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Si passa in verita' da sforzo a soddisfazione da sforzo in un continuo saliscendi , non solo ma c'e' anche l'immaginazione della soddisfazione del dopo sforzo che ti spinge . E' un doping naturale . Insomma ci sono tanti modi in cui mente e corpo spingono al movimento finche' o la mente o il corpo non rinunciano a spingere perche' quello che si doveva realizzare e' stato realizzato ed allora.... |
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Hai descritto bene. Se fai dei passi e poi molli rimetterti in moto per tornare al punto dove hai mollato è uno sforzo maggiore che il primo perchè per andare dal punto di partenza a dove eri arrivata, ti occorre più carburante di quanto ne avevi per esseresempre in stasi. Ed ogni volta è così. Ma a quanto ne so non esiste un altro modo per fissare e non tornare mai più indietro che quello. Lo sforzo lo possiamo associare alla forza di volontà e alla scelta che ogni giorno facciamo. Infatti si dice che Dio aiuti gli uomini di buona volontà. Questa frase rivela tantissimo. |
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Beh intanto il lato meccanico, se c'è, avrà i suoi motivi. Insieme all'ego rappresenta sicuramente l'aspetto umano più bistrattato, e si sa che Gesù dalla pietra che fu scartata ne intagliò la Pietra angolare... Anche il lato meccanico ha una sua coscienza, coscienza meccanica ma che è quella che funziona meglio. A volte si confonde l'espressione "liberarsi dAlla meccanicità" con "liberarsi dElla meccanicità" (cioè sbarazzarsene) |
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Infatto non solo il dormiente dorme perché non è abituato ad essere sveglio, ma perché pensa che sia più comodo e meno faticoso... Che pelandrona, sfaticata($) |
Non ho mai letto Gurdijeff ma ho l'impulso di comprare qualche suo testo, secondo voi potrebbe tornarmi utile?
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L'utilità in ultima analisi credo dipenda poi da te... Cose interessanti ce ne sono, anche se abbozzate, giusto per farti venire l'appetito... Io ho iniziato da "frammenti di un insegnamento sconosciuto" e"la quarta via" di ouspensky. "Incontri con uomini straordinari" l'ho letto ma ancora non sono riuscito a coglierne bene il senso, è un'autobiografia interessante ma a livello più profondo non sono ancora riuscito ad andare.. |
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Anch'io ho iniziato con Frammenti di un insegnamento sconosciuto Compralo su Webster QUI e aiuterai Ermopoli ) di Ouspensky (e mi farà bene rileggerlo, per me era abbastanza ostico in certi punti), anche se non è direttamente di Gurdijeff, come introduzione serve sicuramente. [\Ot] |
Grazie ragazzi, ora lo prendo
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Ci ho provato.. ma non mi è sembrato che il tempo scorresse più piano in effetti, era solo più ... pieno.
Ho notato che la memoria di quella mattina (eh si, il pomeriggio ho ronfatoicon_mrgr: ) è presente tutt'ora, di norma non ricordo cosa faccio nello specifico. Continuavo a rimettermi in carreggiata mi ero messa un limite: le 11. Poi ho mollato la presa, una faticapiango.gif Il pomeriggio... boh, so che ho lavorato come sempre ma cos'ho fatto è un misterobooh.gif Ora sono in ferie.. provo a rimanere "sveglia" ma è come se lo fossi già di più.. forse faccio meno cose, di conseguenza faccio meno fatica a rimanere desta... O magari sto solo sognando di esserlo, tanta è la mia pigrizia mentale icon_mrgr: |
Ho un problema:
Coltivo ormai da anni una tecnica: la visualizzazione. Il mio problema attuale è che leggendo trovo spesso "boicottata" l'immaginazione.. Ho bisogno di capire che differenza corre per Gurdji & Co. tra visualizzazione ed immaginazione (se ce n'è una), immaginazione per me è visualizzazione, senza non riuscirei a visualizzare. Ma allora perché l'immaginazione è negativa? O quando diventa negativa? Secondo la quarta via allora è errato visualizzare? usare questa tecnica? |
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Per il discorso immaginazione, sono sulla stessa linea di Luke, è il fantasticare (non la fantasia) il problema, non l'immaginazione. Fantasticando la mente vaga per i fatti suoi e ci si perde. C'era un bel thread in proposito, vedo se lo ritrovo... :C: |
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Gurdjieff parla di emozioni negative e immaginazione; però credo che per immaginazione intenda lo scorrere incontrollato e indisciplinato dei pensieri come conseguenza del non avere un centro di gravità che ci permetta di pensare a volontà. L'immaginazione che intende è il 'sognare ad occhi aperti' caratteristico della coscienza 'di sonno'... |
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Appena si impara la tecnica l'utilizzo varia a seconda di cosa ti serve in quel momento. Rilassarti, guarire (tecniche per), prendere coscienza del corpo, della mente, sperimentare rimanendo inerti... Citazione:
La mia paura è di andare fuori strada.... Non so se risco a spiegarmimanata.gif |
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Le ipotesi che ho preso o mi han fatot prendere in cosiderazione sono che rinunciare alla meccanicità ci fa abbassare la corazza che ci siamo costruiti, oppure che mantenere una soglia di attenzione costante costa parecchia fatica, o almeno così sembra all'inizio, ed allora preferiamo mettere una sorta di pilota automatico meccanico. leggo.gif |
Per me c'è anche il fatto che se metti il pilota automatico puoi dormire e il tempo passa, non lo impieghi. Ma se scegli di restare attento tutto il tempo che riesci, poi sei responsabile del tempo in cui stai vivendo. Sei in qualche modo costretto a renderti conto di quello che stai facendo.
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Per dirla in altre parole, dormire, secondo le nostre comuni concezioni, ci fa credere di essere più liberi di scegliere, invece essere presenti ci fa percepire che siamo liberi entro certi termini. Il problema è decidere (questo ci è dato, anche se pur questo entro certi termini) se voler sognare di essere liberi al 100% ed in realtà esserlo all'1% oppure scegliere di vedere di essere liberi al 50%, allo stato attuale, ma poter decidere al 100% di quel 50% (scusate il gioco di parole con le percentuali ma è il modo più preciso che ho per dire queste cose). Solo prendere atto di questa cosa (non solo con la ragione, tutto il nostro essere deve sentirlo) ci può far propendere verso la vera libertà. |
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La visualizzazione, che sia attiva o passiva, può essere la conseguenza sia dell'immaginazione (anche questa attiva o passiva) o del fantasticare. Se devi fare un lavoro e ti immagini (e visualizzi) come lo vuoi vedere finito non c'è nulla di male, anzi ti orienterà verso il risultato. Se sogni (anche da sveglia) tutti i giorni quel tal risultato che desideri ma non muovi un dito è un male, ti creerà frustrazioni, ti consumerà energia etc... per quanto tu lo visualizzi fosse pure attivamente. Al contrario, saper usare (cosa molto ma molto difficile) immaginazione e visualizzazione passiva ma in cui c'è sempre un Io (diciamo così, oppure un Se forse meglio) che fa una richiesta e che tiene un orientamento della direzione può essere molto proficuo. Purtroppo è molto facile credere di immaginare passivamente quando invece si fantastica etc.. Comunque, siccome l'argomento è vasto (e questo che ho scritto sopra potrà essere comprensibile solo a chi ha una minima idea di come funziona) ritengo sia meglio riprenderlo a parte. |
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Essere presenti, non fantasticare, magari da una bella botta all'inizio, perchè si restringono di parecchio le prospettive, i sogni di gloria cessano di esistere,dovremmo dare una bella sfoltita, ma si può essere più operativi sul serio, concretamente. |
Quindi l'immaginazione deve avere una componente realistica, ed il fantasticare ha una componente impossibile da raggiungere?
Cioè se si immagina per esempio di avere un corpo più magro, e si pianifica una dieta ed un attività fisica, è immaginazione. Se si sogna di accoppiarsi con il divo o la diva di turno è fantasticheria. La differenza sta quindi sulla possibilità/impossibilità dell'obbiettivo? |
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Se visulizzi fantastichi o immagini ed in entrambi i casi è sbagliato. |
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Penso che ciò che in Gurdjieff viene definito immaginazione sia in realtà inteso nel senso di fantasticare, una cosa passiva insomma, che è quel che può fare l'uomo in condizioni di meccanicità, l'immaginazione "vera", già presuppone dei miglioramenti, dei cambiamenti già ottenuti alivello di ricordo di sè, consapevolezza, riduzione dei piccoli io ecc |
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