A colpo sicuro
Economizzare il tempo, dedicarsi solo alle cose che danno risultati sicuri, senza dispersione di energia, raggiungere subito l'obiettivo, sentirsi spediti verso la meta, lasciare indietro le zavorre, chi non capisce, chi è lento, chi è pigro, e molti altri ecc.
Credo che un pò tutti abbiamo questa tendenza di fare per ottenere un risultato sicuro. Ma... il Capo ha messo lo zampino: "Voler lavorare solo a colpo sicuro è roba da Maestri". Pretenderlo da se stessi è presunzione. Sono un pò spiazzata, c'è da guardare qualcosa, insieme a voi, che non avevo previsto nella mia tabella di marcia. Motivazioni ne ho trovate tante ma mi sono sembrate tutte le solite scuse. Quel che vedo salire dal fondo è soprattutto una cosa: ho la tendenza ad isolarmi una volta trovata la mia traccia, poi mi viene il sospetto che posso aver sbagliato la rotta, la necessità di sapere chi controlla e sorveglia ciò che sto facendo. Solo un Maestro non ha di questi dubbi. Mi viene da dire che così non va bene ma per una volta voglio astenermi dall'esprimere giudizi, lo considero un punto di partenza e basta, poi strada facendo vediamo se spunta qualcosa. |
Beh voler lavorare solo a colpo sicuro è come un guardiaboschi esperto, che conosce il bosco come le sue tasche, (e quindi tutte le sue specie animali, le piante, etc..) e sa andare sempre dritto nel posto dove cresce ogni particolare pianta.
Chi non è esperto invece, e si impunta di trovare solo quella determinata pianta, magari ci riuscirà anche, dopo infiniti giri, ma intanto si perderà tutte le specie che non conosceva, gli passerà accanto senza nemmeno vederle, senza nemmeno sapere che esistono se sono rare e non ne ha mai sentito parlare. Insomma non so se è chiaro quello che voglio dire. Va bene avere un obiettivo, non dico che bisogna girare a vuoto, ma finchè non si è esperto, un Maestro appunto, non bisogna avere solo quell'obiettivo, perchè altrimenti ci si preclude tutte le nuove esperienze che magari la vita ci offre e noi non le cogliamo. Quando si è Maestri si può decidere cosa fare, perchè si ha una conoscenza completa in quel dato ambito, quando si è principianti è la vita che decide quali esperienze metterci sul cammino, e la cosa migliore da fare è farsi trovare sempre pronti, anzichè col paraocchi che si mette ai cavalli per farli andare a "colpo sicuro"... |
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Ieri sera ho avuto l'esigenza di rileggermi tutto il 3d della Fiammiferaia... |
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Siccome chiedi di guardare assieme a te questa cosa, ti ho evidenziato dei punti nel tuo discorso in cui ho notato qualcosa e ti commento quello che ha suscitato in me.
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Mi ha colpito questa tua sicurezza nel capire le cose che danno risultati sicuri. Cosa intendi per risultati sicuri? Si presuppone che tu sappia già cosa vuoi ottenere, solo così sapresti già il risultato per poterlo riconoscere come sicuro. Quote:
In questo passaggio sembra che tu faccia delle scelte ben precise, decidi cosa è zavorra e lasci indietro. Non ti viene il dubbio è che assieme alla presunta zavorra lasci cose importanti? Quote:
Personalmente non ho propio idea di cosa sia questo risultato sicuro, ma forse intendi che quando abbiamo un'obbiettivo, lo si persegue con tenacia? Solo che nel caso del lavoro su me stesso non conosco questo risultato sicuro. Quote:
Le tabelle di marcia sono per chi ha già pianificato un metodo di lavoro che ben conosce. Hai una mente razionale e padrona delle proprie capacità oltre che essere determinata nell'ottenere il tuo scopo. Non avevi previsto che nella tua tabella di marcia venisse fuori un qualcosa di non previsto? Aggiungo io... e menomale, sai che noia sennò? Quote:
Isolarsi nel momento che si è trovata la traccia indica un'indole solitaria. Forse è proprio quando uno scopre qualcosa che serve condividere. Forseè nella condivisione che uno trova ulteriori tracce per andare avanti. Quote:
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Grey, a volte vedo cose che poi vanno lavorate per renderle concrete.
Le mie certezze? Ci sono prevedibiltà, ovvietà quasi sconcertanti come 1+1=2 che mi zavorrano, eppure non me ne libero, impossibile liberarsi di tutte le zavorre, magari allontanarle un pò per un pò. Anche io sono una zavorra per qualcuno. Siamo tutti soggetto/oggetto, zavorre e zavorrati. Con il Maestro o Capo ho un rapporto di soggezione, di distanza, di discrezione. Non riesco ad avvicinarmi molto, sto ad una distanza di sicurezza mentre desidero fortemente potermene innamorare totalmente, dissolvermi in Lui. Questa è la Fede, che io non ho mai provato continuativamente, ne ho solo fatto assaggi. Penso che il Maestro possa amare qualcun altro, ed io devo guadagnarmi la pagnotta lavorando duramente e da sola per meritarmi ogni tanto uno sguardo che poi devo farmelo bastare fino alla prossima volta. Sono stata Toccata tante volte, ma per brevi momenti, forse nemmeno lo sopporterei troppo a lungo, per questo sono alla ricerca del Tocco che mi fa riaffiorare la Vibrazione e aumentare gradatamente la tolleranza. Non voglio tornare nell'indifferenziato come la fiammiferaia, non voglio sprecare questa vita, non voglio perdere tempo. Questo è quello che sento forte. Questo è il mio punto di partenza e il mio punto di resa. Almeno per ora. |
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Ti ammiro se riesci ad economizzare il tempo e a ridurre al minimo le dispersioni, perchè entrambi sono punti deboli per me, nonostante sappia di voler crescere.. sul resto pero' non sono d'accordo, perchè una cosa che ho ben chiara, per esperienza diretta è che non si puo' in questo ambito essere sicuri del risultato, mai. Quello che si può fare è lavorare per migliorarsi, chiaro che gli obiettivi intermedi ci sono e ci devono essere, perchè temo che senza sarebbe impossibile muoversi, almeno all'inizio. Poi non mi è chiarissimo cosa intendi per lasciare dietro le zavorre i pigri etc, intendi in un gruppo di lavoro? nella vita quotidiana, penso che ad un certo punto sia indispensabile tagliare i rami secchi per poter proseguire, e per quanto sembri brutto, non ci vedo nulla di male , soprattutto perchè spesso, quei rami secchi servono a noi per aggrapparci e non fare... (non mi riferisco a nessuno dei presenti in forum). Forse non ho ben capito cosa significhi per te lavorare a colpo sicuro, come fai ad essere sicura di un risultato che vuoi ottenere? |
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E ovviamente mi riferivo in generale anche al resto, il paraocchi non era offensivo nè rivolto a te, è uno strumento che aiuta a concentrarsi, a non disperdere energie "lateralmente", e non sono pochi quelli che lo usano... |
Citazione:
Non ho detto che io lavoro a colpo sicuro nel senso di avere la certezza del risultato, ma la tendenza o il desiderio di voler lavorare a colpo sicuro. Vorrei scartare a priori quello che non mi serve e prendere solo quello che mi è utile per crescere, ma non è quello che riesco a fare, ci tento. Io non sono sicura di lavorare con la certezza di un risultato sicuro che corrisponda alla mia aspettativa, ed è per questo che ogni tanto chiedo conferma se sto lavorando giusto. Cerco conferma nel Maestro, o Capo o quel che si voglia un riferimento che osservi, guidi... Se dovessi garantire il risultato di un lavoro che conosco molto bene, non potrei mai dare garanzie di risultato al 100% ma approssimativamente tanto più vicino al massimo quanto più conosco il mio lavoro, ma c'è sempre un margine di incertezza, di imprevisto, su questo non ci piove. Nel lavoro di crescita mi sento inseguita dal tempo. Non sempre sono stata brava ad economizzare, di tempo ed occasioni ne ho pure sprecati in passato prima di poter arrivare ad un punto in cui mi sento di avere un margine di scelta. Pensavo che avrei avuto tempo, altre occasioni. Ora invece mi rendo conto che di tempo non c'è ne. Vivo in questo preciso istante, non so se ci sarà il prossimo, per cui non posso rimandare di un solo istante quel che posso fare ora. Capisco che la via può indicarla solo il Maestro, ma in mancanza di esso che fare? Citazione:
A volte è bene disboscare purchè si rimboschi o si rimane isolati e senza risorse. In questo senso tendo ad isolarmi, quando qualcosa non va bene il primo istinto è quello di eliminare l'albero anzichè potarlo, ma sto imparando in questo ad essere più tollerante anche perchè ripeto pure io posso essere una radice da eliminare per qualcun altro. |
Citazione:
Tuttavia, questo tuo concetto non mi sembra espresso in modo molto felice da far sembrare il paraocchi uno strumento di lavoro positivo. Quanto meno io non lo reputo uno strumento di lavoro positivo. Sono una visiva e ho bisogno di controllare, figurati se potrei mai impedirmi la vista in qualche modo. Mi piace di più il termine "centratura" per concentrarsi e raggiungere un obiettivo, senza mai perdere la visione di ciò che ci circonda. |
OT
Citazione:
Ad ogni modo tu hai aperto un thread ed io ho cercato di portare il mio aiuto, dicendo quello che penso, se non ti stava bene bastava ignorarlo. Fra l'altro ero convinto fossimo in psicologia, non so se il Capo ha spostato in esperienze o ho letto male io all'inizio, comunque penso che anche in esperienze si possa parlare in generale senza ricondurre sempre tutto sul personale, pur partendo da un fatto o da un'esperienza appunto personale. fine OT |
Se guardo a me stessa mi rendo conto che il mio andare a colpo sicuro nasconde pigrizia che genera la fretta perchè arrivando subito al punto chiudo e passo ad altro.
Il colpo sicuro è per come dice Kael per chi già conosce. Se no ci vuole la pazienza, quando non si è esperti e con questa a volte ci ritrova a scoprire proprio nuovi "luoghi" che altrimenti non si sarebbero mai visitati o appronditi come sto scoprendo in questi giorni. Dimostrandomi che il colpo sicuro è comodo ma può limitarmi. :) |
Il Capo non ha spostato, è sempre stato in esperienze.
Kael non volevo ignorarti, volevo risponderti, dialogare. Un punto nodale del 3d è proprio questo, non scartare tutto ciò che non piace senza almeno capire il motivo. Anche perchè è la via più facile quella di ignorare. Io sradico l'albero direttamente... Non ho detto che i tuoi post devono fare felice qualcuno ma ho solo usato un modo di dire "più felice" per non entrare nel giudizio, apprezzane lo sforzo per favore. Il paraocchi per me non è uno strumento positivo in quanto limitante, insieme alle redini è usato bene per i cavalli che appunto si distraebbero dal percorso non obbedendo più al padrone, per me è quindi una forzatura non una conquista. Tra l'altro, essendo io una visiva ed avendo un campo ottico molto grande, non tollerando le costrizioni fisiche, anche solo il pensiero di essere incanalata in un'unica direzione mi fa star male. E' vero che seguo la mia rotta ma nel frattempo mi guardo intorno. Poi per altri può andar bene, anzi sarebbe interessante capire per chi potrebbe essere utile questo strumento. Da come lo scrivi tu, "quell'anzichè farsi trovare con il paraocchi" mi sembra che voglia dire che lo sconsigli di metterlo, soprattutto ai principianti, per essere sempre pronti ad accogliere ciò che la vita ci mette davanti, cioè con il paraocchi non saremmo in grado di vederlo. Poi dici che molti lo usano come strumento per concentrarsi. Mi sembra che le due cose si contraddicono, oppure il paraocchi va usato solo quando si ha una certa consapevolezza. Avrei piacere che mi chiarissi cosa vuoi intendere. |
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Comunque... Ho detto cavalli coi paraocchi, non uomini coi paraocchi, sono due cose diverse e voleva essere solo una metafora, un esempio. Lasciamo stare i paraocchi allora, provo a dirtelo diversamente. Andare a colpo sicuro vuol dire avere solo certezze, nessun dubbio. Se non si è un Maestro il più delle volte sono certezze finte, illusorie, e prima o poi ci si farà male a scoprire che in realtà quelle certezze crollano come cartapesta. Ma anche se qualcuno avesse delle certezze vere e sacrosante, andare solo "a colpo sicuro" vuol dire racchiudersi in quel piccolo mondo e impedirsi di scoprire tutto il resto. Del resto si dice che si impara una cosa solo facendola, se faccio solo quello che so già fare, cosa imparerò? Compito di un allievo, al contrario, è distruggere le sue certezze, ripartire da zero. Solo chi non ha forma può assumere ogni forma... Questo è anche uno dei maggiori ostacoli di chi è in cammino e raggiunge dei primi obiettivi, è nella natura umana "attaccarsi" ai propri successi, di sedersi sugli allori e di sentirsi arrivati... Ecco perchè secondo me andare solo a colpo sicuro è un modo per nascondersi, per sentirsi sempre bravi in quello che si sa fare, ma impedendosi così di mettersi in gioco sul serio, di accettare nuove sfide, di conoscere lati di noi che magari non avevamo mai nemmeno immaginato... |
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E' di per sè un controsenso se ci pensi dire che vorresti amare e dissolverti e poi che non vuoi tornare all'indifferenziato della fiammiferaia ;) Forse quel mirare a colpo sicuro, procedere spedita, tagliare i rami ecc è una forma di stanchezza. Vorresti arrivare subito e bene, così da ricevere il premio. Ma proprio come un cane che si morde la coda se lavori per conoscerti ma sei spinta dal riceverne in cambio qualcosa da altri invece che da te continui a girare a vuoto perchè cerchi in altri (guide o simili) ciò che invece puoi darti solo da sola. La fede che hai sperimentato, penso, è un piccolo lumino che ti servirà da raffronto quando troverai in te il luogo d'abbandono più sicuro del mondo abbraccio: |
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Magari ci ritorniamo se Ray ne ha voglia, mi sembra un punto importante. Citazione:
Piuttosto ci vedo la paura di vedere qualcosa prima del risultato, paura che mi anestetizza ma anche mi fa perdere il piede. Vorrei essere già oltre, con il piede funzionante senza passare dalla sofferenza della riabilitazione... |
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Il cavallo selvaggio per me ha una simbologia specifica. Rappresenta i miei istinti a briglia sciolte, liberi di esprimersi in uno spazio in cui possono correre indisturbati. E' il senso di libertà, di piacere sessuale, di spazio privo di condizionamenti. Impensabile per me l'esempio del cavallo addomesticato con i paraocchi. Ieri sera il tuo esempio mi ha fatto pensare ad un metodo usato probabilmente in certe forme di disabilità. Sul resto mi trovi d'accordo con te. A dire il vero a me piace la scoperta, però ci vedo sempre un sottofondo di paura nel perdere le proprie certezze, sentirsi sradicati. Insomma se il mio problema in questo momento è un incompleto radicamento alla terra, può essere giustificato il mio desiderio di certezze, di guida, di controllo. La funzione intuito è irrazionale, il pericolo è quello di perdersi dietro la fiammella che da immagini effimere ed illusorie. Tu stesso lo ribadisci bene nella Fiammiferaia, con altre parole ma il concetto è questo. Io uso la razionalità, il pensiero proprio per aggrapparmi alla realtà, per discernere sempre le immagini intuitive che portano ad una crescita dalle immagini di fantasia illusoria che fanno perdere la bussola. Di Jung non ne ho fatto un credo, ma solo un metodo efficace che mi torna utile al momento per orientarmi, dialogare attraverso i concetti. Tutta la mia elaborazione in questo momento torna sempre nell'Autostoppista. |
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Rispondevi ad un quote di Dafne ceh era questo:
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Il bisogno di andare a colpo sicuro non è per servire un bisogno dell'ego ma una paura. L'ego gode se viene sollecitato o gratificato ma è appunto un godimento momentaneo. Andando oltre il bisogno dell'ego ci trovo una paura inconscia. C'è come un'interruzione, il salto di un passaggio. E' quello che sto cercando di vedere al di là dell'ego che è la parte più grossolana, ingombrante che si pone davanti ed oscura cosa c'è dietro. |
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Se dici che ti pare una paura quella paura sta cercando di difendere qualcosa... magari un meccanismo più profondo come la paura di fallire (è un esempio..) e questo sarebbe Ego. In ogni caso, non voglio entrare nel merito di una discussione sull'ego, che poi mi pare ci sia in giro esarebbe sempre interessante riprenderla per scoprirne di più. |
Il mio Ego vuole il successo senza fallire questo riesco a vederlo da sola.
La domanda è: c'è altro da vedere o è solo questione di Ego? Cioè dietro il voler andare a colpo sicuro ci sta solo l'Ego che non vuole fallire? Magari mi sto arrovellando in cerca di chissà che. Di fatto non ho mai fatto nulla senza passare prima dall'errore, l'insuccesso, a volte il fallimento totale. E' dura rialzarsi ma sono sempre andata avanti. Ci sono ambiti in cui è difficile che sbaglio ancora, c'è ne sono altri in cui continuo a sbagliare malgrado ci lavoro da tempo e chissà quanti altri errori ancora farò. |
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____ Ti dico cosa intendo io per andare a colpo sicuro. Per me una persona che va a colpo sicuro è qualcuno che conosce talmente bene ciò che sta facendo che non sbaglierà o meglio.. il suo margine di errore è pressapoco vicino allo zero. Chi invece pretende da se stesso di andare a colpo sicuro senza avere una conoscenza approfondita della questione è qualcuno che probabilmente si troverà davanti ad un errore o ad un fallimento, come se lo stesse cercando, ma certamente può anche andargli bene, perchè no. Oppure ancora può essere un modo in cui la paura di mettersi in gioco, di cambiare modo di lavorare (in tutti gli ambiti) di non sperimentare vie nuove per le paure di cui sopra, tenendo strette quelle vecchie impedisce di sperimentare. Questo comporta anche il non indagare altro. E' una mera ripetizione. C'è anche il caso di andare a colpo sicuro copiando ciò che hanno fatto gli altri.. sbagliando lo stesso perchè un conto è copiare un conto e comprendere e ripetere. Però se vuoi ci possiamo concentrare su un paio di cose che hai detto che al di là delle definizioni che possiamo dare sono, secondo me, il centro di ciò che stai cercando leggendoti qua e là. Nel topic hai detto parlando del colpo sicuro: Citazione:
Poi la seconda è la questione del controllo. Chi controlla non vuole essere controllato e soprattutto giudicato in quel che fa per cui fa da solo. Ma non è un fare solo perchè sa fare solo ma è perchè non sa fare con altri. Fare con altri vuol dire lasciare il controllo... è collegato ad andare a colpo sicuro perchè di una situazione nuova, non a colpo sicuro, non si ha controllo. C'è il buio, l'ignoto e a chi non fa paura l'ignoto? E questo potrebbe essere un primo punto del perchè si cerca la via sicura. |
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Se si significa che ancora una volta accentro la mia attenzione sull'errore dimenticando le volte in cui non c'è ne sono stati. |
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Quando si fa una cosa per la prima volta (se è realmente la prima volta, spesso non sappiamo di aver già fatto una cosa) si sbaglia, se non si sbaglia prima si sbaglia dopo. |
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Partiamo dall'errore. Io sono molto più tollerante e comprensiva verso gli errori degli altri che non verso me stessa. Anche se inizialmente giudico e critico l'errore altrui e pur vero che poi sono pronta a dimenticare e sorvolare dando altre possibiltià. Ma il punto sta che non potando i rami secchi attraverso l'indulgenza, poi sradico l'albero. Questo ha fatto si che nei rapporti con le persone vicine mi sono fatta fare male a lungo, per poi troncare di netto. Verso me stessa sono molto più severa, pretendo di non cadere nell'errore perchè poi so che il prezzo da pagare è alto, me lo infliggo da sola. Purtroppo qui c'è il condizionamento di un passato in cui sono stata punita con eccessiva severità per errori che dovevano servirmi a crescere, invece mi hanno solo represso e portata a subire. E' questo il significato della Fiammiferaia, ho sentito la mia bambina piangere, soffrire, avere paura, non voler tornare a casa per paura di essere punita, annichilita nel valore di sè, doversi accollare tutte le colpe di genitori delusi che volevano realizzare la loro infanzia rubata, dalla guerra e dalla povertà, con i successi dei figli. Erano altri tempi quelli. A scuola la maestra mi ha picchiata solo perchè ho sbagliato a prendere il quaderno al posto dell'album... non sono mai andata interrogata alla cattedra, ad ogni errore c'era la derisione pubblica, e spesso si veniva picchiati, e non era solo la mia, era un'usanza; un ragazzino è stato sollevato da terra dal lobo dell'orecchio perchè era uscito fuori riga all'uscita della classe. Se lo raccontavi a casa c'erano altre botte, non i miei genitori ma le loro parole erano molto più dure. Io ero molto sensibile oltre che molto educata, queste cose, insieme ad una lista troppo lunga da descrivere, le ho scolpite nella mente e nel cuore, quando vedevo picchiare selvaggiamente i miei compagni io stavo malissimo per giorni. I miei genitori erano molto severi e moralmente distruttivi davanti l'errore, ancora oggi mia madre ci tenta ma con lei tiro fuori l'orco graduato per meriti di guerra! diavolo.g: Certo essere sopravvissuti alla loro scuola mi ha reso forte, quasi indistruttibile, soprattutto nel lavoro per la mia capacità di affrontare certe dinamiche, ma più di metà della mia vita l'ho trascorsa a riabilitare parti di me in coma , curare ferite cancrenose, rinforzare le fondamenta traballanti. La fortuna mia è stata la nonna, forse i nonni servono proprio a questo, a riparare gli errori dei genitori. Questo è uno dei motivi per cui mi sento inseguita dal tempo, ne ho impiegato troppo a ripare i danni e poco per realizzare le mie aspirazioni. Ora vorrei dedicarmi ad altro invece mi ritrovo sempre a dover rispolverare il passato. La butto così ma mi sembra che questo mio voler tagliare con il passato abbia comportato la perdita del mio piede, sradicarmi un pò dal contatto con la terra. Ed ora mi ritrovo a farci i conti. Non posso non tenere conto delle mie radici. Ora la musica sta cambiando, sono meno tollerante con gli altri e più indulgente con me stessa senza per forza troncare i rapporti, imparando a potare i rami secchi, però devo tirare fuori l'orco e questo mi disturba, è un'energia che potrei usare diversamente. Oggi non c'è nessuno che mi punisce ma ogni volta che mi scopro in errore mi assale quel pugno nello stomaco antico, mi aspetto la catastrofe, poi realizzo che bisogna trovare il rimedio e se non c'è si pianta un nuovo albero, la vita va avanti. |
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Sono d'accordo, forse Ray lo ha ribadito per dire che è così per tutti e non solo per me? Che non sono una bestia rara che sbaglia sempre prima di imparare... |
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Può essere che non l'abbia mai fatta nello specifico ma sia in grado per analogia di rifarsi ad altro, oppure può scegliere di fare bene la cosa al primo colpo pagandone il prezzo dopo. Questa seconda è teoricamente possibile per tutti, ma capita raramente senza consapevolezza, deve esserci un gioco di variabili (destino) che l'impone. |
Il succo Diam, è quello che Uno ha messo tra parentesi.
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Poi un altro succo sta in quel "in una certa misura"... ogni cosa che facciamo, per certi versi è nuova, non l'abbiamo mai fatta. Ma per molti altri assomiglia a cose che sono già nella nostra esperienza, quindi conta molto come sappiamo usarla questa esperienza e come sappiamo approssimare (qui intuisco qualcosa sulla faccenda della conoscenza per approssimazione che va nella direzione contraria a quanto detto finora in quel tread). Poi, ovviamente, ci sono le cose che non abbiamo davvero mai fatto. se le imbrocchiamo al primo colpo, allora vuol dire che non è vero che non le abbiamo mai fatte. |
Personalmente ho notato che il passaggio dal piano "non manifesto" a quello manifesto raramente rispecchia in pieno le aspettative, spesso ci sono sorprese e percorsi diversi da come li avevamo preventivati.
Nonostante queste esperienze, però, la voglia o il bisogno di immaginarsi tutto prima, di farsi 10.000 problemi spesso persiste ($) Magari alcune cose vanno peggio di come pensavamo, ma altre potrebbero essere agevolate da qualche fattore che non avevamo preso in considerazione, eppure l'istinto di voler effettuare un controllo a priori, specie in senso pessimistico, non se ne vuole andare. |
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Vuol dire che un margine di errore c'è sempre anche per un Maestro. Andare a colpo sicuro per un Maestro può voler dire scegliere il monento in cui pagare l'errore. Se è un vero Maestro saprà anche questo. Se solo Dio è perfetto, anche un Maestro essendo non Dio ha il suo errore. Non capisco però a che titolo o quale errore paga. Tu hai detto che chi prima dà poi prende e viceversa, per analogia può essere chi prima sbaglia prima paga e viceversa. Ma per la dualità essendoci le due facce della medaglia nella dimensione umana non siamo esenti dall'errore, magari ci avviciniano approssimativamente alla perfezione, ma l'errore sta in quella approssimazione anche se minima. Sta a vedere qual è l'errore minimo che paga anche un Maestro. Mi viene da pensare che Gesù è stato un Maestro; lui aveva la Conoscenza ma ha pagato sulla croce; ha pagato l'errore dell'Uomo, per errore dell'uomo o per essere stato uomo? Citazione:
Insomma esiste l'errore, la conoscenza serve a ridurlo in misura approssimativamente vicina allo zero ma mai allo zero se anche un Maestro pagherà il suo prezzo. Lo scopo della Crescita dovrebbe essere ridurre l'approssimazione dell'errore? |
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le cose che sono nostre esperienze e che possono tornarci utili quando meno ce l'aspettiamo, sono solo le cose di cui noi singoli individui abbiamo avuto consapevolezza o possono anch essere cose che non abbiamo davvero mai fatto o abbiamo fatto totalmente "addormentati" ma possiamo andare ad attingervi comunque visto che "qualcos'altro" che sia il Se o lo Spirito già ne hanno avuto esperienza? L'attingere ad eseprienze non nostre ma di qualche altra incarnazione , per esempio, è possibile solo arrivati ad alti livelli evolutivi o qualche sentore, qualche debole influsso ci potrebbe essere o potremmo sentirlo comunque? Per esempio se non sono mai stato involo col deltaplano, ma lo Spirito in una delle sue passate o future (dal mio punto di vista) rinascite comprendeva un campione di tale disciplina, qualche cosa mi viene anche a me oppure fino a che non riesco ad incarnarlo in pieno è tutto bloccato? |
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Giorno 6 dicembre dovrò cantare da solista, al pianoforte il mio compagno. E' in occasione di un Vescovo che si ritira per il raggiungimento dei 75 anni d'età.
Si leggeranno alcune sue poesie ed io eseguirò 4 brani in tema. Bello, ambizioso, il mio primo concerto. Qual è il problema? La paura, so di non poter andare a colpo sicuro, non sono una cantante professionista, ancora faccio errori di tecnica, il mio fraseggio non è perfetto... insomma ho una paura matta di affrontare il pubblico da sola, ho paura di fare e far fare brutta figura e bla bla bla... Quando ho cantato in chiesa al matrimonio della mia collaboratrice mi è venuto un batticuore che ho avuto paura di morire d'infarto lì sopra sulla cantoria, ho avuto un tremito nella voce dalla forte emotività. Non so ancora padroneggiare l'ansia della prestazione soprattutto dove non mi sento di andare a colpo sicuro. Mi rammarico di non aver potuto studiare quando ero giovane, di non aver capito prima l'importanza della tecnica, della conoscenza musicale. Non pensavo mai alla mia età di poter esibirmi da solista, mi sono nascosta sempre dietro la mia sezione corale. Non dico di voler essere oggi una maestra che ci vuole tanto per esserlo, ma almeno una cintura marrone ( benedetto Ray prega.gif qualche volta te lo dirò che le tue frasette sembrano un pass per il mio inconscio! ). Mi permetterebbe di andare più sicura, dopo tanti combattimenti e superamento di ostacoli. Mi sento fuori tempo per fare la novizia solista! Ai giovani si perdona l'errore, ma a me? Ok paranoie, e co... soprattutto vile fifa. Invidio il mio compagno che pur essendo un tipo emotivo quando si siede diventa un monumento, nulla lo distrae dalla sua concentrazione e scalfisce la sua bravura. Posso solo apprendere da lui, ma non tutto ciò che sa, il mio secchio non è così capiente. Insomma serpeggia la tentazione di gettare la spugna anche se già so che andrò nella fossa dei leoni e affronterò il mio destino. A Natale dovrò replicare l'urlo in Cavalleria Rusticana... morirò sul palco prima o poi. La cosa curiosa è che la persona che mi ha chiesto di cantare mi ha sentita proprio in quel matrimonio, dopo eravamo seduti nello stesso tavolo a pranzo e gli è venuta l'idea di intercalare brani cantati e musicali alle poesie. Ma non solo, lui è stato mio insegnante al corso di servizio sociale e dopo il diploma mi ha offerto il mio primo incarico di lavoro. Ed oggi mi offre l'opportunità del mio primo concerto da solista. Coincidenza? Ray dice che non esistono le coincidenze per cui è la mia occasione per realizzare l'ambizione di quando ero ragazza. Come andrà ve la racconterò. Se morirò durante ve lo annuncerà mia sorella. Amen. |
Complimenti Diam!!!!
Comprendo la paura, anch'io quando sono messa alla prova tremo per un pò anche dopo che l'ho finita. Magari qualcosa sbaglierai ma secondo me è molto più facile che te ne accorga solo tu e non il pubblico.. In ogni caso, se è la tua passione è una bella soddisfazione realizzarla, perfetta o imperfetta sono sicura che darai il meglio... Dai che andràabbraccio: |
Che bella questa cosa Diam! :wow:
Per l'ansia non so che dirti perchè ne soffro pure io per la paura neppure ho provato cosa vuol dire salire su di un palco (era un altare) e tutto il resto... Ma son sicura che sarà una bella esperienza e ne sarai entusiasta. Ti penserò....fiori.gif |
Citazione:
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