La differenza tra il bene e il male
Mi sono trovato a riflettere, da qualche giorno, sulle differenze tra il bene e il male, e cosa fosse l'uno e cosa l'altro. Sono arrivato alla conclusione che:
- il bene, assomigli ad una sottrazione, del male dalla realtà (omettere di fare il male e togliere il male, dagli altri o da sé stessi); - il male, assomigli invece ad un'addizione. Un qualcosa che viene aggiunto a ciò che di per sé male non sarebbe e per fare il male ci sono infiniti modi, mentre per fare il bene solamente due (esposti sopra); Sono poi arrivato alla conclusione, che tutto stà nel capire cos'è il male. Infatti, comprendendo cos'è il male si può operare il bene per sottrazione del male stesso. E' qui che casca l'asino! Non riesco a giungere, ad una spiegazione di cosa sia il male, infatti questo è molto soggettivo. Nelle persone malate soprattutto, il sistema cadrebbe per delle loro percezioni sballate. Ho provato con la compassione, nel senso di condivisione della passione. Mettersi nei panni altrui ed agire di conseguenza. Il punto è che sé ad una persona piace farsi del male, intenderà che piace anche agli altri. Il male forse può essere ciò che crea sofferenza negli altri, a livello fisico e psichico, quindi basterebbe osservare le reazioni degli altri a delle nostre azioni, e capirne la natura (del male) per esperienza. Voi che ne pensate? Cosa potrebbe essere il male? |
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Noto una imprecisione della tua definizione sul male, anzi se vogliamo metterlo insieme a peccato vedremmo che il male di se è già un negativo per esempio 2/3, ne manca 1/3 per avere l'unità. Mi fermo qui e aggiungo però che quell'imprecisione è data dal fatto che i 2/3 che una persona potrebbe impersonare non sono come i 7/8 di un'altra o i 15/16 dell'altra o i 1200/1201 dell'altra ancora. C'è sempre mancanza o lacuna o segno meno ma mi sembra che ci sia molta differenza e allora per es. un 2/3 la vedrebbe come egli è non tenendo conto della realtà del 1200/1201 e prendendo tutto in ugual modo. Si sempre male è ma mica tanto uguale icon_mrgr: Edit: dimenticavo una cosa che il peccato che è essenzialmente in noi o dentro di noi poi si riversa all'esterno nel male. |
Si, ma io non parlavo tanto del peccato. Quanto del male fatto agli altri a livello sociale. Come lo si potrebbe intendere? C'è un modo per spiegare cosa è il male (in senso sociale, inteso come sofferenza arrecata)?
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Ognuno ha indubbiamente una componente di male anzi dovrebbe stare 50 e 50 la differenza sta nel modo in cui ognuno affronta o sa gestire il proprio lato oscuro. In base a questo controllo poi riverserà più o meno questa componente non risolta magari vedendoci anche un bene :@@ A maggiore conferma di questo che dico è il fatto che chi ha quasi sotto controllo questo aspetto è al contempo capace di distinguere molto meglio il male in tutte le sue forme, il male o anche l'imperfezione che da esso deriva |
Io credo che il male provoca sofferenza a vari livelli (fisico, psichico, spirituale), mentre il bene produce gioia e speranza.
Dal punto di vista sociale credo che poche siano le persone realmente malvagie, ma semplicemente pensano prima di tutto a se stesse e ai propri interessi, senza pensare che ciò può portare la sofferenza ad altre persone. La discriminante tra il male e il bene dovrebbe essere chiedersi spesso se un'azione può far soffrire un'altra persona, che sia vicina o lontana, se la risposta è positiva, quell'azione sarebbe da evitare o meglio da sostituire con un'altra che possa portare un sorriso piuttosto che lacrime.... |
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Io la vedo in modo simile ad Ayn, anche se vogliamo guardare la cosa da un punto di vista sociale (ma siamo in filosofia, perchè limitarsi?) non possiamo dissociare completamente male e peccato perchè sono due concetti analoghi e quindi analogamente devono procedere. Diversamente non ci sarebbe correlazione tra i due. Il che non significa che siano la stessa cosa, o perlomeno non è detto. Significa però che possiamo usare ciò che sappiamo di uno per esplorare l'altro e viceversa. La pecca è una mancanza... questo porterebbe a pensare il male analogamente... una mancanza di bene. Il che ribalterebbe la cosa e costringerebbe a definire il bene e il male come conseguenza. In ogni caso, che ci basiamo prima su uno o prima sull'altro, il titolo richiede che ci occupiamo del loro rapporto. Siamo d'accordo nel vederli opposti? O possiamo formulare altre ipotesi? |
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Cmq se consideriamo i due 50 e 50, l'unica differenza è l'armonizzazione di entrambi, altrimenti si rimane sotto la quota 100 con la possibilità che quel puntino si allarghi pure dentro al bianco tipo una mela marcia nel cesto. |
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Lo so bene che qui non è il paradiso e non vedo il bene dappertutto, vedo però che su miliardi di persone che sono al mondo molti sono vittime del male, in numero molto superiore a quelli che lo fanno. Solo che il male fa più notizia delle innumerevoli persone che ne sono vittime e che ne soffrono. |
E' difficile cmq fare un fotografia della realtà dato che ognuno se la svolge a come appunto "vede".
Intendiamoci, nel mondo chi per una cosa chi per l'altra siamo soggetti al male o lo facciamo in prima persona, poi certo chi consapevolmente e chi no, ma il trattamento riservato a tali azioni mi sembra che sia lo stesso anzi i tiepidi o chi non riconosce di stare in errore non sono da meno. Dimenticavo che la sofferenza è qualcosa che ci dovrebbe far riflettere e che mi sembra abbia a che fare con i principi interni e di conseguenza gli atti che ne derivano, ma intanto anche senza fare nulla, a livello mentale si sta in una posizione che preclude il bene e quindi anche la salute stessa. |
Però si sta parlando di chi fa il bene e di chi fa il male senza aver stabilito quale è la differenza tra i due, titolo del tread.
Per come la vedo io nessuno è in grado di fare il Bene o il Male nella manifestazione, ma tutti noi, in ogni cosa che facciamo, facciamo sia bene che male. In realtà le nostre azioni non aumentano o diminuscono la quantità totale di bene e male presenti nell'universo, (neanche chi ma lo dico solo per cronaca, è in grado di trattenere male e far uscire bene e quindi migliora l'economia generale) ma ci limmitiamo a spostare. Anche questa mia opinione però, nei termini del tread, cade nel vuoto, dato che non abbiamo ancora stabilito univocamente la differenza tra i due. Univocamente non significa necessariamente in termini oggettivi, ma almeno che ci consentano di parlare capendoci. |
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------------------- La differenza tra il bene ed il male è un'entità in grado intendere e volere realmente |
Hai ragione.
Le buone azioni hanno degli effetti negativi a breve termine, e positivi a lungo termine. Le azioni malvage sono il contrario. Per un essere perfetto sarà invece sempre una gioia fare del bene. |
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Ayn, ma mi hai citato il post sbagliato, sei diventato Ombra o che?
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Aggiungo invece una rettifica che forse però non cambia quanto ho già detto, forse esiste soltanto il Vero e il Falso, e forse a volte per fare un bene ci serviamo di un apparente atto di male, quindi una netta demarcazione non so se sia possibile nel senso che poi le cose vanno anche viste e messe in atto.
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Riguardo all'estensione del bene e del male al peccato. Per avere pecca (errare) bisogna conoscere la differenza tra bene e male. Ci arriveremo quando avremo chiarito cos'è il male, da cui il bene. Per errare prima bisogna essere coscienti del bene, del male e del perché facciamo certe cose. |
Il bene potrebbe anche essere quando compiamo atti che ci derivano da una certa sfera alta e dove ogni passaggio al presente al passato e al futuro è ben chiaro e tutte le connessioni sono ottimizzate. Cioè metto in atto un procedimento che a prescindere dalla grandezza e dall'incidenza è armonizzato alla perfezione anche al di la di spazio/tempo e dire in tutte le dimensioni possibili per es. si pensa a 12? Quindi il male per contrapposizione sarebbe il non poter (limite?) o il non voler (responsabilità) ottimizzare e rendere perfetto anche un minimo gesto. Quindi come conseguenza si avrà nel male un mancato compimento o lacuna o mancanza, nel bene una perfezione o completamento o armonia.
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Bene=armonia e male=lacuna?
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E poi dovresti comunque spiegare perchè parti dal male e deduci il bene e non, ad esempio, viceversa. |
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Certo non ho specificato tanto i parametri quanto la sostanza ma per es, non si può mai parlar di opposti partendo o conoscendo soltanto l'uno, li dovrei conoscere entrambi, ma soprattutto riconoscere, questo è il dilemma in certi casi o anche molto spesso non si riconoscono o non ci si fa attenzione o manca consapevolezza completa. cmq è una definizione |
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Per ray: Parto dal male perché mi sembra presente molto più del bene nella natura. Infatti nella natura ogni essere pensa a sé non preoccupandosi minimamente di altri. Ne ho dedotto che qualora compaia nella natura il bene, vi compaia solo per assenza di male. |
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C'è un'altra questione. Se il male fosse presente in misura maggiore del bene non sarebbero due opposti. |
Perchè no? Uno può essere naturale e l'altro può essere solo negazione del primo e quindi innaturale. Chi dice che l'equazione deve fare 0 in questo mondo? Non potrebbe essere questo mondo parte di un'equazione più grande?
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Un mondo infatti dovrebbe essere completo in se, anche se fa parte (partecipa) ad altro. Ossia in un mondo gli opposti si annullano. Ma questo importa poco. Se bene e male sono opposti allora esiste un ambito in cui si annullano, ossia sono tanto quanto. Potresti sostenere che per il nostro pianeta non è così e chissà, potresti pure aver ragione. Io non ho certo elementi definitivi per contradirti, anche se non condivido l'idea. Ma l'importante non è considerare il pianeta cme ambito, ma l'uomo. E' l'uomo un mondo? Lo è ogni uomo? In un uomo bene e male si annullano o no? |
Dipende da che intendi per l'annullarsi di bene e male nell'uomo. Non esiste nessuno dei due, o i due non si avvantaggiano sull'altro?
Non ne sono certo, ma ho la sensazione che no, non si annullino nell'uomo. In ogni uomo, il bene o il male, non si annullano, sono uno più grande dell'altro anche di poco, ma in percentuali diverse da uomo a uomo. |
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E allora dico che:
- Il bene è mettersi nei panni altrui e agire di conseguenza; - Il male è pensare solo al proprio interesse, disinteressandosene di cosa comportano le nostre azioni negli altri; Il fatto che non siano nella stessa misura nell'uomo non vuol dire che non siano opposti, ritornando a prima in cui dicevo che in questo piano ci può essere più male che bene e in un altro il bene che serve a bilanciare l'equazione. L'uomo può anche apportare un minimo di squilibrio che poi va a formare quello (squilibrio più grande) del piano in cui vive. |
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- pensare solo a se stessi e risolvere tutti "i carichi pendenti" come si legge a volte nei cantieri o nella giustizia -mettersi il meno possibile nei panni altrui dato che sono altri ma cmq fare qualcosa solo se si è in grado di concettualizzarlo e realizzarlo, nel senso che non si può improvvisare ci deve essere un piano specifico e allo stesso tempo molto generico che abbracci il più grande numero di persone e già realizzato mentalmente, avendo calcolato tutti i rischi possibili in anticipo e valutando attentamente se attuarlo cmq a livello mentale, il materiale può seguire come no. E' un discorso un po particolare lo so ma per me è questo. |
Ci ho pensato e sono giunta alla conclusione che male e bene sono due facce della stessa medaglia nell'equilibrio universale, l'uomo ne ha una visione relativa potendo vedere solo la manifestazione del bene o del male su se stesso e sugli altri.
Ma è anche vero che dal male può nascere il bene, da piccina mi dicevano che se dovevo prendere una medicina amara poi sarei stata bene, quindi il male e la sofferenza servono a un bene maggiore, il più grande esempio ce l'ha dato proprio Gesù sulla croce. Ora non voglio affatto fare l'elogio alla sofferenza, ma come si vede in natura che il più grande mangia il più piccolo questo non è male, è come dire che il più piccolo fa il bene del più grande, anche se non ne è consapevole la sua esistenza e il suo sacrificio non sono inutili ma servono all'armonia della natura. A livello umano le cose si complicano perchè noi possiamo decidere e quando subiamo il male ne siamo consapevoli in maniera diversa degli animali che senz'altro soffrono ma non possono cambiare le situazioni, mentre noi per mezzo del libero arbitrio abbiamo questo potere, e anche la relativa responsabilità. Quello che ci confonde è che, come ho detto prima, misuriamo gli effetti del bene e del male su di noi e su quello che facciamo agli altri. Ma come si fa a distinguere se sto facendo il bene o il male nella vita quotidiana e a cosa mi porteranno in una visione più ampia? Penso che ciò ce lo faccia capire la nostra coscienza, e soprattutto ci fa capire quale sia la differenza tra i due. Citazione:
Anche se di una persona malvagia si usa dire che non ha coscienza, oppure che è talmente anestetizzato da non sentirla più, ma allora non sarebbe realmente in grado di intendere e di volere (su questo punto ho più di un dubbio, però... nonso.gif ) In sintesi penso che la conoscenza del bene e del male ci faccia vedere la differenza tra i due e decidere da che parte stare, però è necessario fare esperienza di tutti e due se si vuole conoscerli. Anche se sono due faccie della stessa medaglia e che da un male può nascere un bene e viceversa, questo non ci deve far pensare che tanto è la stessa cosa, perchè si tratta della nostra esistenza e della nostra esperienza, quindi contano molto le nostre scelte autonome, se scegliamo l'armonia possiamo sperare di evolvere in altri piani, altrimenti rischiamo di restare nel buio e nelle tenebre del male, quindi le nostre scelte contano per la nostra stessa vita. Il bene e il male non saprei definirli, anche se intendo il bene come armonia con la volontà di Dio, il male fare la nostra volontà in contrasto con quella divina. |
e allora cosa intendono tutte le Tradizioni con "unione degli apparenti opposti"?
o con andare oltre la dualità del bene e del male ? |
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intanto ci dicono che sono apparenti opposti, nel senso che invece non sono opposti per nulla e poi la frase conseguenziale dice puntualmente che oltre la dualità del bene e del male c'è dell'altro, insomma quello che accennava Uno. |
Bene e male a mio modo di vedere sono possibilità. Con gli stessi strumenti due persone possono ottenere effetti opposti, quindi la differenza è veramente la capacità di intendere e volere di chi li usa. Non potrebbe essere altrimenti, dato che la stessa azione può essere un bene o un male a seconda del contesto, e dell'intenzione di chi la fa.
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ok. ma allora a che pro disquisire eternamente su bene e male se quello cui si mira sta più in alto ed è a quanto pare fatto dall'unione degli apparenti opposti? su bene e male essendo due facce della stessa medaglia penso che solo quando la medaglia la si vede intera si va oltre. |
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Quindi con la divisione abbiamo ottenuto questa percezione del bene come opposto e antagonista del male e viceversa, ma sapendo che ciò che ha fatto precipitare l'uomo è stata una menzogna, spesso scambiamo per un bene ciò che è male e viceversa, anche se questo fa parte dell'esperire. In alcune traduzioni della Genesi però si parla solo di albero della conoscenza, mi sembra che il bene e il male siano stati aggiunti in un secondo tempo. Comunque se Dio ha permesso che questo accadesse, non è nè un bene nè un male, è dinamicità e movimento, da come la vedo io. |
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Il male è rallentare. Sebbene così sia sintetizzato al massimo ed ai minimi termini, il concetto di bene e male, non lo rende più comprensibile o inequivocabile perchè per velocizzare una cosa potrei essere costretto a rallentarla e viceversa. Le Tradizioni, per esempio, da una parte nel loro essere conservatrici rallentano in apparenza, in realtà velocizzano. |
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Come dice la massima di GURDJEF : non impedire che accada qualcosa di male a qualcuno ;gli serve !! M a allora la solidarieta' che e' un valore fin dove deve arrivare e quando diventa un non dovuto sussidio ? |
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