmente senza l'importanza di se' o senza lo smarrimento della sua negazione , e' impossibile ! Il problema e' tenere e superare allo stessio tempo le due condizioni dipartenza , ecco l'enigma da sciogliere , la quadratura del cerchio . |
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Mio padre diceva che era il nostro dio, e non credeva nella sua esistenza. La religione era un fatto sociale da donne. Mio padre cadeva in polemica con tutti, voleva sempre e solo ragione lui, però stranamente era un osservatore della legge. Credeva nel valore dello Stato, della famiglia e delle Istituzioni malgrado non volle essere mai un dipendente nè statale nè privato. Mia madre molto più credente ma con gli estranei atteggiamento da commerciante. Man mano che osservo negli altri vedo anche in me come funziona questa IP, come rende invivibili e impossibili i rapporti quando è esasperata. |
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