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La nostra psiche ha bisogno di panico per sentirsi piena ( e questo non lo capisco, non capisco il perchè abbia bisogno di ciò a meno che si nutra di quegli ormonii che produce la paura) quindi anche se io mi ci metto d'impegno siccome ne ha bisogno mi ci fa ritrovare dentro lo attira in modo che lei possa sentirsi piena. Quindi la psiche cerca la bellezza perchè è fonte di panico di cui si nutre. Per l'archetipo di Afrodite non so come la intendi da uomo, io posso solo pensare nel momento in cui la incarno cosa posso diventare, qualcosa che da potere piacere ma allo stesso tempo paura e terrore di perdere ciò ma anche di ciò che potrei fare. Booooh :C: |
ehm
non sò ma questa cosa che la psiche cerca la bellezza per nutrirsi del panico che produce suona e non suona...forse cerca il panico perchè ha bisogno di quella scossa che la può portare oltre ma allo stesso tempo non mi quadra.Nel senso che non può essere alla sola ricerca del panico.. E se cercassimo la bellezza in quanto riflesso della luce dello spirito? E in quanto tale percependo seppur di riflesso tale luce ci spaventiamo di tale forza, pur non conoscendola? :U Mai letto un altro splendido mito, quello di Amore e Psiche? Dove Psiche è tanto bella da diventare la Venere in terra e questa cosa urta talmente Venere che decide di condannarla a un terribile destino. Magari qui è OT ma varrebbe la pena raccontare anche questo :C: |
Non lo so Daf giro a vuoto pure io.
Allora cerco di guardare dentro di me vediamo che ne esce. Mamma mia quando faccio così poi vado OT. Allora vediamo. Quando mi innamoro di qualcosa è perchè in essa vengo risucchiata dalla sua bellezza, che possa essere un figlio, un tramonto, un uomo. Sono innamoramenti diversi, ma in tutti c'è una sospensione del pensiero in noi quell'attimo che ti fa mancare il fiato, che ti fa battere il cuore come non mai che ti fa sentire viva e partecipe della vita. Senti dentro un cambiamento in quegli attimi potresti fare cose che in altri momenti non saresti in grado di fare, una specie di esaltazione di carica di forza non saprei come altro dire, niente limiti. E' come se i tuoi motori andassero al massimo, senza nessun risparmio energetico. La paura e il terrore sono il dopo? Quando il tutto ridiscende al normale limite comune? Quando si ritorna in basso e si perde la bellezza che in quel momento provavamo? Allora la bellezza in quel momento era la nostra. Non so altro non mi viene. fiori.gif |
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Panico e paura vanno di pari passo. Aggiungerei che il panico proviene anche dallo smarrimento (o sradicamento) della propria realta' una volta che ci accostiamo al bello....realta' che poi andra' in qualche modo recuperata attraverso un'' ritorno'' con dolore, da qui in poi ci sara' in noi l'altro stato:quello della nostalgia del divino intravisto. Mai provato? |
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Un dialogo strano il tuo, limite mio per carità, ma non posso rispondere alla tua domanda visto che non ho inquadrato il tutto. :C: |
Gia' forse hai ragione, ma questo post ormai ha 5 pagine...e allora siccome sono pigro....
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Visto che a quanto pare il discorso bellezza-panico legato all'aforisma iniziale sta girando su se stesso, provo a proporre un'altra frase che può ampliare o semplicemente spostare il discorso, anche a seguito di alcune considerazioni di Dafne.
Bello non è bello che il tempo di guardarlo. Nobile è subito anche bello. Sono versi di Saffo e per me hanno una duplice valenza: il contenuto e la forma che lo veicola... forma di una bellezza che lascia stupiti (e fa presagire il panico) |
Ci riprovo usando altre forme.
Facciamo l'esempio di un aspirapolvere, poniamo che noi siamo l'aspirapolvere che ingurgita il mondo, il mondo delle impressioni, tra queste c'è la bellezza. La Magnificenza della Bellezza è quella che ci lascia senza fiato (lo diminuisce), nell'esempio la possiamo immaginare come un oggetto talmente grande (non rigido però, avete presente quando aspirate un tessuto che si mette di traverso?) che non passa per la bocchetta dell'aspiratore, se la cosa finisse così non potremmo assorbire questa bellezza. Ecco che subentra il panico (che se ci pensate ti toglie il respiro, cioè nell'esempio spegne un momento il motore dell'aspirapolvere) che di pari passo lavora con la paura di non saper accogliere quella Magnificenza. Una volta spenta l'aspirazione (a che aspiri? Le parole sono tutte "magicamente" collegate, è affascinante ed illuminante studiarle) ecco che che si riesce (non sempre dipende da molti altri fattori) a trovare il modo perchè il tessuto (trama, ordito, dell'universo, continuo a giocare con le parole) possa essere assorbito. Ecco anche perchè sopra dicevo che se una cosa è Magnifica, se la Bellezza è tale non può essere assorbita senza questi processi, in tal caso o noi abbiamo la bocchetta talmente grande da non percepire più quella cosa come bellezza o almeno non tanto magnifica, oppure è la bellezza non abbastanza grande da abbagliarci, o lontana da arrivare potente ma diluita (l'esempio del tramonto). o.t. Il discorso non è chiuso e neanche sta girando su se stesso finchè tutti non hanno compreso avendone la voglia.... e finchè essendoci questi che ne hanno la voglia quelli che hanno compreso (o almeno credono) non sono in grado di agevolare gli altri alla comprensione. Può darsi che sia il caso di lasciar sedimentare, ma liquidare la faccenda perchè se ne è parlato tanto è il fallimento di una prova con se stessi. |
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A me fa questo effetto: quando vedo la bellezza in un'opera d'arte o in una persona o nella natura, è tanto perfetta che non mi sembra reale, sembra un miracolo che va oltre l'umano, si prova come una vertigine e nello stesso tempo si vorrebbe fermare il tempo... |
Ok, pero prima di intervenire bisogna leggere quello che precede, anche se si tratta di 5 pag. o no?
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Quindi, Uno, si potrebbe anche dire che se ho paura a rispondere a questo thread, ma per me sento che è importante, la bellezza sta nel farlo? Grazie Uno per la pazienza. abbraccio: |
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Lo so che sembra la stessa cosa di quello che hai scritto tu o che potresti non esserti espressa come volevi, invece quello che hai scritto è ciò che vedi. |
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Il panico quindi lavora in un certo senso da "filtro"? Permette fermando la macchina di poter assorbire l'assorbibile poichè quel qualcosa di troppo grande non puo' passare completamente non potendolo reggere? Non mi è ben chiaro se "una volta fermata l'aspirazione" si riferisce all'azione immediata del panico sulla macchina (nell'esempio) o se "una volta fermata la macchina", si intende a lavoro finito (nell'esempio finisco di pulire il pavimento e spengo la macchina) . Quello che diceva Daf, sul possedere la bellezza qualche post sopra, e quando Stella dice "si vorrebbe fermare il tempo", è in un certo senso brama, il voler fermare , possedere qualcosa che non posso possedere.. (se così fosse anche se è Ot, mi sarebbero anche un po' più chiari i motivi che possono scatenare gli attacchi di panico, basta sostituire bellezza con vita, paura di vivere, che genera il panico, il non voler lasciare scorrere a causa di un eccessivo attaccamento...). e se si riuscisse a non voler possedere la bellezza, a quel punto cosa cambierebbe? Provo con un esempio.. incontro per la prima volta delle persone, un incontro a cui tengo tanto, il momento dell'incontro è bellissimo, forte e al tempo stesso spaventoso, tanto che poi ricordando (quel poco che mi è rimasto impresso di quei momenti), riesco a ritrovare anche se diluite le stesse emozioni. Significa che qualcosa (il tessuto) è passato e che il panico ha filtrato quel momento troppo bello ed intenso per me? La volta successiva che incontro le stesse persone, seppur l'incontro è molto bello ed emozionante proporzionalmente ho meno paura .. |
Si è vero panico e paura vanno di pari passo, insorge il panico nel momento di smarrimento, di perdita di "riferimenti" consueti. Quando ci si sente sradicati dalla propria realtà quando viviamo quell'intensa emozione di fronte al Bello, al Magnifico. Pare il tempo fermarsi come in quel brevissimo istante tra inspirazione e l'espirazione.
Il panico è perdita di riferimenti, di ragione, in quel momento ogni certezza cade e si rimane sospesi. Il desiderio di possedere la bellezza porta ad avvicinarsi ad essa, ma poi accade che la Bellezza sia troppa, si cerca di accettarla (farla a pezzetti) per possederla ma essa sfugge. La Bellezza fà paura perchè annulla. Ci si allontana quindi dalla bellezza ed insorge la nostalgia, il dolore dell'allontanamento perchè il seppur minimo ricordo di lei ci strazia per non averla vissuta totalmente, il non aver superato la paura di morire in Lei, di fonderci nella Bellezza. |
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Molta roba devo metabolizzarla meglio,ma una domanda nasce spontanea..con tutto quello che hai descritto su c'entra la messa a fuoco?l'incapacità di mantenere la concentrazione su noi e contemporaneamente sull'oggetto bellissimo?da qui il panico e quell' effetto potente che la bellezza procura.. :C: |
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:H
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Scusate se non ho multicitato..Io la vedo così,Afrodite sceglie Efeso perchè razionalmente (principio maschile)vuole delle qualità che lui ha,in più sicurezza,fiducia,stabilità..ma non essendo il suo opposto,avverte che qualcosa manca e lì entra in gioco la parte emotivo-istintiva (non sono sicura se entrambe ma se non lo scrivo,non posso essere corretta:H ),(principio femminile),che sceglie Ares,lo accoglie..cosa che non è successa con Efeso (probabilmente complementare)e dalla loro unione di opposti nasce la piccola Armonia.. Io Armonia la traduco con equilibrio,l'unione degli opposti la genera,qui come in ogni cosa..riuscire a conoscere,sopportare ed amare al tempo stesso ciò che percepiamo come non nostro,come staccato,come contrario anche se in realtà non lo è..genera armonia. :C: |
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