Sconosciuto fattore magico...
Che cosa fa di una vita una vita vissuta, sensata, invece di un grumo di tempo, tenuto insieme dall'incrocio dei venti delle esperienze?
Che cos'è che ci aiuta a camminare per le strade che portano alla realizzazione, a quel posto fantàsico che è il nostro posto nel mondo? Che cosa riesce a fare di un gruppo di persone una vera famiglia e quando, nella vita, riusciamo a sentire di essere finalmente arrivati all'essenza, di poterne godere e di poterne far godere chi ci stà vicino? La forza che scaturisce è forse quell'alone di energia meragliosa che circonda le persone che per tutta la loro vita sono riuscite a trovare coesione ed aderenza, a percorrere una strada magari durissima e irta ma che era la loro e che a loro ha permesso di raggiungere confini che, quando ancora non mettevano di fila cinque passi, sembravano impossibili? La noia è forse quel malefico "nulla" che dilagava e distruggeva Fantàsia? E quel nuovo nome dato dal bambino della storia era forse la nascita di una nuova idea? Ogni storia trae origne da un'idea. E se uno si è perso il nome della propria storia che fà? Dove lo trova un romanzo che lo riporti all'inizio e glielo faccia riconoscere e gridare? E se uno lo sà, lo conosce, ma non riesce a credere che sia possibile, che sia vero, che sia realizzabile.. In un tempo dove Infante Imperatrici e Vecchi della Montagna sono spariti e in cui Cavalieri e Draghi si sono estinti chi può ridarci la forza per osare? Sapere? Conoscersi? Credere? Ridatemi le favole, rivoglio le mie favole, rivoglio i maghi e gli incantesimi, rivoglio indietro i tempi in cui i miracoli erano possibili e le bacchette trasformavano i rospi. Adesso so perchè dicevano che le Fate si fanno vedere solo da chi non ha passato la porta della pubertà, solo agli occhi dell'innocenza, quando tutto questo, tutto questo spazio magico è a portata di dito. Peccato che piccole dita non sappiano poi rendere reale la magia, trasformarla in qualcosa di terreno, di quotidiano, ci tocca di crescere e forse dimentichiamo qual'è la porta e io stasera mi sento come se fossi in una grande cucina, con i fornelli accesi e i frigoriferi colmi e una sala di gente in attesa di essere sfamata..ma come se avessi saltato le lezioni di cucina e fossi persino sprovvista di qualsiasi ricetta. Eppure è proprio lì che devo essere..... E continuo a chiedermi che cosa, che cosa fà scattare quell'interruttore che trasforma una vita di sequenze temporali di fatti in un'avventura unica e straordinaria. |
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il senso...in che senso? (ghghgh scusa il gioco di parole)
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il coraggio. Alberoni definisce il coraggio la forza o la voglia di ricominciare. |
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Voglio dire, passata l'incoscienza della giovinezza (è tempo che smetto di raccontarmela non sono più una ragazzina, per quanto insista a comportarmi come tale) dove attingere il coraggio per cambiare, per navigare a vista, per accettare ciò che sei? Ray parlava di senso,so che c'è in giro una discussione sul senso della vita e andrò a recuperarla ma trovare il senso della propria vita presuppone proprio che quel cavolo di fattore magico si sia già trovato, credo. Ho fatto quel passo che mi mette nella posizione di utilizzare coraggio, tenacia volontà ecc ecc.. Scusate ragazzi, mi capisco poco anche io. Forse è davvero il coragio, il coraggio di osare e sbagliare. Non vorrei dire stupidate ma forse questo era il senso delle iniziazioni dei cavalieri o dei guerrieri o di chi, comunque, varcava il mondo degli adulti tramite una prova. Al di là della prova in sè c'era l'acquisizione di una certa sicurezza, la percezione di aver superato un traguardo e di avere "superato il livello". Ci sono persone che nascono sapendo cosa faranno da grandi, altre invece che non lo sanno neanche a 50 anni..è solo bagaglio genetico "scarso" o i secondi si sono persi qualcosa per strada? |
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Probabilmente no ed il fatto stesso che ti poni queste domande e fai di queste riflessioni è già un'indizio che la tua vita può avere ancora uno scopo ed un senso. Se uno avverte una spinta verso qualcosa di diverso e più profondo, è probabile che già da ragazzino/a inizi a farsi un'idea di come dovrebe andare la propria vita, quali dovrebbero esserne le direttrici principali ecc. Molti di questi sogni e desideri cadranno e svaniranno inevitabilmente e accettare questo, che qualcosa a cui tenevamo tantissimo è svanita nonostante i nostri sforzi è una bella botta. Da quest botta puoi uscire completamente disfatto ed iniziare ad anestetizzarti in vari modi, oppure puoi cercare di venirne fuori , di tener duro di insistere, di sfruttare le esperienze accumulate sapendo che prima o poi qulache bel risultato arriverà, che qualcosa per cui si può dire di aver vissuto davvero ci sarà (ovviamente non vuol dire compiere imprese eroiche) e se anche così non fosse ne è valsa comunque la pena, l'imoprtante è fare quel che si poteva al meglio, visto che fare quel che si voleva è difficilmente realizzabile, vivere una vita meravigliosa e felice in toto non credo sia possibile per nessuno o quasi. |
eh..è su quel vivere che punterei il dito...vivere o lasciarsi vivere..forse questo è in parte il segreto del fattore fantàsico.
Non che si debba fare qualcosa di straordinario, per caità, a me è capitato di vedere un panettiere così felice per quello che faceva che irradiava..letteralmente. Il problema che mi pongo è se ci si trova a non sapere che pesci prendere. Quando ti rendi conto di non aver trovato la tua strada che fai? Io sospetto che ci voglia qualcuno che in modo più o meno diretto ci indichi la via.... O forse ci siamo convinti che quella cosa non potremmo farla mai e vincere insicurezza e magari ostilità esterne è cosa ben dura. (tipo, genitori che vogliono un medico e il figlio che vuole fare il giardiniere) Però così mi stò soffermando soltanto sul fattore lavoro mentre, penso, trovare il fattore magico influisce su tutto il nostro mondo, o sul modo di percepirlo. |
mi hai fatto venire in mente il famoso "genio della lampada" di Aladino.
chissà magari ha attinenze. (lampada,strofinare, desiderio) visto che si parla di "fattore magico" |
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beh no, se ci pensi, il genui realizza i nostri desideri senza che noi ne siamo minimamente partecipi. Io invece parlo di una realizzazione che parte da una certezza interiore e ha solo come scopo ultimo la conquista. A meno che il genio non lo intendi come quella parte di noi capace di superare le difficoltà, di trovare risorse ed energia senza posa........... |
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Cosa significa la propria strada? Chiunque sta già vivendo e sta già facendo del bene e del male. Forse potrebbe fare di più ed in questo una insoddisfazione mi sta bene, ma siamo nati per essere tutti condottieri o santi? |
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No, certo, magrari se torni su e rileggi diavolo.g: vedi che ho scritto la stessa cosa, non è questione di essere importanti ma di essere "giusti". Non so più chi diceva che è meglio un pianista stonato che segua la sua missione nel mondo piuttosto di un fantastico primario che doveva invece fare il pianista..non so se rende. Non si tratta di ottenere dei risultati e delle gratifiche ma di essere nel posto e nel momento giusto. Mentre scrivevo questa cosa pensavo di nuovo a quel "non credo di potercela fare" e m'è venuta in mente una storiella letta nell'Alchimista. Un mercante arabo non era ancora andato in pellegrinaggio alla città Santa come almeno una volta nella vita era richiesto ad ogni fedele. Parlando col pastore questo mercante disse che forse non gli riusciva di partire perchè quel viaggio era il sogno e il traguardo di tutta una vita e che finchè non lo faceva aveva qualcosa da sognare, su cui fantasticare, su cui credere ma una volta fatto, che cosa gli sarebbe successo? Cosa gli sarebbe rimasto? stosvegli: |
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Trovare simultaneamente la ragazza/o giusta per noi , il lavoro giusto, gli amici giusti e così via è difficile come vincere trenta volte di fila al superenalotto, anche perchè gli ostacoli, i blocchi di vario tipo e la necessaria presenza di tutta una serie di circostanze favorevoli rendono il tutto praticamente irrealizzabile; Può invece, a mio avviso, esistere una modalità di essere, una essenza giusta e adatta a noi, la quale poi di conseguenza ci permette di percorrere qualunque tipo di strada nel modo giusto. Che poi trovare e far venir fuori la nostra vera essenza è comunque difficile siamo d'accordo, però è una cosa possibile sempre, mentre la strada che ci interessa può essere chiusa, franata, non più percorribile o può non darci i risultati che ci aspettavamo, costringendoci, come spesso avviene, a dirci "era quello che volevo", mentre in realtà sappiamo benissimo che non è così. |
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Amore per la vita, per se stessi, per gli altri, per quello che facciamo, per le piccole cose di ogni giorno... Quando perdiamo amore per quello che facciamo il senso inizia a vuotarsi, la magia si spezza e torniamo a vivere una vita fatta di sterili sequenze temporali... abbraccio: |
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Dov'è quella forza? Dov'è il genio della lampada? A volte vorrei saperlo anch'io, l'unica cosa che ho testato sulla mia pelle è che essere in grado di desiderare davvero muove l'universo, il problema è che spesso non ne siamo in grado, siamo confusi e il grado di forza è proporzionale a questo... Difetto nel corredo genetico? Boh..fiori.gif |
Ci sono i momenti dei bilanci, si fa un pò il resoconto di quel che abbiamo realizzato e può capitare di restare delusi guardando indietro...eppure dipende dai momenti interiori, si può vedere in negativo ma a volte anche in positivo, se cambi la prospettiva il paesaggio si trasforma! Secondo la mia esperienza siamo proprio influenzabili dal nostro apporto fisiologico, una persona ha in corredo tanti ormoni da spaccare il mondo, è carico di energia, poi...gli ormoni diminuiscono per un qualsiasi accidente e l'umore cambia, la perosna diventa depressa! E, allora, che cosa valgono i nostri sforzi, le nostre elucubrazioni, i nostri panegirici se tutto si riduce ad un fatto fisico?!
Ho imparato a godere il presente, ogni mattina penso che il giorno mi porterà qualcosa di buono, ogni sera sono contenta di rintanarmi nella pace della casa, della famiglia, e penso di essere fortunata ad avere qualcuno che mi ama e che amo e scelgo di essere serena, se non felice, non significa lasciarsi vivere, significa volersi bene, non tormentarsi con inutili amarezze! E' utile anche continuare a sognare, i sogni ci fanno restare bambini, si trasformano con l'età ma sono sempre dolci e fanno bene all'animo come un lenimento, si possono sognare piccole o grandi cose, l'importante è trovare il sogno che ci solletica e ci spinge ad agire...tante volte penso che la vita sia tutta un sogno, è saggio non trasformarla in incubo! (ho riletto quello che ho scritto e mi sembra di essere un guru o un vecchio saggio della montagna! mah?) |
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Questo argomento ci fa capira meglio cosa sono . E questo dimostra che finche' non si da' un taglio pratico ai discorsi spesso si parla a vuoto. Gli archetipi sono immagini primordiali che ci offrono la forza per vivere una vita vera. Ci possono anche affondare , come sempre accade ma anche salvare . Pensa all'archetipo della madre che protegge i suoi figli e vedi quanta forza di andare avanti te ne viene da questa immagine . Bisogna scoprire i nostri , ciascuno ha i suoi e farsi guidare attingendo alla loro energia. Come si tratttasse di una centrale nucleare a disposizione. Quindi meglio del coraggio e' il tuo achetipo la risposta alla domanda originaria. Il coraggio ne e' un effetto. |
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non so mi viene questa domanda da bastian contrario: non è che si rischia di essere dipendenti anche dall'archetipo? |
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Credo di si ma non e' difficile trovarli . Sono immagini che commuovono o emozionano fino a farti piangere. |
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Tornando al tema principale: Daf dice: "E continuo a chiedermi che cosa, che cosa fà scattare quell'interruttore che trasforma una vita di sequenze temporali di fatti in un'avventura unica e straordinaria" Bisogna prima approfondire casualità e causalità, quando la visione passa dalla prima alla seconda già un primo passo è fatto ma poi bisogna tornare indietro portando con se, in se, la visione e percezione della casualità senza togliersi la magia dell'imperscrutabilità dei piani superiori. Lo so che sono stato criptico, ma se avessi scritto diversamente non sarebbe stato meglio, per esempio avrei potuto scrivere che...... l'umano medio normale pensa che gran parte della vita è caso Alcuni si affrancano da questa visione e iniziano a vedere le cause, le cercano, le studiano etc... quelli che rimangono bloccati li diventano scienziati secondo la concezione moderna di scienza. Non grandi scienziati però. Da questa condizione alcuni "tornano" indietro e ricominciano a vedere la poesia dell'Universo, ma se tornano senza la comprensione delle cause (o lasciando indietro questa) diventano Spirituali bigotti, che in varie forme si affidano ad un Dio anche quando dicono che non esiste. Solo quelli che tornano, con la visione delle cause, ad apprezzare il caso riconoscendolo per quello che è realmente, possono realmente percepire il continuum della vita e coglierne la magia anche quando stanno rivolgendo lo sguardo a cosa banali. Il sognatore concreto lo definirei, non il fantasticante, non il meccanizzato. |
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Anche , pero' , certe interpretazioni biologiche non sono lontane dal metodo scientifico. Oggi su sky degli scienziati affermavano che l'amore , la fedelta' ed un rapporto duraturo di coppia e' frutto del lavoro della dopamina, dell'ossitocina e della vasopressina:wow: . Come campione prendevano il topo delle praterie uno dei pochi mammiferi fedeli alla compagna per tutta la vita perche'.... emette vasopressina:wow: :wow: :wow: cosi' l'uomo.. Ti pare che si possa spiegare in questi termini un fenomeno trascendente!!! Potremmo approfondire quel ritorno dalle cause indietro fino ai fini ...cosi' importante. |
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So che la risposta la vuoi da Uno, ma intanto partecipo a mettere qualcosa. Si può tornare indietro coscienti delle cause che generano gli eventi della vita ed essere arrabbiati ed incapaci di cavalcarle quando le si vede, così si cerca di trovare un ragionamento che fili, tipo la religione dell'ateo o la scienza dei topi, che possa sopperire alla sofferenza di non essere capaci di cavalcare la propria vita. Ci vuole tanta forza e coraggio. Poi invece c'è chi torna indietro dopo aver osservato come si formano gli eventi e quando nota un caso lo segue per esplorare la causa ed indagare se stesso attraverso l'evento. Cioè non si oppone ma vive guardando la realtà da un punto di vista differente. La vedo come una spirale dove ad ogni giro ti trovi sopra il via, indietro, ma con una visuale diversa. Si può scegliere di andare a fare un altro giro oppure fermarsi lì. |
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Adesso leggo .abbraccio: |
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Non bisogna lasciare nulla indietro anche quelle cose che il metodo scientifico non consente di esplorare . Il fatto e' che lo scienziato nega l'esistenza di quello che non sa sottomettere a leggi scientifiche . E' il limite della logica : una sola cosa e' vera mentre per il metodo psicologico vale anche il suo contrario : posso essere libero in galera? Per lo scienziato no per lo psicologo si . |
quindi vediamo ricapitolando un pò
testa al cielo arrivando a conoscere le Cause che muovono determinati eventi. capire di essere parte integrante di ciò. tenere i piedi a terra in un certo senso vivendo "gustando" l'armonia del creatore e fluendo in essa? sta qui il gusto magico della vita. il sognatore concreto nella sostanza. |
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Era come .... creare dal nulla. E questa forza creatrice era dentro il bambino che entrava nella storia, diventandone il protagonista, non senza dover superare prove e ostacoli. Le nostre storie quotidiane tante volte non ci piacciano, ci vanno strette, quante volte si sente dire la frase: "se torno a nascere farei questo o quello..." e questo ci fa capire che spesso le nostre scelte non scaturiscono dal cuore, ma da determinate circostanze. Quindi penso che il fattore magico dovrebbe essere seguire il nostro cuore anche controcorrente, ma ammetto che non è facile trasportare questo nella quotidianità. Io vedo che quando faccio una cosa che mi viene dal cuore mi sento come trasformata, non lo so spiegare, ma mi fa provare un gusto della vita che altrimenti mi perdo. Se abbiamo un sogno nel cassetto cercare di realizzarlo, anche se ci sembra impossibile, a patto di essere se stessi, troppo volte crescendo soffochiamo il noi stessi genuino con un noi di circostanza. Non per nulla nelle fiabe una costante è esprimere un desiderio, noi non abbiamo la bacchetta magica, ma penso che se un desiderio ci nasce da dentro abbiamo in noi la potenzialità di realizzarlo, forse basterebbe crederci davvero.... merlin.gif abbraccio: |
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secondo me quanto hai detto è proprio il "succo". Saper ascoltare il proprio cuore e seguirlo. "va dove ti porta il cuore" recitava una famosa frase |
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poniamo che io abbia trovato un archetipo poniamo che sia la madre che difende i figli ..perchè essere madre allora spesso è una cosa frustrante? Poniamo che ci sia anche quello del bambino abbandonato (è un archetpo anche quello? O solo la forma compensatoria del primo?) dovrei abbandonarmi per superare l'abbandono? Una volta stabiliti i drammi della propria infanzia il "come fare a superare" è la ricapitolazione? E se a me fosse venuta oramai la nausea a forza di tornar su certi avvenimenti che fare? La sensazione che ho è che sono talmente da tanto fuori strada che non ho più nemmeno i riferimenti per tornarci su e che, ma è una possibilità appena intravista, a volte questo passato da scoprire sia una scusa. Non mi hanno seguita come dovevano, eh bon, così è andata, così doveva essere, non cambierà nulla del passato. E adesso? Capo Uno parla di caso e cause, me lo devo rileggere attentamente ma è possibile che riuscita a vedere qualche causa io non riesca più a tornare al caso portandomi dietro quello che ho appreso? Come se mi spostassi sempre su due diversi ambiti.. blink.gif |
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Se io sono legato alla caviglia con una corda elastica ad un paletto (passato) questa corda determinerà in certi modi tutti i miei passi futuri. In certi casi li renderà più difficili, in altri devierà la direzione, in altri ne agevolerà un'altra e così via. E tanto più quanto meno so di quell'elastico. Il massimo del suo potere si presenta quando non so che c'è. Ricapitolare è uno dei sistemi con cui posso andare a sciogliere quell'elastico. Non cambierà il fatto che la mia caviglia sarà più grossa dell'altra visto che ha portato l'elastico per molto tempo, ma cambierà le possibilità dei miei passi successivi. In realtà, alla lunga, anche la caviglia si aggiusterà e tenderà ad assomiglliare all'altra (equilibrarsi). Detta in un altro modo, non possiammo cambiare il passato, ma questi elastici non sono passati. Se agiscono ancora in noi, sono presenti. Noi possiamo renderli passati davvero... e finalmente passare oltre. |
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:wow: che metafora che hai scelto mi ricorda un sogno grazie intanto abbraccio: |
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Visto che, a mio avviso, è difficile riuscire a ricapitolare tutto , tutti gli episodi di un certo tipo , grandi e piccoli, si dovrebbe cercare di ricapitolare e risolvere il concetto di base che c'è dietro ognuno di essi, dopo averlo ben individuato naturalmente. Fatto questo dovrebbero automaticamente sciogliersi anche tutti i nodi successivi e conseguenti e visto che alla fine gli "snodi " principali se andiamo a stringere sono pochi, la cosa non dovrebbe essere insormontabile. Un dubbio che mi rimane è però se serve riuscire a ritornare indietro sino alle origini quando si sono manifestati i primi paletti o se lo scioglimento puà avvenire anche partendo da un' altro punto seguente, perchè altrimenti andare ad agire su cose accadute quando eravamo nella pancia di mamma o negli anni immediatamente successivi o nella prima infanzia la vedo dura; magari mi sbaglio e alla fine viene tutto a galla anche cose che giacciono sepolte nella memoria da decenni |
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Per la faccenda degli snodi si, in parte puoi riuscire a beccare un groppo e tirare su un pezzo di rete. Fuor di metafora con un episodio emblematico, se lo trovi e lo ricapitoli per bene, sistemi abbastanza anche tutti quelli che sono sempre lo stesso, ovvero tutte le mille volte che hai fatto la stessa cosa. Però è facile ingannarsi in questo modo, perchè potrebbero comunque nascondere altro e sarebbe meglio farli salire alla coscienza. Tuttavia togliere dei grossi nodi permette in seguito di trovare quelli più piccoli... quindi ci si ritrova a "ripassare" cose già viste ma in altra ottica. Quindi alla fin fine, non solo tocca passare tutto ma anche più volte. Però man mano che prendi piede la velocità aumenta. |
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Se ho l'archetipo del guerriero non devo iscrivermi per forza nella legione straniera. Quello di cui tu parli cioe' delle conseguenze inconsce delle esperienze fatte nell'infanzia al piu' e' inconscio personale da far emergere per dargli un contenimento razionale. Certo la ricapitolazione che e' un rivivere un'esperienza a livello conscio per comprenderla appieno, se possibile , con riferimento a fatti dell'infanzia, puo' essere un modo per neutralizzare gli effetti negativi di quelle esperienze. Ma a me pare che tu abbia gia' ricapitolato abbastanza questi fatti della tua infanzia e che il problema tuo sia quello di tutti :di dare un senso all'esistenza . Esistenza che e' pesante se ci confiniamo in un solo ruolo ad esempio quello della madre . Gli archetipi dell'inconscio collettivo sono infiniti possiamo averne quanti ne vogliamo col limite della nostra inclinazione e costituiscono la fonte della possibile verieta' e ricchezza della nostra esistenza. Operano di solito per opposti , come s'e' detto altrove , uno conscio ed uno inconscio : giovane vecchio , madre figlia, guerriero schiavo , santo dannato ,saggio stolto , da mantenere in equilibrio . Ovvio che se fai solo la madre questa immagine ti abbatte , ti stanca , ti svuota di energia anzicche' il contrario . Quindi l'effetto buono o cattivo dell'archetipo sta nell'equilibrio in cui si trova o meno col suo polo opposto. |
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Quindi una volta compreso che il caso non esiste andare a cercare le cause di ciò che accade. Studiando le cause il caso ci pare, appunto, inesistente..quel che dici è che bisognerebbe stare in una sorta di via intermedia? Ossia comprendere che tutto accade per un motivo, studiare le cause possibili da comprendere, e accettare che pur accadendo per un motivo preciso non siano prevedibile sempre? Suona come un'attenzione senza controllo...leggo.gif |
Inizio a pensare che il fattore magico non sia unico, che non sia una cosa sola.
O forse non ha un'unica interpretazione, un'unica descrizione. Che sia coraggio o amore o attenzione esiste un clic che cambia le nostre percezioni. Forse non è nemmeno un clic solo ma tutta una serie di piccoli e continui interruttori. O forse piccoli interruttori che ci preparano e ci portano a spingere quell'unico che accende quella luce che illumina la vita e la rende unica e meravigliosa. Scusate, sarà il Natale, sarò stucchevole, ma oggi credo che sia possibile. abbraccio: |
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