Ermopoli

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Uno 17-09-2007 23.57.19

Paura
 
Ne abbiamo già parlato, in psicologia se non erro... ma la nuova sezione del forum mi spinge a cercare di approfondire anche in senso esoterico.
La paura va a braccetto con la pazienza per un aspetto, sono entrambe determinate da quanto reputiamo intimamente importante una cosa, non solo dal punto di vista psicologico, se preferisco mangiare un pesce crudo per non aver pazienza di cuocerlo per bene non reputo la cottura una cosa importante, se la paura di morire a Me stesso fosse più forte della paura di perdere l'identità vuol dire che non reputo importante questa morte a me stesso... d'altro canto se ho già l'esperienza di questa morte non ho paura... ma se non c'è l'ho e non ho paura non ho neanche coscienza della mia identità, cioè di ciò che posso perdere.
Altro esempio potrebbe essere (in ambito esoterico) venire a conoscenza della possibilità di scatenare forze non controllabili... se non le conosco ne ho paura, se le conosco ne ho rispetto... se non ho nessuna delle due non ho proprio alba di queste cose...
Insomma quando si inizia qualcosa di nuovo (se è nuovo) è normale avere paura, è l'ignoto.. non se ne ha se non è una cosa nuova o se la si prende alla leggera, le due cose possono anche coincidere.
Non sarebbe normale continuare ad avere la stessa paura per sempre
L'etimologia ci richiama a percussione... la percussione da e induce vibrazione... un pizzico di paura non è male... anzi è carburante... se non si ha questo si è costretti (se è possibile) attingere ad altro (o altri).. sono leggi precise e che si possono vedere in azione in ogni occasione.

come spunto credo che basti...

LightEntity 18-09-2007 10.00.29

Un anno fa io dicevo che non avevo paura di nulla. Mi sentivo in grado di poter fare qualunque cosa.
Il punto è che poi qualcUno mi disse che non era vero che io non avevo paura, ma era vero che io in realtà avevo paura della paura stessa, per cui pensavo di non avere paure.
Io non ero conscio delle mie paure.
Quello che successe era che mi mancava l'ispirazione per fare qualunque cosa, ero in grado di far tutto eppure non sapevo cosa fare, da dove iniziare. Ma questo fu solo l'inizio di un percorso per riscoprire quelle paure e con esse per riscoprire le sensazioni derivanti dall'anima.
Le paure le ho riscoperte mentre le vivevo sottoforma di angoscia.
Paura è ciò che non è chiarito all'interno, ciò che corrisponde all'ombra interiore. La paura potrebbe essere un atto di difesa dell'inconscio che ha paura di venire scoperto, perchè non appena viene scoperto esso muore, e con esso la paura stessa muore.
Ogni volta che si fa luce sulla proprio ombra cioè ogni volta che ci si accorge dei propri pensieri inconsci che agiscono a nostra insaputa(per questo detti in-consci, non-consci) su di noi, ogni volta che essi vengono osservati e quindi "visti", la paura riguardo ad un determinato aspetto oscuro, cessa.
Si può vedere la paura anche come una specie di energia che determina la carica emotiva necessaria a carburare la spinta a risolvere il conflitto derivante dal pensiero inconscio non chiarito e non osservato.

Pace e amore

turaz 18-09-2007 11.03.04

come non condividere quanto hai scritto?
trattasi di portare luce, fare emergere le paure legate alle ombre e trasformarle.

ciauzz

Uno 18-09-2007 11.08.58

Siamo proprio sicuri che sia possibile far emergere tutte le ombre?
Aggiungerei anche se sia poi così vantaggioso ma adesso è troppo complicato....

turaz 18-09-2007 11.11.51

beh volendo a mio avviso si.
anche se "vantaggioso" è sicuramente fare emergere quelle che ci impediscono di evolvere e ci possono permettere di superare un nostro limite.
e magari non "vantaggioso" è non fare emergere quelle ove non abbiamo limiti per non creare un vuoto da cui poi magari è difficile uscirne.

RedWitch 18-09-2007 11.26.02

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38906)
Siamo proprio sicuri che sia possibile far emergere tutte le ombre?
Aggiungerei anche se sia poi così vantaggioso ma adesso è troppo complicato....

No, secondo me non è possibile. Per quanto si possa scavare dentro sè stessi ci sono cose che non si riescono a vedere , allo stesso modo in cui l'uomo non puo' vedere sè stesso completamente in contemporanea (se non con l'aiuto di specchi..)Non saprei definirlo, ma secondo me ci sono ombre troppo nascoste.. che vengono da troppo lontano per essere viste...

Sole 18-09-2007 12.01.59

Citazione:

Originalmente inviato da Turaz
e magari non "vantaggioso" è non fare emergere quelle ove non abbiamo limiti per non creare un vuoto da cui poi magari è difficile uscirne.

Oltre quel che dice Turi, cioè che la forza potrebbe essere maggiore di ciò che possiamo controllare, secondo me non è vantaggioso perchè la forza dell'ombra potrebbe essere carburante. Se la facciamo emergere, portiamo fuori tutto, conteniamo la luce e manifestiamo l'ombra. Mi passa per la mente l'immagine del Tao. Non è possibile che si manifesti pienamente ed esclusiavamente un fattore senza che contenga una minima parte dell'altro altrimenti non avrebbe vita. Se ne parlava in altre parti del forum in riferimento alle tenebre. Non sono del tutto sicura che sia attinente però.

Invece non mi è chiaro questo passaggio:
Citazione:

Originalmente inviato da Uno
se la paura di morire a Me stesso fosse più forte della paura di perdere l'identità vuol dire che non reputo importante questa morte a me stesso... d'altro canto se ho già l'esperienza di questa morte non ho paura... ma se non c'è l'ho e non ho paura non ho neanche coscienza della mia identità, cioè di ciò che posso perdere.

Non è la stessa cosa perdere l'identità e morire a se stesso? Perdere la propria presunta identità è una morte.
Morire a Se stessi, forse intendi una volta morto e Integro Individuo perdere questo stato e tornare da capo? Ma è strano, la paura di perdere questo stato dell'essere non è in contraddizione con l'esserlo? Significherebbe non esserlo.

Condivido il fatto, per esperienza, che pensare di non aver paura significa solo non averne coscienza.

LightEntity 18-09-2007 12.31.48

Citazione:


Siamo proprio sicuri che sia possibile far emergere tutte le ombre?

Io credo che far emergere tutte le ombre sia riconoscere un po' la verità di tutte le cose, la cosiddetta illuminazione.
E' un po' il riconoscere la dualità dell'universo, e unire gli opposti nell'Uno poichè penso che ogni aspetto ombra sia la mancanza di visione e di integrazione nel complesso degli aspetti luce di noi e dell'universo.
La mancanza di visione nel complesso è il continuare a prendere dei punti di vista, cioè vedendo e identificandoci solo in una parte del complemento della dualità.
Proviamo ad analizzare per esempio una ipotetica identificazione di un aspetto della dualità nella personalità umana: l'identificazione "Superiorità".
Ci sono molte persone che hanno questa identificazione nei propri pensieri inconsci ma faranno di tutto per non ammetterlo per paura. In effetti questa identificazione farà di tutto pur di difendere se stessa da eventuali attacchi esterni. Lo farà asserrendo che tutti coloro che attaccano sono "Inferiori" a sè, asserendo che questi hanno molto da imparare prima di diventare come sè.
La dualità in sè è "Superiorità" <=> "Inferiorità".
Qui la mancanza di visione nel complesso come dicevo prima è il non vedere le cose come stanno. La paura qui gioca un ruolo fondamentale. Se tu hai paura di vedere il tuo pensiero inconscio "Superiorità" di conseguenza ti comporterai come "Superiore" agli altri cioè adotterai quegli atteggiamenti del tipo "So tutto io, tu non sai nulla e prima che tu sappia quello che so io dovrai sgobbare molto".
Questa paura fa nascere l'atteggiamento che è la personalità che ti caratterizza di cui tu non ne sei conscio e che agisce a tua insaputa.
Diventare consci di questa personalità, cioè vedere come stanno nel complesso le cose, significa integrare "Superiorità" con "Inferiorità" poichè dentro di noi e fuori di noi ci sono entrambe in verità.
Così potresti scoprire che come limitavi la possibilità agli altri di esprimere e di condividere la loro verità, ritenendo la loro verità incompleta, in quanto tu che sei superiore ne sai sicuramente di più, allo stesso modo non davi la possibilità a te stesso (in questo caso la parte inferiore di te) di condividere qualcosa di te, cosicchè la personalità "superiore" tutto osserva negli altri ma nulla osserva e condivide di se stesso.
Non è un caso che la personalità superiore si senta sola anche se non lo vuole ammettere.

Citazione:

Aggiungerei anche se sia poi così vantaggioso ma adesso è troppo complicato....
Dipende, naturalmente...
E' vantaggioso scoprire quanto reprimiamo le nostre emozioni e sensazioni e quanto non le condividiamo con gli altri, oppure meglio tenersi le proprie sensazioni, emozioni solo per se?
dipende solo se noi lo facciamo consapevolmente o inconsapevolmente. Nel senso che possiamo essere consapevoli di fare il "superiore" e divertirci a vedere come gli altri "inferiori" re-agiscono alle nostre esternazioni, oppure possiamo non esserne consapevoli.
In questo ultimo caso a mio avviso non si ha controllo e non ci si diverte veramente ma ci si sente profondamente ed inconsciamente soli (inconsciamente poichè non si ammette la verità) e sconnessi sia dalla fonte che è l'anima connessa a Dio, sia dagli altri che sono parti di quello stesso Dio da cui si è sconnessi.

Unire "Superiorità" e "Inferiorità" è a mio avviso la chiave per abbattere ogni paura.

:C:

turaz 18-09-2007 12.38.52

pienamente d'accordo.
occorre "parificare" come ho già espresso in risposta al folle.
se non si riesce a farlo è perchè c'è una re-azione legata a eventi passati in cui ci si è sentiti "inferiori"
quindi ora si cerca mentalmente di conoscere tutto...

ciauzz

Uno 18-09-2007 13.45.32

Se volessi far dialettica mi basterebbe dire che una volta emerse non son più ombre... ma una volta che esse pouff.. spariscono, cosa rimane sotto? (sempre che sia possibile... è lo è, ma è facile perdersi, se non l'unica possibilità, e non tornare più... perdersi... non andare chissà dove)
Questa è l'illuminazione come si intende generalmente oggi... ma che non ha nulla a che fare con l'integrazione del Se.
Integrare non significa far sparire...
la morte dell'ego non è questa...

per quanto sia piuttosto al margine rispetto al discorso, prendiamo anche la superiorità e l'inferiorità... è una cosa naturale e di fatto che ci siano infinite persone migliori di noi in infinite caratteristiche ed è una cosa naturale e di fatto che ci siano infinite persone inferiori di noi in infinite caratteristiche. Generalmente non utilizzo questi termini, proprio per la degenerazione moderna a questi occorsa, comunque un termine vale un altro... non è così illuminante dichiararsi ed autoconvincersi di essere pari con tutti in tutto, quanto invece lo è sapere che se ho paura che qualcuno arrivi ad un mio livello in qualcosa a quel livello veramente non sono, è illuminante riconoscere chi mi sta sopra per poter risparmiare milioni di anni di evoluzione, è illuminante non confinare questo solo a ipotetiche figure che al massimo accostiamo su un libro ma interagire con chiunque possa comunicarci questo.
Se ho bisogno/voglia di imparare a fare le sedie e trovo il vecchietto che ha esperienza di una vita... ma pure quello dotato che lo fa da sei mesi e riconosco che sanno più di me, non c'è nulla di strano nel mostrare un pò di umiltà ed imparare. Poi non è detto che da quel vecchietto (o dall'altro) debba imparare pure a cucinare o a disquisire di metafisica... oppure si se anche in questo sono meglio di me.

E' una legge che chi rifiuta i "gradi" superiori fa di tutto per essere superiore ad altri... chi li vede, usa, apprezza pur quando e dove è superiore non darà importanza alla cosa....

Uno 18-09-2007 13.48.35

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 38912)

Non è la stessa cosa perdere l'identità e morire a se stesso? Perdere la propria presunta identità è una morte.
Morire a Se stessi, forse intendi una volta morto e Integro Individuo perdere questo stato e tornare da capo? Ma è strano, la paura di perdere questo stato dell'essere non è in contraddizione con l'esserlo? Significherebbe non esserlo.

No, non è la stessa cosa.. al di la del fatto che abbiamo infinite identità, sottoidentità etc...
(es nazionale, culturale etc) ma morire a Se stessi non può essere mai ed in niente una perdita, caso mai sarà un acquisto... quindi guadagneremo altre identità... diverse da identificazioni.

Era 18-09-2007 14.25.23

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38929)
No, non è la stessa cosa.. al di la del fatto che abbiamo infinite identità, sottoidentità etc...
(es nazionale, culturale etc) ma morire a Se stessi non può essere mai ed in niente una perdita, caso mai sarà un acquisto... quindi guadagneremo altre identità... diverse da identificazioni.

morire a Se stessi...non mi è chiaro quel Se maiuscolo...
vuoi dire che guadagni identità e accresci quel Se che
comunque muore? ossia raccoglie tanti se per divenire
Se e morire? manata.gif
ho lo stesso problema di Sole a capire sta roba...
uff....martello.:

Uno 18-09-2007 14.42.43

Citazione:

Originalmente inviato da Era (Messaggio 38946)
morire a Se stessi...non mi è chiaro quel Se maiuscolo...
vuoi dire che guadagni identità e accresci quel Se che
comunque muore? ossia raccoglie tanti se per divenire
Se e morire? manata.gif
ho lo stesso problema di Sole a capire sta roba...
uff....martello.:

Provo in un altro modo, quello che di solito si dice... la morte dell'ego, se analizzi bene, se ascolti chi lo spaccia come caposaldo alla fin fine è una morte a se (minuscolo)
Al Se che azzo gliene frega se quando uno mi dice una cosa reagisco?
Assolutamente nulla
Quindi se muoio al Se non è certo giocando al piccolo analista...
Però nella condizione in cui sono conoscere cosa mi fa muovere, cosa mi fa star fermo etc etc... mi permette di risparmiare energie e di raffinarle sempre più per produrre il mio personalissimo collegamento con lo Spirito...
morte al Se significa che muore tutto quello che impedisce materialmente quel collegamento... sinteticamente e pragmaticamente: gli sprechi
quindi collegandomi al post sopra, non solo le identità gli sprechi... anzi averle tutte (o più possibili) ti consente di scegliere la migliore per ogni data cosa... ma se ti attacchi ad una sola (identificazione), quella potrebbe non essere le più adatta e quindi sprechi.

Non sono sicuro che sia più chiaro... fammi un fischio che giro frittata ancora

Era 18-09-2007 14.55.11

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38952)
Quindi se muoio al Se non è certo giocando al piccolo analista...

morte al Se significa che muore tutto quello che impedisce materialmente quel collegamento... sinteticamente e pragmaticamente: gli sprechi
quindi collegandomi al post sopra, non solo le identità gli sprechi... anzi averle tutte (o più possibili) ti consente di scegliere la migliore per ogni data cosa... ma se ti attacchi ad una sola (identificazione), quella potrebbe non essere le più adatta e quindi sprechi.

Non sono sicuro che sia più chiaro... fammi un fischio che giro frittata ancora

wowww.....abbraccio: (non farci l' abitudine però)

quindi posso essere la strega...la fuggitiva....la buona
o la serpe....senza essere nessuna di queste ma usandole
quando mi servono e mollandole quando sono superflue
quindi se una di queste prende il sopravvento e poi muore
al Se non frega nada...anzi dice:"na rogna di meno"
si?

stella 18-09-2007 17.14.21

Morire a Se stessi, quindi significa non prendersela se qualcuno ci fa reagire, quella che se la prende è soltanto una delle identità...
il Se, il nostro attaccamento all'idea che ci siamo fatti di noi, allora sarebbe quello che impedisce di collegarsi allo Spirito....

Ma, essendo fatti di carne e ossa dobbiamo per forza avere un'identità o più di una, quelle costituiscono il Se stessi... se le togliamo di mezzo si diventerebbe come un individuo senza forma.... una materia plasmabile.....

Può darsi che attaccandoci a un Se che non ci confà molto, sprechiamo tante occasioni ed eventi che potremmo avere se fossimo più elastici e aperti.... assumendo altre identità... ma non è facile anzi a volte impossibile visto che ci radichiamo in certi atteggiamenti che ci sembra di non poter cambiare.

La paura viene dal Se..... si ha paura che quel Se possa morire perchè in fondo ci si abitua e ci si affeziona, e se quel Se viene in qualche modo toccato nel vivo reagisce....
La paura è umana perchè siamo materiali....
Ma nel lato dello Spirito non dovrebbe esistere la paura....

Uno 18-09-2007 18.10.06

Aspè Stella, morte al Se, di fronte al Se.... non morte del Se.
Il Se è l'entità immortale che è deriva direttamente dallo Spirito... entità diverso da identità.
Per il resto se sostuisci a Se un se con la s minuscola o meglio una delle identità a turno è tutto giusto.

Si lo Spirito non ha paura... e neanche il Se.. ma quando un bagnante si immerge in mare deve per forza bagnarsi... se ha avuto paura Gesù sulla croce chi crediamo di essere noi? (parlo con te per comodità... ma mi rivolgo a tutti)

Diverso è il discorso aver paura ma affrontarla, in un certo senso è vinta... ma la partita s'ha da giocare comunque, quindi il brividino sulla schiena (visto che siamo in esoterismo) che indica uno scambio di potenziale tra il davanti (dove cedo) e il dietro (dove assorbo).
Con una paura cedo repentivamente parecchio di qualcosa che non definiamo, possiamo dire energia, ma non è precisissimo. Ma ciò che esce rientra... quindi se è molto veloce ecco che ci ricarichiamo e anche eliminiamo a volte dei blocchi... la cui manifestazione più visuale e fisica è un singhiozzo....
Etc etc.....

come vedete ci sono infiniti modi di affrontare lo stesso argomento e non sono solo giochi mentali, servono... servono....

Faltea 18-09-2007 21.47.55

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38952)
..... non solo le identità gli sprechi... anzi averle tutte (o più possibili) ti consente di scegliere la migliore per ogni data cosa... ma se ti attacchi ad una sola (identificazione), quella potrebbe non essere le più adatta e quindi sprechi.

Questa mi ha colpito parecchio...
Spesso sento dire l'opposto anche se non lo condivido, ossia che l'agire o essere un altro te in determinate situazioni è un'annullare chi sei relamente, un fingere e che alla lunga ti perdi... Perdi di vista il tuo Se interiore...
Ma, avere una mente che cerca di interagire a 360° vuol dire anche modificarsi in modo tale da potersi relazionare con il Tutto e tutti, ritengo che le basi del proprio essere non si midifichino comunque... il Se non ne risente ed allora mi sovviene che perdersi è impossibile... o no?
Credo di essermi intortolata...piango.gif capirai che novità...martello.:

Uno 18-09-2007 22.32.10

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 38981)
Questa mi ha colpito parecchio...
Spesso sento dire l'opposto anche se non lo condivido, ossia che l'agire o essere un altro te in determinate situazioni è un'annullare chi sei relamente, un fingere e che alla lunga ti perdi... Perdi di vista il tuo Se interiore...
Ma, avere una mente che cerca di interagire a 360° vuol dire anche modificarsi in modo tale da potersi relazionare con il Tutto e tutti, ritengo che le basi del proprio essere non si midifichino comunque... il Se non ne risente ed allora mi sovviene che perdersi è impossibile... o no?
Credo di essermi intortolata...piango.gif capirai che novità...martello.:

In pratica è fare quello che facciamo normalmente (hai presente la faccenda dei piccoli io o delle varie personalità?) solo in maniera consapevole.
Inconsapevolemente di solito tendiamo ad arrugginirci (di solito si usa cristallizzarci) su alcune (personalità, identità) quelle che con il tempo sono più assonanti con come ci comportiamo.. agiamo etc etc, in un percorso interiore cerchiamo di tenere aperti i flussi, quasi sempre all'inizio è necessario il famoso solve alchemico... ma la differenza è che poi scegliamo la personalità o identità da usare consapevolemente a seconda del caso... non è un perdersi, è un trovarsi... trovare il proprio centro di gravità detta alla Battiato.

Stesso discorso (tanto per dare un giro al tema icon_mrgr:) con la paura...

Faltea 18-09-2007 23.00.25

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38990)
In pratica è fare quello che facciamo normalmente (hai presente la faccenda dei piccoli io o delle varie personalità?) solo in maniera consapevole.
Inconsapevolemente di solito tendiamo ad arrugginirci (di solito si usa cristallizzarci) su alcune (personalità, identità) quelle che con il tempo sono più assonanti con come ci comportiamo.. agiamo etc etc, in un percorso interiore cerchiamo di tenere aperti i flussi, quasi sempre all'inizio è necessario il famoso solve alchemico... ma la differenza è che poi scegliamo la personalità o identità da usare consapevolemente a seconda del caso... non è un perdersi, è un trovarsi... trovare il proprio centro di gravità detta alla Battiato.

Stesso discorso (tanto per dare un giro al tema icon_mrgr:) con la paura...

:o
ipotizziamo che ho paura del buio, vorresti dire che io potrei assumere una personalità che non ha paura del buio?

mubble.... in teoria sarebbe fattibilissimo.
La mente genera la paura, freghi la mente freghi la paura.....
(faccina che che si gratta il mento con fare pensoso)

OT: un giorno o l'altro dovrai farmi contenta con ste faccine....

Ray 18-09-2007 23.25.02

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 38994)
:o
ipotizziamo che ho paura del buio, vorresti dire che io potrei assumere una personalità che non ha paura del buio?

mubble.... in teoria sarebbe fattibilissimo.
La mente genera la paura, freghi la mente freghi la paura.....
(faccina che che si gratta il mento con fare pensoso)

OT: un giorno o l'altro dovrai farmi contenta con ste faccine....

Ustia, la mente genera la paura? Io non la vedo così, sarei tutto mente. La paura viene dall'istinto (neanche lui la genera, anche se da quella forma a una certa energia), la mente la accoglie (qui sorge il problema...)

Uno 19-09-2007 10.29.37

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 38994)
:o
ipotizziamo che ho paura del buio, vorresti dire che io potrei assumere una personalità che non ha paura del buio?

mubble.... in teoria sarebbe fattibilissimo.
La mente genera la paura, freghi la mente freghi la paura.....
(faccina che che si gratta il mento con fare pensoso)

OT: un giorno o l'altro dovrai farmi contenta con ste faccine....

No intendevo che la paura esiste a prescindere... prende varie forme.... se facciamo esempi terra terra, qualcuno ha paura dei regni, altri dei serpenti, altri dell'altezza e ancora altri dei luoghi chiusi o aperti etc etc.... ma sotto sotto la paura è una.
Quindi unica paura e varie "identità" di paura... in base alla nostra personalità "scegliamo" quali paure avere e quali no...
Per non avere paura bisognerebbe essere senza personalità, cosa impossibile... senza interfaccia non potremmo stare a questo mondo... o meglio dovremmo essere dei vegetali... perchè qualsiasi espressione esternerò, un sorriso, una carezza, non guardare nessuno etc... comunque una personalità del mio carnet si mostrerà...
Quindi è matematicamente impossibile non avere paura... ma questo non significa subirla... anche in questo caso ci si può attaccare e appunto subirla, oppure viverla, sfruttarla, usarla ne più ne meno come un martello, cioè un'attrezzo.
Negandola la subisco e non la uso... quindi esce sotto forma di istinto ed in taluni casi di una superstizione che non è limitata a metasifiche.
L'uomo coraggioso non è quello che non ha paure, è quello che le affronta... af-fronta le guarda in faccia, non le nega.
Far emergere le paure significa questo, significa guardarle mentre fanno il loro lavoro, non significa che spariscano... e se lo fanno si trasformeranno in altre... ben più sottili...

Sole 19-09-2007 11.12.50

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38929)
No, non è la stessa cosa.. al di la del fatto che abbiamo infinite identità, sottoidentità etc...
(es nazionale, culturale etc) ma morire a Se stessi non può essere mai ed in niente una perdita, caso mai sarà un acquisto... quindi guadagneremo altre identità... diverse da identificazioni.

Ho capito, mi ero persa nelle parole. Mi hai chiarito diversi punti, ad esempio quello delle identità che non si perdono ma si ampliano usando la paura come chiave della porta successiva. Come fosse un ventaglio che pian piano si apre..
Non l'avevo mai considerata così al contrario, la personalità che non muore, ma viene controllata e ampliata da un'altra.

Esite la Paura la quale aquista poi varie forme di paura. Impossibile eliminare la Paura che è il nostro carburante, la molla, la forza che ci muove.. c'è un modo di dire che non sarà educato ma mi pare che renda: il pepe nel popò.

La Paura cerca di evitare l'oblio.

RedWitch 19-09-2007 11.40.13

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39039)
.................
Per non avere paura bisognerebbe essere senza personalità, cosa impossibile... senza interfaccia non potremmo stare a questo mondo... o meglio dovremmo essere dei vegetali... perchè qualsiasi espressione esternerò, un sorriso, una carezza, non guardare nessuno etc... comunque una personalità del mio carnet si mostrerà...
Quindi è matematicamente impossibile non avere paura... ma questo non significa subirla... anche in questo caso ci si può attaccare e appunto subirla, oppure viverla, sfruttarla, usarla ne più ne meno come un martello, cioè un'attrezzo.
Negandola la subisco e non la uso... quindi esce sotto forma di istinto ed in taluni casi di una superstizione che non è limitata a metasifiche.

Attaccarsi e negare la paura quindi significa continuare a subirle, restando immobili.
Per attaccarsi, si puo' intendere quello che si diceva a proposito del godere della sofferenza? Se ho paura di qualcosa, e lascio che mi travolga, la subisco perchè in fondo mi va bene così (va bene alla parte di me che si identifica come insicura e paurosa)? Un modo per non crescere anche questo?

Citazione:

Originalmente inviato da Uno
..................
quindi esce sotto forma di istinto ed in taluni casi di una superstizione che non è limitata a metasifiche.

Fino all'istinto ci sono, non mi riesce di capire cosa significhi la seconda parte della frase, la metteresti in altre parole?

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 39044)
Esite la Paura la quale aquista poi varie forme di paura. Impossibile eliminare la Paura che è il nostro carburante, la molla, la forza che ci muove.. c'è un modo di dire che non sarà educato ma mi pare che renda: il pepe nel popò.

Il detto rende bene.. quando siamo convinti che una paura, sia sparita, e non sentiamo più il pepe, ecco che torna, amplificata o sotto altra forma... questo sarebbe sempre da tenere presente.

Uno 19-09-2007 11.56.34

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 39047)
Attaccarsi e negare la paura quindi significa continuare a subirle, restando immobili.
Per attaccarsi, si puo' intendere quello che si diceva a proposito del godere della sofferenza? Se ho paura di qualcosa, e lascio che mi travolga, la subisco perchè in fondo mi va bene così (va bene alla parte di me che si identifica come insicura e paurosa)? Un modo per non crescere anche questo?

se lasci che ti travolga si, cerchi di evitare di crescere.. ma attaccarsi significa anche per esempio evitare ciò che ci fa paura... non dico che bisogna andare in giro a lanciar sfide alla paura... sarebbe da matti, ma se normalmente, vivendo mi capita una cosa che mi suscita paura e faccio di tutto per evitare quella cosa, compreso negarla.. qualcosa non va, perdo le energia che impiego per evitare il confronto e non guadagno quelle che mi deriverebbero dall'affrontarla.

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 39047)
Fino all'istinto ci sono, non mi riesce di capire cosa significhi la seconda parte della frase, la metteresti in altre parole?

La supersti-zione è sinteticamente l'azione di rimanere superstiti offrendo dei gesti, doni, sacrifici etc in cambio della vita... oggi i doni si sono trasformati in sottospecie di rituali senza capo ne coda, vedi il gatto nero o la scala in una superstizione basica. Se saliamo è l'uso di qualsiasi cosa che ci sembra che in passato abbia dato un risultato... a volte il risultato c'è, c'è stato, a volte no... la superstizione in se in senso assoluto non è errata, è neutra, lo è quando mantiene in vita azioni, ripetivitò che non hanno scopo e fine... insomma siamo molto più superstiziosi di quello che si crede... e non solo in termini di malocchio e simili... anche quando ci mettiamo sempre dietro alla stessa coda nella cassa del superemercato... o quando consideriamo tizio a priori per una cosa che ci ha fatto anni prima...
Si capisce?

Faltea 19-09-2007 13.44.01

Mannaggia... ed io che ho sempre l'illusione che "tutto la mente può"!
Ci ritorno con calma ... ora il lavoro chiama

RedWitch 19-09-2007 16.05.11

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39050)
se lasci che ti travolga si, cerchi di evitare di crescere.. ma attaccarsi significa anche per esempio evitare ciò che ci fa paura... non dico che bisogna andare in giro a lanciar sfide alla paura... sarebbe da matti, ma se normalmente, vivendo mi capita una cosa che mi suscita paura e faccio di tutto per evitare quella cosa, compreso negarla.. qualcosa non va, perdo le energia che impiego per evitare il confronto e non guadagno quelle che mi deriverebbero dall'affrontarla.

Quindi, se evito la paura (e la nego), ho esclusivamente una perdita di energia (quando succede in effetti dopo, mi sento senza forze) mentre se la osservo e la affronto, c'è quel ricircolo che dicevi qualche post sopra.. cedo , ma anche rientra...
E le energie che spreco per evitare qualcosa, fanno parte degli infiniti rivoli in cui perdiamo energie...


ps: grazie infinite per questa risposta Uno era quella che cercavo da tempo

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39050)
La supersti-zione è sinteticamente l'azione di rimanere superstiti offrendo dei gesti, doni, sacrifici etc in cambio della vita... oggi i doni si sono trasformati in sottospecie di rituali senza capo ne coda, vedi il gatto nero o la scala in una superstizione basica. Se saliamo è l'uso di qualsiasi cosa che ci sembra che in passato abbia dato un risultato... a volte il risultato c'è, c'è stato, a volte no... la superstizione in se in senso assoluto non è errata, è neutra, lo è quando mantiene in vita azioni, ripetivitò che non hanno scopo e fine... insomma siamo molto più superstiziosi di quello che si crede... e non solo in termini di malocchio e simili... anche quando ci mettiamo sempre dietro alla stessa coda nella cassa del superemercato... o quando consideriamo tizio a priori per una cosa che ci ha fatto anni prima...
Si capisce?

Sì si capisce. Ci sono quindi superstizioni che acquisiamo (senza conoscerne il senso), tipo il gatto nero, e ci sono delle superstizioni che ci creiamo ad hoc. Per esempio mi vesto sempre nello stesso modo quando affronto qualcosa di importante (per me) perchè credo che una volta mi abbia dato un risultato avere in dosso quegli abiti, oppure se ho un insoluto con una persona, continuo a considerarlo solo per una determinata cosa, che mi è rimasta impressa (nel bene e nel male), non vediamo altro che quella e se una persona ce la ricorda, stessa storia... inneschiamo una specie di "rito" senza nemmeno accorgercene

Uno 19-09-2007 16.28.15

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 39061)
Mannaggia... ed io che ho sempre l'illusione che "tutto la mente può"!
Ci ritorno con calma ... ora il lavoro chiama

In un certo senso la mente tutto può... ma lavora con quello che arriva e che esiste da prima della mente, materiale più grezzo, teoricamente può plasmare questo materiale come vuole... ma dalla teoria alla pratica ne corre... non basta ripeterselo mentalmente un pò di volte (parlo in generale).
Quindi è importantissimo conoscere questo materiale, sapere come arriva (da dove è piuttosto complicato e praticamente non serve, non sto parlando in senso psicologico) come lavora in noi, dove si deposita se si deposita, che effetti ci fa etc etc.

Elle 19-09-2007 16.39.04

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39050)
se lasci che ti travolga si, cerchi di evitare di crescere.. ma attaccarsi significa anche per esempio evitare ciò che ci fa paura... non dico che bisogna andare in giro a lanciar sfide alla paura... sarebbe da matti, ma se normalmente, vivendo mi capita una cosa che mi suscita paura e faccio di tutto per evitare quella cosa, compreso negarla.. qualcosa non va, perdo le energia che impiego per evitare il confronto e non guadagno quelle che mi deriverebbero dall'affrontarla.



La supersti-zione è sinteticamente l'azione di rimanere superstiti offrendo dei gesti, doni, sacrifici etc in cambio della vita... oggi i doni si sono trasformati in sottospecie di rituali senza capo ne coda, vedi il gatto nero o la scala in una superstizione basica. Se saliamo è l'uso di qualsiasi cosa che ci sembra che in passato abbia dato un risultato... a volte il risultato c'è, c'è stato, a volte no... la superstizione in se in senso assoluto non è errata, è neutra, lo è quando mantiene in vita azioni, ripetivitò che non hanno scopo e fine... insomma siamo molto più superstiziosi di quello che si crede... e non solo in termini di malocchio e simili... anche quando ci mettiamo sempre dietro alla stessa coda nella cassa del superemercato... o quando consideriamo tizio a priori per una cosa che ci ha fatto anni prima...
Si capisce?

Leggendo mi accorgo di quanto sia stata palese questa cosa, ogni volta che ho evitato situazioni che mi facevano paura (confronti irrisolti) mi si sono (e ancora accade per alcune cose) riproposte in maniera più intensa e meno evitabile, e così allo stesso man mano perdevo energie riguardo quel confronto che esitavo ad affrontare ingigantendo dentro di me il disagio interiore e pratico. Eppure pur essendo consapevole del meccanismo per certe cose sembro un cane che si morde la coda. Allora come sbloccare questa ripetività consapevole che attuo visto che non mi basta averla compresa e motivata?

stella 19-09-2007 17.56.03

Citazione:

Originalmente inviato da Elle (Messaggio 39074)
Leggendo mi accorgo di quanto sia stata palese questa cosa, ogni volta che ho evitato situazioni che mi facevano paura (confronti irrisolti) mi si sono (e ancora accade per alcune cose) riproposte in maniera più intensa e meno evitabile, e così allo stesso man mano perdevo energie riguardo quel confronto che esitavo ad affrontare ingigantendo dentro di me il disagio interiore e pratico. Eppure pur essendo consapevole del meccanismo per certe cose sembro un cane che si morde la coda. Allora come sbloccare questa ripetività consapevole che attuo visto che non mi basta averla compresa e motivata?

Anche a me capita di sfuggire situazioni che mi fanno paura, anche se così non si fa che ingigantire la paura e rendere il confronto inevitabile, quando si ripresenta questa situazione.

L'unico sistema che conosco è affrontarla.... a volte bene, a volte peggio, ma affrontarla.... e a volte ci si accorge che evitando ripetutamente una situazione abbiamo moltiplicato la paura.... mentre affrontandola l'energia spesa ad evitare si è incanalata nell'affrontare.... e magari mi accorgo che quella data situazione non era così terribile come la immaginavo....
Così quando si ripresenterà, conoscerò già la mia reazione e avrò meno paura....
Ho visto che a volte si ha paura di ciò che non si conosce....

Faltea 19-09-2007 21.51.23

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39071)
In un certo senso la mente tutto può... ma lavora con quello che arriva e che esiste da prima della mente, materiale più grezzo, teoricamente può plasmare questo materiale come vuole... ma dalla teoria alla pratica ne corre... non basta ripeterselo mentalmente un pò di volte (parlo in generale).
Quindi è importantissimo conoscere questo materiale, sapere come arriva (da dove è piuttosto complicato e praticamente non serve, non sto parlando in senso psicologico) come lavora in noi, dove si deposita se si deposita, che effetti ci fa etc etc.


icon_mrgr: .... cibo buono ... si prospetta una cenetta coi fiocchi...icon_mrgr:

Si si lo so con calmapiango.gif

Dunque centra anche l'alchimia, non ne so molto (anzi meno urge giretto in discussione che ho visto) però quando si parla di materiale.. deposito.. ecc... mah..

Ricapitolando la paura è un'emozione che mette un freno all'essere.. equilibrata è un bene (sopravvivenza) disequilibrata ti limita (chiusura).
Affrontarla è un "dovere" per poterla superare o almeno equilibrarla, evitarla porta ad uno scompenso, manifestandosi altrove...

Ma in tutto questo mi sfugge qualcosa...

Se mi chiedo che paure ho, direi che ho paura degli scarafaggi ma è più repulsione che paura.. ho paura di andare da sola in giro la sera, ma è più per sopravvivenza che per paura...
L'unica paura che sento tale.. è la paura che proverei di fronte a ciò che non posso comprendere..
Come la paura che proverei se dovessi attraversare una strada buia sapendo con certezza che non c'è nessun essere umano per oltre 10 km.... avrei paura del buio perché è ignoto... cela.. nasconde..

-- mi sfugge ---

jezebelius 20-09-2007 01.55.13

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38975)

Diverso è il discorso aver paura ma affrontarla, in un certo senso è vinta... ma la partita s'ha da giocare comunque, quindi il brividino sulla schiena (visto che siamo in esoterismo) che indica uno scambio di potenziale tra il davanti (dove cedo) e il dietro (dove assorbo).
Con una paura cedo repentivamente parecchio di qualcosa che non definiamo, possiamo dire energia, ma non è precisissimo. Ma ciò che esce rientra... quindi se è molto veloce ecco che ci ricarichiamo e anche eliminiamo a volte dei blocchi... la cui manifestazione più visuale e fisica è un singhiozzo....
Etc etc.....

Di fatti se non erro per far passare il singhiozzo, spesso, si tenta di spaventare chi l'ha. Come dire...si induce una paura per favorire lo smaltimento del blocco che si manifesta col singhiozzo.
Per il brivido lungo la schiena ora che ricordo l'ho sentito qualche volta ( immagino che per altre, visto che non le ricordo, stavo dormendoicon_mrgr: ). La paura da un certo punto potrebbe essere un " mezzo" non da evitare ma, al contario da sfruttare per la quantità di energia che posso ricavarne.
Infatti dopo avere affrontato una paura mi sento più carico. Fisicamente potrebbe tradursi nella produzione di adrenalina..no?

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 38990)
In pratica è fare quello che facciamo normalmente (hai presente la faccenda dei piccoli io o delle varie personalità?) solo in maniera consapevole.
Inconsapevolemente di solito tendiamo ad arrugginirci (di solito si usa cristallizzarci) su alcune (personalità, identità) quelle che con il tempo sono più assonanti con come ci comportiamo.. agiamo etc etc, in un percorso interiore cerchiamo di tenere aperti i flussi, quasi sempre all'inizio è necessario il famoso solve alchemico... ma la differenza è che poi scegliamo la personalità o identità da usare consapevolemente a seconda del caso... non è un perdersi, è un trovarsi... trovare il proprio centro di gravità detta alla Battiato.

Stesso discorso (tanto per dare un giro al tema icon_mrgr:) con la paura...

La paura in genere per la quantità di energia che produce, potrebbe contribuire alal distruzione di una cristallizzazione? Per esempio si potrebbe utilizzare il " potenziale " che ne deriva come acido per detergere ( consumare nello specifico ) o come martello ( e quindi percussione) per rompere, deflagare una parte arrugginita, cristallizata?

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39039)
L'uomo coraggioso non è quello che non ha paure, è quello che le affronta... af-fronta le guarda in faccia, non le nega.
Far emergere le paure significa questo, significa guardarle mentre fanno il loro lavoro, non significa che spariscano... e se lo fanno si trasformeranno in altre... ben più sottili...

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39050)



La supersti-zione è sinteticamente l'azione di rimanere superstiti offrendo dei gesti, doni, sacrifici etc in cambio della vita... oggi i doni si sono trasformati in sottospecie di rituali senza capo ne coda, vedi il gatto nero o la scala in una superstizione basica. Se saliamo è l'uso di qualsiasi cosa che ci sembra che in passato abbia dato un risultato... a volte il risultato c'è, c'è stato, a volte no... la superstizione in se in senso assoluto non è errata, è neutra, lo è quando mantiene in vita azioni, ripetivitò che non hanno scopo e fine... insomma siamo molto più superstiziosi di quello che si crede... e non solo in termini di malocchio e simili... anche quando ci mettiamo sempre dietro alla stessa coda nella cassa del superemercato... o quando consideriamo tizio a priori per una cosa che ci ha fatto anni prima...
Si capisce?


A questo punto, poichè la superstizione opera in maglie abbastanza larghe ed in un certo essa stessa rientra, mi pare di capire più in generale nella paura - visto che da un lato si adotta un comportamento superstizioso inconsapevolemente con al certezza che quello possa servire ad esorcizzare, anche minimamente, una paura - potrò, una volta attento a ciò che faccio o al come mi comporto ( ecco, ad esempio la fila al supermercato ), sfruttare queste energia che ne deriva?

Elle 20-09-2007 10.27.11

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 39079)
Anche a me capita di sfuggire situazioni che mi fanno paura, anche se così non si fa che ingigantire la paura e rendere il confronto inevitabile, quando si ripresenta questa situazione.

L'unico sistema che conosco è affrontarla.... a volte bene, a volte peggio, ma affrontarla.... e a volte ci si accorge che evitando ripetutamente una situazione abbiamo moltiplicato la paura.... mentre affrontandola l'energia spesa ad evitare si è incanalata nell'affrontare.... e magari mi accorgo che quella data situazione non era così terribile come la immaginavo....
Così quando si ripresenterà, conoscerò già la mia reazione e avrò meno paura....
Ho visto che a volte si ha paura di ciò che non si conosce....

La cosa di cui in realtà ora mi preoccupo Stella, non è tanto quella di non affrontare una suddetta paura per il timore e la consapevolezza che essa si ripresenti, bensì pur essendo molto sfrontata ho paura della consapevolezza con cui rimando il confronto pur avendolo sviscerato e pur essendo a conoscenza che me la saprei forse cavare...paradosso mi fa più paura lo stallo che frappongo consapevolmente, non riesco a rimediare a questo.Ritorno sempre al medesimo discorso è come se ritardassi il mio viver bene ossia senza troppe paure non penso di poter stare e allora le ammucchio lì e le affronto poi quando la vita me le rigetterà contro con inevitabile impossibilità di fuga.La mia paura è la difficoltà a tenermi aperta e progredire, è il mio terrore più grande.martello.: (mi bastono da sola)piango.gif

stella 20-09-2007 11.35.31

Citazione:

Originalmente inviato da Elle (Messaggio 39110)
La cosa di cui in realtà ora mi preoccupo Stella, non è tanto quella di non affrontare una suddetta paura per il timore e la consapevolezza che essa si ripresenti, bensì pur essendo molto sfrontata ho paura della consapevolezza con cui rimando il confronto pur avendolo sviscerato e pur essendo a conoscenza che me la saprei forse cavare...paradosso mi fa più paura lo stallo che frappongo consapevolmente, non riesco a rimediare a questo.Ritorno sempre al medesimo discorso è come se ritardassi il mio viver bene ossia senza troppe paure non penso di poter stare e allora le ammucchio lì e le affronto poi quando la vita me le rigetterà contro con inevitabile impossibilità di fuga.La mia paura è la difficoltà a tenermi aperta e progredire, è il mio terrore più grande.martello.: (mi bastono da sola)piango.gif

Hai ragione..... essere consapevoli di farsi un certo male in questo modo ma non poterci o volerci fare nulla e perseverare....
Quasi che, come hai detto, avresti paura di vivere bene.... e di non poter vivere senza le tue paure... che in questo caso ti proteggono dalla fatica di cambiare...anche se lo vorresti...
Se il tuo terrore più grande è tenerti aperta e progredire, la paura è sempre quella del cambiamento, così come sei ti senti sicura, cambiando hai paura di perdere questa sicurezza che difendi rimandando fino a che puoi....
Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente....
Comunque ognuno di noi è diverso da un altro, io ho fatto questo ragionamento sulle mie esperienze, può darsi che la tua sia diversa.... ma so che ogni volta che rimando una decisione è perchè ho paura di sbagliare e allora meglio rimanere fermi che rischiare.... martello.:


Ciao abbraccio:

Uno 20-09-2007 12.30.58

Citazione:

Originalmente inviato da Elle (Messaggio 39074)
Leggendo mi accorgo di quanto sia stata palese questa cosa, ogni volta che ho evitato situazioni che mi facevano paura (confronti irrisolti) mi si sono (e ancora accade per alcune cose) riproposte in maniera più intensa e meno evitabile, e così allo stesso man mano perdevo energie riguardo quel confronto che esitavo ad affrontare ingigantendo dentro di me il disagio interiore e pratico. Eppure pur essendo consapevole del meccanismo per certe cose sembro un cane che si morde la coda. Allora come sbloccare questa ripetività consapevole che attuo visto che non mi basta averla compresa e motivata?


Sai cosa accomuna il malato, il tossicodipendente, l'acoolizzato ma anche chi non appartiene a nessuna categoria?
L'accorgersi realmente, pienamente di una cosa.
Io so che tu le hai studiate le tue paure, ti sei studiata... ne sei cosciente (diverso da consapevole) ma ti manca qualcosa, sinteticamente quella consapevolezza, poeticamente quel qualcosa che per esempio ti permette di dire "so andare in bicletta", puoi studiare tutti i meccanismi della bici, appoggiarla ad un muro, riprenderla in mano, provare a sedertici sopra, alzare o abbassare sella e manubrio, gonfiare le ruote etc... ma finchè non fai un pezzetto di strada non puoi dire "so andare in bicicletta".
Purtroppo nel vivere quotidiano spesso si "studiano" (nel senso si leggono, ci si ragiona sopra, ci si intorta) talmente tanto certe cose ma senza cambiare mai una virgola, il lato della visione... ci sono diversi motivi, a volte non ci si pensa, non è mai capitato di girare da quel lato, a volte lo si vede con sufficienza o con il "beh lo faccio dopo" e quel dopo non arriva mai ma siamo convinti di averlo fatto etc etc
We sto parlando in generale, anche se ispirato dal tuo post...

Elle 20-09-2007 15.00.57

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39128)
Sai cosa accomuna il malato, il tossicodipendente, l'acoolizzato ma anche chi non appartiene a nessuna categoria?
L'accorgersi realmente, pienamente di una cosa.
Io so che tu le hai studiate le tue paure, ti sei studiata... ne sei cosciente (diverso da consapevole) ma ti manca qualcosa, sinteticamente quella consapevolezza, poeticamente quel qualcosa che per esempio ti permette di dire "so andare in bicletta", puoi studiare tutti i meccanismi della bici, appoggiarla ad un muro, riprenderla in mano, provare a sedertici sopra, alzare o abbassare sella e manubrio, gonfiare le ruote etc... ma finchè non fai un pezzetto di strada non puoi dire "so andare in bicicletta".
Purtroppo nel vivere quotidiano spesso si "studiano" (nel senso si leggono, ci si ragiona sopra, ci si intorta) talmente tanto certe cose ma senza cambiare mai una virgola, il lato della visione... ci sono diversi motivi, a volte non ci si pensa, non è mai capitato di girare da quel lato, a volte lo si vede con sufficienza o con il "beh lo faccio dopo" e quel dopo non arriva mai ma siamo convinti di averlo fatto etc etc
We sto parlando in generale, anche se ispirato dal tuo post...

Hai parlato in generale ma hai capito perfettamente la mia difficoltà ed il mio intoppo e leggendolo nero su bianco da una persona estranea ma che ritengo molto più consapevole di me e in grado di farmi vedere passaggi che non colgo chiusa nel mio girotondo mi sono "depressa", sono cosciente che non è un male anzi ha sottolineato come hai detto tu che di alcune cose ne sono a conoscenza conosco gli ingranaggi ma non ne sono consapevole...ora non ridere ma sono una frana a guidare la bicicletta (equilibrio pari a zero) e sono patentata ma ho paura di guidare la macchina macchina e credo che detto ciò ho passato un'ulteriore conferma di quanto mi hai dettoicon_mrgr:
ps. grazieabbraccio:

Elle 20-09-2007 15.05.49

Citazione:

Originalmente inviato da stella (Messaggio 39118)
Hai ragione..... essere consapevoli di farsi un certo male in questo modo ma non poterci o volerci fare nulla e perseverare....
Quasi che, come hai detto, avresti paura di vivere bene.... e di non poter vivere senza le tue paure... che in questo caso ti proteggono dalla fatica di cambiare...anche se lo vorresti...
Se il tuo terrore più grande è tenerti aperta e progredire, la paura è sempre quella del cambiamento, così come sei ti senti sicura, cambiando hai paura di perdere questa sicurezza che difendi rimandando fino a che puoi....
Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente....
Comunque ognuno di noi è diverso da un altro, io ho fatto questo ragionamento sulle mie esperienze, può darsi che la tua sia diversa.... ma so che ogni volta che rimando una decisione è perchè ho paura di sbagliare e allora meglio rimanere fermi che rischiare.... martello.:


Ciao abbraccio:

Stella infatti io anelo ai cambiamenti, eppure appena ne sento l'arrivo ne ho il terrore peggio della peste....
Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente....mi hai fornito uno spunto..quello del rifiuto conscia e inconscia della responsabilità nell'affrontare la paura..a cui non avevo pensato, e ora medito pure su questoabbraccio:

stella 20-09-2007 21.03.54

Citazione:

Originalmente inviato da Elle (Messaggio 39151)
Stella infatti io anelo ai cambiamenti, eppure appena ne sento l'arrivo ne ho il terrore peggio della peste....
Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente....mi hai fornito uno spunto..quello del rifiuto conscia e inconscia della responsabilità nell'affrontare la paura..a cui non avevo pensato, e ora medito pure su questoabbraccio:

Mi fa piacere se ti sono stata di qualche aiuto..... fiori.gif

Kael 20-09-2007 22.51.38

La Paura la vedo strettamente connessa col Rispetto...
Da questo probabilmente nasce il termine "timore di Dio", modo di dire che, come tutte le cose, nel corso dei secoli è stato completamente snaturato... Oggi quando si parla di un timorato di Dio ci si riferisce come minimo ad un vigliacco, per non dire anche uno da prendere in giro e deridere, mentre un tempo il significato era assai diverso, e per essere un vero timorato di Dio significava che questo Dio lo si era visto, o se ne era solo sentita la presenza, almeno di sfuggita... Quindi era un elogio grandissimo esserlo.

Chi veramente avesse solo una vaga idea di cosa sia lo Spirito, ne avrebbe un gran rispetto e dunque anche una gran Paura, non starebbe lì a tirarlo in ballo in ogni discussione come si potrebbe fare con l'amico del bar.
Se non si ha rispetto non si ha paura, e questo la dice lunga anche sulla presunzione travestita da falsa umiltà.

Un tempo in guerra si aveva un gran rispetto del nemico, c'erano regole ben precise circa il comportamento del vero cavaliere. Massacrare il nemico senza dargli la possibilità di difendersi, come ad esempio bombardarlo per via aerea, sarebbe stato quanto di più ripugnante possibile...

C'era la paura del nemico, gli si riconosceva il valore. La paura dev'esserci sempre perchè altrimenti si rischia di cadere nel più sottile dei tranelli: la superbia. Chi pensa di essere il migliore non avrà mai paura di niente.
Questo non vuol dire essere conigli e scappare, si può aver paura ma affrontarla, dovrebbe essere questo lo spirito con cui affrontare seriamente un percorso di crescita interiore.
Se almeno un minimo di paura non c'è, sarebbe forse il caso di chiedersi cosa realmente si sta cercando... se lo Spirito, o solo un'effimera affermazione personale.
Se non si ha paura di nulla significa che si pensa di avere tutto sotto controllo.
E allora, su cosa si starebbe lavorando?

Kael 20-09-2007 23.09.48

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 39050)
se lasci che ti travolga si, cerchi di evitare di crescere.. ma attaccarsi significa anche per esempio evitare ciò che ci fa paura... non dico che bisogna andare in giro a lanciar sfide alla paura... sarebbe da matti, ma se normalmente, vivendo mi capita una cosa che mi suscita paura e faccio di tutto per evitare quella cosa, compreso negarla.. qualcosa non va, perdo le energia che impiego per evitare il confronto e non guadagno quelle che mi deriverebbero dall'affrontarla.

Ora forse vado un po' troppo sul psicologico, ma penso che questo sia il punto cruciale per ognuno (almeno dopo aver riconosciuto le proprie paure). E cioè quello di sapere cosa si può affrontare e cosa ancora no.
Posto che la paura è una ma prende forme diverse per ognuno di noi, ci saranno forme che ci spaventano di più e altre di meno. Costringersi ad affrontare anche quelle che riteniamo più spaventose, può causare l'effetto opposto e creare un trauma che va ad alimentare in maniera considerevole la paura. Quindi bisogna avvicinarlesi lentamente e per gradi, senza strafare.
Chi ha paura dei cani e si immagina di essere scaraventato dentro un recinto di alani, sa benissimo si cosa parlo...
Nella vita però ci sono cose che non si possono affrontare così per gradi... quindi o le si affrontano di petto o si scappa, non le si può cogliere di striscio girandoci attorno... Ed è questo credo uno dei punti più importanti. C'è chi non è ancora abbastanza forte per certe paure, e vani tentativi passati non hanno fatto altro che aumentare queste paure... Così che, invece di dominarle, ci si trova sempre più schiacciato...

Faltea 21-09-2007 13.12.10

Ho riflettuto un po' su ciò che volevo dire nel post precedente ma non usciva nulla di chiaro....
La paura raccoglie così tante emozioni ed aggettivi che sembra definire un tutto ed in automatico un niente... come se si annullasse.
Forse sarebbe utile riuscire a dar parola alla parola paura, a dargli un corpo utilizzando aggettivi più identificativi...
Forse con gli esempi si riuscirebbe a capire meglio cos'è sta benedetta "paura".
Generalizzando ho "paura" che non arrivo da nessuna parte.....piango.gif

Ho paura dell'ignoto... ho paura dei cambiamenti...
Esiste la paura e tanta... ma secondo me è generalizzandola che prende corpo, analizzandola con aggettivi identificativi (credo) si potrebbe spomparla un po'...

Vaneggio?


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