Ermopoli

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griselda 22-02-2011 14.28.05

Punti di osservazione
 
Fretta
Questo mio modo di vivere di fretta è parossistico quasi e ha dell'incredibile.

Vivo costantemente come il coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Ogni funzione espletata anche quelle fisiologiche (scusate) vengono vissute come se avessi chi mi cronometra ed io stessi partecipando ad una maratona.

Anche ora nello scrivere questo post ho dentro di me come un fuoco che brucia lo stomaco e il ventre tesi affinchè io riesca a fare presto. strabuzza:strabuzza:strabuzza:

Da un po' di tempo quando mi becco in questa situazione mi dico per sciogliermi: "ho tutto il tempo che mi serve" e lo ripeto in continuazione fino a che respirando sento la tensione cedere e mi rilasso solo così riesco a fare senza quella fretta dentro che mi impedisce di fare con calma.
Quella calma che evita che si tutto si trasformi in ansia da prestazione.

Non credo sia importante dove è nata chi me l'ha impressa tanto il punto è che l'ho e che devo tenerla a bada altrimenti ne pago il dazio.
Anche perchè ne abbiamo scritto in forum che la fretta è cattiva consigliera che la gattina frettolosa fa i gattini ciechi. E che basta anticipare per non esser schiavi della fretta, prendendosi tutto il tempo che ci vuole o che pensiamo ci voglia.

griselda 22-02-2011 14.33.25

Giudizio

Altro problema, è una cosa inverosimile quanto giudico.
E la fretta concorre a farmici cadere, perchè scatta ancora prima che io mi accorga che sto giudicando, quindi dopo mi pento ma ormai è già partito il giudizio.
E' come se girassi troppo veloce e questo mi impedisse primo tra tutti il raziocigno.
Il ragionare su cosa fare, come fare, quando fare, che è da fare.
Sullo scegliere come si fa a scegliere se di default scatta la fretta e zack chi fa tutto diventa l'istinto che è tra i più veloci dei nostri centri. manata.gif

griselda 22-02-2011 14.36.54

Lamentela
Mi lamento per tutto, non mettendo freno alla fretta e di conseguenza al giudizio non scanso neppure la lamentela è una cascata consequenziale di comportamenti scorretti che mi portano a fare sempre le stesse cose, date dagli stessi movimenti convulsi. nonono.gif

La lamentazione è spreco di energia che potrebbe essere usata o per fare o per accettare entrambi sicuramente poggiano su di un gradino in più. :)
E' inoltre scarico di responsabilità e negazione di quanto tutto dipenda da me.

griselda 23-02-2011 17.34.49

Repressione

Mi piacerebbe riuscire a pigliarmi nei momenti in cui reprimo, ma la fretta, la velocità con cui lo faccio, vorrei smettessero di impedirmi di beccarmi.

Ray 23-02-2011 17.44.56

Non volgio assolutamente interrompere il tuo elenco di osservazioni, che a mio avviso è una cosa utile. Se vuoi un consiglio su cosa iniziare a provare a lavorare tra tutte queste cose, la mia opinione è che questa è la fretta. Mi obbligherei a fare le cose con calma, senza pensare al resto. Questo dopo un po' mi darebbe quello spazio operativo per agire anche sul resto. Quindi farei le cose piano anche se non serve.

griselda 23-02-2011 19.24.26

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96814)
Non volgio assolutamente interrompere il tuo elenco di osservazioni, che a mio avviso è una cosa utile. Se vuoi un consiglio su cosa iniziare a provare a lavorare tra tutte queste cose, la mia opinione è che questa è la fretta. Mi obbligherei a fare le cose con calma, senza pensare al resto. Questo dopo un po' mi darebbe quello spazio operativo per agire anche sul resto. Quindi farei le cose piano anche se non serve.

Grazie Ray, avevo intuito che questa è la strada corretta da percorrere, procendendo lentamente fiori.gif

griselda 23-02-2011 19.38.04

Vergogna / Mania di perfezione

Qui dietro ci devono essere tanto da osservare, ma ieri mi è capitato un episodio....mi sono trovata per motivi personali a non dover pagare un ticket.
Già quando mi è stato dato, all'ultimo momento, quel cartoncino di esenzione, ho avuto un attimo di resistenza, ma dato che non potevo oppormici, ho represso ogni sentimento negativo, evidentemente.

Beh arrivo allo sportello e con nonchalance mostro il cartoncino...la tizia mi domanda per quale motivo lo possiedo.
Crisi
Arrossisco
E nonostante io sappia il motivo non riesco a dirlo, non mi viene...alla terza volta che me lo domanda mettendomi fretta... le dico che se aspetta un attimo mi viene in mente e un attimo dopo le dico il perchè.
Mi fa compilare un foglio...stranamente è più gentile...forse, penso, deve essersi accorta del mio imbarazzo.
Una volta finito mi allontano e....cala la tensione e mi trovo sulla strada del compiangersi...al che mi sono bloccata immediatamente...
Cosa c'era da compiangersi?
Mi stavo giudicando, stavo giudicando il mio agire...oltretutto al solito modo devastante...martello.:

Al di là di questo che sono felice di aver visto e bloccato, mi sono resa conto che mi sentivo a disagio per via di quel che quel cartoncino avrebbe potuto far pensare di me... un'altra proiezione del mio pensiero sulla tizia... (manco fossi una contessa manata.gif boccaccia:)
Il bello è che vado professando che bisogna vergognarsi solo di uccidere e far del male...manomale boccaccia:icon_mrgr:

griselda 23-02-2011 19.58.39

Invidia

L'assurdità dell'invidia.
Se tenessi presente in ogni istante che ognuno di noi è diverso dagli altri e non vi è una persona uguale all'altra, capirei che l'invidia non ha ragione di esistere e al limite la trasformerei in ammirazione. Qualcosa che sospinge a lavorare verso quel che mi pare bello.

Ma tornando all'invida come posso invidiare l'avvocato quando quella è la sua missione e non la mia, allo stesso modo come aver pietà del ladro quando quella è la sua missione.

Disperdere energia a pensare alla missione degli altri è uno spreco, impegnarmi a scoprire la mia è qualcosa a cui votarmi.

griselda 25-02-2011 02.43.33

Aspettative

Quando è verso di me, mi faccio del male, non ho pazienza e la fretta ancora una volta agisce alle mie spalle di nascosto.
A volte fa comunella con l'invidia,la brama, orgoglio e con il giudizio per farsi più forte e succhiarmi via la vita

Quando è verso gli altri il male lo faccio a loro, ma poi come quando si da un pugno ad uno di quegli attrezzi per il pugilato, mi ritorna indietro con la stessa intensità con la quale ho picchiato

Voglio smettere di aspettarmi qualcosa, perchè posso solo ricevere quello che sono, per questo motivo la prima cosa che vorrei imparare a fare è volermi un po' di bene e abbracciandomi forte, forte, smettere di avere aspettative
abbraccio:

griselda 01-03-2011 17.29.31

Ama il prossimo tuo come te stessa/o
 
Accettazione

Come posso amare, se non amo neppure me stessa?

Amarmi vuol dire accettarmi così come sono.
Se non lo imparo mi odierò ogni volta che la mia miseria giungerà ai miei occhi.

Come posso osservarmi se non voglio vedermi?
Se non accetto di essere quel che sono?

Anche se fingo di essere altro da quello che sono rimango sempre quello.

Ma se imparo ad accettare quel che c'è, dandogli l'amore che mai ha ricevuto, la pace scenderà nel mio cuore.
E dalla pace può nascer l'amore.

Fammi sbocciare l'amore nel cuore accettandomi come sono.
Con tutti i miei difetti, con tutte le mie pecche, con tutti i miei limiti.

Se questo sono non sarà facendo finta che non è, che troverò la pace o che potrò fare diversamente.

Come si fa a fare diversamente qualcosa che non si conosce?
Non si può.
E se non accetto non conosco perchè rifiuto.

Mi accetto così come sono è la mia preghiera mattino e sera ed il mantra della mia giornata.

griselda 05-03-2011 01.33.13

Immaginazione
 
Immaginazione

Vivo in una favola, che sia quella con l'orco o con la fata ha poca importanza.

Un giorno un Amico mi disse, davanti alla mia paura della solitudine:" perchè adesso come sei?"
Io presa tra l'incudine e il martello e con la tendenza costante a non batter ciglio davanti anche all'ignoranza più oscura, risposi:" Sì è vero!" Ma si è vero un bel corno, perchè ancora non avevo osservato nulla, anche se ne avevo una pallida idea.

Da quel momento però si è insinuato dentro qualcosa che ha osservato, anche quando io non lo facevo.

Beh trascorro il 90 per cento della mia vita in solitudine.
Al di là dei motivi, delle scelte, e degli obblighi scoprirlo mi ha riempito prima di lacrime e poi....mi son resa conto che nemmeno sapevo perchè stavo piangendo.

Da quel giorno però ho come la sensazione che se non osservo costantemente, e la cosa è dura devo esser sincera, perchè tra il voler vedere e il desiderio di oblio è un bel math, tutto mi sfugge tra le dita della mente.
Ovvero vivo in un mondo immaginario senza veder bene dove invece mi muovo, cosa faccio e dico.

Ora cerco di ricordarmi di scrivere ogni cosa che mangio, perchè voglio scoprire come lo faccio e quanto, cercando di non perdermi l'osservazione.

Le resistenze che incontro spesso mi sussurrano all'orecchio che devo stare attenta, perchè piena di conflitti come sono, poi devo ruscire a trovar l'energia per tagliare quel ramo secco che posso trovare lungo il tragitto, per non rimaner incastrata nel dolore lacerante dell'immobilismo.

Ho vissuto credendomi costantemente in sovrappeso ed ora che lo sono scopro che prima non lo ero mai stata.
A questo punto mi affido alle taglie degli abiti e non più all'idea che ho di me, smettendo di immaginarmi.

Ho immaginato di essere una regina mentre ero una mendicante...

Ho immaginato di esser tante cose e chissà ancora quante ne dovrò scoprire

Inoltre non puoi neppure essere aiutato più di tanto a vedere oltre l'immaginazione perchè non ci credi, perchè sei già convinto di sapere, di vedere e così continui a perderti e ad immaginare
di ........

griselda 18-09-2011 14.40.07

Ringraziare e sforzarsi di non farlo
 
Sto osservando i movimenti e come mi scappa da tutte le parti il ringraziamento.
Allo stesso temo come lo desidero indietro ad esempio se mi fermo per fare passare qualcuno in auto, lo guardo come se dovesse per forza dirmi grazie. (aspettativa e quindi una gentilezza sporca con l'aspettativa di un ritorno in pratica lo faccio perchè voglio un grazie blink.gif per cui ora mi sforzo di non aspettarmi niente se faccio passare lo faccio e me ne vado punto.)

Se mi fanno un regalo o una gentilezza non ringraziare mi comporta una sorta di tensione pazzesca addirittura lo stomaco e il petto si costringono in atteggiamento contrito è moto faticoso.
Allo stesso tempo però quando invece mi parte il grazie automatico spesso viene fatto mentalmente senza coinvolgimento emotivo, anche se è evidente che ho ricevuto un qualcosa ridò indietro mentalmente e basta più per velocità che per altro.
Ma l'impulso automatico ha una velocità inaudita strabuzza:
Continuo

Grey Owl 18-09-2011 18.26.08

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 103744)
Se mi fanno un regalo o una gentilezza non ringraziare mi comporta una sorta di tensione pazzesca addirittura lo stomaco e il petto si costringono in atteggiamento contrito è moto faticoso.

Scusa la domanda griselda, ma perchè non dovresti ringraziare chi ti fa una gentilezza?

Mi sfugge questa tua premessa del voler frenare il ringraziamento a seguito di una gentilezza? Perchè non rigraziare?

griselda 19-09-2011 13.06.03

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 103744)
Sto osservando i movimenti e come mi scappa da tutte le parti il ringraziamento.
Allo stesso temo come lo desidero indietro ad esempio se mi fermo per fare passare qualcuno in auto, lo guardo come se dovesse per forza dirmi grazie. (aspettativa e quindi una gentilezza sporca con l'aspettativa di un ritorno in pratica lo faccio perchè voglio un grazie blink.gif per cui ora mi sforzo di non aspettarmi niente se faccio passare lo faccio e me ne vado punto.)

Se mi fanno un regalo o una gentilezza non ringraziare mi comporta una sorta di tensione pazzesca addirittura lo stomaco e il petto si costringono in atteggiamento contrito è moto faticoso.
Allo stesso tempo però quando invece mi parte il grazie automatico spesso viene fatto mentalmente senza coinvolgimento emotivo, anche se è evidente che ho ricevuto un qualcosa ridò indietro mentalmente e basta più per velocità che per altro.
Ma l'impulso automatico ha una velocità inaudita strabuzza:
Continuo

Se non dico grazie a volte mi sento come se offendessi l'altro e quindi se non lo dicono a me mi offendo.
Altre volte un grazie mio, lo sento sino nel profondo un ringraziamento che commuove sino alle lacrime come un regalo che non mi sarei mai aspettata. Questo non riesco bene a vederne i risvolti forse perchè mi sconvolge come se io non lo meritassi e non potessi mai ricevere un regalo di quel genere.

Vorrei dire che ringraziare va bene ed è giusto ma bisogna anche osservare ciò che diamo per scontato come abitutine, si sparano grazie a raffica ma quante le diciamo con il cuore e quante per abitudine e per far piacere all'altro o perchè abbiamo imparato che si fa e non farlo è male?
Voglio ringraziare le volte che lo faccio con il cuore :wow: con animo grato... altrimenti è solo immagine, abitudine...($)

griselda 19-09-2011 16.09.37

Ho visto una cosa che mi ha lasciata di stucco strabuzza: :bleah: ho ringraziato per rabbonire una persona che aveva un comportamento molto aggressivo piango.gif è stato come dire dai non aggredirmi vedi che ti ho ringraziato con amore tu in cambio non puoi essere aggressivo nei mie confronti.piango2.g:

griselda 11-10-2011 14.17.52

Quando mi accorgo di un io rimango basita.
Settimana scorsa, ho avuto bisogno di una settimana per riprendermi dallo stupore,
ero in un luogo con persone che conosco poco, si parlava di cose che conosco e che avrei dovuto riconoscere...ma quando vado là, con loro, divento ansiosa e quando succede entra in gioco un io che non sa molte delle cose che invece normalmente so di conoscere e che collego.
Ero come una bambina piena di stupore, una bimba senza conoscenze strabuzza:
L'ho scritto qui perchè ancora mi gira dentro questa visione.....

luke 11-10-2011 15.03.04

A proposito di piccoli io, sto provando da alcuni giorni a fare una cosa, magari è una cretinata o una cosa da schizzato icon_mrgr: , però tanto per sperimentare...
Ho provato a classificare tre o quattro miei comportamenti ricorrenti a cui vorrei rinunciare, chiamando li con le lettere dell'alfabeto, tipo A; B, C, D, in modo da sentirmene un minimo distaccato quando insorgono, evitando di pensare che IO voglio lamentarmi di una cosa o IO voglio guardare la TV invece di fare qualcosa di più utile, ma è A che vuole lamentarsi o B che vuole vedere la Tv mezzo inebetito.

In questo modo cerco appunto di sentirli un pò più distanti da me ed essere più padrone nel decidere se assecondarli o meno, fornirgli energia o meno, un pò se la prenderanno comunque, ma se già un pò riesco a togliergliela o comunque avvertire che ci può essere qualcosa di altro da loro in quei momenti...

griselda 21-11-2011 21.03.19

Altra cosa che vorrei arrivare a comprendere perchè ancora ho dei dubbi e da domande che ho fatto ho ricevuto risposte contrastanti....c'è chi dice che bisogna solo osservare e chi invece sostiene che dopo aver osservato bisogna cambiare lavorare per cambiare le cose...

Io propendo per il cambiare perchè se quel tal comportamento nel tempo mi ha portato sempre la stessa esperienza, vuol dire che c'è dietro un meccanismo.
Osservato il meccanismo si può inserire la modifica e vedere poi cosa succede perchè l'Universo si muoverà in funzione della mia presa di Coscienza della conoscenza del meccanismo e della modifica.
Quindi poi si presenterà un'altra esperienza da fare ed io agirò nel modo che ho compreso essere migliore di quello precedente.
Questo comportamento però è normale che mi porta sofferenza e senso di rinuncia? Perchè l'idea della rinuncia mi da l'idea di conflitto. Però mi domando in questo modo dovrei con il tempo anche risolvere il conflitto è così?
O devo fare altro?
Qualcuno ha idea mi può dire che idea s'è fatto?
Se non si capisce non so che dire perchè meglio di così non mi viene :)

griselda 28-11-2011 19.14.44

Sto osservando che quando non capisco qualcosa che so essere importante e utile a mio fare mi viene un senso nausea. :@@
Poi mi viene un senso di stringimento allo stomaco che sale al petto insieme alla paura di non farcela strabuzza:

Successivamente se lascio lavorare queste sensazioni mi viene da piangere blink.gif ($) e conseguentemente voglia di scappare mollare tutto e fuggire...dimenticare....lasciar perdere.....poi con santa pazienza cerco di recuperare tutti i pezzi e rimettere insieme la voglia di fare e di non mollare.piango.gif

Ray 28-11-2011 20.07.26

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 106624)
Sto osservando che quando non capisco qualcosa che so essere importante

Forse faccio una domanda scema, ma se non la capisci come fai a sapere che è importante?

griselda 29-11-2011 02.06.26

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 106625)
Forse faccio una domanda scema, ma se non la capisci come fai a sapere che è importante?

Mi piacerebbe tanto ricordarmi questa tua frase abbraccio:in me è come se avessi messo una puntina ad un foglio che stava svolazzando via.....

Sto non capire che mi mette ansia quella stessa che salendo non mi permette di capire.
Ho visto che leggevo cercando di trovare quel che cercavo e non lo trovo mai, però mi dimentico di non farlo, a volte e quando non lo faccio mi sale l'ansia e quell'ansia mi sottrare l'attenzione necessaria a concentrarmi meglio, perchè lei è la paura in me sono collegate..........
C'è come la paura di un esame, la paura di un brutto voto, la paura di non essere all'altezza di quanto richiesto e questo secondo me si rifà alla mia infanzia quando all'asilo mi è stato chiesto di trovare l'ago perso su un pavimento di macchioline fitte fitte l'altra cosa che mi viene in mente è quella dell'esame a setttembre in seconda elmentare quando poi sono stata bocciata e il senso di inadeguatezza che mi ha invasa e la paura della scuola il terrore di essere bocciata e di riprovare quelle sensazioni....chissà se è ancora da quelle che tento di sfuggire chissà se è quella la stessa nausea che provavo allora io ricordo solo nel primo episodio il mal di pancia?

Tra l'altro se non capisco evidentemente non era importate per me se lo è mi capitano di solito altre occasioni.
Grazie Ray :)

griselda 01-12-2011 13.14.10

Sempre osservando ho scoperto di aborrire parole difficili modo di esprimersi che denota cultura.

Quando nell'età dell'adolescenza ho iniziato a portare dei nuovi vocaboli in casa la reazione è stata di rifiuto, mi veniva detto "parla come mangi" appena ci provavo al che con il tempo desistetti sentendomi sminuita nel mio tentare di uscire dal luogo comune famigliare.

Ma andando ancora all'indietro ho visto che c'era una vera avversione da parte genitoriale femminile disprezzava proprio chi parlava forbito.

E dentro di me c'è questo rifiuto, lo stesso che mi fa sentire a disagio ad usare parole e vocaboli nuovi che incontro lungo il mio percorso vitae.
Se unso certi vocaboli mi sento goffa fuori luogo ed ho paura di essere ripresa questa la sensazione.
Questo penso sia uno dei motivi che non mi permettono di comprendere uno scritto che usa terminologia fuori dal mio accettato vocabolario, precludendomi la comprensione del testo. Mi sono resa conto che leggendo mi sale rabbia la stessa che annacquando la materia grigia e dirotta l'attenzione al di fuori del testo.

Poi il non capire mi riporta amara esperienza infantile dove la bocciatura in seconda elementare dopo l'esame a settembre ha scalfito l'autostima creando una credenza di incapacità a capire.
Ma prima ancora mi porta ad avversare la matematica che veniva introdotta violentemente in me a suon di sberloni ad ogni piccolo errore.
Quindi difficoltà a capire= ricordo di punizione-->paura/ansia--> sofferenza

Difficoltà a capire testo complicato---->rabbia--->
impossiblità poi a capire--->sentimento di non accettazione...e discriminatorio
Per quel che riesco a vedere per ora

griselda 04-12-2011 01.32.16

Ho un disperato bisogno di amore e di aiuto, ma mi poi mi comporto come un cane rabbioso che pur stando morendo di sete non riesce a dissetarsi perchè l'infiammazione glielo impedisce e a chi gli porge l'acqua gli azzanna la mano non riuscendo a fare altro.

Quando chiedo un piacere perchè ho un bisogno disperato di aiuto, per qualunque tipo di problema invece di guardare l'intento della persona ed essere felice solo per il fatto che qualcuno mi dia una mano, guardo all'esito della richiesta che non la realizza mai in pieno perchè idealizzo una perfezione che io però non so mai mettere in campo ma che pretendo dagli altri.
Pretendo l'eccellenza da chi mi aiuta quando io non so fare neppure la sufficienza.
Ho imparato questo e trasmetto questo e solo con tanto sforzo mi rendo conto successivamente di avere questo tipo di atteggiamento devastante ed incompresibile per chi mi sta attorno.
Idealizzo tutto mentalmente ma siccome la realtà non è mai uguale all'idea (perchè quel che le veniva detto di fare non era mai uguale a quel che vedevo fare) rimango delusa e la bambina che è in me batte i piedi e fa i capricci scalcia urla graffia morde e questo comportamento genera reazioni (botte e castighi isolamento che non accetto perchè considero ingiusti ) così rimane sola per ritrovarsi di nuovo con quel senso di abbandono che mi pervade e mi stare lontana dalla gente il più possibile affinchè mi difenda da questo meccanismo assurdo.
Se sto lontana dalle persone e non chiedo non soffrirò, non mi vergognerò, non dovrò chiedere e non rimarrò delusa, poi però non riesco perchè desidero tanto l'amore e so fare così poco da sola, e mi mancail contatto, ma poi tutto si ripete di nuovo e di nuovo e di nuovo e di nuovo e di nuovo e di nuovo.........

Così come poi ricerco l'eccellenza da me e non potendola esaudire perchè non mi rappresenta mi trovo a vivere un conflitto tra ciò che vorrei essere invece di quello che sono.
Avendo preteso da me l'eccellenza senza che ne avessi un modello e dovendo improvvisare di volta in volta senza ottenere riscontri positivi la mia autostima è stata lesa al punto da sfuggire la realtà per crearmene un fittizzia dove costruirmi una falsa identità che essenso segreta nessuno avrebbe mai piotuto distruggerla.

E quando trovo, e questo succede sempre ogni volta che mi confronto, che l'eccellenza è fuori di me mi sento persa.......e allora vorrei rimettere in scena la vecchia commedia ma il vecchio cd si è ossidato e per questo disperatamente cerco un modo di rimpararlo mentre dovrei resettare tutto quello che viene prima.

griselda 04-12-2011 15.28.26

Citazione:

Originalmente inviato da Grey Owl (Messaggio 103758)
Scusa la domanda griselda, ma perchè non dovresti ringraziare chi ti fa una gentilezza?

Mi sfugge questa tua premessa del voler frenare il ringraziamento a seguito di una gentilezza? Perchè non rigraziare?

Oggi ho letto nel 3d dei Tibetani la risposta di Sole e mi è salita dal cuore la voglia di ringraziare un senso di rigraziamento di riconoscenza e poi ancora mi è salita l'idea di non ringraziarla ma questa volta il dubbio era se la ringrazio è come se prendessi ancora io, mentre se lasciassi il ringraziamento nell'etere lei potrebbe ricevere qualcosa che le serve di più di un semplice mio ringraziamento

griselda 06-12-2011 14.56.40

Il giudizio
 
Oggi ero in un posto e parlavo con delle persone...ad un certo punto una di loro dice che non mi conosce un'altre si inserisce e dice ma si è la figlia ....anzi la nuora di.....son bastate quelle parole perchè io andassi in panico mi salisse un calore al volto e sudassi come se stessi facendo il tapis roulant da 50 minuti strabuzza:

E non capisco di cosa ho avuto paura:@@ che mi riconoscessero ma de che?
Non ho mai fatto male a nessuno, che scoprissero i miei segreti?
Non ne ho. Bhe certo loro non sanno niente di me della mia vita privata. E allora di cosa ho avuto paura?
Che qualcuno mi conoscesse :o
L'unica cosa che mi è venuta in mente è stato uno di quelle specie di anatemi che a casa ero solita sentirmi dire: ah se ti conoscessero come ti conosco io....!

Qui mi viene in mente una cosa che mi chiese qualche tempo fa Webetina su fatto che io creda di essere la sola ad avere.....ovvero sentirsi anormali per pur sapendo di non essere l'unica.

Se gli altri scoprissero che non sono perfetta? :U
Ancora con sta cosa qui?
Da qui il mio modo di mettere subito gli altri davanti ai miei difetti di solito tempo fa se si parlava di difetti li mettevo subito io in evidenza probabilmente era il modo per non dover affrontare possibili giudizi da chi mi si avvicinava, del tipo: se lo sa poi decide se mi vuol stare vicino o no.

Penso che il giudizio mi condizioni in modo pazzesco e mi abbia impedito in diversi ambiti.

Perchè il giudizio negativo è quello che fa perdere l'amore a te e agli altri.

Da qui mi è nato una sorta di buonismo ho quasi cancellato il giudizio negativo sulle persone ...tentando di togliere il mio ho tolto quello che davo agli altri giustificando invece che comprenderne le motivazione e continuando a deprecare i gesti. Così facendo mi sono lesa da sola di più di quello che avrebbe fatto un giudizio sano, ovvero una constatazione della realtà, non viziato da soggettività.

Ho passato il tempo della mia vita a cercare di togliermi quei giudizi giustificandoli in continuazione invece che osservare se erano veri o proiezioni (beh certo non sapevo che era così) e molti di essi non lo erano. Oggi lo so. Erano diventati credenze.

Ed a sentirmi in colpa per come quei giudizi mi facevano sentire e la giustificazione era atta a scansare quei sensi di colpa che mi facevano stare male, se non ero perfetta nessuno mi avrebbe amata (che noia mortale )

Così ho imparato a giustificare il male degli altri a cercare le cause e frequentare chi come me veniva mal giudicato.
Davo loro l'amore che io desideravo invece che darlo a me lo davo fuori o poi da loro speravo di essere amata almeno da loro. (Che palbib)

E non solo certi giudizi ti condizionano e ti convicono che sei così e che devi solo vergognarti per essere così quei giudizi sono come condanne a morte se con sè portano anche il distacco affettivo.
Perchè poi il ricordo del malessere provato a seguito di un giudizio lo si riprova all'infinito si sente sempre quello che si è provato quella prima volta, quel senso di disamore, quel senso di perdita, di solitudine, di dolore quasi ci si sente storpi e scansati dal mondo ripudiati perchè imperfetti.
E per evitare i giudizi si inizia a non raccontare più e quando si è obbligati si inizia a mentire e la spirale diventa discendente perchè la mancanza di amore favorisce il male.
E pur di non provare il freddo infernale si farebbe di tutto e quando neppure quel tutto funziona si cerca altrove il calore di quel fuoco che scalda perchè a nessuno piace vivere all'inferno.

E quando vivi sulla difensiva perdi di vista chi è nemico e chi è amico perchè non comprendi la differenza tra giudizio sano e giudizio peloso e invece che scartare comportamenti pericolosi con l'acqua sporca butti via anche il bambino che hai lavato.

E poi è faticoso ricostruire la fiducia e il giusto iter sinaptico icon_mrgr:

Bon un papiro per dire che il giudizio in me è un problema in quanto devo ripristinare il giusto metodo e iter.

Se ritengo di aver sbagliato mi piacerebbe imparare a capire dove è l'errore, e comprendere se è possibile, e perdonarmi se non lo è.
So che sono parti di cose che ho già visto ma siccome non cambia sta cosa...o non è abbastanza oppure manca di qualche cosa nonso.gif

griselda 15-12-2011 14.46.57

E' rispuntato fuori il meccanismo:
il pensiero sosta su -nessuno mi si fila- tradotto nessuno mi da attenzione che vorrei.
Reazione prima:
faccio come se non ne avessi bisogno, posso fare a meno di tutti, (imposizione mentale di difesa dal dolore) e reprimo almeno credo.
Reazione seconda:
inizio a fare confronti, confronti che non hanno veridicità ma sono contaminati dall'aspettativa che sposta la visione di insieme e si ferma solo su paricolari che distorgono la visione.
Reazione terza:
scatta la gelosia
questa mi porterebbe a cercare altrove un qualcosa di piacevole o di obliante che mi porterebbe a non sentire il dispiacere dolore
Non lo faccio sento il dolore
Reazione quarta:
mi scatta la rabbia
Non faccio niente ma la tengo li mezza la sento e mezza la mando giù
Ed intanto non mi accorgo che sto già abbastanza sottopressione perchè non so che altro fare
La goccia che fa sbroccare avviene quando mi sento invisbile, mi sento tanto da tirarmi il dito per vedere se sono già morta e non mi sono accorta...mi sento ignorata e quindi ho un'aspettativa da quella persona e quella persona non me la riempie quindi arrivo alla
Reazione quinta:
Istintivamente metterei in piedi un casino farei un casino tale da obbligare la persona a darmi retta ricevendo logicamente la peggiore delle risposte che possono essere reazioni di rabbia e di giudizio forte sull'assurdità di un comportamento che non pari tra l'ultima cosa vissuta e la mia reazione ma il tutto parte in sordina molto prima come ho visto, ma per ora sempre dopo, ho migliorato che non ho sbottato di brutto come di solito o dovevo sbottare? Ho solo piangiucchiato nel rivedere lo schema mah!

Ray 15-12-2011 15.11.58

Visto l'hai visto, io proverei a fare qualcossa di diverso qui

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 107158)
Reazione prima:
faccio come se non ne avessi bisogno, posso fare a meno di tutti, (imposizione mentale di difesa dal dolore) e reprimo almeno credo.


griselda 15-12-2011 16.41.14

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 107163)
Visto l'hai visto, io proverei a fare qualcossa di diverso qui

fiori.gif grazie faccio e vediamo cosa esce fiori.gif

griselda 26-12-2011 02.53.55

Ridere a crepapelle
 
Oggi ho fatto due risate di quelle che ti sciolgono dentro, di quelle sane risate che paiono farti stare bene come se nel corpo si prigionasse qualche chimica benefica. La sensazione che provavo era proprio di uno stato di benessere che si ripercuoteva nel corpo una bella sensazione insomma.
Sono scaturite entrabe da racconti di una persona con la quale finalmente penso di essermi riconciliata e questo fa bene ad entrambe. Ma non era questo il punto.
Quello che vedevo era che mentre stavo ridendo c'era una piccola parte di me che non si scioglieva non si lasciava andare aveva paura :U la seconda volta ho cercato di sentire cose mi portava e di vedere il ricordo collegato e mi sono ritrovata là nel passato quando mi veniva detto: va che il ridere va in piangere! Addirittura c'era un detto che recitava: chi ride di venerdì piange di sabato domenica e lunedì. E diverse volte mi ricordo di aver cercato di ricordarmi di non farlo al venerdì per poi aver paura degli altri giorni a seguire...altro che suggestionabile di più icon_mrgr: abbraccio:
La paura di dover pagare un dazio per quella piacevole risate che se mi fossi lasciata andare troppo avrei dovuto passare dall'altra parte e soffrire per aver goduto di quel momento di benessere. Era come se la mente fosse una guardiana, come se facesse da controllore alle mie emozioni a ciò che il mio corpo provava e dirigesse poi il da farsi o spingendo con la paura verso la repressione o concedendo la possibilità a continuare se non si fosse esagerato. Da non potersi lasciare andare.
Questo evidentemente è registrato in me.
La mia azione è stata quella di dire: chissene frega, voglio godermi questo attimo il resto non è di mio interesse, non c'era niente di male nel ridere era un ridere pulito, eppure ancora adesso nel scriverlo il tonfo l'ho sentito è stato leggero ma c'è ancora li dentro a provocare l'antica paura che deve andarsene lasciando il suo posto al normale vivere del presente.
Questo è lo stesso tonfo della ballerina mi da l'idea che sia sintomo di un qualcosa di istintivo registrato nell'inconscio e che impedisce di rimanere nel presente.
E' stato così bello ridere fa sentire vivi fa scappare la paura si lo so che inebria un po', che il riso abbonda sulla bocca degli stolti, però a volte è quasi necessaria una risate di questo calibro e credo che questo tipo di grandi risate o comunque la possibilità che ci raggiunge creando l'occasione faccia parte di quel tutto che ci conduce in pratica credo che lo mandi la Provvidenza come tutto il resto.
La mente ancora no mi molla e cerca comunque anche ora di convincermi che se avessi magari riso sino al pianto sino a lasciarmi andare dalla parte opposta avrei risolto il problema del ritorno ma a me pare controllo, se doveva succedere sarebbe successo.
Quindi la paura non ha ragione di esistere. :)

griselda 26-12-2011 03.12.58

La Messa di Natale
 
Quest'anno ce l'ho fatta sono riuscita ad andare ed è venuta con me tutta la famiglia, mi hanno viziata :)

Ero molto distratta durante la funzione.
Mi guardavo attorno, guardavo spesso in alto i dipinti dei santi i finestroni, guardavo i ragazzi come erano cresciuti, le persone che cantavano i sacerdoti i chirichetti che non conoscevo.
Poi ho ascoltato il sermone ed intanto la mente che andava, ogni tanto giudicava: e questo sacerdote non mi piace è logorroico, e si celebra, ha scritto un sermone che è lunghissimo e pesante quello di prima lo avrebbe fatto di un terzo, considerazione sulla voce forte del prete straniero....quest'anno in pratica ho ascoltato me invece che la Messa e devo dire che mi sono chiesta diverse volte dopo che cosa vado a fare?
Gli unici momenti in cui la mente staccava era durante il canti, mi piace cantare e ascoltarli e mi scoccio quando non li conosco e se non li conosco e sono per di più in latino perchè non mi permette di staccare.
Ho fatto la Comunione anche se non mi sono confessata di recente e questo ha mosso immediatamente dei sensi di colpa che ho scacciato reprimendoli ma che poi ho condito con: ma se hai appena detto che quel che hai ascoltato sino adesso è qualcosa di poco chiaro e stravolto o frainteso, allora perchè ti preoccupi?
Ma ancora di più perchè vuoi comunque fare la comunione?
Questo mi ha fatto rendere conto che dovrei prendere una decisione o dentro o fuori che nel mezzo del tipo oggi ci credo, domani forse, dopo domani no, non ha senso un sì o un no sarebbe un po' più ordinato e meno conflittuale. Una scelta senza più recriminazioni porterebbe un po' di pace.

griselda 29-12-2011 15.14.18

Responsabilità
 
Sto osservando questa cosa che è sgusciante come un'anguilla.

Quante volte ho spostato questa cosa sugli altri.

Non sono riuscita a studiare....è colpa di caio e sempronio....la verità è che ho preferito fare altro.....

Non sono riuscita ad imparare una cosa la colpa è di chi me l'ha spiegata male....la verità è che non ci sono arrivata.....

Non ho ottenuto quel che desideravo....è colpa di chi non mi ha dato una mano....la verità è che evidentemente non era un vero desiderio.....

Non ho ottenuto quel risultato è perchè......insomma nella mia vita ho spostato di default sull'esterno per non prendere atto dei limiti che ho e di cui devo bene o male farmi carico, ed imparare a convivere e facendoci la pace, sono quello che sono e scappare da essi non aiuta e nemmeno metterli addosso agli altri per non vederli aiuta ma aiuta molto conoscerli e accettarli, ho iniziato ad abbassare l'aspettativa su di me e questo mi sta aiutando a vedere questi spostamenti....la cosa più difficile è ancora lasciare andare, so che è così ma ancora la resistenza da parte di una parte di me che vorrebbe continuare a tenere il broncio agli altri, perchè è più facile, si comporta ancora così nonono.gif icon_mrgr: ma sono ottimista e so che con le buone mi insegnerò questa cosa :)

griselda 05-01-2012 02.22.09

Gli atteggiamenti altrui
 
Oggi mi è capitato di arrivare davanti ad uno sportello per un pagamento e dall'altra parte del bancone c'era una ragazza, avrà avuto 30 anni penso o giù di lì, parlava al telefono e quando mi ha vista ha momentaneamente sospeso la telefonata dicendo all'altro di attendere che aveva da fare...

Mi chiede quel che le serve, fa quel che deve, il tutto con aria scocciata, con fastidio, con pochissima gentilezza, senza neppure guardarti in faccia insomma aveva l'aria di chi era scocciato di stare lì ed essere interrotto nel suo intrallazzarsi telefonicamente.

A me è scocciato. Dovevo essere felice e basta ed invece quell'atteggiamento mi stava portando via da me....

Ero tutta presa con considerazioni mie, diciamo pure giudizi sul comportamento che ritenevo non idoneo...e mi stava per montare la rabbia o comunque avrei voluto farle fare un cazziatone dal suo capo....il tutto racchiuso in un minuto poi la persona che era con me, mi dice: "ma che ti frega" Sei felice? Si? Allora che ti frega?

E' bastato questo per svegliarmi ero stata portata via da quell'atteggiamento.......

Ok che questa persona dovrebbe comportarsi diversamente ma che io mi perda via così non va bene....la persona che era con me, ha avuto le stesse considerazioni ma con il distacco necessario, quindi cosa c'e dietro a tutto questo?
E' possibile che ci sia qualcosa da ricapitolare?

Ho collegato questa cosa ad un episodio di quando avevo 17 anni ed una persona dietro ad uno sportello mi ha fatta sentire ignorante, era scortese e antipatica oltre che manifestante un tono molto aggressivo che mi mise in crisi...
Ma questa cosa è sintomo di altro precedente.....perchè ho come una sorta di rabbia e risentimento sotto che si muove...
Forse potrebbe essere quella suora quando avevo 9 anni e frequentavo l'oratorio, periodo in cui andavo a catechismo tutti i sabati perchè dovevo fare la Comunione....
Ricordo ancora che pagai una cocacola....e lei mi disse di andare nel frigor a prenderla perchè c'erano tantissime bambine e una fila enorme....io feci come mi disse, presi la cocacola, poi però mi resi conto che era chiusa e ritornai dalla suora per farmela aprire....lei prese in mano la bottiglietta e mi disse in modo sgarbato che dovevo pagarla....io dissi che l'avevo già fatto....e lei mi disse aggredì dicendo di non dire bugie e mise la cocacola dietro al bancone...io rimasi malissimo mi venne da piangere e me ne andai senza niente e con l'idea della mia incapacità ad aver cura di me di saper badare a me stessa abbraccio:

Per ora non mi viene altro

p.s. certo che all'età di nove anni mi sto rendendo conto che me ne sono capitate di ogni che cosa strana :@@

Sole 05-01-2012 11.33.52

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 108022)


Ok che questa persona dovrebbe comportarsi diversamente ma che io mi perda via così non va bene....la persona che era con me, ha avuto le stesse considerazioni ma con il distacco necessario, quindi cosa c'e dietro a tutto questo?
E' possibile che ci sia qualcosa da ricapitolare?

Se mi posso permettere, prima di cercare per associazione l'episodio del passato proverei a sentire, percepire la sensazione che ti ha dato stare davanti all'impiegata che aveva un certo atteggiamento con te. Cercherei di ricapitolare prima di tutto l'episodio recente vissuto, chiarirti bene bene che sensazione ti è salita, come ti ha fatto sentire a te e poi il passato a catena dovrebbe venir su da solo se ricapitoli bene il recente.

Ad esempio se ci fossi stata io avrei probabilmente sentito che le davo fastidio e quindi mi sarebbe venuto su qualcosa... ma senza la sensazione precisa si naviga nel buio.

Spero di esserti stata utile.

griselda 05-01-2012 14.50.46

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 108023)
Se mi posso permettere, prima di cercare per associazione l'episodio del passato proverei a sentire, percepire la sensazione che ti ha dato stare davanti all'impiegata che aveva un certo atteggiamento con te. Cercherei di ricapitolare prima di tutto l'episodio recente vissuto, chiarirti bene bene che sensazione ti è salita, come ti ha fatto sentire a te e poi il passato a catena dovrebbe venir su da solo se ricapitoli bene il recente.

Ad esempio se ci fossi stata io avrei probabilmente sentito che le davo fastidio e quindi mi sarebbe venuto su qualcosa... ma senza la sensazione precisa si naviga nel buio.

Spero di esserti stata utile.

Grazie Sole, non avevo mai pensato in questo senso, provo a ricapitolare l'episodio come hai detto tu abbraccio:

griselda 06-01-2012 14.38.30

Allora ho ricapitolato come hai detto tu menomale così ho visto che non ce l'avevo con la tizia ma con me. Il suo atteggiametno non mi piaceva ok, ma la rabbia mi saliva perchè volevo dirle qualcosa ma non ci riuscivo.
Il perchè non riuscivo era relativo al cercare dentro di me un qualcosa di perfetto da dire, questo per non prendermi la responsabilità di quel che ne sarebbe potuto sortire.

In pratica questo conflitto lo posso risolvere o accettando di non dire niente osservando solo quel che fa in me e sperando che prima o poi la smetta di giudicare l'atteggiamento altrui.
Oppure dire qualcosa e prendermi quel che viene sempre osservando l'effetto che mi fa.
Si?

Questa cosa me la porto a dietro da sempre e ovunque mi piacerebbe tanto trovare il modo per risolverla:)

griselda 07-01-2012 21.27.25

espressione e disagio
 
L'espressione della tizia mi metteva a disagio.
Ieri, non sono sicura che centri ormai le sicurezze non so più dove abitino icon_mrgr:, mi sono vista, ad esempio in acsa, ogni volta che qualcuno, a cui voglio bene, ha/aveva la faccia scura, la fronte corrugata, chi dava l'idea di essere triste o stare per arrabbiarsi o dopo essersi arrabbiato, andare verso di lui a consolarlo o a cercare d farlo ridere o di distrarlo distoglierlo dall'avere quel piglio...lo faccio regolarmente e questo perchè mi mette ansia, mi sale una paura immotivata, paura che possa succedere qualcosa id brutto, qualcosa che porta guai
Anche da bambina facevo questa cosa me la ricordo bene, entravo nelle discussioni famigliari per sedarle perchè mi creavano lo stesso stato d'animo e cercavo di trovare il modo per mediare per mitgare per evitare di sentirmi a disagio e di entrare in ansia e di provare quella sensazione di : chissà cosa succede adesso! Devo fare qualcosa per evitarlo, mi scatta id evo fare qualcsoa devo impedire che....ma non so cosa c'è dietro quel che. Quel primo "che" non lo ricordo
Ma ci baderò ancora e vedrò se sale qualcosa

Comunque credo che sia sempre los tesso conflitto bambina abbandonata madre iperprottettiva ma diverso

griselda 08-01-2012 13.45.46

V per vendetta
 
Suby è troppo forte! Io stavo vedendo questo sopra....e lui mi ha mandato un sogno che centra come i cavoli a merenda bon poi lo metto in sezione.

In ogni caso quel che volevo scrivere qui è che sondando ho visto che in me sin da bambina (mi sono ricordata che avrei tanto voluto conoscere qualcuno che mi proteggesse, qualcuno di violento di cui gli altri avrebbero avuto paura e che mi avrebbe vendicato all'occorrenza) ricorre sempre un senso di desiderio di vendetta e appena potevo vendicavo gli altri perchè me non ci riuscivo.
Sarà meglio che smetto quegli abiti e faccio pace anche perchè le mie vendette personali non si sono mai realizzate che è peggio sono sempre rimaste dentro a girare cercando un varco per uscire che non hanno mai trovato e poi sono andate giù....

griselda 08-01-2012 19.04.07

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 108101)
L'espressione della tizia mi metteva a disagio.
Ieri, non sono sicura che centri ormai le sicurezze non so più dove abitino icon_mrgr:, mi sono vista, ad esempio in acsa, ogni volta che qualcuno, a cui voglio bene, ha/aveva la faccia scura, la fronte corrugata, chi dava l'idea di essere triste o stare per arrabbiarsi o dopo essersi arrabbiato, andare verso di lui a consolarlo o a cercare d farlo ridere o di distrarlo distoglierlo dall'avere quel piglio...lo faccio regolarmente e questo perchè mi mette ansia, mi sale una paura immotivata, paura che possa succedere qualcosa id brutto, qualcosa che porta guai
Anche da bambina facevo questa cosa me la ricordo bene, entravo nelle discussioni famigliari per sedarle perchè mi creavano lo stesso stato d'animo e cercavo di trovare il modo per mediare per mitgare per evitare di sentirmi a disagio e di entrare in ansia e di provare quella sensazione di : chissà cosa succede adesso! Devo fare qualcosa per evitarlo, mi scatta id evo fare qualcsoa devo impedire che....ma non so cosa c'è dietro quel che. Quel primo "che" non lo ricordo
Ma ci baderò ancora e vedrò se sale qualcosa

Comunque credo che sia sempre los tesso conflitto bambina abbandonata madre iperprottettiva ma diverso

E' bellissima questa cosa!
Stavo facendo merenda con il the con i biscotti e mi si è parata davanti agli occhi la scena che descrivevo sopra di abbonire il muso scuro....lo faceva mio padre con mia madre per farle cadere dopo una settimana di musi e mugugni, il muso e la sua chiusura a cui riduceva tutta la famiglia dietro a lei per farla smettere ognuno con i suoi mezzi....
E vedere quel muso era devastante era non mangiare era pranzare con sulla testa il dolore che ci mostrava e con il quale andava in giro era vivere con addosso il suo senso di devastadione e di disperazione che ti toglieva il fiato e ti chiudeva tutte le valvole per non farti soffocare dall'aria bassa che si creava nell'ambiente....
Quel muso quella chiusura era il segnale che non le piacevi che ti voleva che voleva che fossi/mo diversa/rsi e che se eri così lei ti avrebbe fatto morire di fame te l'avrebbe fatta pagare (vendetta)
Che brutto che era....e che gioia quando mio padre riusciva a strapparle un sorriso e apriva un piccolo varco da cui usciva un raggio di sole dalla sua bocca semi socchiusa di chi fa fatica a lasciarsi andare alla gioia e alla felicità, quel po' di calore con cui ci scaldavamo l'anima in quel momento, ricordo che tutti tenevamo il fiato sospeso nella speranza che mio padre riuscisse nel suo intento...
Avevo il terrore di quel viso scuro, di quella chiusura che mi metteva ansia che mi faceva paura e poi da grande mi faceva scattare la rabbia senza che mi ricordassi perchè e ce la mandavo appena ci provava...e anceh se non era vero le dimostravo che non aveva più breccia su di me quel suo atteggiamento e me ne andavo sbattendo la porta...sintomo che invece mi importava eccome

Credo che ogni faccia scura ogni mente corrucciata, ogni manifestazione di distacco e freddezza mi ricorda quei momenti di solitudine e di senso di magrezza interiore di vuoto senso di fame fame d'amore, di accettazione, di accoglienza, di approvazione, di attenzione... di vita e che non mi veniva dato perchè non ero quel che voleva d ame e mi scatta inconsciamente: non le/gli vado bene, mi sta giudicando,non sono ideonea, non le/gli piaccio....morirò di nuovo di fame...e scatta la rabbia
Ricordo che non c'era verso di farla aprire se non decideva lei e dopo diversi giorni di sofferenza ti dava l'idea dopo che mi ero umiliata in tutti i modi possibili andandole dietro cercando di fare di tutto per riavere la sua attenzione
Ecco che ogni segnale di quel genere mi fa scattare dentro verso chiunque la stessa rabbia o dolore se voglio bene a questa persona ....invece dovrei dire ma chissene frega sei arrabbiato? E' passata a Napoleone passerà anche a te come era solita dire lei a me/noi.

Stessa cosa quando parlo e non mi si da retta....quando racconto e non mi si ascolta....quando ho voglia di fare qualcosa insieme e nessuno mi si fila....quando domando e non mi si risponde....quando qualcuno mi manca di rispetto....quando qualcuno non mi accoglie con calore....parte una stretta al centro del petto e/o allo stomaco e poi il dolore o la rabbia e pure la vendetta o la fuga e il recupero di un po' di vita .... ma con sempre dentro di me la sensazione di non valere abbastanza da meritare di più.......che crea un nodo in gola.......ma di tentare il tutto per poter essere perfetta... per poter avere quel che serve per vivere......è tutto là in quel passato ma presente dentro di me
Vediamo se viene su ancora qualcosa

griselda 08-01-2012 22.22.27

Identificazione
 
Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 108111)
Suby è troppo forte! Io stavo vedendo questo sopra....e lui mi ha mandato un sogno che centra come i cavoli a merenda bon poi lo metto in sezione.

In ogni caso quel che volevo scrivere qui è che sondando ho visto che in me sin da bambina (mi sono ricordata che avrei tanto voluto conoscere qualcuno che mi proteggesse, qualcuno di violento di cui gli altri avrebbero avuto paura e che mi avrebbe vendicato all'occorrenza) ricorre sempre un senso di desiderio di vendetta e appena potevo vendicavo gli altri perchè me non ci riuscivo.
Sarà meglio che smetto quegli abiti e faccio pace anche perchè le mie vendette personali non si sono mai realizzate che è peggio sono sempre rimaste dentro a girare cercando un varco per uscire che non hanno mai trovato e poi sono andate giù....

Ecco mi identifico con tutte le persone che secondo me hanno subito o stanno subendo (secondo il mio limitato giudizio) un'ingiustizia.
E mi sale dallo stomaco una spinta enorme che non mi tiene più ferma sulla poltrona e che vorrebbe spingermi a schierarmi contro uno (solo cercando di farli vedere dove sbaglia ed eventualmente fermarlo) e a favore dell'altro per proteggerlo ed aiutarlo a rinforzarsi.
Ma poi non ho la forza di farlo perchè so che se succedesse a me poi non saprei uscirne per via dell'ansia che mi sale, la paura che mi prende e la rabbia che non gestisco perchè annebbia la mente

Quel che mi proteggeva doveva essere mio padre che l'ha fatto per un po' sbagliando e poi mi ha abbandonata al mio destino poi ho ricercato chi mi proteggesse negli uomini che ho incontrato mai uno da proteggere sempre uomini forti e anche un po' stronzbip diavolo.g:
Infatti giudico l'uomo che ha da esse homo e non deve avere paure manata.gif martello.: (sarà per questo che il mio maschile latita?icon_mrgr:) Bon per oggi ne ho già sparate abbastanza icon_mrgr:

dafne 09-01-2012 01.23.35

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 108136)
Ecco mi identifico con tutte le persone che secondo me hanno subito o stanno subendo (secondo il mio limitato giudizio) un'ingiustizia.
E mi sale dallo stomaco una spinta enorme...
....
Ma poi non ho la forza di farlo ..........


E' una cosa che è capitata anche a me di osservare, soprattutto il passaggio dalla spinta a reagire alla rinuncia. Estremamente frustrante.

Inevitabile il rimpianto della mancata protezione e dell'abbandono ma mentre ti leggevo mi sono chiesta se il problema è che non mi hanno protetta (se è vero che potevano farlo oltretutto ma bon) o se invece non sia che non mi hanno insegnato a proteggermi.
Pare la stessa cosa ma non credo sia così.

I sempre si, la sottomissione, la rabbia che cova sotto ecc ecc ecc credo che nel mio caso perlomeno dipendano da una profonda deficienza di natura difensiva..O si attacca o si fugge, mi par di vivere così sostanzialmente, ci dev'essere un terzo modo almeno...
Scusa se ho invaso il tuoi spazio Gris e grazie fiori.gif stò ammirando la persevaranza con cui stai prendendo nota di te.:C:


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