il samurai
Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell'aldila' e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosita' e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno. Un angelo lo accontento' e lo condusse all'inferno.
Si trovo' in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi e pietanze succulente e di golosita' inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pieta'. "Com'e' possibile?", chiese il samurai alla sua guida. "Con tutto quel ben di Dio davanti!". "Vedi: quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare,solo che sono lunghi piu' di un metro e devono essere rigorosamente impugnati all'estremita'. Solo cosi' possono portarsi il cibo alla bocca". Il samurai rabbrividi'. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppur una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all'inferno! Dentro l'immenso salone c'era l'infinita tavolata di gente; un'identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi piu' di un metro, da impugnare all'estremita' per portarsi il cibo alla bocca. C'era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. "Ma com'e' possibile?", chiese il samurai. L'angelo sorrise. "All'inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perche' si sono sempre comportati cosi' nella vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino". Paradiso ed inferno sono nelle tue mani. Oggi. |
ok, non è un aforisma ma è un bel modo di dire che se io faccio qualcosa per qualcuno nel bene dell'altro ottengo in egual modo lo stesso bene!
che ne pensate ? |
Sole l'ho appena letta, è davvero splendida e rende perfettamente l'idea di cosa sia il far del bene.
grazie per averla condivisa abbraccio: davvero bella.. |
Secondo me quella Sole lì sopra ha detto una mezza roba.. (fantastico rileggersi dopo tanto tempo e non ricordarsi nemmeno di aver scritto sta roba:@@).
Oggi ci vedo un pò di più, forse è sottile la differenza però mi son meravigliata lo stesso.. Non c'è bene o male ma la differenza sta nel come viene usato un mezzo e se lo usi per dare sinceramente (e quindi senza aspettarti in cambio) ti torna in qualche modo indietro. bello si... E' bella questa storia grazie Dafne di avermela ricordata.:C: |
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Il gruppo che insieme lavora per se stesso e per il singolo (che cammina anche da solo), da soli è più difficile e spesso si resta affamati. |
...però ci ho pensato su in questi giorni e, il Paradiso forse lo vedo più come un luogo dove non si ha più bisogno di mangiare...ecco..
comunque resta una bella storia, resta che dare agli altri ci rimanda sempre qualcosa, anche se magari ad imboccarci non è il tizio che abbiamo imboccato noi ma qualcun'altro... :U curioso come il primo impatto dia un'impressione mentre se ci soffermiamo sui significati ce ne diamo altri. Scambio reiproco, io imbocco te e tu imbocchi me, bello, posto che ognuno dovrebbe essere in grado di imboccarsi da solo..infatti qui c'è uno stato di partenza di difficoltà, posso mangiare solo con delle bacchette lunghissime... se non avessi le bacchette non esisterebbe il problema, quindi devo risolvere il problema "ho fame" dando a te quello che vorrei per me, tu non te ne freghi ma ricambi il favore perchè tu stesso sei nella condizione di non potertela cavare da solo.. uffa scusatemi ma mi sta sparendo il velo del "ma che bello" io ci vedo una dipendenza bella e buona che sa di Purgatorio più che di Paradiso...scusatemi forse sono un pò cinica ogginonso.gif fiori.gif |
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Ognuno dovrebbe poter imboccarsi da solo... è come dire che si vede la presenza delle bacchette come una mancanza di autonomia, un bisogno dell'altro strutturale, insito. In qualche modo è così... nel senso che le bacchette simboleggiano le Leggi universali, il metodo, il sistema con cui le cose funzionano. Tutte le cose, sia l'inferno che il paradiso. Se vogliamo la differenza è che in paradiso la gente collebora con queste leggi, all'inferno le combatte. Se si nota nessuno degli esseri, neanche in paradiso, produce il nutrimento... il nutrimento è lì, già prodotto, ovunque presente, inferno compreso. Gli esseri si nutrono di esso, non ne possono fare a meno, all'inferno che non riescono a nutrursene soffrono. In questo nutrimento si può vedere simbolicamente molto, a vari livelli, ma sostanzialmente lo Spirito. Per cibarsene ci sono delle leggi e queste leggi esistono in quanto, nel Piano del Cuoco quello è il sistema migliore, che lo capiamo in parte o per nulla. Qualcosa capiamo, ed è stato già detto, nutrendo gli altri, veniamo nutriti. Ho le bacchette, so usarle (conosco le leggi) quindi do. Gli altri che si trovano nella stessa condizione, conoscono le leggi e quindi danno. E' chiaro che mi arriva qualcosa... anzi tutti si preoccuperanno che mi arrivi, così come io mi preoccupo che arrivi a tutti e io di dare il più possibile a chi ho intorno... proprio per via delle leggi che vogliono (tra le altre cose) che il Nutrimento circoli. All'inferno c'è brama. Vedo il nutrimento e lo voglio per me e vedo talmente solo me stesso che non riesco a vedere la banalità che la legge mi chiede... di nutrire il mio vicino. Basterebbe che uno cominci, che uno di essi abbia questa intuizione, e pian piano l'inferno diverrebbe il paradiso. Uno, nell'altro tread ha detto, assai più sinteticamente, che non si può essere felici da soli. Non si tratta credo di risolvere il problema di aver fame e di immaginare che se le bacchette non ci fossero tutto sarebbe risolto. Se le bacchette sono le leggi, se non ci fossero, non ci sarebbe neanche il nutrimento. Perchè non circolerebbe, verrebbe solo consumato. Le bacchette e il nutrimento ci sono e sono strutturali... sono le condizioni in cui sussistono gli abitanti di paradiso e inferno, in qualche modo sono paradiso e inferno. Si può usarle o no, collaborarci o combatterle, e determinare quindi il proprio destino. |
In effetti Dafne hai detto una cosa che un pò mi suonava pure a me... la condizione "bacchette lunghe" sia in inferno che in paradiso... infatti sà di purgatorio.
Quando afferma che "il paradiso era un salone assolutamente identico all'inferno" mi colpì come frase. La bacchetta lunga è condizione di dannati e di beati?... questo afferma la storia e su questo mi è nato un ragionamento. Ma se i dannati si proponessero una condizione, come dire un contratto per cui se io imbocco te, poi tu "sei costretto dal contratto" ad imboccare me... allora anche all'inferno si mangerebbe? Nella società vi sono leggi che in qualche modo regolano questo reciproco scambio... se non vi fossero leggi che vincolano il cittadino (ad osservarle) allora sarebbe un inferno. Ad esempio il codice della strada impone regole che se non fatte rispettare creerebbe un'inferno di automobili. Nel paradiso non serve dire cosa è giusto fare per "mangiare"... mentre all'inferno serve porre delle leggi per regolare lo scambio di cibo, se così non fosse si morirebbe di fame. Son andato OT...manata.gif |
Ti sei un pò incartato Gufetto
Le leggi esistono sempre, le regole no, quelle sono umane. Esempio se nel traffico non ci fossero regole, comunque in un incrocio non potrebbero passare due macchine incrociandosi contemporaneamente, senza regole potrebbero mettersi d'accordo, in questo caso le regole servono perchè l'automobilista non sa decidere da solo quando passare e quando no. Se piove e vado in giro senza ombrello mi bagno è una legge, se fossi un bambino di 10 e mia madre non volesse che io mi bagnassi per diversi motivi (malattia, vestiti etc) mi imporrebbe la regola di usare l'ombrello. Quindi nella storia del samurai (ma pure quella del mondo) ci sono leggi, ma non regole, all'inferno muoiono di fame (e il cibo va a male e marcisce) in paradiso ognuno nutre l'altro... il fatto che poi per forza facendo il giro ricevi è secondario, perchè se arrivi ad imboccare un'altro mentre tu hai fame, non lo fai pensando/aspettando che qualcun'altro ti imbocchi, avrai fiducia nella provvidenza (che poi sta provvidenza che sarà mai? icon_mrgr: Ne parliamo prima o poi) Le regole servono a studiare le leggi, da regolo, misuro, codice stradale >> evito qualche incidente >> studio i movimenti più proficui ombrello >> non mi bagno >> studio come star bene e tenere i vestiti in ordine etc etc |
In questa storiella c'è l'esempio del dare. Come è stato detto all'inferno c'è la brama e il cibo marcisce, se pensiamo al cibo come conoscenza, come amore reciproco, come aiuto, come crescita è abbastanza triste vederlo marcire, diventa come qualcosa a disposizione di tutti che per mancanza di fede, speranza e amore viene a marcire. Il cibo marcito è nutrimento per la terra.. comunque non andrà perduto.
Nel paradiso, non ci vedo tanto una convenienza nel dare allo scopo di mangiare, sarebbe calcolo e programmazione, ma come diceva Uno ci vedo una comprensione del fatto che come soffro io per la mancanza di nutrimento e siccome non posso nutrirmi almeno nutro te, poi la speranza e la fede provvederà. Per questo probabilmente quegli esseri sono in paradiso, perchè non hanno da aspettarsi un ritorno ma in cuor loro sanno che saranno nutriti, che non mancheranno di nulla. Si può dire che in purgatorio si calcola per vedere cosa accade, all'inferno si brama perchè non si comprende l'altro e non si appartiene al mondo e in paradiso di dà senza starci troppo a pensare? |
Le bacchette lunghe un metro secondo me hanno il significato di annullare la distanza tra noi e gli altri, e tengono distanti dal proprio egoismo, così che all'inferno non si riesce ad accontentare se stessi, mentre in Paradiso "se tu dai una cosa a me io dò una cosa a te" in uno scambio continuo che coinvolge tutti....
Certo questa storia dice che così quegli uomini si comportavano in vita, quindi l'essere nell'uno o nell'altro posto ma con una visuale diversa.... In questa vita il posto è uguale per tutti, può essere un paradiso o un inferno a seconda del proprio stato d'animo, della propria chiusura o apertura mentale verso gli altri.... Quindi questi uomini nell'altra vita di questa storia non fanno altro che comportarsi allo stesso modo, solo che all'inferno non riescono a godere dell'ottimo cibo troppo preoccupati a pensare a se stessi. |
Io credo che questa vita sia una palestra dove si impara ad amare, e che il suo scopo sia unicamente questo. Quindi, se non hai imparato, se non ti sei esercitato convenientemente, vivrai una vita con gli stessi problemi della precedente, dovuti all'incapacità di amare (E CREDO CHE SIA QUESTO L'INFERNO).
Ma non credo ad un inferno eterno, semplicemente alla possibilità di avere il dono di altre vite, fino a quando non hai imparato a comprendere la natura positiva del tuo essere. Certo che gli esercizi, in una palestra, possono essere scomodi e faticosi....ma allenandoti avrai modo di gioire dei tuoi progressi e sentirti ogni volta un po' più contento. Il piacere di riuscire potrebbe dare una spinta positiva, ed entusiasmo per perseverare! Sono certa che "imparare ad amare gli altri" sia l'unica cosa che possa dare felicità, ed una volta capito questo (sentito questo), ci si senta più leggeri e felici..... Ciò che poi potresti avere in cambio non è preteso, non è la causa dell'amore, ma solo una conseguenza, perchè nessuno ama per avere in cambio qualche cosa:ama perchè ama! Le conseguenze positive ci sono, certo....ma non sono il motivo per cui amiamo....solo conseguenze.... Chi ama riceve, secondo me, tantissimo amore, anche se non è capito dall'oggetto del suo amore...anche se l'oggetto non se ne accorge neanche... Perchè l'amore è qualche cosa di immenso, ed è in grado di soddisfare se stesso (e questo penso sià un po' di paradiso) Nella storia postata all'inizio del topic, credo di individuare nell'inferno le persone che in questa vita non hanno imparato niente, mentre nel paradiso quelle che hanno imparato qualche cosa, ma non tutto ancora....quindi anch'io vedrei quel posto come una specie di purgatorio.... Scusatemi se forse sono andata un po' OT, ma è la prima volta che posto qui! |
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Ma se non esistesse, l'amore sarebbe soltanto un'utopia!($):o |
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Se invece nessun essere fosse in grado di amare....dove sarebbe l'amore?:o Io credo comunque che l'Amore (quello con la A maiuscola) esista, e di esso sia permeato tutto l'universo, e siccome noi siamo immersi in questo universo, siamo in grado di darne e riceverne se solo ci fermiamo un attimo ed impariamo a "vedere" ciò che c'è oltre l'apparenza.... Questo, almeno, è il mio punto di vista, che può essere soggetto a variazioni se qualcuno dovesse esporre punti di vista che io fossi in grado di capire e fare miei..... |
Stavo dicendo la stessa cosa Kaylee :H
L'amore esiste... pure quello con l'A maiuscola, è pure il motore di tutto l'Universo, però questo non vuol dire che tutti noi umani sappiamo amare realmente e completamente... anzi... alla luce del sole l'ultimo che si è visto è passata da queste parti un paio di milleni fa. Poi ci sono infinite sfumature e intensità, in ogni caso l'amor sincero, quello puro è appannaggio di pochissimi anche nelle intensità più basse, certo anche l'amore comune quello che nutre sempre qualche aspettativa (magari inconscia e sepolta sotto strati di bei propositi) mica è da buttare... magari tutto il mondo si desse da fare per provarne un pò, saremmo già molto meglio. :C: |
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Infatti non intendevo dire che tutti noi sappiamo amare, ma che ne abbiamo la potenzialità, e che quindi dovremmo darci da fare in questo senso. Che poi ci possa essere qualcuno che ci riesce in modo assoluto...mah...credo che non sarà in questa dimensione.... Per questo motivo precedentemente avevo detto che io credo che questo mondo sia una palestra dove ci troviamo per imparare ad amare!!!:) fiori.gif |
Se posso permettermi stai dando un messaggio errato al tuo subconscio Kay.
Gli stai dicendo che comunque tu perchè sei in questa dimensione non potrai mai amare in maniera assoluta. Si può essere che tu in tutta la tua vita non riesca mai ad arrivarci però non è impossibile, qui in questa dimensione.... altrimenti aspetterai di entrare in altre dimensioni senza vedere che l'unica porta per farlo è proprio quell'Amore maiuscolo. Sopra ho detto la cosa dei 2000 anni alla luce del sole.... però in maniera meno eclatante capita ogni tanto (non tanto spesso purtroppo ma capita) di vedere qualcuno che se non alla massima intensità comunque riesce a provare un amore sincero, anche nella cronaca qualche volta... per quanto ci risaltino solo le disgrazie. Se dovessi definirti in poche parole l'amor sincero ti direi che è riuscire a rinunciare a qualcosa a cui teniamo per qualcuno che neanche conosciamo e senza essere neanche sicuri che il sacrificio dia un risultato.... questa è la massima espressione di amore, il resto sono sfumature. Ti faccio degli esempi che è meglio mi sa, se una persona che ama molto la vita si trova in una situazione in cui consapevolmente (se lo fa inconsciamente è importante lo stesso, ma non uguale) decide di rinunciare alla sua vita per cercare di salvarne un'altra... ma addirittura non sa se realmente la salverà... questo è amore assoluto. Ma la cosa può essere trasportata anche a livelli meno visibili... se tu vivi la vita per uno scopo superiore e sacrifichi quella che è la tua persona oggi per salvare la tua entità un domani... ma non sei neanche sicura di riuscire... anche questo è amore sincero. L'ultimo esempio non credo sia facilmente comprensibile, ma intanto l'ho buttato li |
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Penso anch'io che l'unica porta per passare ad un livello di esistenza superiore sia proprio quella. Ma appunto per questo motivo, penso che se dovessi riuscire ad arrivare all'Amore assoluto avrei esaurito la mia missione sulla terra....ed attraverserei quella porta....quindi non sarei più qui!! Le pochissime persone che decidono di rimanere qui comunque, anche dopo aver raggiunto la " perfezione", secondo me sono degli "inviati speciali" Scusami se non mi esprimo bene e se sono poco chiara, ma sto facendo del mio meglio per esprimere quello che penso... Comunque grazie! |
Allora siamo quasi d'accordo :H
Le tue parole "credo che non sarà in questa dimensione" davano un'altra idea della cosa, ma parlando ci si capisce. Non sono completamente d'accordo sugli inviati speciali, tutti arrivati "al bonus" dovremmo diventare/essere degli inviati speciali, la durata e la manifestazione/visibilità di questo compito dipende da diversi fattori, per questo sembra che alcuni lo siano e altri che vadano via sparati.... :C: |
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:C: |
Io la vedo così l'inferno sono le persone meccaniche ed egoiste, e che anziche collaborare tra loro per aiutarsi a vicenda non ci arrivano e muoino di fame, invece nel paradiso ci sono le persone sveglie che nonostante si trovi sotto le stesse leggi dell'inferno riescono a mangiare. Ora potremmo vedere questa cosa in noi stessi, quando i piccoli Io non hanno un padrone che li gestisca (facendoseli alleati e non combattendoli) allora possiamo definirci all'inferno, mentre se questi piccoli io si alleano tra loro e sono sotto la gestione di un Io Padrone allora possiamo definirci in paradiso...(o almeno così credo, smentitemi pure)
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Invece, un gesto del genere nasconderebbe un rispetto e un valore immensi per la vita... Dell'altro. |
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Non ho mai visto chi è in grado di amare così, almeno non l'ho visto/a, però spero che esista. Certo arrivare al livello di quello che dice Uno alla fine è quasi fantascienza. Speriamo fiori.gif P.s. mentre stavo cliccando invio mi è venuta in mente una cosa: e se fossimo noi a dover chiamare qualcuno che ama così? Nel senso che il lavoro per chiamare ci fa avvicinare, comprendere booh.gif (ci devo pensare meglio, è stato come un lampo, che devo mettere a fuoco) Che ne dici/te? |
Questa me la raccontò la maestra alle elementari, molto carina.
Comunque se volessi metterci un pizzico di cinismo, uno potrebbe imboccare l'altro, tendenzialmente per garantirsi la propria sopravvivenza ;) . Comunque credo che sia un aneddoto per far comprendere che l'egoismo puro non nutre, mentre l'aiuto reciproco nutre le relazioni. |
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:C: A onurB rispondo nell'altro 3D |
Non vorrei uscire off topic, ma mi chiedo come ci si arriva a questo amore incondizionato? Non certo magari sforzandomi ad amare, e cercando di farmi diventare simpatico, qualcuno che magari mi sta antipatico...
come si affina e cresce l'amore? |
..rigurado al Samurai che va a vedere l'inferno e poi va in paradiso,io la vedo un po' cosi':
l'inferno e il paradiso sono uguali come ambienti e persone ,la differenza la fa' l'intenzione delle persone.. nell'inferno vivono le persone che pensano solo a se stesse,nell'egoismo e l'importanza di se'... amare solo se stessi non da' forza,non da' soddisfazione ,e' Assenza d'Amore...da soli non basta,non si cresce ,ci si fossilizza. Nel Paradiso l'Intenzione e'Amore, crescere,conoscere,imparare...quindi ci si apre agli altri con fiducia,ci si nutre a vicenda,non per richiesta ma per amore ,per unione.. poi quanto siamo lontani ,parlo in generale ,dal provare Amore Vero, a sacrificare noi stessi,per gli altri ,be' ora non so'nonso.gif :C: |
Scusate ..ho riletto e mi e' venuto un nodo ...quelle persone che scelgono di fare gli eremiti,,per conoscersi'per arrivare alla loro luce...pero' non sbagliano neanche loro...
gnocca che sono..e' l'INTENZIONE che conta... correggetemi se sbaglio |
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Sono melodrammatica oggi? scusa.gif Facciamo un altro esempio? Me l'ha piazzato davanti un amico ieri sera, stavamo guardando un telefilm in cui un ragazzo prendeva fuoco perchè uno psicopatico lo aveva cosparso di benzina e il suo amico gli si buttava addosso per soffocare le fiamme con una coperta. "bel coraggio-mi dice il mio amico-io non so se lo farei?" Ci sono rimasta di sasso. Gli ho chiesto "iusciresti davvero a restar li a guardarlo bruciare??" "è benziana-mi ha risposto-è rischiosissimo" "io non riuscirei a non farlo" gli ho detto e lui, bello come il sole "ma tu sei un incosciente" :U Forse. Così come immaginare una scena e viverla sono due cose molto diverse. stosvegli: vado a incaffeinarmi vah :C: |
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:C: aggiungo: nel tuo esempio Daf hai toccato un bel punto, così leggendo anche a me verrebbe da dire che cercherei di aiutare l' amico, che va a fuoco, nella pratica, non sono sicura che lo farei, e se lo facessi, sarebbe istinto o volontà?.... |
Sono daccordo con voi, però nell'amare se stessi, c'è sempre il rispetto di noi stessi e quindi qui entriamo nel dilemma del tipo:
Se io per aiutare gli altri, mi faccio calpestare, oppure dico: "non riesco a non aiutare", mi sembra che ci sia un condizionamento, non sono io a scegliere se aiutare o meno, è il mio condizionamento no? Di conseguenza se per aiutare il prossimo incondizionatamente, divento uno zerbino ( esempio), quanto sto veramente amando me stesso? Inoltre l'amore incondizionato, prevede generosità senza aspettarsi nulla, neanche grazie. Qui però mi viene in mente una parabola di Gesù ( la devo cercare), nel quale dice che tra 10 persone che aiutato, 1 soltanto l'ha ringraziato e per gli altri 9 era tutto dovuto. Voleva essere ringraziato anche lui? leggo.gif |
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Per come la si legge, si potrebbe vedere la storia in infinite sfumature, come del resto lo si può fare per qualsiasi cosa. Quanto insomma " agisco per istinto" e quando " decido di agire"? Alla base credo che comunque per salvare l'amico, un minimo di decisione in quel preciso istante, vi debba essere. Se fosse solo istinto, puro e semplice, credo che qualcosa per l'altro, in definitiva per chi ci sta di fronte, non lo si possa mettere in pratica e quindi probabilmente la " parte infernale " della storia ci starebbe tutta: "Meglio a lui che a me" All'inverso, anche un istinto " condizionato" da un valore, come nel caso dell'amico che sta bruciando, potrebbe, in un momento delicato, rivelarsi come la migliore possibilità per quel momento. La cosa migliore, si fa per dire, sarebbe " faccio( decido) anche se non avrò nulla in cambio", nel senso di contropartita pur non conoscendo il risultato. |
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Comunemente noi siamo come gli abitanti di questa nostra moderna società, lavoriamo da qualche parte e in cambio ci danno dei soldi, con questi soldi paghiamo altri e questi ci danno altro, tutto uno scambio... anche se regaliamo dei soldi (con la famosa beneficenza) in realtà sempre attingiamo allo stesso serbatoio comune e non immettiamo nulla di nuovo. Diverso invece il discorso se avessimo un bel campo di terra di nostra proprietà e lo conducessimo secondo i vecchi metodi, quindi con la conservazione dei semi etc etc cioè in maniera autosufficiente. I nostri prodotti potremmo regalarli realmente senza nessun tipo di condizionamento. Siano chiare alcune cose, non è errato scambiarsi i prodotti finiti, dico sempre che magari tutti donassero amore anche se non completamente puro, saremmo già in un piccolo paradiso che permetterebbe comunque la crescita individuale e collettiva. Altra cosa che anche quel contadino produttore diretto e indipendente utilizza l'universo, l'aria, la terra, l'acqua, il sole etc... la differenza è che all'interno della comunità diventa un piccolo sole che prende da altri piani e trasforma direttamente il materiale che per noi sarebbe non commestibile direttamente, non completamente almeno. etc etc |
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