Ermopoli

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nikelise 04-04-2011 16.44.19

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98203)
Sono tutte cose nuove per me, molto materiale su cui riflettere..

Beh ma interessante no?
Aggiungo che tutta la nostra cultura occidentale e' fortissimamente influenzata da queste forme degli archetipi rappresentate dai miti greci sui quali e' poi intervenuto il cristianesimo a gettar discredito da una parte e ad approfondire dall'altra .
Io che pur ho fatto il classico mi sono sorpreso del maggior significato che avevano e poi quando mi sono accorto della psicolgia o psicoterapia archetipale mi sono ancor piu' entusiasmato .
Ermes ha come discendente tale AUTOLICO un brutto personaggio un vero e proprio ladro ma che aveva il pregio di essere il nonno di Ulisse .
Questo mondo di Ermes , queste sue caratteristiche ermetiche e trasformative sono affascinanti perche' se fatte proprie , comprese e non solo conosciute , hanno capacita' lenitive/guaritrici ( il caduceo e' un simbolo di Ermes ) di molti disagi dovuti ad una vita piatta e stanca che non si riesce a smuovere perche' oppressa da molti inutili doveri ......ci bastano quelli , pochi ma essenziali .

Edera 04-04-2011 17.17.10

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 98204)
Beh ma interessante no?
.

Molto interessante Nike!:)

Ray 04-04-2011 22.37.27

Grazie Edera del lavoro di trascritura. In effetti avevo letto questo libro anni fa e, pur non ricordandomelo bene, mi era rimasta l'impressione di un ottimo spunto ma con qualche eccesso. Adesso, dopo aver riletto quanto da te riportato, posso confermare quanto ho detto in precedenza. Trovo del tutto eccessiva l'associazione tra hermes e il terapeuta, molto sopravvalutante nei confronti del terapeuta. Capisco alcune analogie utili a spiegare il disturbo e il processo attraverso il mito e comprendo le difficoltà che il terapeuta esprime per le caratteristiche che gli viene richiesto manifestare, ma ciò non toglie che non mi pare il caso di associarsi ad elementi interni l'altro.

In ogni caso Edera, al di là di questa questione del tutto laterale e di scarsissima importanza ai fini del tuo discorso, trovo che stai facendo un ottimo lavoro che ti sarà certamente utile. E quindi ti invito a continuarlo.

Ray 04-04-2011 22.46.26

Aggiungo una cosa: è invece estremamente interessante, e a mio avviso foriero di utilissime indicazioni se approfondito, l'accostamento tra Hermes e il mercurio alchemico. Sono sicuro che se qualcuno più esperto di alchimia, come Kael, ne parlasse un po', potresti, riportando il tutto nel microcosmo, ottenere dei buoni spunti.

Edera 04-04-2011 22.52.17

Grazie a te Ray.
Sì, mi si sono accese le 'antenne' quando sono arrivata al punto in cui tratta del mercurio, sicuramente da approfondire nel miglior modo possibile

Edera 05-04-2011 14.12.34

Domanda a bruciapelo: ma secondo voi è possibile guarire del tutto da queste dinamiche o la traccia, la tendenza rimane per tutta la vita? Cioè si tratta di sconfiggere il male o imparare a conviverci discretamente?
Avrei tanta voglia di andare a vivere per conto mio, ho la netta sensazione che sarebbe più semplice il percorso

luke 05-04-2011 14.40.44

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98260)
Domanda a bruciapelo: ma secondo voi è possibile guarire del tutto da queste dinamiche o la traccia, la tendenza rimane per tutta la vita? Cioè si tratta di sconfiggere il male o imparare a conviverci discretamente?

Spero la prima che hai detto....

dafne 10-04-2011 01.20.21

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98260)
Domanda a bruciapelo: ma secondo voi è possibile guarire del tutto da queste dinamiche o la traccia, la tendenza rimane per tutta la vita? Cioè si tratta di sconfiggere il male o imparare a conviverci discretamente?
Avrei tanta voglia di andare a vivere per conto mio, ho la netta sensazione che sarebbe più semplice il percorso


Ci ho pensato parecchio su prima di decidere di risponderti Edera, le idee molto chiare non le ho neanch'io ma ho trovato una metafora che mi ha aiutato a darmi una risposta, vediamo se piace anche a te fiori.gif

Ci sono raffreddori che passano e raffreddori che si trasformano in polmoniti. Certe dinamiche sono come la polmonite, una volta che l'hai fatta in qualsiasi tempo farai una radiografia la sua impronta sarà lì, indelebile.

Per cui mi dico, si può guarire da un raffreddore? Certamente si.
Si può guarire da una polmonite? Certo che si.
E prevenire? (perchè questo è il problema in fondo)
Un raffreddore, apparte avere una certa forte consapevolezza, non puoi prevenirlo,capita ... una polmonite invece certamente si, basta che stai attenta ai primi segni di raffreddamento :H

Per cui credo che esista un punto del nostro percorso per cui anche certe forti dinamiche riescano a sparire ma fino ad allora c'è comunque la possibilità di sternutire e correre ai ripari :H abbraccio: :C:

Edera 10-04-2011 01.39.36

Grazie davvero Dafneabbraccio: E' una bella risposta e spero sia così.. In settimana porto avanti il discorso

nikelise 10-04-2011 10.06.12

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98260)
Avrei tanta voglia di andare a vivere per conto mio, ho la netta sensazione che sarebbe più semplice il percorso

Io ci andrei di corsa !!!!
Specie se avessi tanta voglia come ce l'hai tu .

Vorrei ricordare un insegnamento del maestro che era Gesu' che piu volte ha predicato il dstacco dei figli dalla famiglia senza che volesse intendere una rottura dei rapporti e intendeva che ci debba essere qualcosa d'altro da sostituire al legame con la famiglia .
Non voglio cioe' dire che lo si debba fare comunque ed in ogni caso ma in determinati casi e momenti si .

diamantea 10-04-2011 10.50.10

Concordo con Nike. Io non sono mai stata sola per conto mio e questa cosa mi manca. Quando ero ragazza lo desideravo tanto ma nella mia famiglia era inconcepibile per una donna uscire di casa senza un marito. Sono passata da una famiglia all'altra senza mai aver assaporato la vera autonomia e indipendenza.
Si ha paura di restare soli, di non farcela ma credo sia solo un condizionamento. Allora avevo la paura che superata l'adolescenza non avrei avuto occasioni di trovare un uomo, un marito. A lavorare non mi mandavano, sarei rimasta prigioniera in casa con due genitori insopportabili. Cavoli quanto mi sbagliavo, avrei dovuto avere più fegato, lasciando il mio fidanzato e crearmi una mia vita e solo dopo pensare alla famiglia, avevo solo 22 anni.
Certo oggi con il caro vita se non si ha una base economica che garantisca un certa autonomia si rischia di non farcela ma se hai la possibilità economica pensaci meglio.

Uno 10-04-2011 14.25.25

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98260)
Domanda a bruciapelo: ma secondo voi è possibile guarire del tutto da queste dinamiche o la traccia, la tendenza rimane per tutta la vita? Cioè si tratta di sconfiggere il male o imparare a conviverci discretamente?

E' in tema solo di striscio, ma essendo un concetto interessante sintetizzo una risposta che potrebbe generare un'altro nuovo e più specifico thread/discorso.

Di nascita abbiamo moltissime predisposizioni, eliminarle è possibile ma molto difficile, però bisogna tenere presente che anche tenendocele possiamo tenerle latenti e potenziali ma non attive/innescate.
Prendendo l'esempio di Daf, se uno è predisposto per la bronchite (cambio perchè la polmonite è diversa e la predisposizione è meno forte ed influiscono più altri fattori) lo sarà per tutta la vita (se non arriva al cambiamento che dicevo sopra) ma potrebbe anche tenersene alla larga e non è neanche detto che sia necessario chissà che sforzo, non almeno per sempre. Per questo a volte non conviene cercare l'immunità totale, costa meno in termini di risorse, rendersi meno attaccabile. E questo vale quasi per tutto. L'immunità totale a qualcosa è utile/conveniente/necessaria sono in determinati casi o quando sia una conseguenza e non il fine.

Edera 10-04-2011 19.52.14

Se avessi la possibilità economica andrei di corsa a vivere da sola.
L'ho già fatto in realtà, la prima volta a 17 anni sono stata per 5 mesi a casa di un'amica, erano tempi in cui facevo il putiferio, liti assurde con mia madre. Ma ovviamente ero bimba e dipendevo in ogni casa dalla famiglia dell'amica.
Poi a 24 anni ma non da sola, ho convissuto 3 anni con una persona a dire poco problematica, forse l'avevo già scritto da qualche parte, a 27 sono tornata a casa e ho dovuto riadattarmi di nuovo all'ambiente.
Quindi ho già fatto, disfatto con la testa di Edera che mi trovo non mi sono fatta mancare nienteicon_mrgr:
Ora sono a casa da due anni e mezzo ma faccio fatica a starci anche se sono abbastanza cresciuta per non litigare più con nessuno o quasi.
Di buono c'è che so farmi da mangiare, pulire, stirare ecc ecc non avrei nessun problema a vivere fuori casa ma attualmente col mio stipendio dovrei trovare un secondo lavoro per pagarmi l'affitto, mio padre non mi darebbe mai un aumento (oltre a tentare di fermarmi perchè nonostante i tempi siamo cambiati difficilmente accetterebbe di vedermi uscire da casa senza uomo hehehe). Ma non è un problema questo, il problema è che non so se ho abbastanza energie per fare due lavori e studiare... E non mollo lo studio nemmeno morta, è la prima volta che faccio qualcosa per me in cui riesco discretamente.
Quindi ho trovo il modo di avere energia in più oppure tra lavorare, studiare, badare alla bulimia non so proprio come infilare un secondo lavoro serale. Anche perchè dovrei fare la cameriera (non è un problema l'ho già fatto in adolescenza) oppure pigliare la strada più semplice e sfruttare quel minimo di agganci mondani che ho per fare la pr o cose simili, quindi lavori notturni, costringedomi a stare in ambienti che mi sono caduti davvero in disgrazia.
Ma nonostante queste considerazione l'idea di avere delle chiavi e 40 metri quadrati mi si palesa all'orizzonte come un bellissimo miraggio..
Io non voglio passare da mio padre a mio marito e non me ne frega niente della mega casa di 500 metri quadri di proprietà del padre di lui, che ci vada lui, io voglio un posto MIO anche se ha i topi.icon_mrgr: Non riesco a tollerare l'idea di sentirmi vincolata o obbligata da altre persone nelle scelte, ci pensa già la vita col mio bagaglio psico-fisico a farmi piegare la schiena ogni tanto

Edera 10-04-2011 20.12.24

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 98485)
Prendendo l'esempio di Daf, se uno è predisposto per la bronchite (cambio perchè la polmonite è diversa e la predisposizione è meno forte ed influiscono più altri fattori) lo sarà per tutta la vita (se non arriva al cambiamento che dicevo sopra) ma potrebbe anche tenersene alla larga e non è neanche detto che sia necessario chissà che sforzo, non almeno per sempre. Per questo a volte non conviene cercare l'immunità totale, costa meno in termini di risorse, rendersi meno attaccabile. E questo vale quasi per tutto. L'immunità totale a qualcosa è utile/conveniente/necessaria sono in determinati casi o quando sia una conseguenza e non il fine.

A me va bene anche tenermene alla larga senza immunità totale, mi basta diventare abbastanza forte per non scaricare addosso eventuali figli... Voglio essere una buona mamma, non una madre fragile che si sgretola sotto il peso di se stessa. E se non avrò figli voglio essere comunque abbastanza forte per tirare fuori quello che di buono c'è in me, sviluppare ciò che potenzialmente posso sviluppare e accettare quello che per questa vita non posso cambiare. Grazie fiori.gif

[Poi vorrei anche conoscere tutte le leggi dell'universo, superare la morte e avere tutti i poteri da supersayan esistenti al mondo ...icon_mrgr: ma mi hanno disegnato così, quindi mi sa che dovrò adattarmi e accontentarmi di un equilibrio pseudo-'normale']

luke 10-04-2011 20.39.12

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 98485)
Di nascita abbiamo moltissime predisposizioni, eliminarle è possibile ma molto difficile, però bisogna tenere presente che anche tenendocele possiamo tenerle latenti e potenziali ma non attive/innescate.
Prendendo l'esempio di Daf, se uno è predisposto per la bronchite (cambio perchè la polmonite è diversa e la predisposizione è meno forte ed influiscono più altri fattori) lo sarà per tutta la vita (se non arriva al cambiamento che dicevo sopra) ma potrebbe anche tenersene alla larga e non è neanche detto che sia necessario chissà che sforzo, non almeno per sempre. Per questo a volte non conviene cercare l'immunità totale, costa meno in termini di risorse, rendersi meno attaccabile. E questo vale quasi per tutto. L'immunità totale a qualcosa è utile/conveniente/necessaria sono in determinati casi o quando sia una conseguenza e non il fine.

Effettivamente credo che rendersi immuni da tutte le predisposizioni sia impossibile, alcune potremmo cercare di tenerele latenti e /o limitarne i danni,facendoci una ragione dei limiti che comportano.

Altre forse dovremmo affrontarle una volta per tutte, mi ricordo, debbo ritrovarlo, di aver letto qui in forum che alcune cose dobbiamo affrontarle, ci toccano per "eredita familiare"e se non lo facciamo non possiamo passare a fare altro, in questa o in altre vite.
Alcune di queste predisposizioni poi vengono a volte sollecitate dal posto in cui si vive, e quindi , per esempio, ci vuole poco a passare dal raffreddore alla bronchite se siamo esposti al vento siberiano, soprattutto in età in cui non abbiamo sviluppato particolari scudi o armi per fargli fronte.

Dal momento che la bronchite è conclamata, dobbiamo farci i conti, non può passare da sola anzi, rischia di diventare bronco-polmonite, e non basta più la pasticchetta che sarebbe servita se avessiamo ancora solo il raffreddore, specie se il vento siberiano soffia sempre e comunque.

L'affrontarla però porta via tempo , energie, se siamo "malati", diverse cose non possiamo farle appieno, e a volte non sono cose che rappresentano un "surplus" a cui possiamo rinunciare facilmente.
Si tiene botta, si resiste perchè di più non riusciamo, però la voglia di farla passare una volta e per tutte c'è, tornare in piena salute, sperando che qualche cosa ancora si possa fare, che la lotta che c'è toccato affrontare non sia solo una sfiga che ci ha portato via anni, fatica e quanto altro, e stop ma un minimo di senso , di perchè alla fine lo si riesca a trovare.

Ray 10-04-2011 22.05.47

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98491)
mio padre non mi darebbe mai un aumento

E un altro lavoro proprio?

dafne 10-04-2011 22.07.40

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 98496)
L'affrontarla però porta via tempo , energie, se siamo "malati", diverse cose non possiamo farle appieno, e a volte non sono cose che rappresentano un "surplus" a cui possiamo rinunciare facilmente.
.

Mmmm
Ci sono due cose che ho imparato sulle malattie. La prima è che le pastigliette tolgono il sintomo ma nella migliore delle ipotesi scatenano qualche altro disturbo, nella peggiore la dipendenza dal farmaco stesso.
La seconda è che se sei ammalato per volere o per dovere qualcuno si prende cura di te e se non c'è ti autorizza a sentirti la persona più sfigata del mondo con un debito aperto verso l'Universo di proporzioni infinite. C'è gente che ci campa su questo presunto debito da riscattare (eusa_shhh: questa la dico piano sennò mi sento..diavolo.g: )

Non ho idea di come sia essere immuni, forse chiudendosi completamente a tutto ma è un'immagine più vicina alla morte che all'immunità..anche se chi ha l'immunita diplomatica non può essere toccato leggo.gif

Rendersi meno attaccabili. Questo mi piace, anche se non mi è chiarissimo. Sarebbe come dire che se sò di essere, ad esempio, predisposta per la depressione e scopro che ci sono cose particolari che non riesco a reggere e che mi fanno precipitare nel baratro è meglio se le evito, me ne tengo alla larga, pur non smettendo di fare il resto? leggo.gif leggo.gif

Edera 10-04-2011 22.18.25

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 98501)
E un altro lavoro proprio?

Non ho capito bene, dici cambiare completamente lavoro?

Kael 10-04-2011 22.22.59

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 98496)
Effettivamente credo che rendersi immuni da tutte le predisposizioni sia impossibile

Impossibile no a parer mio, ma come diceva Uno non vale la pena se poi sprechiamo tutte le risorse per quello, quando tenendole "potenziali" alla fin fine otteniamo lo stesso risultato con ancora molte risorse da spendere per altro.
A tal proposito mi viene in mente quella storiella zen dove un discepolo se ne sta in meditazione per dieci anni di fila finchè poi riesce a camminare sull'acqua. Eccitato va a mostrarlo al maestro, che però si mostra poco sorpreso e risponde "capirai... i tuoi compagni ogni giorno attraversano il fiume con la zattera mentre tu sei stato dieci anni in quella grotta a meditare!"

luke 10-04-2011 23.15.08

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 98502)
Mmmm
Ci sono due cose che ho imparato sulle malattie. La prima è che le pastigliette tolgono il sintomo ma nella migliore delle ipotesi scatenano qualche altro disturbo, nella peggiore la dipendenza dal farmaco stesso.
La seconda è che se sei ammalato per volere o per dovere qualcuno si prende cura di te e se non c'è ti autorizza a sentirti la persona più sfigata del mondo con un debito aperto verso l'Universo di proporzioni infinite. C'è gente che ci campa su questo presunto debito da riscattare (eusa_shhh: questa la dico piano sennò mi sento..diavolo.g: )

Non ho idea di come sia essere immuni, forse chiudendosi completamente a tutto ma è un'immagine più vicina alla morte che all'immunità..anche se chi ha l'immunita diplomatica non può essere toccato leggo.gif

Si un creditore verso l'Universo ogni tanto mi ci sento , devo essere sincero icon_mrgr:

Per l'immunità, l'etimologia dice im- in senso negativo e munem da munus cioè obbligo, dovere o servigio.

Quindi il non -obbligo potrebbe derivare sia da un'esenzione completa, tipo quella dei diplomatici, sia dal fatto di averlo già svolto un obbligo, tipo quando si fa il vaccino per una malattia oppure , avendola già passata, si resta immuni.
SI è vissuta la fase di malattia, l'obbliga, e alla fine si sono sviluppati gli anticorpi per quella malattia stessa.

Forse , per rispondere anche a Kael, si deve operare una sorta di potatura, o la operiamo noi o qualcosa ci mette nelle condizioni di doverla operare, tra le predisposizioni che ci dobbiamo tenere "latenti", accettandone i limiti conseguenti, e quelle "critiche " che vanno affrontate, visto che come dicevo prima in alcuni casi si può soprassedere in altri no.

Pensare di risolverle tutte è utopistico e irrealizzabile, a mio avviso, quindi una selezione ponderata, potrebbe essere un percorso più fattibile, anche se a volte non capisco se le strade apparentemente senza uscita stanno lì per farci cambiare strada o per metterci alla prova fino in fondo , per vedre se resisitiamo fino a trovarla lo stesso l'uscita.($)

Ray 10-04-2011 23.41.37

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98503)
Non ho capito bene, dici cambiare completamente lavoro?

Si.

Edera 11-04-2011 09.19.54

Posso provare ma difficilmente troverò chi mi assume a 29 anni per più di 1100-1200 euro mensili (il mio stipendio attuale), con le mie competenze di contabilità base..

diamantea 11-04-2011 09.50.30

Citazione:

Originalmente inviato da Edera (Messaggio 98514)
Posso provare ma difficilmente troverò chi mi assume a 29 anni per più di 1100-1200 euro mensili (il mio stipendio attuale), con le mie competenze di contabilità base..

Se tuo padre a casa ti mantiene, nel senso che non ti chiede contributo spese, è uno stipendio buono che ti consente pure di mettere qualcosa da parte, hai ragione ti conviene rimanere almeno il tempo di laurearti e poi pensare a un nuovo lavoro e una vita tua.
La cosa più importante ora è conseguire la laurea e fai bene a non mollare e secondo me anche ad alimentare un libretto di risparmio. Lo dico anche a mio figlio, finchè sta in casa con me di mettere da parte dei soldi per quando deciderà di andare per conto suo.

Edera 11-04-2011 10.20.39

Sì mio padre mi mantiene, nel senso che non mi chiede contributo per mangiare e dormire, ovviamente spese universitarie, mediche e tutto il resto mi arrangio.
Adesso non ho più la spesa di 200 euro al mese per l'analista (è in pausa maternità), dovrei riprendere a settembre ma non so se lo farò, vediamo come me la cavo questi mesi..
Il problema è che vicino a dove lavoro gli affitti sono dai 500 euro in su perchè non trovi monolocali ma tutti appartamenti abbastanza spaziosi per famiglie.
Dovrei spostarmi in centro per trovare metrature piccole ma a quel punto aggiungo 20 km per venire a lavoro e non credo mi convenga. Mi troverei 500 euro fissi mensili, me ne resterebbero 600, se per caso ho bisogno ancora di psicoterapia scendono a 400 con cui fare la spesa, benzina e mettere via per l'uni.. Cioè 100 euro alla settimana.
Se invece fossi certa di stare bene e di essere abbastanza forte me li farei bastare, quei 200 mi servirebbero parecchio... Sono pesantemente off topic.

Edera 18-04-2011 17.51.38

Vorrei riprendere in mano un po' il mito.
Il libro prosegue con la trasformazione di Demetra.
Si reca da Helios, il dio del sole , infuriata a addolorata per il rapimento della figlia. Helios ammette la violenza dell'atto compiuto, ribadisce il consenso di Zeus e ricorda a Demetra la regalità e la dignità di Ade.
Quindi pur accogliendo il dolore della dea per ciò che è accaduto, cerca di mitigare la sua sofferenza, ma contemporaneamente la invita a riflettere sul rapitore e tenta di avvicinarla ad un altro punto di vista.
Dopo l'incontro con Helios, Demetra decide di non recarsi da Ade per chiedere la restituzione della figlia e riconosce nel rapimento la volontà di dio e degli dei che non opponendosi hanno accosentito.
Furiosa, decide di lasciare l'Olimpo e di scendere sulla terra assumendo un aspetto mortale. Trasformando il suo dolore in ira, è ora in grado di scegliere l'esperienza di un tipo di maternità diversa infatti assumerà l'aspetto di una balia anziana e si cimenterà di nuovo con la cura di un figlio.
Questo neonato, non suo, verrà nutrito diversamente da Kore, non più cibo e prati lussureggianti, stavolta Demetra deciderà di renderlo immortale sottoponendolo alla prova del fuoco. Esponendolo al pericolo Demetra dimostra di aver compreso la necessità di nutrire diversamente i figli e di esporli a eventi che possono apparire pericolosi ma che in realtà li forgiano affinchè non siano vulnerabili, infatti rimprovera la madre mortale del bambino che la sorprende durante il rito, accusandola di non riuscire a capire ciò che lei stessa ha dovuto sperimentare nella sua esperienza di maternità precedente.
E' come se Demetra sentisse la necessità di ampliare la funzione materna, non ridotta alla sola soddisfazione dei bisogni immediati dei figli, ma che preveda il male e cerchi, per quanto possibile di forgiare il figlio al male, di temprarlo e accettare che ogni figlio abbia le proprie caratteristiche che vanno curate, anche se non corrispondono a ciò che si desidera per lui.
Il compito più difficile per le madri quindi sembra essere proprio quello di accettare e favorire che il figlio, crescendo si separi e viva autonomamente la propria vita.

A questo punto Zeus riconoscerà le trasformazioni di Demetra e troverà il modo per farle riavere la figlia e contemporaneamente non fare perdere ad Ade la propria sposa.


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