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A volte ci sono delle parzialità che chiunque osservi una determinata famiglia riesce a cogliere, forse non subito dal di fuori, ma entrando nel vissuto di questa famiglia saltano all'occhio. Comunque questo è naturale (l'ho anche scritto qua o altrove), ognuno di noi ha gusti preferenze etc... in qualsiasi campo e per qualsiasi persona o cosa, l'importante è non nascondersele e fare di tutto perchè non incidano nel vivere. Questo non toglie che comunque altre volte possa accadere quello che descrivi qui sotto Quote:
Quindi è già bene che un genitore seppur soffrendo abbia a cuore di voler vedere l'armonia tra i fratelli, cosa che non è poi così scontata se mi credi. Dopo di questo il secondo passo è studiare perchè questi fratelli entrano in competizione, se è vero, e qui posso darti ragione, che essi hanno una forma di egoismo, cioè vogliono qualcosa, può essere che di questa cosa non ne abbiano una quantità sufficiente e quindi cerchino di rubarsela un con l'altro, altrimenti la belva pasciuta e sazia non sbrana per hobby... certo noi umani a volte siamo peggio degli animali... però abbiamo il dovere di cercar di vedere le cose da più punti di vista. |
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I miei figli non posso dire che si odiano ma c'è una profondissima rivalità mossa da gelosia fra loro, costantemente e quando litigano, si, capisco benissimo la sensazione che descrivi, la delusione il dispiacere la rabbia... Poi si adorano e giocano assieme e tutto pare una meraviglia..finchè a uno dei due non rispunta l'istinto da Nightmare e via! icon_mrgr: Non so se si può estendere ma nel mio caso i miei figli stavano sono manifestando un disagio, una mancanza che avvertivano da parte mia e che stò cercando di colmare con un'attenzione diversa, più profonda. Sono convinti entrambi che io voglio più bene all'altro, ho cercato in mille modi di spiegare che voglio bene a tutti e due ugualmente, che l'affetto non è una torta da porzionare ma che li adoro entrambi..nisba...vuoi più bene a lui..a lui compri questo..a lui dici quello...un giorno si sono persino contati quanti pistacchi avevo dato loro nella tazza strabuzza: Poi un giorno ho realizzato che effettivamente NON POSSO amarli entrambi nello stesso modo, con la stessa intensità si ma non nella stessa maniera perchè sono due persone diverse. Questa cosa cerco di dirgliela il più spesso possibile, soprattutto al più grande che è il più coriaceo sull'argomento, facendogli degli esempi pratici su cui lasciarlo ragionare (un'ora di pc per premio a lui è una festa per il piccolo no, lui preferisce un'ora al parco, allo stesso modo uscire a prendere il pane per il piccolo è divertente per lui una faticata per cui se esco col piccolo non è per lasciare lui da solo ma per non obbligarlo a fare una cosa che non gli và di fare..) Questo non solo mi dà agio di comportarmi in modo più naturale (eddai, pesare ogni parola, ogni gesto, sempre in ogni secondo...non è fattibile) ma è anche un modo per permettere ad ognuno di loro..pardon..ad ognuno di noi tre di ritagliarsi un proprio spazio, un proprio modo di essere. La mia speranza è che superata la fase dell'attaccamento in modo positivo, e cioè senza aver bisogno come me di ricevere continue conferme dall'esterno, riescano anche a comprendere che lo stesso gesto nella stessa situazione per quanta buona volontà ci si metta viene letto diversamente da due persone diverse, anche se fratelli e che questo li aiuterà a perdonarmi per le volte in cui non sono stata abbastanza attenta a leggere le loro necessità piuttosto che quelle del fratello (o delle mie martello.: ). Questo dovrebbe credo anche aiutarli a capire cosa vogliono per loro, proprio per loro, e non per me o per il fratello credendo di essere loro a volerlo. Ci sono molte cose che io ho rinnegato perchè le faceva mia sorella e potevano riuscire bene solo a lei o perchè piacevano a mio padre e quindi non facevano per me per stare in linea con le idee femminili di casa...:bleah: Duro lavoro ... :C: |
fratelli coltelli
E’ altamente probabile che le differenze caratteriali tra fratelli li portino a rapporti di antagonismo e non accettazione dell’altro, anche perché nella loro fascia d’età è facile giudicare e criticare senza cercare di comprendere il perché di certi comportamenti. Molte volte si tende a prendersela per delle brutte parole dette, a portare rancore, quando basterebbe un piccolo complimento per allentare la tensione. Questo può anche essere dovuto all’educazione dei genitori, forse troppo rigida. In ogni caso quando si avverte che il rapporto tra fratelli è teso, ma, anche se affermano il contrario, trapela che la mancanza di comunicazione non li fa stare bene, si può cercare di fare qualcosa per migliorare la situazione o è meglio aspettare?
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E qui non capisco...come faccio a rubare all'altro e quindi saziarmi.. avendo sempre un atteggiamento ostile e belligerante nei suoi confronti?booh.gif |
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L'apprezzamento conta tanto più quanto più viene da chi è nostro riferimento... apprezzamento e conferme. Conferme che, nell'età in cui se ne ha bisogno, vanno date... senza aspettare che il bisogno passi, perchè non passa da solo. Quindi scusami se sono crudo, ma queste invidie non nascono dal nulla, questi sentimenti sono stati provocati da uno stato di bisogno non soddisfatto. Soprattutto se raggiungono una certa dimensione, non si tratta di momentanee invidie passeggere che spariscono perchè vengono compensate da altro (tipo lui è bravo e stimato per ciò, vabbeh, io sono sufficientemente stimato per altro), ma si tratta di qualcosa che è stato alimentato nel tempo, che è stato coltivato e che, se è cresciuto, ha trovato terreno fertile. Certo, esistono le caratteristiche individuali dei figli, ma i genitori farebbero assai bene a chiedersi perchè mai esse si sono sviluppate, magari fino a raggiungere dimensioni preoccupanti. Aggiungo che l'atteggiamento ostile di no nei confronti dell'altro ha lo scopo inconscio di sminuire l'altro agli occhi di chi deve apprezzare, dato che non si riesce a farsi apprezzare per quello che si è (invece che per quello che chi apprezza vorrebbe che sia). |
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Bisogna ricordare una cosa importante, se è vero che non si nasce genitori imparati, non c'è mai un limite oltre il quale si deve smettere di crescere come genitori. Un figlio a 10 anni è diverso da un figlio a 20 anni, a 30 etc... un figlio è diverso dall'altro quindi non è detto che quello che si è imparato con uno vada bene con l'altro, anzi... secondo logica la natura differenzia sempre per aver maggiori possibilità evolutive. Quindi bisogna avere un pò di umiltà e continuare a voler imparare ad essere genitori, anche a 90 anni. Questo poi sarebbe una grandissima opportunità di crescita personale e un modo per evitare di invecchiare oltre quello che è naturale che sia. Citazione:
Tu puoi aver dato tutto l'amore di questo mondo, ma se si comportano in un certo modo qualcosa gli manca, quindi nessuno dice che tu non abbia fatto quello che potevi, ma che questo potrebbe per loro non essere sufficiente ed anche se non lo sanno razionalmente nemmeno loro, lo manifestano in mille modi diversi. Bisogna riuscire ad inquadrare dove sta il limite tra amore dato, e azioni che nella nostra intenzione sono amore ma nella realtà percepita non lo sono. Per farti un esempio terra terra, immagina quel genitore che lavora, lavora e non fa mancare nulla ai figli, li veste e li manda a scuola come principini, tutto sommato sta anche parecchie ore a casa ma è assente etc.... Quel genitore è convinto di aver fatto il massimo, gli ha dato materialmente tutto, ed invece magari quei figli avrebbero preferito (magari da adulti) un gioco in meno, uno scappellotto in più, ma anche un abbraccio in più e un gioco fatto con il papà in più. Questo è un estremo per farti capire cosa intendo, in mezzo ci sono infinite sfumature della cosa, fatto sta che in ogni rapporto tra due persone ci sono di mezzo due percezioni, le percezioni che hanno di quel rapporto le due persone coinvolte, sono poche le persone che riescono a comprendere esattamente la percezione altrui e se è il caso adattarcisi, nella migliore delle ipotesi c'è un compromesso tra le percezioni dei due coinvolti, nella peggiore ognuno si tiene la sua. Mi fermo ma possiamo continuare il discorso che trovo sia molto utile non solo a voi |
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Ed è anche vero che quello che fa un figlio e che al genitore può sembrare inutile o privo di importanza può sembrare come una mancanza di attenzione da parte del figlio, o della giusta considerazione, sempre relativamente alla mentalità e all'età del figlio. Se poi tra fratelli c'è rivalità è proprio per questa ricerca di essere presi in considerazione, se questo non accade può darsi che cerchino altre figure al di fuori della famiglia, e che la loro rivalità non sia tanto da imputarsi ai genitori quanto a queste figure che trovano al di fuori... La prima cosa dovrebbe essere sempre il dialogo aperto e quando si individuano dei problemi di comunicazione o di altro tipo non fare finta che non ci siano ma cercare di affrontarli parlandone... Difficilmente un fratello o una sorella ammetteranno di essere gelosi o invidiosi del fratello o sorella perchè è scontato che i genitori vorrebbero che si amassero fra di loro e se non hanno dialogo con i genitori o almeno uno dei due se lo terranno per sè, se c'è armonia in famiglia questo dovrebbe emergere a un occhio esperto, ma spesso le tensioni si covano nel silenzio e poi esplodono tutto in un colpo, a monte sicuramente c'è carenza di dialogo e il pensare ognuno per sè.... |
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Ma questo varrebbe per tutte le cose della vita, non solo per i figli |
Non solo i figli ma anche noi cambiamo nel corso della vita; personalmente mi sento molto diversa da com’ero venti o trent’anni fa. Di conseguenza è cambiato anche il rapporto tra noi, un po’ per tali motivi,un po’ perché essendo cresciuti evidentemente non sono più ragazzini ma stanno diventando degli uomini. Ho molto riflettuto su quanto ho letto e devo dire che in casa sono spesso rimproverata dai figli di non essere imparziale ma di parte. Devo dire che se il rapporto tra loro due fosse sereno non ci sarebbero problemi, ma purtroppo quando uno dei due offende anche pesantemente l’altro cerco di “compensare” in qualche modo cercando di stare dalla parte dell’offeso. E’ sbagliato?:o
L’altro giorno è successo un episodio sconcertante: il figlio mediano chiama il papà per mostrargli che su due belle piante di suoi bonsai è stato versato del kerosene (entrambi i fratelli minori sono appassionati di bonsai). Viene convocata tutta la famiglia e tutti concordano sul fatto che tale liquido deve essere stato versato da qualcuno della famiglia ( in cantina abbiamo una tanica di kerosene e si osservava che sulla parete interna era rimasta una striscia gialla, segno che il .liquido era stato versato da poco).Tutti negano di averlo fatto almeno coscientemente e ad un certo punto il fratello mediano si alza e va ad abbracciare il più piccolo che, non riuscendo a trattenere la commozione si mette a piangere ( io compresa mi sono messa a piangere).Da quel momento i rapporti tra i due fratelli sono notevolmente migliorati!abbraccio: Ancora una domanda: il più piccolo ci ha chiesto, non avendo ancora l’automobile, se lo portiamo sabato in montagna a raccogliere i sabina ( sono dei ginepri). Poiché vengo spesso rimproverata di esaudire le sue richieste gli ho detto di chiedere a suo fratello se volesse venire anche lui e mi ha risposto che il fratello non viene. Ora , come devo comportarmi per evitare di creare degli attriti, dal momento che ho il dubbio che non gli abbia chiesto di venire, nel qual caso l’altro ci rimarrebbe sicuramente male?martello.: |
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Dal post si arguisce che i figli in questione sono grandicelli... addirittura il più piccolo "non ha ancora l'auto", il che mi fa pensare che potrebbe quasi averla e che quindi se non è in età per guidare poco ci manca. La mia opinione è che non vanno difesi proprio, ma che si arrangino. Non si muore di offese. Se alla loro età non son buoni di sbrogliarsi un litigio, poco combinerano nel mondo no? Il che significa... non ha senso intervenire fino a che le offese o la litigata in qualche modo implichino te stessa direttamente... e in questo caso, si interviene per proteggere se stessi e non uno di loro (tipo: la piantate? andate a litigare fuori che non sopporto sto rumore), ma impedendo loro di correre da mammina alla loro età. Questo andrebbe fatto, sempre a mio avviso, anche con bimbi più piccoli, e l'intervento serve a comunicare quale è il limite di tolleranza di un litigio, superato il quale si interviene ma senza prendere parte, in quanto, se litigano, hanno entrambi responsabilità. Questo in generale... poi ci possono essere casi particolari, ma non all'età di cui parli. Per il secondo dubbio, non vedo nulla di male nel dire di si alla richiesta, se anche a te va bene di andare. Se però temi qualche doppio gioco io farei così: mi accerterei che l'abbia chiesto all'altro. Se è tutto vero bon, se invece non l'ha chiesto allora ti ha mentito per ottenere qualcosa che lui crede un vantaggio. In questo caso non va portato per nessun motivo. Quel che mi chiedo però è: non ti era venuta l'idea di chiedere all'altro se davvero glielo ha chiesto, dato che hai il dubbio? Forse sono stato un po' crudo in alcuni punti... in caso, sorry. |
Finalmente credo di aver capito il grosso sbaglio che continuavo a fare mettendomi sempre, o quasi sempre, in mezzo alle discussioni dei figli. Mi spiego meglio; mi sono abbastanza imparata a non intervenire quando loro stanno parlando, ma poi succedeva che uno dei due, indifferentemente l'uno o l'altro a seconda del caso, mi raccontava quello che dalla discussione l'aveva ferito.Ho sempre interpretato tale fatto come una richiesta non esplicita di aiuto con la speranza che se io avessi parlato con l'altro le cose si sarebbero sistemate. Ieri sera il fratello maggiore è riuscito a farmi vedere il fatto da un altro punto di vista, mi ha spiegato, e i fratelli presenti l'hanno confermato, che tali confessioni venivano fatte per un bisogno personale di condivisione, senza nessun altro motivo.Per me è stato veramente importante riuscire a capire tale punto di vista, in quanto prima non lo avevo mai preso in considerazione.martello.:
Speriamo che ciò mi aiuti ad essere più acuta, e pensare che asserisco sempre che bisogna riuscire a vedere le cose da più punti di vista!!!martello.: |
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