I 7 Peccati Capitali
Apro questo thread per cercare di esaminarli uno per uno, anche se la discussione si riallaccia a quella più generica sul Peccato.
I 7 peccati capitali sono: accidia ira gola invidia superbia avarizia lussuria La prima cosa che salta agli occhi è che in tutti i casi abbiamo degli eccessi... E la cosa si complica maggiormente se da degli eccessi scaturiscono delle mancanze (peccati) Più eccedo, più manco... Nei testi antichi come del resto anche nella Bibbia si parla di uomini "giusti", non di uomini buoni. E quel giusti mi rimanda ad un concetto di equilibrio... nè troppo buoni nè troppo cattivi... Con i 7 peccati capitali mi sono dunque trovato a considerare il peccato come una mancanza di Equilibrio. O, se vogliamo, di oggettività. Più l'uomo è equilibrato e più si allontana dall'essere un peccatore, fino poi ad arrivare all'Equilibrio Assoluto che è Dio che riposa in se stesso... Il mondo creato però è una costante tensione, un moto perpetuo, una vibrazione incessante... dunque in questa realtà il peccato è un fatto oggettivo e inevitabile, almeno finchè si resta nella creazione stessa o nel mondo manifesto... --------------------------------------------------------- Salto di palo in frasca ed esamino subito l'ultimo dei peccati capitali, la lussuria, perchè mi colpisce molto la sua radice che coincide con "lusso", cioè un esagerazione forzata, da cui ancora più interessante la parola "luss-azione", cioè l'azione del lusso, una deformazione... A furia di cercare un "lusso" (di movimento), la spalla si è lussata... Mi fermo per ora e lascio a chi vuole... |
La lussuria per me è l'eccesso quando eccediamo in qualcosa, quando perdiamo l'equilibrio che dovremmo avere in quella data cosa, secondo voi ci sta?
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Al contrario di quanto dico sul post del "peccato", la natura dei 7 peccati capitali è intrinseca di questo mondo e quindi sperimentabile in diversa misura.
La nostra non dovrebbe essere una cacciata da un paradiso terrestre dove questi peccati non esistevano, dato che come sostiene l'ipotesi si è peccato lo stesso, allora anche quel mondo avrebbe previsto la possibilità di peccare. Invece il nostro procedere anche attraverso il superamento dei peccati è un pò la strada che porta un bambino a diventare adulto maturo. Cioè noi staremmo progredendo o evolvendo prima di tutto da questa nostra situazione materica per poi proseguire a diversi livelli o stadi che ci permetterebbero di raggiungere la perfezione dell'essere spirituale, dove a quel punto, come avviene già in questa terra, avremo mansioni più o meno "importanti" relativamente al grado raggiunto nella nostra crescita multidimensionale. Ovviamente trattasi di una visione personale. Questo per dire che cmq anche i sette peccati capitali sono un gradino da superare e soprattutto quello che più ci blocca è proprio la lussuria, confuso dai più come un peccato di lusso. Mentre gli altri sette sono peccati che si acquisiscono strada facendo, la lussuria è una "caratteristica" se vogliamo propria dell'essere umano. |
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Ad ogni modo la lussuria è vista come una limitazione per fare altro, ovvero un impedimento. Se è vero che questa rappresenta una mancanza di equilibrio, questo invece, attraverso l'energia ( che il lussurioso spreca, investendo in "materia " ) si potrebbe utilizzare come mezzo. Una cosa mi pare importante: l'utilizzazione di questa caratteristica/aspetto per fini opposti a quelli che di solito connotano la lussuria in se. |
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Ma a quel punto, sarebbe necessario sopravvivere in questa realtà? Cioè quando si è superato l'esame di 3 media è ipotizzabile ripetere la classe, oppure proseguire le lezioni anche per il periodo estivo? |
Ma se fossimo perfetti, a quel punto a che servirebbe vivere ed esperire?
ma soprattutto.. l'essere senza peccato non presuppone l'immobilità?.. saremmo morti no? :U |
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L'essere senza peccato presuppone mettersi a servizio degli altri. Se parli di noi oggi, in sostanza chi fosse arrivato dovrebbe essere morto o quantomeno morto alla vita. In quanto agli altri nella storia sono morti a questa realtà e lavorano su di un piano dove le regole sono evidentemente diverse.:@@ |
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Così come il lusso sfrenato non fa altro che cercare di nascondere e supplire a delle mancanze più profonde, così il lussurioso estremizza, oggettivizza troppo il corpo e depersonalizza la persona, cercando in questo modo di colmare dei vuoti, mancanze appunto... Non sa godersi la totalità delle cose, ed estremizza così il particolare (portandolo fino all'eccesso) per avere l'illusione di sentirsi completo. |
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Prima di tornare a "lusso" credo sia opportuno dare un'occhiata al termine "capitale". Perchè si chiamano peccati "capitali"? Capitale (lat. capitalis) è ciò che è riferito al capo (colui che comanda, ma anche la testa), alla vita. L'assimilazione tra testa e vita è più antica della ghigliottina... infatti diciamo "pena capitale". Dunque i peccati capitali sono relativi al fatto che siamo vivi, sono intrinseci alla vita, derivano da essa. Il vitale moto continuo che alterna squilibri e compensazioni passa per il "peccato"... Questo forse un minimo riesce a mettere assieme quelo che dicevano Uno e Ayn a proposito. C'è da dire comunque che le parole che indicano i sette peccati veicolano tutte un significato durativo. Il peccato diventa "mortale" soprattutto per continuità... squilibrio senza compensazione. In effetti, come dice Kael, lusso e lussazione hanno la stessa origine. In latino "luxus" significa eccesso e veicola anche il significato (collegato) di storpiatura e rottura. In effetti, un eccesso (forze non in equilibrio), se perdura, provoca una rottura o comunque una deformazione. La radice (leug) ha originato anche i termini lugubre e lutto. A proposito di lusso, riporto quanto dice Isidoro di Siviglia nelle sue "origini" (delle parole latine) perchè fa dei collegamenti interessanti. Come prima cosa collega lusso a lesso e poi... beh, ecco quel che dice: Citazione:
...il lesso, in quanto cotto con sola acqua. "Lixa" infatti è detta l'acqua stessa in quanto sciolta; da cui anche il lusso come dissoluzione dei desideri, e lusse riferito a membra fuori posto. Ho sottolineato due termini che permettono delle considerzioni in chiave alchemica. Ci sono molti modi di vedere la cosa e ci sarebbe da approfondire. Salta comunque agli occhi il "solve" riferito sia al generico peccato che alla lussuria in particolare. Lussuria che veicola anche un eccesso di "acqua". D'altra parte è proprio questo eccesso di "acqua" in senso alchemico che ci fornisce forse una chiave di connessione più ampia tra lussuria e sesso. L'energia sessuale è la forza creatrice e va veicolata per gli scopi più "alti". Ma questa veicolazione richiede un "eccesso". Certo è che l'eccesso va anche compensato e ciò che non si riesce a utilizzare in alto deve essere equilibrato in basso. Il perdurare di ciò, la lussuria, è essenzialmente uno spreco, come lo è il lusso... |
Ho una macchina che va a benzina ed ho anche un pozzo di petrolio con raffineria annessa.
Se ho la macchina scarburata la benzina per quanto ne abbia in esubero non la userò nel giusto modo ma verrà sprecata perchè non combusta tutta, con conseguenze per il veicolo che non sfrutterà tutte le sue capacità. Per cui devo prima fare attenzione che abbia una buona carburazione ed intanto mantenere attivo il pozzo di petrolio e raffineria. Mi sa che mi sono persa :@@ |
Non voglio portare la discussione fuori tema, ma la mia domanda riguardante la possibilità di esistere o meno senza peccato aveva un senso.
Per esistenza intendo tutti i piani che questa rappresentino in qualche modo. Una frase vicina alla nostra cultura dice: "liberaci dal peccato", non dice elimina il peccato, non dice facci essere senza peccato.... Un'altra frase dice: "chi è senza peccato scagli la prima pietra", è evidente che è stata pronunciata da chi sapeva che nessuno avrebbe potuto sottrarsi a quell'evidenza... nessuno anche chi.... e non dico altro per non attirare fulmini e saette icon_mrgr: Quello che voglio dire, se mi faccio il bagno con il costume la mia pelle si bagna, se me lo faccio con una muta da sub la pelle non si bagna, ma il mare, l'acqua non spariscono.... In altri piani il "pericolo" è anche più grande... perchè nell'esistenza non v'è zona franca, la possibilità di sbagliare esiste sempre, sta a noi far si che non succeda. E' interessante che anche se con altre forme, termini etc il concetto di peccato è presente in ogni tradizione... in alcune forse messo a fuoco meglio, perchè per esempio nelle nostre tradizioni il peccato è contro Dio, accumunando Dio al suo prodotto, alle sue leggi, in altre, per esempio l'Induismo, il peccato è contro l'ordine, contro le leggi dell'ordine, morale ma non solo, di fatto scindendo Dio Assoluto dal suo operato, togliendo a DIo (come è) caratteri punitivi, vendicativi etc... Non c'è nessuno che punisce (non c'è punizione, almeno come oggi è intesa) per i peccati, come non c'è qualcuno che ci fa raffreddare se in inverno con la pioggia usciamo senza ombrello, sono processi naturali. |
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Ovvero se a quell'epoca nessuno poteva scagliare la pietra, è forse vero che siamo rimasti a 2.000 anni fa, allora la redenzione dai peccati? Se è come dici allora il cristianesimo in questo ci ha azzeccato, commettere peccati per poi pentirsi e la giostra prosegue.icon_mrgr: |
Non ho scritto che bisogna continuare a commettere peccati, ma che la possibilità esiste, se esiste la possibilità esiste il peccato e viceversa.....
Anche Redenzione e Remissione non significa eliminazione Visto che non era chiaro faccio un esempio trasversale per evitare i fulmini icon_mrgr: Mettiamo che adesso qui decidiamo di organizzare un viaggio in nave, io dico chi non ha i soldi monti in nave subito.... gli altri dopo... se io organizzassi bene le cose per primo dovrei rispettare questo principio... se non ho i soldi dovrei iniziare a salire.... E dopo essere sulla nave non mi cambia il discorso avere o no soldi.... |
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Il lato animale e animalesco è sempre presente nell'uomo, non lo si può cancellare, fa parte di lui. Poi come tutte le cose sta a noi saper usare le giuste parti nei rispettivi ambiti, vale a dire usare il lato animale per le faccende "animali" e non per altro. Se eccedo, se perdo equilibrio, userò l'animale per ciò che all'animale non concerne, e quello sarà un peccato (in tutti i sensi) perchè di certo se esco dalla sua sfera d'azione non sarà più il miglior mezzo in nostro possesso. |
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Certo che esiste la possibilità di non commetterne.....
Vediamo.... se dico che il peccato esiste indipendentemente dal fatto che qualcuno lo commetta? Ti suona? Puoi comprenderlo? |
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Perchè li facciamo? e come possiamo, secondo te, non farli? Esiste una tecnica o basta non farli e stop? |
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Ad es. il nostro udito ha un range e oltre a quello non sente, la vista idem e così via dicendo, cioè quello che tu chiami peccato, sta dentro la nostra scala da 1 a 100, ma chi sta sotto o sopra quella scala lo considera altro. Quello che voglio dire il nostro modello di perfezione è relativo alla stato in cui viviamo, per livelli inferiori il nostro stato risulta più perfezione mentre per livelli superiori non è più perfezione. Quindi che cosa è il peccato? Se lo vogliamo oggettivare faremo una classifica con in fondo i delitti più efferati e in cima delle piccole mancanze di amore ovvero di non peccato ma neanche di bene. |
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Dovrei entrare nella testa di persone che anche sapendo che quella cosa non è da fare, fa male e porta alla morte, la fanno lo stesso. Non è una risposta ma è praticamente impossibile darne, ognuno può dare la risposta dei propri errori.So soltanto che fin quando non scatta dentro di te qualcosa che ti dice questo non lo devi fare, continui a farlo. Il non poterli fare è insito nell'ultima frase e cioè quando in noi scatta quella personalità che prende il comando e dici a tutta la ciurma, ora basta questo non va fatto. La tecnica non esiste (tutte scemenze) per esperienza diretta è quello che ho appena detto. |
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Ecco "colpa" è ciò che ci divide (ma mica solo te e me... quasi direi il mondo e me... ma non voglio sentirmi speciale icon_mrgr:) nel modo di vedere questo concetto We che non ti suona mica è un problema, potrei essere io a farmi suonare una cosa non giusta. :C: |
Certo, dimmi cosa è la condizione peccato. Vuoi dire che siamo il peccato?
Prima della colpa c'è la scelta, e quindi chi sceglie si trova nella condizione di colpa. Esiste la condizione mentale di scegliere il peccato in quanto si è liberi di dare retta a una personalità anzichè ad un'altra. (se no spiega che intendi oppure continuiamo a giocare) |
Non sto giocando.. ma non so come esprimere la cosa, può essere un mio limite o un tuo non importa.
Provo un'altra metafora anche se non renderà al 100% Ho dell'oro grezzo, lo fondo, lo lavoro, gli do una forma. Con queste lavorazioni tolgo le impurità che esso aveva accumulato nel tempo attraverso le normali leggi della materia. Ci faccio una collana (ma potrebbe essere altro, anche una corona, ma avrebbe portato fuori la metafora), bella, lucida la giusta forma che ne esalta la bellezza dell'oro. Sappiamo che l'oro anche se molto ma molto meno dell'argento (per esempio) si ossida... quindi anche solo indossandola, usandola, questa collana tenderà ad ossidarsi se non la lucido periodicamente. Non c'è nessuno che in qualche artificiosa maniera deve ossidare questa collana anche se certamente farci il bagno nel fango anche se non l'ossida la sporca minimo... altresì ci deve comunque essere qualcuno che la tiene pulita... non si fa da sola la cosa... basta un momento di... pigrizia? Ozio? E un pelo si ossida/sporca... L'azione dell'ossidazione dagli elementi dell'atmosfera esiste a prescindere... Adesso ha senso la tua classificazione in scala del peccato, ed in effetti se qualcuno si è preso la briga di classificarli in veniali e mortali la differenza non è solo nella gravità ma nella "naturalità" (consentimi la parola) di un tipo e l'artificiosità, l'intenzionalità dell'altro tipo... ma sempre peccati sono e sempre ne saremo soggetti nell'esistenza... del resto per rimanere in quelli intenzionali se hai la capacità di decidere hai la capacità di sbagliare... dici che salendo di piano diminuiamo o perdiamo la possibilità di decidere? Non so se sarà più chiaro, io ho provato... se vuoi prova pure tu a carcare di capir quello che voglio dire. |
Provo anch'io, così vedo se ho capito.
Sta cosa dell'ossidazione mi ha ricordato la polvere. Se ho un tavolo, magari anche un bel tavolo fatto a regola d'arte, posso sporcarlo io intenzionalmente oppure sceglire di non farlo. Se lo sporco apposta (o lo uso per cose che sporcano) avrò tanta più difficoltà a pulirlo quanto più in profondità l'ho sporcato e da quanto più tempo lo sporco è li, perchè il tempo lo solidifica, lo incrosta... mi servirà molto solvente. Se invece non lo sporco ma non faccio neanche nulla per tenerlo pulito, ci si deposita sopra la polvere. Non è una cosa che faccio io... ma è come se il tavolo, di suo, attirasse la polvere e la tenesse li, a formare strati sempre più spessi col tempo. Il risultato è quello di ingrigire e di togliere le differenze. Una stanza impolverata ha tutta lo stesso colore, una spolverata risalta le diversità dei vari mobili. Quindi, per tenere tutto lustro, devo continuamente spolverare. C'è dell'altro: più il tavolo è bello e più lo metto in una bella stanza, spaziosa, ampia e con molta luce (salire i piani) più la polvere si vedrà e quindi maggiore attenzione dovrò fare alla polvere. Certo, se pulisco spesso è una fatica minima, ma se inizio a dimenticarmene... La colpa in questo caso sarebbe dimenticarsene, mentre non ho colpa per l'esistenza della polvere... anzi, appare quasi una cosa necessaria, una condizione dell'esistere. Magari noi non vediamo le connessioni, ma perchè il tavolo sia bello e lucente e la stanza luminosa serve l'atmosfera a filtrarla e trasportarla... e l'atmosfera è "fatta" anche di polvere. Beh, circa... |
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Se invece considero la tua ipotesi, dovrò pensare che un Dio mia ha confinato in questo posto di peccati, oppure nella migliore delle ipotesi (quella che faccio io) è che siamo in questo mondo come dei bambini "spirituali" che stanno imparando a crescere e dove il peccato fa parte di questa realtà come il grembiulino faceva parte della scuola materna. |
Le metafore esposte hanno chiarito... sisi
Quando si rimane fermi comunque l'azione della polvere si deposita... pur non decidendo in un senso o nell'altro siamo soggetti ai peccati... alla polvere. Piu' lucido l'oro e piu' noto l'opacita'... allo stato grezzo e' impuro di suo... ma nel momento della lappatura vedo la differenza tra la brillantezza e l'opacita'... Pure il tavolo segue questo ragionamento... se e' un tavolo da lavoro non noto la polvere... ma nel momento che lo lavoro e magari il piano e' diventato lucido come un vetro... il deposito della polvere e' evidente... osservando attraverso un fascio di luce si vede nell'aria la sospensione della polvere... parte e' la pelle morta che si squama dal corpo... scorie dell'ossidazione. Ma non capisco l'ipotesi del grembiulino?... Parli di bambini spirituali che si trovano nella scuola materna... Ma la scuola materna non e' spirituale... e' materiale e in questa scuola vi e' anche la polvere che si deposita sul grembiulino... Per imparare a crescere dovrai per forza camminare e cadere a volte... sporcherai le scarpe di terra... mangerai la merendina e magari ti sporcherai il grembiulino Non mi dirai che arrivato a sera... dopo un giorno a scuola il tuo grembiulino non era mai sporco? La mamma non ti ha mai sgridato per il grembiulino sporco di colore o altro? I peccati sporcano il grembiulino del bambino. |
In effetti è proprio così (riferito al grembiulino) ma non vorrei farne una cosa personale. E cmq il nostro essere multidimensione (ipotizzo) ci fa apparire anche con questo aspetto materico, che appunto è la scuola materna dell'universo.
Il pensare invece che qualcuno o peggio noi stessi ci siamo confinati qui essendo invece in uno stato di perfezione non mi convince dato che intorno a me vedo tutte similitudini che mi dicono che stiamo crescendo e la crescita si fa dal punto più basso. |
Forse quella che viene intesa da Uno è una forma di peccato universale.
Nasciamo peccatori, perché siamo frutto del peccato. Questo è quanto ci è stato insegnato da piccoli, quanto hanno condiviso o accettato i nostri genitori, quanto i nostri nonni hanno tramandato a nostra madre e nostro padre.... Forse ciò ha creato una forma-pensiero peccatorum che consciamente o inconsciamene ereditiamo all'atto della nascita. Poi che noi, con la crescita, la comprendiamo e la superiamo è un'altra cosa. Il mea culpa è molto chiaro in questo... colpa per cosa? Per il peccato originale.. perché veniamo da peccatori, ecc. Che tu pecchi o meno, prima devi toglierti il vestito da peccatore che ti è stato inculcato fin da piccolo, perché per quanto provi ad essere santo, finché sei vestito così.... Forse né.... è solo un'idea:) |
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Si un Dio ci ha confinati in questo posto con la Creazione.... perchè in realtà ha confinato se stesso (in noi) per Creare.... non poteva esistere purezza senza il peccato come non poteva esistere la bellezza senza la bruttezza.... questi sono gli abc di qualsiasi tradizione spirituale-esoterica.... mi vergogno fin a ripeterli. Poi si tornerebbe sulla diatriba sul fatto che si possa esistere o meno senza dualismo... e mi costringerebbe a ripetere (con scarsi risultati suppongo) che trascendere il dualismo non significa eliminarlo........ Quindi esiste una parte di peccato chiamiamola fisiologica... se sono perfetto non posso sperimentare la strada verso la perfezione, non posso creare, devo avere delle mancanze (pecche) che danno vita a bisogni, desideri etc... non c'è scampo, non c'è altra via... poi si potrà discutere che il desiderio deve trascendere la brama etc ma questo è un'altro discorso. Non sto facendo un discorso filosofico e neanche sulle forme pensiero Faltea, il tuo ragionamento è vero sulle perversioni (e sfruttamenti) perpretate da ogni religione ad un certo punto della sua storia, ma io parlavo a prescindere delle religioni.... parlavo di come dall'Origine E' Ripeto... il concetto colpa travia tutto.... questo è quello che abbiamo ingurgitato negli ultimi secoli, ma il peccato non è questo... è anche questo (nella parte artificiale) ma non solo, non sempre. il fatto che si dica "cadere nel peccato" certo ci fa capire che più sporchi siamo e più siamo in basso e più ci ripuliamo e più saliamo... ma ci dice anche che è possibile sempre cadere, da qualsiasi altezza ci si trovi Eventualmente Ayn... l'unica volontà nel peccato "naturale" è quella di lasciare che lavori invece che "opporvicisi"... si da questo punto di vista possiamo dire che comunque c'è una nostra azione passiva... ma è solo un modo di girare verbalmente la cosa, rimane il fatto che per essere passivo a qualcosa questa deve avere un'attività indipendente da me (almeno in una visione circoscritta... se studiamo tutti i movimenti dell'Universo possiamo arrivare a trovare che è anche colpa tua <pure mia> lo Tsunami che ha devastato quelle zone tempo fa) |
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A parte questo [tanto difficilmente riuscirai a farmi capire un concetto (non per colpa tua)], è proprio l'abc che non mi convince, alla nostra creazione corrisponde un piano (ipotizzo) che ci voglia esseri spirituali in un mondo spirituale (o chiamalo come preferisci) dove attraverso il nostro crescere arriviamo ad un livello di perfezione (se ci avesse voluto perfetti già lo saremmo). Ora anche i peccati fanno parte, del gioco duale (ma che duale non è dato che un terzo elemento interviene per mediare i due estremi) della vita e in quanto tali ci servono (per chi avendone provato le conseguenze e capito), per crescere e non per rimanerne impigliati. |
Penso che il peccato o l'errore (sembrano sullo stesso piano sul tuo post 'ayn) servano come scalino verso l'elevazione, quantomento elevarsi quel tantino in più da permetterci di non ripeterci.
Ma l'imperfezione non è peccato, almeno non riesco a considerarla tale. Dal post di Uno (se ho compreso bene) sembra questo... Un peccato che all'origine ci rende imperfetti? Credo di non aver capito.... |
Vediamo: esistono diversi peccati come possibilità.
All'interno di qualunque "perfezione" avremo uno standard diverso di peccati ovvero ogni persona avrà uno standard di peccato come in un scala in cui i valori siano inversamente proporzionali (Livello 1=10 peccati, livello 2= 9....etc.) e poi ci saranno fuori del nostro mondo altre scale analoghe dove la nostra ne è soltanto un livello. Cioè si vuole dire che perfezione è comprendere anche i peccati? Mi sembra illogico, chi si trova su un mondo di livello 10 ed ha 1 tipologia di peccato in confronto con uno di livello 1 che ha 1 tipologia di peccato non mi sembra la stessa cosa, quindi subentrano altri fattori. |
[Ot]
La vergogna nasce dal fatto che se ripeto troppo una cosa può sembrare che stia cercando di convincere qualcuno.... ok chi se ne frega del sembrare... ma se sto cercando di fare qualcosa che con un sembrare potrebbe essere inficiata o indebolita è un peccato (icon_mrgr:) [fine OT] Se dicessi che la perfezione è un limite mi sa che non mi basterebbe il forum per cercare di esprimerlo... quindi ci rinuncio e aspetto tempi migliori icon_mrgr: |
Forse l'ho già detto mi ripeto, sono sintetico ovvero meglio capisco parole tipo:
la perfezione è un limite (forse anche il mio) quindi in questo modo avrei potuto controbattere senza arrampicamenti. Che la perfezione sia un limite può essere ipotizzato, però anche spiegata e/o finalizzata. |
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La stessa definizione di limite implica la sua irraggiungibilità. Esso serve a descrivere la funzione in un piano di riferimento più ampio, in modo da capire cosa essa fa (o può fare) vedendola inserita in un sistema di riferimento che la comprende, ma che comprende (o può comprendere) anche infinite altre funzioni. Se ila funzione raggiungesse il limite non sarebbe più quella funzione (al limite sarebbe un'altra). Per funzione si intende la relazione che intercorre tra tutti gli elementi considerati (circa, ma dovrebbe bastare per l'argomento). Quindi se, per esempio, consideriamo la funzione che descrive una certa iperbole (una particolare curva... al limite cerco un'immagine) vedremo che più la X cresce (più si va verso destra) più la Y si avvicina allo zero (si avvicina ad una delle due righe del sistema di riferimento... che è un campo di battaglia navale senza limitazioni). Si dice che "al limte per X tendente ad infinito Y tende a zero". Ma il punto zero non appartiene alla funzione. La perfezione può essere intesa come il limite (uno dei) della funzione vita o esistenza. Le varie tradioni concordano nel ritenere che se un essere è perfetto allora non è incarnato. Secondo me si può ampliare anche ad altri piani... se è perfetto non è manifestato. Man mano che si scende nei piani di manifestazioni si scende anche negli ordini di grandezza del "peccato" (inteso come mancanza, per compensarlo devo riempire)... tuttavia, generalizzando, credo si possa dire che un essere "al limite per peccato tendente a zero tende alla perfezione". Questo vuol dire che il peccato è sempre presente, fa parte della funzione. La sua assenza è ipotizzabile solo nel non-manifesto. Quindi, sia che parliamo di questo piano "materiale" corporeo che di altri, che poi sempre materiali sono anche se magari più "sottili", finchè siamo nel manifesto, nell'esistenza, il peccato (la mancanza) saranno sempre presenti e ci sarà sempre qualcosa da riempire. Inoltre saremmo sempre soggetti alla sua tendenza a svuotare che, vista da un altro punto, è una pesantezza che tira in giù (caduta). Più sono su più dovrò stare attento quindi... certo magari le mancanze (buchi) saranno minori, ma sarà maggiore la distanza di caduta e quindi la profondità raggiungibile se si cade. Inoltre se i buchi sono più piccoli dovrò diventare sempre più abile a riempirli, sempre più veloce a farlo (dato che più piccoli si svuotano prima) e dovrò stare sempre più attento a vederli e considerarli. Insomma, finchè siamo "vivi", corpo fisico o meno, col "peccato" abbiamo a che fare... |
Quindi l'imperfezione non è un peccato di per sé, ma lo contiene...
Il fatto di essere imperfetti implica la possibilità di peccare, ed il peccato è fonte di conoscenza interiore. Posto sempre che venga analizzato come peccato o errore ed automaticamente ritenuto sbagliato. C'è chi nasce peccatore a 1000 e così rimane.. |
Ottima spiegazione Ray, anche se il discorso matematico è un po ostico per me.
Certo è condivisibile tanto è vero che secondo una ipotesi che sto valutando, affinchè siamo esseri inseriti nel manifesto, siamo a contatto con errori e/o peccati ma questo ci serve per crescere arrivando alla fase finale dove in un contesto chiamiamolo di esseri spirituali (che cmq già siamo ma in via di perfezionamento) l'esperienze fatte ci servono per caratterizzare il compito specifico da svolgere. |
Ma lo spirito non è perfetto? boccaccia:
Sta attento che bestemmiare lo Spirito Santo è peccato mortale icon_mrgr: Mortale?? Sarà un'altra invenzione della chiesa dry.gif :sornione: |
manata.gif tu non parlavi di Spirito Santo.... parlavi di spiriti normali icon_mrgr:
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Se ci si pensa un attimo noi subiamo continuamente le conseguenze delle nostre pecche, anche se non le abbiamo fatte apposta. Mettiamo che Ray sia un uomo molto brutto (in realtà sono bellissimissimo). Sarebbe un peccato no? E Ray ne subirebbe le conseguenze... in termini di rapporti sociali soprattutto. Però Ray può anche imparare da ciò... per esempio a non giudicare dalle apparenze o chissachè. Ma che colpa ne ha Ray se è brutto? (lasciamo stare strane questioni relative a fantyomatiche vite precedenti pls). Ray invece vrebbe colpa se non cercasse di essere il meno brutto possibile, soprattutto se egli desidera essere bello. In ogni caso, brutto o bello egli non sarà mai perfetto. Il suo aspetto starà nella funzione, in un punto X;Y tra i due limiti... orrido e perfetto. Quindi bello o brutto è un modo soggettivo di quantificare il suo livello di imperfezione... la sua distanza dal limite "perfetto" (se è poca bello, se è tanta brutto). La perfezione non è di questo mondo si dice... Ovviamente si tratta di questione diversa se Ray commette apposta un atto che sa essere peccaminoso... ovvero che aumenta le sue pecche. |
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