Preghiere e Riti Religiosi
Siamo molto condizionati dalla nostra cultura cattolica o comunque religiosa intesa per le "masse", da riuscire a credere che una preghiera sia ben oltre la semplice recita di una supplica al Signore invocato (in-vocare: chiamare dentro).
Però, ad esempio, quando si recita un rosario si applica un Mantra. Quando si recita una preghiera si applica una profonda concentrazione e magari si arriva anche ad uno stato di meditazione. Unione con il Divino. Il Rito religioso allo stesso modo contiene in se rituali antichisissimi, studiati non dai padri della chiesa, ma che provengono da molto lontano. Utilizzati già nell'Antico Egitto (volevo evitarlo, ma alla fine tutto da lì sembra arrivare ... ). Soffermarsi in preghiera durante la consacrazione del corpo di Cristo, ad esempio, può far ascoltare diversamente. Sarebbe il caso di riprendere i Riti che fan parte della nostra cultura e ascoltarli da capo per scoprirne il messaggio? Varrebbe la pena? :C: |
Ovvio...
Mi trovi concorde... per quello che sono... il rito e' tutto... e' attraverso il rito che si "forgia" l'intento... e come ho piu' volte detto in altri post... l'intento e' tutto... ma il rito non e' preconfezionato... non e' forma... e' contenuto... il rito e' ispirazione dal sacro...
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.. in realtà il Rito è forma e contenuto! Interessante adesso sarebbe capire cosa sia per voi la preghiera. Non mi va di parlare di magia .. sto parlando di riti religiosi! La magia semmai verrà dopo ... |
?
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Beh se non ti va di parlare di magia nulla di male... ma da dove e' nata la tua convinzione che io stavo parlando di magia e non di riti religiosi?... mmm... e poi hai messo l'esclamativo... pero'... Sole metti alla luce cio'... Noi vs Voi... Riti religiosi vs Magia... Adrianaaaa...hihihihihihi |
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In linea di massima il rito si può vedere come una ripetizione di un avvenimento occorso in illo tempore che ha lo scopo di riattualizzarlo, rendendolo quindi presente e vivo nell'adesso. Il suo riferirsi all'Ordine delle cose (cosmos) tratto dal caos fa del rito un atto sacro. Dire rito e dire rito sacro è equivalente, non essendovi riti non sacri. Quindi il rito religioso è una sottocategoria del rito magico, dove per magia si intende il senso tradizionale del termine... Scienza dei Magi... e non l'accezione comune attuale che ne stravolge il significato fino ad invertirlo. Oggi, dicendo magia, la gente pensa o a una serie di pratiche ridicole e confuse, appannaggio di ciarlatani burloni o profittatori, che può risultare più o meno pericoloso per loro e per gli altri, oppure pensa ad un atteggiamento sentimentalistico della percezione (la magia di un incontro o di un tramonto)... anche se la seconda visione si allontana dall'originale meno della prima, la magia è tutt'altra cosa e credo che allo stato attuale delle cose ben pochi possono parlarne con cognizione di causa che vada al di la di un vago e confuso sentore. Interessante il discorso sulla preghiera... pratica passibile di ascesi e sviluppo (ci dicono di pregare ma nessuno insegna a farlo) come qualcosa trapela da certe tradizioni più o meno esoteriche. In ogni caso essa può fare parte di un rito o anche essere il rito stesso... |
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Facciamo un esempio: durante lo scambio della pace, nel rito completo si dovrebbe scambiarsi anche un bacio. Il bacio nella tradizione è un passaggio di conoscenza .. Ci si dà la mano mettendo a contatto punti importanti della trasmissione e ci si bacia. Lo si fà meccanicamente, ma se entrassimo in questo gesto, penetrandolo... cosa troviamo? E' solo un esempio. ma durante tutta la celebrazione cattolica ve ne sono tantissimi. Tra parole e gestualità. A volte penso che basterebbe quello per comprendere molto. Vorrei entrare più nello specifico del rito. Citazione:
Devo dire che sono molto condizionata dall'idea della preghiera come sottomissione al divino. Eppure, allo stesso tempo, mi rendo conto di come sia importante una riunione di preghiera. Come pregare dunque? Se è una sorta (in realtà lo è) di meditazione, forse dovremmo imparare prima a meditare. Pregare sviluppa uno stato interiore di comunicazione ... questa apertura dovrebbe fare in modo di connettere. Ma non è detto avvenga. Più si è in tanti e più è forte "la chiamata". Dovrebbe essere così, giusto? Si può parlare di una telepatia collettiva collegata a centri bassi. Mi spiego che è meglio. Se siamo ad un concerto tante persone messe lì insieme creano uno stato emotivo per cui si genera, o può generarsi, una sorta di isteria collettiva. Una esaltazione, un vortice che parte da centri bassi. Questa accade anche nella preghiera? Penso di si. E se accade questo si genera partendo da centri un pò più alti .. che permettono di accedere poi ad una forma pensiero più elevata. Quello ceh mi "spaventa" un pò è il rischio che si corre nel diventare fanatici ... Bon (direbbe Ray) cosa ne pensate? p.s. Grey non c'è nessuno contro nessuno... siamo qui e cerchiamo di fare tutto UNO come è! :H |
"Si può parlare di una telepatia collettiva collegata a centri bassi. Mi spiego che è meglio. Se siamo ad un concerto tante persone messe lì insieme creano uno stato emotivo per cui si genera, o può generarsi, una sorta di isteria collettiva. Una esaltazione, un vortice che parte da centri bassi."
al contrario si può creare un' esaltazione unita alla fede (?) che porta al "miracolo" vedi Lourdes e luoghi simili..... probabilmente è proprio l' attenzione e/o preghiera di molti che crea il vortice di cui parli... |
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non credo assolutamente nella psicosi di massa di coloro che vedono apparizioni o altro!nel caso aggiungerò altro in seguito. |
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Il potere che si dà ad un oggetto deriva comunque da un rituale messo in atto da un Uomo. O da una costruzione nelle quali si rispettano "riferimenti naturali" messi in atto da un Uomo. La vedo un pò così ... Inoltre non metterei sullo stesso piano statue, pietre, angeli e defunti. Hanno di loro caratteristiche enormemente diverse. Spiega meglio cosa vuoi intendere, sono un pò di coccio magari fraintendo .. :C: |
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La meditazione potrebbe avvenire se riesco a pregare senza chiedere nulla... ovvero chiedendo qualcosa che non può essere chiesto... :C: |
Hai ragione nella meditazione liberi la mente , nella concentrazione ti concentri su uno scopo ben preciso...sono due cose completamente diverse.....ma il discorso si era capito ugualmente!!!
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Ehem.... nell'espansione liberi la mente icon_mrgr: ioparto.g: O letargo.g: |
può esserci meditazione senza concentrazione?leggo.gif
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Azioni dell'Essere (Concentrazione, Espansione, Meditazione) fiori.gif |
E' da millenni che l'uomo prega Dio.
Solitamente sono richieste, più o meno nobili, per se o per gli altri, atte a sollevare i pesi che lo affliggono o a migliorare la qualità della propria vita. E non sto parlando del grande maestro... Sto parlando dell'uomo comune. Di quello che negli altri momenti non ci pensa nemmeno a Dio. E' da migliaia di anni dunque che l'uomo prega. Ma le sue richieste non sono mai state esaudite. Dio non gli ha mai risposto. Tuttavia, l'uomo continua a pregare... Le ingiustizie ci sono sempre, gli abusi e le violenze anche... ma l'uomo continua a pregare. Perchè? Perchè anche i più "scettici" nei momenti di sconforto pregano Dio, se Esso non li appaga? Che sia l'uomo stupido? E' evidente che l'uomo non prega per far contento Dio, o per ottenere ciò che chiede... Lo fa perchè l'atto del pregare migliora lui stesso. Che sia stato esaudito o no, dopo la preghiera l'uomo si sente "sollevato". L'uomo quindi prega per se stesso. L'uomo ha bisogno di sentire Dio... e lo fa attraverso la preghiera... da sempre... |
Se da un parte sono d'accordo con te, dall'altra vedo che la preghiera descritta da te nn allevia l'uomo per un senso di ricerca di dio ma molto più semplicemente perchè gli dà l'illusione di essere stato "coccolato" teneramente dal padre (minuscolo).
E' un tipo di preghiera che si, nn ottiene nessuna risposta. E' una preghiera lagnosa, pietosa, vuota. Un bambino al supermercato che frigna perchè la mamma dice no! E' una preghiera egoica! Una simile preghiera Dio nemmeno la percepisce .. troppo puro (immagino che sia così .. poi nn lo possiamo sapere icon_mrgr: .. statisticamente mi pare che nn si ottenga molto nonso.gif ). Poi c'è un altro livello della stessa preghiera, ed è di quella persona che pregando per qualcosa che lo riguardo poi alla fine si rimette alla volontà divina ... chiedo, ma mi rifaccio al tuo disegno. Questo è un momento importante, perchè segna nell'animo umano la scintilla della speranza nn umana. L'idea che un Padre giusto e buono possa amarti anche nella tragedia e nelle difficoltà. E' evidente che si contrappone notevolmente alla vita moderna. La ricerca della speranza, e dell'accettazione incondizionata al di fuori di noi stessi. Sicuramente questo tipo di atteggiamento si avvicina di più a quello della Preghiera Vera. Ma ancora nn ci siamo. In ogni caso, si ad ogni livello la ricerca di dio esiste. Sia per paura, per protezione, per nepotismo .. eh eh .. si cerca una forza superiore quando la nostra forza nn basta più! Ma siamo sicuri di doverci rivolgere all'esterno? Forse pregare nn è chiedere ... ma è santificare, sacralizzare ... nn so. Forse è interagire ... ma senza punti interrogativi. Che dite? |
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ma qualcosa passa lo stesso.. che sia consolatorio o illusorio, qualcosa arriva.. opinione personale naturalmente. Citazione:
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Ecco, hai detto proprio bene, qualcosa arriva, è qualcosa di illusorio. Secondo me per poter accedere in alto ed essere ascoltati .. insomma come dire, secondo me per essere ammessi alla Sua presenza, c'è un grosso lavorone da fare. Tutti in potenza possono accedere, certo che si.. hai ragione, ma l'illusione di farlo è sempre presente. L'idea del dio che ascolta tutti la trovo abbastanza di derivazione culturale. Magari ascolta pure (e così dicendo lo umanizziamo già parecchio e umano nn è ... ) ma sono suoni talmente disarmonici che lo stordiscono e lascia perdere icon_mrgr: vabbeh lo ho umanizzato troppo, ma per dare un'immagine di come vedo la cosa. Ma se Pregare fosse questo .. allora lo sapremmo fare! E tutti avremmo un canale diretto e apertissimo senza bisogno di fare altro. Non so, vedo la preghiera come una sorta di nn chiedere, nn parole, nn niente .. Imparando a pregare si usano le parole.. ma una volta imparata la "tecnica" fatta propria, il canale è diretto.. forse e probabilmente nn proprio con Dio .. troppo troppo .. ma magari con la nostra Emanazione principale si.. Sai un esempio bellissimo? Il Cantico delle Creature di francesco d'Assisi. Non ti riempie di gioia? Ecco quella è una Preghiera .. ti riempie l'Anima di armonia e gioia .. nn ci sono domande .. semplicemente ti innalza l'anima un pò di più per percepire quella millenesima parte che diversamente nn potresti .. la porta sarebbe chiusa! Tutto questo è solo una mia visione della cosa .. nn è certo la "cosa". :H |
Non metto in dubbio il fatto che ci sia un grosso lavorone da fare Sole, pero' mi sembra un po' esagerato il fatto di pensare che senza di esso non ci sia alcuna possibilità. Credo, che nella vita di un uomo, anche se non dovesse Cercare mai, ci sono momenti (brevi istanti, ma ci sono) in cui, il canale di cui parli si apre.. quei momenti, possono rappresentare,tanto, poco , o nulla, dipende .. l'illusione sta lì.. e ci fa dormire.. imparare a Pregare credo significhi poter accedere coscientemente a qualcosa che altrimenti percepiamo, solo qualche volta nella vita... ma qualche volta accade a tutti...
Vuoi litigare Sole? boccaccia: bacini.gif abbraccio: |
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Seriamente! E nn diciamo lo stesso? in quei rari momenti c'è un accesso... ho detto che in potenza la possibilità di farlo la abbiamo tutti .. l'ho detto sopra certo che si.. ma sai bene che il potenziale e la sua applicazione son due cose diverse. Se in un momento di serenità io vedo chiaro .. questo nn vuol dire che ho aperto le porte, vuol dire che "qualcuno" mi ha fatto vedere "qualcosa". Quello che invece intendo io è un accesso costante e Voluto! Nn il frutto di un caso momentaneo di Grazia. Altrimenti tutti noi avremmo la capacità di Creare... come si dice altrove.. Se fossi stata eccessivamente drastica avrei dovuto affermare che nn c'è per l'uomo comune la possibilità di lavorare per aprire la porta. Ma l'uomo tutto ha la possibilità di farlo, sceglie di farlo. E sono anche abbastanza convinta del fatto che i segnali per potersi svegliare ci siano per tutti e ovunque. Poi la scelta di seguirli è diversa! Sei d'accordo su questo? (icon_mrgr: ahahah). Così se scegli di nn seguirli... che porte ti dovrebbero aprire? E perchè? Non è mica un gioco questo per chi nn vuole rischiare! Dico solo che nn c'è possibilità di aprire la porta se nn si lavora! Ma la porta esiste! C'è! E' lì .. manca la chiave .. che il fabbro puà fabbricare. Secondo me diciamo la stessa cosa .. ma mi piace litigare con te... sempre troppo d'accordo andiamo! dai, dai !!! bacini.gif |
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Avevo capito male... così è un po' meno categorica.. e sono d'accordo sul dover lavorare, eccome.. e avendo tutti gli strumenti a disposizione, volendo si puo' certo fabbricare la chiave. Niente.. non so che dirti per litigare icon_mrgr: pero' prima, sei stata più categorica boccaccia: |
Per fare il primo, minuscolo passetto verso l'imparare la Preghiera basterebbe che l'uomo che prega, dopo aver finito di chiedere (prece=richiesta) le cose più o meno egoiche che di volta in volta chiede, attendesse un momento... per sentire la risposta...
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Ho appunto detto che Dio non gli ha mai risposto! E come fa allora a sentirsi coccolato? Al contrario... si sente ogni volta frustrato e inascoltato! Tuttavia, l'uomo continua a pregare! Ed è su questo che volevo discutere... Cos'è che spinge l'uomo a pregare, anche se ogni volta (le sue richieste egoiche e insignificanti) resta inascoltato? Io non ho descritto nessun tipo di preghiera. Ho solamente constatato che, seppur non "ottenga" mai niente, l'uomo continui da sempre a pregare... (questo perchè in realtà qualcosa ottiene, ma molto spesso non ne è consapevole) E non dev'essere per forza un sentirsi coccolato... Stavo parlando anche di chi è irato con Dio, di chi alza gli occhi al cielo e urla tutta la sua rabbia e la sua disperazione.. Anche in quel caso la "preghiera" lo aiuta, perchè al di la dei contenuti che possono cambiare, l'importante è il ponte che in quel momento si crea... la vicinanza che sente con Dio. Il vero motivo che spinge l'uomo a pregare. Citazione:
Ripeto: l'uomo comune prega Dio perchè è un qualcosa di inconscio che poi lo fa stare meglio, al di la di quelle che erano le sue richieste. In quei momenti è in contatto con la parte Alta di Sé... trova nuova forza, nuova energia... E' questo che spinge da millenni l'uomo a pregare. E' sul come che potremmo semmai parlare e discutere. Ma il perchè di farlo è un qualcosa che non si impara... E' qualcosa di insito nell'animo umano... |
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l'importante sarebbe imparare ad ascoltare....se stessi. Certo la preghiera anche se utilizzata come modo meccanico e non avendo certezza del risultato è il mezzo, appunto come dice Kael, attraverso il quale l'uomo "insignificante" si avvicina a quella Parte Alta che altrimenti, senza quelle circostanze ritualistiche, sarebbe probabilmente lontana. Forse il problema di fondo è sapere a Chi ci si sta rivolgendo...e sono certo che pur mossi dalla buona fede accompagnata dall'intento, molti sono comunque assuefatti alla umanizzazione di un Dio che si vuole raggiungere. Il perchè si preghi è certamente insito e radicato, poichè anche in maniera indiretta suppongo si percepisca quella condizione, di smarrimento ad esempio o al tempo di gioia, che suscita qualcosa nell'uomo ovvero scatena internamente delle conseguenze. Un rifiuto della divinità ad esempio o un fondamentalismo sfrenato sono, secondo me, un riflesso della condizione che si percepisce. Di fondo l'uomo ha sempre pregato, questo perchè paradossalmente si è " sempre rimesso " ad una Volontà superiore, consapevole dei suoi limiti e della sua inferiorità che cerca di diminuire attraverso l'assoggettamento a questa Volontà, Principio fondamentale. Non sono dacccordo con Sole quando parla di rari momenti di accesso. Citazione:
Di contro, per coloro che invece non percepiscono nulla in quanto completamente lontani da una gesto rituale come la preghiera, è ovvio che quella intensificazione del rapporto non viene percepita come tale poichè insussistente la voglia di collegarvicisi. In conclusione il potenziale viene espresso in un determinato modo e questo modo, secondo il mio punto di vista, permane costante intensificato dal rituale, aumentandone col passare del tempo, l'intensità anche grazie all'intento...:C: |
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Non la si sente mai, o quasi mai, perchè: non aspettiamo neanche un attimo... non facciamo abbastanza Silenzio... non la vogliamo sentire perchè non ci piace... tutti questi motivi (e altri) assieme... |
Quanta sicurezza...
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Ritorniamo un attimo al Rito.
Esso serve per 'manifestare" nell'ambiente un certo tipo di movimento energetico e sacralita'(se e' incompleto o sbagliato correggete ch e' tutto di guadagnato). Questo viene avvertito dall'uomo e trasmesso interiormente ad un livello sottile. Cosi' il rito servirebbe a unire l'uomo con determinate energie che vengono messe in movimento dall'uomo stesso. Ora mi domando, serve davvero all'uomo un rito o una religiosita' per evolvere? Il rito puo' essere paragonato alla preghiera come fonte di purificazione ed incontro divino? leggo.gif |
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Però sono convinto che esiste una " certezza " oggettiva la quale, intaccata poco dai sensi ci permette ad un certo livello, proporzionale al quanto ci si conosce, di venire a contatto con qualcosa che di norma è lungi dall'essere raggiunto. La preghiera in questo senso, credo sia una vortice nel quale poter entrare in punta di piedi. Questo atteggiamento che hai definito bene " di umiltà ", permette a chiunque di poter giungere sino ad un punto che giocoforza viaggia alla medesima velocità che si utilizza per scendere nel profondo. Sostanzia quindi una particolare percezione che soggettivamente ha una valenza la quale è funzione, secondo me, di un livello oggettivo via via meno inficiato della soggettività stessa. L'illusione pertanto ( di vedere, sentire, credere ) sono certo si trovi ad un punto un po più basso. Naturalmente questa è una mia opinione personale. Per quanto riguarda Sole mi viene da aggiungere, per quanto ne so, che il Rito " è " purificazione ed " è " un mezzo di incontro col divino. Cambia la forma certo ma la sostanza posta all'interno del contenitore permette questa unione che non puo prescindere dal non considerare l'abbattimento degli ostacoli che ognuno porta con se. Aggiungo ancora, più in generale, che questa è un mezzo che contiene secondo me una sacralità particolare, posto che anche nelle altre vie di collegamento esiste un tipo di sacralità semmai differente. Quindi mi sento di rispondere affermativamente...poi ne possiamo parlare in caso contrario. |
Non lo so Jez, secondo me dipende dal bisogno dell'uomo e dalla sua propensione/capacita' all'astrazione. Dalla necessita' di appartenenza e di unione.
Il rito inteso come congregazione forse e' un bisogno di aumentare o creare (...) qualcosa che ancora ... nn si riesce a trovare ... Non so ... |
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Questa tua domanda me la posi anch'io almeno un milione di volte, tentando di capire quale fosse il vero ruolo delle religioni istituzionalizzate, e se l'uomo in loro assenza avrebbe comunque trovato Dio. La risposta che mi veniva data dal mio intuito era affermativa, come del resto troveremo facilmente la risposta prendendo in esame i popoli non civilizzati, che hanno sempre mostrato un contatto diretto col divino di molto superiore a quello dell'uomo 'moderno'. Oltre il mio 'sentire', trovai pure conferma sul fatto che Gesù in realtà non avrebbe mai voluto che si fondasse una religione in suo nome, perchè lui venisse 'adorato', ma semmai capire a fondo il suo insegnamento, per poter giungere ad essere come lui. A questo punto però veniva da chiedermi ancora, ma in tal caso che ruolo hanno le Chiese i rituali e via dicendo? Tutto sommato penso che rappresentino un punto fermo per tantissime persone che diversamente si sentirebbero 'perse'. Certo c'è da dire che il condizionamento culturale è fondamentale, è più che logico che io pensi che mi mancherebbe qualcosa che conosco, se non la conosco non mi manca. Ritualità e preghiera potrebbero essere paragonati a mio avviso solo nel caso in cui io consideri la stessa preghiera un rito in sè, il mantra, il cui potere evocativo è già potentissimo, penso sia un rito.... Se penso invece alla 'teatralità' delle rappresentazioni o funzioni religiose che non mi comunicano nulla, ovviamente è un mio sentire personale, vedo in esse solo parole vuote ripetute a memoria senza 'convogliare' alcun significato, in tal caso rito e preghiera non li metterei sullo stesso piano. fiori.gif |
Poniamo di trovarci in un deserto, ci giriamo in ogni direzione e vediamo solo sabbia, stare fermi o camminare è uguale.
Poi alziamo la testa e vediamo il sole, siamo primitivi, con il sole come riferimento possiamo decidere di dirigerci verso una località, magari verso i monti e le zone ricche di vegetazione. Se siamo fermi non possiamo sperimentare... muovendoci possiamo fare "nostre" nuove cose.. nel movimento l'ambiente circostante ci im-pressiona. Con la civilizzazione ci accorgiamo che qualcuno non riesce ad orizzontarsi con il sole soltanto, allora costruiamo sentieri... basta seguirli per andare in una determinata direzione.. i sentieri a forza di essere percorsi si allargano e divengono sempre più organizzati bene... troviamo indicazioni, punti di sosta e per rintemprarci... inoltre cosa più importante nella strada percorriamo dei tratti in compagni di altri che vanno nella stessa direzione. I "problemi" sorgono quando qualcuno inizia a percorrere queste strade con dei mezzi meccanici... nella nostra metafora potremmo dire dei pulman.... e poi la cosa peggiora quando questi (e tutti quelli che sono sopra il pulman) ti dicono che se non sali nel pulman non arriverai mai, questo non è vero. In soldoni i sentieri e anche le strade sono comode ed utili... perchè camminare in mezzo al deserto? Importante è seguire la strada con i propri mezzi e tempi... non c'è nessun pulman che può portarti mentre dormi.... se non guardi il paesaggio le famose im-pressioni, esperienze... sperimentazioni della vita non avverranno. Una volta che si sono percorse tutte le strade per bene non resta altro che costruirne di nuove... ma questa è un'altra storia... ed è inutile parlarne prima se non per dire che è assurdo ed inutile tentare di costruire nuove strade per arrivare negli stessi punti di altre.. semmai per scoprire nuovi territori si possono iniziare dei sentieri. |
Magari l’avete già scritto, ma il rituale ha una funzione fondamentale, imprescindibile, di provocare un’azione dinamica, agente sulle energie psichiche e nel mondo astrale, nel mondo delle vibrazioni elettro-magnetiche in cui siamo immersi.
La ripetizione della preghiera, l’azione di sgranare il rosario, il ritmo delle parole ricorrente, le formule rituali, i gesti, creano l’incantamento, è così si produce il distacco dal mondo profano, favorito dall’energia del gruppo – penso alla preghiera di un gruppo di fedeli in una cattedrale ad esempio -, dall’unione psichica collettiva, in risonanza, capace di produrre pensieri ed azioni forti perché unione di altrettante energie psichiche tutte in ordine armonico; al termine del rituale si acquisisce una maggiore forza, volontà felicemente indirizzata, luce interiore che guida. Il rituale è fondamentale. Stessa cosa per i mantra, il flusso vibrazionale armonico che coinvolge la voce, la mente, il corpo e le forze che muovono le energie dell'universo La ripetizione delle lettere, delle parole, la potenza vibrazionale del suono penetrano come un seme, che feconda, grazie al simbolo, troviamo la via per la connessione con le energie cosmiche, la via dello Spirito. |
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Quello che tu descrivi è un eggregore. Però per formare forme pensiero penso ci voglia qualcosa di più che un'eggregore. Forse con lei (l'eggregore) è in qualche modo possibile avere tanto "spirito di gruppo" da incanalare il pensiero che si desidera "raccogliere" ... ma formarlo nn lo so, nn sono sicura. Il rituale, si, muove energie .. però, però, però... sarà che dipende dall'officiante? Oppure basta mettere in atto un Rito e voilà ecco la magia? Mi viene in mente che nel passato, per poter Officiare un Rito erano necessari giorni di depurazione e pulizia e meditazione. Oggi è ancora così? Forse oggi ... si mette in atto un rito con ciò che ristagna... può essere? :C: |
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Pensa a questo: quando facciamo le bolle di sapone, soffiamo in un tubicino che contiene l'acqua saponata. Dal soffio, sorge la bolla di sapone. Pensiero: bolla di sapone Tubicino: Cervello e Mente Soffio: Energia che tutta ci pervade ed anima. Ma il punto non è solo la "forma", ma anche l'intensità con la quale soffiamo. Più grande è la bolla, più "pregnante" sarà il nostro pensiero. |
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Scusa Uno ma come si vivifica il pensiero della preghiera? booh.gif |
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Il pensiero di tutti ha una sua forma ed una sua organizzazione. Se così non fosse, non esisterebbe nessun pensiero. Nel momento stesso in cui, infatti, la mente lo elabora, dispone l'energia in modo organizzato e simmetrico....tant'è che si può solo in questo momento dire che il pensiero diventa un campo elettromagnetico. Un campo di energia, cioè, organizzato ed ordinato (e questo anche se il pensiero proviene da un matto). Come ogni campo elettromagnetico, anche quello del pensiero è in grado di far sentire la propria influenza e la propria presenza su ciò che lo circonda o su ciò con il quale viene in relazione. Ed anche questo è ovvio, perchè un campo elettromagnetico è un campo che Vibra e che emette vibrazioni....che sono onde elettromagnetiche. W questo spiega i fenomeni di lettura di pensiero (la classica frase: lo stavo per dire io) o dei fenomeni di Deja vu. Infatti se io entro in un luogo (cattedrale, cimitero, anche un bel prato verde sul quale anni ed anni prima si è svolta ad esempio una battaglia) è possibile entrare in relazione con i campi elettromagnetici costituiti dai pensieri di quegli uomini che in quel luogo sono passati, hanno meditato o, puranco, sono morti. E' solo una questione di sensibilità. Il nostro cervello è una radiotrasmittente. Appunto perchè riceve ed emette, va da sè che la potenza d'uscita è strettamente e direttamente proporzionale alla potenza dell'Uomo che pensa. Ecco che in questo caso, se a pensare è un Uomo di potenza, il Suo pensiero è plasmato (per usare il termine di Uno) in modo che produca "effetti" voluti (spostare gli oggetti, fare piovere, fino al vero e proprio plagio delle menti altrui). Direi che ho scritto anche troppo. Scusate la lunghezza. |
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