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Uno 23-06-2008 13.30.16

Relatività e degenerazione della parola Maestro
 
Discorsi fatti e rifatti, però siccome sono infiniti come quelli sul bene e il male, facciamo un altro giro di giostra icon_mrgr:.

E' vero che chiunque può insegnare qualcosa a qualcuno, questo si può poeticamente definire con: "Ognuno mi è maestro ed io posso essere maestro a tutti".
Però la licenza poetica ha corrotto e degenerato il vero senso della parola Maestro.
Maestro è colui che, rispetto alla materia di cui può essere appellato in tale modo, sa rispondere a qualsiasi domanda e/o risolvere qualsiasi problema con maestria.
Se io trovo Gino che mi fa capire fa caldo e debbo bagnare il giardino, mi ha insegnato una cosa, ma definirlo maestro di giardinaggio è improprio, al massimo posso dire che siccome sapeva una cosa che io non sapevo mi è stato in quel momento maestro... a me e per me. il mio vicino poteva già sapere che era il caso di bagnare il giardino, per lui Gino non è stato un maestro, ne per per me il vicino è stato un maestro pur sapendo egli le stesse cose di Gino.

Una Via naturale è quella di ascoltare i vari maestri relativi che incontriamo tutti i giorni in qualsiasi situazione, le fregature sono due:
Primo che ci piace pensarlo di farlo, in realtà lo facciamo solo se ci cogliono di sorpresa e sotto la soglia della nostra percezione, purtroppo in questo modo impariamo cose buone e cose meno buone
Secondo il processo è lento e spesso non giunge a nessuna destinazione, questo è un non problema per le filosofie che portano avanti discorsi tipo reincarnazione... o forse è un modo per avvalorare tali tesi rendendole più appetibili, visto che ci permetterebbero di fare quel cavolo che vogliamo.

Spunti iniziati............

turaz 23-06-2008 13.37.53

beh penso che alla fine ciò che dovrebbe fare da "lanterna" è qualcosa di interiore.
più ci puliamo e impariamo ad ascoltare quella "voce" dentro più sappiamo cogliere l'insegnamento del maestro relativo "fuori" di noi (capacità di discernimento)
Poi penso anche che nel momento in cui capiamo quello che è il vero desiderio del nostro Se improvvisamente ci "capitano" miracoli, come se l'universo si muovesse con noi.
A quanto capisco secondo te questa è solo una "fase" legata anche a congiunture favorevoli e verso cui successivamente serve "forza" per proseguire.

Astral 23-06-2008 13.38.51

Bisogna vederne sempre l'uso, se facciamo l'esempio del giardinaggio ciò che dici va benissimo, in quel momento mi serve saper bagnare l'erba, non mi serve saper potare le rose, ne mi interessa, oppure potrebbe essere proprio che grazie al consiglio del vicino, posso decidere di intraprendere il giardinaggio in modo migliore.

Credo che esistano ben pochi maestri ed anche chi si definisce tale, ha sempre da imparare (l'allievo supera il maestro) per questo forse è più corretto parlare di insegnanti.

Ognuno è maestro e io sono maestro di tutti si riferisce al concetto di quotidiana e della vita a 360 gradi non si riferisce di certo ad una determinata arte.

Difficilmente posso insegnare qualcosa in un settore specifico, ma magari il mio modo di lavorare può far riflettere certi maestri, ancora fossilizzati su schemi ormai superati.

La verità è che nemmeno il maestro finisce mai di imparare, ma diciamo che può insegnare l'arte fino a quel punto.

Quanto alla seconda parte non ho capito che si intende per maestri relativi, suppongo che i maestri assoluti non esistano comunque.

turaz 23-06-2008 13.42.51

beh infatti quello che io contesto a molti "maestri" o supposti tali sta nel fatto che a mio avviso si fossilizzano sedendosi sui fantomatici allori.
ma in teoria come tu dici il vero Maestro non finisce mai di imparare.
ed è in grado a mio avviso di rendere "elastiche" le sue conoscenze a un certo punto (quando si accorge che l'allievo esprime una Verità)

Astral 23-06-2008 13.53.21

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55711)
beh infatti quello che io contesto a molti "maestri" o supposti tali sta nel fatto che a mio avviso si fossilizzano sedendosi sui fantomatici allori.
ma in teoria come tu dici il vero Maestro non finisce mai di imparare.
ed è in grado a mio avviso di rendere "elastiche" le sue conoscenze a un certo punto (quando si accorge che l'allievo esprime una Verità)

C'è da dire che ci è sveglio può apprendere anche da chi non insegna, e chi dorme può non apprendere anche di fronte ad un maestro.

Però io metterei la cosa all'atto pratico, perchè se parliamo di un arte specifica è diverso.

Prendiamo ad esempio la musica: io posso insegnare ad una maestro di musica come comporre perchè è qualcosa che lui non potrà insegnarmi molto, ma è anche vero che se non mi insegna le basi della musica, con tanto di teoria, solfeggio e pratica dello strumento, la mia potenzialità di comporre rimarrà un po' cosi.

A mio avviso ci sono cose che si possono insegnare e cose che non si possono insegnare.

In genere le cose tecniche, pratiche si possono insegnare, l'arte e la spiritualità non si possono insegnare, vanno tirate fuori, e non tutti hanno la stessa potenzialità di partenza.

Posso dirti che per quanto riguarda la musica, ho cambiato almeno 3 cosidetti maestri, prima di trovare qualcuno che se ne intedesse veramente ( e paradossalmente avevo qualcosa da insegnare, perchè non aveva l'esperienza degli altri due maestri).

Per questo consultare un solo maestro evita confusione, ma è altamente riduttivo.

stella 23-06-2008 13.58.03

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55705)
Una Via naturale è quella di ascoltare i vari maestri relativi che incontriamo tutti i giorni in qualsiasi situazione, le fregature sono due:
Primo che ci piace pensarlo di farlo, in realtà lo facciamo solo se ci cogliono di sorpresa e sotto la soglia della nostra percezione, purtroppo in questo modo impariamo cose buone e cose meno buone
Secondo il processo è lento e spesso non giunge a nessuna destinazione, questo è un non problema per le filosofie che portano avanti discorsi tipo reincarnazione... o forse è un modo per avvalorare tali tesi rendendole più appetibili, visto che ci permetterebbero di fare quel cavolo che vogliamo.

Imparare sotto la soglia della nostra percezione mi fa pensare ai cosiddetti "persuasori occulti" della pubblicità, che danno un messaggio in chiaro ma sotto c'è nascosto un messaggio più occulto e più potente, e quello agisce sotto.
Di solito noi scegliamo cosa vogliamo imparare, chi ascoltare e a chi non dare retta.
Può darsi che ascoltando sempre il vicino che mi consiglia come tenere il giardino anche se il suo non è migliore del mio, magari non do' retta a quello che mi dice devi dare una bella potatura e penso che sia matto e non lo ascolto, e invece mi poteva insegnare una cosa che non sapevo....
Quello sarebbe stato un maestro relativamente a quel caso...
Quindi facciamo già una cernita su ciò che accettiamo come insegnamento e ciò che non accettiamo perchè non lo reputiamo adatto a noi...
e così ci perdiamo più di una fioritura.

turaz 23-06-2008 13.58.44

io la penso esattamente come te e anche in questo forum spesso e volentieri ho citato l'esempio del "genio".
ogni maestro sviluppa maggiormente una parte.
ma il vero Maestro è colui che le sviluppa tutte
A un genio un maestro di teoria potrà insegnare la disciplina e le basi musicali (che è poi quello che spesso manca a lui) ma di certo non potrà insegnargli a comporre (a meno che non abbia sviluppato in se anche questa parte)

chiaro che se il maestro cui ti rivolgi è "compositore" in teoria dovrebbe avere sviluppato quella dote.

Astral 23-06-2008 14.09.11

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 55715)
Imparare sotto la soglia della nostra percezione mi fa pensare ai cosiddetti "persuasori occulti" della pubblicità, che danno un messaggio in chiaro ma sotto c'è nascosto un messaggio più occulto e più potente, e quello agisce sotto.
Di solito noi scegliamo cosa vogliamo imparare, chi ascoltare e a chi non dare retta.
Può darsi che ascoltando sempre il vicino che mi consiglia come tenere il giardino anche se il suo non è migliore del mio, magari non do' retta a quello che mi dice devi dare una bella potatura e penso che sia matto e non lo ascolto, e invece mi poteva insegnare una cosa che non sapevo....
Quello sarebbe stato un maestro relativamente a quel caso...
Quindi facciamo già una cernita su ciò che accettiamo come insegnamento e ciò che non accettiamo perchè non lo reputiamo adatto a noi...
e così ci perdiamo più di una fioritura.

Rimaniamo sempre nella più profonda relatività cosi: è possibile che c'è del vero nel tuo esempio, come è possibile che io per seguire il consiglio della potatura, alla quale non sono pronto o non fa per me, distruggo tutto il giardino irrimediabilmente.

Anche chi insegna qualcosa, deve avere la briga ed il tatto di farlo con la persona giusta, nel luogo giusto e al momento giusto.
Sarebbe sciocco a dei bambini di 5 anni insegnare a fare un riassunto, se non sanno nemmeno leggere.

Qui stiamo poi facendo l'esempio del maestro impeccabile, che non sbaglia mai e che è veramente bravo. Se poi prendiamo invece pure chi pretende di insegnare e non è bravo, i risultati sono ancora peggiori, ed è molto meglio aver fatto da se a quel punto, che aver sbagliato sotto indicazione di qualcun'altro.

Per lo meno se sbaglio a fare il giardino di testa mia, mi prendo le mie responsabilità e forse imparo, ma se sbaglio con i consigli di qualcun'altro me la posso prendere solo con me stesso per non aver utilizzato la testa.

Per questo Stella occorre avere il dono spirituale del Discernimento per comprendere quando è bene affidarsi e quando invece occorre fare per conto proprio.

Dopotutto ci sono due filosofie quella del quadrato e quella del cerchio, ed ognuno è predisposto verso l'una o verso l'altra, non è detto che una è meglio dell'altra.

jezebelius 23-06-2008 15.19.56

Credo che forse bisogna fare una distinzione tra " maestro " ( "m" minuscola ) e " Maestro " ( "M" maiuscola).
Se partiamo dall'etimologia che anche Uno ci ha dato, ossia colui che possiede la Maestria nel risolvere un problema o altro, lo si può utilizzare come input.
Non a caso però, ad esempio, in alcuni Ordini esistono vari tipi di ( o gradi ) di Maestro.
Ancora, Maestro contiene gia in se l'essere " grande " in qualcosa e talvolta il titolo con cui si chiama un soggetto " Gran Maestro ", serve ad identificare ( o dovrebbe servire, prescindendo dalla degenerazione per un attimo con cui si potrebbe venire a contatto, tant'è che esistono gradi che vengono " offerti" in maniera molto semplice in alcuni di quegli Ordini e che non corrispondono alla reale Levatura del soggetto ) colui che, potremmo dire, ha una "doppia grandezza".
Il discorso secondo me è molto ampio per cui varrebbe la pena vedere la cosa da più angoli o punti di vista.

Tornando alla definizione di " maestro", in riferimento a quella che è l'etimologia ed ai gradi, si potrebbe dire che, in maniera molto semplice, colui il quale si trova in questa " posizione" non possiede una conoscenza di quella cosa ma forse, in base alla sua esperienza, può, limitatamente ad un argomento, in maniera consapevole o no, dare una indicazione, un consiglio.
Va da se che questo sarà sempre intriso, condizionato, dalla sua soggettività ( ad esempio Gino che ci dice si di annaffiare il giardino ma nelle ore in cui il sole è maggiore; si tratta sempre di annaffiare il giardino ma in maniera differente da quella che probabilmente servirebbe ).
L'avrà comunque " sporcata".
Per di più, azzardo, lo si potrebbe chiamare " insegnante" nel senso che indica, come Gino ha fatto nell'esempio di Uno, come fare una cosa, semplicemente perché, però, io non la conoscevo.
Tra l'altro, c'è il vicino che " conosce " le stesse cose che mi ha detto Gino ed io, al vicino appunto, non ho prestato attenzione, basandomi su ciò che invece mi ha detto il primo.
In ciò vedo anche un riconoscimento mio nei confronti di Gino nella misura in cui io ho bisogno di qualcosa e soprattutto, per questo, nel riconoscimento ( un conoscere di nuovo ) nei suoi confronti.
In ciò e quindi nel rapporto tra me e Gino si fonda quel che cerco, relativo alla conoscenza ( di cui ho bisogno che è quella della possibilità di innaffiare il giardino o che altro ).
Se Gino sa solo quello ed io, invece, ho bisogno di altro che so, in riferimento al giardino devo conoscere come si potano le rose e Gino non me lo sa spiegare, sicuramente cercherò ciò di cui ho bisogno presso un altro.
Il tutto partendo sempre dal presupposto che Gino non è Maestro di Giardinaggio.

Kael 23-06-2008 16.49.18

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55705)
Una Via naturale è quella di ascoltare i vari maestri relativi che incontriamo tutti i giorni in qualsiasi situazione, le fregature sono due:
Primo che ci piace pensarlo di farlo, in realtà lo facciamo solo se ci cogliono di sorpresa e sotto la soglia della nostra percezione, purtroppo in questo modo impariamo cose buone e cose meno buone
Secondo il processo è lento e spesso non giunge a nessuna destinazione, questo è un non problema per le filosofie che portano avanti discorsi tipo reincarnazione... o forse è un modo per avvalorare tali tesi rendendole più appetibili, visto che ci permetterebbero di fare quel cavolo che vogliamo.

Una fregatura può anche essere quella di non ascoltarli, o ascoltarli quando invece il "lasso temporale" si è concluso. E' vero cioè che chiunque incontriamo ha qualcosa da insegnarci, qualche "messaggio" da darci, ma in quel determinato tempo e spazio. Poi il suo ruolo finisce e non è più un maestro relativo. Magari Gino dopo avermi fatto capire che se fa caldo devo bagnare il prato, mi mette anche in testa un'idea sbagliata o incompleta su qualche altro argomento (o magari anche nello stesso giardinaggio)

Insomma seguire una Via naturale è oltremodo difficile e basta perdere un pezzetto per strada da condizionare poi l'intero cammino... Se voglio veramente imparare qualcosa quindi molto meglio rivolgermi a un vero Maestro, il problema è che ormai non solo nella vita, ma anche nei singoli settori specializzati abbondano i falsi maestri. Non affidarsi quindi a certificazioni o a detta di altri, il miglior modo resta sempre lo stesso, quello di osservare attentamente la vita e le opere del Maestro... e se i frutti saranno buoni, significa che anche l'albero è buono...

turaz 23-06-2008 16.58.47

dipende dal concetto di buono e da che punto di vista osservi le opere.

c'è una dose di soggettività intrinseca nella cosa a mio avviso

Kael 23-06-2008 17.04.19

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55736)
dipende dal concetto di buono e da che punto di vista osservi le opere.

c'è una dose di soggettività intrinseca nella cosa a mio avviso

Ovvio, l'aveva già detto Uno qui:
Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55705)
... a me e per me.

Su questo non si scappa... Ognuno cercherà di imparare quello che per lui c'è da imparare... ossia quello che ritiene come "buono".

turaz 23-06-2008 17.06.14

detto così vale in ciascun ambito... anche il "peggiore" da un certo punto di vista.
quindi non ci vedo uno "stimolo" intrinseco a "fare di meglio" preso dall'esterno.
la determinante è sempre interiore a mio modo di vedere

Uno 23-06-2008 17.22.32

Il mio post voleva più che altro prendere in esame che si è degenerata la parola maestro (maiuscola o minuscola) per comodità.
Nella seconda parte del mio post descrivevo il modo moderno di concepire tutti maestri compresi se stessi, tra parentesi anche la definizione "Maestro di se stesso" è poetica, simpatica ma degenerante della parola maestro (maiuscolo o minuscolo).
Come faccio ad insegnarmi una cosa che non so?
"Weee Uno sei sempre il solito, la cosa la sai ma non te la ricordi, non ne hai coscienza"
Allora perchè dovrei insegnarmela ed essere maestro di me stesso? La so già...

Secondo logica ci vogliono dieci minuti per vedere l'assurdità di certi ragionamenti, poi si può dire che la logica non è adatta per esplorare certi argomenti... ma se non usiamo la logica dobbiamo avere fede, per molti di quelli che dicono che la logica non è adatta anche questo è un problema icon_mrgr:

Mi rifermo...

Brevemente benchè esuli da quello che stavo dicendo: un vero genio non ha bisogno di un maestro altrimenti non sarebbe un genio, un Maestro è superiore ad un genio ma non insegna nulla ad un genio, insegna ai comuni mortali

RedWitch 23-06-2008 17.41.22

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55705)
...
Maestro è colui che, rispetto alla materia di cui può essere appellato in tale modo, sa rispondere a qualsiasi domanda e/o risolvere qualsiasi problema con maestria.
Se io trovo Gino che mi fa capire fa caldo e debbo bagnare il giardino, mi ha insegnato una cosa, ma definirlo maestro di giardinaggio è improprio, al massimo posso dire che siccome sapeva una cosa che io non sapevo mi è stato in quel momento maestro... a me e per me. il mio vicino poteva già sapere che era il caso di bagnare il giardino, per lui Gino non è stato un maestro, ne per per me il vicino è stato un maestro pur sapendo egli le stesse cose di Gino.

Questo punto e' chiarissimo e sono d'accordo con Jez quando dice che c'e' una differenza tra maestro e Maestro.
Altrettanto vero secondo me che possiamo imparare da tutti , anche se la trovo abbastanza una frase fatta, nel senso che se siamo onesti possiamo vedere quanto sia difficile accettare e imparare indistintamente da chiunque, (potrei aggiungere soggettivissimamente che in genere quando vedo sbandierare queste parole poi mi accorgo che e' perche' chi ho di fronte vorrebbe farmi da maestro..)
Il Maestro non si riempie la bocca ne' di queste parole ne' di altre inutili che gonfiano l'ego.. il Maestro fa.. e per quanto soggettivi e parziali si possa essere nella propria visione, se si lascia da parte l'orgoglio (come ha detto di recente Uno altrove), il Maestro lo si riconosce.. sicuramente in base ai propri bisogni, e al proprio grado di consapevolezza ma quando anche sia ridotta al minimo, per me e' incomprensibile che non si vedano certe cose..

Secondo me c'e' una differenza sostanziale in tutti i piccoli maestri che possiamo incontrare ogni giorno e il Maestro. Dai piccoli maestri possiamo prendere quello che ci serve e anche no a seconda del momento, del modo in cui si pongono, dalla disposizione d'animo del momento e da chissa' quante altre variabili (e concordo con Kael, una Via naturale in questo senso sara' difficilissima, a meno di avere delle predisposizioni che pochi hanno).. se sappiamo riconoscere il Maestro invece, accetteremo da lui tutto o quasi, il che non vuol dire non ragionare e prendere tutto come oro colato.. ma significa avere una possibilita' di comprensione piu' ampia...

Poi Ray altrove ha anche parlato dei risultati.. si non si dovrebbero avere aspettative, ma quando si guarda in se' stessi il piu' onestamente possibile, e si possono scorgere dei risultati tangibili (anche se il rischio di raccontarsela probabilmente e' enorme..), credo che sia gia' una buona garanzia..

:C:

turaz 23-06-2008 17.44.52

quelle frasi a mio avviso sono frasi scritte solo dopo aver vissuto un certo tipo di esperienza "negando" (o in buona fede dimenticando) quello che è stato prima di essa.
non so se è chiaro.

a un certo punto del cammino osservando dentro di se si trova il Maestro interiore...
allora subito dopo viene da scrivere "tutto è dentro di voi" dimenticandosi che prima di arrivare a ciò qualcuno ci ha dato spunti per imparare a guardarci dentro.

Quindi in un certo senso i Maestri vi sono eccome

Uno 23-06-2008 17.51.13

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55743)
quelle frasi a mio avviso sono frasi scritte solo dopo aver vissuto un certo tipo di esperienza "negando" (o in buona fede dimenticando) quello che è stato prima di essa.
non so se è chiaro.


Non è chiaro anche perchè non so a quali frasi ti riferisci
Quote:

a un certo punto del cammino osservando dentro di se si trova il Maestro interiore...
allora subito dopo viene da scrivere "tutto è dentro di voi" dimenticandosi che prima di arrivare a ciò qualcuno ci ha dato spunti per imparare a guardarci dentro.

Quindi in un certo senso i Maestri vi sono eccome
In un certo senso?

turaz 23-06-2008 17.57.46

in tutti i sensi:)
le frasi cui mi riferivo sono riassumibili nell'esempio che ho messo nella seconda parte del post

Uno 23-06-2008 18.19.50

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55743)
quelle frasi a mio avviso sono frasi scritte solo dopo aver vissuto un certo tipo di esperienza "negando" (o in buona fede dimenticando) quello che è stato prima di essa.

Ok. ora posso risponderti.
Continuiamo ad usare la logica, se vivo un certo di tipo di Esperienza come posso negare quello c'è prima? Idem, se vivo un certo tipo di Esperienza come posso dimenticare quello che è stato prima?
E' come che io sia capace di nuotare però non mi ricordo il movimento che fanno le braccia. Tra parentesi il tutto si accorda con il fatto che uno capace di fare una cosa è capace di insegnarla (non è detto che tutti possano imparare ma qualcuno si), viceversa chi non è capace di insegnare non è neanche capace di fare.

turaz 23-06-2008 18.38.28

in teoria non può dimenticare a meno che di mezzo non ci si mette l'IP che porta a dimenticare i passi compiuti sino a li.
Penso che fondamentalmente chi scrive determinate cose (non parlo dei vari maestri in giro... che le prendono come "bandiere" di modi di fare scorretti) descriva un "momento" in cui sta avendo una consapevolezza.
descrive un "passo" di un'esperienza che sta vivendo.
penso che il Maestro fissi in memoria tutti questi passi e sappia con precisione descrivere come ci è arrivato (ricorda tutti i passi fin dove è arrivato lui)
quindi è in grado di aiutare chi si apre a lui nel provare a farglieli percorrere.



li sta la differenza a mio avviso.

Uno 23-06-2008 18.50.47

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55748)
in teoria non può dimenticare a meno che di mezzo non ci si mette l'IP che porta a dimenticare i passi compiuti sino a li.
Penso che fondamentalmente chi scrive determinate cose (non parlo dei vari maestri in giro... che le prendono come "bandiere" di modi di fare scorretti) descriva un "momento" in cui sta avendo una consapevolezza.
descrive un "passo" di un'esperienza che sta vivendo.
penso che il Maestro fissi in memoria tutti questi passi e sappia con precisione descrivere come ci è arrivato (ricorda tutti i passi fin dove è arrivato lui)
quindi è in grado di aiutare chi si apre a lui nel provare a farglieli percorrere.



li sta la differenza a mio avviso.

E' una questione matematica Turi, se hai consapevolezza di una cosa non puoi dimenticare come ci sei arrivato, se dici (seconda persona per comodità) di essertene dimenticato è perchè non ci sei mai arrivato ma hai voluto credere di esserci arrivato o hai sognato di esserci arrivato ed hai fatto tutt'altro.

turaz 23-06-2008 18.59.01

secondo me l'IP può giocare brutti scherzi perchè sino alla fine è presente e pronta a colpire.
Diciamo che a un certo punto si distorce qualcosa (e non si accetta più il consiglio di Maestri che non si riconoscono più tali come qualche tempo prima) e procrastinando la cosa si finisce per non evolvere più e ricadere (mi viene in mente il tarocco della torre come controaltare)
e da li si comincia come dici tu a sognare e pensare di essere arrivati.

Il Folle 23-06-2008 19.01.57

Ciao :er:

Intervengo e torno nella caverna :-D

Il discorso della relatività è molto interessante, stando alla definizione che ha dato Uno un maestro lo è relativamente alla sua materia in cui conosce tutto a 360 gradi, quindi una persona può essere un bravo maestro di matematica ma un pessimo maestro di italiano, quindi questo potremmo dire che non è un Maestro Assoluto ma relativo alla sua materia.

Riguardo le varie vene poetiche che dicono tutti sono maestri in parte direi che è vero, ma si tratterebbe di maestri relativi alle proprie esperienze di vita, quindi anche qui si possono trovare Maestri e maestri, ma pur sempre relativi.

Ma andando per logica se esiste un maestro relativo ne deve esistere anche uno Assoluto, colui che ha tutte le risposte a tutte le domande.

Credo che la differenza tra i vari maestri sia nella comunicazione e quindi nell'uso delle parole o se vogliamo nel comunicare non verbalmente, forse proprio per questo che gli insegnamenti dei grandi Maestri non venivano tramandati a voce, in quanto un gran Maestro sà comunicare senza usare la parola.

Potremmo dire che un maestro relativo è una persona colta, mentre un maestro Assoluto è una persona saggia?

Fate i bravi che vi leggo...

un abbraccio: a tutta :er:

turaz 23-06-2008 19.08.38

per me un Maestro Assoluto è una persona saggia in ogni settore.
è un tuttologo.

Ray 23-06-2008 19.49.32

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 55754)
per me un Maestro Assoluto è una persona saggia in ogni settore.
è un tuttologo.

Ecco, su questo sono d'accordo.

Per come la vedo io il maestro relativo non è un maestro... siamo nella degenerazione della parola. Chiaro che chiunque può insegnarmi qualcosa, sempre se io sono disposto ad impararla (è su questa disposizione che ci si gioca le cose che perdiamo), ma il fatto di insegnarmi qualcosa non fa di lui un maestro.

Un maestro, per essere tale deve avere apputo, come è stato detto, la maestria... ovvero su quella cosa deve sapere tutto ed essere in grado di rispondere sempre adeguatamente a qualsiasi problema relativo a quell'ambito.
A questo punto a mio avviso giova ricordarsi che conoscere = avere esperienza. Nessun tenace lettore sarà mai maestro solo per questo.

Tuttavia ho dei seri dubbi riguardo agli ambiti... ovvero se uno è maestro, cioè padroneggia un certo ambito tanto da "sapere tutto", almeno in potenza questo suo sviluppo è appicabile a tutti gli ambiti. Dico almeno in potenza perchè, in effetti, può mancargli l'esperienza diretta di un determinato ambito... però se ce l'ha per altro, saprà come procurarsela, saprà come procurarsi il sapere anche negli altri ambiti... la sua struttura è ormai tale che approccerà ogni ambito "da maestro" e quindi affronterà con la stessa calma ed equilibrio e con la stessa "luce" qualsiasi cosa... ovvero sarà un maestro.

Astral 23-06-2008 20.19.45

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 55755)
Ecco, su questo sono d'accordo.

Per come la vedo io il maestro relativo non è un maestro... siamo nella degenerazione della parola. Chiaro che chiunque può insegnarmi qualcosa, sempre se io sono disposto ad impararla (è su questa disposizione che ci si gioca le cose che perdiamo), ma il fatto di insegnarmi qualcosa non fa di lui un maestro.

Un maestro, per essere tale deve avere apputo, come è stato detto, la maestria... ovvero su quella cosa deve sapere tutto ed essere in grado di rispondere sempre adeguatamente a qualsiasi problema relativo a quell'ambito.
A questo punto a mio avviso giova ricordarsi che conoscere = avere esperienza. Nessun tenace lettore sarà mai maestro solo per questo.

Tuttavia ho dei seri dubbi riguardo agli ambiti... ovvero se uno è maestro, cioè padroneggia un certo ambito tanto da "sapere tutto", almeno in potenza questo suo sviluppo è appicabile a tutti gli ambiti. Dico almeno in potenza perchè, in effetti, può mancargli l'esperienza diretta di un determinato ambito... però se ce l'ha per altro, saprà come procurarsela, saprà come procurarsi il sapere anche negli altri ambiti... la sua struttura è ormai tale che approccerà ogni ambito "da maestro" e quindi affronterà con la stessa calma ed equilibrio e con la stessa "luce" qualsiasi cosa... ovvero sarà un maestro.

Dipende molto dall'etimologia della parola, perchè conosco gente che in una determinata arte non ha secondi, ed ha una grande maestria, e pure in altri campi della vita è un dilettante che fa acqua da tutte le parti, e non ha da insegnare proprio nulla.

Un vero maestro forse potrebbe insegnare tutto, forse, ma ce ne sono pochi, ed oltretutti molti hanno la presunzione di sentirsi tali.

Vedere dai frutti può essere riduttivo, infatti chi è che giudica la bontà di un frutto ed in base a quale criterio? Quello che è buono per un popolo può essere cattivo per un'altro popolo.
Diciamo che con un po' d'occhio è possibile vedere se qualcuno sa insegnare o meno, se lo fa per soldi o per etica, ed in base a vari tasselli può fare il quadro della situazione.

Inoltre come ho gia detto, la maestria del quadrato è diversa da quella del tondo.

P.S: mi fate un esempio pratico di maestro assoluto, qualcuno vissuto, senza magari dirmi Gesù, perchè potrei obbiettare che si tratti di una divinità.

Ray 23-06-2008 20.39.45

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55757)
Dipende molto dall'etimologia della parola, perchè conosco gente che in una determinata arte non ha secondi, ed ha una grande maestria, e pure in altri campi della vita è un dilettante che fa acqua da tutte le parti, e non ha da insegnare proprio nulla.

Un vero maestro forse potrebbe insegnare tutto, forse, ma ce ne sono pochi, ed oltretutti molti hanno la presunzione di sentirsi tali.

Vedere dai frutti può essere riduttivo, infatti chi è che giudica la bontà di un frutto ed in base a quale criterio? Quello che è buono per un popolo può essere cattivo per un'altro popolo.
Diciamo che con un po' d'occhio è possibile vedere se qualcuno sa insegnare o meno, se lo fa per soldi o per etica, ed in base a vari tasselli può fare il quadro della situazione.

Inoltre come ho gia detto, la maestria del quadrato è diversa da quella del tondo.

P.S: mi fate un esempio pratico di maestro assoluto, qualcuno vissuto, senza magari dirmi Gesù, perchè potrei obbiettare che si tratti di una divinità.

Ci sono già discussioni sui maestri e su come si possono (forse) distinguere o riconoscere, magari tirarne su qualcuna può essere utile, così come è certamente utile riparlarne.

Però, anche per risponderti a quello che dicevi dall'altra parte (li rischiamo di finire OT) ti posso dare un mio parametro che a me è servito tantissimo.
In linea di massima, anche nella relatività, posso considerare maestro chi ne sa più di me (obiettivamente di più... una conoscenza più larga e approfondita, non un paio di dati che mi sono sfuggiti) su una determinata cosa.
Bene... quindi se voglio imparare la falegnameria cercheò qualcuno che di falegnameria ne sa (parecchio) più di me. E' la strada più semplice e comoda no? Non serve il discernimento di una "via naturale".
Quindi, se Cerco, ovvero voglio imparare me stesso, devo cercare qualcuno che su me stesso ne sa più di me.
Trovatolo, se sono in grado di rendermi conto che ne sa più di me su me stesso, se sono abbastanza onesto nella mia Ricerca per riconoscerlo, il passo successivo, automatico, è di arrendersi a lui.

Se questo non avviene, la mia opinione è che la volontà di Cercare non è più forte di altre volontà in me presenti, come ad esempio quella di raccontarmela. Attenzione, non sto dicendo che la volontà di raccontarmela o l'orgoglio non ci devono essere per nulla (non mi servirebbe un maestro), sto solo dicendo che non deve essere la principale.

Astral 23-06-2008 21.38.12

Scusate l'ot, magari riprendiamo da un'altra parte, ma n'è venuta fuori una cosa interessante, e se non la metto per iscritto subito, svanisce.

Questo è indubbio Ray, ad esempio qui dentro posso già affermarlo senza troppi problemi che la maggior parte di voi si intende molto di più di me di Esoterismo, etimologia dei nomi. Sicuramente se mi parli di quello o quell'altro, avrei ben poco da obbiettare.
In Astrologia posso dire quello che io conosco studiando, non sarò un maestro, ma se qualcuno mi dice che la luna rappresenta il maschile, potrei pure con tutta onestà dirgli che non è assolutamente vero.

Certo se parliamo di altri argomenti, magari le cose possono cambiare ( e cmq ho sempre da imparare poichè penso di essere parecchio più giovane, almeno credo)

Per quanto riguarda la ricerca di se stessi, forse ci sei passato prima di me, però qui dico soltanto che solo Astral può trovare Astral alla fine.

Io per quanto riguarda alcune discipline mi sono sempre rivolto a gente specializzata.
In campo spirituale ho notato che molti sacerdoti sono maestri di teologia cattolica, ma non di vita, e mi hanno insegnato veramente molte altre persone.

In ambito spirituale la cosa è un po' piu difficile, io non seguo un particolare ordine, non sono un massone o cose del genere, quindi è un po' più complicato, fossi buddista, o seguissi una particolare corrente forse il trovare maestri sarebbe più facile.

Non metto comunque in dubbio che ci siano, però credo che alla fine una maestro in campo spirituale, dovrebbe essere un saggio o un santo, ed in genere questo tipo di persone è poco accessibile.

Ma qui stiamo parlando di maestri proprio assoluti. Quando volevo approfondire il cattolicesimo, ci sono stati dei semplici sacerdoti che sono stati dei veri e propri maestri. In ogni caso poi quando arrivi ad un certo punto.

Esistono molti maestri con la lettera minuscokla, ma è indubbio che esistono anche quelli con lettera maiuscola. L'unica cosa che mi viene il dubbio, è come potrei considerarmi un maestro?

In base a quale criterio un maestro si considera maestro? Oppure sono gli altri che lo considerano tale?

stella 23-06-2008 21.48.01

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55705)
Maestro è colui che, rispetto alla materia di cui può essere appellato in tale modo, sa rispondere a qualsiasi domanda e/o risolvere qualsiasi problema con maestria.
Se io trovo Gino che mi fa capire fa caldo e debbo bagnare il giardino, mi ha insegnato una cosa, ma definirlo maestro di giardinaggio è improprio, al massimo posso dire che siccome sapeva una cosa che io non sapevo mi è stato in quel momento maestro... a me e per me. il mio vicino poteva già sapere che era il caso di bagnare il giardino, per lui Gino non è stato un maestro, ne per per me il vicino è stato un maestro pur sapendo egli le stesse cose di Gino.


Dagli interventi precedenti, mi sembra chiaro che trovare un Maestro Assoluto, che abbia maestria in tutti gli ambiti del sapere, è pressochè una cosa impossibile praticamente, anche perchè noi non potremmo imparare mai tutto su tutto.
Perciò mi sembra che sia più utile trovare un maestro che sappia farci capire le cose quando ne abbiamo bisogno nell'ambito in cui ci può essere utile in quel momento.
Magari in un altro ambito troveremo qualcun altro che ne sa più di noi.
Tante volte per cercare l'Assoluto ci perdiamo quello che possiamo avere ritenendo che vogliamo di più e meglio e così non facciamo nulla.
Tornando all'esempio del giardino, se a una persona basta ottenere il massimo da quello, non gli serve un esperto di botanica per imparare quando annaffiare...
Ma se una persona comprende bene tutti i piccoli segreti che fanno diventare conoscitori dell'arte di coltivare un giardino, e impariamo a metterli in pratica, possiamo applicarli anche in altri ambiti, basterà aggiungere al nostro sapere informazioni su altre specie di piante o di terreno, ma il principio di base è sempre quello, soprattutto l'amore in quello che si fa e non fermarsi alla teoria ma mettere in pratica, giorno dopo giorno.
Allora quel maestro avrà raggiunto il suo scopo, ci avrà messo in grado di coltivare qualsiasi giardino.
Tanti sanno le cose ma se le tengono per sè, non le condividono, così che il vicino che sapeva le stesse cose di Gino non le ha comunicate quindi non è stato un maestro.

stella 23-06-2008 22.04.27

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55760)
In ambito spirituale la cosa è un po' piu difficile, io non seguo un particolare ordine, non sono un massone o cose del genere, quindi è un po' più complicato, fossi buddista, o seguissi una particolare corrente forse il trovare maestri sarebbe più facile.

Non metto comunque in dubbio che ci siano, però credo che alla fine una maestro in campo spirituale, dovrebbe essere un saggio o un santo, ed in genere questo tipo di persone è poco accessibile.

Ma qui stiamo parlando di maestri proprio assoluti. Quando volevo approfondire il cattolicesimo, ci sono stati dei semplici sacerdoti che sono stati dei veri e propri maestri. In ogni caso poi quando arrivi ad un certo punto.

Esistono molti maestri con la lettera minuscokla, ma è indubbio che esistono anche quelli con lettera maiuscola. L'unica cosa che mi viene il dubbio, è come potrei considerarmi un maestro?

In base a quale criterio un maestro si considera maestro? Oppure sono gli altri che lo considerano tale?

In campo spirituale penso che si dovrebbe partire da uno stato di bisogno.
Come abbiamo visto in altre discussioni, se si abbraccia la chiesa, per fare un esempio, sicuramente si troverà un maestro di chiesa, ma se si vorrebbe coltivare lo spirito in un modo e la vita quotidiana in un altro modo sarà difficile che si trovi la persona giusta...
Un vero maestro dovrebbe partire dai principi per arrivare alla pratica di ogni giorno...
E in ogni caso sono cose che dobbiamo condividere, altrimenti si rischia di imparare tanta bella teoria che però rimarrebbe tale e darebbe poco frutto...

In base a quale criterio un maestro si può considerare tale ?
Io penso che devono essere gli altri a riconoscerlo, prima di tutto....

Il Folle 23-06-2008 22.54.49

Io credo che un maestro venga considerato tale (da gli altri e da sè) quando hai piena consapevolezza del suo ruolo.

Tornando invece al maestro Assoluto non è detto che questo debba sapere tutto di tutto, anche perchè credo sia quasi impossibile. Un maestro assoluto secondo me è colui che ha raggiunto una piena consapevolezza, e quindi è in grado di vedere le leggi relative alla sua materia in tutto ciò che lo circonda, al contrario del maestro relativo che è limitato solo alla sua materia.

Altra osservazione il ruolo del maestro è quello di insegnare ai comuni mortali come diceva Uno però siamo tutti diversi e quindi un Maestro indipendentemente se relativo o assoluto sà quando è il momento di spingersi oltre con il suo allievo e quando fermarsi per far comprendere (o come direbbe One metabolizzare :-D ), quindi come diceva Uno un maestro è colui che sà insegnare consapevolmente.

Ribadisco che secondo me un Maestro deve saper comunicare e con questo non intendo solo parlare ma anche saper ascoltare, osservare, ecc.

:C:fiori.gif

Ray 23-06-2008 23.48.09

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55760)

In base a quale criterio un maestro si considera maestro?

Questo non posso saperlo, tuttavia ho l'idea che un maestro non perda tempo a considerarsi... se ha da insegnare, fa.

Uno 24-06-2008 10.28.21

Prendo un pò di punti di Astral in ordine sparso

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55714)
Prendiamo ad esempio la musica: io posso insegnare ad una maestro di musica come comporre perchè è qualcosa che lui non potrà insegnarmi molto, ma è anche vero che se non mi insegna le basi della musica, con tanto di teoria, solfeggio e pratica dello strumento, la mia potenzialità di comporre rimarrà un po' cosi.

A mio avviso ci sono cose che si possono insegnare e cose che non si possono insegnare.

In genere le cose tecniche, pratiche si possono insegnare, l'arte e la spiritualità non si possono insegnare, vanno tirate fuori, e non tutti hanno la stessa potenzialità di partenza.

Posso dirti che per quanto riguarda la musica, ho cambiato almeno 3 cosidetti maestri, prima di trovare qualcuno che se ne intedesse veramente ( e paradossalmente avevo qualcosa da insegnare, perchè non aveva l'esperienza degli altri due maestri).

Per questo consultare un solo maestro evita confusione, ma è altamente riduttivo.

Hai un concetto dell'insegnamento errato, anche se dici che alla fine sei tu che devi fare ti aspetti di trovare un maestro con la bacchetta magica.
La confusione non si evita evitando di vedere le possibilità (in qualsiasi cosa) ma scegliendo realmente prima o poi... vedere 2000 maestri può andar bene, ma se invece di cercar di imparare da ognuno quello che puoi sei sempre alla ricerca di trovare dove toppano non otterrai nessun risultato neanche se scendesse Gesù direttamente per te.
Non si insegna l'arte o la spiritualità, ma si può insegnare l'amore per esse, lo so che suonerà strano, che sembra che l'amore non si può insegnare... si può, si può... se ti interessa magari lo espandiamo a parte

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55757)
Vedere dai frutti può essere riduttivo, infatti chi è che giudica la bontà di un frutto ed in base a quale criterio? Quello che è buono per un popolo può essere cattivo per un'altro popolo.

Ci sono cose che sono al di la dei tempi e luoghi, per riprendere il tuo esempio per l'arte, l'arte del rinascimento è diversa da quella contemporanea però un maestro che sappia insegnare l'amore per questa o per quella darà buoni frutti comunque
Quote:


Diciamo che con un po' d'occhio è possibile vedere se qualcuno sa insegnare o meno, se lo fa per soldi o per etica, ed in base a vari tasselli può fare il quadro della situazione.
Io sostengo che lo si può sapere solo dopo aver imparato, quando imparerai molto era un buon maestro, quando imparerai poco era un cattivo maestro, se non imparerai proprio nulla eri un cattivo allievo
Quote:

Inoltre come ho gia detto, la maestria del quadrato è diversa da quella del tondo.
Un buon maestro conosce la quadratura del cerchio icon_mrgr:

In ogni caso ci sono maestri che decidono di usare il quadrato per insegnare ed altri che decidono di usare il cerchio, sta a te scegliere quello che puoi e vuoi usare per iniziare ed in base a quello scegliere il maestro, una volta scelto non devi considerarlo meno solo perchè per sua scelta utilizza prima solo il cerchio o solo il quadrato.
Citazione:

Per quanto riguarda la ricerca di se stessi, forse ci sei passato prima di me, però qui dico soltanto che solo Astral può trovare Astral alla fine.
Al principio, durante e alla fine... questo non significa che da Roma per andare a Milano devi per forza passare per Bari... magari finendo la benzina prima di arrivare a destinazione

Astral 24-06-2008 10.56.47

Per quanto riguarda l'apprendimento dello studente è apparte, ti posso assicurare che ho appreso anche dai cani, ma non per questo li reputo maestri.
E' ovvio che anche certi maestri incompetenti mi hanno insegnato ( ho capito che devo scegliere meglio) ma vuoi mettere l'insegnamento di una maestro qualificato?


Non credo che esiste il maestro assoluto a disposizione di tutti, spesso si passa per vari maestri intermedi.

Sono daccordo sul fatto che un maestro può insegnarti l'amore, proprio come un insegnante di canto non potrà mai insegnare l'interpretazione, ma può aiutare a tirarla fuori.

Non credo di avere un concetto errato di maestro, magari ce l'ho un po' nozionistico, mentre da quello che ho capito un maestro non impartisce lezioni, ma aiuta a fartele trovare, sopratutto in campo spirituale.

Trovare difetti al maestro è salutare al discernimento, poichè molto spesso capita che ci si affascina e si è soggiogati da certe figure.

Stella non credo che il maestro lo decidano gli altri: molti ritengono Say Baba un maestro, ma secondo me questo non fa proprio un maestro di lui.

Uno l'ultima frase non l'ho capita, comunque ti dico che c'è chi pensa anche che la benzina possa mettersi.

:C:

Uno 24-06-2008 11.06.48

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55802)
Trovare difetti al maestro è salutare al discernimento, poichè molto spesso capita che ci si affascina e si è soggiogati da certe figure.

Ok giriamola diversamente, va bene stare sempre con gli occhi aperti, però se hai scelto veramente un Maestro devi anche concederti la possibilità di capire che quello che al momento vedi come un suo errore in un secondo momento lo potresti vedere come una cosa giusta che tu non riuscivi a vedere perchè ti mancava qualcosa.
Insomma discernimento ma pure un pizzico di fiducia... se no non supererai mai il primo salto.
Quelli che non si fidano mai di nessuno sono quelli che di solito prendono di quelle batoste...

Astral 24-06-2008 11.28.41

Beh certamente, il discernimento infatti serve all'inizio, ma poi una volta che vedi i risultati, anche se il maestro può sembrare ostico, devi fidarti si, ma nella parola discernimento appunto includo anche il fatto che sapendo della buona fede del maestro, poi ti lasci andare ( anche perchè per apprendere occorre essere ricettivi).

Spiegarlo qui può sembrare strano, ma dal vivo viene tutto più naturale.

Il discernimeno si fa perchè ci sono tanti che non sono manco maestri, io non li considererei manco assistenti. Trovato il maestro con la M, poi ovviamente tocca affidarsi a lui.

C'è però anche qualche altro da considerare, è vero che alcuni maestri, scelgono loro gli allievi, e che non a tutti è concesso imparare da loro?

turaz 24-06-2008 11.42.25

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 55804)
Ok giriamola diversamente, va bene stare sempre con gli occhi aperti, però se hai scelto veramente un Maestro devi anche concederti la possibilità di capire che quello che al momento vedi come un suo errore in un secondo momento lo potresti vedere come una cosa giusta che tu non riuscivi a vedere perchè ti mancava qualcosa.
Insomma discernimento ma pure un pizzico di fiducia... se no non supererai mai il primo salto.
Quelli che non si fidano mai di nessuno sono quelli che di solito prendono di quelle batoste...


equilibrio insomma:)

Uno 24-06-2008 12.09.40

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 55805)
Beh certamente, il discernimento infatti serve all'inizio, ma poi una volta che vedi i risultati, anche se il maestro può sembrare ostico, devi fidarti si, ma nella parola discernimento appunto includo anche il fatto che sapendo della buona fede del maestro, poi ti lasci andare ( anche perchè per apprendere occorre essere ricettivi).

Spiegarlo qui può sembrare strano, ma dal vivo viene tutto più naturale.

Il discernimeno si fa perchè ci sono tanti che non sono manco maestri, io non li considererei manco assistenti. Trovato il maestro con la M, poi ovviamente tocca affidarsi a lui.

Mah... direi che invece il discernimento deve esserci sempre, ma questo non toglie che pur stando attenti bisogna avere pazienza ed aspettare di avere in mano un quadro più ampio possibile della situazione, questa è fiducia, non affidarsi ciecamente, quest'ultima cosa può avvenire alla fine del percorso, la famosa resa totale, cosa però in cui il Maestro è solo un tramite e l'allievo ha già superato tutti i problemi del discernimento
Quote:


C'è però anche qualche altro da considerare, è vero che alcuni maestri, scelgono loro gli allievi, e che non a tutti è concesso imparare da loro?
Si è vero, ma detta così non è facile da capire, non è una scelta di gusto, di simpatie o che altro... è una scelta nel senso che un Maestro vero comunque cerca di accogliere tutti (i modi a volte danno l'impressione contraria, ma la sostanza è questa) solo che se uno non è pronto non c'è nulla da fare, sarebbe violenza. In questo senso sceglie.
"Non è concesso" impersonale è perfetto, non è il Maestro che non concede, anche se è lui che manifesta tale cosa, non è neanche l'allievo che non sceglie.. se non può, non può... può lavorare però per potere.

Astral 24-06-2008 12.27.37

A Volte è anche una questione di gusti e consapevolezza. Dicendo la verità se io fossi un maestro in qualcosa ( se io fossi, non lo sono) mi verrebbe spontaneo qualificare chi se lo merita di più per impegno e costanza e potenzialità.

Facciamo l'esempio dell'arte marziale: io non la insegnerei a chiunque solo per i soldi, se non mi accorgessi che questa persona sia preparata eticamente. Alla fine se la responsabilità e dell'allievo, non è anche un po' mia come maestro, di aver regalato le perle ai porci?


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