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Invece il tuo metodo di ricapitolare persona per persona lo avevo letto come la tecnica che descriveva Castaneda, giusto? Però è vero che il ricordo di una persona chiama l'altro per cui essendo tutto collegato alla fine vengon fuori tutti, quante persone abbiamo incontrato nella vita... A questo punto abbiamo già due metodi per capire come fare bene, mi piacerebbe sentire anche gli altri se hanno studiato una tecnica personale sul secondo metodo di indagine (non per associazioni libere ma relative all'oggetto). fiori.gif |
Ho una domanda un pò assurda... E' possibile che la ricapitolazione parta ad un certo punto della nostra vita come un processo spontaneo senza si sappia esattamente che si tratta di ricapitolazione?
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Insomma per far bene dobbiamo voler "recuparare" le energie imbrigliate e riassorbire le esperienze. Oltre al fatto che prima di imparare a farlo in modo efficace serve provare più volte. |
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Mi succede da più o meno un anno, mi vengono in mente delle cose che ho fatto così d'improvviso, ma non è ricordare perchè in qualche modo non vengo assorbita dalle emozioni, è un pò come guardare un film e la sensazione che ne segue quando il film è passato è di immediato benessere come se si fosse sciolto qualcosa, è stato proprio per l'effetto di questa sensazione di benessere che ho iniziato a farlo volontariamente, andando a cercare 'i pezzi' (ma senza metodo). In realtà ho posto male la domanda nel post precedente, nella mia mente infatti era già presente il concetto di ricapitolazione (ho letto il passaggio degli stregoni di Castaneda), quindi la prima volta che è partita questa rielaborazione spontaneamente ho fatto subito il collegamento con quanto avevo letto. Mi rimaneva il dubbio se appunto si trattasse veramente o meno di ricapitolazione non essendo un processo iniziato con intento. Adesso ho trovato i vostri post sull'argomento e cercherò di adottare uno dei due metodi applicandolo con costanza anche perchè sembra davvero terapeutico.. |
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Ecco... non sapevo si chiamasse Ricapitolazione.
Ho inziato a farla spontaneamente da quando ho iniziato il percorso e su questo proseguo. Nessuno mi ha però insegnato un metodo, leggo qui per la prima volta. Per me è partire da un episodio e da quello avere dei momenti di comprensione anche di episodi passati. La comprensione porta una immediata sensazione di benessere e leggerezza. Un lavoro comunque frammentario |
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Magari poi anche per i primissimi anni a furia di provare potranno riaffiorare altri ricordi. |
Ora quando ricapitolo, non sento più la rabbia di un tempo, allora mi arrabbiavo perchè non avevo capito che nella vita bisogna prendersi delle responsabilità. Io invece le rifuggivo, non le avevo viste e non le avevo imparate.
Oggi rileggo tutto sotto una luce diversa, ogni atto ha una conseguenza e quando si decide di fare qualcosa bisogna, scegliere è necessario farlo ragionandoci e poi assumendosi la responsabilità di ciò che ne deriverà che sarà pari al grado di coscienza di ognuno. Ma la legge non ammette ingnoranza per cui per ogni azione corrisponderà una reazione. Dicevo che alla luce di ciò che ho appreso le vicende del passato hanno preso una luce diversa. Altra cosa: ho cercato di togliere come da uno dei post iniziali di Ray il sentire e a trasportarlo nel presente. Ho scoperto un meccanismo che mettevo in atto e che non conoscevo. Ma non sono riuscita a rivivere però come se fossi, la bambina di quel tempo, cioè a entrare nel ricordo come se fosse adesso, non so se si capisce perchè non è facile comprendere. Ho sempre rivisto le cose come in un film nient'altro in cui sapevo che era Griselda l'attrice principale. Visto che faccio fatica a capire gli altri metto quello che faccio io forse da qui si capisce dove sbaglio, manco, sono limitata nel fare. p.s. Ah sono ostinata e voglio imparare ne ho bisogno e per questo non mi rassegno proprio. |
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Ci coinvolgiamo ma restiamo anche distaccati. Che poi è quello che serve: sentire ma non perdersi. Non sono andato a rileggere quello che avevo scritto e che citi sul sentire e trasportarlo nel presente, che per altro non è incompatibile con quello che hai detto fai. E' difficile descrivere bene la procedura, più che a farla alla fin fine, quindi si rischia di perdersi nelle parole. Quel che conta è il risultato. Se dopo aver ricapitolato qualcosa col tuo modo, passato un po' di tempo ci ritorni su e vedi che il tuo vissuto è diverso allora hai modificato qualcosa. Se sei riuscita a "svuotare" un avvenimento (e quindi è davvero diventato un ricordo) allora quello è a posto. Poi ognuno trova il suo modo e le sue parole per descriverlo, ma quel che conta è capire come fare e poi fare. |
Una domanda.
Ho letto che durante la ricapitolazione andrebbe eseguita una tecnica respiratoria particolare, girando la testa a destra e sinistra; qui non mi sembra di averlo letto ed inoltre a mio avviso rischierei solo di distrarmi senza ottenere vantaggi reali, quindi vorrei proseguire continuando senza respirazioni particolari, va bene lo stesso, si? |
Sapevo che quello serviva solo alla fine della ricapitolazione, una specie di scarico.
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Allora quello che deve cambiare nella ricapitolazione è il proprio vissuto, se questo mi fa ancora male non è un semplice ricordo, ma quello che non capisco è come si fa a modificare qualcosa che è accaduto anni fa, come si fa a svuotarlo.... Nel mio vissuto ci sono degli episodi che col senno di oggi non rifarei, ma sono accaduti e solo a pensarci mi viene un senso di rifiuto per la parte di me che ho lasciato lì... E' un discorso molto difficile da affrontare perciò vado con i piedi di piombo... |
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Io sto cercando di reimmergermi in episodi accaduti, suddividendoli per categorie e analizzandoli a se stanti, senza cioè pensare a quanto successo dopo, a quello che sarebbe potuto essere se avessi fatto così o cosà, ma cercando di riviverli appieno, tirando fuori anche sensazioni che all'epoca non erano molto evidenti, ma nascoste dai troppi pensieri, o dalla poca consapevolezza che avevo (non perchè oggi ne abbia molta di più intendiamoci). A svuotarli non sono ancora riuscito, però quando faccio qualche altra passata di ricapitolazione noto cose nuove, cioè che non in tutti gli episodi dolorosi c'era solo dolore e così non in tutti quelli piacevoli c'era solo gioia. Inoltre qua e la stanno riuscendo fuori particolari ed episodi che non ricordavo da tanto, però credo che più passate ad una certa distanza una dall'altra siano necessarie per andare sempre più a fondo e non limitarsi al semplice livello mnemonico. |
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Là si diceva di muovere la testa dal passato al futuro e nel futuro gettare fuori con il fiato anche il vissuto. Secondo me è complicare ancora il discorso iniziale che è già difficile da comprendere. Si parlava anche di mettersi in uno scatolone e che il fatto di essere in quello spazio angusto per il nostro Essere aveva un potere di far scaturire emozioni particolari di quel momento rivissuto. Boooh ho provato una volta sola senza risultato non so se altri ci siano riusciti e se è davvero necessaria anche questa cosa. nonso.gifnonso.gifnonso.gif |
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Se qualcosa col senno di poi non rifaresti non è ancora senno. Mi spiego: la quasi totalità delle nostre azioni, in realtà, non potevano essere diverse da quello che sono state, per via che sono il risultato di quello che eravamo allora... ma questo si vede svuotandoli. Poi, il vero senno di poi, può anche dirci che adesso non lo rifaremmo. Se qualcosa ti fa male solo a pensarci fai bene ad andare coi piedi di piombo. Approcciala pian piano, avvicinati di soppiatto per così dire, e fai un po' alla volta... e osservati cambiare. |
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prendo dal thread sul pensiero e vibrazione
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Penso che sia dovuto al non aver digerito tutto il lavoro precedente fatto fin qui. Se sono, ad esempio, venute a galla cose che non sono state elaborate per bene, queste tornano a galleggiare, a ristagnare e finchè non riscendono nel fondo lasicano una pessima sensanzione inconscia. Ma è solo un'idea che mi sono fatta associando questi periodi ad alcune riscoperte, alla visione di meccanismi ecc ecc. Se lo stomaco non digerisce, si intasa tutto il sistema e ci si sente debole, gonfio, affaticato ed ozioso. Almeno a me succede così. Così anche per la mente piena di concetti da elaborare e sedimentare, non c'è proprio spazio per il nuovo o altre elaborazioni. Il problema è che ho l'impressione che questo ristagno assorba energia (la digestione ne assorbe molta) o forse la sprint avuto dall'emersione di talune cose viene riciucciato tutto a pièpari nel ristagno, in ogni caso ho l'impressione che occorra un atto di forza per tenere a galla il ristagnato e cercare di ripulirlo. Infatti in genere l'energia che deriva da un ricordo decentemente ricapitolato va subito a soddisfare delle parti di noi che ne hanno bisogno... mentre invece mi sa che dovrebbe essere conservata per evitare proprio la caduta del magnete "nero" che assorbe quello che gli è stato appena tolto. |
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:) |
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Se non ricapitoliamo davvero sono aria fritta. |
Rileggendo mi è venuto in mente da cosa bisogna iniziare a ricapitolare? Ricordi o situazioni insistenti forse è il caso che vanno ricapitolate.
Quindi quando succede tocca rimanere neutri, e se invece provassi le stesse sensazioni di allora? |
Ho visto ieri sera per caso :@@ dei video in cui si parla di ricapitolazione anche se le viene dato un altro nome.
Si dice che la nostra energia è imprigionata in alcuni ricordi, non ricordi, perchè quest'ultimi sono ricordi emotivi, che condizionano la nostra vita. E come viene detto anche qui, liberandoli ne ricaviamo energia e benessere. Il come è legato a rientrare nel ricordo e riveverlo in continuazione arrivando a svuoltarlo dal vissuto emotivo. La differenza sta nel fatto che qui diciamo che si può fare da soli in quei video che va fatto con l'ausilio di un altra persona preparata ad aiutarti ad entrare nel ricordo. Il modo in cui lo fa secondo me è simile ad una tecnica di ipnosi, e proprio per questo motivo non mi sfagiola, anche perchè mi pare e non ricordo dove, Uno parla della pericolosità di dare in mano a terze persone il nostro inconscio. Anche se nel video spiegano che esiste una tecnica per mettersi al sicuro da inserimenti indesiderati, direi che è molto pericoloso mettersi in mano a terzi. Il punto però per cui ho scritto tutto sto ambaradan di parole è per arrivare a dire che nel video sostengono che i ricordi che incidono poi sulla vita, alcuni di essi, visto che bisogna andare alla radice ad estirpare perchè per il resto è un ripetersi di quel che la registrazione mette in atto come difesa ma che li fa però riattivare e rivivere, sono da recuperare nel grembo materno e li da soli non credo sia possibile entrare nel ricordo per ripulirlo. Anche li dicono che poi il ricordo rimane pure ricordo e non più emotiva reazione etc. La domanda è quindi bisogna arrivare a prendere quel ricordo iniziale, ma da soli di può fare? Tra l'altro ero incuriosita dall'acquistare il libro in cui dicono esserci anche la tecnica che insegna ad una persona a fare quello che ascolta e dirige la persona verso la radice.... Che ne pensate? |
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Bisogna predere quell'evento ultimo e poi trovare gli analoghi e passarli al setaccio poi nel caso se rimarrà quell'unico...(il non avere più emotivo dentro evidenzierà la soluzione) solo allora sarà il caso di trovare il modus per arrivarci. :) fiori.gif |
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Quindi praticamente bisognerebbe iniziare da oggi, e andare indietro a ieri, una settimana, un mese, un anno, e anni indietro. Per chi è giovane forse è un po' più facile, si ha meno da ricapitolare alla fine.
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Ma in definitiva con la ricapitolazione dobbiamo andare a riprenderci quello che è finito da un'altra parte.
Ho letto che la nostra mente analitica per sopravvivere quando proviamo dolore si stacca e al suo posto si inserisce la mente emotiva. Questo è ciò che negli animali aiuta nella sopravvivenza, ogni esperienza traumatica aiuta l'animale che non ha la mente analitica a prepararsi alla fuga davanti a stessi avvenimenti è come, per loro, un salva vita. Mentre per noi è un problema perchè ci divide in pezzetti. Ogni volta che proviamo dolore sia esso psicologico o fisico entra in gioco la mente emotiva che registra ciò che avviene attimo per attimo, vi è registrato ogni cosa dal rumore al profumo insomma tutti i cinque sensi attivi. Poi però la registrazione di ciò si riattiva come in un uomo che è stato ipnotizzato e a cui viene dato un messaggio sotto ipnosi, ogni volta che si riprova quella cosa che si è vissuta basta anche uno solo di quei particolari per far si che questa si riattivi ma al contrario di ciò che abbiamo vissuto quella volta. Oppure che ci porti a farci male come un'altra volta. Altro che extraterrestri e impianti noi siamo peggio. Se le cose stanno così ogni volta che provochiamo del dolore in un altro essere è come se lo ipnotizzassimo come se gli impiantassimo un disco che ripete quel messaggio. Ecco perchè se un bambino rompe qualcosa non gli si deve inveire contro!Tanto per fare un esempio, o non lo si deve picchiare. Siamo come tanti robottini ognuno con la propria scheda di comportamento inconsapevoli di esserlo. A volte reiteriamo proprio ciò che ci è stato fatto altre il messaggio ci massacra o ci limita in ogni caso è una registrazione deleteria per noi e per gli altri. Si trasmette persino nel grembo materno al feto il malessere...ora capisco sino alla settima generazione...anche se poi mi domando ma l'ottava no? Forse per via delle ottave, ma boh. La riflessione è che se le cose stanno in questi fatti dovremmo proprio cambiare e le emozioni negative non manifestarle a costo della vita, imparare sin da subito a ricapitolare a riprendere quel che abbiamo perduto la nostra integrità fatta a pezzetti e con essa noi piango.gif rendiamoci conto che è come se fossimo radioattivi e contagiosipiango.gif E' tutto molto difficile specie rimanere lucidi in certi momenti proprio quelli dove si attivano quella specie di "impianti" ma solo osservandoci possiamo prenderli quindi sforziamoci di vegliare in continuazione su noi stessi :) OT P.S. Alla fine la unica vera colpa che un uomo può avere è quella di non ossservarsi? |
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Ma invece è un riflessione che riguarda un mio vissuto. Ti spiego: Non ho mai capito perchè io dall'inizio dell'autunno all'inizio della primavera io non mi sento mai molto bene, ho una sorta di malessere che serpeggia dentro di me. Le illazioni che ho fatto su sta cosa sono tante dalla meteopatia all'essere stata un orso nella vita precendente icon_mrgr: Poi invece un pensiero si è fatto strada in me magari non è nemmeno questo valido, però mi ci sto soffermando a pensarci perchè mia madre non mi voleva ed ha avuto una minaccia di aborto che per quei mesi che ho citato l'hanno tenuta a riposo a letto...di certo non la deve aver vissuta molto bene e di conseguenza io cosa ne ho patito? Come faccio a saperlo con sicurezza dovrei sottopormi a regressione....per avere una conferma ai miei sospetti e per poter rientrare in quel vissuto emotivo di allora. :) |
Ricapitolando può capitare di trovare di aver lasciato anzi proprio perso una parte di te....a quel punto che fai? Come la recuperi?
Si capisco che il fatto di aver visto di averla persa è già un passo ma non basta o bisogna accontentarsi? Non credo. Il lavoro penso sia anche di recupero o sbaglio? booh.gif |
Ti rispondo da non esperto. Che parte di te pensi di aver perso? Io non so se a volte la parte è perduta, oppure l'hai talmente coperta di roba pesante, che basta togliere quella per riscoprirla.
Se per esempio prima eravamo gioiosi e radiosi e poi con gli anni siamo diventati cubi, o abbiamo perso questa parte gioiosa, od è coperta da strati di tristezza che una volta tolti, la faranno riapparire. |
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Allora sono un paio di giorni più o meno che sto cercando di formulare una domanda per capire una cosa pare una lavoro immane ma ho bisogno di capire come fare una cosa.
In pratica la ricapitolazione dovrebbe svuotare il ricordo dall'emotivo se ho capito bene e già questo pare una cosetta da niente.... Però ora mi par di aver ravvisato anche altro relativo alla consapevolezza. In pratica esistono le quattro stagioni che girano insieme a noi ma anche dentro di noi. Una cosa nasce, cresce, matura e muore lasciando però qualcosa in noi se elaboriamo quel che è successo, ovvero il frutto dell'esperienza come un seme che attraverso le quattro stagioni nasce, cresce matura e poi muore lasciando di nuovo un seme che ricreerà il circolo della vita. Ora nasce un qualcosa lo si vive da quel che si è vissuto si trae quel seme che poi genererà un'altra piantina...e noi possiamo essere sia la piantina....sia chi la osserva ed il fine ultimo è avere consapevolezza di quel che è circolo dopo circolo. Qualcosa cambia sempre, qualcosa ci cambia sempre. E' come se l'inizio fosse sempre la fine precedente e via così. Ma cambia in conseguenza a ciò che abbiamo imparato prima come teoria, secondo come analisi del vissuto, che prima sfuggiva ad un analisi oggettiva perchè era analizzata solo soggettivamente attraverso il vissuto emotivo che ne limita la visione di insieme. Questo fa si di ricreare un puzzle più o meno fedele di ciò che è avvenuto almeno doppio rispetto alla media però mi pare che è mancante ancora del terzo e quindi del motivo, della causa come ci arrivo? Lo so che non è chiaro uff ma voglio capire come fare perchè sono come un attimo ferma non so nemmeno se ho fatto la domanda giusta ma ho bisogno di uscire dall'empasse. :U |
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Periodo di ricapitolazione, in particolare su alcune cose dai tempi adolescenziali in poi grossomodo.
Domenica pomeriggio mi sono messo steso sul divano, comodo e ho cominciato. La cosa presumo sia andate bene, nel senso che una volta finito perchè dovevo uscire un attimo, volevo ricominciare, avevo voglia, sentivo il bisogno di rimettermi sul divano e ripetere. Sarà che sto insistendo anche col Ta ma la sensazione è di qualcosa id più profondo, più coinvolgente a livello corporeo rispetto ad altre volte. Quando la sera ero a cena e anche dopo è come se ci fosse roba relativa al ricapitolato che continuava a venire su da sola, come una tubatura che si fosse rotta e continuava a far uscire cose anche dopo aver finito,,,mi sentivo qui nel 2012 ma contemporaneamente o comunque subito un secondo dopo reimmerso in determinati stati d'animo vevvhi di venti anni quasi :2012/20 anni fa..2012/20 anni fa un attimo dopo.. |
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Per riassumere, quando faccio dei sogni realistici, con situazioni normali di vita quotidiana, noto che il vissuto emotivo nel sogno è più forte e intenso rispetto a ciò che poi provo nella realtà in situazioni identiche. Da una parte la cosa potrebbe sembrare positiva, in caso di emozioni "brutte", perchè attenua il dolore, ma in realtà , oltre a vivere attenuate anche le emozioni belle, ci impedisce di gestire subito la botta emotiva nel suo complesso, e ce la ritroviamo in buona parte dentro di noi per anni a far danni o comunque a non consentirci una libertà di manovra decisiva, con necessità poi di ricapitolazioni selvagge icon_mrgr: Eppure io mi son sempre considerato un tipo emotivo, sensibile e poi mi ritrovo sto pòpò di roba ancora da smaltire? Evidentemente più che tanto emotivo sono scarsamente in grado di reggere e tenere un'emozione e quelle scariche che sento sono solo una piccola parte di esse , quella che non so reggere e scarico, il resto si blocca da qualche parte, anche a livello fisico, infatti ho sentito che in alcune scuole di recitazione quando fanno svolgere particolari esercizi fisici, la gente scoppia a piangere o a ridere all'improvviso, come se dei movimenti "strani" andassero a far scoppiare bolle emotive depositate da anni in qualche parte. |
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