Ermopoli

Ermopoli (https://ermopoli.it/portale/index.php)
-   Tradizioni Spirituali ed Esoteriche (https://ermopoli.it/portale/forumdisplay.php?f=83)
-   -   Opera al nero. (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=4663)

nikelise 22-02-2010 11.29.38

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80910)
Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.

Ma la sofferenza che e' senz'altro implicita alla condizione della materia e' una condizione uno stato dai quali uscire mentre il fuoco sembra essere qualcosa di piu' un'energia superiore a cui attingere.
Tanto e' vero che c'e' chi soffre e continua a soffrire senza mai smettere anzi mantenendo questa condizione che gli garantisce l'inerzia .

Kael 22-02-2010 11.59.10

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80909)
E nella metafora a cosa corrisponde il fuoco cos'e' e come lo si usa senza bruciare il corpo .

Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

griselda 22-02-2010 12.02.49

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80915)
Ma la sofferenza che e' senz'altro implicita alla condizione della materia e' una condizione uno stato dai quali uscire mentre il fuoco sembra essere qualcosa di piu' un'energia superiore a cui attingere.
Tanto e' vero che c'e' chi soffre e continua a soffrire senza mai smettere anzi mantenendo questa condizione che gli garantisce l'inerzia .

Beh c'è una bella differenza tra sofferenza volontaria tramite l'osservazione, da cui non si tenta di scappare e l'altra quella delle vicessitudini della vita, da cui invece si tende e tenta di sfuggire in ogni modo. E' sempre sofferenza ma il movimento nostro è diverso in uno c'è l'accoglimento e la stasi potrei definirle mentre nell'altra il movimento e la fuga. Oltre alla scelta nel primo caso si sceglie nel secondo si subisce.

griselda 22-02-2010 12.05.39

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80916)
Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

Sul libretto che sto terminando di leggere di Jung si legge che il Fuoco degli Alchimisti è il Mana, quindi il Chi di cui abbiamo parlanto altrove in forum.

Kael 22-02-2010 12.15.29

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80918)
Sul libretto che sto terminando di leggere di Jung si legge che il Fuoco degli Alchimisti è il Mana, quindi il Chi di cui abbiamo parlanto altrove in forum.

Si... o Energia, Spirito... ma sarebbe meglio continuare nell'altro thread...

nikelise 22-02-2010 12.32.49

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80916)
Il fuoco è quello sacro, "fuoco segreto" degli alchimisti, che per svariati motivi può accendersi all'interno di un individuo. Ne abbiamo parlato qui, la discussione comunque non è finita e si potrebbe continuare...

Ho letto mooolto velocemente il 3d e mi pare che , anche in modo esplicito , Uno abbia voluto descrivere piu' gli effetti del sacro fuoco che le cause .
Accenna alle cause per dire il vero qua e la' accompagnando quello che hanno detto gli altri di proposito lasciando che ciascuno parli del suo punto di vista ma non credo che si sia mai riferito all'elemento calore come causa ma sempre quale effetto anche fisico di qualche cosa d'altro.
Mi pare almeno .

Hai ragione pero' sarebbe meglio parlarne li'.

nikelise 22-02-2010 13.37.23

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80917)
Beh c'è una bella differenza tra sofferenza volontaria tramite l'osservazione, da cui non si tenta di scappare e l'altra quella delle vicessitudini della vita, da cui invece si tende e tenta di sfuggire in ogni modo. E' sempre sofferenza ma il movimento nostro è diverso in uno c'è l'accoglimento e la stasi potrei definirle mentre nell'altra il movimento e la fuga. Oltre alla scelta nel primo caso si sceglie nel secondo si subisce.

Ma l'opera al nero e' tutta una sofferenza vera , mi sembra , dove di volontario non so se ce n'e' molto .
Mi pare che tu descriva piu' la fase successiva o un pezzo della fase successiva quando l'osservazione gia' allevia la sofferenza cosi' come l'emersione delle immagini dall'inconscio gia' tranquillizzano chi e' affetto dalla nevrosi.

Sole 22-02-2010 19.59.46

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 80923)
Ma l'opera al nero e' tutta una sofferenza vera , mi sembra , dove di volontario non so se ce n'e' molto .

Si usa dire "fare il Nero" o "essere nel Nero" ma se non fosse volontario non si potrebbe ne fare ne essere dentro qualcosa, se si capisce cosa intendo. Per come l'ho capito io il Nero è un atto di volontà verso la ricerca di se stessi. Si può evitare di guardare in faccia i proprio demoni, è lo standard comune, ma farlo vuol dire aver deciso volontariamente.

Ray 23-02-2010 19.24.47

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 80907)
La stessa cosa vale anche per separare dal mercurio le sue parti più fecciose ed immonde. Sottoposto ad un fuoco lievemente più alto, esso sublima lasciando sul fondo del vaso la parti più grossolane ed impure, ed in seguito a ripetute operazioni, amministrando il grado di fuoco, si spoglierà sempre più dei suoi abiti terrestri per indossarne altri più consoni alla sua natura, assolutamente più splendenti e spirituali.
Trasportando nell'umano, questa terrosità è il vero e proprio nero di chi comincia... Anche questa è una causa di corruzione che non ci permette di essere realmente noi stessi, può chiamarsi in vari modi, avarizia, pigrizia, gola... (i 7 nani insomma icon_mrgr: ) anche se al momento non credo saprei darne una definizione esatta, non penso infatti si limiti solo ai vizi, per cui eventuali aiuti sarebbero graditi...

In una parola, attaccamento. Anche se non è detto che con questa parola possiamo inglobare tutto il concetto di terrosità del mercurio, ne è certamente una parte fondamentale.
Il mercurio ha capacità di aderire... un po' a tutto, ossia di sotto e di sopra, infatti è polarizzato. Attira e si insinua. Credo sia in questo modo che acquista la sua "terrosità"... il che fa anche si che una volta purificato si debba continuare a vigilare, ed eventualmente a purificare, dato che non perde la capacità di aderire. Purificato andrebbe isolato immagino.

Kael 25-02-2010 01.35.34

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 80964)
In una parola, attaccamento. Anche se non è detto che con questa parola possiamo inglobare tutto il concetto di terrosità del mercurio, ne è certamente una parte fondamentale.
Il mercurio ha capacità di aderire... un po' a tutto, ossia di sotto e di sopra, infatti è polarizzato. Attira e si insinua. Credo sia in questo modo che acquista la sua "terrosità"... il che fa anche si che una volta purificato si debba continuare a vigilare, ed eventualmente a purificare, dato che non perde la capacità di aderire. Purificato andrebbe isolato immagino.

Si, attaccamento, anche se questa è più una proprietà del mercurio che della terrosità in sè.
Comunque per "lavare" il mercurio, per purificarlo, bisogna appunto staccarlo da tutta la fecciosità e terrosità che lo ricopre. E qui, analizzando quello che avviene nell'opera materiale, si possono avere importanti aiuti anche per quello che riguarda l'opera interna.
Per "staccarsi" dalle impurità di questo mondo infatti, molte persone sono tentate a fuggire il male e ritirarsi unicamente nel bene.
La sublimazione che avviene nel vaso alchemico invece insegna a fare esattamente l'inverso. Paradosso che sfida la logica più ferrea. Per l'assioma che il simile attira il simile, è proprio nella sua propria terra che il mercurio si pulisce. Il vaso, con un collo molto lungo, fa sì che ad un certa altezza il mercurio sublimato si raffreddi, e torni a scendere. Nella prima sublimazione ha perso solo una parte di terra, la più grossolana, e per perdere il resto dovrà circolare nel vaso molte volte, ogni volta ripassando in quella terrosità che ha lasciato, la quale attirerà la terra più sottile che ancora si porta dietro, così che ad ogni passaggio ne esca sempre più purificato. Banalmente, potrei dire che il processo assomiglia a quando togliamo del chewing-gum appiccicato sul tappeto.... usando altro chewing-gum.
Ne deriva insomma che è proprio nel nero che ci si pulisce del nero, e dimostra quanto sia vano credere il contrario e sperare che basti ritirarsi in una bolla di pace luce e amore... (anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Ray 25-02-2010 01.39.48

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81029)
(anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Non potrebbe accendersi...

griselda 25-02-2010 09.07.07

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81029)
Si, attaccamento, anche se questa è più una proprietà del mercurio che della terrosità in sè.
Comunque per "lavare" il mercurio, per purificarlo, bisogna appunto staccarlo da tutta la fecciosità e terrosità che lo ricopre. E qui, analizzando quello che avviene nell'opera materiale, si possono avere importanti aiuti anche per quello che riguarda l'opera interna.
Per "staccarsi" dalle impurità di questo mondo infatti, molte persone sono tentate a fuggire il male e ritirarsi unicamente nel bene.
La sublimazione che avviene nel vaso alchemico invece insegna a fare esattamente l'inverso. Paradosso che sfida la logica più ferrea. Per l'assioma che il simile attira il simile, è proprio nella sua propria terra che il mercurio si pulisce. Il vaso, con un collo molto lungo, fa sì che ad un certa altezza il mercurio sublimato si raffreddi, e torni a scendere. Nella prima sublimazione ha perso solo una parte di terra, la più grossolana, e per perdere il resto dovrà circolare nel vaso molte volte, ogni volta ripassando in quella terrosità che ha lasciato, la quale attirerà la terra più sottile che ancora si porta dietro, così che ad ogni passaggio ne esca sempre più purificato. Banalmente, potrei dire che il processo assomiglia a quando togliamo del chewing-gum appiccicato sul tappeto.... usando altro chewing-gum.
Ne deriva insomma che è proprio nel nero che ci si pulisce del nero, e dimostra quanto sia vano credere il contrario e sperare che basti ritirarsi in una bolla di pace luce e amore... (anche perchè, parlando di quel fuoco che è alla base del processo, non potrebbe esistere in assenza di una delle due grandi forze antagoniste, che smetterebbero così di fare attrito fra loro)

Ti domando scusa ma io non so parlare la lingua alchemica, per cui spero vada bene ugualmente usare altri termini.
Sono un po' confusa adesso allora vorrei scrivere per chiarirmi.
Inizialmente pensavo che dovesse nascere il figlio prodigo.
Perchè se non cadi sul fondo non tenti di rialzarti.
Poi però, per esperienza ho visto che non basta.
A questo punto punto quello che ancora esiste non si deve evitare, ma affrontare e vivere ma nella bolla? Per bruciare il superfluo e quindi raffinare il carburante che tiene acceso il fuoco?
Ho avuto una visione mentalmente di questo, vedevo l'energia che entra in noi e si ferma nella prima sfera sessuale, poi emotiva e sale a quella intellettuale ma deve subire una sorta di raffinazione per poter salire al cuore, perchè così com'è non farebbe funzionare quel plesso.
Elloso quando si dorme si sogna, lo dice sempre anche una mia amica.icon_mrgr:
Se ho detto cavolate dimmelo se no come faccio a saperlo?

Falketta 25-02-2010 10.36.02

L'approccio alchemico è totalmente nuovo per me... leggo.gif
A me, da profana, la spiegazione di Kael fa pensare a quando, sui nostri aspetti un pò così... diciamo "malaticci", nei quali volentieri indugiamo, passiamo e ripassiamo e continuiamo a lavorarci con sempre maggiore lucidità, senza reprimere nulla e senza volerci imprigionare in una nuova prigione mentale fatta di "ora che sono che sono diventata consapevole sono tanto buona e pulita icon_mrgr: "
Intuisco che comunque c'è di più

Kael 26-02-2010 00.50.02

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 81034)
Ti domando scusa ma io non so parlare la lingua alchemica, per cui spero vada bene ugualmente usare altri termini.
Sono un po' confusa adesso allora vorrei scrivere per chiarirmi.
Inizialmente pensavo che dovesse nascere il figlio prodigo.
Perchè se non cadi sul fondo non tenti di rialzarti.
Poi però, per esperienza ho visto che non basta.
A questo punto punto quello che ancora esiste non si deve evitare, ma affrontare e vivere ma nella bolla? Per bruciare il superfluo e quindi raffinare il carburante che tiene acceso il fuoco?
Ho avuto una visione mentalmente di questo, vedevo l'energia che entra in noi e si ferma nella prima sfera sessuale, poi emotiva e sale a quella intellettuale ma deve subire una sorta di raffinazione per poter salire al cuore, perchè così com'è non farebbe funzionare quel plesso.
Elloso quando si dorme si sogna, lo dice sempre anche una mia amica.icon_mrgr:
Se ho detto cavolate dimmelo se no come faccio a saperlo?

Non sono sicuro di aver capito tutto quello che hai scritto. Ad ogni modo, il bambino non nasce che alla fine del nero, quando cioè, terminata la "notte buia dell'anima", non arriva la Santa Stella a rischiarare le tenebre e ad annunciare la nascita del Salvatore. Salvatore che poi dovrà morire e resuscitare a nuova vita, ma naturalmente questo è ben più avanti e non ci interessa in questa fase.

Io stavo descrivendo le operazioni preparatorie, vale a dire lavorare sulla propria infiammabilità e sul proprio attaccamento. Queste sono le nostre principali cause di corruzione, per le quali perdiamo continuamente la testa e ricadiamo nel sonno. In una parola... ci impediscono di avvicinarci a quello che dovrebbe essere un Uomo.
E finchè zolfo e mercurio non sono preparati in questo modo, cioè purificati e resi adatti all'opera, non potranno generare nessun salvatore, ma piuttosto un aborto.

griselda 26-02-2010 01.03.30

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81053)
Non sono sicuro di aver capito tutto quello che hai scritto. Ad ogni modo, il bambino non nasce che alla fine del nero, quando cioè, terminata la "notte buia dell'anima", non arriva la Santa Stella a rischiarare le tenebre e ad annunciare la nascita del Salvatore. Salvatore che poi dovrà morire e resuscitare a nuova vita, ma naturalmente questo è ben più avanti e non ci interessa in questa fase.

Io stavo descrivendo le operazioni preparatorie, vale a dire lavorare sulla propria infiammabilità e sul proprio attaccamento. Queste sono le nostre principali cause di corruzione, per le quali perdiamo continuamente la testa e ricadiamo nel sonno. In una parola... ci impediscono di avvicinarci a quello che dovrebbe essere un Uomo.
E finchè zolfo e mercurio non sono preparati in questo modo, cioè purificati e resi adatti all'opera, non potranno generare nessun salvatore, ma piuttosto un aborto.

Andiamo bene sembriamo non parlarmi non ti sento rido1.gif
Questo è il motivo per cui l'Alchimia non l'ho mai approndita ci posso vedere quello che voglio io piango.gif
Grazie ugualmente Kael abbraccio:

Kael 26-02-2010 01.25.13

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 81057)
Questo è il motivo per cui l'Alchimia non l'ho mai approndita ci posso vedere quello che voglio io piango.gif

Se non l'hai mai approfondita come sai che non la capiresti? :)

griselda 26-02-2010 09.48.24

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 81062)
Se non l'hai mai approfondita come sai che non la capiresti? :)

Troppo pigra credo.
Comunque rimango in ascolto continuando a leggerti, chissà mai che migliorando....
abbraccio:

luke 26-02-2010 12.19.44

Ma come si sta, in concreto , durante l'opera al nero?
Personalmente la immagino, almeno nella sua fase più intensa, come un periodo in cui si è cupi, si ha voglia di solitudine per dedicarsi completamente al lavoro su noi stessi, spinti però da un anelito forte a proseguire, a dirottare tutte le energie su ciò che stiamo facendo, perchè altrimenti si rischia di trasformare l'opera in una specie di crisi depressiva, di pessimismo cosmico da cui diventa difficile uscire.

stella 27-02-2010 17.01.02

Gli alchimisti sostengono che l'opera al nero dura quaranta giorni, proprio come la Quaresima.
In questa discesa dentro se se stessi credo che debba avvenire un processo come di rimescolamento di tutto ciò che abbiamo dentro, e farlo putrefare, non mi piace questa parola ma dovrebbe essere così, perchè solo dalla morte e dal disfacimento di ciò che pensiamo di essere può nascere qualcosa di nuovo, prendendo anche da quegli elementi inconsci, il nostro nero, che coscientemente ignoriamo e tendiamo a scartare, perchè in potenza dovremmo avere tutto ciò che serve alla nostra realizzazione.
In pratica lasciare andare le nostre certezze e ciò che ci rende gli individui che siamo, come se non avessimo nulla da perdere, e lasciarle decantare insieme alle nostre cose che riteniamo negative, e osservando tutto ciò con un certo distacco forse riusciremo a individuare la nostra energia primitiva, libera di tutto ciò che la incanalava in tante cose non veramente utili a noi stessi.
E' un processo doloroso di rinuncia ma anche di liberazione perchè non avendo più nulla che ci lega e ci trattiene possiamo rinascere individui nuovi.
Il guaio è che quando siamo in una posizione in cui non ci va di perdere nulla di ciò che abbiamo realizzato, l'opera al nero non si può compiere appunto perchè restando aggrappati a ciò che siamo ci precludiamo un passo successivo.
Penso anche che dovremmo tenere un certo distacco da ciò che siamo, come se ci vedessimo dal di fuori, e anche un certo equilibrio per non precipitare nella depressione o nel suo opposto.
Il digiuno serve a disintossicare il corpo fisico, l'opera al nero fatta in questo modo a liberarci interiormente, se tutto questo avviene nella bolla le nostre energie sono sempre alla nostra portata ma solo ricombinate in maniera diversa, questa almeno è la mia opinione.

Uno 27-02-2010 18.19.05

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 81098)
Gli alchimisti sostengono che l'opera al nero dura quaranta giorni, proprio come la Quaresima.

E chi sono questi alchimisti che sostengono questa cosa?
Chiedo subito se mi accettano come allievo.

Uno 27-02-2010 18.23.28

Citazione:

Originalmente inviato da luke (Messaggio 81073)
Ma come si sta, in concreto , durante l'opera al nero?

Per una buona parte del tempo te la fai sotto.
Una fifa nera (nera non per nulla).

stella 27-02-2010 18.56.50

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 81101)
E chi sono questi alchimisti che sostengono questa cosa?
Chiedo subito se mi accettano come allievo.

Sinceramente non lo so, è una cosa che ho letto e che ho fatta mia, ritenendola soprattutto simbolica ma anche no....
Per dire la verità, quello che so l'ho letto di mio e soprattutto l'ho imparato qui, comunque accostare l'Opera al nero interiore ai quaranta giorni nel deserto digiunando e facendo emergere i propri demoni per farli decomporre con tutto il resto è come morire al mondo per poi riemergere, l'accostamento non mi sembra improprio.
C'è stato un periodo nella mia vita che è durato più di quaranta giorni, ma anni, in cui letteralmente più nero del nero non poteva essere, e più in fondo del fondo nemmeno, da cui sono riuscita ad emergere con nuove energie dopo essere stata imprigionata in questo stato, è proprio vero quello che scrive Kael più su, il nero ha bisogno del nero per purificarsi.....

Falketta 27-02-2010 20.54.05

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 80910)
Credo sia la sofferenza, quando osservi te stesso bruciare sull'ara del sacrificio senza fare nulla, dovresti ringraziare Dio dell'opportunità di aver un "agnello" da sacrificare in Suo nome.

Grii... potresti spiegare meglio? Davvero, non capisco fiori.gif

Kael 27-02-2010 20.57.16

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 81098)
Gli alchimisti sostengono che l'opera al nero dura quaranta giorni, proprio come la Quaresima.

E' vero ma in parte. Solo la fase cruciale dura 40 giorni, quella in cui nel vaso la sostanza putrefà totalmente e inizia a ribollire nel proprio fermento, ma tenendo conto dello studio, della preparazione dei corpi e di tutte le operazioni iniziali, il Nero dura parecchi mesi (per chi sa già cosa fare) mentre arriva ad anni o pure decenni (o pure mai) per chi inizia.

Uno 27-02-2010 21.26.41

Ho la mia parte di colpa. Il tentativo di descrivere ciò che non è descrivibile, senz'altro non con qualche 3d, banalizza l'argomento agli occhi di chi non espande la ricerca (non mi riferisco a te Stella, però da certi piccoli particolari capisco che c'è ancora parecchia confusione).
Ma se lo dico all'amica che mi ha proposto di scrivere dei bignami.... boccaccia:

Ok l'Opera al Nero potrebbe durare anche soli 40 giorni, ma non è così scontato ne comune, anzi....

Quello che ora più mi interessa dire è di non scambiare la purificazione e l'Opera al Nero con un periodo/metodo che ci fa annichilire il male.
Sconfiggere il male non significa disintegrarlo, questo è impossibile, come è impossibile far uscire alla luce le ombre, non sarebbero più ombre.
Nell'Opera l'Alchimista purifica e divide le materie (una per volta) e questo nell'Opera al Nero non può far altro che evidenziare la parte oscura (e meno metaforicamente la materia che pur esistendo non vediamo di solito) che solitamente non percepiamo. Normalmente è mescolata talmente bene nella nostra vita che per alcuni non esiste neanche. Quello che nel detto Cattolico si dice del Diavolo: "il suo potere più grande è farci credere di non esistere".
Quando abbiamo potere su qualcosa? Quando la conosciamo.

Però, posso dire di conoscere una tigre se vado a vederla allo zoo? No, neanche se entro dentro la gabbia.

Quindi quando lavoriamo con il Nero (che implicitamente significa lavorare anche con il bianco, però per "sottrazione") non lo portiamo alla luce, dobbiamo vederlo lavorare come più gli aggrada.
Il nostro sconfiggerlo è solo prenderne il sopra--vento (so chi è e dove è e mi posiziono in modo che non possa nuocermi, ostacolarmi etc.. al limite lo posso pure sfruttare se sono esperto)

Come dicevo sopra questo spaventa.... si passano momenti di vero e proprio terrore (l'etimologia moderna si è persa dei pezzi per strada, ma nel terrore attraverso il tremore dell'anima e del corpo si attua quella vibrazione che separa il grano dal loglio, per usare una metafora Cristiana, ma anche chimicamente nonchè alchemicamente ogni reazione abbisogna della sua giusta vibrazione: discorso che approfondiremo).
C'è anche la sofferenza, si, ma da sola non basta.

(non ci sono solo sofferenza e paura in un percorso interiore, ci sono anche amore, gioia etc.. ma chi vede solo quest'ultimi è come uno che andasse alle scuole medie senza aver fatto le elementari)


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 23.04.59.

Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271