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Non bastano 6 wikipedia, solo per la parte teorica/filosofica di cui stiamo parlando Ci torneremo, continueremo etc.. |
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Il cavallo da domare è veramente un ottimo esempio. Fra l'altro, vado a intuito non conosco l'etimologia, il verbo domare può avere attinenza con domus, per cui "portarlo dentro casa, addomesticarlo"
Gli animali comunque, più di qualsiasi altra cosa, percepiscono la paura. La fiutano lontano un miglio. Fai vedere ad un animale feroce il minimo segno di debolezza e sei spacciato... (questo vale anche per ambienti altamente competitivi in ambito umano, ma vabbè icon_mrgr: ) Non ho mai domato un cavallo realmente, ma so che il primo passo è fronteggiarlo. Continuare a seguire i suoi movimenti in modo che il suo muso sia sempre di fronte al nostro. Non si deve interrompere il contatto visivo. E piano piano avvicinarglisi, fino a mettergli le briglie. Solo allora si può tentare la monta, il cavallo reagirà, scalcerà, ma se ci sente fermi, decisi, dominanti, piano piano si lascerà domare. Un'altra cosa. Da quel momento il cavallo diventa nostro, e ce ne dobbiamo assumere interamente la resposabilità. Significa l'impegno di dargli da mangiare ogni giorno, di strigliarlo, di portarlo in giro e di nutrirlo. Non è un oggetto che possiamo lasciare chiuso in stalla per mesi e pretendere che risponda ai nostri comandi solo quando lo vogliamo noi. E' un essere vivente che ci offre i suoi servigi in cambio però delle giuste condizioni.... |
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l'avranno tirata la cinghia o il morso? |
Ma il Nero... ecco, mi chiedevo... ad esempio la "debolezza", il non sapersi far rispettare, la tendenza al compromesso e la conseguente vergogna e poi rabbia... tutto questo fa parte del Nero?
In effetti, come dice Ray, non è che riesca ben a comprendere cosa sia questo Nero... riesco solo ad associarlo a nostri aspetti sepolti nell'inconscio |
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Mi chiedevo cosa troveremmo poi nel caso scavassimo ancora..... |
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Per questo dicevo che forse era necessario chiarire bene di cossa stiamo parlando. Il nero, la boccia nera, non è negativo in se. E' una forza che agisce in determinati modi, diversi da quelli della boccia bianca ma, come questa, indispensabili alla manifestazione di quel che siamo. Tra l'altro noi non possiamo cambiare la boccia nera, possiamo solo cambiare noi stessi, ovvero l'ambiente con cui la boccia interagisce... e con esso gli effetti di questa interazione. Per poter (forse) modificare questi effetti è ovviamente necessaario conoscere noi e la boccia. Il guaio è che solitamente noi vediamo solo gli effetti... è come se vedessimo il risultato di una somma, chessò lo scontrino di una spesa al supercoop, ma non fossimo (inizialmente) in grado di stabilire come questa cifra si sia formata. Gli effetti che noi percepiamo sono la risultante della forza della boccia nera con noi stessi, i quali a nostra volta interagiamo con l'ambiente esterno. Quindi, almeno per certi versi, il separare alchemico in sede di osservazione mirerebbe ad isolare la boccia nera, in modo da vedere questa anche separata dagli effetti che produce in noi. Chiaro che se sapppiamo qualcosa solo su noi studiamo la boccia nera sempre in maniera indiretta... per sottrazione, anche se non è un termine che dice completamente quel che intendo. Sapendo qualcosa di più sulla boccia, potremmo forse dare un colpo al cerchio e uno alla botte. |
Se non facciamo un esempio non si riesce a capire
Boccia Nera=Corpo fisico? oppure boccia Nera=Peccato originale? |
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Dio nella sua Creazione parte dal Caos, Caos che però comprende Tutto, noi dunque nella fase preliminare dobbiamo attirare tanto fino a realizzare questo caos, o forse sarebbe meglio dire che questo caos ce l'abbiamo già ma dobbiamo attirarlo/metterlo dentro la bolla per lavorare sul serio. A questo punto interviene la pesatura, se il caos/materia che abbiamo è sufficiente si può andare avanti, altrimenti bisogna tentare ancora. Realizzato questo caos, attirato dentro la bolla, esso diventa il vero magnete capace di attrarre lo spirito universale su di se. La pesatura insomma serve a stabilire se questa materia è capace di attirare lo spirito universale o no. Faccio fatica però a comprendere, perchè nel vivo della prima opera non ci sono pesature (non fisiche almeno) ci son solo tre separazioni che servono a rendere pura la sostanza... A meno che..... la pesatura non rappresenti l' "apparizione" del vitriolo.... che di fatto viene a galla perchè più leggero.... |
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Faccio un esempio crudo. Metti che dentro al mio nero ci sia una certa predisposizione a fare uso di sostanze stupefacenti (è un esempio scemo a caso avrei potuto dire qualsiasi altra cosa ). Sarà inevitabile che almeno per un certo periodo ne faccia uso oppure la cosa può fermarsi all'osservazione dell'impulso a farne uso? Si può fare lo stesso esempio meno forte con l'impulso a subire compromessi. Li subirò per forza nella realtà o posso limitarmi a prendere atto che dentro di me esiste la tendenza a subirne? Cioè il caos per lavorarlo oltre ad attirarlo dobbiamo per forza esperirlo? |
Ringrazio Edera di avere dato attenzione adesso a questo thread, un argomento a cui non mi sono finora potuta interessare ma che aveva già messo un semino dentro di me la prima volta che mi ci sono imbattuta. Aspetto anche io la risposta alla sua domanda.
Leggendo nei post passati ho preso questo: Citazione:
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Mi riprometto di leggere anche gli altri thread che parlano di questo argomento. Molte cose dentro di me cominciano per ora ad intersecarsi. |
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Per la tua domanda di sopra, se l'ho capita, ti dico che alcune cose dobbiamo esperirle e altre no. é soggettivo e dipende da quanto siamo capaci di conoscere delle parti di noi senza manifestarle appieno. Avanzando questa capacità aumenta. Quindi partiamo da uno stato in cui dobbiamo manifstare molto e andiamo verso uno stato in cui la manifestazione è un po' diversa e noon passa necessariamente per certe esperienze. Tuttavia ripeto ognuno di noi ha necessità di farne alcune, anche se poi va a finire che facciamo molti più casini di quello che sarebbe necessario. Se devo ripercorrere la mia esperienza e trovare degli esempi posso dirti chessò che nella mia inconsapevolezza giovanile ho dovuto esperire la mia propensione a cornificare la fidanzata, non ero in grado di conoscere quella parte e anche trattenere il comportamento. Tuttavia ho dato un occhio da vicino all'assassino che è in me senza uccidere nessuno. Poi molto dipende da quanto impariamo dalle esperienze e quindi da quante volte dobbiamo ripeterle... insomma da quante fidanzate devo farmi beccare prima di esplorare certi impulsi (sono esempi, potrei farne altri mille e non sto esagerando). Adesso conosco l'impulso e sono libero di non cornificare. (questo sarebbe importantino... libertà è anche poter non fare...). In ogni caso, iniziata una Ricerca consapevole, le esperienze iniziano a spostarsi dall'esteriore verso l'interiore. E prima di essere certi di dover per forza provare all'esterno una certa cosa, soprattutto pericolosa, ce ne corre ed è bene essere prudenti. Potrebbe darsi che avanzando si renda sempre meno necessario. Poi ci sono situazioni in cui è meglio provare... ma ognuno dovrebbe valutare attentamente per se misurando costi e benefici. |
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Può essere che il nero inizi nel momento in cui la coscienza si sveglia un minimo e quindi tutto ciò che si è fatto da perfetti dormienti appaia nella sua miseria? Da lì in poi inizia la vera opera al nero, fase in cui consapevolmente si ha a che fare col proprio assassino. Si osserva l'impulso nascere e con un atto di volontà si prova a non farsi trascinare via, qualsiasi sia l'impulso stando attenti a non reprimere quindi sentendolo bene. Esempio scemo, mi viene l'impulso nervoso di farmi fuori la dispensa, mi fermo, mi ascolto e tento di dominare l'impulso che ormai conosco. . . Magari fallisco magari riesco l'importante è provare ad esserne liberi. Ma con ciò che si è combinato nella 'fase marrone' come ci si rapporta? E' una specie di masso difficile da integrare. Nemmeno io ho mai ucciso nessuno, via:) |
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Ma l'opera al nero non è tutto qui e non tutte le operazioni sono per forza spiacevoli. Anzi, a dire il vero, la spiacevolezza dipende dal nostro atteggiamento, ma siccome almeno all'inizio quello è va a finire che è inevitabile. |
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Dio il primo giorno separò la luce dalle tenebre... Finchè questo fuoco non si è acceso non si è veramente nell'opera al nero. Come si fa a sapere se si è acceso? Il calore del fuoco e la puzza del fumo si sentono eccome... |
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Si che c'entra...
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Vi andrebbe di provare a discuterne insieme? Chi di voi può dire che se l'è fatta (o se la sta facendo) veramente sotto? Io, a parte qualche sogno (come quello recente dell'anticristo) e alcuni momenti cruciali anni fa, non posso dire di aver provato tutto questo, cosa che mi fa dedurre che nel nero non ci sono mai entrato seriamente, non con la dovuta attenzione ed armato fino ai denti. Oddio, il fatto che mi sia incappucciato forse un po' di fifa la denota (perchè altrimenti mi mostrerei), ma la vera fifa di cui parla Uno non credo di averla ancora provata. Ho come la sensazione di essere scappato sempre un attimo prima....... |
Non sono esperto di alchimia ma qualcosa ho letto. Penso che l'opera al nero sia un processo lungo in cui vi sono fasi più acute in cui ci si immerge nel proprio nero e lo si scioglie e momenti di coagulazione della materia lavorata. Ci sono stati momenti della mia vita in cui ho avuto paura di quello che vedevo e di quello che sentivo, non solo, ho avuto schifo e ribrezzo. Ho cercato di fuggire il più delle volte ma nell'ultima occasione ho desiderato morire, o meglio ho lasciato che fossi sommerso e soffocato dal mio nero.
Non saprei in effetti se quello che vissi fu un passaggio nel mio nero ma di certo mi spaventai molto e dopo quelle esperienze qualcosa in me cambiò, sempre piccole parti di me. Scusa se mi permetto SV (Senza Volto) ma quando si nasconde la faccia in genere è per vergogna e non per fifa. |
E' un dispiacere vedere che a parte Grey Owl nessuno sembra essersi interessato all'argomento.
Pazienza, aspetterò.... |
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Come te mi sono capitati momenti di fifa che hanno causato una reazione di fuga istintiva. Ma non mi sembra di poter dire di aver vissuto quel che descrive Uno... in particolare è quel "per la maggior parte del tempo" che non mi torna. Per la maggior parte del tempo facevo tutt'altro e la fifa, per quel che ne ero consapevole, era un rumore di fondo non un vissuto diretto. Credo si finisca per anestetizzarla, probabilmente con la disgraziata conseguenza di fermarsi in determinati punti, ogni volta rimbalzando via. Ci sono stati però anche momenti di coraggio, nei quali nonostante la fifa ho proseguito come potevo. Ritengo che, trattandosi di nero, si vedrà soltanto dopo... durante non si è ancora in grado. D'altra parte, se quello che si prova è quello che descrive Uno, il dubbio di non esserci mai entrato davvero lo condivido eccome. Dubbio alimentato dal fatto che se mi osservo adesso alcune cose mi sembra proprio di averle superate. Ma non ho certezze... appunto solo dubbi. Non so. nonso.gif |
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Grazie. |
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Fra l'altro probabilmente proprio per il fatto di essere nel Nero, non so quanto sia possibile capire se una determinata paura è scomparsa perchè "superata" oppure perchè siamo noi ad essercela "squagliata". Temo che la certezza si avrà solo se e quando si riuscirà ad uscirne da questo nero. |
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