Il lavoro non è un diritto è un dovere
Ho aperto qui ma non se va bene in caso domando scusa.
Prendo la palla al balzo e rilancio perchè mi interessa molto questo discorso. Citazione:
E qui mi domando se fare la casalinga mamma factotum (giardiniere imbianchina etc) sia un lavoro o no, anche se non retribuito come gli altri. I diritti credo che si riferiscano alle capacità in pratica ciò che si eredita materialmente e no. Cercare i doveri probabilmente vuol dire prendersi cura di chi ci sta intorno. Per ora altro non mi viene, voi ? :C: |
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" La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società." |
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oggi mi pare che non si sia più possibilità di scelta o sia comunque molto limitata, quando c'è. Citazione:
Sono d'accordissimo con te che impostato tutto in modo da poter applicare quello che è scritto in quelle parole renderebbe tutto migliore. Sempre per il solito mio ragionamento sono convinta che educare un bambino alla costituzione creerà un uomo del domani che avrà in sè certi principi. Come abbiamo un Credo religioso questo dovrebbe essere il credo per l'atlra parte di noi quella materiale e vorrei far un censimento per sapere se sono l'unica ignorante la costituzione. :( |
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Innanzitutto si dovrebbe partire dal presupposto che lavorare è un dovere, quindi la scelta del cazzeggio non è contemplata. Altro presupposto è che si dovrebbe, con la propria attività, migliorare la società. Quindi la scelta dovrebbe porsi tra le cose di cui la società ha bisogno. Se, ad esempio, alla società oggi servono 3 medici e 10 spazzini e ci sono 5 medici disoccupati, due dovrebbero fare gli spazzini, almeno momentaneamente. Poi sarà la società che dovrebbe impegnarsi a rendere l'ambiente più possibile adatto alle manifestazioni dei cittadini. Chiaro che quello dei medici e degli spazzini è un esempio banale e che le cose sono più complesse, ma volevo porre l'attenzione sull'atteggiamento. |
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Io sono passata a cavallo di un società dove a dodici anni si andava a lavorare se non si aveva la possibilità di studiare, possibilità che può essere intesa anche come qualità personali. Nonostante le proprie limiatazioni scolastiche potevi crearti una posizione potevi avere una tua attività che ti permetteva di sopravvivere e contribuire all'andamento della società. Oggi questo non è più possibile, oggi tutti devono studiare anche per fare il muratore. Se da un parte possiamo dire che la cultura serve sempre, però ci ha portato a se ho studiato voglio qualcosa di più, ma quel qualcosa di più non è possibile. La gente vuole di più perchè gli si chiede di più. La società non può vedere nel futuro però può creare università a numero chiuso a seconda delle necessità. Insomma ho detto due cose la mia ignoranza in merito non mi permette di certo di determinare con precisione cosa sia giusto, ma penso che esistano persone in grado di farlo e di costruire una società impostata sul rispetto della costituzione, invece vedo adesso vado OT scusate parlamentari al parlamento che si tirano le cartacce questo è VERGOGNOSO chi ci rappresenta dovrebbe dare il buon esempio, invece che dare bassa dimostrazione di sè, almeno per gli stipendi che paghiamo loro se proprio non arrivano per spirito. Penso che ci siano talmente tante cose in cui sarebbe il caso di rimettere mano, perchè sono scivolate troppo in basso e la colpa sia da suddividere un po' per tutti a seconda proprio delle capacità, della posizione e della conoscenza. Tenere la gente nell'ignoranza serve a poterla gestire a proprio comodo dall'altra rimanere nell'ignoranza è non volersi prendere responsabilità e delgare sempre agli altri e così permettere loro di fare il bello e il brutto. Questo è quanto, penso. |
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pero' vorrei riportare l'attenzione sulla frase iniziale del thread: Citazione:
quel che non mi è chiaro è il discorso dei "diritti reali", perchè li abbiamo di nascita ? è una questione di eredità? Anche i doveri, perchè devo cercarli? non è la vita stessa che mi mette di fronte ai miei doveri? (di moglie, di madre, di lavoratrice?), non capisco bene cosa significhi "cercare i doveri" |
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Quanta gente va al lavoro è fa il minimo indispensabile? Io dico una percentuale altissima non danno mai il massimo nessuno lavora come se lavorasse per sè eppure dovrebbe rendersi conto che lavora per sè, perchè se prospera l'azienda starà bene anche lui perchè potrà manterene il proprio lavoro e mangiare e vestirisi etc. senza parlare poi di prendersi delle responsabilità. Ma avere diritto al lavoro è importante nel senso di avere la possibilità di lavorare, da dare a chiunque sia una persona di buona volontà. Mentre il lavoro per via che è un diritto è stato come tutti i diritti preso buttando via il dovere, mentre un diritto porta con se il relativo dovere nell'espletarlo nel migliore dei modi anche solo come ringraziamento verso Dio di averlo un lavoro. Difatti se poi capita di perderlo è li che ci si rende conto di cosa voleva dire averlo. Quindi non mi discosto molto dal tuo pensiero. Mi associo per le domande finali del tuo post che poi sono quelle del post di Uno. :) |
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Scegliersi un lavoro, oggi come ieri se ben mi ricordo, è cosa difficile...il cazzeggiare non è così comune come si vuol far credere, se lo possono permettere i figli di papà che non hanno comunque necessità di lavorare. Il più delle volte giovani e meno giovani devono lasciar perdere i propri ideali e si adattano a qualsiasi lavoro e questo è estremamente castrante perchè se, da una parte ti permettere di essere autosufficiente, dall'altra ti taglia ogni altra possibilità. Mi sembra che sia Uno che Ray, abbiano una visione molto discriminante nei confronti dei giovani e del lavoro, sarei più cauta nel fare della famosa erba tutta un fascio! la mia vita lavorativa l'ho condizionata alle esigenze pratiche, mettendo da parte talenti che avrei potuto spendere meglio e così avviene ancora oggi, se non peggio, credo che non sia affatto una bella cosa di cui andare fieri. E' vero che tutti i lavori nobilitano eppure c'è differenza tra ciò che mi si addice a ciò che è completamente estraneo a me al punto da arrivare ad odiare l'ambito lavorativo, con tutte le conseguenze emotive che ne derivano! |
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In piu' le famiglie non fanno nulla di quanto possono per far afrontare la realta' a questi ragazzi i quali restano in quella fase infantile del paradiso in terra che la famiglia sbagliando garantisce. Quella fase che parte dall'allattamento e fisisce se finisce dopo i 30!!!!!! In sostanza questi ragazzi continuano a sognare e scambiano la fantasia con la realta'. Sara' che e' una fatica aver a che fare con i ragazzi ma le famiglie non riescono a far crescere questi giovani . Eppure la realta' puo' dare piu' soddisfazioni delle fantasie. E' vero pero' che i diritti fondamentali sono un diritto /dovere come la liberta' , la salute ecc. il lavoro e' uno di questi . |
A volta i ragazzi fanno ma fanno sconclusionatamente quasi sperando di fallire per tornare a sognare e per tornare a sognare le inventano di tutti i colori dando colpe a tutti .
Ho un nipote che ama i cavalli e vuole portare la gente a fare le passeggiate e anche guadagnarci . Peccato che con questa attivita' non si vive ma la colpa e' di chi non crede in lui .....dice! Sapete cosa fa nel frattempo ......il maniscalco cioe' ha imparato a ferrare i cavalli , infatti in giro e' pieno di maniscalchi!!!! gli dico. Gli dico quanti cavalli troverai da ferrare per viverci. Non lo sa , e' un problema che non si pone perche' la realta' non la vogliono affrontare . Punto . E cosi' tanti , non solo mio nipote che sta parecchio indietro ma e' un problema serio di crescita . Quella che serve a tanti adulti peraltro quindi.... Ah non e' finita perche' lui dice che se fara' delle stalle in un terreno di sua moglie , si e' anche sposato anni 28!!! , potra' tenere i cavalli di proprieta' altrui e guadagnare con quello soldi sicuri. E secondo voi chi glieli deve dare i soldi per fare le stalle ? Mica vuole fare un mutuo e rischiare di suo, no , glieli deve dare la famiglia ....che altrimenti non lo ama . |
Prababilmente chi vede il cazzeggio è perchè ha una visione più vasta, io nel mio piccolo, nella mia realtà di cazzeggio non ne ho incontrato, perchè conosco solo gente che ha bisogno di lavorare per vivere e non ha soldi in più da permettere il cazzeggio di cui sopra ai figli. I miei amici che hanno figli all'università e non sono fuori corso, la domenica lavorano nei supermercati o in altri posti per guadagnarsi quei pochi soldini con cui comprarsi i divertimenti.
Questo non toglie che fuori dal mio ambiente non possa esistere questo cazzeggio. |
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Conosco un maniscalco, (ora avrà una 50ani di anni, non è un lavoro facile e devi saperlo fare ferrare i cavalli è un arte, se sbagli rovini un cavallo e si guadagno tanti soldi almeno dalle mie parti, specie se sei bravo. Questa persona ha lasciato un lavoro sicuro tanti anni fa e noi tutti lo abbiamo biasimato oggi non dico che è diventato ricco ma sta molto bene finanziariamente. OT L'importante secondo me non è non avere sogni da realizzare anzi ben vengano ma è non restare con le mani in mano sperando che si realizzino da se. Fai nel frattempo altri lavoretti e poi intanto costruisci per il tuo sogno ma senza aspettare ne la manna ne babbo natale, ma tirandoti su le maniche. |
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Ha lasciato un bel lavoro per fare queste cose e per stare con la famiglia , la sua ....vuol fare anche la figura del bravo marito e bravo padre . |
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Però mi sa che abbiamo allargato troppo. scusa.gifscusa.gifscusa.gif |
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Una società sana è quella che risponde con il lavoro per i giovani che escono dalle scuole che li hanno preparati ad affrontare il mondo del lavoro. Un perito industriale cerca lavoro in un'azienda, il laureato in legge cerca lavori attinenti alle sue materie, un laureato in medicina farà la stessa cosa! Studiare comporta anni di sacrifici, ora con la laurea breve, dovrebbero essere duo o tre di meno ma, poi, in realtà non è così. Far studiare i propri figli è un desiderio di molti genitori, ed è un desiderio sano perchè lo studio, a qualsiasi livello venga fatto, apre le menti, aiuta a crescere, da gli strumenti necessari per muoversi in un mondo di lupi. Questo elementare diritto di avere un inserimento lavorativo in settori adeguati alla preparazione fatta non esiste da molto tempo in Italia, purtroppo! La ricerca di un ambito lavorativo soddisfacente non è cazzeggiare, è temere di dover trascorrere la propria vita tra quattro pareti a svolgere lavori depressivi, alienanti, giorno dopo giorno finchè i capelli imbiancano e si diventa ormai secchi e inariditi. Occorre coraggio per entrare in una grande azienda a stipendio fisso, otto ore al giorno, mille euro al mese, a tempo determinato, senza alcuna fantasia, senza alcuna possibilità di avere l'opportunità di essere creativi, di dare il meglio, di fare cose utili e piacevoli. Dico ai giovani di provare l'indipendenza, di correre dei rischi, di mettersi in proprio, magari per poco denaro ma li invito a crearsi il proprio futuiro con le loro mani, dedicarsi all'artigianto, al turismo, ad una piccola attività commerciale, insomma nelle loro scelte di oggi c'è la vita di domani, c'è il loro futuro, sono ad un bivio che tutti abbiamo passato e che a tutti ha portato angoscia perchè eravamo consapevoli di lasciare dietro il meglio di noi. E questo non è cazzeggiare! |
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Un diritto mi fa pensare al raggiungimento di un equilibrio come ad esempio il deambulare diritto del bambino che ha imparato a stare in piedi e muoversi con abilità. Il diritto è qualcosa che si raggiunge con la fatica il sudore di qualcuno che ha lottato prima per poterlo raggiungere tipo il diritto al voto e molte altre cose dove gente ha addirittura dato la vita per ottenere quel beneficio, quel diritto che migliora la qualità della vita dell'uomo. La costituzione sancisce i diritti degli italiani. L'uomo da quando viene al mondo dovrebbe avere dei diritti il primo per la sopravvivenza poi per la crescita fisica spirituale e mentale per poter camminare diritto. Questo però contempla il dovere che deve essere suddiviso tra l'insegnare e l'imparare. Il dovere di espletare nel migliore modo possibile a seconda delle proprie possibilità e predisposizione ogni impegno. |
Il diritto è qualcosa che ho di partenza e che quindi posso perdere. Il dovere è qualcosa che devo guadagnarmi.
(uhm... ci penso su, eh) |
Il diritto al lavoro è qualcosa su cui molte altre generazioni hanno lottato e sancito nella costituzione.
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Che differenza c'e' tra giocare e fare un lavoro sul serio? Il gioco e' importante ma evidentemente e' diverso che lavorare. |
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Se non si vuole fare lavori depressivi tra quattro mura, c'è sempre la possibilità di buttarsi in un ambito più soddisfacente, con tutto quello che questo comporta, rischi compresi. Altrimenti, cercare di dare il meglio nel proprio lavoro, senza dimenticarsi che se fatto onestamente, ogni lavoro è onorevole. Citazione:
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A dire il vero la frase su cui intendevo ci si potesse aprire un 3d era quella sui diritti innati ed i doveri acquisti e non sul lavoro inteso come fonte di reddito. Grii stessa penso abbia aperto in esoterismo perchè voleva parlare del lavoro in senso esoterico e non cose tipo operai e padroni, buste paga e ferie etc...
Comunque ci sta tutto perchè partendo dalla vita reale si può per analogia scoprire i Principi Universali che regolano tutto. Prima di tutto vediamo la costituzione italiana che io ritengo scritta da uomini saggi e quindi degna di essere compresa senza interpretazioni. Citazione:
Riconosce, vuol dire che già c'è, non è lo stato che deve dare questo diritto, non è il titolare di una impresa che deve dare questo diritto, in sostanza diritto non significa qualcosa che qualcuno deve darmi al massimo in alcuni ambiti (l'informatica per esempio, poi vi spiego*) qualcuno deve ridare, nessuno può dare un diritto, lo si può solo ridare se si toglie. Riconosce il diritto al lavoro, non al lavoro come dirigente, il mio lavoro ideale, lavoro, un lavoro punto. Non ad essere un lavoratore, questo solo io posso. Tutto il resto cioè le possibilità, la scelta etc... sono sotto i doveri e non a caso. Diritto significa che una cosa si può raggiungere con la via breve dritta, diretta senza giri o impedimenti. Se ci fosse una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa significherebbe non averne diritto. Noi tutti abbiamo diritto alla vita, che siamo bianchi, neri, intelligenti, stupidi, belli, brutti etc etc... nessuna condizione, nessun ma e nessun però può mettersi in mezzo, questo è un diritto. Allo stesso modo abbiamo diritto al lavoro (almeno secondo la costituzione italiana, ma prima o poi scopriremo che è qualcosa che va oltre e rientra nelle leggi universali) ma per essere un diritto non c'è nessuna condizione, se ho diritto al lavoro ma solo quel particolare lavoro, non è più un diritto, non più il diritto al lavoro, ma il diritto a poter diventare ingegnere per esempio**. Già essere.... i diritti sono a fare non ad essere... anche sopra ho scritto diritto alla vita, non ad essere vivi, questo non lo abbiamo di nascita e nessuno può regalarcelo. Mi fermo perchè l'argomento è meno stupido di quello che può sembrare a prima vista. *= In informatica quando si nasce come utenti di un qualsiasi sistema (i programmi stessi sono utenti del sistema) si avrebbero tutti i diritti, cioè per semplificare: leggere, scrivere e cancellare (che implicitamente significa anche modificare) ovunque e comunque su qualsiasi file. Poi per la gestione dei sistemi si restringono di diritti di accesso ad alcune funzioni in base all'utente ed ai suoi compiti e/o possibilità. Quindi se io per esempio rendessi amministratore di Ermopoli qualcuno, non gli starei dando i diritti amministrativi, semplicemente gli starei ridando ciò che il sistema automaticamente toglie all'iscrizione. **=Diritto che avrei anche di nascita, solo che viene congelato finchè non studio, cioè posso diventare e solo in fine essere, ma essere non è un diritto, la possibilità di essere è un diritto. |
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Questa e' invece la pretesa di tanti ragazzi : il diritto ,con obbligo di tutti di accontentarli , ad essere felici strabuzza: . |
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Avendo il diritto al lavoro devi poter accedere in maniera diretta e dritta ai lavori disponibili o potertene creare uno etc... Questo naturalmente non implica l'eliminazione di tutte le strutture che servono per poter erogare questi lavori. Per entrare in un posto di lavoro potrà servire il concorso perchè molti lo vorrebbero, per mettere su una azienda occorrono documenti etc... |
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La presunta pretesa dei ragazzi, almeno di quelli che conosco io, è di potersi introdurre nel mondo del lavoro al meglio (e chi può dargli torto?), ma se questa possibilità non c'è vedo che molti si adattano un po' a tutto, sempre secondo la mia esperienza!. |
Citazione:
Ci sono quelli che hanno famiglie meno agiate e che sono costretti a rimboccarsi le maniche e non fanno , da subito ,discorsi sul lavoro ideale sulla realizzazione personale ecc.ecc. discorsi che puoi fare tu che e' una vita che lavori ma non loro. Questi innanzitutto si preoccupano di avere di che vivere e poi migliorano per quanto possibile la loro situazione . Questi son Uomini cioe' ragazzi che non sono piu' accuditi dalle famiglie, che hanno preso per le corna la realta' e l'hanno affrontata . Poi ci sono quelli che anche se non provenienti da famiglia agiata vivono alle spalle della famiglia ma per farlo ,visto che non sono stupidi , ti dicono un sacco di c..ate tipo ho le mie priorita' tipo devo realizzarmi ecc. e fanno fanno ma sconclusionatamente e per fare chiedono agli altri e se non riescono a fare la colpa e' degli altri. Questo parlando di estremi , in mezzo c'e' di tutto ovviamente. |
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Legge ordinaria, che non puo' mai andare contro il 2 3 4 . Dico 2 3 4 perche' ciascun principio limita l'altro cioe' non si potra' neppure obbligare nessuno ad assumere se non vuole ma se lo fa lo deve fare secondo le regole specifiche dettate dalla legge ordinaria . Infatti nel 4 Cost si dice '' promuove le condizioni per rendere effettivo il diritto al lavoro ''. Quello che dicevi tu era una necessaria tendenza che deve esserci a migliorarsi perche' cosi' migliora la societa' ma che e' per dire il vero anche espressa in forma di dovere dal 4 secondo comma della Cost : ''Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società''. Ma e' un dovere piu' filosofico e sapienziaale che effettivo in quanto difficilmente si andra' a verificare se uno ha fatto tutto quello che poteva per migliorarsi . Ma puo' diventare effettivo se un padre ad esempio , potendo fare di piu' fa poco o pochissimo per se' e la famiglia. |
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Scusa, torno qui, perchè non sono sicura di aver capito. Ho il diritto di lavorare ma non di essere un lavoratore. Diritto alla vita ma non di essere vivi. Sono parole forti. I diritti sono a fare e non ad essere. Poi dici che una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa non porta ad averne diritto... blink.gif Mi derubano, ehm, ho il diritto di essere arrabbiata? (si usa dire hai il diritto di sentirti così o cosà) Secondo il tuo ragionamento la frase sopra sarebbe sbagliata. Perchè i diritti non sono ad essere ma a fare... scusa.gif spero di aver capito qualcosa. (se è così buona parte delle cose che crediamo diritti non lo sono blink.gif ) |
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Sai quante mie amiche hanno potuto scegliere la facoltà che più le interessava senza nessun problema economico...da parte mia mi sono dovuta adattare, non ho potuto prendere Lingue perchè mio padre non poteva permettersi di mandarmi all'estero o di prendere ripetizioni per la seconda lingua o per farmi frequentare l'Università lontana da casa! E poi la scelta del lavoro si è basata sulla velocità di trovare velocemnte una soluzione economica, non certo in base alle mie aspirazioni! E questo è avvenuto per mio padre prima di me, i ceti sociali ci sono, esistono anche da noi non solo in India, gli avvocati, i notai lasciano gli studi ai figli, gli imprenditori lasciano le ditte ecc.ecc., chi non può fare altro lascia i propri possedimenti al giovane erede che magari se ne ha la capacità può dedicarsi alla filosofia, alla scrittura, come dice giustamente Schopenhauer ci si può dedicare agli studi filosofici solo avendo uno stato di benessere economico...altrimenti ti tocca lavorare, qualsiasi tipo di lavoro, mi ricordo di aver fatto domanda anche da bidella e per qualche tempo mi presero come applicata di segreteria, niente di male ma certo non era nelle mie aspirazioni! Questo per dire che i giovani di buona famiglia si possono permettere di "cazzeggiare" e gli altri no! |
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Spesso, se non sempre è il contrario, occorre un certo stato di tensione e sofferenza perchè l'uomo incosciente possa rivolgere la sua attenzione a qualcosa di diverso. Quando l'uomo è cosciente, almeno in minima parte non conta più nulla se è ricco o povero, bello o brutto etc... Non c'entra tantissimo con il discorso, ma in una vita non è importante il punto di arrivo, è importante il viaggio. Se uno nasce ricco e si adagia nella ricchezza il viaggio non potrà mai farlo... e tante volte qualcuno incosciente ma un pò sensibile, pur essendo pieno di soldi vive una vita assurda e poi si suicida. Perchè? Ha tutto... almeno a prima vista... |
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Volevo dire a Uno che in effetti ho aperto qui perchè mi interessa proprio la parte esoterica del lavoro.
Non avendo studiato, non mi sono mai posta il problema di dover avere un gran lavoro, non ho mai pensato al lavoro come a qualcosa che mi realizzasse, a dirla papale, papale, del lavoro non mi è mai fregato molto. ( mi serviva per vivere) Però l'ho sempre esercitato nel migliore dei modi possibili le mie mansioni, anche quelle più umili tant'è che è rimasto sempre un buon ricordo di me nelle persone per cui ho lavorato. mentre lui in me molto meno ahahahah (non so se sia dovuto ai problemi che ho visto travolgere mio fratello quando ero piccina o comuque le mie problematiche ad affrontare le vita) Anzi ho pure pensato una volta che dovevo stare attenta perchè era il lavoro a cercarmi mentre io scappavo diavolo.g: ora si deve esser stancato di rincorrermi :U |
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Non ho masi pensato, se non da molto giovane, che la ricchezza fosse la felicità, ho semplicemente detto, e dunque concordo con Schop, che una buona situazione economica rende più agevole e fattibile le attiività di pensiero. |
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Qui abbiamo un aggancio tra l'argomento e la sezione. Qual'è la condizione economica più favorevole per evolvere? (ho detto evolvere, non pensare). E' una condizione per la quale non devo impazzire per sopravvivere ma neanche ho tutto senza fatica. Chiaro che in questi parametri è presente un trend, una vasta gamma di possibilità. Potrebbe andar bene sia che guadagno mille euri al mese, sia che ne gudagno centomila, se per guadagnarli devo impegnarmi seriamente. Mentre già una rendita, anche di 4000 al mese, che mi arriva senza che faccio nulla, sarebbe un intoppo. Dico questo perchè le caratteristiche più comuni dell'umano attuale porterebbero quasi tutti quelli che non dovessero faticare per vivere a non muoversi di un millimetro, spesso ad indietreggiare. Chiaramente sono possibili le eccezioni, ma se ascoltiamo le balle della mente, siamo tutti eccezioni. Invece è possibile, grazie al proprio lavoro, costruirsi una situazione economicamente solida, magari non priva di qualche comodità. Questo effettivamente darebbe o il tempo o l'energia per impegnarsi, per Lavorare... servono entrambi, ma la seconda conta di più, perchè se c'è usa meglio la prima. Certo, una condizione in cui per sopravvivere a stento devo usare ogni goccia della mia energia e comuque vivo preoccupato, è sfavorevole anch'essa. Non mi resta niente per Lavorare. In Massoneria, in modo più o meno codificato, gira il pensiero che uno deve prima sistemare la sua condizione economica, terrena, e poi può efficacemente occuparsi dell'aspetto spirituale. In questo è in linea con le dottrine orientali, che prevedevano la Ricerca nella parte finale della vita (non tutte e non per tutti comunque). Il che non è errato, ma neanche così rigido. Se mi trovo in quel range di possibilità di cui parlavo prima, la stessa sistemazione o solidificazione della condizione economica può diventare un aspetto del Lavoro. Perchè conta il modo. E perchè tutto deve essere Lavoro se voglio arrivare da qualche parte... |
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Cosa è cambiato? E' cambiato che una volta (minimo, ma dico minimo, un paio di secoli fa) chi partiva da posizione privilegiata, perchè ricco e/o in posizioni di potere, fin da ragazzo veniva inserito in un sistema di educazione rigido. Ben più rigido della gente normale da un certo punto di vista. Il ragazzo povero era condizionato solo al lavoro materiale: produrre->mangiare e simile. Il ragazzo ricco, studio culutrale a parte doveva assimilare tutta una serie di regole di comportamento che poi gli avrebbero dato le basi per prendere il posto dei genitori. L'etichetta per esempio di cui oggi ci rimane solo una cosa pomposa e sterile.... Oggi le cose sono cambiate, prendiamo un esempio a caso: Lapo. Poteva diventare un capitano di industria, invece approfittando dei suoi privilegi fa la "bella" (punti di vista) vita e poi spende qualche milione per mettere su qualcosa che lo fa sentire responsabile. Che possibilità può avere di evolvere una persona così? (non è un giudizio, non lo giudico, dico ciò che vedo) Si, può sempre cambiare, ma di fatto ha le stesse possibilità di chiunque, non di più. Non è neanche vero che uno che debba arrabattarsi per mangiare non possa evolvere, altrimenti dobbiamo riscrivere la storia di S.Francesco, dello stesso Gesù, del Buddha etc... In sostanza poveri o ricchi s'ha da lavorà se si vuole crescere anche come persone, non esiste il ricco che si chiude in biblioteca, legge, studia ed evolve. Al massimo si fa un cultura dei termini, delle filosofie, ma occorre l'interazione con altre persone e nei momenti di difficoltà e tensione..... o di gioia (cosa che però per diversi motivi, che abbiamo già visto altrove e eche riprenderemo, è più rara). Tensione non significa litigare, cosa che qualcuno a mezza via ha capito La sensibilità e la coscienza sono collegate Filo, ma non sono la stessa cosa. Puoi essere sensibile e sentire che qualcosa non va ma non averne coscienza, viceversa se ne hai coscienza sei anche sensibile e senti |
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Per poter dire sto lavorando bisogna che questa attivita' sia produttiva almeno dal punto di vista materiale se non spirituale e bisogna rischiare qualcosa di nostro per far si che siano messe in campo tutte le energie . Altrimenti e' un gioco . Torniamo all'art. 4 2 comma Cost a cui rimando. Voglio dire che se mio nipote mi chiede in prestito ( per modo di dire perche' non e' un prestito ) dei soldi per costruire delle stalle senza mettere in gioco il rischio che quel posto non sia adatto o non gli consenta di sopravvivere o di vivere decorosamente e quindi di perdere qualcosa anche piu' di qualcosa , questo non e' lavorare , questa non e' un'esperienza utile . Immaginate invece che chieda un prestito in banca e che quindi debba rischiare qualcosa di suo o della moglie visto che il terreno e' della moglie e verrebbe ipotecato a garanzia del prestito, allora questo e' lavorare , quella e' un'esperienza utile in tutti i sensi a prescindere dal successo o meno della sua iniziativa . Immaginate che la banca non eroghi il prestito senza l'entrata certa di uno stipendio allora dovrebbe lavorare da lun a ven e dedicarsi ai suoi sogni sab e dom . Allora tanto di cappello questo e' lavorare sul serio in funzione e di una crescita materiale sua e della famiglia e spirituale . Invece no lui alle banche non si rivolgera' mai dice perche' le banche strumento demoniaco della modernita' lo massacrano con gli interessi passivi . Mica scemo no?8-) Chiedo sinceramente a voi se sbaglio a vederla cosi'. |
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