Detto così sembra che abbia le stesse possibilità di trovare l'anima gemella, ma invece le violenze sono molto ma molto più frequenti.
Non dico che non sono d'accordo col tuo discorso Uno, non trovo corrispondenza con la tua affermazione ogni violentatore ha una vittima designata, ogni vittima ha il suo violentatore. Credo che gli esempi cha hai dato tu distinguendoli in vari tipi di violentatore possano essere raggruppati in un unico essere e che il violentatore più comune sia questo. Vado a spiegarmi meglio... E' un po' come l'alcool, diventa un bisogno, magari all'inizio ricerchi il vino più buono (raccontandotela), poi cercherai anche il cartone avanzato da 10 giorni... Può esserci la prima vittima designata, ricercata e lì effettivamente trova corrispondenza la tua affermazione, ma poi "tut fa brodo"... Ma ho capito il concetto minigonna si/minigonna no:) |
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Edit: ma per essere chiari, è una condizione meno probabile della selezione |
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Volevo chiedere se si può anche dire altrimenti che ogni violentatore si vuole vendicare in qualche modo di quel dolore provato? Come se volesse liberarsene sempre inconsciamente usa il sesso per far del male a quell'immagine di chi gliene ha fatto nel suo passato? Che tipo di violenze generano un violentatore? Non tutti i violentaori vengono stuprati come dici anche tu. Uno che violenta un piccolo lo è stato ma uno che violenta una ragazza? Non deriva da una violenza fisica quindi ? Quello che ha attirato il mio credo sia stata la mia spregiudicatezza apparente per via della troppa libertà. Ma potrebbe anche c'entare il trasfert perchè io non ho mai fatto violenza su nessuno fiscamente ma nemmeno mi è mai passato per la testa. Ma poi sono stata attirata da tutte quelle persone su cui proiettavo il mio dolore, perchè se le vedevo bisognose (la chiamavo sindrome della crocerossina) ed era diventato un modo per scappare dal mio dolore credo. (poi erano tutte persone prepotenti ed egoiste) Ma voglio capire se mi è rimasta addosso la violenza nelle psiche che non voglio perpetrare a mia insaputa o rimediare se l'ho fatto. Come faccio a capirlo visto che non sono consapevole? |
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grazie:C: |
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D'altronde che il sesso sia inizialmente doloroso è invece esperienza di molti... per molte donne il primo rapporto è inizialmente doloroso e può metterci anche qualche minuto a diventare piacevole. Poi la ripetizione... corpo e mente imparano a far prima. Dolore settoriale, se ho capito bene cosa intende, è un dolore confinato in una zona della psiche... può essere un ambito, un rapporto o altro. Essendo confinato resta in loop con certi meccanismi (compensatori e non) ed è sia più difficle da essere lavorato che più tormentoso e pungente, come una spina in un'unghia del piede, ma a differenza di un taglio nel braccio non si espande per tutto l'arto. |
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Grazie Ray, adesso è più chiaro, tra l'altro Uno diceva che queste persone difficilmente vedono il problema, dunque agisce in loop senza la possibilità di lavorarlo, a meno di non volersi disintossicare , sempre parlando per analogia dell'alcolizzato... |
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Forse un miglioramento c'è nel momento che razionalizzano il male che fanno all'altro.. Non so.. ogni tanto penso di arrivarci vicino ma poi trovo tutto così... schifoso e non riesco ad andare oltre, non riesco ad immedesimarmi, mi sento sporca quando ci provo, come se il cercare di mettersi nei panni di (cosa che come sapete faccio spesso spessoicon_mrgr: e mi ci godo un sacco) mi ponga vicino ad una idea di vita che non voglio minimamente prendere in considerazione. E mi vengono i brividi.. |
Non me la sento di riaprire ex-novo l'argomento perchè c'è moltissimo da elaborare qui e perchè sono un pò a corto di risorse per fare lo sforzo di navigare da sola.
Ho colto nel discorso il concetto che la parte "violentabile" nell'essere umano sia quella femminile, indipendentemente se si parli di maschio o femmina. La parte maschile è per sua natura aggressiva, quando per aggressivo s'intende la necessità di movimento. La parte femminile acccoglie la parte maschile difende -offende. Mi stò chiedendo se quel mettersi in condizioni più a rischio sia anche una situazione in cui il proprio maschile è, come dire, un pò poco presente. Poi si subisce la violenza e la parte femminile percependo la mancanza di difesa si maschilizza" (vabbeh) generando atteggiamenti di difesa aggressiva che poi sfociano alle volte in altra violenza. Violenza genera violenza..diceva un saggio... Allo stesso tempo si rifiuta di vederla, moltissime donne picchiate o violentate marciscono nella vasca del "te lo sei cercata" cosa che a volte si dicono con maggior forza di quelli che le stanno intorno. Il discorso di Uno sul dolore settoriale mi ha colpita, un dolore che si riesce a scaricare solo con la violenza. Ma una volta scaricato cosa resta all'altro? Perchè qualcosa resta per forza. Una forma di violenza che la psiche non riesce a digerire può essere? Il rigirarla su altri può essere l'incapacità di gestirla e il bisogno di liberarsene? Si complica ulteriormente quando per evitare di averci a che fare si arriva a giustificarlo. Ho una follia che mi gira per la testa e cioè che essendo incapaci, o meglio, ritenedoci incapaci di usare violenza ad altri quando la subiamo e ci sentiasmo colpevoli per non averla bloccata arriviamo a violentare gli altri (non necessariamente fisicamente) come per dire..eh se non ce la faccio io a reggere non poteva neanche quello/a...osti par quasi un cercare una giustificazione stà cosa..non sò ($) mi ci stò immedesimando troppo mi sà. |
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e accettarne le conseguenze, tipo: se hai una minigonna non ti fanno entrare in chiesa, oppure ti guarderanno le gambe. se vuoi entrare in chiesa, se non vuoi gli sguardi sulle gambe, è un tuo problema. se non ti interessa entrare in chiesa e non ti infastidiscono gli sguardi, vai serena. se io non riesco a capire che una che va in giro in minigonna è tenuta ad accettare il mio sguardo e SOLO quello, è un mio problema. e se non riesco a risolverlo, e' un problema grave. |
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Quello che muove la violenza comunque non è di per sè la minigonna, altrimenti la aboliremmo e avremmo un paradiso terreste.. Ps me l'ha postato quando ero ancora all'inizio del mio scrivere, ne deduco che è meglio che rispondo con più calma..ahhah |
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3D appena sono arrivata al post in cui si parla del dolore settoriale, che avevo rimossso, mi risalita la nausea. Però le diverse allusioni di Uno all'alcolismo (cosa che nella vita non ho mai avuto come problema) mi ha ampliato la nausea, evidenziando che c'è qualcosa di importate di cui prendere coscienza. La prima cosa che mi domando è se avviene come per tutte le reazioni, le avversioni che dopo aver subito un trauma qualunque attuano quella specie di reazione registrata come pericolosa dalla quale difendersi ed accendono in automatico il programma di autodifesa? Cioè come se fossi stata ipnotizzata ed il messaggio fosse ad esempio: -ogni volta che vedi una persona che si accende una sigaretta, tu avrai questa reazione andrai verso di lei, e gliela strapparai della mani e gettandola a terra.- E' da tanto che cerco di cavare il famoso ragno dal buco cercando di capire la violenza subita dove è andata a nascondersi in quale anfratto? E non è la prima volta che mi sento dire all'altro: - mi fai sentire violentata.- Come se quella persona mi collegasse con l'esperienza subita. nonso.gif piango.gifnonso.gif Mi sono anche resa conto che ancora mi da noia, anzi mi da proprio fastidio che qualcuno possa pensare e ancora peggio dire che me la sono cercata. Il che vuol dire che non l'ho mai digerita? Oggi rileggendo ci ho ripensato... Allora ero una ragazza che voleva essere libera dai condizionamenti (ahahah risata è isterica) non volevo essere ne ipocrita ne repressa, in poche parole non volevo essere come gli adulti che vedevo attorno a me tristi e senza vita piango.gif rifiutavo le regole che imponevano perchè rifiutavo il loro modo assurdo di vivere. In più credevo di essere forte, di essere intelligente, e peggio di non aver paura di niente. Era solo incoscienza. Beh credo che quella parte lì abbia preso una tal botta.... Il mio maschile, quello che avrebbe dovuto difendermi è rimasto traumatizzato, frustrato, castrato, congelato dalla paura e dall'umiliazione, tanto che piano, piano esperienza dopo esperienza è quasi sparito? Per tornar fuori solo ( a mia insaputa) per vendicarsi dell'onta subita ogni qualvolta qualcuno gli fa riprovare quell'emozioni vissute quella mattina di fine settembre? Riversando su di questi ignari personaggi l'interpretazione di un ruolo che non è loro? |
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