Paura
Ne abbiamo già parlato, in psicologia se non erro... ma la nuova sezione del forum mi spinge a cercare di approfondire anche in senso esoterico.
La paura va a braccetto con la pazienza per un aspetto, sono entrambe determinate da quanto reputiamo intimamente importante una cosa, non solo dal punto di vista psicologico, se preferisco mangiare un pesce crudo per non aver pazienza di cuocerlo per bene non reputo la cottura una cosa importante, se la paura di morire a Me stesso fosse più forte della paura di perdere l'identità vuol dire che non reputo importante questa morte a me stesso... d'altro canto se ho già l'esperienza di questa morte non ho paura... ma se non c'è l'ho e non ho paura non ho neanche coscienza della mia identità, cioè di ciò che posso perdere. Altro esempio potrebbe essere (in ambito esoterico) venire a conoscenza della possibilità di scatenare forze non controllabili... se non le conosco ne ho paura, se le conosco ne ho rispetto... se non ho nessuna delle due non ho proprio alba di queste cose... Insomma quando si inizia qualcosa di nuovo (se è nuovo) è normale avere paura, è l'ignoto.. non se ne ha se non è una cosa nuova o se la si prende alla leggera, le due cose possono anche coincidere. Non sarebbe normale continuare ad avere la stessa paura per sempre L'etimologia ci richiama a percussione... la percussione da e induce vibrazione... un pizzico di paura non è male... anzi è carburante... se non si ha questo si è costretti (se è possibile) attingere ad altro (o altri).. sono leggi precise e che si possono vedere in azione in ogni occasione. come spunto credo che basti... |
Un anno fa io dicevo che non avevo paura di nulla. Mi sentivo in grado di poter fare qualunque cosa.
Il punto è che poi qualcUno mi disse che non era vero che io non avevo paura, ma era vero che io in realtà avevo paura della paura stessa, per cui pensavo di non avere paure. Io non ero conscio delle mie paure. Quello che successe era che mi mancava l'ispirazione per fare qualunque cosa, ero in grado di far tutto eppure non sapevo cosa fare, da dove iniziare. Ma questo fu solo l'inizio di un percorso per riscoprire quelle paure e con esse per riscoprire le sensazioni derivanti dall'anima. Le paure le ho riscoperte mentre le vivevo sottoforma di angoscia. Paura è ciò che non è chiarito all'interno, ciò che corrisponde all'ombra interiore. La paura potrebbe essere un atto di difesa dell'inconscio che ha paura di venire scoperto, perchè non appena viene scoperto esso muore, e con esso la paura stessa muore. Ogni volta che si fa luce sulla proprio ombra cioè ogni volta che ci si accorge dei propri pensieri inconsci che agiscono a nostra insaputa(per questo detti in-consci, non-consci) su di noi, ogni volta che essi vengono osservati e quindi "visti", la paura riguardo ad un determinato aspetto oscuro, cessa. Si può vedere la paura anche come una specie di energia che determina la carica emotiva necessaria a carburare la spinta a risolvere il conflitto derivante dal pensiero inconscio non chiarito e non osservato. Pace e amore |
come non condividere quanto hai scritto?
trattasi di portare luce, fare emergere le paure legate alle ombre e trasformarle. ciauzz |
Siamo proprio sicuri che sia possibile far emergere tutte le ombre?
Aggiungerei anche se sia poi così vantaggioso ma adesso è troppo complicato.... |
beh volendo a mio avviso si.
anche se "vantaggioso" è sicuramente fare emergere quelle che ci impediscono di evolvere e ci possono permettere di superare un nostro limite. e magari non "vantaggioso" è non fare emergere quelle ove non abbiamo limiti per non creare un vuoto da cui poi magari è difficile uscirne. |
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Invece non mi è chiaro questo passaggio: Citazione:
Morire a Se stessi, forse intendi una volta morto e Integro Individuo perdere questo stato e tornare da capo? Ma è strano, la paura di perdere questo stato dell'essere non è in contraddizione con l'esserlo? Significherebbe non esserlo. Condivido il fatto, per esperienza, che pensare di non aver paura significa solo non averne coscienza. |
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E' un po' il riconoscere la dualità dell'universo, e unire gli opposti nell'Uno poichè penso che ogni aspetto ombra sia la mancanza di visione e di integrazione nel complesso degli aspetti luce di noi e dell'universo. La mancanza di visione nel complesso è il continuare a prendere dei punti di vista, cioè vedendo e identificandoci solo in una parte del complemento della dualità. Proviamo ad analizzare per esempio una ipotetica identificazione di un aspetto della dualità nella personalità umana: l'identificazione "Superiorità". Ci sono molte persone che hanno questa identificazione nei propri pensieri inconsci ma faranno di tutto per non ammetterlo per paura. In effetti questa identificazione farà di tutto pur di difendere se stessa da eventuali attacchi esterni. Lo farà asserrendo che tutti coloro che attaccano sono "Inferiori" a sè, asserendo che questi hanno molto da imparare prima di diventare come sè. La dualità in sè è "Superiorità" <=> "Inferiorità". Qui la mancanza di visione nel complesso come dicevo prima è il non vedere le cose come stanno. La paura qui gioca un ruolo fondamentale. Se tu hai paura di vedere il tuo pensiero inconscio "Superiorità" di conseguenza ti comporterai come "Superiore" agli altri cioè adotterai quegli atteggiamenti del tipo "So tutto io, tu non sai nulla e prima che tu sappia quello che so io dovrai sgobbare molto". Questa paura fa nascere l'atteggiamento che è la personalità che ti caratterizza di cui tu non ne sei conscio e che agisce a tua insaputa. Diventare consci di questa personalità, cioè vedere come stanno nel complesso le cose, significa integrare "Superiorità" con "Inferiorità" poichè dentro di noi e fuori di noi ci sono entrambe in verità. Così potresti scoprire che come limitavi la possibilità agli altri di esprimere e di condividere la loro verità, ritenendo la loro verità incompleta, in quanto tu che sei superiore ne sai sicuramente di più, allo stesso modo non davi la possibilità a te stesso (in questo caso la parte inferiore di te) di condividere qualcosa di te, cosicchè la personalità "superiore" tutto osserva negli altri ma nulla osserva e condivide di se stesso. Non è un caso che la personalità superiore si senta sola anche se non lo vuole ammettere. Citazione:
E' vantaggioso scoprire quanto reprimiamo le nostre emozioni e sensazioni e quanto non le condividiamo con gli altri, oppure meglio tenersi le proprie sensazioni, emozioni solo per se? dipende solo se noi lo facciamo consapevolmente o inconsapevolmente. Nel senso che possiamo essere consapevoli di fare il "superiore" e divertirci a vedere come gli altri "inferiori" re-agiscono alle nostre esternazioni, oppure possiamo non esserne consapevoli. In questo ultimo caso a mio avviso non si ha controllo e non ci si diverte veramente ma ci si sente profondamente ed inconsciamente soli (inconsciamente poichè non si ammette la verità) e sconnessi sia dalla fonte che è l'anima connessa a Dio, sia dagli altri che sono parti di quello stesso Dio da cui si è sconnessi. Unire "Superiorità" e "Inferiorità" è a mio avviso la chiave per abbattere ogni paura. :C: |
pienamente d'accordo.
occorre "parificare" come ho già espresso in risposta al folle. se non si riesce a farlo è perchè c'è una re-azione legata a eventi passati in cui ci si è sentiti "inferiori" quindi ora si cerca mentalmente di conoscere tutto... ciauzz |
Se volessi far dialettica mi basterebbe dire che una volta emerse non son più ombre... ma una volta che esse pouff.. spariscono, cosa rimane sotto? (sempre che sia possibile... è lo è, ma è facile perdersi, se non l'unica possibilità, e non tornare più... perdersi... non andare chissà dove)
Questa è l'illuminazione come si intende generalmente oggi... ma che non ha nulla a che fare con l'integrazione del Se. Integrare non significa far sparire... la morte dell'ego non è questa... per quanto sia piuttosto al margine rispetto al discorso, prendiamo anche la superiorità e l'inferiorità... è una cosa naturale e di fatto che ci siano infinite persone migliori di noi in infinite caratteristiche ed è una cosa naturale e di fatto che ci siano infinite persone inferiori di noi in infinite caratteristiche. Generalmente non utilizzo questi termini, proprio per la degenerazione moderna a questi occorsa, comunque un termine vale un altro... non è così illuminante dichiararsi ed autoconvincersi di essere pari con tutti in tutto, quanto invece lo è sapere che se ho paura che qualcuno arrivi ad un mio livello in qualcosa a quel livello veramente non sono, è illuminante riconoscere chi mi sta sopra per poter risparmiare milioni di anni di evoluzione, è illuminante non confinare questo solo a ipotetiche figure che al massimo accostiamo su un libro ma interagire con chiunque possa comunicarci questo. Se ho bisogno/voglia di imparare a fare le sedie e trovo il vecchietto che ha esperienza di una vita... ma pure quello dotato che lo fa da sei mesi e riconosco che sanno più di me, non c'è nulla di strano nel mostrare un pò di umiltà ed imparare. Poi non è detto che da quel vecchietto (o dall'altro) debba imparare pure a cucinare o a disquisire di metafisica... oppure si se anche in questo sono meglio di me. E' una legge che chi rifiuta i "gradi" superiori fa di tutto per essere superiore ad altri... chi li vede, usa, apprezza pur quando e dove è superiore non darà importanza alla cosa.... |
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(es nazionale, culturale etc) ma morire a Se stessi non può essere mai ed in niente una perdita, caso mai sarà un acquisto... quindi guadagneremo altre identità... diverse da identificazioni. |
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vuoi dire che guadagni identità e accresci quel Se che comunque muore? ossia raccoglie tanti se per divenire Se e morire? manata.gif ho lo stesso problema di Sole a capire sta roba... uff....martello.: |
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Al Se che azzo gliene frega se quando uno mi dice una cosa reagisco? Assolutamente nulla Quindi se muoio al Se non è certo giocando al piccolo analista... Però nella condizione in cui sono conoscere cosa mi fa muovere, cosa mi fa star fermo etc etc... mi permette di risparmiare energie e di raffinarle sempre più per produrre il mio personalissimo collegamento con lo Spirito... morte al Se significa che muore tutto quello che impedisce materialmente quel collegamento... sinteticamente e pragmaticamente: gli sprechi quindi collegandomi al post sopra, non solo le identità gli sprechi... anzi averle tutte (o più possibili) ti consente di scegliere la migliore per ogni data cosa... ma se ti attacchi ad una sola (identificazione), quella potrebbe non essere le più adatta e quindi sprechi. Non sono sicuro che sia più chiaro... fammi un fischio che giro frittata ancora |
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quindi posso essere la strega...la fuggitiva....la buona o la serpe....senza essere nessuna di queste ma usandole quando mi servono e mollandole quando sono superflue quindi se una di queste prende il sopravvento e poi muore al Se non frega nada...anzi dice:"na rogna di meno" si? |
Morire a Se stessi, quindi significa non prendersela se qualcuno ci fa reagire, quella che se la prende è soltanto una delle identità...
il Se, il nostro attaccamento all'idea che ci siamo fatti di noi, allora sarebbe quello che impedisce di collegarsi allo Spirito.... Ma, essendo fatti di carne e ossa dobbiamo per forza avere un'identità o più di una, quelle costituiscono il Se stessi... se le togliamo di mezzo si diventerebbe come un individuo senza forma.... una materia plasmabile..... Può darsi che attaccandoci a un Se che non ci confà molto, sprechiamo tante occasioni ed eventi che potremmo avere se fossimo più elastici e aperti.... assumendo altre identità... ma non è facile anzi a volte impossibile visto che ci radichiamo in certi atteggiamenti che ci sembra di non poter cambiare. La paura viene dal Se..... si ha paura che quel Se possa morire perchè in fondo ci si abitua e ci si affeziona, e se quel Se viene in qualche modo toccato nel vivo reagisce.... La paura è umana perchè siamo materiali.... Ma nel lato dello Spirito non dovrebbe esistere la paura.... |
Aspè Stella, morte al Se, di fronte al Se.... non morte del Se.
Il Se è l'entità immortale che è deriva direttamente dallo Spirito... entità diverso da identità. Per il resto se sostuisci a Se un se con la s minuscola o meglio una delle identità a turno è tutto giusto. Si lo Spirito non ha paura... e neanche il Se.. ma quando un bagnante si immerge in mare deve per forza bagnarsi... se ha avuto paura Gesù sulla croce chi crediamo di essere noi? (parlo con te per comodità... ma mi rivolgo a tutti) Diverso è il discorso aver paura ma affrontarla, in un certo senso è vinta... ma la partita s'ha da giocare comunque, quindi il brividino sulla schiena (visto che siamo in esoterismo) che indica uno scambio di potenziale tra il davanti (dove cedo) e il dietro (dove assorbo). Con una paura cedo repentivamente parecchio di qualcosa che non definiamo, possiamo dire energia, ma non è precisissimo. Ma ciò che esce rientra... quindi se è molto veloce ecco che ci ricarichiamo e anche eliminiamo a volte dei blocchi... la cui manifestazione più visuale e fisica è un singhiozzo.... Etc etc..... come vedete ci sono infiniti modi di affrontare lo stesso argomento e non sono solo giochi mentali, servono... servono.... |
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Spesso sento dire l'opposto anche se non lo condivido, ossia che l'agire o essere un altro te in determinate situazioni è un'annullare chi sei relamente, un fingere e che alla lunga ti perdi... Perdi di vista il tuo Se interiore... Ma, avere una mente che cerca di interagire a 360° vuol dire anche modificarsi in modo tale da potersi relazionare con il Tutto e tutti, ritengo che le basi del proprio essere non si midifichino comunque... il Se non ne risente ed allora mi sovviene che perdersi è impossibile... o no? Credo di essermi intortolata...piango.gif capirai che novità...martello.: |
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Inconsapevolemente di solito tendiamo ad arrugginirci (di solito si usa cristallizzarci) su alcune (personalità, identità) quelle che con il tempo sono più assonanti con come ci comportiamo.. agiamo etc etc, in un percorso interiore cerchiamo di tenere aperti i flussi, quasi sempre all'inizio è necessario il famoso solve alchemico... ma la differenza è che poi scegliamo la personalità o identità da usare consapevolemente a seconda del caso... non è un perdersi, è un trovarsi... trovare il proprio centro di gravità detta alla Battiato. Stesso discorso (tanto per dare un giro al tema icon_mrgr:) con la paura... |
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ipotizziamo che ho paura del buio, vorresti dire che io potrei assumere una personalità che non ha paura del buio? mubble.... in teoria sarebbe fattibilissimo. La mente genera la paura, freghi la mente freghi la paura..... (faccina che che si gratta il mento con fare pensoso) OT: un giorno o l'altro dovrai farmi contenta con ste faccine.... |
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Quindi unica paura e varie "identità" di paura... in base alla nostra personalità "scegliamo" quali paure avere e quali no... Per non avere paura bisognerebbe essere senza personalità, cosa impossibile... senza interfaccia non potremmo stare a questo mondo... o meglio dovremmo essere dei vegetali... perchè qualsiasi espressione esternerò, un sorriso, una carezza, non guardare nessuno etc... comunque una personalità del mio carnet si mostrerà... Quindi è matematicamente impossibile non avere paura... ma questo non significa subirla... anche in questo caso ci si può attaccare e appunto subirla, oppure viverla, sfruttarla, usarla ne più ne meno come un martello, cioè un'attrezzo. Negandola la subisco e non la uso... quindi esce sotto forma di istinto ed in taluni casi di una superstizione che non è limitata a metasifiche. L'uomo coraggioso non è quello che non ha paure, è quello che le affronta... af-fronta le guarda in faccia, non le nega. Far emergere le paure significa questo, significa guardarle mentre fanno il loro lavoro, non significa che spariscano... e se lo fanno si trasformeranno in altre... ben più sottili... |
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Non l'avevo mai considerata così al contrario, la personalità che non muore, ma viene controllata e ampliata da un'altra. Esite la Paura la quale aquista poi varie forme di paura. Impossibile eliminare la Paura che è il nostro carburante, la molla, la forza che ci muove.. c'è un modo di dire che non sarà educato ma mi pare che renda: il pepe nel popò. La Paura cerca di evitare l'oblio. |
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Per attaccarsi, si puo' intendere quello che si diceva a proposito del godere della sofferenza? Se ho paura di qualcosa, e lascio che mi travolga, la subisco perchè in fondo mi va bene così (va bene alla parte di me che si identifica come insicura e paurosa)? Un modo per non crescere anche questo? Citazione:
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Si capisce? |
Mannaggia... ed io che ho sempre l'illusione che "tutto la mente può"!
Ci ritorno con calma ... ora il lavoro chiama |
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E le energie che spreco per evitare qualcosa, fanno parte degli infiniti rivoli in cui perdiamo energie... ps: grazie infinite per questa risposta Uno era quella che cercavo da tempo Citazione:
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Quindi è importantissimo conoscere questo materiale, sapere come arriva (da dove è piuttosto complicato e praticamente non serve, non sto parlando in senso psicologico) come lavora in noi, dove si deposita se si deposita, che effetti ci fa etc etc. |
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L'unico sistema che conosco è affrontarla.... a volte bene, a volte peggio, ma affrontarla.... e a volte ci si accorge che evitando ripetutamente una situazione abbiamo moltiplicato la paura.... mentre affrontandola l'energia spesa ad evitare si è incanalata nell'affrontare.... e magari mi accorgo che quella data situazione non era così terribile come la immaginavo.... Così quando si ripresenterà, conoscerò già la mia reazione e avrò meno paura.... Ho visto che a volte si ha paura di ciò che non si conosce.... |
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icon_mrgr: .... cibo buono ... si prospetta una cenetta coi fiocchi...icon_mrgr: Si si lo so con calmapiango.gif Dunque centra anche l'alchimia, non ne so molto (anzi meno urge giretto in discussione che ho visto) però quando si parla di materiale.. deposito.. ecc... mah.. Ricapitolando la paura è un'emozione che mette un freno all'essere.. equilibrata è un bene (sopravvivenza) disequilibrata ti limita (chiusura). Affrontarla è un "dovere" per poterla superare o almeno equilibrarla, evitarla porta ad uno scompenso, manifestandosi altrove... Ma in tutto questo mi sfugge qualcosa... Se mi chiedo che paure ho, direi che ho paura degli scarafaggi ma è più repulsione che paura.. ho paura di andare da sola in giro la sera, ma è più per sopravvivenza che per paura... L'unica paura che sento tale.. è la paura che proverei di fronte a ciò che non posso comprendere.. Come la paura che proverei se dovessi attraversare una strada buia sapendo con certezza che non c'è nessun essere umano per oltre 10 km.... avrei paura del buio perché è ignoto... cela.. nasconde.. -- mi sfugge --- |
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Per il brivido lungo la schiena ora che ricordo l'ho sentito qualche volta ( immagino che per altre, visto che non le ricordo, stavo dormendoicon_mrgr: ). La paura da un certo punto potrebbe essere un " mezzo" non da evitare ma, al contario da sfruttare per la quantità di energia che posso ricavarne. Infatti dopo avere affrontato una paura mi sento più carico. Fisicamente potrebbe tradursi nella produzione di adrenalina..no? Citazione:
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A questo punto, poichè la superstizione opera in maglie abbastanza larghe ed in un certo essa stessa rientra, mi pare di capire più in generale nella paura - visto che da un lato si adotta un comportamento superstizioso inconsapevolemente con al certezza che quello possa servire ad esorcizzare, anche minimamente, una paura - potrò, una volta attento a ciò che faccio o al come mi comporto ( ecco, ad esempio la fila al supermercato ), sfruttare queste energia che ne deriva? |
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Quasi che, come hai detto, avresti paura di vivere bene.... e di non poter vivere senza le tue paure... che in questo caso ti proteggono dalla fatica di cambiare...anche se lo vorresti... Se il tuo terrore più grande è tenerti aperta e progredire, la paura è sempre quella del cambiamento, così come sei ti senti sicura, cambiando hai paura di perdere questa sicurezza che difendi rimandando fino a che puoi.... Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente.... Comunque ognuno di noi è diverso da un altro, io ho fatto questo ragionamento sulle mie esperienze, può darsi che la tua sia diversa.... ma so che ogni volta che rimando una decisione è perchè ho paura di sbagliare e allora meglio rimanere fermi che rischiare.... martello.: Ciao abbraccio: |
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Sai cosa accomuna il malato, il tossicodipendente, l'acoolizzato ma anche chi non appartiene a nessuna categoria? L'accorgersi realmente, pienamente di una cosa. Io so che tu le hai studiate le tue paure, ti sei studiata... ne sei cosciente (diverso da consapevole) ma ti manca qualcosa, sinteticamente quella consapevolezza, poeticamente quel qualcosa che per esempio ti permette di dire "so andare in bicletta", puoi studiare tutti i meccanismi della bici, appoggiarla ad un muro, riprenderla in mano, provare a sedertici sopra, alzare o abbassare sella e manubrio, gonfiare le ruote etc... ma finchè non fai un pezzetto di strada non puoi dire "so andare in bicicletta". Purtroppo nel vivere quotidiano spesso si "studiano" (nel senso si leggono, ci si ragiona sopra, ci si intorta) talmente tanto certe cose ma senza cambiare mai una virgola, il lato della visione... ci sono diversi motivi, a volte non ci si pensa, non è mai capitato di girare da quel lato, a volte lo si vede con sufficienza o con il "beh lo faccio dopo" e quel dopo non arriva mai ma siamo convinti di averlo fatto etc etc We sto parlando in generale, anche se ispirato dal tuo post... |
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ps. grazieabbraccio: |
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Progredire vuol dire prendersi delle responsabilità sulle proprie decisioni.... forse è questo che eviti più o meno inconsciamente....mi hai fornito uno spunto..quello del rifiuto conscia e inconscia della responsabilità nell'affrontare la paura..a cui non avevo pensato, e ora medito pure su questoabbraccio: |
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La Paura la vedo strettamente connessa col Rispetto...
Da questo probabilmente nasce il termine "timore di Dio", modo di dire che, come tutte le cose, nel corso dei secoli è stato completamente snaturato... Oggi quando si parla di un timorato di Dio ci si riferisce come minimo ad un vigliacco, per non dire anche uno da prendere in giro e deridere, mentre un tempo il significato era assai diverso, e per essere un vero timorato di Dio significava che questo Dio lo si era visto, o se ne era solo sentita la presenza, almeno di sfuggita... Quindi era un elogio grandissimo esserlo. Chi veramente avesse solo una vaga idea di cosa sia lo Spirito, ne avrebbe un gran rispetto e dunque anche una gran Paura, non starebbe lì a tirarlo in ballo in ogni discussione come si potrebbe fare con l'amico del bar. Se non si ha rispetto non si ha paura, e questo la dice lunga anche sulla presunzione travestita da falsa umiltà. Un tempo in guerra si aveva un gran rispetto del nemico, c'erano regole ben precise circa il comportamento del vero cavaliere. Massacrare il nemico senza dargli la possibilità di difendersi, come ad esempio bombardarlo per via aerea, sarebbe stato quanto di più ripugnante possibile... C'era la paura del nemico, gli si riconosceva il valore. La paura dev'esserci sempre perchè altrimenti si rischia di cadere nel più sottile dei tranelli: la superbia. Chi pensa di essere il migliore non avrà mai paura di niente. Questo non vuol dire essere conigli e scappare, si può aver paura ma affrontarla, dovrebbe essere questo lo spirito con cui affrontare seriamente un percorso di crescita interiore. Se almeno un minimo di paura non c'è, sarebbe forse il caso di chiedersi cosa realmente si sta cercando... se lo Spirito, o solo un'effimera affermazione personale. Se non si ha paura di nulla significa che si pensa di avere tutto sotto controllo. E allora, su cosa si starebbe lavorando? |
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Posto che la paura è una ma prende forme diverse per ognuno di noi, ci saranno forme che ci spaventano di più e altre di meno. Costringersi ad affrontare anche quelle che riteniamo più spaventose, può causare l'effetto opposto e creare un trauma che va ad alimentare in maniera considerevole la paura. Quindi bisogna avvicinarlesi lentamente e per gradi, senza strafare. Chi ha paura dei cani e si immagina di essere scaraventato dentro un recinto di alani, sa benissimo si cosa parlo... Nella vita però ci sono cose che non si possono affrontare così per gradi... quindi o le si affrontano di petto o si scappa, non le si può cogliere di striscio girandoci attorno... Ed è questo credo uno dei punti più importanti. C'è chi non è ancora abbastanza forte per certe paure, e vani tentativi passati non hanno fatto altro che aumentare queste paure... Così che, invece di dominarle, ci si trova sempre più schiacciato... |
Ho riflettuto un po' su ciò che volevo dire nel post precedente ma non usciva nulla di chiaro....
La paura raccoglie così tante emozioni ed aggettivi che sembra definire un tutto ed in automatico un niente... come se si annullasse. Forse sarebbe utile riuscire a dar parola alla parola paura, a dargli un corpo utilizzando aggettivi più identificativi... Forse con gli esempi si riuscirebbe a capire meglio cos'è sta benedetta "paura". Generalizzando ho "paura" che non arrivo da nessuna parte.....piango.gif Ho paura dell'ignoto... ho paura dei cambiamenti... Esiste la paura e tanta... ma secondo me è generalizzandola che prende corpo, analizzandola con aggettivi identificativi (credo) si potrebbe spomparla un po'... Vaneggio? |
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